WORK spaces - Contract Network
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wo r k sp ace s | SUMMARY In copertina Gusto Headquarter, San Francisco Progetto studio Gensler WORK EDITORIALE 5 UN NUOVO HABITAT Snøhetta 74 TECNO TCLUB Tecno - Philips 122 spaces THINK TANK HEADQUARTER ZALANDO 80 WORKING SPACES 126 Studio Henn Pedrali L’UFFICIO CHE VERRÀ 6 Studio Kinzo THE EDGE 128 ALLEGATO A CONTRACT BOOK N. 5 FLUID SPACES 86 Axolight POST COVID 12 Dicembre 2020 Arte Charpentier Architectes DAL LAYOUT ALLA BRAND IDENTITY 14 MOVING COLOURS 130 HOME-LIKE OFFICE 90 Mara EDITOR-IN-CHIEF SPAZI (E RISORSE) IN EVOLUZIONE 20 Mode:lina Architekci Antonia Zanardini HEADQUARTER T&T 132 DESTINATION SWAP 94 Viganò EDITOR-AT-LARGE Estudio Elia Irastorza Lorenzo Noè MAKERS Athiè Wohnrath Associados UN VILLAGGIO CONTEMPORANEO 134 ART DIRECTOR Uniform ALFONSO FEMIA 22 Lisa Fumagalli L’UFFICIO COME MICRO-CITTÀ 98 JACOPO ACCIARO 30 CM Design SHOW OFF 136 COORDINAMENTO EDITORIALE Prodotti e soluzioni Roberto Negri BRAND STORYTELLING 102 TREND FOR. Design Planning DESIGN E TENDENZE Claudio Moltani WELL OFFICE BUILDING 36 UN OFFICE FANTASCIENTIFICO 106 PUBLIC LIBRARY O MICRO-CITTÀ? 38 Fnji Interior Design ARCHITETTURA E PROGETTI Francesca Tagliabue SPECTRIS CENTER 110 CORRISPONDENTI Studium Paola Camillo (New York) Francesca Comotti (Barcellona) PROJECTS SPACES MILANO 112 Raffaella Oliva (Berlino) Laboratorio Permanente Paola Vallatta (Parigi) HEADQUARTER SWATCH 44 Shigeru Ban SEXY & JOYFUL 114 REDAZIONE E COORDINAMENTO Masquespacio Roberta Bonanno direzione@contractnetwork.it OFFICE 2.0 52 EDITORE OMA Rem Koolhaas COUNTRY OFFICE 116 Contract Network srl Studio Piet Boon Piazza Amendola 3 - Milano NEUEHOUSE 58 David Rockwell DESIGN & BRAND contractnetwork.it DIAMOND MEETING SPACE 68 THE SOUND OF SILENCE 118 Evolution Design Focus Acustica 2 WORK spaces
w o r k s p a c e s | EDITORIAL OFFICE FUTURE LAB Si è svolta a ottobre, a Roma, la nona edizione del Coima Real Estate Forum, evento annuale dedicato ad analizzare e approfondire i trend del mercato immobiliare italiano. Evento durante il quale Coima ha pre- sentato il rapporto “Il futuro degli uffici” da cui è emerso con chiarezza che il lavoro remoto diventerà una componente più strutturale dell’or- ganizzazione aziendale, anche se con gradi diversi a seconda dei set- tori. Un possibile scenario di medio termine potrebbe infatti vedere l’a- dozione del lavoro remoto in Italia crescere dall’attuale 5% al 30-40%, ovvero una percentuale doppia rispetto alla media europea del 17% e in linea con l’attuale livello dei Paesi nordici. Un dato sorprendente, che si prevede avrà un forte impatto sugli spazi a uso ufficio. Coima stima che un’ipotetica azienda - che non adottava il lavoro remoto pre-Covid - potrebbe ridurre il proprio fabbisogno di spazi a uso ufficio del 5-10% attraverso un’adozione medio-bassa del lavoro remoto o del 10-30% at- traverso un’adozione elevata. Il rapporto evidenzia anche che, per favo- rire un maggior grado di collaborazione tra i dipendenti, lo spazio uffici destinato alle aree comuni potrebbe aumentare dall'attuale 40% al 50- 60% circa. Dati che, in sintesi, confermano come il progetto di nuovi e diversi workspace sarà centrale e strategico per il prossimo futuro. E lo sarà per tutti, real estate, aziende e progettisti. Anche noi ne sia- mo profondamente convinti, al punto che, in corso d’opera, abbiamo deciso di dare vita a WorkSpaces, un magazine-supplemento che nel 2021 sarà semestrale e allegato a Contract Book. Per informarsi e ri- flettere sui luoghi nei quali, a breve, penseremo, ci confronteremo e daremo forma a nuovi spazi, prodotti e idee. Antonia Zanardini 4 WORK spaces
workspaces | T H I N K TA N K The Honest Company, progetto Rapt Studio In apertura, l'Innovation Powerhouse di Eindhoven disegnato da Atelier Van Berlo L’UFFICIO CHE VERRÀ SARÀ BELLO, APERTO, FLESSIBILE E TECNOLOGICO, E IN GRADO DI DIALOGARE CON LA CITTÀ E IL TERRITORIO. CONTENITORE DI NETWORK E RELAZIONI, HUB DI IDEE E CREATIVITÀ. DISEGNATO IN SINTONIA CON I BISOGNI, LE ESPERIENZE E LE EMOZIONI DELLE PERSONE txt Roberto Negri “D isruption” è il termine che la lingua inglese uti- li ospitano. Acceleratore, più che artefice, perché al di là delle lizza per descrivere rapidi cambiamenti di para- misure di sicurezza recentemente adottate, altre dinamiche e digma che portano a un generale ripensamento fenomeni sono già da tempo in atto. delle modalità di lettura e interpretazione della realtà che ci L’evoluzione delle forme del lavoro contemporaneo, in particolare circonda. Una profonda trasformazione, a volte fluida e a vol- quelle dei cosiddetti “knowledge workers”, già da alcuni anni ha te traumatica, ma sempre rivoluzionaria. E l’attuale emergenza infatti innescato una progressiva ridefinizione dell’identità degli sanitaria è certamente uno straordinario acceleratore del cam- ambienti office come contenitori di relazioni e acceleratori di idee biamento di stili di vita e di lavoro, così come degli ambienti che e innovazione supportati da servizi e facility, concepiti all’insegna 6 WORK spaces
Headquarter Gusto a San Francisco, progetto Studio Gensler. Pagina a fianco, Fitler Club Philadelphia, progetto M-RAD Architecture della trasversalità e dell’ibridazione e perciò sempre più lontani potenzialità. Un approccio che oggi parte dall’enorme potenziale ro, maggiore autonomia organizzativa e minore impatto sull’am- cando un’ulteriore tendenza: l’allontanamento dal tradizionale dalla rigidità distributiva e funzionale dell’ufficio tradizionale. E, di relazioni fra workspace e ambito urbano, il cui confine si fa biente urbano dovuto alla riduzione dei trasferimenti. Accanto headquarter a favore di uffici di prossimità di minori dimensioni, a una scala superiore, inseriti in un ambito urbano non più con- sempre più sfumato, e rappresenta una straordinaria occasione alle ricadute positive tutto ciò ha tuttavia fatto emergere con decentrati ma strategicamente localizzati per consentire un ra- cettualmente e fisicamente separato, ma al contrario affluente di per (ri)costruire un legame con la comunità trovando nuovi signi- evidenza il tema, altrettanto cruciale, della necessità di mantene- pido accesso alla sede centrale. La sede diviene così un hub in una fitta e vitale rete di relazioni. Una trasformazione alla quale ficati e funzioni per un patrimonio immobiliare il cui tasso di occu- re il tessuto di relazioni personali e professionali dell’ambiente di cui ospitare meeting periodici e momenti di lavoro collaborativo, architettura e interior design stanno fornendo un importante con- pazione è destinato a un profondo mutamento. lavoro, che le piattaforme informatiche hanno in questo periodo i cui spazi non utilizzati possono essere