World Trade Organization e Uruguay Round - SOS Studenti ...
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World Trade Organization e Uruguay Round 1
Il General Agreement on Tariffs and Trade meglio conosciuto come GATT, è un accordo internazionale, firmato il 30 ottobre 1947 a Ginevra, da 23 paesi, per stabilire le basi per un sistema multilaterale di relazioni commerciali con lo scopo di favorire la liberalizzazione del commercio mondiale. L’iniziativa era stata presa dal Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite che si proponeva, inizialmente, di realizzare un progetto ben più ambizioso: l'istituzione dell'Organizzazione internazionale per il commercio (International Trade Organization o ITO) come organizzazione permanente che regolasse il commercio mondiale, da affiancare a quelle nate dalla Conferenza di Bretton Woods ovvero Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. 2
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Il Wto • Il World Trade Organization o Wto, (in italiano Omc, Organizzazione Mondiale del Commercio) è l’organizzazione internazionale che detta le regole del commercio tra le nazioni • Lo scopo del Wto è fondamentalmente quello di liberalizzare il commercio, riducendo o eliminando tutte le barriere che ostacolano i flussi commerciali tra i paesi e quindi, secondo la teoria economica, riducono il benessere globale • Il Wto è nato il 1 gennaio 1995 a seguito dell’Uruguay Round • Il Wto raggruppa tre accordi multilaterali – GATT, Accordo Generale sulle Tariffe e sul Commercio • In vigore dal 1947 – GATS, Accordo Generale sul Commercio dei Servizi – TRIPS, Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale 4 'Accordo di Marrakech del 15 aprile 1994.
Come funziona il Wto? • In sede Wto – vengono decise le “regole” per liberalizzare il commercio internazionale – viene controllata la loro applicazione • Le decisioni sono prese non a maggioranza ma all’unanimità (consensus), secondo il meccanismo “un paese, un voto” • La presenza di un “organo per la soluzione delle dispute” consente di imporre sanzioni ai paesi inadempienti, rendendo quindi vincolanti le decisioni assunte – Quasi la metà delle dispute nel Wto riguarda il settore agricolo 5
Le funzioni del WTO L'OMC favorisce l'attuazione, l'amministrazione e il funzionamento del presente accordo e degli accordi commerciali multilaterali, ne persegue gli obiettivi e funge da quadro per l'attuazione, l'amministrazione e il funzionamento degli accordi commerciali plurilaterali. L'OMC fornisce un contesto nel cui ambito si possono svolgere negoziati tra i suoi membri per quanto riguarda le loro relazioni commerciali multilaterali nei settori contemplati dagli accordi riportati in allegato al presente accordo. L'OMC può inoltre fungere da ambito per ulteriori negoziati tra i suoi membri per quanto riguarda le loro relazioni commerciali multilaterali e da contesto per l'applicazione dei risultati di tali negoziati, secondo le modalità eventualmente decise da una Conferenza dei ministri. L'OMC amministra l'intesa sulle norme e sulle procedure che disciplinano la risoluzione delle controversie [...] 6
La struttura del Wto • L’organo decisionale del Wto è la Conferenza Ministeriale, che si riunisce almeno una volta ogni due anni, cui partecipano tutti i paesi membri. È l’autorità decisionale del Wto, e può prendere decisioni su ogni materia degli accordi commerciali • Dalla Conferenza Ministeriale dipende il Consiglio Generale, composto da rappresentanti dei paesi membri – Il Consiglio Generale funziona anche come Organo di Risoluzione delle Dispute ed Organo di Controllo della Politica Commerciale • Il Consiglio Generale è articolato in tre Consigli Specifici (GATT; GATS; TRIPS), a loro volta suddivisi in Comitati (come il Comitato Agricoltura) e Gruppi di lavoro 7
La struttura • Il Wto è dotato di un Segretariato, con a capo il Direttore Generale. – Attualmente la carica è rivestita dal brasiliano Roberto Azevêdo • L’attività del Wto si svolge attraverso cicli negoziali, i cosiddetti Round, così come avveniva per il GATT – Dillon Round (1960-1961): riconoscimento dell’UE – Kennedy Round (1964-1967): regole per i paesi in via di sviluppo (Pvs) – L’ultimo Round conclusosi con successo, come vedremo, è l’Uruguay Round (1986-1994) – Segue il Doha Round (2001-…) 8
