Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano

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Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
Visita pastorale, dal 19 al
20 febbraio tappa a San
Sebastiano
Con la visita pastorale ormai alle porte, la parrocchia dei
Santi Fabiano e Sebastiano, a Cremona, si prepara ad
accogliere mons. Antonio Napolioni in un clima estremamente
familiare. Saranno infatti le famiglie ad avere una
significativa occasione di incontro con il Vescovo nel fine
settimana del 18/20 febbraio.

«Abbiamo voluto fortemente un momento dedicato ai nostri
gruppi famiglia – racconta il parroco, don Massimo Calvi –
perché, oltre ai genitori dei bambini che frequentano il
percorso di iniziazione cristiana, nella nostra parrocchia ci
sono, storicamente, altri due percorsi di formazione: uno
dedicato alle famiglie con figli piccoli, mentre l’altro, nato
in seno alla comunità e sostenuto da Azione Cattolica, è un
cammino di autoformazione da parte degli adulti stessi». Nel
pomeriggio di sabato, allora, sarà mons. Napolioni a guidare
l’incontro che vuole essere «occasione di ripartenza per
tutti, dopo le fatiche causate dall’emergenza sanitaria».

Il contatto con le persone e le famiglie della parrocchia,
però, avverrà anche nelle case, con il Vescovo che visiterà
alcune realtà del territorio nelle mattinate di venerdì 18 e
sabato 19 febbraio.

Accanto a quello per le famiglie, ci sarà poi un momento
dedicato al gruppo della terza età, il cui percorso di
catechesi si è interrotto durante i mesi passati, ma che,
grazie alla presenza del Vescovo, «potrà ritrovare slancio e
motivazione» a partire dalla celebrazione eucaristica, seguita
da un breve incontro, alle 15.30 di sabato.

A seguire, poi, ci sarà modo di incontrare mons. Napolioni per
Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
tutti gli operatori pastorali e i volontari della Caritas, che
accompagnano e sostengono la parrocchia nella quotidianità.
Nella serata di sabato, invece, il Vescovo si confronterà con
gli educatori della parrocchia, ossia tutti coloro che guidano
percorsi formativi e di catechesi.

Non mancherà lo spazio per i gruppi preadolescenti e
adolescenti, che, insieme ai giovani, incontreranno mons.
Napolioni, in oratorio, nella serata di venerdì. La proposta
si inserisce all’interno dei rispettivi percorsi di catechesi,
coordinati dal vicario, don Marco Notarangelo, e ha lo scopo
di «aiutare i ragazzi a sentire più vivo il legame con il
Vescovo e, dunque, con tutta la Chiesa cremonese» racconta don
Calvi.

Già concluso, invece, il momento dedicato alla Parola, a cui
il Vescovo ha partecipato nella serata di martedì 15 febbraio,
condividendo con i parrocchiani il consueto incontro di
riflessione, formazione e discernimento vissuto a partire dal
Vangelo domenicale.

La visita pastorale a San Sebastiano rappresenta allora per la
comunità un momento significativo per ripartire sotto la guida
del proprio pastore. «Proprio in quest’ottica – conclude il
parroco – abbiamo preparato questo momento insieme al
Consiglio Pastorale, così che possa essere espressione piena
della comunità di cui facciamo parte».

Giornata  del  Malato,  il
Vescovo all’ospedale Oglio
Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
Po: «C’è speranza quando la
comunità si prende cura delle
membra più deboli»

La photogallery completa della visita del Vescovo all’Oglio Po

Dame e barellieri dell’Unitalsi hanno accompagnato i malati
nelle prime file della cappella dell’ospedale Oglio Po di
Vicomoscano (Casalmaggiore); con gli schermi nei corridoi e
attraverso la diretta televisiva nelle stanze dei reparti,
operatori sanitari e malati hanno partecipato alla Messa
presieduta dal Vescovo Antonio Napolioni.

Benedicendo l’acqua all’inizio dell’Eucaristia, il Vescovo ha
ricordato la memoria liturgica della Madonna di Lourdes, che
da 30 anni, ogni 11 febbraio, è occasione per celebrare la
Giornata del Malato, la cui celebrazione in diocesi,
quest’anno, è stata posticipata di alcuni giorni per la
concomitanza della Visita pastorale e per non rinunciare
all’incontro diretto con la comunità dell’ospedale. «In
diversi luoghi in cui Maria è apparsa – ha osservato monsignor
Napolioni – è sgorgata una fonte che ci dice che il deserto
fiorirà, che la sete dell’uomo verrà saziata, che Lui è
davvero verità, vita e strada».
Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
A concelebrare l’incaricato diocesano per la pastorale della
Salute don Maurizio Lucini, il cappellano dell’ospedale
Alfredo Assandri, il vice cappellano don Maurizio Germinasi,
il Superiore dei frati minori cappuccini del Santuario della
Beata Vergine della Fontana padre Francesco Serra, don Cesare
Castelli, collaboratore parrocchiale di Casalmaggiore, don
Mario Martinengo, collaboratore parrocchiale di Bozzolo e San
Martino dell’Argine e il diacono Luigi Lena.

