Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano
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Visita pastorale, dal 19 al 20 febbraio tappa a San Sebastiano Con la visita pastorale ormai alle porte, la parrocchia dei Santi Fabiano e Sebastiano, a Cremona, si prepara ad accogliere mons. Antonio Napolioni in un clima estremamente familiare. Saranno infatti le famiglie ad avere una significativa occasione di incontro con il Vescovo nel fine settimana del 18/20 febbraio. «Abbiamo voluto fortemente un momento dedicato ai nostri gruppi famiglia – racconta il parroco, don Massimo Calvi – perché, oltre ai genitori dei bambini che frequentano il percorso di iniziazione cristiana, nella nostra parrocchia ci sono, storicamente, altri due percorsi di formazione: uno dedicato alle famiglie con figli piccoli, mentre l’altro, nato in seno alla comunità e sostenuto da Azione Cattolica, è un cammino di autoformazione da parte degli adulti stessi». Nel pomeriggio di sabato, allora, sarà mons. Napolioni a guidare l’incontro che vuole essere «occasione di ripartenza per tutti, dopo le fatiche causate dall’emergenza sanitaria». Il contatto con le persone e le famiglie della parrocchia, però, avverrà anche nelle case, con il Vescovo che visiterà alcune realtà del territorio nelle mattinate di venerdì 18 e sabato 19 febbraio. Accanto a quello per le famiglie, ci sarà poi un momento dedicato al gruppo della terza età, il cui percorso di catechesi si è interrotto durante i mesi passati, ma che, grazie alla presenza del Vescovo, «potrà ritrovare slancio e motivazione» a partire dalla celebrazione eucaristica, seguita da un breve incontro, alle 15.30 di sabato. A seguire, poi, ci sarà modo di incontrare mons. Napolioni per
tutti gli operatori pastorali e i volontari della Caritas, che accompagnano e sostengono la parrocchia nella quotidianità. Nella serata di sabato, invece, il Vescovo si confronterà con gli educatori della parrocchia, ossia tutti coloro che guidano percorsi formativi e di catechesi. Non mancherà lo spazio per i gruppi preadolescenti e adolescenti, che, insieme ai giovani, incontreranno mons. Napolioni, in oratorio, nella serata di venerdì. La proposta si inserisce all’interno dei rispettivi percorsi di catechesi, coordinati dal vicario, don Marco Notarangelo, e ha lo scopo di «aiutare i ragazzi a sentire più vivo il legame con il Vescovo e, dunque, con tutta la Chiesa cremonese» racconta don Calvi. Già concluso, invece, il momento dedicato alla Parola, a cui il Vescovo ha partecipato nella serata di martedì 15 febbraio, condividendo con i parrocchiani il consueto incontro di riflessione, formazione e discernimento vissuto a partire dal Vangelo domenicale. La visita pastorale a San Sebastiano rappresenta allora per la comunità un momento significativo per ripartire sotto la guida del proprio pastore. «Proprio in quest’ottica – conclude il parroco – abbiamo preparato questo momento insieme al Consiglio Pastorale, così che possa essere espressione piena della comunità di cui facciamo parte». Giornata del Malato, il Vescovo all’ospedale Oglio
Po: «C’è speranza quando la comunità si prende cura delle membra più deboli» La photogallery completa della visita del Vescovo all’Oglio Po Dame e barellieri dell’Unitalsi hanno accompagnato i malati nelle prime file della cappella dell’ospedale Oglio Po di Vicomoscano (Casalmaggiore); con gli schermi nei corridoi e attraverso la diretta televisiva nelle stanze dei reparti, operatori sanitari e malati hanno partecipato alla Messa presieduta dal Vescovo Antonio Napolioni. Benedicendo l’acqua all’inizio dell’Eucaristia, il Vescovo ha ricordato la memoria liturgica della Madonna di Lourdes, che da 30 anni, ogni 11 febbraio, è occasione per celebrare la Giornata del Malato, la cui celebrazione in diocesi, quest’anno, è stata posticipata di alcuni giorni per la concomitanza della Visita pastorale e per non rinunciare all’incontro diretto con la comunità dell’ospedale. «In diversi luoghi in cui Maria è apparsa – ha osservato monsignor Napolioni – è sgorgata una fonte che ci dice che il deserto fiorirà, che la sete dell’uomo verrà saziata, che Lui è davvero verità, vita e strada».
