Vicenza 2 aprile 2016 Tiziana Turco Formatrice AID - Conoscenza e valorizzazione delle diversità per migliorare l'inclusione scolastica e il clima ...
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Conoscenza e valorizzazione delle diversità per migliorare l'inclusione scolastica e il clima relazionale della classe Vicenza 2 aprile 2016 Tiziana Turco Formatrice AID
Una scuola è INCLUSIVA quando … • è in grado di comprendere e accogliere le diversità/ differenze • è un’organizzazione in grado di portare ciascun alunno al massimo livello possibile di formazione personale e sociale • di costruire percorsi individualizzati idonei a far apprendere ciascun allievo
L’APPRENDIMENTO L'apprendimento/insegnamento dev'essere visto “innanzitutto come un processo unitario, in cui il meccanismo centrale è l'esplorazione, la scoperta e la rielaborazione dei dati di realtà di un campo di esperienza da parte di soggetti attivi, che imparano grazie alla costante interazione e al relativo feedback che filtra dagli uni agli altri” (Mariani e Pozzo, 2002, p. 57)
LA FORMAZIONE «Si diventa autonomi nel proprio percorso di formazione se ci si orienta verso una competenza con l'intenzione di padroneggiarla ( obiettivo di padronanza ), non semplicemente per mostrare ad altri (insegnante, compagni) di possederla ( obiettivo di prestazione ). Ciò comporta un “lavoro di riflessività” che non avviene spontaneamente. Il suo apprendimento e la sua realizzazione presuppongono molto spesso l'intervento di un mediatore o di un coach . Il soggetto dovrà esercitarsi in un clima di fiducia che gli permetta l'accesso ad una più grande lucidità nell'immagine di sé» Le Boterf, 2006
INCLUSIONE «L'idea di inclusione rappresenta una filosofia dell’accettazione fondata sulla capacità di fornire un contesto adeguato (nella fattispecie una didattica e una organizzazione scolastica) dentro cui gli alunni — a prescindere da abilità, genere, linguaggio, origine etnica o culturale — possono usufruire di uguali opportunità e sentirsi valorizzati.» (Fonte: Fabio Dovigo, Università degli studi di Bergamo)
Non bisogna dimenticare che un “gruppo secondario” come è la classe “non può funzionare, anche in caso di progetto comune, se non grazie a un'organizzazione che lo stesso gruppo si impone o è imposto dall'esterno” (Vayer e Camuffo, 1999, p. 137). Gli allievi di una classe devono aderire a delle norme di comportamento per poter lavorare insieme, ma prima devono sentire che è quella è la loro classe, cioè provare un senso di appartenenza.
Le condizioni di apprendimento AMBIENTE RELAZIONI SIGNIFICATIVE CON GLI RAPPORTO CON LA INSEGNANTI FAMIGLIA RAPPORTO CON I RELAZIONE COETANEI EDUCATIVA
E' quindi importante l'azione mirata degli insegnanti lungo due dimensioni Socializzazione Socialità Senso di Regole appartenenza Comunicare Agire (Philibert e Wiel, 1997).
La partecipazione di tutti gli alunni della classe ad un progetto comune, chiaramente definito e pienamente condiviso può fare la differenza
Team docenti come Classe come gruppo formato gruppo professionale per sostenersi con capacità di ascolto dei reciprocamente, diversi punti di vista, per lavorare insieme, di sintesi di tale diversità, per vivere un senso di di azione in tempi adeguati appartenenza vero La dimensione relazionale che deve intercorrere tra insegnanti e studenti e tra questi ultimi e gli ambiti del sapere (la dimensione dello studio).
THOMAS GORDON • «La relazione insegnante/allievo è più importante dei contenuti culturali, dei metodi di insegnamento, della capacità di apprendere e del carattere degli alunni. • CIÒ VALE PER QUALSIASI MATERIA. • Anche le discipline più piacevoli possono provocare rifiuto se l’alunno si sente incompreso dall’insegnante.»
… le ISTITUZIONI SCOLASTICHE “riconoscono e valorizzano le diversità … (e) possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune” (Regolamento dell’autonomia, 1999, art. 4), perché unici sono i singoli alunni, tutti … abili diversamente !
La scuola può arricchirsi delle reciproche differenze!
