www.ramoge.org - www.pelagos-sanctuary.org - INSIEME PER RIDURRE I RIFIUTI MARINI - Sanctuaire Pelagos
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RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR Workshop RAMOGE / Pelagos INSIEME PER RIDURRE I RIFIUTI MARINI Monaco, 12 settembre 2017 RESOCONTO Secrétariat de l’Accord RAMOGE – Secrétariat de l’Accord Pelagos Tour Odéon B1 – 36, av. de l’Annonciade – MC-98000 Monaco www.ramoge.org - www.pelagos-sanctuary.org
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR Sommario 1. Introduzione ................................................................................................................................................. 3 1.1. Obiettivo del workshop................................................................................................................................3 1.2. Presentazione dell’Accordo RAMOGE ....................................................................................................4 1.3. Presentazione dell’Accordo Pelagos ..........................................................................................................5 2. Contesto ........................................................................................................................................................ 6 2.1 I rifiuti marini: origine, distribuzione, evoluzione e impatti ........................................................6 2.2 Italia: le attività per la prevenzione e lotta contro i rifiuti marini..............................................6 2.3 Francia: Piano di azione per l’ambiente marino del Mediterraneo occidentale: misure di riduzione dei rifiuti marini.................................................................................................................................7 2.4 Monaco: iniziativa “Beyond Plastic Med” ...............................................................................................8 2.5 Video RAMOGE “Rifiuti marini: come affrontare questa minaccia?” ........................................8 2.6 Dibattito con il pubblico ...............................................................................................................................8 3. Azioni preventive ........................................................................................................................................ 9 3.1 Monaco: la riduzione dei rifiuti marini di origine tellurica nel Principato .............................9 3.2 Italia: progetto SMILE: conoscere e gestire il marine litter ........................................................ 10 3.3 Francia: iniziativa “Ports Propres” e certificazione europea “Ports Propres” ................... 10 3.4 Italia: monitoraggio dei rifiuti marini in Liguria ............................................................................. 11 3.5 Francia: progetto Riverine Input Méditerranée .............................................................................. 12 3.6 Dibattito con il pubblico ............................................................................................................................ 12 4. Azioni curative .......................................................................................................................................... 14 4.1 Francia: lotta contro l’inquinamento da macro rifiuti galleggianti sul litorale delle Alpi- Marittime ..................................................................................................................................................................... 14 4.2 Italia: Fishing for litter: criticità e prospettive per la rimozione dei rifiuti marini dai fondali. L’esperienza di Chioggia (Venezia) .................................................................................................. 14 4.3 Video RAMOGE: campagna di ricupero dei rifiuti sottomarini ................................................. 15 5. Sensibilizzazione ....................................................................................................................................... 15 5.1 Francia: iniziative civiche: “Initiatives océanes” ............................................................................. 15 5.2 Francia: programma pedagogico “J’Y Ma Mer” .............................................................................. 16 5.3 Italia: l’approccio RRI (Ricerca e Innovazione Responsabile) come sostegno alle politiche di gestione rivolte al marine litter ................................................................................................. 16 5.4 Film di Ministère de la Transition Energétique et Solidarité “L’importante è di non partecipare” ................................................................................................................................................................ 17 5.5 Dibattito con il pubblico ............................................................................................................................ 17 6. Conclusioni ................................................................................................................................................. 18 Elenco degli allegati Allegato 1 – Suggerimenti proposti nel corso del workshop................................................................. 19 Allegato 2 – Rassegna stampa ............................................................................................................................. 20 Secrétariat de l’Accord RAMOGE – Secrétariat de l’Accord Pelagos Tour Odéon B1 – 36, av. de l’Annonciade – MC-98000 Monaco www.ramoge.org - www.pelagos-sanctuary.org