Nella sua omelia monsignor Napolioni riflette sulla Parola e
sulla vicinanza del Vangelo alle fragilità concrete della
vita: «Siamo chiamati a metterla in pratica – ha detto – non è
uno spettacolo da osservare da lontano, è realtà». Una realtà
raccontata nell’episodio evangelico della guarigione del cieco
di Betsaida: «Nel tempo Gesù Risorto ha continuato ad attuare
questa scena di incontro e di guarigione di chi è stato
portato a lui per i suoi bisogni più profondi».

Ed è la Chiesa – ha poi proseguito l’omelia – intesa nel suo
senso più ampio a rendere presente questa azione di Cristo:
«Saremo giudicati sull’amore concreto, su come avremo accolto
le fragilità nostre e dei fratelli – ha ricordato il Vescovo –
Le mani di Gesù che toccano un malato sono quelle dei medici,
infermieri, famigliari, amici… Poi sono anche quelle
consacrate di chi assolve dai peccati e dona l’Eucaristia, ma
non dobbiamo mai separare rigidamente le cose degli uomini
dalle cose di Dio, né confonderle arbitrariamente. C’è un
ordine, un’armonia: c’è il momento della preghiera e quello
della scienza, c’è il bisogno di chi si prende cura del nostro
corpo e quello di chi ci aiuta a cogliere il senso ultimo
della fragilità della vita affidandoci a Dio senza paura».

Continuando nella lettura della pagina evangelica, il Vescovo
ha dunque sottolineato come ci sia una comunità, una famiglia,
che conduce il cieco da Gesù: «Non vale forse per tutti noi
che a volte siamo ciechi nello spirito? A questo mondo a volte
accecato da luci artificiali e trappole? Eppure qualcuno ci
porta da Gesù. Gesù è disponibile ad incontrarci, sta anche ai
cristiani non impedire questo incontro, non ostacolarlo».

Soprattutto, ha concluso, di fronte alla fragilità e alla
malattia: «Il momento della crisi può essere provvidenziale,
il momento della malattia può riscattare una vita se ci
permette di andare incontro al Signore e accoglierne la
Grazia».

Concludendo la sua riflessione il Vescovo ha poi richiamato
un’espressione contenuta il Messaggio scritto da Papa
Francesco per la Giornata mondiale del malato 2022: «“Toccare
la carne sofferente di Gesù”. Anche l’esperienza della
pandemia ci insegna, lo ha insegnato anche a me durante i
giorni del ricovero: è Cristo che si prende cura di Cristo; è
Cristo nel curante ed è Cristo nel malato. Siamo tutti parte
di un unico mistero che si compie nel cuore di Dio: umanità
fragile, ma benedetta, amata e custodita, purché ciascuno
facendo la sua parte sia testimone nel mondo che c’è speranza
perché c’è cura anche delle membra più deboli della comunità»

Prima della benedizione il Vescovo ha reso omaggio alla statua
della Vergine Immacolata, pregando con la preghiera della
Giornata del Malato per l’affidamento in particolare di
ammalati, infermi, persone sole e anziane e tutti gli
operatori sanitari.

Infine un momento cordiale con il saluto Rosario Canino,
direttore sanitario dell’Asst di Cremona, a nome della
Direzione strategica, con un messaggio di gratitudine al
Vescovo per la sua presenza e «a tutti gli operatori sanitari
e ai volontari per tutto quello che hanno fato in questi anni.
Dobbiamo essere orgogliosi – ha concluso Canino – per quanto è
stato fatto».
Prima della conclusione spazio anche a due doni significativi
al Vescovo da parte del personale dell’Oglio Po: una
fotografia ispirata al tema della natività scattata dal
biologo dell’ospedale Oglio Po Paolo Mangoni e una raccolta
poesie di Anna, una Oss che da trent’anni lavora nella
struttura di Vicomoscano.

Angela Bigi, a nome della cappellania dell’ospedale, ha poi
presentato il progetto “Adotta un malato o un anziano”,
attraverso cui un gruppo di volontari si impegna ad effettuare
almeno una telefonata a settimana a persone malate o anziani
soli che lo chiederanno anche dopo la dimissione
dall’ospedale. Un segno di vicinanza e cura per le fragilità
sottolineato da monsignor Napolioni che lo ha collegato alla
proposta avanzata dalla Diocesi per la Quaresima della Carità,
che prevede il dono di un pasto domenicale proprio per chi
vive nella solitudine: «Sono gesti – ha commentato – per
uscire dal guscio della solitudine, della chiusura, della
paura… facendo passi gli uni incontro agli altri»

Dopo la Messa, con il cappellano don Alfredo Assandri,
accompagnato dal direttore Canino e da Angela Bigi, il Vescovo
ha visitato i reparti di Dialisi, Pronto Soccorso,
Cardiologia, Terapia intensiva e Chirurgia, per un incontro
con gli operatori e portare un sorriso e una parola di
vicinanza e di conforto ai malati che lo hanno accolto nelle
loro stanze.
Tanta voglia di Pasqua! Il
messaggio del Vescovo per la
Quaresima
Di seguito pubblichiamo il messaggio del vescovo di Cremona,
mons. Antonio Napolioni, per la Quaresima 2022.

Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, arriva il
tempo della Quaresima, quest’anno denso di speranza per la
fine della pandemia, e di impegno per alleviarne le dolorose
conseguenze nelle persone più fragili, nelle famiglie più
povere, nelle comunità più provate e a volte anche divise.

Mentre vivo il dono della visita pastorale, vedo crescere
silenziosamente “tanta voglia di Pasqua”, ossia il desiderio
di sperimentare che il deserto fiorisce, la vita rinasce,
anche dalle ceneri di sofferenze e paure come quelle che ci
hanno attanagliato e avvilito. Il vangelo di Gesù ci ha sempre
fatto compagnia con la sua luce, che ora crescerà, di
settimana in settimana: invito tutti a darsi “il giorno
dell’ascolto” e, in comunità o almeno in casa, fermarsi a
riflettere sulla Parola di Dio, che nei tempi forti è davvero
come spada a doppio taglio che fa verità in noi e ci
riconcilia, con Dio e con la realtà.

Il desiderio del padre, in particolare, è quello di vedere la
famiglia radunata alla stessa mensa, specie nel giorno di
festa, per raccontare e rallegrarsi del bene che, nascosto, si
moltiplica tra i cuori semplici. Pregustiamo le domeniche dei
prossimi mesi come tappe di una progressiva riscoperta della
comunità, corpo di Cristo risorto, e di quanto è bello
camminare insieme. Senza dimenticare la lezione di questi
anni, dura scuola di essenzialità e di vera gioia, quella di
chi si prende cura di sé, degli altri, del creato.

L’itinerario quaresimale è denso di simboli e richiami, che
ciascuno saprà coltivare secondo la sua intelligenza
spirituale: preghiera, elemosina e digiuno (dal peccato e dal
superfluo, innanzitutto) restano sempre modalità attuali ed
efficaci di crescita umana e cristiana. La voglia di Pasqua
che lo Spirito alimenterà in noi si manifesti non tanto negli
eccessi esteriori, quanto nel guardarsi negli occhi e
commuoversi per il miracolo della vita, tra i bambini come tra
gli anziani. Diventi così voglia di Eucaristia, del Signore
che si fa pane spezzato, cibo di vita eterna per tutti quanti
hanno fame e sete di ciò che non delude e non tramonta.

Dio vuole certamente che ogni domenica sia una buona domenica
per tutti, anche per chi è più solo ed emarginato. Perché
questo si realizzi, ci aiuterà una bella proposta che viene
dalla Caritas diocesana, insieme alla San Vincenzo: portare in
dono il pasto della domenica ad anziani soli e/o a persone in
difficoltà economica. Non si tratterà solo di risolvere un
problema materiale, quanto di far sentire la vicinanza
familiare della comunità cristiana, che si preparerà con cura,
con l’aiuto dei volontari come dei bambini, a questo bel gesto
di attenzione e condivisione. Verranno date tutte le
informazioni ed indicazioni utili a predisporre bene nelle
comunità questa iniziativa, dal grande valore educativo. Anche
la raccolta quaresimale di offerte economiche verrà utilizzata
a questo scopo.

Tanta voglia di Pasqua, di risurrezione, c’è certamente in
ogni anima inquieta, in tutti noi peccatori bisognosi di
perdono e di pace. Auguro a me stesso e a voi di attraversare
i quaranta giorni della Quaresima come un tempo propizio alla
conversione, un deserto di ritorno filiale a Dio che tanto ci
ama, un’esperienza personale e profonda della grazia che ci
riconcilia e ci salva.

Preghiamo gli uni per gli altri, perché sia sempre una buona
domenica per questo mondo!

                                           + Antonio Napolioni
                                            vescovo di Cremona

        Scarica il testo del messaggio in formato pdf

 “Buona domenica”: il progetto di carità per la Quaresima 2022
“Buona domenica”: il progetto
di carità per la Quaresima
2022
“Buona domenica” è lo slogan della Quaresima di carità 2022:
un tempo, quello in attesa della Pasqua, che intende aiutare
le comunità a preparare anche una attenzione caritativa nei
confronti di persone sole, in particolare di anziani. Dopo
questa fase, infatti, nel tempo pasquale, ogni domenica, si
organizzerà una distribuzione domiciliare di un pasto completo
da asporto ad anziani oppure a persone sole.

     Scarica la locandina della Quaresima di Carità 2022

Il progetto ha sicuramente finalità di un aiuto concreto, ma
risponde soprattutto ad una scelta di fondo: il coinvolgimento
di tutta la comunità nel vivere una azione di carità. È una
semplice, ma importante possibilità di promuovere un servizio
nuovo, in grado di stimolare e coinvolgere la vicinanza della
parrocchia e del territorio a persone in difficoltà e, così,
diventare segno di legami e di fraternità. Lo scopo è quindi
quello di raggiungere e riavvicinare persone sole, che, a
volte, hanno pudore a chiedere.

Chi coinvolge?

Il progetto viene proposto a tutte le parrocchie, le caritas e
le associazioni di volontariato ed è realizzato in
collaborazione con le conferenze della S. Vincenzo.