La composizione del Wto • Il Wto è composto attualmente da 161 paesi membri, più 25 osservatori, che rappresentano il 97% del commercio mondiale • Oltre 2/3 sono paesi in via di sviluppo • Molto frequenti sono le alleanze tra vari Stati – Alcune sono determinate dalla presenza di unioni doganali (come l’Unione Europea) – Altre dal portare avanti interessi comuni • a livello generale (come i paesi in via di sviluppo) • legate ad interessi commerciali specifici (come il G-20 o il G-35) • Il grande numero di paesi membri rende molto complesso il procedere dei negoziati 9
Alcuni nuovi membri del Wto • La Cina è entrata a far parte del Wto nel 2001 • Il Vietnam è entrato a far parte del Wto nel dicembre 2006 (150esimo membro) • Capo Verde è il 152esimo membro del Wto (dicembre 2007) • La Russia è diventata membro nel 2011 • Afghanistan 29 July 2016 https://www.wto.int/english/thewto_e/whatis_e/tif_e/org6_e.ht m 10
I paesi membri del Wto In verde sono indicati i paesi membri del Wto, in blu gli osservatori In verde chiaro membri rappresentati dall’UE 11
I principi del Wto • Principio del commercio senza discriminazioni – Se uno Stato offre ad un altro paese un trattamento commerciale più favorevole, deve fare lo stesso con tutti gli altri paesi – Le concessioni effettuate da ciascuno Stato vengono dette “consolidate” ed inserite in un prospetto nazionale – Esse potranno essere modificate solo se verranno garantite compensazioni tali da ottenere il consenso di tutte le parti contraenti, e comunque dopo nuova negoziazione • Clausola del trattamento nazionale – Un paese non può discriminare tra prodotti e servizi nazionali ed esteri • Il Wto accorda preferenza alle tariffe come strumento di protezione commerciale, seppur ridotte attraverso le trattative, mentre non ritiene misure lecite le restrizioni quantitative alle importazioni, le misure paratariffarie, le misure che mantengono i prezzi artificialmente alti, l’imposizione di barriere tecniche o burocratiche... ma l’agricoltura fa eccezione! 12
Regole di base: tariffe consolidate Uniche forme di protezione ufficialmente riconosciute sono le tariffe che ciascun paese membro dichiara in sede WTO e sono dette “consolidate”, nel senso che non possono essere modificate (cioè aumentate) senza una forma di compensazione per gli altri paesi membri. • NO - proibizioni o restrizioni quantitative, • NO - aiuti pubblici che hanno l’effetto di favorire l’esportazione di prodotti ad un prezzo inferiore a quello normale di vendita nel paese di origine. .
Tariffe consolidate: eccezioni alla regola Eccezioni regolamentate in specifici allegati all’accordo (il paese deve sempre provare esistenza e danno): - azioni intraprese contro il dumping (vendita sleale a basso prezzo) dazi antidumping; - dazi “compensativi” speciali da contrapporre come equivalente di sussidi proibiti; - limitazioni commerciali di emergenza a “salvaguardia” (per eccezionali aumenti delle importazioni)
Possibilità di regolamentazioni nazionali (barriere tecniche) Articolo XX del vecchio GATT afferma: il diritto dei paesi ad applicare misure, anche in contrasto con le regole dell’Accordo, in un definito elenco di circostanze tra le quali la necessità di proteggere la vita e la salute di persone, animali e piante, a condizione che non vengano applicate in modo da costituire una arbitraria e non giustificata forma di discriminazione tra paesi nelle medesime condizioni o solo un modo di limitare agli scambi. Oggi sono regolamentate da Accordo TBT e Accordo SPS
Barriere tecniche Gli strumenti : norme tecniche (relative al prodotto, al processo), certificazione, dichiarazione informazioni (etichettatura obbligatoria e regole per quella volontaria); divieto di importazione (totale o parziale). • L’esistenza di una differenza tra le forme di regolamentazione adottate da singoli paesi costituisce un ostacolo agli scambi internazionali (barriera tecnica), in quanto impone agli esportatori costi addizionali per conformare il prodotto alle regole del singolo mercato e/o per sottoporsi ai sistemi di verifica e controllo. • Però, è possibile ricorrere a queste forme di regolamentazione non per tutelare interessi legittimi (correzione dei fallimenti del mercato), ma solo al fine di creare una barriera di carattere non tariffario per limitare le importazioni e proteggere i produttori nazionali.