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR 1. Introduzione 1.1. Obiettivo del workshop Nella consapevolezza che la tutela dei cetacei risponde alla stessa logica della tutela dell’ambiente marino, i due accordi intergovernativi, RAMOGE e Pelagos, firmati tra Francia, Italia e Principato di Monaco, uniscono le proprie forze per organizzare un incontro dei comuni del litorale e quelli dell’entroterra delle Regioni Provenza-Alpi-Costa-Azzurra, Liguria, Toscana, Corsica e Sardegna. Tale iniziativa congiunta ha per obiettivo di promuovere le azioni condotte dai tre paesi membri a favore della riduzione dei rifiuti marini. Se si considera che l’80% dei rifiuti marini è di origine tellurica, risulta importante promuovere azioni che agiscano alla fonte e che incoraggino in particolar modo una gestione efficace dei rifiuti per evitare che questi ultimi siano abbandonati in natura e finiscano in mare. È con questo spirito che gli Accordi RAMOGE e Pelagos hanno invitato non soltanto i comuni del litorale, ma anche quelli dell’entroterra, a presentare alcune iniziative condotte dalle collettività locali e da altre organizzazioni, affinché la pratica del rilascio dei rifiuti in natura venga abbandonata. Nell’epoca attuale sono stati individuati due assi, che risultano fondamentali per rispondere alla minaccia legata alla proliferazione dei rifiuti marini: le azioni preventive e le azioni curative: - il primo asse è legato al recupero, per quanto possibile, dei rifiuti marini. Tali operazioni richiedono grandi mezzi logistici e non potranno risolvere completamente il problema, ma sono comunque importanti sia per le quantità di rifiuti che permettono di recuperare, sia per il duplice ruolo di sensibilizzazione che svolgono presso i cittadini; - il secondo asse è volto al rafforzamento delle misure in grado di ridurre i rifiuti alla fonte. Nel preambolo del workshop saranno presentati gli impatti provocati dai rifiuti marini sull’ecosistema. Successivamente i rappresentanti dei governi dei paesi firmatari degli Accordi interverranno per presentare i piani d’azione nazionali. La parola verrà poi passata agli attori locali che descriveranno le iniziative adottate e volte alla riduzione della quantità di rifiuti, nonché quelle volte alla sensibilizzazione e indirizzate ai cittadini. Tale incontro ha per obiettivo lo scambio di esperienze con le diverse entità al fine di promuovere le misure più pertinenti. 3 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR 1.2. Presentazione dell’Accordo RAMOGE Firmato nel 1976, l'Accordo RAMOGE relativo alla tutela delle acque del litorale del Mediterraneo, si inscrive nel quadro della Convenzione di Barcellona e del relativo piano d'Azione del Mediterraneo. Inizialmente la zona di competenza si estendeva da Saint Raphaël in Francia, Monaco e fino a Genova in Italia. Nel 1981 l'area originale di competenza viene estesa da Marsiglia a La Spezia, per meglio tenere conto dei confini amministrativi di ogni Stato. Così, i territori della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra e della regione Liguria sono completamente inclusi nel perimetro dell'Accordo. L’Accordo RAMOGE è uno strumento che permette ai tre paesi di costituire un'area pilota di lotta contro l'inquinamento e la conservazione dell'ambiente marino nella sua area di competenza. Questo Accordo RAMOGE simboleggia un nuovo approccio di conservazione dell’ambiente marino e ha introdotto il concetto di cooperazione e di solidarietà sub- regionale, sul piano scientifico, tecnico, giuridico ma anche amministrativo. Esso consente ai tre paesi membri di pianificare insieme le azioni da condurre per una gestione integrata delle coste. L’insieme dei lavori dell’Accordo ha per obiettivo di migliorare la conoscenza e preservare l'ambiente marino e costiero. Dal 1993 l'Accordo ha inoltre sviluppato una componente operativa, che istituisce un piano di risposta comune ai tre paesi per la lotta contro l'inquinamento marino da incidenti, chiamato piano RAMOGEPOL. L’Accordo RAMOGE ha anche lo scopo di educare gli utenti del mare, nonché il pubblico in generale ad un comportamento rispettoso dell'ambiente marino e della biodiversità. Sensibile alla problematica dei rifiuti marini, l’Accordo organizza incontri e operazioni di sensibilizzazione (ad es. “Navigo e riciclo”, campagne di recupero dei rifiuti, ecc.) mirate a ridurre i rifiuti marini. 4 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR 1.3. Presentazione dell’Accordo Pelagos L’Accordo Pelagos è stato firmato a Roma il 25 novembre 1999 dalla Francia, dall’Italia e dal Principato di Monaco ed è entrato in vigore il 21 febbraio 2002 per creare, nel Mediterraneo, un Santuario dedicato alla protezione dei mammiferi marini. Il Santuario si estende su di una superficie marittima di 87 500 km2 e su di un litorale costiero lungo 2 022 km, che include il territorio marittimo di cinque regioni (Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Corsica, Liguria, Toscana e Sardegna) e di 241 comuni. L’obiettivo dell’Accordo Pelagos è di proteggere tutti i mammiferi marini e i loro habitat dalle minacce di origine antropica, quali l’inquinamento, il rumore, le collisioni con le imbarcazioni, le catture accidentali, i disturbi dovuti all’osservazione praticata in maniera non rispettosa, ecc. Otto specie di cetacei sono regolarmente presenti nel Santuario, tra cui cinque specie di delfini, lo zifio, il capodoglio e la balenottera comune. A sovrintendere il Santuario Pelagos, ci sono i governi di Francia, Italia e Principato di Monaco, i quali beneficiano del supporto del Segretariato permanente con sede nel Principato di Monaco, nonché dei consigli e dei pareri del Comitato scientifico e tecnico. Ogni paese è competente per l’applicazione dei dispositivi dell’Accordo sul proprio territorio. Il Santuario Pelagos è iscritto sulla lista delle Aree Specialmente Protette d’Importanza Mediterranea (SPAMI) e rappresenta, nel Mediterraneo, la più grande Area marina protetta (AMP) e l’unica AMP internazionale dedicata alla protezione dei mammiferi marini. 5 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR 2. Contesto 2.1 I rifiuti marini: origine, distribuzione, evoluzione e impatti François Galgani Institut Français de Recherche pour l’Exploitation de la Mer (IFREMER) I rifiuti sono caratterizzati da una grande diversità, hanno origini varie e complesse e diversi tipi di impatto sull’ambiente, sull’economia e sulla salute. Le plastiche sono senza alcun dubbio i rifiuti maggiormente presenti nel Mediterraneo francese dove, ogni giorno, vengono sversate 700 tonnellate di plastica. Rappresentano circa l’80% del totale dei rifiuti e il loro tasso di concentrazione è tra i più alti al mondo. Questi rifiuti possono essere trasportati su lunghe distanze e con il tempo si degradano generando microplastiche dagli effetti poco conosciuti, così come scarsamente conosciuto è il possibile impatto del trasporto su lunghe distanze delle specie che vi si fissano. L'impatto dei rifiuti sulla pesca e sull’economia del turismo è significativo, benché anche le attività di questo settore generino a loro volta rifiuti. Di recente sono state promosse varie iniziative a livello locale, regionale, nazionale e internazionale, che consentono di prevedere una forte riduzione delle quantità di rifiuti in un futuro prossimo. 