In particolare viene chiesto:

     ai volontari dei centri di ascolto e agli adulti in
     generale di segnalare e contattare persone anziane o
     sole con cui condividere il progetto
ai giovani di consegnare a domicilio le borse con i
     pasti confezionati
     ai bambini, ai catechisti e alle famiglie di aggiungere
     ogni settimana un piccolo pensiero (per esempio una
     preghiera, un disegno fatto dei bambini, ecc.) da
     inserire in ogni borsa
     ai ristoratori o alle gastronomie (oppure cooperative o
     case di riposo…) del luogo di preparare un servizio
     professionale retribuito (magari scontato)

Periodo di realizzazione

     In Quaresima si prendono i contatti (anziani e persone
     sole; volontari; ristoratori; catechisti) e si
     predispone il progetto, coordinandosi con la Caritas
     diocesana
     Da Pasqua a Pentecoste, ogni domenica, si consegnano i
     pasti a domicilio
     Successivamente, ogni parrocchia valuta il progetto e
     decide se e in che modo proseguire con risorse proprie
     durante l’anno (una volta al mese; in Avvento; con
     pranzi condivisi -quando possibile; ecc…)

La Caritas diocesana

Le realtà che vorranno aderire al progetto prendono contatto
con la Caritas diocesana, che si impegna a:

     sostenerne il coordinamento
     coprire in toto o in parte (su fatturazione del
     ristoratore), il costo dei pasti per i due mesi indicati

Per info e adesioni al progetto:
Telefono: 0372 35063 (chiedere di Diana)
     Mail: caritas@diocesidicremona.it
     Indirizzo: via Stenico 2/B – Cremona

Chiunque può sostenere il progetto diocesano con libere
offerte:

     nelle parrocchie della Diocesi di Cremona
     presso gli uffici di Caritas Cremonese (via Stenico 2/B
     – Cremona)
     con versamento su conto corrente bancario
     IBAN: IT 74 E 03069 11400 100000061305
     intestato a Caritas Cremonese
     con versamento su conto corrente bancario
     IBAN: IT 57 H 05156 11400 CC0540005161
     intestato a Fondazione San Facio attraverso
     con versamento su conto corrente postale n. 68 411 503
     intestato a Fondazione San Facio attraverso

Donazioni deducibili con bonifico, assegno o versamento
postale

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Tanta voglia di Pasqua! Il messaggio del Vescovo per la
 Quaresima

La via della Croce: proposta
quaresimale per il mondo
universitario
“La via della Croce” è la proposta quaresimale pensata
dall’Ufficio diocesano per la Pastorale universitaria, diretto
da don Maurizio Compiani, in sinergia con la sede cremonese
dell’Università Cattolica del S. Cuore e il Museo Diocesano di
Cremona, in modo particolare per il mondo universitario, ma
che include anche alcuni appuntamenti aperti a tutti. Si
tratta di un “itinerario” verso la Pasqua sul tema del mistero
cristiano della Croce, organizzato in vari momenti che
uniscono cultura, arte e spiritualità.

L’avvio è dato dall’intervento dell’arcivescovo di Milano,
Mario Delpini, che il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri,
nell’aula magna della sede cremonese dell’Università Cattolica
(ore 11)     terrà una riflessione in forma di lectio
magistralis, sul tema: “Scientia Crucis. La sapienza della
Croce innanzi alle sfide contemporanee”. Dato il perdurare
delle restrizioni sanitarie, la partecipazione in presenza è
riservata alla comunità universitaria, ma sarà comunque
possibile a chiunque seguire l’evento in diretta su Cremona1 e
in streaming sui canali social dell’Università Cattolica.

Nei seguenti mercoledì di Quaresima (9, 16, 23 e 30 marzo),
riservato al mondo universitario (studenti, docenti e
personale non docente) l’opportunità di prenotare presso
l’Ufficio diocesano di Pastorale universitaria una visita
gratuita al nuovo Museo Diocesano, anche in orario serale (per
prenotare compilare il form diocesidicremona.it/adcrucem).
L’iniziativa si intitola: “Ad Crucem: Il mistero della Croce
nei tesori cremonesi”. La visita sarà introdotta da una breve
riflessione su un’opera presente nella sezione riguardante la
Passione di Cristo, quindi sarà lasciato tempo libero per
ammirare le altre sezioni del museo

Infine, mercoledì 6 aprile, alle 21 nella chiesa di S. Luca,
la “Elevatio Crucis. Contemplando il mistero della Croce”: la
meditazione di alcuni testi biblici riguardanti la Croce
chiude il percorso introducendo, al tempo stesso, alla
Settimana Santa. La riflessione sarà tenuta dal biblista don
Maurizio Compiani. L’appuntamento è aperto a tutti e non
necessita di prenotazione.