A concelebrare l’incaricato diocesano per la pastorale della Salute don Maurizio Lucini, il cappellano dell’ospedale Alfredo Assandri, il vice cappellano don Maurizio Germinasi, il Superiore dei frati minori cappuccini del Santuario della Beata Vergine della Fontana padre Francesco Serra, don Cesare Castelli, collaboratore parrocchiale di Casalmaggiore, don
Mario Martinengo, collaboratore parrocchiale di Bozzolo e San Martino dell’Argine e il diacono Luigi Lena. Nella sua omelia monsignor Napolioni riflette sulla Parola e sulla vicinanza del Vangelo alle fragilità concrete della vita: «Siamo chiamati a metterla in pratica – ha detto – non è uno spettacolo da osservare da lontano, è realtà». Una realtà raccontata nell’episodio evangelico della guarigione del cieco di Betsaida: «Nel tempo Gesù Risorto ha continuato ad attuare questa scena di incontro e di guarigione di chi è stato portato a lui per i suoi bisogni più profondi». Ed è la Chiesa – ha poi proseguito l’omelia – intesa nel suo senso più ampio a rendere presente questa azione di Cristo: «Saremo giudicati sull’amore concreto, su come avremo accolto le fragilità nostre e dei fratelli – ha ricordato il Vescovo – Le mani di Gesù che toccano un malato sono quelle dei medici, infermieri, famigliari, amici… Poi sono anche quelle consacrate di chi assolve dai peccati e dona l’Eucaristia, ma non dobbiamo mai separare rigidamente le cose degli uomini dalle cose di Dio, né confonderle arbitrariamente. C’è un ordine, un’armonia: c’è il momento della preghiera e quello della scienza, c’è il bisogno di chi si prende cura del nostro corpo e quello di chi ci aiuta a cogliere il senso ultimo della fragilità della vita affidandoci a Dio senza paura». Continuando nella lettura della pagina evangelica, il Vescovo ha dunque sottolineato come ci sia una comunità, una famiglia, che conduce il cieco da Gesù: «Non vale forse per tutti noi che a volte siamo ciechi nello spirito? A questo mondo a volte accecato da luci artificiali e trappole? Eppure qualcuno ci porta da Gesù. Gesù è disponibile ad incontrarci, sta anche ai cristiani non impedire questo incontro, non ostacolarlo». Soprattutto, ha concluso, di fronte alla fragilità e alla malattia: «Il momento della crisi può essere provvidenziale, il momento della malattia può riscattare una vita se ci permette di andare incontro al Signore e accoglierne la
Grazia». Concludendo la sua riflessione il Vescovo ha poi richiamato un’espressione contenuta il Messaggio scritto da Papa Francesco per la Giornata mondiale del malato 2022: «“Toccare la carne sofferente di Gesù”. Anche l’esperienza della pandemia ci insegna, lo ha insegnato anche a me durante i giorni del ricovero: è Cristo che si prende cura di Cristo; è Cristo nel curante ed è Cristo nel malato. Siamo tutti parte di un unico mistero che si compie nel cuore di Dio: umanità fragile, ma benedetta, amata e custodita, purché ciascuno facendo la sua parte sia testimone nel mondo che c’è speranza perché c’è cura anche delle membra più deboli della comunità» Prima della benedizione il Vescovo ha reso omaggio alla statua della Vergine Immacolata, pregando con la preghiera della Giornata del Malato per l’affidamento in particolare di ammalati, infermi, persone sole e anziane e tutti gli operatori sanitari. Infine un momento cordiale con il saluto Rosario Canino, direttore sanitario dell’Asst di Cremona, a nome della Direzione strategica, con un messaggio di gratitudine al Vescovo per la sua presenza e «a tutti gli operatori sanitari e ai volontari per tutto quello che hanno fato in questi anni. Dobbiamo essere orgogliosi – ha concluso Canino – per quanto è stato fatto».
Prima della conclusione spazio anche a due doni significativi al Vescovo da parte del personale dell’Oglio Po: una fotografia ispirata al tema della natività scattata dal biologo dell’ospedale Oglio Po Paolo Mangoni e una raccolta poesie di Anna, una Oss che da trent’anni lavora nella struttura di Vicomoscano. Angela Bigi, a nome della cappellania dell’ospedale, ha poi presentato il progetto “Adotta un malato o un anziano”, attraverso cui un gruppo di volontari si impegna ad effettuare almeno una telefonata a settimana a persone malate o anziani soli che lo chiederanno anche dopo la dimissione dall’ospedale. Un segno di vicinanza e cura per le fragilità sottolineato da monsignor Napolioni che lo ha collegato alla proposta avanzata dalla Diocesi per la Quaresima della Carità, che prevede il dono di un pasto domenicale proprio per chi vive nella solitudine: «Sono gesti – ha commentato – per uscire dal guscio della solitudine, della chiusura, della paura… facendo passi gli uni incontro agli altri» Dopo la Messa, con il cappellano don Alfredo Assandri,
accompagnato dal direttore Canino e da Angela Bigi, il Vescovo ha visitato i reparti di Dialisi, Pronto Soccorso, Cardiologia, Terapia intensiva e Chirurgia, per un incontro con gli operatori e portare un sorriso e una parola di vicinanza e di conforto ai malati che lo hanno accolto nelle loro stanze.