rifunzionalizzati per sod- tributo. Gli obiettivi sono chiari: generare spazi più accoglienti, In questa ottica, il piano terra dell’edificio si apre all’esterno e surrogato ma che non può prescindere dalle interazioni umane. disfare una nuova domanda di servizi e attività, sia interne sia in grado di ospitare più servizi e tecnologie ma anche più qualità ospita spazi dedicati al coworking, a iniziative culturali o a eventi, Significative, in questo senso, le statistiche emerse dalle nume- del contesto urbano circostante (coworking, strutture benessere, estetica, migliorare il benessere mentale ed emotivo degli utilizza- secondo una visione in cui l’office building non è più slegato dal rose indagini condotte in questi mesi, dalle quali emerge che le auditorium, spazi per eventi). tori, stimolare la creatività e il lavoro di squadra. Anche grazie a contesto ma struttura socialmente integrata, in grado di offrire relazioni restano insostituibili, non solo per il benessere emotivo un dialogo più stretto con il tessuto sociale che li circonda. un contributo importante alla comunità. Ma anche una risposta e psicologico ma anche per le performance aziendali. In questa Workplace e team working all’esigenza di reimmaginare il ruolo dell’edificio per uffici che nel ottica, la progettazione in ambito office si orienta verso una com- Fino a un recente passato, a questo approccio si contrapponeva Dall’ufficio alla città prossimo futuro, con l’espansione sempre più accelerata di moda- plessa sintesi: bilanciare i vantaggi dello smart working con quelli una concezione guidata dalla necessità di massimizzare l’utilizzo Una delle lezioni che questa particolare fase storica ci sta im- lità di lavoro remote e distribuite, dovrà necessariamente trovare offerti dal lavoro in presenza. delle superfici e il numero delle postazioni di lavoro, con un pro- partendo è la riscoperta del valore della socialità. La dimensione nuovi significati e funzioni. Un orientamento di per sé non nuovo, poiché la crescente dif- gressivo abbassamento del rapporto spazio/scrivania. Tendenza umana, e in particolare la relazione tra uomo e spazio architetto- Gli ultimi mesi hanno indotto le aziende a imprimere un’ulteriore fusione di modalità di lavoro ibride già da tempo ha generato che si accompagnava a una rigida separazione dagli ambienti nico, è sempre più al centro di un approccio alla progettazione in accelerazione al ripensamento strategico dell’ufficio tradizionale, nuovi spazi activity-based, supportati da un utilizzo esteso della dedicati al team working e ai servizi. Ripensare il workspace in sintonia con i bisogni e le attese delle persone, la loro dimensione dai suoi spazi fisici ai protocolli di controllo, dalla gestione delle tecnologia e svincolati dalla postazione di lavoro fissa. Spazi in un’ottica orientata alla collaborazione e alle interazioni significa emotiva, capace di impattare positivamente sulle attività e sulle risorse umane alla cultura organizzativa che lo governa. Inoltre, cui comfort e benessere sono perseguiti anche attraverso la ri- al contrario abbracciare un concetto totalmente nuovo, che vede esperienze che queste vivono all’interno degli spazi che li accolgo- lo smart working indotto dalla pandemia ha manifestato evidenti cerca di una maggiore qualità estetica e di soluzioni proprie degli gli spazi fisici dell’ufficio come elemento strategico di una rete di no e di creare le condizioni più favorevoli all’espressione delle loro vantaggi in termini di migliore equilibrio fra lavoro e tempo libe- spazi abitativi e dell’ospitalità. A questo fenomeno si sta affian- supporto organica per una forza lavoro distribuita. Quindi, la sin- 8 WORK spaces
In questa pagina, Uffici a Chicago, progetto Alvisi Kirimoto Pagina a fianco, la nuova sede di Jerde, progetto Rapt Studio gola postazione di lavoro non è più centrale e trainante, e la pia- nificazione distributiva degli spazi diventa molto più granulare. Il puro criterio numerico di occupazione viene affiancato, se non interamente sostituito, da un approccio che privilegia forme lavo- ro svincolate dalla presenza fisica, che può invece essere perio- dicamente programmata come momento di confronto e verifica. Tutto ciò modifica radicalmente l’impostazione distributiva, che deve implementare gli spazi di circolazione e di servizio e ridurre la superficie dedicata alle postazioni di lavoro (secondo recenti studi fino al 30% in meno). Un’importante de-densificazione degli spazi che nell’immediato risponde alle esigenze di sicurezza sa- nitaria, ma che in prospettiva lascia spazio alla progettazione di ambienti di qualità superiore, in grado di migliorare l’esperienza degli utenti, la loro creatività e le loro performance. Uffici ad assetto variabile Riorientare il workspace in un’ottica aderente ai nuovi modelli di lavoro, al collaborative working e al benessere degli utilizzatori significa anche creare ambienti rapidamente riconfigurabili, con una separazione flessibile tra postazioni individuali e ambienti condivisi. In questa transizione dell’ufficio da puro spazio fisico ad ambito di relazione, le singole workstation mantengono un ruolo importante, pur se probabilmente ridotte nel numero e non tutte assegnate in permanenza a un unico utilizzatore e riarti- colate in minihub dedicati a specifici gruppi di lavoro. E anche ridisegnate per interpretare esigenze e aspettative individuali. I sistemi di illuminazione possono essere calibrati e impostati in funzione delle abitudini del suo utilizzatore. Arredi, scrivanie e se- dute possono variare in altezza, forma e materiale, non solo per motivazioni legate al comfort ma anche per restituire alla per- sona il controllo del suo spazio di lavoro. Mentre soluzioni per il distanziamento e la sicurezza individuale possono essere perso- nalizzate per adeguarsi alle preferenze del singolo, generando una sensazione di maggiore sicurezza. Alla scala dell’edificio questo nuovo approccio necessita, in prospettiva, anche di immobili più intelligenti, in cui la tecnolo- gia crea ambienti di lavoro in linea con le esigenze psicologiche, emotive e funzionali dei suoi occupanti. L’edificio, ad esempio, può rilevare in tempo reale la qualità dell’aria interna ed ester- na, mappare e indicare gli spazi di lavoro disponibili. E ancora, definire percorsi sicuri da un’area all’altra tramite display in- terattivi o monitorare l’occupazione e l’accessibilità di aree di servizio come bagni, aree ristorazione e spazi dedicati al relax e alla socialità. Stiamo insomma assistendo a un’accelerazione di processi tra- sformativi già in atto, di cui oggi emergono con chiarezza van- taggi e criticità. L’evoluzione del lavoro verso forme sempre meno legate alla presenza quotidiana in ufficio è destinata a prosegui- re, senza tuttavia sostituire integralmente il lavoro in presenza, che rimane indispensabile promotore e veicolo di idee, creatività e relazioni. Accompagnare questa transizione significa permette- re a una forza lavoro sempre più smart di scegliere con flessibilità come e dove svolgere le proprie attività. Mettendo a sua disposi- zione uffici più aperti, flessibili e tecnologici, capaci di ospitare sia attività individuali che di team working. Al design il compito di renderli anche più confortevoli e belli. |end 10