2.2 Italia: le attività per la prevenzione e lotta contro i rifiuti marini Roberto Giangreco Ministero dell’Ambiente e della tutela del Territorio e del Mare (MATTM) Il tema dei rifiuti marini è salito prepotentemente alla ribalta negli ultimi anni parallelamente alla sempre maggiore consapevolezza dell’impatto devastante che gli enormi quantitativi di plastica rilasciati in mare hanno sull’ambiente marino. L’Italia è fortemente impegnata su questo tema e svolge un ruolo attivo in tutti i vari ambiti (su scala mondiale e regionale), che a vario titolo se ne occupano, facendo di questo tema un punto importante del G7 ambiente, e aderendo inoltre attivamente alla Coalizione Internazionale Stop Plastic Waste sulle buste di plastica e alla Clean Sea Campaign dell’UNEP. Le attività per combattere questa minaccia a livello nazionale sono coordinate dal Ministero dell’Ambiente attraverso un approccio sinergico tra gli aspetti connessi alla prevenzione e quelli legati alla rimozione ed al monitoraggio, che vengono effettuati lungo tutti i mari e le coste italiane. Queste attività vengono realizzate nell’ambito dell’implementazione nazionale della Direttiva Quadro sulla Strategia Marina e del processo ECAP della Convenzione di Barcellona, entrambi strumenti che includono i rifiuti marini tra i descrittori del buono stato ambientale. Per affrontare in modo incisivo questo problema, nell'ambito dell’attuazione italiana della MSFD, in aggiunta alle misure ed alle normative già esistenti, che in alcuni casi sono state rilevate, da rafforzare o implementare compiutamente, sono state messe a punto tre nuove misure che consistono nell’individuazione e nell’attuazione di misure volte a migliorare la gestione dei rifiuti in relazione alle attività di pesca e acquacoltura, compreso il riciclaggio delle reti, l’identificazione e creazione di una catena di raccolta, lo smaltimento dei rifiuti 6 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR raccolti accidentalmente dai pescatori ed infine le iniziative di sensibilizzazione pubblica con il coinvolgimento degli stakeholder. Al momento la legge italiana già prevede che i pescatori possano portare a terra e smaltire i rifiuti raccolti durante le attività di pesca senza alcun costo o addebito. Nell’ambito dell’attuazione dei programmi di misure verranno adottate iniziative per incentivare ulteriormente questi comportamenti e rendere più agevole ai pescatori il conferimento a terra di quanto raccolto in mare. Per quel che riguarda la prevenzione delle sorgenti da terra, le attività italiane saranno basate sul miglioramento dell’implementazione della normativa esistente e sull'attuazione del piano d'azione dell'UE sull'economia circolare. Deve essere inoltre considerato che nell’ambito della prevenzione, l'Italia ha adottato alcune leggi, tra le quali il divieto di utilizzo dei sacchetti di plastica non compostabili già a partire dal 2006, entrata in vigore nel 2014. In considerazione del fatto che oggetti di piccole o microscopiche dimensioni (mozziconi di sigarette, gomme involucri, ecc.) costituiscono una fonte importante di marine litter, nel 2015 è stata inoltre introdotta una norma per ridurre e contrastare lo scorretto rilascio nell'ambiente prevedendo sia il rafforzamento della repressione di comportamenti scorretti, sia nuovi obblighi per i comuni e i produttori di tabacco. Inoltre in considerazione della natura transnazionale del tema dei rifiuti marini, nel settembre 2016 è stato firmato un accordo di cooperazione con l’UNEP MAP, che prevede da parte dell’Italia un importante contributo economico e che ha il tema del marine litter tra i quattro filoni di attività. Sono inoltre state effettuate e continueranno ad esserlo in futuro, numerose campagne volte a sensibilizzare, educare e correggere i comportamenti del pubblico sul tema dei rifiuti marini, mentre grande attenzione è data anche al tema della ricerca. 2.3 Francia: Piano di azione per l’ambiente marino del Mediterraneo occidentale: misure di riduzione dei rifiuti marini Franck Fredefon - Marion Brichet Direction Inter-Régionale de la Mer Méditerranée (DIRM MED) Nel 2011 la Francia ha dato il via all’attuazione della direttiva quadro comunitaria “Strategia per l’ambiente marino” (MSFD) risalente al 2008. Il processo d’attuazione, che si pone come obiettivo il raggiungimento del buono stato ecologico delle acque marine nel 2020 si concretizza con l’elaborazione del “piano d’azione per l’ambiente marino” (PAMM) a livello di sub-regioni marine, tra cui figura anche il “Mediterraneo occidentale”. Come ultimo capitolo del PAMM, il programma di misure è la sintesi di tutte le politiche pubbliche e le azioni messe in campo per raggiungere gli obiettivi ambientali. Tra le misure intraprese su scala nazionale, molte riguardano la riduzione dei rifiuti marini che, nello specifico, hanno permesso di dare impulso a nuovi regolamenti come il divieto di utilizzare le microsfere di plastica nei cosmetici, i piatti di plastica usa e getta e i cotton fioc di plastica. Per quanto riguarda i percorsi di immissione nell’ambiente marino dei rifiuti solidi provenienti dai bacini idrografici, sono in corso alcuni studi per fare il punto della situazione sulle iniziative e le esperienze esistenti. Anche la riduzione dei rifiuti nei porti è una misura contemplata dal PAMM che, in primo luogo, prevede une studio diagnostico per migliorare la prevenzione e la gestione dei rifiuti nei porti di pesca, nei porticcioli turistici e nei porti commerciali. 7 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR Nel Mediterraneo, il problema dei rifiuti marini è affrontato con le campagne di sensibilizzazione e, in particolare, con la campagna Écogestes Méditerranée che è stata armonizzata e consolidata su tutta la fascia costiera. 