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William Herschel nacque ad Hannover (oggi capitale della Bassa Sassonia all'epoca uno dei 9 elettorati del Sacro Romano Impero ) il 15 novembre 1738. Il padre si chiamava Isaac, la madre Anna Ilse Mortzen (*). (*) La coppia avrebbe avuto 10 figli di cui solo 6 sarebbero sopravvissuti all'infanzia
Isaac era un musicista che suonava nella banda dell’esercito di cui faceva parte (fanteria hannoveriana). William, il cui vero nome era Friedrich Wilhelm, aveva ereditato dal padre la passione per la musica e a 14 anni entrò a far parte della stessa banda. Lo scoppio della guerra dei 7 anni (*) indusse Wilhelm ad emigrare in Inghilterra assieme al fratello Jacob. Giunto a Bath si fece notare come violinista, suonatore di oboe, compositore, insegnante e divenne anche direttore d'orchestra. (*) Un conflitto che si svolse fra il 1756 e il 1763 e coinvolse molti paesi d' Europa, l'elettorato di Hannover, per esempio, si trovò a combattere nello schieramento opposto a quello dell' elettorato di Sassonia (pur essendo entrambi frammenti di quello che restava del Sacro Romano Impero)
Ma Wilhelm aveva “il fuoco dell' astronomia” e nel 1773 iniziò a studiarla da autodidatta Nel 1774 iniziò a costruirsi i telescopi. Cominciò con un gregoriano e poi, in seguito,costruì un newtoniano. James Gregory matematico e astronomo scozzese vissuto fra il 1638 e il 1675 nel suo libro Optica Promota, scritto nel 1663, aveva descritto un telescopio riflettore (*), che sarebbe stato costruito dieci anni dopo da Robert Hooke (**). Fra il 1664 e il 1668 Gregory visse a Padova ove ebbe contatti col matematico Stefano degli Angeli (Venezia 1623, Padova 1698) che insegnava nella locale Università. Nella stessa città, nel 1668, Gregory pubblicò il Geometriae pars universalis, un testo in cui sviluppava, indipendentemente da Newton e Leibniz, alcune idee che si sarebbero mostrate fondamentali per lo sviluppo del calcolo infinitesimale. (*) che in seguito sarebbe stato detto gregoriano. (**) quello della disputa con Newton.
Recatosi a Londra nel 1668, Gregory fu ammesso alla Royal Society, ma entrò in polemica con Huygens che criticava i suoi risultati sul calcolo infinitesimale. Per questa ragione non pubblicò più nulla inerente i suoi ulteriori studi [1], quali ad esempio il teorema binomiale ([2]) e il teorema di Taylor ([3]). Per quanto riguarda il telescopio, Gregory provò a realizzarlo ma non avendo esperienza nel settore e non trovando nessuno capace di aiutarlo rinunciò all' impresa. Un progetto di telescopio simile a quello di Gregory si trova nel libro Lo specchio ustorio pubblicato nel 1632 da Bonaventura Cavalieri [4] e nell' harmonie universelle (del 1636) di Marine Mersenne [5]. [1] di cui abbiamo conoscenza grazie alla corrispondenza fra Gregory e John Collins (1625, 1683) matematico inglese noto soprattutto per gli scambi epistolari che ebbe con Leibniz e Newton. [2] la cui paternità è attribuita a Newton. [3] pubblicato da Taylor nel 1715. [4] Matematico, nato a Milano nel 1598, si chiamava Francesco e prese il nome di Bonaventura quando entrò nell'ordine dei gesuati (sorto nel XIV secolo come fraternità di laici ispirati a San Girolamo, mutatosi prima in ordine mendicante e poi in ordine clericale, soppresso nel 1668 da papa Clemente IX). Studiò matematica a Pisa ove conobbe Galileo che reputandolo un grande matematico gli fece ottenere nel 1629 un posto di lettore all'Università di Bologna, città ove rimase fino alla morte avvenuta nel 1647. [5] Teologo, filoso e matematico francese vissuto fra il 1588 e il 1548.