w o r k s p a c e s | T H I N K TA N K L a Worksphere è stata colpita da un meteorite che ne ha modificato forme ed equilibri. Quando il meteorite sarà passato, bisognerà capire quale nuova posizione, dimen- sione e ruolo prenderanno questi elementi, in un mondo che non sarà più quello di prima. Fino a ieri, infatti, gli spazi di lavoro all’a- vanguardia e adatti alla introduzione dello Smart Working erano quelli basati sul concetto di Activity-Based-Working, cioè la pre- visione di aree di lavoro open e di aree di supporto dedicate allo svolgimento di diverse attività. Il concetto alla base era quello di mettere i lavoratori nelle condizioni di scegliere il luogo più adatto a svolgere il task o l’attività in cui erano impegnati. Il workplace era cruciale come perno in cui ospitare le attività di collaborazione, socializzazione, creatività/innovazione e diffusione della cultura aziendale. La parte fisica e virtuale erano entrambe presenti, ma ancora con una netta predominanza della componente fisica in un rapporto 80/20 rispetto a quella digitale. C’era una grande poten- zialità della seconda a crescere, ma senza che ci fosse una diffusa e reale volontà delle aziende a operare in questo senso. Da un giorno all’altro, la diffusione del Covid-19 ci ha catapultato in un modo di lavorare completamente diverso in cui tutti quelli che lo possono fare lavorano in remoto. Le aziende si sono attrezzate - La connessione digitale: sarà un elemento imprescindibile per per dotare i loro lavoratori di computer, connessioni di rete e VPN la continuità del business. così da consentire al maggior numero possibile di persone di con- In questa fase, possiamo aspettarci che solo chi avrà necessità si tinuare a lavorare dalle loro case. Una ricerca BVA Doxa afferma recherà in ufficio. Il rapporto tra fisico e digitale sarà ancora a favo- che in in questo periodo il 73% delle aziende italiane ha introdotto re del secondo in un rapporto 30/70. Ma dobbiamo interrogarci su politiche di lavoro agile in maniera “massiva”, ovvero applicato al cosa accadrà nel lungo periodo. Gli obiettivi delle aziende saranno maggior numero di persone. gli stessi: funzionare con efficacia ed efficienza, innovare ed evolve- La Worksphere di questo periodo è però fortemente sbilancia- re per mantenere il vantaggio competitivo, avere una forza lavoro ta: lavorando da casa non si tratta di Smart Working, ma di Co- con forte senso di appartenenza all’azienda, ingaggiata e motivata. vid-working. Nel lavoro forzato da remoto, non c’è nulla che ricordi Quello che cambierà sarà come questi obiettivi saranno raggiunti. la “possibilità di scegliere il luogo e la situazione più congeniali allo Quale sarà la Worksphere ideale? Quali elementi la compongono svolgimento di una attività”. Il rapporto fisico digitale si è spostato e come sono in relazione? Come capitalizzare le esperienze fatte a favore del digitale e il workplace aziendale si è completamente in questo periodo? La nuova Worksphere dovrà essere divisa equa- svuotato, mentre le abitazioni si sono rivelate spesso inadatte al mente tra lavoro remoto e in ufficio? Il workplace dovrà diventare loro nuovo ruolo. Tuttavia, questa situazione, per quanto non otti- uno spazio flagship dedicato alla relazione con i clienti? O biso- male, ha fatto fare degli importanti passi avanti: sempre secondo gnerà avere a disposizione configurazioni spaziali meno definite e la ricerca BVA Doxa, per due aziende su cinque i cambiamenti orga- più versatili, più simili a spazi eventi e meno a uffici come li cono- nizzativi introdotti in questo periodo saranno continuativi anche a sciamo? Ci saranno team che potranno lavorare sempre in remoto? emergenza finita. Alla luce di questa esperienza presente, cerchia- Come si tiene coesa e ingaggiata una forza lavoro che non si incon- mo quindi di capire cosa fare “domani”. tra fisicamente? Definire la visione con l’aiuto di partner qualificati, alimentare il dibattito e la creazione di soluzioni è qualcosa che le Una visione del futuro aziende devono iniziare a fare subito, utilizzando il “futuro prossimo” Occorre distinguere tra la fase attuale e una visione per il fu- come un laboratorio per sperimentare soluzioni e innovazioni. |end turo. La Worksphere vedrà la prevalenza di due luoghi: le abita- zioni e lo spazio ufficio, che tornerà a popolarsi, ma con regole nuove. Sarà qui che le aziende dovranno fare “hacking” dello spazio di lavoro: adattare ciò che esiste alle mutate esigenze e necessità. Sei i pillar di questo ripensamento e adattamento degli spazi esistenti: - Definire le priorità: analizzare il business e l’operatività per capire quali team abbiano assoluta necessità di occupare lo spazio ufficio e per svolgere quali attività. POST COVID - Definire i flussi: una volta identificate chi e quante persone devono tornare in ufficio, capire secondo quali turni, orari e modalità di accesso. - Adattare gli spazi alle attività: in base a ciò che le persone dovranno fare, gli spazi esistenti dovranno essere riadattati. LA DIVISIONE WORKSPHERE DI STUDIO IL PRISMA RIFLETTE SUL FUTURO - Ridefinire le norme igieniche e di sicurezza DEGLI SPAZI OFFICE. PERCHÉ QUELLO CHE LA PANDEMIA HA CAMBIATO - Environmental branding, internal communication e segna- letica: saranno elementi fondamentali per guidare i flussi, co- SONO SOPRATTUTTO GLI EQUILIBRI DI QUESTO COMPLESSO ECOSISTEMA municare i comportamenti richiesti, aiutare le persone a fare a cura della redazione proprie nuove abitudini igieniche e di interazione. 12 WORK spaces