2.4 Monaco: iniziativa “Beyond Plastic Med” Philippe Mondielli Fondation Prince Albert II Per quanto riguarda la problematica delle plastiche, la Fondazione Prince Albert II ha deciso di concentrarsi sulle azioni a monte per ridurre i rifiuti prima del loro arrivo in mare. Nel marzo 2015, la Fondazione ha organizzato una conferenza internazionale dal titolo “Plastica in mare: constatazione a parte, quali soluzioni?”, durante la quale è stato deciso di promuovere l’iniziativa “Beyond Plastic Med” (BeMed) sotto l’egida di diversi attori e in cui è stato pubblicato un bando per micro-iniziative allo scopo di favorire e sostenere finanziariamente una decina dei progetti originali in tutti i paesi del Mediterraneo. Un secondo bando sarà lanciato in occasione della campagna “Our Ocean” prevista dal 5 al 6 ottobre 2017 a Malta. 2.5 Video RAMOGE “Rifiuti marini: come affrontare questa minaccia?” Cliccare sul seguente link per vedere il video: http://www.ramoge.org/videos/video.aspx?url=/medias/Videos/Dechets.flv Per completare il video sono state proposte al pubblico alcune immagini riprese a 1.000 metri di profondità per mostrare l’accumulo dei rifiuti sul fondale marino. François Galgani precisa che, nel quadro delle attività di RAMOGE, nel 2018 sarà promossa una nuova campagna di esplorazione oceanografica che, tra le altre tematiche, si concentrerà anche sulla problematica dei rifiuti. 2.6 Dibattito con il pubblico Intervento n. 1: “Qual è il ruolo dell’industria? Quali le azioni a questo livello? Quali sono le prospettive future?” F. Galgani: “L’industria è coinvolta ormai da qualche anno. Nello specifico, ha cercato di razionalizzare le pratiche per il trasporto e il lavaggio durante la fabbricazione dei granulati. Il Ministero incoraggia l’industria a proseguire in tale direzione. Il riciclaggio, invece, rappresenta un gran problema per l’industria, che lo promuove e lo incoraggia perché si tratta di un’importante fonte di reddito. Tuttavia, esistono aspetti positivi e negativi del riciclaggio. L’aspetto positivo è che il riciclaggio costituisce, ovviamente, un modo per ridurre la quantità di plastiche. Per poter riciclare, però, occorre che le plastiche siano omogenee. Ad esempio, quando facciamo la raccolta differenziata delle bottiglie di plastica è possibile riciclarle. Invece, se ricicliamo le bottiglie di plastica insieme ad altri tipi di prodotti, non è più possibile riciclare. Questo perché le plastiche sono eterogenee ed è necessario poterle separare. Da poco tempo la pratica del riciclaggio è resa ancor più complicata dal fatto che le plastiche sono costituite da diversi strati, ovvero possono contenere contemporaneamente polietilene, polipropilene, poliammide e altro ancora. Le plastiche eterogenee non possono essere separate e, di conseguenza, non possono essere 8 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR riciclate. Al Forum economico di Davos, con il sostegno della Fondazione Ellen MacArthur, quaranta grandi imprese hanno trovato un accordo per promuovere un dibattito sull’armonizzazione delle procedure di fabbricazione che possano facilitare il riciclaggio. Tuttavia non bisogna sistematicamente incriminare l’industria su questa tematica, perché gran parte dei rifiuti marini provengono dalla grande distribuzione, e questo è il risultato del comportamento degli individui.” Intervento n. 2: “Nella campagna Ecogestes è stato fatto un grande sforzo di coordinamento nella regione francese del Mediterraneo. Sarebbe possibile consolidare questi sforzi mediante una collaborazione più stretta con il Principato di Monaco e l’Italia per tendere a obiettivi più ambiziosi?” A. Vissio: “È sicuramente possibile. Nell’ambito di RAMOGE sarebbe bene poter estendere la campagna anche all’Italia”. R. Giangreco: “È possibile anche nel quadro della Convenzione di Barcellona, dove è stata espressa la necessità di sviluppare azioni congiunte. Il processo è a uno stadio iniziale ed è necessario valutare in che modo vogliamo integrare le nostre attività non solo a livello politico, ma anche nell’ambito della ricerca e del monitoraggio”. F. Loques, Direttrice del Consiglio scientifico delle Iles des Lérins: “È importante fare menzione della campagna regionale “Inf’eau mer” che, durante la stagione estiva, sensibilizza ed educa gli utenti del mare e delle spiagge”. 3. Azioni preventive 3.1 Monaco: la riduzione dei rifiuti marini di origine tellurica nel Principato Laurence Marty Direction de l’Aménagement Urbain (DAU) I vari corsi d’acqua che scorrono nel Principato sono oggetto di manutenzione nel quadro della lotta agli inquinamenti tellurici, che prevede il prelievo dei macro-rifiuti e dei sedimenti accumulati durante il tragitto che percorrono prima di riversarsi in mare. Inoltre, la rete unica di bonifica è collegata a una stazione di pretrattamento (filtraggio e eliminazione di grassi e oli) e, successivamente, di trattamento delle acque reflue (trattamento fisico-chimico, decantazione lamellare e trattamento biologico). In questo modo le acque di scarico vengono disinquinate prima di essere rigettate in mare a 100 metri di profondità a una distanza di 1 km dalla costa. Le acque pluviali del sistema fognario transitano sistematicamente da un separatore di idrocarburi prima di essere rimesse in ambiente naturale. Porto Hercule è stato dotato di una rete di recupero delle acque grigie per le unità da diporto di media e grossa grandezza, mentre alcuni punti chiamati “Porto pulito” sono a disposizione degli utenti dei due porti. La regolamentazione e varie iniziative di comunicazione contribuiscono a strutturare le buone pratiche messe in atto da chi produce rifiuti per migliorare l’efficacia dei dispositivi di cui sopra. 9 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR 3.2 Italia: progetto SMILE: conoscere e gestire il marine litter Ilaria Fasce Regione Liguria Il progetto SMILE propone soluzioni di gestione integrata dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti del litorale e del fondale marino, a destinazione delle municipalità. Il progetto è stato condotto sulla zona pilota, identificata nella municipalità di Pietra Ligure (Provincia di Savona), nonché nel territorio dei comuni dell’entroterra di Magliolo, Giustenice e Tovo San Giacomo, attraversati dal fiume della Maremola, attraverso il quale i rifiuti arrivano nel comune di Pietra Ligure. L’obiettivo ultimo è quello di ridurre e recuperare i rifiuti marini nelle zone costiere attraverso lo sviluppo di processi di governance, metodologici e di comunicazione, che siano in conformità con le strategie europee in materia di Gestione Integrata delle Zone Costiere (ICZM) e Marine Litter. Partendo dal presupposto che l’80% circa dei rifiuti marini deriva dall’entroterra, SMILE intende dimostrare che la prevenzione attuata contemporaneamente su costa ed entroterra può ridurre il marine litter. La sua metodologia si sviluppa contemporaneamente su tre fronti: • azioni volte a migliorare la conoscenza del sistema; • attività di governance del territorio, con il coinvolgimento delle amministrazioni locali e delle società impegnate nella gestione dei rifiuti; • promozione di azioni volte al coinvolgimento degli stakeholders affinché questi ultimi possano influenzare e modificare i comportamenti considerati non corretti. Il sistema di segnalazione dei rifiuti abbandonati, basato su una piattaforma web e su di una applicazione per smarthphone, oltre a coinvolgere direttamente cittadini e turisti nel controllo del territorio, fornisce ulteriori dati relativi alle tipologie dei rifiuti abbandonati. 