Il telescopio gregoriano è costituito da uno specchio primario parabolico, con funzione di obiettivo, e da un secondario concavo a sezione ellittica situato sull'asse ottico oltre il fuoco del primario. Il telescopio gregoriano ebbe una grande diffusione intorno alla metà del XVIII secolo. Celebri sono i gregoriani realizzati dell'ottico inglese (*) James Short (1710-1768) che nel corso di 33 anni ne costruì ben 1360 che vendette sia ad importanti Osservatori (fra cui quello di Parigi, San Pietroburgo, Harvard e Uppsala) sia a privati cittadini residenti in Europa e nel Nord America. Il più famoso fra questi ultimi è probabilmente George Parker (1695, 1764), un nobile inglese che aveva costruito nel suo castello un osservatorio privato (oltre che un laboratorio di chimica). (*) in realtà era nato ad Edinburgo, ma nel 1738 divenuto membro della Royal Society, si era stabilito a Londra. Fu uno dei fondatori della Philosophical Society di Edinburgo e nel 1757 divenne socio straniero dell Accademia Reale Svedese delle Scienze .
Short realizzò per Parker (*) nel 1741, un riflettore con una focale di 3 piedi (**). La regione dell' Oxfordshire dove si trova Shirburn sede del L'ingresso del castello di Parker castello di Parker Short non assunse mai un assistente e quindi alla sua morte la sua grande esperienza scomparve con lui. (*) Più che per il suo osservatorio astronomico egli è noto per essere stato uno strenuo sostenitore della riforma gregoriana del calendario che sarebbe entrata in vigore in Inghilterra mel 1752
riflettore da 2 pollici e ¼ realizzato da Short Riflettore da 4 pollici e ½ (*) realizzato da nel 1765 Short nel 1737 Entrambi gli strumenti sono conservati al Museo Nazionale della Scozia (*) 1 pollice corrisponde a 2.54 cm (4 pollici e ½ è riferito all’apertura ossia il diametro dello specchio)
Il riflettore Newtoniano fu ideato e realizzato da Newton nel 1668. La scelta di uno specchio piano orientato a 45° obbediva al requisito di avere la minima ostruzione possibile davanti allo specchio primario. Per semplicità di realizzazione. Newton optò per la forma sferica del primario che però non è esente da problemi ([1]) Il primo telescopio realizzato da Newton aveva un diametro del primario pari a 1.3 pollici ([2]) e un rapporto focale f/5. Quanto era lunga la focale ? Newton mostrò che il suo telescopio era esente da aberrazione cromatica e con esso osservò i 4 satelliti di Giove e le fasi di Venere. [1] l'aberrazione sferica, per questo è preferibile la forma parabolica per il primario. [2] Notate la lieve differenza fra questo valore e quello riportato nella slide 14 della lezione su Newton, la ragione della differenza è nelle diverse “fonti” da cui sono state tratte le informazioni
A Bath, Herschel cominciò a compiere osservazioni regolari a partire dall'autunno del 1774 utilizzando più di un telescopio come documentato dal suo diario che nel settembre del 1774 riporta: Assistito d 6 o 7 studenti [i suoi allievi di musica ndA] ogni notte ho compiuto osservazioni astronomiche con telescopi di mia costruzione. Il 1 maggio 1776 il diario di Herschel riporta Ho osservato Saturno con un nuovo riflettore da 7 piedi E il 13 luglio 1776: Ho visto Saturno con un riflettore da 20 piedi che ho collocato nel mio giardino. Gli specchi lavorati da Herschel erano migliori di quelli dell' osservatorio di Greenwich in quanto le immagini delle stelle erano meglio definite. Nel 1777 Herschel lasciò l'abitazione di Bath per recarsi a vivere in un'altra casa, sempre nella stessa cittadina. Nel giardino situato all'interno di questa nuova casa installò il suo telescopio da 7 piedi (15.7 cm di apertura e 2.13 m di focale) Fra il 1777 e il 1781 compì numerose osservazioni che gli permisero di verificare la rotazione di Marte e Giove e di stimare l'altezza dei monti della Luna.