Tanta voglia di Pasqua! Il messaggio del Vescovo per la Quaresima Di seguito pubblichiamo il messaggio del vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, per la Quaresima 2022. Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, arriva il tempo della Quaresima, quest’anno denso di speranza per la fine della pandemia, e di impegno per alleviarne le dolorose conseguenze nelle persone più fragili, nelle famiglie più povere, nelle comunità più provate e a volte anche divise. Mentre vivo il dono della visita pastorale, vedo crescere silenziosamente “tanta voglia di Pasqua”, ossia il desiderio
di sperimentare che il deserto fiorisce, la vita rinasce, anche dalle ceneri di sofferenze e paure come quelle che ci hanno attanagliato e avvilito. Il vangelo di Gesù ci ha sempre fatto compagnia con la sua luce, che ora crescerà, di settimana in settimana: invito tutti a darsi “il giorno dell’ascolto” e, in comunità o almeno in casa, fermarsi a riflettere sulla Parola di Dio, che nei tempi forti è davvero come spada a doppio taglio che fa verità in noi e ci riconcilia, con Dio e con la realtà. Il desiderio del padre, in particolare, è quello di vedere la famiglia radunata alla stessa mensa, specie nel giorno di festa, per raccontare e rallegrarsi del bene che, nascosto, si moltiplica tra i cuori semplici. Pregustiamo le domeniche dei prossimi mesi come tappe di una progressiva riscoperta della comunità, corpo di Cristo risorto, e di quanto è bello camminare insieme. Senza dimenticare la lezione di questi anni, dura scuola di essenzialità e di vera gioia, quella di chi si prende cura di sé, degli altri, del creato. L’itinerario quaresimale è denso di simboli e richiami, che ciascuno saprà coltivare secondo la sua intelligenza spirituale: preghiera, elemosina e digiuno (dal peccato e dal superfluo, innanzitutto) restano sempre modalità attuali ed efficaci di crescita umana e cristiana. La voglia di Pasqua che lo Spirito alimenterà in noi si manifesti non tanto negli eccessi esteriori, quanto nel guardarsi negli occhi e commuoversi per il miracolo della vita, tra i bambini come tra gli anziani. Diventi così voglia di Eucaristia, del Signore che si fa pane spezzato, cibo di vita eterna per tutti quanti hanno fame e sete di ciò che non delude e non tramonta. Dio vuole certamente che ogni domenica sia una buona domenica per tutti, anche per chi è più solo ed emarginato. Perché questo si realizzi, ci aiuterà una bella proposta che viene dalla Caritas diocesana, insieme alla San Vincenzo: portare in dono il pasto della domenica ad anziani soli e/o a persone in difficoltà economica. Non si tratterà solo di risolvere un
problema materiale, quanto di far sentire la vicinanza familiare della comunità cristiana, che si preparerà con cura, con l’aiuto dei volontari come dei bambini, a questo bel gesto di attenzione e condivisione. Verranno date tutte le informazioni ed indicazioni utili a predisporre bene nelle comunità questa iniziativa, dal grande valore educativo. Anche la raccolta quaresimale di offerte economiche verrà utilizzata a questo scopo. Tanta voglia di Pasqua, di risurrezione, c’è certamente in ogni anima inquieta, in tutti noi peccatori bisognosi di perdono e di pace. Auguro a me stesso e a voi di attraversare i quaranta giorni della Quaresima come un tempo propizio alla conversione, un deserto di ritorno filiale a Dio che tanto ci ama, un’esperienza personale e profonda della grazia che ci riconcilia e ci salva. Preghiamo gli uni per gli altri, perché sia sempre una buona domenica per questo mondo! + Antonio Napolioni vescovo di Cremona Scarica il testo del messaggio in formato pdf “Buona domenica”: il progetto di carità per la Quaresima 2022
“Buona domenica”: il progetto di carità per la Quaresima 2022 “Buona domenica” è lo slogan della Quaresima di carità 2022: un tempo, quello in attesa della Pasqua, che intende aiutare le comunità a preparare anche una attenzione caritativa nei confronti di persone sole, in particolare di anziani. Dopo questa fase, infatti, nel tempo pasquale, ogni domenica, si organizzerà una distribuzione domiciliare di un pasto completo da asporto ad anziani oppure a persone sole. Scarica la locandina della Quaresima di Carità 2022 Il progetto ha sicuramente finalità di un aiuto concreto, ma risponde soprattutto ad una scelta di fondo: il coinvolgimento di tutta la comunità nel vivere una azione di carità. È una semplice, ma importante possibilità di promuovere un servizio nuovo, in grado di stimolare e coinvolgere la vicinanza della parrocchia e del territorio a persone in difficoltà e, così, diventare segno di legami e di fraternità. Lo scopo è quindi quello di raggiungere e riavvicinare persone sole, che, a volte, hanno pudore a chiedere. Chi coinvolge? Il progetto viene proposto a tutte le parrocchie, le caritas e le associazioni di volontariato ed è realizzato in collaborazione con le conferenze della S. Vincenzo. In particolare viene chiesto: ai volontari dei centri di ascolto e agli adulti in generale di segnalare e contattare persone anziane o sole con cui condividere il progetto