Paesi in via di sviluppo Trattamento speciale e differenziato (TSD), rispetto alle norme contenute negli accordi. • Autorizzazione ai Paesi sviluppati a concedere trattamenti preferenziali ai PVS attraverso deroghe alla clausola della nazione più favorita. • Possibilità per i PVS di derogare al principio della reciprocità delle concessioni, a livelli compatibili con le loro esigenze di sviluppo. • Esenzione dal rispetto di alcune obbligazioni, in modo transitorio o permanente, • Dilazioni temporali nell’implementazione degli impegni, • Maggiore libertà nell’uso di politiche commerciali, in generale proibite • Assistenza e supporto tecnico per l’implementazione degli impegni. La possibilità di derogare alla clausola della nazione più favorita e l’affermazione del principio della non reciprocità sono la base legale del Sistema generalizzato delle preferenze con il quale i Paesi sviluppati hanno offerto, su base unilaterale e volontaria, riduzioni delle tariffe per i prodotti dei PVS. Numerosi accordi preferenziali sono stati siglati, soprattutto dall’UE e dagli USA, con gruppi di Paesi meno avanzati (PMA).
Gli accordi bilaterali e regionali nel Wto • Gli accordi regionali violano il principio di non discriminazione; tuttavia, sono ammessi e regolamentati dal Wto, in quanto, in generale, la loro presenza contribuisce ad aumentare la liberalizzazione a livello mondiale – Preferential Trade Agreements: garantiscono condizioni di accesso preferenziale unilaterale (non reciproco) • ad esempio, l’iniziativa Everything But Arms (o EBA; in italiano, Tutto tranne le armi), dall’Unione Europea verso i Paesi Meno Avanzati e il Sistema Generalizzato delle Preferenze per i Paesi in Via di Sviluppo – Free Trade Agreements: prevedono l’eliminazione di tutti gli ostacoli al commercio interni ad una certa area geografica • Nel Wto, è riconosciuta la possibilità di istituire unioni doganali tra le parti contraenti, a condizione di non rafforzare le restrizioni al commercio rispetto agli altri paesi; nel corso del Dillon Round (1960-1961) ciò consentì di legittimare la posizione dell’Unione Europea 18
Alcuni accordi bilaterali e regionali • Oggi gli accordi regionali o bilaterali di libero commercio sono diverse centinaia; alcuni esempi – ASEAN: Association of South-East Asian Nations (FTA ed altre forme di cooperazione tra 10 Paesi nel Sud Est asiatico) – NAFTA: North American Free Trade Agreement (USA, Canada, Messico) – MERCOSUR: Mercado Común del Sur (Brasile, Argentina, Paraguay, Uruguay) – COMESA: Common Market for Eastern and Southern Africa (accordo di libero commercio tra 20 Paesi) 19
Il meccanismo di risoluzione delle dispute • Una disputa si origina se uno o più Stati membri ritengono che altri abbiano intrapreso azioni contrarie agli obblighi assunti nei trattati • Il Wto dispone di un sistema per la risoluzione delle dispute molto efficace, che ne consente la risoluzione in tempi relativamente brevi (max 15 mesi) – Qualche esempio – CE - Argentina, Canada, USA: moratoria de facto sugli OGM – CE - Australia, Brasile, Tailandia: sussidi all’esportazione per lo zucchero – CE - Australia, USA: indicazioni geografiche 20
Le dispute più importanti in cui l’UE è stata coinvolta come “accusata” Regime di importazione UE delle banane [conclusa: l’UE ha perso; nuovo regime ] Proibizione di importazioni di carni bovine trattate con ormoni [conclusa: l’UE ha perso; sanzioni per125 milioni di dollari all’anno] Reg. 2081/92 (DOP e IGP) [avviato dagli Usa e, per ora, fermato ] 21
I principali Round negoziali post Uruguay Round • 1999: terza Conferenza Ministeriale dell'OMC a Seattle , la conferenza termina con un fallimento, in compenso le dimostrazioni di massa contro l'OMC e la globalizzazione ed i disordini a queste collegati calamitano l'attenzione mondiale sull'incontro. • 2001: la quarta Conferenza Ministeriale a Doha (Qatar) dà inizio alla serie di negoziati denominati Doha Round; viene emessa la Dichiarazione di Doha. Questi negoziati si sono conclusi quando i Ministri del Commercio di 160 Paesi membri del WTO nel dicembre 2013 hanno siglato a Bali in Indonesia uno storico accordo in relazione alla liberalizzazione del commercio internazionale. Questo accordo ha concluso la serie di negoziati, durati più di dieci anni, in cui i temi trattati, noti anche come Doha Development Agenda (DDA), sono stati molteplici: agricoltura, servizi, regole WTO, procedura per la soluzione delle controversie 22