In realtà Wilhelm non era solo, nel 1771 lo aveva raggiunto a Bath la sorella Caroline (Caroline Lucretia Herschel) più giovane di lui di 12 anni, che era stata colpita dal tifo quando aveva 10 anni, ma miracolosamente era sopravvissuta, seppure rimanendone fisicamente lesa. Compiuti i ventun’anni aveva deciso di andare a vivere presso il fratello e questo, in modo molto anticonformista, aveva deciso di non farle svolgere solo le faccende domestiche, ma di insegnarle anche a leggere la musica e a cantare. Quando nel 1773 aveva deciso di dedicare gran parte del suo tempo all’astronomia aveva pensato di coinvolgere la sorella. Per questo le insegnò oltre all'inglese, anche la matematica, la trigonometria sferica e l'astronomia e gradualmente la coinvolse nelle osservazioni astronomiche. Inizialmente Caroline affiancava Wilhelm durante le ore notturne annotando ciò che lui osservava al telescopio, poi cominciò ad aiutarlo nella creazione di strumenti di osservazione.
Nel Museo, si trova la ricostruzione del telescopio da 7 piedi La casa di William e Caroline Herschel a Bath in New King Streert 19, sede dal 1981 del Museo di Astronomia di Herschel.
Herschel, aveva un sogno: misurare la parallasse delle stelle (*). Convinto che le stelle avessero tutte la stessa luminosità intrinseca, cercava le stelle brillanti che avessero delle “compagne” più deboli. Le prime sarebbero state più prossime alla Terra e lui avrebbe misurato il loro spostamento rispetto alle compagne più deboli (e quindi più lontane). La sera del 13 marzo 1781 cercando una compagna debole di “Eta Geminorum…..” Martedì 13 marzo tra le 10 e le 11 della sera quando stavo esaminando le piccole stelle nelle vicinanze di eta Geminorum ([2]) ne ho notata una che pareva visibilmente più grande del dovuto. Colpito dalla sua non comune luminosità, l' ho confrontata con eta Geminorum e con la piccola stella nel quartile tra l’Auriga e i Gemelli e trovandola molto più grande di quelle cominciai a sospettare che si trattasse di una cometa. (Herschel, W. 1781, Account of a Comet, Philosophical Transactions,Vol. LXXI, pp. 492-501) (*) che avrebbe provato la validità del modello eliocentrico. L'esperimento “crucis” in realtà sarebbe stato considerato quello di Foucault che nel 1851 col suo pendolo avrebbe dimostrato che la terra ruotava attorno al proprio asse.
Herschel osservò l'astro utilizzando diversi ingrandimenti ([1]) e gli sembrò che aumentasse di dimensione col passare dei giorni. Annunciò, pertanto, la scoperta della cometa il 26 aprile 1781 indicando anche l'aumento della dimensione angolare che era passata dai 2.9” del 17 marzo ai 4.4” del 5 aprile e ai 5.3” del 15 aprile. In realtà non era così. La dimensione era rimasta invariata (3”) e si trattava di un problema di precisione delle ottiche, Del resto, anche gli altri osservatori avevano ottenuto risultati molto discordanti [2]. L' oggetto mostrava un piccolo moto diretto ([3]) sull’ eclittica (circa 1' al giorno), la sua forma era regolare e non aveva segni della presenza di una coda. Gli astronomi di tutta Europa, non senza qualche polemica, iniziarono a calcolarne l'orbita. Dopo alcuni mesi, si comprese che l' oggetto era un pianeta posto alla distanza doppia (20 UA) di quella in cui si trovava Saturno (10 UA). [1] l'ingrandimento di un telescopio è dato dal rapporto fra la lunghezza focale dell'obiettivo e dell'oculare. [2] Nevil Maskelyne (1732, 1811), V astronomo reale inglese a Greenwich, aveva ottenuto la misura di 3". Anders Johan Lexell (1740, 1784), astronomo e matematico russo di origine svedese, aveva ottenuto, a san Pietroburgo, un limite superiore del valore pari a 5”. Gli astronomi di Milano (Brera) avevano trovato valori di 6" o 7". Christian Mayer (1719- 1783), astronomo di corte a Mannheim, aveva trovato addirittura 10". [3] da ovest verso est.