3.3 Francia: iniziativa “Ports Propres” e certificazione europea “Ports Propres” Marceau Artaud Union des Ports de Plaisance Provence Alpes Côtes d’Azur et Monaco (UPACA) Unica certificazione europea specificamente rivolta ai porti turistici, “Ports Propres” è un’iniziativa volta a ottenere un certificato basato su un quadro comune a tutti gli attori portuali e assegnato, in Francia, dall’Ente francese di standardizzazione. “Ports Propres” promuove le operazioni a favore del miglioramento della qualità ambientale dei porti turistici intervenendo sulle tematiche “gestione dei rifiuti” e “scarico di effluenti”. In questa logica di eccellenza ambientale, l’iniziativa “Ports Propres” sembra più che mai essere una soluzione preventiva per ridurre significativamente l’impatto ambientale legato alle attività dei porti turistici. L’iniziativa, che viene adeguata in base ai singoli casi, prevede cinque fasi tra cui uno studio diagnostico del bacino idrografico portuale che porterà a un piano d’azione e d’intervento sugli inquinamenti cronici e accidentali, il risparmio idrico ed energetico, la formazione del 10 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR personale portuale e la sensibilizzazione degli utenti portuali alle buone pratiche ambientali. Dopo queste cinque fasi, il porto viene sottoposto a un audit preliminare indispensabile per ottenere la certificazione, che viene rilasciata per tre anni e prevede un monitoraggio su base annua. L’ottenimento della certificazione costituisce un vero e proprio vantaggio per il porto in termini di immagine, rispetto della regolamentazione, dialogo tra utenti e, soprattutto, per la conservazione degli spazi marini e costieri. “Ports Propre” continua ad aumentare la propria visibilità su scala nazionale e internazionale per sensibilizzare gli utenti ad adottare comportamenti adeguati mediante strumenti digitali e, tra le altre misure, incita i porti a richiedere una certificazione. In futuro si prevede di definire una norma mondiale ISO “Ports Propres” e di creare una certificazione nazionale per i porti per la tutela della biodiversità, il cui requisito obbligatorio sarà l’ottenimento della certificazione “Porti Puliti”. 3.4 Italia: monitoraggio dei rifiuti marini in Liguria Rosella Bertolotto Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente Ligure (ARPAL) Quando si parla di rifiuti marini si parla quasi sempre di plastica, ed in effetti i rifiuti plastici rappresentano la parte preponderante di ciò che si trova in mare, sui fondali e sulle spiagge, basti pensare che l’Europa è il secondo produttore di plastiche al mondo, dopo la Cina. Oltre a produrla, l’Europa consuma moltissima plastica: e l’Italia, dopo la Germania, ne è il maggior utilizzatore. Esistono moltissimi tipi di plastica, a seconda del polimero di partenza, utilizzati da tutti i settori manifatturieri. Anche per questo motivo, il problema della gestione degli scarti e dei rifiuti è ben lontano dal trovare una soluzione. Milioni di tonnellate di rifiuti plastici abbandonati nell’ambiente finiscono in mare ogni anno, soprattutto nei paesi asiatici. In Europa il destino più frequente è la discarica (che non è certo una soluzione sostenibile), ma sappiamo bene che anche il Mediterraneo non è immune dal problema dei rifiuti marini. La Direttiva Europea sulla Strategia Marina riconosce i rifiuti marini come uno degli 11 descrittori dell’ambiente marino ed obbliga tutti gli stati membri a verificare lo stato del proprio mare attraverso appositi programmi di monitoraggio, calibrati su tali descrittori. In Italia, il Ministero Ambiente, autorità responsabile dell’implementazione della Direttiva, ha organizzato e finanziato un programma di monitoraggio articolato e complesso, con 9 diversi moduli operativi, affidandone la realizzazione alle Agenzie Regionali di Protezione Ambientale. Le 15 Agenzie costiere stanno portando avanti dal 2015, con metodologie e tempistiche uniformi, questo ambizioso programma, che sta producendo una quantità di dati mai vista prima. Per il descrittore “Rifiuti marini”, il Ministero dell’Ambiente italiano ha scelto due indicatori (rifiuti spiaggiati e microplastiche in superficie), sulla base dei quali organizzare il monitoraggio affidato alle ARPA. 11 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR Per quanto riguarda la Liguria, ARPAL ha individuato 5 aree per il monitoraggio dei rifiuti spiaggiati e 4 transetti per il monitoraggio delle microplastiche, scelte sulla base dei criteri indicati dal Ministero: aree fortemente urbanizzate, aree di foce o portuali, aree protette per confronto. Queste aree sono monitorate dal 2015 e i risultati sono in linea con quanto osservato in altre regioni. I dati relativi alle microplastiche risultano meno allarmanti di altri ma comunque interessanti: si hanno concentrazioni maggiori nelle stazioni costiere rispetto a quelle di largo, ma comunque quantità non elevate. Oltre al monitoraggio Strategia marina, ARPAL ha partecipato al progetto LIFE SMILE, con capofila la Regione Liguria (vedi intervento di Ilaria Fasce), attraverso varie attività, fra cui la stesura di una Fotoguida, utile per classificare i rifiuti rinvenuti durante il monitoraggio e provvedere al corretto smaltimento degli stessi. In conclusione, il monitoraggio non risolve certo il problema dei rifiuti marini, ma è fondamentale per quantificare il fenomeno e predisporre le necessarie misure di mitigazione e contenimento. 