Fallimento della Conferenza Ministeriale di Cancun nel 2003 • Il Doha Round della WTO ha una tappa decisiva nella Conferenza Ministeriale di Cancun (Messico) nel 2003. • I temi trattati riguardano le relazioni tra commercio internazionale, investimenti esteri e concorrenza, nonché la trasparenza delle norme nelle procedure di acquisto pubbliche e facilitazioni nelle operazioni di sdoganamento e rilascio delle merci negli scambi internazionali. • Nel corso della Conferenza emergono chiaramente i vari contrasti di natura politica ed economica: i Paesi in via di sviluppo non erano disposti ad accettare l’avvio di negoziati sui “Temi di Singapore” (investimenti esteri, politiche della concorrenza, trasparenza negli appalti pubblici, agevolazione del commercio); • Gli Usa non volevano mettere in discussione i sussidi ai propri produttori di cotone; sulle tematiche agricole si riprodusse puntuale il contrasto tra USA e Unione Europea da una parte e il gruppo del G-20 dall’altra; contestualmente sulle denominazioni di origine si definiva una netta contrapposizione tra Ue e Svizzera da una parte, Usa e Australia dall’altra; La Conferenza di Cancun si conclude con un nulla di fatto, sancendo la crisi del Doha Development Agenda (DDA) e dell’approccio multilaterale al tema del commercio mondiale. 23
Nel dicembre 2005 viene organizzata la sesta conferenza ministeriale del WTO ad Hong Kong con la quale si riaprono ufficialmente i negoziati sui temi discussi a Cancun e per rivitalizzare il Doha Round. L’appuntamento di Hong Kong consente di segnare nuovi passi in avanti nelle trattative e, soprattutto, di iniettare nuova fiducia nei meccanismi di funzionamento del WTO. Successivamente alla Conferenza di Hong Kong. i Rounds negoziali sono proseguiti a Ginevra, Potsdam fino ad arrivare all’accordo di Bali nel dicembre 2013.
L’accordo di Bali 2013 • L'accordo di Bali detto anche Pacchetto di Bali è un accordo su una serie di questioni destinate a semplificare gli scambi, consentire ai paesi in via di sviluppo più opzioni per garantire la sicurezza alimentare, incrementare il commercio e l'aiuto allo sviluppo dei paesi meno sviluppati adottato l'8 dicembre 2013, a Bali, in chiusura della nona conferenza ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC) • Approvato all'unanimità e firmato da 160 paesi è qualificato di "storico": è il primo accordo dalla creazione della stessa organizzazione avvenuta nel 1995. 25
La decima Conferenza Ministeriale del Wto si è tenuta a Nairobi, in Kenya, dal 15 al 19 dicembre 2015 Sul piano economico sono stati chiusi due accordi. • Sul piano economico sono stati chiusi due accordi. Il primo riguarda l'estensione dell'Information Technology Agreement (ITA), un’intesa plurilaterale settoriale tra 53 paesi, alla quale potranno però aderire tutti gli altri paesi membri del WTO (164 dopo l'accessione di Afghanistan e Liberia avvenuta a Nairobi). Saranno liberalizzati 201 prodotti, che rappresentano 1,3 trilioni di dollari all'anno di flussi commerciali, pari al 10% di tutto il commercio mondiale. • Il secondo accordo è invece multilaterale e ha coinvolto tutta la membership del WTO. Il pacchetto contiene misure su agricoltura e sviluppo. Il risultato economicamente più rilevante riguarda l'eliminazione dei sussidi e crediti all'export di prodotti agricoli, con un regime progressivo che favorisce i Paesi Meno Avanzati (PMA). 26
La conferenza di Nairobi • Ma gli esiti di Nairobi hanno una portata ancora più ampia perché sanciscono definitivamente la nascita di una nuova governance del commercio internazionale, articolata su tre livelli negoziali e su un pilastro istituzionale, il WTO, il cui ruolo si va ridefinendo. La conferenza di Nairobi conferma un cambiamento di approccio nei negoziati commerciali, privilegiando gli accordi parziali. 27