La fama della scoperta del nuovo pianeta indusse il Re Giorgio III ([1]) ad assegnare a Herschel uno stipendio di 200 sterline, per dargli la possibilità di lasciare il remunerativo mestiere di musicista e dedicarsi completamente all’ astronomia. Il Re concesse inoltre a Herschel il diritto di costruire e vendere gli specchi per i telescopi ([2]). Per ringraziare il Re, Herschel decise di chiamare il nuovo pianeta Georgium Sidus, scelta che però non ebbe un gran successo ([3]). Urano porta nel suo simbolo, la memoria di chi lo ha scoperto. [1] Giorgio Guglielmo Federico di Hannover (Londra 4 giugno 1738, Windsor 29 gennaio 1820) . Terzo sovrano della dinastia reale tedesca, succeduta agli Stuart nel 1714. Primo dei Re Hannover ad essere nato in Inghilterra e ad usare l'inglese come lingua madre. [2] un elenco del 1795 mostra che Herschel ne vendette 70 . [3] Fu Johann Elert Bode (Amburgo 19 gennaio 1747, Berlino 23 novembre 1826) a suggerire il nome di Urano perché in questo modo la sequenza dei grandi pianeti (Giove, Saturno e Urano) avrebbe avuto, seguendo la mitologia greca, un andamento genealogico. Il nome Urano fu definitivamente accettato dalla comunità astronomica nel 1850. Più che per il nome di Urano, Bode è noto per la legge che porta il suo nome che è in realtà una relazione empirica che permette di ricavare con buona approssimazione i semiassi maggiori delle orbite dei pianeti, La legge, pubblicata da Bode nel 1772, sarebbe stata in realtà derivata da Johann Daniel Titius nel 1766 (in effetti è chiamata legge di Titius-Bode) e probabilmente ancora prima, nel 1724, da Christian Wolff.
L'altra condizione che Re Giorgio III aveva posto a Herschel consisteva nel trasferimento a Slough (*) una cittadina localizzata 32 km a ovest del centro di Londra e 5 km a nord di Windsor. Essendo quest'ultima sede di una delle tante residenze reali, il Re assicurava a se stesso e alla sua corte di poter assistere alle osservazioni quando lo avrebbero desiderato. Herschel si trasferì a Slough il 3 aprile 1786 assieme alla sorella Caroline e con i finanziamenti messi a disposizione dal Re, iniziò a costruire un telescopio da 40 piedi con uno specchio da 58 pollici di diametro. Il castello di Windsor (*) slough in inglese significa pantano… [ndA]
Nel 1789 il telescopio fu completato e quando Herschel lo puntò verso Saturno, la notte del 28 agosto scoprì il sesto satellite del pianeta (Encelado). La notte del 17 settembre invece scoprì Mimas (“la settima Luna” di Saturno). I nomi però non li diede lui. Sarebbe stato il figlio John (all’epoca non ancora nato) a farlo. Oltre ai satelltiti scoperti dal padre, John Herschel avrebbe attribuito il nome (Titano) alla “prima Luna” di Saturno (identificata da Huygens nel 1655) e alle altre 4 Lune (Giapeto, Rea, Teti e Dione) identificate da Giovanni Domenico Cassini tra il 1671 e il 1684.