         Scarica la locandina degli eventi per tutti

           Scarica la brochure informativa completa

Fondazione Banca Popolare di
Cremona    e    Associazione
Popolare di Crema per il
Territorio a sostegno dei
progetti Caritas cremonese e
cremasca con il Fondo Povertà
Diecimila euro dalla Fondazione Banca Popolare di Cremona e
20mila euro dall’Associazione Popolare di Crema per il
Territorio vanno a sostenere l’innovativo progetto Comunità
che si prendono cura, un progetto a due fronti curato da
Caritas che mentre a Cremona e nell’Oglio Po sperimenta un
inedito piano operativo per il sostegno alimentare (da
realizzare anche con l’aiuto di realtà della produzione e del
commercio locali), a Crema mira a rafforzare il Patto
Generativo già avviato con alcune specifiche attività dedicate
al tema dell’abitare. Digitalizzazione, scambio di
informazioni fra centri d’ascolto, nuove modalità di
distribuzione e personalizzazione degli aiuti sono alcune
delle caratteristiche di un progetto innovativo anche nella
valutazione dell’impatto. Lo stanziamento iniziale sui due
progetti da parte del Fondo era di 136.518,32    euro.

“Il comitato di gestione del Fondo Povertà – spiega Renzo
Rebecchi, proboviro di Fondazione Comunitaria della provincia
di Cremona – ha considerato l’opportunità di sollecitare le
due Caritas diocesane Cremonese e Cremasca per studiare
progetti interconnessi e con autonomia gestionale ma dalla
strategia condivisa, utile per uno scambio di competenze e per
trasferire da un lato e dall’altro aspetti di buona attività.
Da entrambe le Diocesi c’è stata piena disponibilità. Questo
progetto ‘bifronte’ è stato illustrato al mondo economico
cremonese trovando una adesione importante da parte della
Fondazione Banca Popolare di Cremona e dell’Associazione
Popolare di Crema per il Territorio. Queste due realtà hanno
pensato di affiancare Cariplo in questi due progetti di durata
biennale, che ora sono in fase avanzata, e in grado di salvare
il principio di territorialità, superando la segmentazione per
il raggiungimento di migliori obiettivi”.

“Quando ci è stata proposta questa forma di collaborazione,
abbiamo subito raccolto l’invito con grande piacere – commenta
Ernesto Quinto, il presidente di Fondazione Banca Popolare di
Cremona -. Era un tema, quello dell’emergenza povertà, sul
quale volevamo intervenire direttamente, ma aderendo al
percorso avviato da Caritas appoggiata dal Fondo povertà
abbiamo avuto la possibilità di ampliare le disponibilità
finanziarie a disposizione. Da qui nasce la nostra piena
condivisione dell’idea sposata anche dalla Fondazione
Comunitaria della provincia di Cremona. Siamo molto convinti
che questo progetto possa pienamente realizzare gli obiettivi
della Fondazione Banca Popolare, intervenendo nel sociale e
aiutando chi oggi è più fragile anche per effetto della
pandemia”.

“L’associazione – spiega Giorgio Olmo, presidente
dell’Associazione Popolare di Crema per il Territorio – ha
condiviso il progetto della Fondazione, apprezzandone oltre
ai contenuti , anche l’intento intrinseco: lavorare in
sinergia tra vari attori provinciali, per  rispondere alle
necessità dei territori, consentendo così di valorizzare il
progetto di Caritas, che ha effettuato con grande
professionalità un’attenta analisi delle peculiarità locali.
Cremona e Crema hanno evidenziato bisogni immediati, sebbene
differenti,    sui quali le esperienze      pregresse di ogni
realtà hanno consentito di esprimere una maggiore efficacia
progettuale. Questo contributo viene erogato dall’Associazione
Popolare, e in piena fiducia perché nelle mani di una realtà
qualificata come Caritas, soggetto capace di rispondere a
bisogni concreti. La collaborazione al progetto anche del
Comune di Crema ha sottolineato l’effetto moltiplicatore di
contributi, che apprezziamo molto: un’idea di filantropia come
moltiplicatrice di conoscenze e di risorse”.

La prima base del Fondo Povertà, aveva visto un iniziale
stanziamento da parte di Fondazione Cariplo e della Fondazione
Comunitaria della Provincia di Cremona, per poi crescere
raccogliendo le adesioni di Associazione Popolare di Crema per
il Territorio, Caritas Crema, Caritas Cremona, CSV Lombardia
Sud, Comunità Sociale Cremasca, Comune di Crema,
ConfCooperative, Associazione Industriali Cremona, Consorzio
Solco, Cooperativa Cosper, Doniamo Energia, Fondazione Banca
Popolare di Cremona, Acli Cremona, Comune di Cremona e un
discreto numero di privati che hanno scelto di contribuire.

La compagine di aderenti è però sempre aperta a nuove
adesioni, così come è aperta la possibilità di donazioni da
parte dei singoli cittadini: una campagna più estesa per le
donazioni verrà avviata all’inizio del prossimo anno per un
coinvolgimento sempre maggiore di tutta la cittadinanza.
Maggiori informazioni per chi volesse dare il proprio
contributo e sostenere il fondo sono disponibili sul sito
www.fondazioneprovcremona.it.

Il Vescovo in visita a San
Michele: «Nella comunità i
riflessi della presenza del
Signore»
«La certezza della presenza del Signore insieme a noi ci dona
forza per rimetterci in cammino». Con queste parole del
Vescovo, mons. Antonio Napolioni, si è conclusa la visita
pastorale che ha coinvolto la parrocchia di San Michele
Vetere, a Cremona, tra venerdì 11 e domenica 13 febbraio.