L’agricoltura e l’accordo WTO 28
Modelli di agricoltura e di politica economica per il settore (Paesi e periodi temporali) 1) Agricoltura dipendente (protetta e sussidiata perché poco competitiva) USA fino alla metà degli anni ’80, Unione Europea fino all’inizio degli anni ‘90 Giappone (si muove verso la 4), India 2) Agricoltura da sfruttare (per avere prezzi bassi per prodotti alimentari) la maggior parte dei PVS nel passato, da inizio anni ’80 molti si sono orientati verso modello 2 3) Agricoltura competitiva (esportazioni, interventi di stabilizzazione dei prezzi) Parte dell’agricoltura USA, Brasile, Messico, Australia…..Un obiettivo per la Cina 4) Agricoltura Multifunzionale (aiuti per esternalità positive e beni pubblici) Parte dell’agricoltura USA, Unione Europea oggi, Norvegia, Svizzera 5) Agricoltura orientata al consumatore: inserita nelle supply chain (guidate dalla Distribuzione moderna), equità nei rapporti contrattuali, elevati standard di qualità e sicurezza dei prodotti, benessere degli animali…. Unione Europea in parte oggi e nel futuro, California
Modelli agricoltura Politiche - Strumenti attivati Sostegno via mercato (prezzo interno più elevato) Dipendente Importatori: (tariffe, quote,prelievo variabile) Protezione Esportatori: (sussidi alle esportazioni) per i produttori Positiva Sostegno diretto al reddito Contributi diretti ai produttori Sostegno indiretto al reddito Sussidi alla produzione Da sfruttare Prezzo massimo interno Protezione Negativa Importatori: (sussidi alle importazioni) Esportatori: (tasse sulle esportazioni ; restrizioni)
Le politiche di protezione positiva hanno garantito un sostegno al settore utilizzando, in modo esclusivo o combinato tre tipi di interventi Sostegno via mercato consiste nel fissare un livello di prezzo interno più elevato rispetto a quello internazionale, garantendo in questo modo un ricavo maggiore per l’agricoltore. Il costo del sostegno al reddito degli agricoltori è a carico dei consumatori che pagano un prezzo più elevato per i prodotti. I sussidi all’esportazione a carico dello stato Sostegno diretto al reddito, si realizza attraverso il pagamento ai produttori di una somma ad integrazione del prezzo (prezzo interno = prezzo internazionale, quindi non richiede l’attivazione di strumenti di politica commerciale). Il costo è a carico dello stato. Sostegno indiretto comprende le diverse forme di sussidi alla produzione che hanno l’effetto di ridurre i costi. Il costo è a carico dello stato. E’ il tipo di politiche adottato dall’UE -Politica Agricola Comunitaria (Pac) - dalla costituzione del mercato comune fino alla metà degli anni ’90
Effetti distorsivi su mercati internazionali • Poiché determina un aumento della produzione interna, la riduzione della domanda di importazioni (paese importatore) o l’aumento delle quantità esportate (paese esportatore) effetto spingere i prezzi mondiali verso il basso. • Gli strumenti utilizzati - le quote, i prelievi variabili e le restituzioni alle esportazioni - in quanto non consentono aggiustamenti in termini di quantità scambiate accentuano instabilità dei prezzi internazionali,
Le politiche di protezione negativa Sono state adottate, soprattutto negli anni ’70, da molti PVS per: - ridurre i prezzi interni dei prodotti alimentari di base, per poter tenere bassi i salari e promuovere così l’industrializzazione - ottenere entrate fiscali semplici da riscuotere attraverso la tassazione delle esportazioni. Gli strumenti utilizzati: • un prezzo massimo interno • sussidi alle importazioni (pari alla differenza tra prezzo interno più basso del prezzo internazionale) • tasse e restrizioni quantitative alle esportazioni Effetto interno: minore produzione ed esportazione; maggiore domanda e importazioni. L’effetto sul mercato internazionale ( a causa di maggiori volumi di importazioni e/ o minori volumi di esportazioni) - spinta verso un aumento del prezzo.