Caroline però non era più al fianco del fratello e non assistette nemmeno all’ultimazione del grande telescopio perché in quello stesso anno se n’era andata da casa a causa di dissapori con la cognata, Mary Baldwin Pitt, vedova del commerciante londinese John Pitt,che Wilhelm aveva sposato nel 1788. Il telescopio realizzato da Wilhelm era il più grande del mondo e tale sarebbe rimasto per una cinquantina di anni. Fu ammirato e glorificato come una meraviglia della scienza e il suo disegno fu riprodotto su libri, giornali e anche su alcune medaglie. Tuttavia, venne usato raramente dal suo artefice per le osservazioni. Era troppo laborioso osservare utilizzando un colosso di tale fatta e per di più la qualità delle immagini non era soddisfacente: lo specchio si deformava sotto il proprio peso. Pertanto tutte le importanti osservazioni di Herschel continuarono ad essere effettuate utilizzando il telescopio da 20 piedi e 19 pollici di apertura. Lo stesso con cui l’11 gennaio 1787 aveva scoperto, assieme a Caroline, i primi due satelliti di Urano i cui nomi Titania ed Oberon sarebbero stati suggeriti dal figlio John.
Prima di trasferirsi a Slough, Herschel aveva continuato ad inseguire il sogno di misurare la “parallasse” ed aveva completato la sua ricerca delle stelle doppie pubblicando i risultati in due cataloghi, uno di 269 oggetti nel 1782, l’altro di 434 oggetti nel 1784. Herschel aveva misurato la distanza di ciascuna coppia di stelle con un micrometro filare ([1]) che aveva costruito allo scopo, ma che, tuttavia, si era rivelato poco preciso e inutilizzabile ([2]) quando le distanze fra le stelle erano dell'ordine di pochi secondi d'arco ([3]). Herschel aveva costruito anche un ingegnoso micrometro a lampada utilizzando 2 stelle artificiali prodotte da lampade che brillavano attraverso dei fori, collocate ad una distanza di 10 piedi circa, e venivano osservate con l’occhio sinistro mentre l’occhio destro guardava le stelle nel telescopio. Le stelle artificiali potevano essere spostate in qualunque posizione relativa si volesse, così da apparire esattamente come la stella doppia che si stava osservando ([4]). [1] detto anche reticolo micrometrico consiste di una coppia di fili paralleli di cui uno è fisso e l'altro è mobile e la distanza fra i 2 viene letta su una scala graduata. [2] “I singoli fili di seta con tali lenti da me usate sono così ingranditi che il loro diametro è maggiore di quello di molte stelle”. [3] in questi casi la distanza venne espressa paragonandola alle dimensioni delle immagini stellari. [4] Amici [quello del prisma ndA] in una pubblicazione del 1814 scriverà che non era tanto la perfezione di questo micrometro quanto l 'indiscussa capacità osservativa di Herschel ad avergli fatto raggiungere grandi precisioni nella misura delle distanze
Herschel si era accorto che oltre alle stelle doppie esistevano tante stelle in gruppi di 4,5,6 e che il numero di casi in cui le stelle deboli si trovavano nelle immediate vicinanze di stelle più brillanti era di gran lunga superiore a quanto ci si sarebbe aspettato per una distribuzione uniforme per le stelle deboli e così aveva cominciato gradualmente a convincersi che le stelle deboli dovessero essere associate (vicine nello spazio) a quelle luminose (di cui sarebbero state compagne fisiche meno brillanti). La legge di attrazione gravitazionale che Newton aveva dimostrato valere per il Sole e per i pianeti doveva quindi essere estesa anche alle stelle. Oltre a rassegnarsi all’idea che non avrebbe mai potuto misurare la parallasse, Herschel capì che analogamente a quanto facevano i pianeti anche le stelle avrebbero dovuto muoversi per non precipitare le une sulle altre e quindi anche il Sole, che probabilmente faceva parte di un gruppo di stelle, avrebbe dovuto avere un suo moto.