ai giovani di consegnare a domicilio le borse con i pasti confezionati ai bambini, ai catechisti e alle famiglie di aggiungere ogni settimana un piccolo pensiero (per esempio una preghiera, un disegno fatto dei bambini, ecc.) da inserire in ogni borsa ai ristoratori o alle gastronomie (oppure cooperative o case di riposo…) del luogo di preparare un servizio professionale retribuito (magari scontato) Periodo di realizzazione In Quaresima si prendono i contatti (anziani e persone sole; volontari; ristoratori; catechisti) e si predispone il progetto, coordinandosi con la Caritas diocesana Da Pasqua a Pentecoste, ogni domenica, si consegnano i pasti a domicilio Successivamente, ogni parrocchia valuta il progetto e decide se e in che modo proseguire con risorse proprie durante l’anno (una volta al mese; in Avvento; con pranzi condivisi -quando possibile; ecc…) La Caritas diocesana Le realtà che vorranno aderire al progetto prendono contatto con la Caritas diocesana, che si impegna a: sostenerne il coordinamento coprire in toto o in parte (su fatturazione del ristoratore), il costo dei pasti per i due mesi indicati Per info e adesioni al progetto:
Telefono: 0372 35063 (chiedere di Diana) Mail: caritas@diocesidicremona.it Indirizzo: via Stenico 2/B – Cremona Chiunque può sostenere il progetto diocesano con libere offerte: nelle parrocchie della Diocesi di Cremona presso gli uffici di Caritas Cremonese (via Stenico 2/B – Cremona) con versamento su conto corrente bancario IBAN: IT 74 E 03069 11400 100000061305 intestato a Caritas Cremonese con versamento su conto corrente bancario IBAN: IT 57 H 05156 11400 CC0540005161 intestato a Fondazione San Facio attraverso con versamento su conto corrente postale n. 68 411 503 intestato a Fondazione San Facio attraverso Donazioni deducibili con bonifico, assegno o versamento postale Scarica e condividi il post social
Tanta voglia di Pasqua! Il messaggio del Vescovo per la Quaresima La via della Croce: proposta quaresimale per il mondo universitario “La via della Croce” è la proposta quaresimale pensata dall’Ufficio diocesano per la Pastorale universitaria, diretto da don Maurizio Compiani, in sinergia con la sede cremonese dell’Università Cattolica del S. Cuore e il Museo Diocesano di Cremona, in modo particolare per il mondo universitario, ma che include anche alcuni appuntamenti aperti a tutti. Si tratta di un “itinerario” verso la Pasqua sul tema del mistero cristiano della Croce, organizzato in vari momenti che uniscono cultura, arte e spiritualità. L’avvio è dato dall’intervento dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, che il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, nell’aula magna della sede cremonese dell’Università Cattolica (ore 11) terrà una riflessione in forma di lectio magistralis, sul tema: “Scientia Crucis. La sapienza della Croce innanzi alle sfide contemporanee”. Dato il perdurare delle restrizioni sanitarie, la partecipazione in presenza è riservata alla comunità universitaria, ma sarà comunque possibile a chiunque seguire l’evento in diretta su Cremona1 e in streaming sui canali social dell’Università Cattolica. Nei seguenti mercoledì di Quaresima (9, 16, 23 e 30 marzo),
riservato al mondo universitario (studenti, docenti e personale non docente) l’opportunità di prenotare presso l’Ufficio diocesano di Pastorale universitaria una visita gratuita al nuovo Museo Diocesano, anche in orario serale (per prenotare compilare il form diocesidicremona.it/adcrucem). L’iniziativa si intitola: “Ad Crucem: Il mistero della Croce nei tesori cremonesi”. La visita sarà introdotta da una breve riflessione su un’opera presente nella sezione riguardante la Passione di Cristo, quindi sarà lasciato tempo libero per ammirare le altre sezioni del museo Infine, mercoledì 6 aprile, alle 21 nella chiesa di S. Luca, la “Elevatio Crucis. Contemplando il mistero della Croce”: la meditazione di alcuni testi biblici riguardanti la Croce chiude il percorso introducendo, al tempo stesso, alla Settimana Santa. La riflessione sarà tenuta dal biblista don Maurizio Compiani. L’appuntamento è aperto a tutti e non necessita di prenotazione. Scarica la locandina degli eventi per tutti Scarica la brochure informativa completa Fondazione Banca Popolare di Cremona e Associazione Popolare di Crema per il
Territorio a sostegno dei progetti Caritas cremonese e cremasca con il Fondo Povertà Diecimila euro dalla Fondazione Banca Popolare di Cremona e 20mila euro dall’Associazione Popolare di Crema per il Territorio vanno a sostenere l’innovativo progetto Comunità che si prendono cura, un progetto a due fronti curato da Caritas che mentre a Cremona e nell’Oglio Po sperimenta un inedito piano operativo per il sostegno alimentare (da realizzare anche con l’aiuto di realtà della produzione e del commercio locali), a Crema mira a rafforzare il Patto Generativo già avviato con alcune specifiche attività dedicate al tema dell’abitare. Digitalizzazione, scambio di informazioni fra centri d’ascolto, nuove modalità di distribuzione e personalizzazione degli aiuti sono alcune delle caratteristiche