L’agricoltura nel Wto • L’agricoltura fu inclusa esplicitamente nelle trattative soltanto a partire dall’Uruguay Round – Prima era stata oggetto di articoli specifici, soprattutto deroghe ed eccezioni ai divieti sia ai sussidi all’esportazione che alle restrizioni quantitative all’importazione – Già nel 1947 gli USA, prima di accettare il GATT, imposero di poter mantenere l’Agricoltural Adjustment Act; nel 1950 gli USA, ancora importatori netti di prodotti agricoli, ottennero altre importanti eccezioni riguardanti la possibilità di sovvenzionare le esportazioni e restringere le importazioni – Nel Dillon Round le negoziazioni ebbero per oggetto il riconoscimento della PAC, ovvero della tariffa esterna comune che avrebbe sostituito quelle in vigore nei singoli Stati appartenenti alla CEE, e dei meccanismi di protezione a carattere non tariffario (come i prelievi variabili all’importazione per i prodotti cerealicoli) 34
Perché un accordo per l’agricoltura durante l’Uruguay Round Protezione positiva e negativa hanno effetti opposti sui mercati internazionali: quindi prezzi abbastanza stabili. Quando fine anni 70’ la maggior parte dei paesi accordano protezione positiva i prezzi internazionali tendono a scendere. Di conseguenza protezione dei mercati sempre più elevata e spese a carico dello stato sempre più elevate….. Nell’UR trattativa agricola …..l’UR parte nel 1986…si chiude nel 1994 Si discutono e regolamentano di tre aspetti: • Accesso ai mercati (solo protezione tariffaria e sua riduzione) • Sussidi alle esportazioni (da regola GATT sarebbero proibiti) • Sostegno interno (problema: sussidi al reddito e alla produzione che stimolano l’offerta)
I negoziati agricoli sono disciplinati dall’articolo 20 dell’accordo sull’agricoltura • Ai sensi di detto articolo, i membri dell’OMC confermano che la riduzione del sostegno e della protezione agricoli costituisce un processo continuo da applicare in modo progressivo. • L’articolo 20, lettera d), precisa inoltre che i negoziati devono tenere conto delle considerazioni di natura non commerciale (quali la protezione dell’ambiente, la sicurezza alimentare, lo sviluppo rurale, il benessere degli animali, ecc.) nonché del trattamento speciale e differenziato riservato ai paesi in via di sviluppo (PVS). 36
Gli impegni per il settore agricolo • Il cosiddetto Accordo Agricolo dell’Uruguay Round (o AAUR) fissa gli impegni in materia di agricoltura in termini generali – Gli impegni specifici di ciascun paese sono descritti nei prospetti nazionali (le cosiddette schedules), parte integrante dell’Accordo, e devono essere messi in pratica tra il 1995 ed il 2000 • I paesi membri fissarono il 2000 come data d’inizio per un nuovo negoziato agricolo • Fu messo in atto il cosiddetto trattamento speciale e differenziato per i paesi in via di sviluppo, cioè impegni meno gravosi e diluiti in dieci anni invece che in sei, come per gli altri membri • Sostanzialmente nessun impegno fu previsto per i cosiddetti Paesi meno avanzati 37
L’Accordo Agricolo dell’Uruguay Round • L’Accordo Agricolo dell’Uruguay Round fissa impegni per i cosiddetti “tre pilastri” del sostegno agricolo – Accesso al mercato – Sussidi alle esportazioni – Sostegno interno • L’obiettivo è cercare di eliminare gli ostacoli al commercio internazionale, e quelle misure che “falsano” la concorrenza tra i Paesi • Vediamo ora in breve cosa riguardano i tre pilastri; ancora oggi, infatti, i negoziati agricoli seguono questo schema 38
Accesso al mercato • Riguarda la riduzione di dazi e tariffe doganali • Si decise di sostituire le cosiddette “misure non tariffarie” con le “tariffe di base equivalenti” – Misure non tariffarie: meccanismi che in qualche modo ostacolano le importazioni ma non sono tariffe, ad esempio restrizioni quantitative, barriere tecniche, prelievi variabili all’importazione… • Fu posto l’obbligo a non introdurre nuove barriere non tariffarie • Venne deciso di ridurre le tariffe secondo una “formula lineare” – La media semplice delle tariffe di base avrebbe dovuto ridursi del 36% (24% Pvs) nel periodo 1995-2001, e il livello di ogni tariffa di almeno il 15% (10% Pvs) 39
La “formula lineare” Riduzione Riduzione Riduzione Tariffa Obbligo di riduzione Tariffa 1 Tariffa 2 media media del 36% (in % sul prezzo del prodotto) Prodotto 1 Prodotto 2 0 72% 36% Senza obbligo di riduzione 80% 10% 80% 10% minima 80% 1.8% Con obbligo di riduzione minima 15% 57% 36% 80% 10% (15%) 80% 10% 68% 4.3% 40