Già nel 1783, Herschel aveva sostenuto che: poiché sappiamo che alcune stelle si muovono e che tutte le stelle certamente si attraggono l’un l’altra, si deve concludere che tutte le stelle si muovono attraverso lo spazio con il Sole insieme a esse. Il moto solare avrebbe dovuto rivelarsi in un moto apparente opposto a quello delle stelle, che avrebbero dovuto apparire “divergere” (allontanarsi) dal punto verso cui il Sole si stava dirigendo. Per identificare questo punto che Heschel chiamò apex, utilizzò un campione di stelle luminose ([1]) e dedusse che il Sole si muoveva in direzione della stella λ Herculis ([2]) . [1] le 7 stelle per cui Nevil Maskelyne (1732 1811) V astronomo reale britannico aveva fornito il moto annuo in ascensione retta e declinazione, che erano state portate a 12 dall'astronomo francese Jerome Lalande (1732-1807) e a 40 dall' astronomo e matematico tedesco Tobias Mayer (1723, 1762) [2] oggi sappiamo che l 'apice solare si trova nella costellazione di Ercole ma più vicino a Vega: 1h più a ovest e 4° più a sud della posizione indicata da Herschel.
Osservando al telescopio M 53 [1] Herschel si accorse che l’aspetto nebulare derivava dalla presenza di un gran numero di stelle. A questo proposito vale la pena citare quanto egli scrisse su M 53 ([1]) in Account of some Observations tending to investigate Costruction of the Heavens nelle Philosophical Transactions del 1784. Un ammasso di stelle molto piccole; uno dei bei oggetti che io ricordo di aver visto nel cielo. L'ammasso appare sotto forma di una palla solida, consistente di piccole stelle, del tutto compresse in una macchia di luce, con un gran numero di separate che la circondano, e distintamente visibili nella massa generale. M 53 il disegno di Herschel [1] Il catalogo di Charles Messier (1730,1817) era da poco stato pubblicato (1774) e Herschel aveva intrapreso l'osservazione sistematica di tutti gli oggetti col suo telescopio da 20 piedi.
Il catalogo di Messier contiene 110 oggetti dall’aspetto nebulare, ossia galassie (M 31 è Andromeda, M51 è la galassia vortice), ammassi globulari (M 13 è il grande ammasso di Ercole), ammassi aperti (le Pleiadi sono M 45) ammassi globulari, 4 nebulose planetarie (M27, M57, M76, M97 quest’ultima è la “nebulosa del Gufo”), 1 resto di Supernova (M1 la nebulosa del Granchio, ciò che resta dell’esplosione della Supernova del 1054), altre nebulose diffuse (ad esempio M42 è la nebulosa di Orione). Herschel era convinto che tutte le nebulose fossero costituite di stelle che a volte non erano visibili perché troppo distanti. Quando vide M27 la sua certezza vacillò: la stella al centro, ben visibile, avrebbe dovuto essere troppo più grande di tutte le altre che inoltre avrebbero dovuto essere distribuite in modo troppo omogeneo attorno ad essa. Pensò che si trattasse di un sistema planetario in formazione e di questa ipotesi (sbagliata) conserviamo traccia nel termine M 27 “the ring nebula” nebulosa planetaria tuttora utilizzato.
Dopo aver osservato tutti gli oggetti del catalogo di Messier, Heschel decise di estendere la sua ricerca a “tutti” gli oggetti dall’aspetto nebulare presenti nell’universo e a partire dal 1783 aveva cominciato ad osservarli. Nel 1786 pubblicò il Catalogue of one thousand new nebulae and clusters of stars, che aveva suddiviso in gruppi, secondo il loro aspetto, e che accompagnava con brevi descrizioni. A questo catalogo ne seguì un secondo, nel 1789, contenente più di mille oggetti e una terza lista, nel 1802, che ne conteneva 500. Nel 1785 Herschel aveva pubblicato un articolo intitolato On the construction of the heavens (*) in cui fra le tante cose affermava : Volgendo il telescopio a una parte della via lactea ho trovato che l’intera apparenza biancastra si risolve completamente in piccole stelle. In questo modo lo studio della Via Lattea poteva, ridursi ad un semplice conteggio di stelle. (*) Phylosophical Transaction of the Royal Society, 75: 213-266.