w o r k s p a c e s | T H I N K TA N K L' office design è una disciplina complessa cui concorrono dello studio milanese Il Prisma. Laureata in management alla aspetti funzionali, formali e distributivi, ma anche legati Bocconi, una carriera internazionale nel brand consulting, una alla sfera emozionale e alla comunicazione in quanto formazione in interior design allo IED, Ottavia Pelloni e la business DAL LAYOUT veicolo della brand identity. In questa ottica lo spazio fisico unit Worksphere di Il Prisma applicano il pensiero strategico e dell’ufficio deve essere in grado di trasmettere i valori e la visione le competenze di management e branding nella progettazione dell’azienda, saper creare engagement e condivisione di obiettivi, di luoghi di lavoro innovativi. Il nostro incontro ci ha offerto una costruire e valorizzare il legame identitario che unisce le persone, prospettiva su un profilo professionale ben radicato a livello ALLA BRAND IDENTITY la società e l’ambiente. La parola chiave di questa complessa internazionale e che nel nostro paese, complice una sempre più sinergia di obiettivi è multidisciplinarietà. Le competenze rapida evoluzione del concetto di spazio ufficio, ha oggi ampi chiamate in causa non si limitano infatti alla sfera del design e orizzonti di espansione. della progettazione ma coinvolgono anche nuove expertise che Cambia lo spazio ufficio, cambiano le esigenze connesse e spaziano dal management al brand consulting, dal marketing se ne aggiungono di nuove: qual è il contributo di Il Prisma MULTIDISCIPLINARIETÀ E SINTESI DI COMPETENZE. È QUESTO L’IDENTIKIT DELL’OFFICE STRATEGIST, alla consumer behaviour. Serve quindi una figura di sintesi, in alla trasformazione in atto? FIGURA PROFESSIONALE DI RACCORDO FRA COMMITTENZA E PROGETTAZIONE, MA ANCHE INTERPRETE grado di interpretare le esigenze e le aspettative delle aziende Seguiamo le evoluzioni del settore per anticiparne le dinamiche DI UNA NUOVA CONCEZIONE DELLO SPAZIO UFFICIO COME VEICOLO DI IMMAGINE, VALORI, IDENTITÀ. finalizzandole al progetto di design. Oggi questa figura esiste ed future e immaginare e concretizzare ambienti che siano sempre è l’Office Strategist, professionista dalle competenze trasversali più adatti alle nuove esigenze. Stabiliamo connessioni strategiche NE PARLIAMO CON OTTAVIA PELLONI DELLO STUDIO IL PRISMA che spaziano dall’architettura al design, dalla psicologia al fra progetti e obiettivi per potenziare l’identità aziendale e con- txt Claudio Moltani marketing. Ed è proprio questo l’identikit di Ottavia Pelloni densarli in spazi adatti ai vari team, ai collaboratori ma anche a La nuova sede di Volkswagen Financial Services a Milano progettata dallo studio Il Prisma 14 WORK spaces
L'headquarter di Bain & Company in Piazza Cordusio a Milano. Progetto Il Prisma fornitori, partner e ospiti. La nostra business unit è formata da figure il progetto dello spazio. Ci viene chiesto molto spesso di intervenire Sicuramente stiamo assistendo al consolidamento di un trend che Parli di contesti ibridi, un concetto che trovo ancora difficil- che provengono da diverse professionalità e questo aiuta a capire per facilitare la comunicazione interna dell’azienda e delle sue varie ha come protagonista la smaterializzazione del legame tra lavoro e mente applicabile in molte aziende. Trovi che la situazione stia meglio come lavora l’azienda che si rivolge a noi, la sua mission, ramificazioni, come anche di implementare e trasferire negli spazi spazio fisico dell’ufficio tradizionale a favore della sua distribuzione effettivamente cambiando? la sua visione e le sue esigenze. Noi interveniamo soprattutto nella nuovi modelli e flussi collaborativi, in cui i cluster di postazioni non in contesti che vanno dall’abitazione agli spazi di coworking. È un I paradigmi classici della progettazione degli spazi ufficio stanno fase iniziale, quella di definizione delle esigenze del brand. Esigenze siano chiusi in se stessi ma in continua relazione reciproca. Da qui momento certamente particolare, emergenziale, e l’accelerazione di vivendo una profonda trasformazione. Prima si progettava lo spazio che spesso sono inespresse, nascoste dietro una sorta di “lista della l’importanza di ambienti aperti agli incontri, non solo di lavoro ma alcune dinamiche va letta anche in questa luce, ma è sicuramente fisico, l’ufficio, e poi al suo interno si implementava la parte digitale. spesa” che snocciola quante sedie, quanti tavoli, quanti punti luce anche informali, come una sala break. un trend che si va consolidando e che continuerà ancora. In questa Ora tutto questo va profondamente ripensato. Basti pensare alla e così via. Noi iniziamo con il dire che lo spazio lavoro non è una Il Prisma era presente ad All Around Work, la manifestazione cornice, la nostra business unit Worksphere sviluppa spazi di lavoro gestione delle riunioni miste, con una quota di persone presenti in situazione fissa e immutabile, ma al contrario attiva per sua natu- che ha fatto il punto sull’evoluzione del mondo office. Emerge- dove le persone possono lavorare in condizioni psicologiche ed emo- azienda e un’altra connessa da remoto. È una situazione che spes- ra diversi comportamenti e modalità di relazione. Su questa base si va, da quel contesto, la necessità di ampliare le proposte, le tive ottimali, capaci di creare brand engagement, in un contesto so si rivela difficile da gestire. Il successo di una riunione in modalità passa alla fase operativa, quella da cui scaturisce concretamente tecnologie, i prodotti destinati ai workspace… sempre più ibrido dove presenza fisica e digitale si compenetrano. mista dipende in parte dal layout degli spazi, e il vecchio concetto di 16 WORK spaces
ufficio non aiuta di certo: la sala è quella classica, un grande ta- Spazi dove anche l’estetica ha un ruolo fondamentale… te emozioni e piacevoli sorprese. E il tema dell’esperienza diventerà Tra gli ultimi progetti office di Il Prisma volo circondato da sedie, uno schermo, un microfono direzionale. Certo, il tema estetico è importante quanto la funzionalità degli spa- sempre più centrale nell’organizzazione del lavoro. anche il nuovo Headquarter Sorgenia a Milano L’abitudine a questo tipo di meeting non è ancora radicata, le zi, l’ergonomia dei prodotti, l’illuminazione. Sono legati, strettamen- Lavoro di prossimità, lavoro diffuso, smart e home working persone collegate in remoto spesso vengono come dimenticate, te interconnessi fra loro, e noi lavoriamo sull’intera filiera di questi stanno mettendo in secondo piano il ruolo dell’ufficio? sono una presenza lontana, e il microfono direzionale le taglia aspetti come componenti della progettazione. L’obiettivo è quello di Trovo sia ancora molto importante che un’azienda abbia un suo fuori dal vivo della discussione. Dobbiamo invece introdurre e in- offrire un’esperienza funzionale ed emozionale, che sappia coinvol- centro di gravità identitario, un luogo che sappia raccontare e tra- segnare nuove modalità. Gli strumenti già esistono, ad esempio gere tutti e impronti tutti gli spazi di lavoro. È fondamentale saper sferire l’immagine del brand e i valori aziendali. L’ufficio diventerà un microfono ambientale in grado di includere tutti i partecipan- intervenire sui colori, sulla luce, sulla tattilità dei materiali. Stiamo sempre più un luogo di condivisione, di training e coaching, dove ti, grandi schermi ad arco che offrono maggiore compartecipa- anche assistendo a una crescente diffusione di materiali intrinse- si lavorerà in team hub e non dai singoli desk. E anche il manager zione, anche visiva, e sale riunioni dove tutti possono guardare camente salubri come il rame, l’ottone, l’acciaio, facili da pulire e uscirà dal suo ufficio d’angolo, con vista meravigliosa, per entrare comodamente lo schermo. igienizzare. Ricordiamoci che un buon ambiente di lavoro trasmet- in questa dinamica di condivisione. |end 18 WORK spaces