La Messa domenicale delle 11 si è aperta con un saluto del
parroco, don Aldo Manfredini, che ha concelebrato insieme ai
collaboratori don Pier Altero Ziglioli e don Achille Bonazzi,
ed è stata l’occasione per «riunire, davanti al Signore, le
molte persone, famiglie e gruppi che in questi giorni hanno
incontrato il nostro Vescovo».

Numerosi, infatti, sono stati i momenti che mons. Napolioni ha
avuto modo di condividere con la comunità. Momenti che hanno
lasciato il segno, tanto che, nella sua omelia, il Vescovo ha
voluto sottolineare come «la parrocchia che ho incontrato mi è
parsa davvero aperta, disponibile ed accogliente, unita e
desiderosa di vivere il Vangelo. Vi ringrazio per tutto
questo, ma vi rivolgo lo stesso monito della Parola di oggi:
attenzione a non sentirsi arrivati».
Un riferimento, quello al Vangelo, che ha accompagnato tutto
l’arco della visita: oltre al consueto momento di
condivisione, solitamente curato dal diacono Walter
Cipolleschi, Napolioni ha partecipato a diversi momenti di
preghiera, in particolar modo con gli anziani e con le persone
che sperimentano la sofferenza. Ed è proprio alla luce della
Parola che, durante la Messa, il Vescovo ha esortato tutti a
tenere presente che «la certezza della Resurrezione è la
nostra forza, il fondamento che ci permette di affrontare il
domani, anche nelle situazioni in cui il dolore sembra
opprimerci. Il Signore è con noi, e ciò che abbiamo vissuto in
questi giorni ne è la testimonianza più bella».

Lo sguardo verso il futuro ha avuto anche una declinazione
concreta durante la tre giorni di San Michele. Nella giornata
di sabato, infatti, mons. Napolioni ha incontrato prima le
famiglie dei bambini battezzati nell’ultimo anno,
successivamente i ragazzi del cammino di catechesi della
parrocchia e, infine, il gruppo adolescenti. «Se ci guardiamo
intorno – ha poi riportato il Vescovo nella sua omelia –
possiamo scorgere i riflessi della presenza del Signore.
Vedere che, tra le tante attività della settimana, ci sono
persone che vivono ed accolgono il desiderio di riunirsi
davanti al Signore è motivo di commozione, è il segno del
fatto che Cristo vive in mezzo a noi».

E se, da un lato, il pastore della Chiesa cremonese si è detto
felice di aver condiviso un momento speciale con la parrocchia
di San Michele, allo stesso modo il parroco, don Aldo
Manfredini, ha espresso tutta la propria gratitudine, anche a
nome della comunità, per la disponibilità e il dono prezioso
della presenza di mons. Napolioni. Alle parole si è aggiunto
un semplice segno, uno scrigno contenente una raffigurazione
dell’Ultima Cena e un rotolo con i nomi dei ragazzi della
parrocchia, «il futuro già presente della nostra comunità,
così che il Vescovo possa custodire il ricordo di queste
giornate per noi così speciali e significative».
Si è conclusa dunque in un clima di festa la visita pastorale
alla parrocchia di San Michele Vetere, esortata da mons.
Napolioni, a conclusione della celebrazione finale, «a
proseguire il proprio cammino di sequela non solo insieme a
tutte le sorelle e i fratelli della comunità, ma dell’intero
territorio cittadino», così da essere veri testimoni di Gesù
per le strade.

Giornata del malato: il 16
febbraio Messa del Vescovo
all’Ospedale Oglio Po
Ricorre quest’anno il 30° anniversario dell’istituzione della
Giornata mondiale del malato. Voluto da Giovanni Paolo II,
questo appuntamento viene celebrato l’11 febbraio, memoria
liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, con lo scopo
tra l’altro di sensibilizzare i fedeli, le istituzioni
sanitarie e la stessa società civile alla necessità di
assicurare la migliore assistenza agli infermi.

Nell’occasione l’Ufficio diocesano per la Pastorale della
salute, diretto da don Maurizio Lucini (che è anche uno degli
assistenti spirituali dell’Ospedale di Cremona), oltre a
mettere a disposizione delle parrocchie e delle strutture
sanitarie materiale per l’animazione della Giornata, promuove
una celebrazione diocesana con la presenza del Vescovo in una
delle strutture sanitarie del territorio. Quest’anno è stato
scelto l’Ospedale Oglio Po di Vicomoscano (Casalmaggiore)
dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Cremona, dove il
Vescovo di Cremona Antonio Napolioni presiederà la Messa nel
pomeriggio di mercoledì 16 febbraio, alle ore 16. La
celebrazione potrà essere seguita in diretta televisiva su
Cremona1 e via streaming sui canali web della diocesi (il
portale internet diocesidicremona.it, la pagina facebook e il
canale youtube ufficiali).

L’iniziativa si colloca all’interno di “La cura e la
spiritualità”, la proposta dei cappellani dell’Ospedale di
Cremona e dell’Oglio Po rivolta a degenti, visitatori e
operatori: il primo appuntamento nel pomeriggio dell’11
febbraio con Rosario e Messa (dalle 16 a Vicomoscano, dalle
16.30 a Cremona). Dopo la celebrazione con il Vescovo del 16
febbraio all’Oglio Po, l’iniziativa si concluderà giovedì 17
febbraio alle 16 nella cappella dell’Ospedale di Cremona con
l’adorazione eucaristica per curanti e operatori sanitari.