3.5 Francia: progetto Riverine Input Méditerranée Jennifer Poumey Surfrider Foundation Europe Surfrider Foundation Europe lavora da oltre 20 anni sulla tematica dei rifiuti acquatici, in particolare nell’ambito del programma “Iniziative Oceani”. Il gruppo di esperti delle Nazioni Unite sugli inquinamenti marini ritiene che l’80% dei rifiuti marini provenga dai continenti, e gli studi sui rifiuti acquatici vengono perlopiù realizzati in ambiente marino. Per questo motivo abbiamo sviluppato il protocollo di campionamento Riverine Input, allo scopo di capire da dove provengono i rifiuti che si riversano in mare tramite i corsi d’acqua e di mettere in campo azioni correttive riducendone l’apporto in mare. All’interno di un bacino idrografico e nelle zone di accumulo di rifiuti oggetto di pressioni antropiche (urbane, turistiche, industriali, ecc.), ogni mese procediamo a un campionamento dei macro-rifiuti spiaggiati e dei micro- e macro-rifiuti che galleggiano nel corso d’acqua. In un secondo momento, i rifiuti vengono separati e quantificati per determinarne la composizione e la fonte d’origine. Alla fine dei tre anni di studio, i dati raccolti sono messi a disposizione di un gruppo di lavoro composto da attori locali per promuovere una riflessione comune sull’adozione di misure correttive. Allo stadio attuale, il protocollo è in uso in due bacini idrografici: il fiume Adour nel sud- ovest della Francia (dal 2014) e il fiume Var nelle Alpi-Marittime (dal 2017). I risultati di Riverine Input ADOUR dimostrano, tra l’altro, che l’89% dei rifiuti è composto da plastiche. I risultati completi dello studio sono disponibili su richiesta. 3.6 Dibattito con il pubblico Intervento n. 1: “Viene sistematicamente precisato che l’80% dei rifiuti marini è di origine terrestre. Questa percentuale continua a riflettere la realtà? È valida per il Mar Mediterraneo? I naufragi delle grandi navi possono rappresentare una fonte di inquinamento in mare. In seguito alla ratifica della Convenzione di Nairobi sulla 12 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR rimozione dei relitti, i relitti delle navi vengono rimossi. Qual è, dunque, l’origine dei rifiuti provenienti dal mare?” J. Poumey: “La percentuale normalmente indicata per i rifiuti marini provenienti da terra (80%) è un numero globale stimato dal gruppo di esperti delle Nazioni Unite ormai qualche anno fa. Per questo motivo è interessante avere progetti come quello condotto da Surfrider che calcolano questa percentuale con maggiore dettaglio in zone geografiche più circoscritte. Altri studi invece affermano che il 10% dei rifiuti proviene da imbarcazioni e un altro 10% è generato dagli utenti delle spiagge”. R. Bertolotto: “Gran parte dei rifiuti provenienti dal mare è generata dalle attività di pesca e dall’acquacoltura”. Nathalie Di Meglio, EcoOcéan Institut: “In base all’esperienza di EcoOcéan Institut, che conduce le proprie ricerche sulla megafauna marina, si possono osservare grandi quantità di rifiuti al largo della costa liguro-provenzale derivanti dalle attività di pesca”. Intervento n. 2: “Le acque dei valloni del Principato vengono recuperate per un uso particolare nella regione? Se così fosse, questo metodo potrebbe essere proposto come esempio a tutti i comuni vicini”. L. Marty: “In effetti, da qualche anno le acque del Vallon de La Noix vengono canalizzate e recuperate per il lavaggio delle strade”. Intervento n. 3: “I diportisti sono sensibili alla certificazione “Porti Puliti”?” M. Artaud: “Ovviamente sì, i diportisti sono sempre più sensibili all’eccellenza ambientale dei porti che frequentano”. Intervento n. 4: “Perché il bacino idrografico del Var è stato scelto per il progetto “Riverine Input”? I comuni appartenenti al bacino idrografico sono stati sensibilizzati in questo senso?” J. Poumey: “I nostri uffici sono a Marsiglia e quindi, per motivi di ordine pratico, abbiamo scelto il fiume del Var. Lo staff di “Riverine Input” ha avuto dei contatti con tutti i comuni del bacino idrografico per presentare loro il progetto, a cui i comuni hanno rilasciato tutte le autorizzazioni necessarie. La sensibilizzazione dei comuni viene fatta di pari passo con l’avanzare del progetto”. Intervento n. 5: “Il progetto “Riverine Input” prevede una cooperazione con enti scientifici?” J. Poumey: “Lo staff di Surfrider ha incontrato i team di ricercatori che mettono a punto i protocolli di campionamento, oltre ai laboratori e agli esperti”. Intervento n. 6: “Le azioni presentate portano poi a sviluppare programmi educativi rivolti ai giovani?” M. Artaud: “Per quanto riguarda l’iniziativa “Ports Propres”, i porti accolgono gruppi di studenti. Inoltre viene fatta opera di sensibilizzazione presso le scuole di vela e i centri nautici”. A. Vissio: “Le presentazioni successive illustrano proprio le azioni di sensibilizzazione condotte nei confronti del pubblico di giovani”. 13 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR 4. Azioni curative 4.1 Francia: lotta contro l’inquinamento da macro rifiuti galleggianti sul litorale delle Alpi-Marittime Christophe Serre Département des Alpes-Maritimes Il dipartimento delle Alpi-Marittime ha messo a punto un dispositivo di lotta anti- inquinamento sul proprio litorale lungo 120 km, che è soggetto alle correnti liguro- provenzali e caratterizzato da grandi sfide economiche. Il dispositivo prevede due fasi tra loro associate e complementari: un monitoraggio aereo del litorale e una campagna di pulizia. L’attività di monitoraggio può rilevare episodi di inquinamento e macro-rifiuti che possono spiaggiare da Théoule-sur-Mer fino al confine italiano. In questo modo, le imbarcazioni in loco riescono ad intervenire e recuperare i macro-rifiuti galleggianti che, successivamente, vendono portati al porto e inviati ai relativi impianti di trattamento. La raccolta rifiuti viene fatta tramite pulizia meccanica dello specchio d’acqua, utilizzando imbarcazioni dotate di piccoli cestini. Il litorale è stato diviso in cinque settori, con il dispositivo attivo su una fascia di 300 metri da maggio a settembre. Questo sistema permette a chi effettua il servizio di recuperare e trattare anche le piccole chiazze di idrocarburi con i disperdenti approvati dal CEDRE, oltre alle chiazze presenti in superficie come il polline. La realizzazione di questa attività riveste importanza non solo per la posta economica in gioco legata alle attività turistiche e balneari, ma anche per le sfide ecologiche relative alla conservazione e gestione globale delle coste. Per il dipartimento, il costo del dispositivo ammonta a € 42.000 all’anno. Con esso, si è potuto verificare che la quantità di macro-rifiuti è rimasta stabile nel corso degli ultimi anni e che le variazioni significative dipendono dalle stagioni e dalle condizioni metereologiche. 