Assumendo che le stelle, nella Via Lattea, fossero ugualmente luminose e ugualmente distribuite nello spazio, essendo, cioè, essenzialmente alla stessa distanza l’una dall’altra, dal numero di stelle contate in ciascuna regione esplorata si poteva dedurre quanto lontano il sistema di stelle si estendesse in quella direzione e, quindi, la profondità dell’universo stellato. Herschel, chiamò questo tipo di conteggio “Gaging the Heavens” (gage in inglese significa calibro e gaging si può tradurre come misurante per cui l’espressione si può tradurre in misurante, o misurare, i cieli).
Herschel eseguì centinaia di conteggi di questo tipo e ottenne la ben nota ricostruzione della Via Lattea in cui collocò, erroneamente, il Sole molto prossimo al centro.
Sono tantissime le cose fatte da Herschel nel corso della sua lunga vita, due di esse riguardano la nostra stella: - cercò una correlazione fra il clima e l'attività solare osservando le macchie su un periodo di 40 anni (1779-1818). Sfortunatamente si trovò vicino al minimo di Dalton e non riuscì quindi nemmeno a identificare il periodo (ca 11 anni) delle macchie. - collocando un termometro dopo un prisma si accorse, non senza stupore, che la temperatura della radiazione infrarossa era superiore a quella della radiazione visibile. Ne dedusse che doveva esistere un tipo di luce invisibile.
Sir (*) William Herschel si spense a Slough il 25 agosto del 1822 e le sue spoglie mortali riposano assieme a quelle della moglie nel basamento della torre della chiesa di St Laurence (vicino a Slough). (*) Nel 1816 era stato insignito del titolo di baronetto per meriti scientifici.
Torniamo a Carolina e alla notte del 3 marzo 1781 quando per la prima volta venne osservato Urano. Per dimostrare la sua riconoscenza alla sorella, per la dedizione dedicatogli, nel 1782 Willhelm le regalò il suo primo telescopio con cui ella poté iniziare un personale programma di ricerca. Tra il 1783 e il 1787 Carolina individuò una serie di oggetti astronomici: in particolare scoprì M 110 (NGC 205), la seconda compagna della galassia di Andromeda. M 110
Ma come può averla scoperta Carolina se si chiamava M 110 ? In effetti Charles Messier l'aveva scoperta il 10 agosto 1773 ma non l'aveva inclusa nel suo catalogo e si era limitato a disegnarla nello schema che includeva anche Andromeda (M 31). Caroline Herschel la riscoprì, indipendentemente, 10 anni dopo (il 27 agosto del 1783). Il 1 agosto 1786 Caroline scoprì la sua prima cometa ([1]). Questa venne detta la cometa della prima donna e grazie ad essa Caroline ricevette da Re Giorgio III uno stipendio annuo come assistente di Wilhelm divenendo in questo modo la prima donna a essere remunerata per un lavoro in campo scientifico. Alla scoperta della prima cometa ne seguiranno successive ([2]). [1] C/1786 P1 Herschel, [2] Tra il 1786 e il 1797 Caroline scoprì otto comete tra cui (oltre alla sopracitata C/1786 P1 Herschel) 35P/Herschel-Rigollet, C/1790 A1 Herschel, C/1790 H1 Herschel, C/1791 X1 Herschel e C/1797 P1 Bouvard-Herschel. (C sta per cometa poi c'è l'anno poi il mese codificato di 15 in 15 giorni per cui A1 è la prima cometa scoperta entro il 15 gennaio, A2 la seconda ecc, una cometa scoperta il 16 gennaio invece sarebbe B1, ma sarebbe B1 anche se fosse stata scoperta il 20 gennaio purché fosse la prima)
Nel 1797 iniziò la revisione del catalogo stellare di John Flamsteed (il primo astronomo reale inglese direttore dell’Osservatorio di Greenwich) che era stato pubblicato postumo (nel 1725). Caroline lo corresse ed ampliò sulla base delle osservazioni sue e di Wilhelm e lo presentò alla Royal Astronomical Society nel 1798. In quel periodo si riconciliò con la cognata che decise di affidarle l'educazione del figlio John nato nel 1792. Nel 1822, alla morte di Wilhelm, Caroline fece ritorno ad Hannover. Aiutò John a completare il catalogo delle nebulose, che aveva iniziato a compilare col padre, che una volta terminato conterà 2500 nebulose e le varrà nel 1828 una medaglia d'oro della Royal Astronomical Society. Di quest'ultima diverrà, nel 1835, socia onoraria assieme a Mary Somerville (*). Saranno le prime due donne a ricevere questo titolo. (*) Matematica britannica, nata a Jedburgh in Scozia il 26 dicembre 1780, morta a Napoli il 29 novembre 1872.