Sussidi all’esportazione • Innanzi tutto bisogna notare che, in sede Wto, essi sono ammessi in agricoltura, a differenza di quanto accade per gli altri settori • Vengono considerati sussidi all’esportazione non soltanto i sussidi della Pac, ma anche i crediti agevolati all’esportazione (utilizzati dagli USA), i “falsi” aiuti alimentari, l’agevolazione delle imprese commerciali esportatrici di Stato (Nuova Zelanda, Canada, Australia) • Gli impegni relativi alla riduzione delle esportazioni sussidiate prevedono – la riduzione del 36% (24% per i Pvs) in sei anni della spesa complessiva in sussidi all’esportazione – la riduzione del 21% (14% per i Pvs), negli stessi anni, del volume delle esportazioni sussidiate 41
Sostegno interno • Potrebbe sembrare strano che il Wto si occupi anche della politica agricola “interna” dei Paesi membri… • In realtà, l’adozione di particolari misure di sostegno al settore potrebbe far aumentare le esportazioni e diminuire le importazioni del Paese, ostacolando quindi una genuina concorrenza a livello internazionale • Le misure di sostegno interno vengono suddivise nelle cosiddette “tre scatole”, che hanno un colore che corrisponde (più o meno..) a quelli di un semaforo 42
Il sistema delle tre “scatole” (1) • La scatola verde, per le politiche esenti dagli impegni di riduzione perché si ritiene che abbiano effetti distorsivi minimi o nulli sul mercato – Servizi generali a favore dell’agricoltura, finanziamento di programmi ambientali … – Pagamenti diretti ai produttori agricoli, purché soddisfino certi vincoli, ad esempio • i pagamenti non devono essere legati in nessun modo ai volumi, al tipo, ai prezzi della produzione e neanche e ai fattori della produzione • per ricevere i pagamenti non deve essere necessaria alcuna produzione, ecc. Greening della PAC 2014-2010 43
Il sistema delle tre “scatole” • La scatola blu, destinata a pagamenti basati su superfici e rese fisse (come i pagamenti della riforma MacSharry) • La scatola gialla, per le politiche distorsive degli scambi il cui uso, proibito dalle regole Wto, può essere mantenuto purché oggetto di progressiva riduzione (come prezzi minimi garantiti; integrazioni variabili di prezzo; sussidi legati alla quantità prodotta…) 44
La riduzione della scatola gialla • La riduzione del sostegno annuo relativo alle misure che rientrano nella scatola gialla è calcolata a partire dalla “Misura aggregata del sostegno” (Mas) – A partire dal valore base della Mas, relativo agli anni 1986-1988, deve aversi una riduzione del 20% (13,3% per i Pvs) 45
Come sono classificati i pagamenti disaccoppiati della Riforma Fischler? • A questo punto, la risposta è semplice: vanno a finire nella scatola verde – Uno dei maggiori meriti della Riforma è stato infatti “trasformare” le modalità di erogazione del sostegno agricolo, rendendole compatibili con gli obblighi internazionali – I pagamenti diretti, non essendo legati ai prezzi ed alla produzione, non influenzano (almeno in teoria…) direttamente la produzione agricola e quindi il commercio internazionale • Sarebbe però errato pensare che la scatola verde sia un contenitore “senza fondo”; già molti paesi in via di sviluppo hanno richiesto criteri più severi per la scatola verde, ed un suo ridimensionamento 46
Due importanti Accordi dell’Uruguay Round • L’accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie (o SPS) – Questo Accordo permette ai paesi di utilizzare standards e misure sanitarie e fitosanitarie per proteggere la vita e la salute dell’uomo, di piante ed animali, purché questi siano basati su principi scientifici e non discrimino in maniera ingiustificata tra i partners commerciali • L’accordo sulle barriere tecniche al commercio (TBT) – Questo Accordo riguarda gli standards tecnici, inclusa l’etichettatura; esso impone che i prodotti importati siano sottoposti allo stesso trattamento di quelli di origine nazionale, e che le regole tecniche non debbano costituire un ostacolo non necessario al commercio 47
Il nuovo negoziato agricolo nell’ambito del Doha Round Nella Doha Development Agenda. Per l’agricoltura: obiettivo di lungo periodo di stabilire un sistema di scambi commerciali corretto e orientato al mercato perseguire nei tre pilastri dell’Accordo dell’UR, i seguenti obiettivi: ampliare l’accesso ai mercati, ridurre, con l’obiettivo finale di eliminarli, i sussidi alle esportazioni, riduzione sostanziale del sostegno interno. Il TSD per i PVS dovrà essere elemento integrante di ogni parte dell’accordo agricolo, risultare effettivo e permettere ai PVS di far fronte alle loro necessità (sicurezza alimentare e sviluppo rurale).