di un progetto innovativo anche nella valutazione dell’impatto. Lo stanziamento iniziale sui due progetti da parte del Fondo era di 136.518,32 euro. “Il comitato di gestione del Fondo Povertà – spiega Renzo Rebecchi, proboviro di Fondazione Comunitaria della provincia di Cremona – ha considerato l’opportunità di sollecitare le due Caritas diocesane Cremonese e Cremasca per studiare progetti interconnessi e con autonomia gestionale ma dalla strategia condivisa, utile per uno scambio di competenze e per trasferire da un lato e dall’altro aspetti di buona attività. Da entrambe le Diocesi c’è stata piena disponibilità. Questo progetto ‘bifronte’ è stato illustrato al mondo economico cremonese trovando una adesione importante da parte della Fondazione Banca Popolare di Cremona e dell’Associazione Popolare di Crema per il Territorio. Queste due realtà hanno pensato di affiancare Cariplo in questi due progetti di durata biennale, che ora sono in fase avanzata, e in grado di salvare il principio di territorialità, superando la segmentazione per
il raggiungimento di migliori obiettivi”. “Quando ci è stata proposta questa forma di collaborazione, abbiamo subito raccolto l’invito con grande piacere – commenta Ernesto Quinto, il presidente di Fondazione Banca Popolare di Cremona -. Era un tema, quello dell’emergenza povertà, sul quale volevamo intervenire direttamente, ma aderendo al percorso avviato da Caritas appoggiata dal Fondo povertà abbiamo avuto la possibilità di ampliare le disponibilità finanziarie a disposizione. Da qui nasce la nostra piena condivisione dell’idea sposata anche dalla Fondazione Comunitaria della provincia di Cremona. Siamo molto convinti che questo progetto possa pienamente realizzare gli obiettivi della Fondazione Banca Popolare, intervenendo nel sociale e aiutando chi oggi è più fragile anche per effetto della pandemia”. “L’associazione – spiega Giorgio Olmo, presidente dell’Associazione Popolare di Crema per il Territorio – ha condiviso il progetto della Fondazione, apprezzandone oltre ai contenuti , anche l’intento intrinseco: lavorare in sinergia tra vari attori provinciali, per rispondere alle necessità dei territori, consentendo così di valorizzare il progetto di Caritas, che ha effettuato con grande professionalità un’attenta analisi delle peculiarità locali. Cremona e Crema hanno evidenziato bisogni immediati, sebbene differenti, sui quali le esperienze pregresse di ogni realtà hanno consentito di esprimere una maggiore efficacia progettuale. Questo contributo viene erogato dall’Associazione Popolare, e in piena fiducia perché nelle mani di una realtà qualificata come Caritas, soggetto capace di rispondere a bisogni concreti. La collaborazione al progetto anche del Comune di Crema ha sottolineato l’effetto moltiplicatore di contributi, che apprezziamo molto: un’idea di filantropia come moltiplicatrice di conoscenze e di risorse”. La prima base del Fondo Povertà, aveva visto un iniziale stanziamento da parte di Fondazione Cariplo e della Fondazione
Comunitaria della Provincia di Cremona, per poi crescere raccogliendo le adesioni di Associazione Popolare di Crema per il Territorio, Caritas Crema, Caritas Cremona, CSV Lombardia Sud, Comunità Sociale Cremasca, Comune di Crema, ConfCooperative, Associazione Industriali Cremona, Consorzio Solco, Cooperativa Cosper, Doniamo Energia, Fondazione Banca Popolare di Cremona, Acli Cremona, Comune di Cremona e un discreto numero di privati che hanno scelto di contribuire. La compagine di aderenti è però sempre aperta a nuove adesioni, così come è aperta la possibilità di donazioni da parte dei singoli cittadini: una campagna più estesa per le donazioni verrà avviata all’inizio del prossimo anno per un coinvolgimento sempre maggiore di tutta la cittadinanza. Maggiori informazioni per chi volesse dare il proprio contributo e sostenere il fondo sono disponibili sul sito www.fondazioneprovcremona.it. Il Vescovo in visita a San Michele: «Nella comunità i riflessi della presenza del Signore»
«La certezza della presenza del Signore insieme a noi ci dona forza per rimetterci in cammino». Con queste parole del Vescovo, mons. Antonio Napolioni, si è conclusa la visita pastorale che ha coinvolto la parrocchia di San Michele Vetere, a Cremona, tra venerdì 11 e domenica 13 febbraio. La Messa domenicale delle 11 si è aperta con un saluto del parroco, don Aldo Manfredini, che ha concelebrato insieme ai collaboratori don Pier Altero Ziglioli e don Achille Bonazzi, ed è stata l’occasione per «riunire, davanti al Signore, le molte persone, famiglie e gruppi che in questi giorni hanno incontrato il nostro Vescovo». Numerosi, infatti, sono stati i momenti che mons. Napolioni ha avuto modo di condividere con la comunità. Momenti che hanno lasciato il segno, tanto che, nella sua omelia, il Vescovo ha voluto sottolineare come «la parrocchia che ho incontrato mi è parsa davvero aperta, disponibile ed accogliente, unita e desiderosa di vivere il Vangelo. Vi ringrazio per tutto questo, ma vi rivolgo lo stesso monito della Parola di oggi: attenzione a non sentirsi arrivati».