4.2 Italia: Fishing for litter: criticità e prospettive per la rimozione dei rifiuti marini dai fondali. L’esperienza di Chioggia (Venezia) Tiziana Chieruzzi Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) Il Fishing for Litter è un’attività, riconosciuta a livello internazionale, come uno strumento utile per la riduzione dei rifiuti marini depositati sul fondale. Tale pratica, prevede il coinvolgimento sistematico dei pescatori che utilizzano reti a strascico. Ai pescatori si chiede di aggiungere al proprio lavoro, un’attività volontaria e non remunerata che si realizza nell’identificare, raccogliere e conferire a terra tutti i rifiuti che accidentalmente rimangono intrappolati nelle loro reti durante le normali attività di pesca. Il Fishing for Litter, se monitorato, contribuisce a implementare le conoscenze sul marine litter rendendo disponibile materiale prezioso per studi quali-quantitativi. 14 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR Per rendere possibile il Fishing for Litter, si devono coinvolgere: - i pescatori a strascico, che sono il vero cuore dell’attività; - l’autorità che disciplina la gestione dei rifiuti che deve regolamentare l’attività, sotto tutti gli aspetti; - l’autorità che gestisce il sito di raccolta a terra che deve scegliere il luogo più adatto al posizionamento dei contenitori, assicurando che esso sia comodo ed accessibile ai pescatori 24 ore su 24, ma anche accessibile ai mezzi necessari per le operazioni di svuotamento; - chi si occupa della gestione dei rifiuti dalle operazioni di svuotamento, trasporto e smaltimento nonché quelle relative all’approvvigionamento dei contenitori più adatti (ai pescatori: buste di plastica monouso, big-bags riciclabili; a terra: cassonetti, ecc.); - i cittadini, che devono essere sensibilizzati sul problema dei rifiuti marini e resi edotti del grande lavoro di volontariato che viene svolto dai pescatori. Le spese per lo smaltimento dei rifiuti non devono essere sostenute dai pescatori, e spesso sono inserite nelle tasse sui rifiuti. È importante evidenziare che, anche quando il Fishing for Litter è tecnicamente possibile, (perché tutti gli stakeholder coinvolti hanno svolto il loro ruolo), questa pratica diventa davvero efficace solo quando i pescatori: - sono consapevoli delle gravi conseguenze che i rifiuti sul fondo del mare hanno sugli ecosistemi, sulla pesca, sulla qualità del pescato e sulla salute umana; - vengono gratificati da un riconoscimento ufficiale della comunità in cui vivono per l’attività di Fishing for Litter svolta. Il Fishing for Litter, praticato in via sperimentale durante il progetto DeFishGear, da 6 pescherecci della marineria di Chioggia (Venezia, Italia), ha ridotto la presenza di rifiuti sul fondo dell’Alto Mar Adriatico: in 13 mesi sono stati raccolti più di 30.000 kg. 4.3 Video RAMOGE: campagna di ricupero dei rifiuti sottomarini Cliccare sul seguente link per vedere il video: https://drive.google.com/drive/folders/0BxbU3pwJj9woNkxybEIwM2dnaWc?usp=sharing 5. Sensibilizzazione 5.1 Francia: iniziative civiche: “Initiatives océanes” Benjamin Van Hoorebeke Surfrider Foundation Europe Le “Initiatives Océanes” sono un programma di raccolta dei rifiuti su spiagge, laghi, fiumi e fondali marini presente in tutto il mondo. Queste iniziative di raccolta rifiuti sono organizzate da volontari con l’accompagnamento della Surfrider Foundation Europe e si pongono come obiettivo la risoluzione del problema legato ai rifiuti acquatici mediante l’educazione, la scienza partecipativa e attività di lobbying. 15 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR Il programma consente di: - incoraggiare le persone all’azione: Surfrider Foundation Europe accompagna i volontari permettendo loro di organizzare attività di raccolta in tutta autonomia, con una gamma di strumenti e un pizzico di pedagogia; - sensibilizzare il maggior numero possibile di persone: i partecipanti prendono coscienza degli impatti dell’inquinamento provocato dai rifiuti direttamente in situ; - spingersi fino all’origine del problema: informando Surfrider Foundation Europe sui rifiuti raccolti, i volontari contribuiscono alla ricerca sull’inquinamento e possono esercitare un’influenza sulla normativa. Ecco alcuni numeri delle “Initiatives Océanes”: - 22 anni di lotta; - 10.250 operazioni di raccolta dal 1996; - 40.000 partecipanti all’anno; - 40 paesi coinvolti. 5.2 Francia: programma pedagogico “J’Y Ma Mer” Didier Laurent Città di Antibes Promosso nel 2012 dal comune di Antibes e rivolto alle classi primarie (CM2 e CE2 della scuola della Fontonne), il programma educativo J'Y Ma Mer è volto a sensibilizzare i bambini sulla problematica dei macro-rifiuti marini. Partendo dalla semplice domanda “Cosa succede all’imballaggio di carta che butto nel tombino del giardino della ricreazione?”, gli studenti scopriranno l’impatto ambientale di questi rifiuti che si trovano sulle coste e, più in generale, capiranno la vulnerabilità dell’ambiente marino. Dopo questa fase di scoperta e di presa di coscienza della problematica, gli studenti hanno elaborato e realizzato strumenti educativi per sensibilizzare il pubblico sulla lotta contro l’inquinamento causato da macro-rifiuti, ovvero: - messaggi di allarme e di informazione apposti sulle placche e sui tombini di scolo con uno stencil (cfr. figura); - realizzazione di un film per spiegare il viaggio percorso da un rifiuto dal giardino della ricreazione al mare, e di un kit educativo rivolto alle classi primarie e ai centri estivi; - organizzazione di mostre presso lo Spazio Mare e Litorale. 