DIVERSITÀ Avere gli occhi azzurri o i capelli ricci è una biodiversità che non pesa alla società anzi è un piacere vedere come queste caratteristiche si fondono o coesistono nelle varie persone, è il tipo di cultura in cui siamo immersi che fa percepire una neurodiversità come disfunzionale o da correggere.
D differenza • Neurodiversità Siamo tutti neurodiversi è il contesto sociale che determina se la neurodiversità viene percepita come difficoltà
D difficoltà Specific learning difficulty Localizza il problema all’interno della persona • DISarticolato • DISmusicisti • DIStratti • DISarmonici • DISlessici • ………………
Così è per i DSA: se vivessimo in una cultura orale i DSA non si manifesterebbero, perché non sarebbe richiesta la lettura e la scrittura Il percepire come disabilità una neurodiversità è in funzione di quanto una società accentua questa caratteristica utilizzando metodologie che invece di attenuare la difficoltà le esalta: quando le valutazioni o gli strumenti per apprendere usano la letto-scrittura ecco che le difficoltà emergono nella persona con DSA.
La dislessia non ha identità sociale fuori dalla scuola
Il concetto di BES (special educational needs) compare nel 1978, in Gran Bretagna, nel Rapporto Warnock, con l'intento di superare la distinzione tra alunni «handicappati» e alunni «non handicappati», additando la maggior complessità di un approccio che consideri non solo la menomazione ma soprattutto le potenzialità positive. Poco più di quindici anni dopo, con la Dichiarazione di Salamanca, il concetto di BES viene assunto come definizione, a livello internazionale, per indicare quell'ambito educativo che ricomprende la disabilità, le difficoltà di apprendimento e lo svantaggio (disabilities, learning difficulties and disadvantages).
Infine è stata approvata la Legge n. 170 del 2010 sul riconoscimento dei diritti all'inclusione anche di alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA), che ha ampliato l'ambito di realizzazione dei princìpi delle politiche inclusive italiane, princìpi che sono stati estesi anche agli alunni con altri bisogni educativi speciali (BES), con la direttiva del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR) del 27 dicembre 2012.
BES Secondo l’OCSE gli alunni con BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI sono: • DISABILI (L.104/92) • alunni con DIFFICOLTA’ (emotive, comportamentali, di apprendimento – DSA-, ecc.) • alunni con SVANTAGGIO (culturale, socioeconomico, sociolinguistico, ecc.)
DIFFICOLTÀ SCOLASTICHE E DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO • DSA • DIFFICOLTÀ Alunni che SCOLASTICHE incontrano Non ci sono difficoltà condizioni scolastiche in endogene ma fattori relazione ad una riconducibili ad altre disabilità specifica patologie o cause di apprendimento ambientali
OGNI DOCENTE è TENUTO a : • SAPERE : cosa sono i DSA • IDENTIFICARE : gli alunni nel gruppo classe • CAPIRE : le implicazioni e l’impatto sul futuro degli studenti • AGIRE : chi fa che cosa? In realtà NON siamo di fronte ad una DISABILITA’, MA ad una MANCATA ACQUISIZIONE di un’ABILITA
ABILITÀ E DISABILITÀ ABILITÀ DISABILITÀ la capacità di mettere in atto Incapacità di utilizzare una una serie di azoni, spesso in routine di azioni che non sequenza tra loro, in modo possono essere eseguite in rapido ed efficiente, per modo veloce ed accurato con il raggiungere uno scopo con un minimo dispendio energetico minimo di dispendio di energie Stella 2001
LEGGE 170/2010 Art. 1 «Riconoscimento e definizione»
L’apprendimento dipende anche da: ATTRIBUZIONI CONCETTO DI SÈ CAUSALI AUTOEFFICACIA ACCETTAZIONE SOCIALE AUTOSTIMA
ASPETTI PSICOLOGICI Comportamenti che hanno come effetto immediato: l’aumento delle l’aumento delle difficoltà scolastiche difficoltà specifiche
Le attribuzioni causali Sono un processo attraverso il quale le persone identificano le cause degli eventi, delle azioni e dei fatti che si verificano nel loro ambiente (Kelley, 1967). • cause esterne (s/fortuna,difficoltà/facilità del compito, aiuto esterno) • cause interne (impegno, bravura, attenzione, etc..)
Il sistema attributivo non è innato, ma si sviluppa sulla base delle esperienze di successo o fallimento e dell’ambiente culturale, familiare e scolastico (De Beni, Zamperlin, 1997).