w o r k s p a c e s | T H I N K TA N K SPAZI (E RISORSE) In apertura e sopra, Headquarter Gusto a San Francisco, progetto Studio Gensler IN EVOLUZIONE A fianco, due progetti dello studio Il Prisma: la sede Bacardi a Milano e gli uffici Linkedin a Parigi concentrazione e desiderino avere più privacy. Probabilmente scenza delle persone tra loro, la coesione dei team e il senso rimane però ancora vero che il non avere delle barriere fisiche d’appartenenza a uno stesso gruppo. Probabilmente andremo OPEN SPACE, SMART WORKING E NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI. IL DESIGN RIDEFINISCE possa rendere più semplice parlarsi, vedersi, scambiarsi idee verso un modello ibrido, fatto di tempi di lavoro in ufficio e tempi IL LAYOUT, MA QUAL È L’OPINIONE - E LA VISIONE - DI CHI SI OCCUPA DI MANAGEMENT e dividersi i compiti. Probabilmente si dovrà trovare il giusto di lavoro svolti da remoto. E DIREZIONE DELLE RISORSE? LO ABBIAMO CHIESTO A PAOLO IACCI, PRESIDENTE compromesso, dividendo i dipartimenti che svolgono mansioni A questo proposito, le recenti necessità di contenimento simili, destinando uffici privati a chi per lavoro telefona tutto il della pandemia hanno evidenziato l’importanza di ripen- DI AIDP PROMOTION, SOCIETÀ DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA DIREZIONE DEL PERSONALE giorno per evitare di distrarre il team creativo che invece può sare gli spostamenti urbani. Il modello della fifteen-minute txt Lorenzo Noè riunirsi in un’aerea comune dove potersi confrontare e sviluppa- city presume la vicinanza fra residenze e luoghi di lavoro. re idee. Io credo che dovremo passare da uffici open-space a È un modello che ritieni praticabile? uffici cosiddetti “semi-open space”. Già in questi mesi stiamo notando che le imprese contrarie G li spazi di lavoro si stanno trasformando per rispondere alle fa, nel 2015, con i più grandi uffici open space del mondo, rea- Gli ambienti domestici e gli spazi di lavoro si stanno ibri- allo smart working fanno maggiore fatica a reclutare le risorse, esigenze di una mutata organizzazione. L’interior design lizzati per Facebook in soli 18 mesi da Frank Gehry a Palo Alto, dando. Da un lato aumentano le persone che lavorano da soprattutto i ragazzi della generazione Z, i veri nativi digitali. cerca così di dare risposte a un fenomeno che è in corso in piena Silicon Valley, in grado di contenere lungo un unico casa, dall’altro gli spazi di lavoro diventano più domestici. Lavorare da remoto non vuol dire però necessariamente dover da tempo e che i recenti eventi legati alla pandemia stanno solo ac- corridoio oltre 2.000 ingegneri. Il covid ha ridotto quei meravi- Intravedi futuri sviluppi? stare in casa, dove magari gli spazi sono ristretti e manca la celerando. Abbiamo chiesto cosa ne pensa a Paolo Iacci, manager gliosi uffici più simili a una città deserta, ponendo molti dubbi In questi mesi di pandemia milioni di persone hanno continua- necessaria tranquillità. Dobbiamo pensare a un lavoro svolto d’impresa e psicologo del lavoro, con una lunga esperienza come sulla loro funzionalità. In realtà, ancor prima della pandemia, to a lavorare da casa. Non possiamo pensare che una volta “altrove”. Stanno già oggi nascendo spazi di coworking e ibri- direttore delle risorse umane, docente all’Università Statale di Mila- nel numero di dicembre 2019 l’autorevole rivista di management trovato il vaccino questa esperienza collettiva possa essere di. Librerie dove si può anche studiare o lavorare, uffici dove si no e, attualmente, presidente di Eca Italia e AIDP Promotion, società Harvard Business Review era intervenuta in maniera molto criti- completamente cancellata. Lo smart working è entrato di pre- può “affittare” una scrivania per poche ore o una piccola sala dell’Associazione Italiana per la Direzione del Personale ca. Uno studio condotto sui dipendenti di un centinaio di azien- potenza nelle abitudini dei lavoratori italiani e i vantaggi sono riunioni per un pomeriggio. Anche il rapporto tra l’azienda e il Gli spazi di lavoro sono sempre più luoghi di interazioni, di de aveva evidenziato come negli uffici open space si registrino sotto gli occhi di tutti. Minori spostamenti, un impatto positivo territorio di riferimento sta cambiando. A Milano, ad esempio, la scambio di competenze e di apprendimento continuo. Quali il 66% in più di congedi per malattia rispetto ai classici uffici, le sull’ambiente, un senso di maggiore libertà per l’individuo. D’al- sede di Microsoft o i nuovi uffici di Aon prevedono spazi aperti sono le esperienze attuali più significative a riguardo? conversazioni calano del 73% a beneficio della messaggistica tro canto, non possiamo pensare di non avere più le persone al pubblico dove poter svolgere eventi e organizzare manifesta- La pandemia sembra aver messo in crisi il modello “open space” istantanea e delle e-mail (+67%). Sembra che gli impiegati ac- fisicamente riunite in uno stesso luogo: l’interazione da remoto zioni pubbliche. Stiamo andando verso un nuovo rapporto tra i che aveva raggiunto il suo massimo splendore solo pochi anni cusino costanti rumori di sottofondo che fanno loro perdere la non è uguale a quella in presenza, diventa più difficile la cono- luoghi di lavoro, il territorio e le persone. |end 20 WORK spaces
workspaces | MAKERS Alfonso Femia DA SEMPRE ATTENTO AL RAPPORTO FRA IL PROGETTO E I LUOGHI, ALFONSO FEMIA RIMARCA L’IMPORTANZA DI UNA ARCHITETTURA NON FOCALIZZATA SOLO SULL’ESTETICA, MA AL CONTRARIO CAPACE DI DIALOGARE E CONTAMINARSI CON IL TERRITORIO txt Claudio Moltani ph Stefano Anzini e Luc Boegly A lfonso Femia è stato fra gli ideatori e promotori di All l’interlocutore ideale per parlare, trasversalmente, di progetto, Around Work, la manifestazione che si è da poco svolta a architettura e workspace. Perché, come lui stesso ha detto in Milano, nella quale si sono confrontati studi di architet- apertura della manifestazione: “Occorre un ripensamento totale tura e di ingegneria, general contractor, produttori di arredamen- dell’office, nelle sue strategie, nei dispositivi, nel rapporto con gli to per uffici e di tecnologia per capire e analizzare il presente e insediamenti e le città… occorre capire che, in epoca post lock- disegnare il futuro degli ambienti lavorativi. Ci è quindi sembrato down, siamo su una pagina nuova di un nuovo libro”. 22 WORK spaces