• La conferenza ministeriale di Doha del 14 novembre 2001 ha messo a punto un nuovo programma negoziale globale. Nel dicembre 2015, a Nairobi, la 10a conferenza ministeriale dell'OMC ha adottato un primo pacchetto che pone fine alle sovvenzioni all'esportazione e migliora le norme a favore dei paesi meno sviluppati per rafforzare la loro partecipazione agli scambi internazionali. 49
La nona conferenza ministeriale svoltasi a Bali nel dicembre 2013 ha ripreso taluni temi agricoli per allestire accordi parziali. La decima conferenza ministeriale svoltasi dal 15 al 18 dicembre 2015 a Nairobi (Kenya) si è conclusa con un accordo sulla base del programma di lavoro stabilito a Bali. 50
Il pacchetto di Nairobi del 2015 • La conferenza ministeriale di Nairobi ha adottato quattro nuove decisioni concernenti l'agricoltura, riguardanti nello specifico: • La «concorrenza all'esportazione». Questa decisione comprende le sovvenzioni all'esportazione e altri tipi di strumenti di sostegno che potrebbero distorcere la concorrenza, vale a dire i crediti all'esportazione, la garanzia sui crediti all'esportazione e le altre forme di finanziamento, le imprese commerciali statali esportatrici e gli aiuti alimentari. • Per quanto riguarda le «sovvenzioni all'esportazione», i paesi sviluppati sono tenuti ad eliminarle immediatamente (ad eccezione di alcune sovvenzioni ai prodotti trasformati, rinviate fino al 2020). I paesi in via di sviluppo devono anch'essi eliminare qualsiasi tipo di sovvenzione all'esportazione entro la fine del 2023. • Per quanto riguarda i «crediti all'esportazione», la decisione afferma che il periodo di rimborso massimo dovrà essere di diciotto mesi per i paesi sviluppati e potrà raggiungere (a titolo provvisorio) i 36 mesi per i paesi in via di sviluppo. La decisione esorta inoltre i membri dell'OMC a fare tutto il possibile per garantire che gli eventuali poteri di monopolio nelle esportazioni di imprese commerciali statali non abbiano effetto distorsivo sul commercio. 51
Il pacchetto di Nairobi del 2015 e i PVS • Lo «stoccaggio pubblico a fini di sicurezza alimentare» nei paesi in via di sviluppo. In occasione della Conferenza ministeriale di Bali del 2013, i membri dell'OMC hanno convenuto di non contestare giuridicamente questi programmi a fini di sicurezza alimentare. Il nuovo testo proroga questa disposizione fino a quando non sarà trovata una soluzione definitiva; • Il «meccanismo di salvaguardia speciale per i paesi in via di sviluppo». I paesi esportatori di prodotti agricoli (come l'Australia, il Brasile o gli Stati Uniti) si sono sempre opposti all'aumento, anche temporaneo, dei dazi doganali, applicati dai paesi in via di sviluppo, in risposta a picchi improvvisi di importazioni o a diminuzioni di prezzo. La nuova decisione prevede che i paesi in parola avranno diritto a un meccanismo di salvaguardia speciale, basato su soglie di attivazione fondate sulle quantità importate e i prezzi. • Il pacchetto di Nairobi ha inoltre consentito di realizzare progressi notevoli su altri aspetti concernenti i paesi in via di sviluppo. Le norme di origine preferenziali per i paesi meno sviluppati sono state semplificate e la deroga attuale per i servizi di questi paesi è stata prorogata (fino al 31 dicembre 2030). 52
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