Caroline Herschel divenne una celebrità del mondo della scienza ebbe visite di personaggi illustri e ricevette molti riconoscimenti. Il giorno del suo novantesimo compleanno ricevette una lettera che recitava : Sua Maestà il Re di Prussia, in riconoscimento al prezioso servizio reso all'astronomia da voi, come socio del vostro immortale fratello, desidera portarvi in suo nome la Grande Medaglia D'Oro per la scienza In occasione del suo novantasettesimo compleanno intrattenne il Principe ereditario e la Principessa per due ore con grande animazione e cantò addirittura per loro una composizione del fratello. Pochi mesi dopo, il 9 gennaio 1848, Caroline Herschel si spense, ad Hannover mancando di un soffio il ragguardevole traguardo dei 98 anni.
John Frederick William Herschel Nacque a Slough il 7 marzo 1792. Fu astronomo come il padre (*) e continuò le sue osservazioni relative alle stelle doppie e alle nebulose. Nel 1834 iniziò dal Capo di Buona Speranza la prima survey sistematica dell'emisfero meridionale che produsse 2307 nebulose e 2102 stelle doppie. potè così inserire questi dati, assieme a quelli del padre, nel General Catalogue of Nebulae and Clusters che si può considerare il precursore del New General Catalogue (NGC), pubblicato da Dreyer nel 1888. (*) ma anche chimico e fotografo sperimentale.
John Herschel fu anche il primo a notare (1836) la variabilità di Betelgeuse (alpha Orionis) che è complessivamente dell'ordine di 1 magnitudine ma è apprezzabile solo attraverso osservazioni che si estendono su un periodo di alcuni anni . Di ritorno dalla sua campagna osservativa in Sudafrica decise di smantellare il 40 piedi di Slough. L'ultima osservazione del telescopio risaliva al 1815 e lo strumento era divenuto un'attrazione turistica. John Herschel temeva che a causa della ruggine potesse cadere in testa a qualche visitatore. La prima immagine fotografica della storia registrata su lastra che mostra la struttura che sorreggeva il Grande Telescopio di Herschel. Ad ottenerla il 9 settembre 1839 fu John Herschel
Del telescopio rimane lo specchio primario che è conservato al Museo della Scienza di Londra e un pezzo del tubo che è conservato al Royal Greenwich Observatory.
Fu Presidente della Royal Astronomical Society (nel 1827-1829, 1839- 1841 e 1847-1849) ed in tale ruolo assegnò a Friedrich Wilhelm Bessel la medaglia d’oro per la misura della prima parallasse stellare (avvenuta nel 1837). Nel 1829 aveva sposato la cugina Margaret Brodie Smith (1810-1884) da cui aveva avuto 12 figli. Morì a Collingwood nel Kent ove viveva l' 11 maggio 1871 e fu sepolto a Westminster.
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