Smart working, home work, coworking, uffici di prossimità. di equilibrio fra i vari aspetti e le diverse necessità possano ridurre che riducono, anche, i tempi di mobilità fra abitazione e lavoro. che sono cruciali per produrre nuove idee”… che ne pensi? A breve e medio periodo, dal tuo punto di vista, cambierà la bulimia del mondo office, che troppo spesso si manifesta con la Nuove modalità di lavoro e nuovi luoghi deputati al lavoro che ri- L’edificio non è mai solo l’involucro in sé. Un’idea di architettura qualcosa nel mondo office? costruzione di nuovi uffici - vere e proprie bolle economiche - e con sultano validi per diverse generazioni, che hanno esigenze e bu- che si apre e chiude attorno all’edificio non mi appartiene. L’archi- Credo che, per quel che riguarda l’architettura in sé, non vi sarà l’abbandono di edifici che, invece, hanno ancora molto da dire. dget molto diversi. È un tema mai seriamente affrontato in Italia, tettura deve saper dare delle risposte al contesto, alla socialità, ai nessun cambiamento a breve. Bisogna però ragionare, fin da su- Le aziende come stanno affrontando questi temi? ma si dovrebbe iniziare a ragionare sul rapporto fra studentati, temi attuali, che fra l’altro in questo particolare momento storico bito, su come si fa una città, e sul concetto stesso di città, perchè Le aziende ormai hanno capito che lo smart working, in tutte le pensioni, abitazioni, dove “qualcosa” che nasce come ufficio può sono molto comuni e vicini al di là della distanza fisica. Ogni volta, veniamo da un periodo dove è stata vissuta e interpretata in modo sue declinazioni, è una modalità che funziona, offre risultati e ga- anche trasformarsi in una residenza. Detto questo, occorre chia- l’edificio è un’occasione narrativa inserita in un processo cultura- molto, troppo lontano dalla realtà. Come se un prodotto appena ranzie, e per di più permette notevoli risparmi sulle spese fisse. rire che la città non è in crisi. È fragile, questo sì, perché da troppo le. Un progetto è, o dovrebbe essere, un atto di responsabilità nei superato da una nuova tecnologia, o anche dall’effimero di una Dunque, le aziende stanno iniziando a comprendere che c’è un tempo è rimasta solo una città e non un insieme di cittadini, per- confronti della gente comune, un atto che mette a disposizione moda, continui a venire venduto perché bisogna finire le scorte di problema di spazi e della loro sovrabbondanza. Sicuramente le ché si è estremizzata l’idea (folle) di una crescita continua. elementi quali la luce, gli spazi e la loro suddivisione. È quello che magazzino. Invece le città devono evolvere, anche con i processi len- modalità di coworking sono più che interessanti, così come gli uf- Carlo Ratti dice che “gli edifici sono un faro per l’innovazione, abbiamo cercato di fare, per esempio, nella realizzazione della ti che caratterizzano l’evoluzione. Il tema è capire se e come i punti fici di prossimità, che potrebbero essere “elementi di quartiere” dove si stabiliscono quei legami deboli tra conoscenze casuali sede di Roma della BNL, dove la committenza era una banca che 24 WORK spaces
aveva, in definitiva, solo bisogno di uffici. Noi abbiamo cercato di far Questa narrazione si svolge anche attraverso i materiali? dialogare fra loro la luce, il tempo, il contesto, mettendoli in relazione Anche perché tu parli spesso di materia, e non di materiali… con la materia e la forma. Abbiamo scelto uno spartito compositivo in In francese Matériel e Métier rimandano immediatamente a una grado di generare stupore, grazie alla metamorfosi dell’edificio, che radice comune, sono termini che anche etimologicamente par- sarà percepito in modi sempre diversi per la sua capacità di reagire lano di artigianalità, di territori comuni. La materia è una filiera alla luce nelle differenti ore del giorno. Gli edifici non devono essere di pensiero, e qui veniamo all’aspetto del tempo. Occorre tempo introversi, non devono avere successo solo per la loro estetica. Anche (tanto!), prima per pensare e poi per concretizzare un progetto. la sede di Dallara ritengo possa essere un ottimo esempio di dialogo Non possiamo “perdere” quel plus che è il tempo, perderemmo con il territorio. Qui abbiamo progettato tre diverse aree: l’Educating, altrimenti anche il concetto stesso di materia. Trovo interessante dove si svolgono le attività complementari all’esposizione Museo, il quel che sta avvenendo in Cina, un paese certamente contraddit- Learning, dove si tengono i corsi di un master universitario legato al torio ma ricchissimo di cultura, di mestieri, di tradizioni. Trovo che motor sport, e l’area Living, con tutta l’attività espositiva e museale in Cina si stiano muovendo bene su questo doppio binario, stanno legata alle macchine. ragionando e lavorando in modo propositivo, anche poetico. Ecco, 26 WORK spaces
la materia è un atto di responsabilità verso il territorio. È un approc- L’Atelier(s) è unico, è presente e opera in tre città - Milano, Genova e sabilità, gestione, condivisione. Abbiamo tranquillamente anticipato sa in pianura, orizzontale tanto quanto Genova è verticale. È una cio mentale, l’idea dalla quale partire per strutturare un progetto. Parigi - da quasi 15 anni. La modalità di lavoro prevede lo sviluppo di ogni decreto che, via via, imponeva limitazioni al movimento delle città dove viene esaltata la dimensione, la luce. E possiede una Prima parlavi di edifici che hanno qualcosa da dire… tu sei un singolo progetto in almeno due atelier. Siamo presenti in queste persone, e se possibile, il senso di responsabilità verso il progetto straordinaria cultura industriale. Infine, Parigi… un’anima medi- sempre molto attento al recupero architettonico tre città perché sono diverse ma complementari fra loro, proprio sui comune è aumentato ancora di più. terranea dove è possibile provare, sperimentare. Anch’essa si fa Lavorare sul recupero, sulla valorizzazione del passato, sul pree- temi che ci interessano e caratterizzano il nostro lavoro. Adesso siamo Ma perché la scelta è caduta proprio su queste tre città? aspettare, ma poi, una volta che instauri un contatto, ti offre tutte sistente vuole dire rispettare quel fattore tempo di cui parlavamo ben rodati, e questa distanza puramente fisica è stata nel tempo in- Per quanto riguarda la scelta di operare in queste tre città, sono le possibilità. Una situazione che ricorda un po’ le Città Invisibili prima. Significa lavorare su tracce, su metamorfosi, su un nuovo troiettata da tutti i team. In questo particolare momento, poi, l’essere nato in Calabria e vissuto a lungo in Liguria, e Genova è nel mio di Calvino. Viste da fuori, mi rendo conto che potrebbero sembra- ruolo della definizione degli spazi, della