Per la Chiesa italiana, la settimana che porta alla
celebrazione della Giornata del malato si è aperta con la 44ª
Giornata nazionale per la vita che ha avuto per tema
“Custodire ogni vita”. Non si tratta di una coincidenza, ma è
questa la prospettiva che arricchisce di senso e significato
“la risposta alla logica dello scarto”, perché “ogni vita va
custodita, sempre!”, come ha ricordato Papa Francesco dopo la
recita dell’Angelus di domenica 6 febbraio. Purtroppo, come ha
recentemente ribadito il Consiglio episcopale permanente della
CEI, “in tempi come questi la tentazione della cultura dello
scarto si fa ancora più insidiosa e può creare il terreno
favorevole all’introduzione di norme che scardinano i presidi
giuridici a difesa della vita umana. È nelle situazioni di
estrema fragilità che il nostro ascolto si fa accompagnamento
e aiuto, necessari a ritrovare ragioni di vita”.

In questo senso l’impegno diventa testimonianza concreta nelle
numerose “locande del buon samaritano” – così definite da Papa
Francesco nel messaggio per la 30ª Giornata mondiale del
malato – in cui malati di ogni genere “possono essere accolti
e curati, soprattutto coloro che non trovavano risposta alla
loro domanda di salute o per indigenza o per l’esclusione
sociale o per le difficoltà di cura di alcune patologie”. Sono
realtà preziose da promuovere sempre di più perché parlano di
quell’amore misericordioso che nella storia ha generato opere
di Vangelo.

 Alla Giornata del malato è dedicata la puntata di Chiesa di
                             Casa
         in onda questa sera sui canali web diocesani

 «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è
 misericordioso», sussidi per la preghiera nella XXX Giornata
 del Malato
«Famiglia, luogo di bellezza
e      solidarietà».      La
riflessione di Johnny Dotti
nella    Giornata    “Amoris
Laetitia”
«Il principio della famiglia è essere il “tu” dell’altro. Il
sacramento del matrimonio è dunque l’esperienza che ci porta
al di fuori di noi stessi»: così Johnny Dotti, pedagogista e
imprenditore sociale, nel suo intervento durante la Giornata
delle Famiglie, che si è svolta nella mattinata di domenica 13
febbraio presso il Seminario Vescovile di Cremona, di nuovo in
presenza dopo la sospensione dovuta all’emergenza sanitaria.

“La famiglia vive l’amore” è stato il titolo scelto dai
coordinatori dell’Ufficio Famiglia diocesano – i coniugi Maria
Grazia e Roberto Dainesi, insieme a don Enrico Trevisi – per
ribadire l’importanza della relazione d’amore che sta alla
base di ogni dinamica familiare.

Ad aprire la mattinata è stato un breve intervento del Vescovo
Napolioni, che, dopo aver guidato la preghiera, si è rivolto
alle numerose famiglie presenti, provenienti dall’intera
diocesi. «C’è bisogno di voi nella comunità cristiana – ha
detto il Vescovo – perché tutti noi abbiamo la necessità di
vedere esempi belli di relazioni d’amore illuminate dalla
presenza del Signore».
Alle parole di Napolioni hanno fatto eco quelle di Maria
Grazia e Roberto Dainesi, che hanno ricordato come la Giornata
delle Famiglie si inserisca nelle celebrazioni per l’anno
Famiglia Amoris Laetitia, «durante il quale il Papa ci ha
invitati a rileggere le declinazioni e le indicazioni del
documento a cinque anni dalla pubblicazione, focalizzando
l’attenzione proprio sulla centralità dell’amore».

  Ascolta l’audio integrale dell’intervento di Johnny Dotti

                   iFrame is not supported!
Partendo da questa premessa, Johnny Dotti ha poi proposto una
propria riflessione seguendo un percorso articolato in tre
punti, e che ha messo in luce come «la famiglia sia il luogo
dell’accettazione della fragilità, della deponenza e del
perdono. È in questa dimensione che si manifesta la bellezza
della vita, la possibilità di sperimentare il Regno di Dio.
Non perché sia tutto semplice, al contrario, ma perché
nell’esperienza familiare si vive l’uscita da sé».

Il pedagogista bergamasco, prendendo spunto dalla propria
esperienza di vita e di fede, ha dunque tentato di offrire
qualche strumento utile a rileggere le dinamiche familiari che
ciascuno sperimenta quotidianamente, ricordando che «non solo
la famiglia è luogo di accoglienza dell’altro, ma anche di
condivisione, soprattutto di ciò che non si ha. In questo
senso, allora, essa permette di sperimentare la grazia e la
solidarietà».