Un riferimento, quello al Vangelo, che ha accompagnato tutto l’arco della visita: oltre al consueto momento di condivisione, solitamente curato dal diacono Walter Cipolleschi, Napolioni ha partecipato a diversi momenti di preghiera, in particolar modo con gli anziani e con le persone che sperimentano la sofferenza. Ed è proprio alla luce della Parola che, durante la Messa, il Vescovo ha esortato tutti a tenere presente che «la certezza della Resurrezione è la nostra forza, il fondamento che ci permette di affrontare il domani, anche nelle situazioni in cui il dolore sembra opprimerci. Il Signore è con noi, e ciò che abbiamo vissuto in questi giorni ne è la testimonianza più bella». Lo sguardo verso il futuro ha avuto anche una declinazione concreta durante la tre giorni di San Michele. Nella giornata di sabato, infatti, mons. Napolioni ha incontrato prima le famiglie dei bambini battezzati nell’ultimo anno, successivamente i ragazzi del cammino di catechesi della parrocchia e, infine, il gruppo adolescenti. «Se ci guardiamo intorno – ha poi riportato il Vescovo nella sua omelia – possiamo scorgere i riflessi della presenza del Signore. Vedere che, tra le tante attività della settimana, ci sono persone che vivono ed accolgono il desiderio di riunirsi davanti al Signore è motivo di commozione, è il segno del fatto che Cristo vive in mezzo a noi». E se, da un lato, il pastore della Chiesa cremonese si è detto felice di aver condiviso un momento speciale con la parrocchia di San Michele, allo stesso modo il parroco, don Aldo Manfredini, ha espresso tutta la propria gratitudine, anche a nome della comunità, per la disponibilità e il dono prezioso della presenza di mons. Napolioni. Alle parole si è aggiunto un semplice segno, uno scrigno contenente una raffigurazione dell’Ultima Cena e un rotolo con i nomi dei ragazzi della parrocchia, «il futuro già presente della nostra comunità, così che il Vescovo possa custodire il ricordo di queste giornate per noi così speciali e significative».
Si è conclusa dunque in un clima di festa la visita pastorale alla parrocchia di San Michele Vetere, esortata da mons. Napolioni, a conclusione della celebrazione finale, «a proseguire il proprio cammino di sequela non solo insieme a tutte le sorelle e i fratelli della comunità, ma dell’intero territorio cittadino», così da essere veri testimoni di Gesù per le strade. Giornata del malato: il 16 febbraio Messa del Vescovo all’Ospedale Oglio Po Ricorre quest’anno il 30° anniversario dell’istituzione della Giornata mondiale del malato. Voluto da Giovanni Paolo II, questo appuntamento viene celebrato l’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, con lo scopo tra l’altro di sensibilizzare i fedeli, le istituzioni sanitarie e la stessa società civile alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi. Nell’occasione l’Ufficio diocesano per la Pastorale della salute, diretto da don Maurizio Lucini (che è anche uno degli assistenti spirituali dell’Ospedale di Cremona), oltre a mettere a disposizione delle parrocchie e delle strutture sanitarie materiale per l’animazione della Giornata, promuove una celebrazione diocesana con la presenza del Vescovo in una delle strutture sanitarie del territorio. Quest’anno è stato scelto l’Ospedale Oglio Po di Vicomoscano (Casalmaggiore) dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale di Cremona, dove il Vescovo di Cremona Antonio Napolioni presiederà la Messa nel pomeriggio di mercoledì 16 febbraio, alle ore 16. La
celebrazione potrà essere seguita in diretta televisiva su Cremona1 e via streaming sui canali web della diocesi (il portale internet diocesidicremona.it, la pagina facebook e il canale youtube ufficiali). L’iniziativa si colloca all’interno di “La cura e la spiritualità”, la proposta dei cappellani dell’Ospedale di Cremona e dell’Oglio Po rivolta a degenti, visitatori e operatori: il primo appuntamento nel pomeriggio dell’11 febbraio con Rosario e Messa (dalle 16 a Vicomoscano, dalle 16.30 a Cremona). Dopo la celebrazione con il Vescovo del 16 febbraio all’Oglio Po, l’iniziativa si concluderà giovedì 17 febbraio alle 16 nella cappella dell’Ospedale di Cremona con l’adorazione eucaristica per curanti e operatori sanitari. Per la Chiesa italiana, la settimana che porta alla celebrazione della Giornata del malato si è aperta con la 44ª Giornata nazionale per la vita che ha avuto per tema “Custodire ogni vita”. Non si tratta di una coincidenza, ma