luce. Significa partire dal abituati al lavoro a distanza ci ha permesso di non avvertire nessun cuore. Una città che non si apre immediatamente, non si fa pia- re delle filiali, ma io suggerisco di interpretare le tre città e i tre passato per arrivare al futuro. Senza fretta. problema nella comunicazione digitale. Siamo abituati a lavorare in cere subito da tutti, bisogna prima che fra Genova e te si stabi- Atelier(s) come altrettante dimensioni artigianali, attente al quo- Sempre a proposito di spazi di lavoro, parliamo anche del un concept di libertà, disponibilità e condivisione di ogni singolo lisca un contatto. Ma in definitiva, che cosa è l’architettura se tidiano, che si travasano e contaminano a vicenda, fra loro e fra “tuo” workspace - Atelier(s) - suddiviso in tre città. Perché team, di ogni singola persona. D’altronde, non è il luogo fisico che non un continuo dialogo fra la/le città e i luoghi, la materia, la le loro città, che ne indagano i confini e ne scoprono le ricchezze questa scelta? determina i risultati, è l’uomo che deve sapersi muovere fra respon- storia? Milano, invece, non è arroccata fra monti e mare, è diste- e le potenzialità. |end 28 WORK spaces
workspaces | MAKERS Jacopo Acciaro SINTESI DI TECNOLOGIA E DESIGN, LA PROGETTAZIONE ILLUMINOTECNICA AFFRONTA OGGI LE SFIDE POSTE DALLA TRASFORMAZIONE DEGLI SPAZI UFFICIO. PER RISPONDERE A ESIGENZE NON SOLO FUNZIONALI, MA ANCHE PSICOLOGICHE ED EMOTIVE. INTERVISTA A JACOPO ACCIARO, FOUNDER DI VOLTAIRE LIGHTING DESIGN txt Roberto Negri C he la luce si progetti e non possa essere frutto di so- tazione e ruolo stanno a loro volta vivendo un radicale cam- luzioni estemporanee ma richieda professionisti in bio di paradigma - senza dubbio accelerato dall’emergenza grado di creare in ogni ambiente la giusta atmosfera, sanitaria - e un mutamento di scenario destinato a rimanere. non solo dal punto di vista funzionale ma anche psicologico Di questo e altro abbiamo parlato con Jacopo Acciaro, foun- ed emozionale, è dato ormai acquisito. Non solo negli spazi der di Voltaire Lighting Design ed esperto di progettazione abitativi ma anche in quelli dedicati al lavoro. La cui proget- illuminotecnica. Photo: Beppe Raso 30 WORK spaces
Photo: Luca Rotondo Photo: Beppe Raso Photo: Beppe Raso Photo: Marco Zanta Lo spazio ufficio già da alcuni anni sta vivendo una profonda tenere il passo di cambiamenti che rendono il workspace non più lizzato in maniera permanente. Un fatto che oltre ad avere un im- gn. Come progettisti siamo stati chiamati a concentrarci su bisogni trasformazione cui l’attuale crisi sanitaria ha impresso una imperniato sulla classica postazione di lavoro ma luogo che riuni- patto sotto il profilo distributivo iniziava a porre la necessità di una non solo funzionali ma anche psicologici ed emotivi, e a concepire di forte accelerazione. Qual è stato l’impatto sul progetto illumi- sce anche ambienti di relazione, di socialità e di team working. E gestione energetica ad hoc, in grado di tener conto dell’effettivo conseguenza scenari illuminotecnici capaci di creare le condizioni notecnico? che richiedono quindi all’impianto un alto grado di flessibilità per tasso di occupazione degli ambienti. migliori per assecondare il comfort - e di conseguenza le performan- Senz’altro importante. Smart working, coworking, lavoro distribuito, creare lo scenario di illuminazione più adatto al tipo di attività in In che modo il lighting design ha risposto a questo mutamento ce - di chi lavora. A creare, soprattutto, spazi dove la qualità è più una concezione dello spazio ufficio “smaterializzata”, legata alla corso. Un’altra dinamica già in atto era il frazionamento degli spa- distributivo, funzionale e concettuale degli spazi office? rilevante della quantità e in cui la parte illuminotecnica è in rapporto gestione delle singole task più che alla postazione di lavoro, e più zi ufficio in cluster di postazioni e aree dedicate, simili per funzio- La dissociazione tra spazio fisico e lavoro ci ha dimostrato che tan- diretto con chi fruisce dell’ambiente di lavoro grazie a flessibilità e in generale un forte accento sul comfort psicologico, emotivo e rela- ni a quelle tradizionali ma, anche in questo caso, più orientate al te cose si possono fare in modo diverso, in situazioni differenti, da configurabilità. Questo significa impianti “aperti”, basati su sistemi zionale degli utenti sono tendenze con cui ci misuriamo da tempo. A comfort emotivo degli utilizzatori e aderenti a situazioni di lavoro luoghi differenti, ma ha anche fatto emergere una serie di nuove di illuminazione capaci di adattarsi rapidamente al mutare di situa- questi concetti il progetto della luce ha iniziato a rispondere focaliz- sempre più frammentate in singole task. La pandemia ha certo problematiche legate a ergonomia, riconfigurabilità degli spazi, limi- zioni e scenari. zandosi su flessibilità e configurabilità degli scenari illuminotecnici, accelerato alcuni di questi fenomeni, ma ricerche e analisi già ci tazione e cambiamento dei momenti relazionali e dei flussi di lavoro. Quali sono gli strumenti per raggiungere questo obiettivo? sia per aderire meglio alle esigenze individuali, sia soprattutto per dicevano che quasi il 50% delle postazioni di lavoro non era uti- Tutti temi che hanno avuto un impatto importante sul lighting desi- La riconfigurabilità è più questione di hardware o software, 32 WORK spaces
MILLY DESIGN BASAGLIA + ROTA NODARI Photo: Filippo Romano un equilibrio fra questi due aspetti, anche se già oggi l’ago della La direzione è dettata da un dato ormai pacifico, ovvero che bilancia si sta spostando verso un’elettronica di gestione altamen- il tasso di occupazione degli spazi ufficio calerà fra il 5 e il te sofisticata, e lo farà ancora di pi in futuro. Cominciando dal 0 in maniera permanente e il restante 5 sarà occupato primo, variazione del tasso di occupazione degli spazi ufficio ed solo per il 35% dalla tradizionale scrivania personale, mentre esigenze di riconfigurabilità stanno stimolando il ritorno di soluzio- il restante 5 sarà destinato ad attività che cambiano du- ni come task light e piantane, che grazie al libero posizionamento rante la giornata. In questo contesto la riconfigurabilità della consentono di tenere pi facilmente il passo sia delle modifiche al parte illuminotecnica sarà un percorso obbligato per evitare layout degli ambienti, sia del frazionamento dei cluster di postazio- di avere impianti sovradimensionati, non in grado di adattar- ni in sottoinsiemi più piccoli e non sempre interamente occupati. si ai cambiamenti di layout né alle esigenze dell’utilizzatore e uanto al secondo tema, va detto che al di là dell’elettronica di ge- che consumano inutilmente energia illuminando spazi in realtà stione