Johnny Dotti ha poi concluso il proprio intervento
concentrandosi sull’autorità, «che non ha necessariamente a
che fare con il potere, ma è l’elemento che autorizza». Da qui
la provocazione: «La famiglia è luogo in cui si autorizza,
cioè in cui si corre il rischio del fallimento e della
delusione? Solo in questo modo è possibile abitare quello
spazio di libertà che permette all’altro di essere tale,
coniuge o figlio che sia».
Mogli, mariti, madri e padri hanno allora avuto modo, grazie
alla relazione proposta da Johnny Dotti, di fermarsi a
riflettere e ragionare sulle dinamiche tipiche dell’esperienza
familiare, tenendo presente quanto l’amore, inteso come
vocazione, abbia da dire al vissuto di ciascuno.

Per i bambini, invece, la Giornata delle Famiglie ha avuto una
declinazione differente. La Compagnia dei Piccoli ha infatti
proposto uno spettacolo dal titolo “To Play”, che ha aiutato
anche i più giovani a riflettere sul tema del gioco e delle
dinamiche relazionali in modo divertente e leggero.

La mattinata si è poi conclusa con la celebrazione
eucaristica, presieduta dal vicario episcopale don Gianpaolo
Maccagni, durante la quale le famiglie hanno affidato al
Signore, insieme, le loro speranze, timori e fatiche, con la
consapevolezza di non essere lasciate sole. “La famiglia vive
l’amore” non è allora un titolo casuale per la Giornata delle
Famiglie. Piuttosto ha la doppia valenza di consapevolezza, da
una parte, e di missione, dall’altra.

Comunità         energetiche
rinnovabili: una frontiera
per   l’ecologia   integrale
anche per la diocesi di
Cremona
In questi tempi sentiamo molto parlare di transizione
ecologica, attenzione all’ambiente, ecologia integrale. È di
questi giorni la notizia che il Parlamento italiano ha
modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione introducendo
per la prima volta in modo esplicito nel testo della Carta
l’impegno alla tutela dell’ambiente.

L’art. 9 integra la tutela del paesaggio e del patrimonio
storico e artistico con la «tutela dell’ambiente, della
biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle
future generazioni».

Nell’articolo 41, quando parla di iniziativa economica,
privata e libera, che non può svolgersi «in contrasto con
l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza,
alla libertà, alla dignità umana» aggiunge che non può recare
danno «alla salute, all’ambiente»; quindi afferma che salute e
ambiente sono valori assoluti come la libertà, la sicurezza e
la dignità umana.

Il ministro Giovannini, in una lettera al giornale Avvenire,
commentando questo cambiamento, scrive: «Cambiare i principi
fondamentali su cui si basa la convivenza civile non basta.
Servono azioni, collettive e individuali, coerenti con questi
principi. Servono leggi e regole per tutelare pienamente nella
pratica quei principi. Ma serve anche una cultura comune
basata su quei principi in grado di farci affrontare con
successo le grandi sfide attuali e future, coniugando le
esigenze economiche, la giustizia sociale e quella ambientale,
per costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile basato
sull’ecologia integrale di cui parla papa Francesco»

Questi temi che come cristiani abbiamo approfondito con la
lettura e la meditazione della Dottrina Sociale della Chiesa e
in particolare con l’enciclica Laudato Si’. Si tratta di temi
che devono stimolare la nostra attenzione e la nostra
cittadinanza attiva.

Un ambito di cui sentiamo spesso parlare in questi giorni, ad
esempio,   è quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili
(CER).
Ma che cosa sono?

Eugenio Bignardi

Il documento “La sfida delle comunità energetiche”,
recentemente pubblicato dal Comitato scientifico e
organizzatore della 49ª Settimana sociale dei cattolici
italiani svoltasi a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021, spiega
che «non si riducono a una scelta tecnica, ma sono il frutto
di un cammino spirituale e antropologico fatto insieme in
questi anni come Chiesa in ascolto del territorio». Sono cioè
«il sogno comune di una comunità che coopera e cammina
insieme», oltre che «un modo concreto di riaffermare
“l’ecologia integrale” come nuovo modello di sviluppo umano e
sostenibile e per contribuire a guarire il pianeta dalle
minacce del riscaldamento globale, dall’inquinamento e delle
tante dimensioni dell’insostenibilità ambientale».

Anche la nostra diocesi si sta indirizzando su questo cammino:
la Commissione diocesana di Pastorale sociale ed il Gruppo
Diocesano Laudato Si’, su sollecitazione anche del Vescovo,
hanno costituito un gruppo di lavoro che, dopo aver studiato
le nuove disposizioni in merito, ed analizzato lo stato
attuale del nostro tessuto territoriale, proporranno al
Consiglio Pastorale diocesano e a tutte le realtà ecclesiali e
sociali un progetto di CER per la nostra diocesi.

Le Comunità energetiche, finalizzate ad uno sviluppo
sostenibile, poggiano su tre pilastri: sostenibilità
ambientale, sostenibilità economica, sostenibilità sociale.

Un grande lavoro dove essere fatto per la formazione delle
comunità e dei singoli per condividere tutte le finalità di
questo percorso. La CER non è solo una risposta concreta alla
crisi climatica ed ambientale, ma l’inizio di un cammino di
conversione ecologica. Non perché abbiamo paura di un futuro
catastrofico, ma perché ci piace vivere in armonia con il
creato.

                                              Eugenio Bignardi
             (incaricato diocesano Pastorale sociale e lavoro)
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