è questa la prospettiva che arricchisce di senso e significato “la risposta alla logica dello scarto”, perché “ogni vita va custodita, sempre!”, come ha ricordato Papa Francesco dopo la recita dell’Angelus di domenica 6 febbraio. Purtroppo, come ha recentemente ribadito il Consiglio episcopale permanente della CEI, “in tempi come questi la tentazione della cultura dello scarto si fa ancora più insidiosa e può creare il terreno favorevole all’introduzione di norme che scardinano i presidi giuridici a difesa della vita umana. È nelle situazioni di estrema fragilità che il nostro ascolto si fa accompagnamento e aiuto, necessari a ritrovare ragioni di vita”. In questo senso l’impegno diventa testimonianza concreta nelle numerose “locande del buon samaritano” – così definite da Papa Francesco nel messaggio per la 30ª Giornata mondiale del malato – in cui malati di ogni genere “possono essere accolti e curati, soprattutto coloro che non trovavano risposta alla loro domanda di salute o per indigenza o per l’esclusione sociale o per le difficoltà di cura di alcune patologie”. Sono
realtà preziose da promuovere sempre di più perché parlano di quell’amore misericordioso che nella storia ha generato opere di Vangelo. Alla Giornata del malato è dedicata la puntata di Chiesa di Casa in onda questa sera sui canali web diocesani «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso», sussidi per la preghiera nella XXX Giornata del Malato
«Famiglia, luogo di bellezza e solidarietà». La riflessione di Johnny Dotti nella Giornata “Amoris Laetitia”
«Il principio della famiglia è essere il “tu” dell’altro. Il sacramento del matrimonio è dunque l’esperienza che ci porta al di fuori di noi stessi»: così Johnny Dotti, pedagogista e imprenditore sociale, nel suo intervento durante la Giornata delle Famiglie, che si è svolta nella mattinata di domenica 13 febbraio presso il Seminario Vescovile di Cremona, di nuovo in presenza dopo la sospensione dovuta all’emergenza sanitaria. “La famiglia vive l’amore” è stato il titolo scelto dai coordinatori dell’Ufficio Famiglia diocesano – i coniugi Maria Grazia e Roberto Dainesi, insieme a don Enrico Trevisi – per ribadire l’importanza della relazione d’amore che sta alla base di ogni dinamica familiare. Ad aprire la mattinata è stato un breve intervento del Vescovo Napolioni, che, dopo aver guidato la preghiera, si è rivolto alle numerose famiglie presenti, provenienti dall’intera diocesi. «C’è bisogno di voi nella comunità cristiana – ha detto il Vescovo – perché tutti noi abbiamo la necessità di vedere esempi belli di relazioni d’amore illuminate dalla presenza del Signore».
Alle parole di Napolioni hanno fatto eco quelle di Maria Grazia e Roberto Dainesi, che hanno ricordato come la Giornata delle Famiglie si inserisca nelle celebrazioni per l’anno Famiglia Amoris Laetitia, «durante il quale il Papa ci ha invitati a rileggere le declinazioni e le indicazioni del documento a cinque anni dalla pubblicazione, focalizzando l’attenzione proprio sulla centralità dell’amore». Ascolta l’audio integrale dell’intervento di Johnny Dotti iFrame is not supported! Partendo da questa premessa, Johnny Dotti ha poi proposto una propria riflessione seguendo un percorso articolato in tre punti, e che ha messo in luce come «la famiglia sia il luogo dell’accettazione della fragilità, della deponenza e del perdono. È in questa dimensione che si manifesta la bellezza della vita, la possibilità di sperimentare il Regno di Dio. Non perché sia tutto semplice, al contrario, ma perché nell’esperienza familiare si vive l’uscita da sé». Il pedagogista bergamasco, prendendo spunto dalla propria esperienza di vita e di fede, ha dunque tentato di offrire qualche strumento utile a rileggere le dinamiche familiari che ciascuno sperimenta quotidianamente, ricordando che «non solo la famiglia è luogo di accoglienza dell’altro, ma anche di condivisione, soprattutto di ciò che non si ha. In questo senso, allora, essa permette di sperimentare la grazia e la solidarietà». Johnny Dotti ha poi concluso il proprio intervento concentrandosi sull’autorità, «che non ha necessariamente a che fare con il potere, ma è l’elemento che autorizza». Da qui la provocazione: «La famiglia è luogo in cui si autorizza, cioè in cui si corre il rischio del fallimento e della delusione? Solo in questo modo è possibile abitare quello spazio di libertà che permette all’altro di essere tale, coniuge o figlio che sia».