gli stessi corpi illuminanti sono destinati a diventare più intel- non utilizzati. i potrà ad esempio prevedere un’illuminazione ligenti e ad arricchirsi di funzioni. La tendenza è quella di farne dei di base comune a tutti gli ambienti e, scendendo di scala nel veri e propri hub di informazioni tramite l’utilizzo di tecnologie come progetto illuminotecnico, una serie di scenari per aree funzio- l’Internet of Things, che permette un altissimo grado di interattività nali dedicate a specifiche attività. Il tutto in un’ottica che avrà tra spazio, luce e utilizzatore. Immagino un futuro in cui grazie a IoT sempre più come elemento centrale l’utente, le sue esigenze e ai sistemi di gestione i corpi illuminanti e più in generale l’impianto non solo operative ma anche psicologiche ed emotive, e quella potranno identificare l’utente o l’attività in corso e ricreare automa- dimensione relazionale oggi limitata per questioni sanitarie ma ticamente lo scenario di luce più adatto. che dovrà necessariamente essere recuperata. |end 34 WORK spaces
workspaces | TREND dieci temi: aria, acqua, cibo, luce, movimento, comfort termico, suono, materiali, mente e comunità; mentre ulteriori dieci punti sono attribuiti per l’innovazione. Alcuni requisiti devono essere raggiunti - le Universal Preconditions - mentre per gli altri i pro- gettisti possono decidere in modo flessibile come orientarsi. Mentre alcuni standard si sovrappongono a quelli noti e prati- cati, altri sono molto innovativi, poiché manca l’abitudine, an- che fra gli addetti ai lavori, di considerarli requisiti di uno spazio abitativo. Riduzione del livello di batteri, microbi e muffe (aria), promozione dell’uso di acqua potabile e del lavaggio delle mani (acqua), rispetto del ciclo circadiano (luce), promozione dell’atti- vità fisica e del comfort ergonomico (movimento), utilizzo di pro- dotti di pulizia adeguati e riduzione dei contatti con superfici che possono ospitare patogeni (materiali), prevenzione dell’influenza ©iStock - JFsPic stagionale, cura dei figli, allattamento, attivismo e volontariato (comunità), sono tutti target del protocollo. Colpisce anche l’attenzione dedicata al cibo e al benessere psi- il 90% del nostro tempo. Va da sé, quindi, che nel prossimo futu- cologico, per il quale WELL v2 incoraggia il consumo di frutta e ro, esaurite le misure contingenti per contrastare la pandemia verdura, l’adozione di diete equilibrate e in porzioni adeguate, i Covid, WELL si candida a diventare uno strumento fondamentale. pranzi in comune lontani dagli schermi dei propri computer e la coltivazione sul luogo, l’accesso alla natura, i servizi di supporto Requisiti e standard psicologico e per lo stress management, la riduzione dei viaggi di WELL considera designer, architetti, ingegneri e costruttori come ca- lavoro, la lotta al fumo e all’abuso di sostanze. retakers, ovvero persone capaci di prendersi cura degli altri. Secon- A oggi, i progetti per uffici che hanno ottenuto la certificazione do l’ultima versione, WELL v2, un progetto di intervento deve essere: WELL nel mondo sono 883. In Italia i primi a ottenere la certifi- - equo, cioè in grado di fornire i maggiori benefici al maggior nu- cazione nel marzo del 2019 sono stati i nuovi uffici Jacobs, ai mero di persone possibile, in quanto inclusivo e attento alle perso- quali si sono aggiunti altri 14 interventi realizzati o in costruzione ne svantaggiate e vulnerabili a Milano - fra cui Galleria Passarella 2 e Gioia 20 West di Antonio - globale: le cui soluzioni possono essere applicate in altri contesti Citterio e Patricia Viel, Spark One di Progetto CMR, the Medelan nel mondo in Piazza Cordusio a cui ha collaborato GLA - e i Markas Head- - basato sull’evidenza, pertanto su ricerche che possono essere quarters a Bolzano. ©iStock - LeArchitecto ragionevolmente accettate dalla comunità scientifica Oltre a WELL v2, IWBI ha recentemente predisposto anche il WELL - tecnicamente robusto: progettato secondo best practices Health-Safety Rating, un rating per le Facility Operations, incen- - focalizzato sul cliente: capace di definire i requisiti del program- trato su politiche operative, protocolli di manutenzione, piani di ma con il coinvolgimento degli stakeholder emergenza e formazione atti a gestire un ambiente post Covid e, WELL OFFICE BUILDING - resiliente: aggiornato rispetto alle innovazioni della conoscenza in generale, questioni relative alla sicurezza. scientifica e tecnologica e costantemente adattato e integrato Per comprenderne il successo basti dire che quest'autunno vi ha secondo il progredire delle conoscenze. aderito anche Empire State Reality Trust Inc., leader immobiliare Come si vede WELL propone un approccio olistico e basato sulla nel settore uffici e retail newyorkese, il cui portafoglio comprende scienza. Il protocollo attribuisce ai progetti fino a cento punti su l’Empire State Building. |end IL WELL BUILDING STANDARD È IL PRIMO SISTEMA DI RATING FOCALIZZATO SU COMFORT, SALUTE, BENESSERE E SU COME FAVORIRE LE SCELTE MIGLIORI PER LA PROGETTAZIONE DEGLI SPAZI INDOOR. UN PROTOCOLLO CHE PROPONE UN INTERESSANTE APPROCCIO OLISTICO, BASATO SULLA SCIENZA, ANCHE PER GLI SPAZI DI LAVORO txt Lorenzo Noè P rogettisti e facility manager sono quotidianamente loro prospettiva si è allargata dall’iniziale focus sull’efficienza alle prese con le richieste di innovazione degli spazi energetica al ciclo di vita dell’edificio e alla qualità degli di lavoro che provengono dai committenti e, quando ambienti interni. vogliono raggiungere obiettivi di qualità e sostenibilità Perché dunque nasce un nuovo strumento come WELL? Per met- ambientale, adottano uno dei protocolli diventati standard, sia tere al centro del processo l’utente invece che il manufatto edili- il LEED statunitense, il britannico BREEAM, lo svizzero Minergie, zio. The International WELL Building Institute ha lanciato il WELL o gli italiani ITACA e CasaClima/KlimaHaus. Nati negli anni Building Standard nel 2014, dopo sei anni di ricerca, con l’obietti- Novanta per garantire la riduzione dell’impatto ambientale vo dichiarato di “guidare il movimento globale per trasformare gli nelle costruzioni, i protocolli permettono di comparare in edifici e le comunità in modi che aiutino le persone a prosperare”. fase di progetto le differenti alternative tecniche. Perciò sono Secondo l’istituto, infatti, WELL è il primo sistema di rating foca- utilizzati per prendere decisioni strategiche e come linee guida lizzato su comfort, salute e benessere e su come favorire le scelte ©iStock - alvarez ©iStock - piranka per la realizzazione degli interventi. Nel corso del tempo la migliori per la progettazione degli spazi indoor, nei quali viviamo 36 WORK spaces
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