5.3 Italia: l’approccio RRI (Ricerca e Innovazione Responsabile) come sostegno alle politiche di gestione rivolte al marine litter Francesca Ronchi Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) 16 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR A causa della sua natura interdisciplinare e transfrontaliera la gestione del marine litter richiede il coinvolgimento di diversi attori sociali: dai decisori politici ai ricercatori, dalle imprese agli operatori di settore, dalla società civile alle associazioni non governative. ²Ricerca e Innovazione Responsabile² (RRI) è un approccio che mira ad allineare la ricerca e l’innovazione tecnologica, così come le politiche che ne conseguono, con i valori, i bisogni e le aspettative dei cittadini europei. Due importanti pilastri di questo approccio sono l’educazione alle scienze e il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse. A questo scopo, ISPRA si è fatta promotrice di: una mostra itinerante sul marine litter PLASTICA(MENTE), l’attività di pesca dei rifiuti intrapresa dai pescatori a strascico del comune si Chioggia e un workshop partecipativo organizzato dal progetto europeo MARINA sulla tematica del marine litter. Queste iniziative possono creare interessanti risultati a supporto della gestione del marine litter. In particolare la modifica dei comportamenti personali a favore di un minor utilizzo di plastica nella vita quotidiana, l’effettiva rimozione dei rifiuti dal fondo del mare, una migliore comprensione delle politiche di gestione, lo scambio di conoscenze ed esperienze fra diversi attori coinvolti e la formulazione di piani d’azione condivisi. La piattaforma online del ²Progetto MARINA², costruita nell’ambito di un progetto europeo (www.marinaproject.eu) e liberamente esportabile in altri siti, può supportare questo approccio facilitando lo scambio di idee e la federazione di comunità attive nell’ambito marino. 5.4 Film del Ministero della Transizione Energetica e della Solidarietà “L’importante è non partecipare” Cliccare sul seguente link per vedere il video: https://www.youtube.com/watch?v=GA8lhWKYNrE 5.5 Dibattito con il pubblico Intervento n. 1: “È possibile, tramite il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, moltiplicare le operazioni presentate durante il convegno per coinvolgere i pescatori nella gestione dei rifiuti?” F. Ronchi: “In effetti, abbiamo già partecipato a un bando lanciato dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Inoltre avremmo bisogno di fondi supplementari per l’eliminazione dei rifiuti perché, con il coinvolgimento di più imbarcazioni, potremmo raccogliere una tonnellata di rifiuti al giorno. In questo momento l’attività è finanziata dalle imposte dei cittadini, la maggioranza dei quali non è cosciente di essere all’origine della produzione di rifiuti. Il Ministero italiano dell’ambiente ha preso coscienza dell’importanza di distribuire i costi dei rifiuti tra tutti i comuni presenti nel bacino idrografico, poiché non sono unicamente le città costiere a produrre i rifiuti che finiscono in mare. In ogni caso, è necessario procedere al lancio di nuove campagne di sensibilizzazione per informare i cittadini su questa problematica”. 17 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR 6. Conclusioni Il workshop ha federato quasi ottanta partecipanti provenienti dai tre paesi parte agli Accordi RAMOGE e Pelagos. Gli scambi tenuti nel corso di tale workshop hanno confermato l’importanza di riservare alcuni spazi di incontro agli utenti del mare, allo scopo di condividere le esperienze e ispirarne di nuove. Ne consegue, quindi, la necessità di realizzare azioni congiunte a diversi livelli (regolamentazione, monitoraggio, recupero, attività educative, sensibilizzazione, ecc.). Al convegno si è registrata una partecipazione limitata da parte dei comuni, che sottolinea la necessità di proseguire con le attività di sensibilizzazione di tutti i comuni presenti nei bacini idrografici su tale problematica. Nel corso del dibattito sono stati avanzati alcuni suggerimenti riportati nell’allegato 1 del presente resoconto. In base a tali suggerimenti, sarà costituito un gruppo di lavoro per redigere un elenco di proposte volte a ridurre i rifiuti marini. Il Segretariato permanente dell’Accordo Pelagos comunica che, a tali suggerimenti si aggiungeranno quelli derivanti dai futuri progetti selezionati nell’ambito del bando pubblicato dall’Accordo Pelagos, in particolare sui rifiuti di plastica (incluse le microplastiche e le reti fantasma) e l’inquinamento chimico e biologico di origine terrestre. La stampa (cfr. allegato 2) ha partecipato all’evento. 18 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR Allegato 1 – Suggerimenti proposti nel corso del workshop Prevenzione 1. Armonizzare le procedure di fabbricazione per standardizzare la plastica facilitando così il riciclaggio; 2. Vietare l’uso delle microsfere di plastica nei cosmetici; 3. Vietare l’uso dei piatti di plastica usa e getta e dei cotton fioc di plastica; 4. Incentivare gli strumenti di repressione contro chi abbandona i rifiuti in modo indiscriminato; 5. Coinvolgere tutti i comuni del bacino idrografico nelle attività di gestione dei rifiuti marini; 6. Promuovere un sistema di certificazione nazionale per i porti in base alle disposizioni previste dall’iniziativa “Ports Propres”; 7. Consolidare le conoscenze sui rifiuti marini incoraggiando il monitoraggio periodico dei rifiuti sulle coste. Recupero 8. Coinvolgere e incoraggiare i pescatori a partecipare alla raccolta dei rifiuti marini; 9. Coinvolgere i cittadini nel monitoraggio e nella localizzazione dei rifiuti abbandonati in modo indiscriminato; 10. Incentivare lo sviluppo di iniziative indirizzate alla cittadinanza per il recupero dei rifiuti. Sensibilizzazione 11. Estendere la campagna “Ecogestes” a tutti i paesi firmatari dei due Accordi; 12. Incoraggiare le iniziative educative rivolte agli studenti. 19 / 21
RAMOGE_Pelagos_Workshop_rifiuti_2017_SR Allegato 2 – Rassegna stampa Qualità di Nome Data Link media TV Monaco Info 14/09/2017 https://www.youtube.com/watch?v=gFlu0dy7D1I Stampa Nice matin 20/09/2017 Cfr. articolo alla pagina seguente http://www.montecarloin.net/ambiente- Rivista Montecarlo In 13/09/2017 scienze_2776059.html?iwNow=1484862852833 https://www.actu- Actu- environnement.com/ae/agenda/manif/colloque- 07/09/2017 environnement ramogepelagos-ensemble-pour-reduire-dechets-marin- 22618.php4 http://www.gouv.mc/Action-Gouvernementale/Monaco- Sito del a-l-International/Actualites/Les-Secretariats-des- governo 12/09/2017 Accords-intergouvernementaux-RAMOGE-et-Pelagos- Web principesco se-mobilisent-en-faveur-de-la-reduction-des-dechets- marins Monaco http://monacowealthmanagement.com/news/tag/pelagos- Wealth 12/09/2017 agreements/ Management Le Podcast http://www.podcastjournal.net/Actus-de-Monaco- 20/09/2017 Journal septembre-2017-2_a24535.html 20 / 21
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