Mogli, mariti, madri e padri hanno allora avuto modo, grazie alla relazione proposta da Johnny Dotti, di fermarsi a riflettere e ragionare sulle dinamiche tipiche dell’esperienza familiare, tenendo presente quanto l’amore, inteso come vocazione, abbia da dire al vissuto di ciascuno. Per i bambini, invece, la Giornata delle Famiglie ha avuto una declinazione differente. La Compagnia dei Piccoli ha infatti proposto uno spettacolo dal titolo “To Play”, che ha aiutato anche i più giovani a riflettere sul tema del gioco e delle dinamiche relazionali in modo divertente e leggero. La mattinata si è poi conclusa con la celebrazione eucaristica, presieduta dal vicario episcopale don Gianpaolo Maccagni, durante la quale le famiglie hanno affidato al Signore, insieme, le loro speranze, timori e fatiche, con la consapevolezza di non essere lasciate sole. “La famiglia vive l’amore” non è allora un titolo casuale per la Giornata delle Famiglie. Piuttosto ha la doppia valenza di consapevolezza, da una parte, e di missione, dall’altra. Comunità energetiche rinnovabili: una frontiera per l’ecologia integrale anche per la diocesi di Cremona In questi tempi sentiamo molto parlare di transizione ecologica, attenzione all’ambiente, ecologia integrale. È di questi giorni la notizia che il Parlamento italiano ha
modificato gli articoli 9 e 41 della Costituzione introducendo per la prima volta in modo esplicito nel testo della Carta l’impegno alla tutela dell’ambiente. L’art. 9 integra la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico con la «tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni». Nell’articolo 41, quando parla di iniziativa economica, privata e libera, che non può svolgersi «in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana» aggiunge che non può recare danno «alla salute, all’ambiente»; quindi afferma che salute e ambiente sono valori assoluti come la libertà, la sicurezza e la dignità umana. Il ministro Giovannini, in una lettera al giornale Avvenire, commentando questo cambiamento, scrive: «Cambiare i principi fondamentali su cui si basa la convivenza civile non basta. Servono azioni, collettive e individuali, coerenti con questi principi. Servono leggi e regole per tutelare pienamente nella pratica quei principi. Ma serve anche una cultura comune basata su quei principi in grado di farci affrontare con successo le grandi sfide attuali e future, coniugando le esigenze economiche, la giustizia sociale e quella ambientale, per costruire un nuovo modello di sviluppo sostenibile basato sull’ecologia integrale di cui parla papa Francesco» Questi temi che come cristiani abbiamo approfondito con la lettura e la meditazione della Dottrina Sociale della Chiesa e in particolare con l’enciclica Laudato Si’. Si tratta di temi che devono stimolare la nostra attenzione e la nostra cittadinanza attiva. Un ambito di cui sentiamo spesso parlare in questi giorni, ad esempio, è quello delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER).
Ma che cosa sono? Eugenio Bignardi Il documento “La sfida delle comunità energetiche”, recentemente pubblicato dal Comitato scientifico e organizzatore della 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani svoltasi a Taranto dal 21 al 24 ottobre 2021, spiega che «non si riducono a una scelta tecnica, ma sono il frutto di un cammino spirituale e antropologico fatto insieme in questi anni come Chiesa in ascolto del territorio». Sono cioè «il sogno comune di una comunità che coopera e cammina insieme», oltre che «un modo concreto di riaffermare “l’ecologia integrale” come nuovo modello di sviluppo umano e sostenibile e per contribuire a guarire il pianeta dalle minacce del riscaldamento globale, dall’inquinamento e delle tante dimensioni dell’insostenibilità ambientale». Anche la nostra diocesi si sta indirizzando su questo cammino: la Commissione diocesana di Pastorale sociale ed il Gruppo Diocesano Laudato Si’, su sollecitazione anche del Vescovo, hanno costituito un gruppo di lavoro che, dopo aver studiato le nuove disposizioni in merito, ed analizzato lo stato attuale del nostro tessuto territoriale, proporranno al Consiglio Pastorale diocesano e a tutte le realtà ecclesiali e
sociali un progetto di CER per la nostra diocesi. Le Comunità energetiche, finalizzate ad uno sviluppo sostenibile, poggiano su tre pilastri: sostenibilità ambientale, sostenibilità economica, sostenibilità sociale. Un grande lavoro dove essere fatto per la formazione delle comunità e dei singoli per condividere tutte le finalità di questo percorso. La CER non è solo una risposta concreta alla crisi climatica ed ambientale, ma l’inizio di un cammino di conversione ecologica. Non perché abbiamo paura di un futuro catastrofico, ma perché ci piace vivere in armonia con il creato. Eugenio Bignardi (incaricato diocesano Pastorale sociale e lavoro)
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