STILE ATTRIBUTIVO DEI DSA attribuiscono sempre a fattori attribuiscono a se stessi e alla esterni i propria incapacità i successi fallimenti bassa autostima
• lo studente che si sente poco abile non è interessato a migliorare le sue competenze ponendosi obiettivi di prestazione in quanto ciò che gli interessa è il raggiungimento di un risultato positivo
Il concetto di sè • hanno un concetto di sé negativo per gli aspetti scolastici, si sentono meno supportati emotivamente: più ansia e bassa autostima (Hall Spruill e Webster 2002), • si sentono meno responsabili del proprio apprendimento (Anderson-Inman 1999), • abbandonano il compito alle prime difficoltà (Bouffard e Couture 2003).
AUTOEFFICACIA Si riferisce ai successi e insuccessi sperimentati dalla persona nell’affrontare quella determinata situazione o compito. Se la persona: • ha provato un elevato numero di successi avrà un alto livello di autoefficacia, • ha sperimentato più volte insuccessi il suo senso di autoefficacia è più debole.
COSA SIGNIFICA ESSERE DISLESSICI? “Nessuno potrà mai capire cosa significhi essere dislessici nel mondo della scuola. Nessuno potrà mai capire, dal di fuori, cosa si provi a sentirsi umiliati per tutta la propria infanzia e sentirsi ripetere giorno dopo giorno che non sarete mai capaci di avere successo in niente”. Lo racconta Jackie Stewart, vincitore per ventisette volte del Grand Prix , incoronato Sir dal Principe Carlo. È dislessico!
Il significato del disturbo è il punto critico della costruzione.
ESSERE DISLESSICI O AVERE LA DISLESSIA? “Non siamo resi “disabili” dalla nostra dislessia in sè, ma dalle aspettative del mondo in cui viviamo..” Ross E. Cooper “Io non sono una persona che ha la dislessia. Io sono dislessico. Se non fossi dislessico, non sarei io.” Cooper (2009)
ACCETTAZIONE SOCIALE Alcuni studenti con DSA spesso sono: - poco persuasivi - poco assertivi - non stimolano la comunicazione - poco flessibili - atteggiamento comunicativo passivo (Vaughn e Hogan1994).
Utilizzare le risorse dei compagni di classe • Spiegare presto la dislessia in classe • Sfruttare l’insegnamento cooperativo : utilizzare le strategie per la formazione e la conduzione dei gruppi
AUTOSTIMA SÉ PERCEPITO SÉ IDEALE • Concetto di sé, delle proprie • Immagine della persona che abilità, caratteristiche, ci piacerebbe essere qualità • Aspettative • Risultati ottenuti • I miei compagni sono bravi • Non riesco quindi non valgo …
La resilienza Capacità di resilienza capacità di adattarsi alle richieste circostanti
Fattori extrascolastici di protezione/difficoltà
Lo svelamento Consapevolezza Rivelazione agli altri
Quando un ragazzo rifiuta le opportunità compensative e dispensative che gli vengono offerte Ci sta dicendo che…
È meglio passare per somari che per dislessici…
Ambiente familiare Struttura di personalità Interventi FATTORI PROTETTIVI Ambiente Individuazione scolastico precoce
LINEE GUIDA, pag 17 4.3 SCUOLA SECONDARIA DI I E DI II GRADO • “La scuola secondaria richiede agli studenti la piena padronanza delle competenze strumentali (lettura, scrittura e calcolo), l’adozione di un efficace metodo di studio e prerequisiti adeguati all’apprendimento di saperi disciplinari sempre più complessi; elementi, questi, che possono mettere in seria difficoltà l’alunno con DSA, inducendolo ad atteggiamenti demotivati e rinunciatari. • Tali difficoltà possono essere notevolmente contenute e superate, individuando opportunamente le strategie e gli strumenti compensativi nonché le misure dispensative.”
Gli strumenti compensativi (e le misure dispensative) Permettono al ragazzo di focalizzare le proprie energie sui processi di alto Sono un modo per ridurre l’interferenza livello (competenze) invece di sprecarle del disturbo sull’apprendimento per perseguire automatizzazioni difficili, se non impossibili, da raggiungere (abilità) Sono strumenti che servono per Consentono ai docenti di valutare il rendere più efficace il processo di reale apprendimento e l’impegno insegnamento/apprendimento
Sono percepiti come Una I compagni evidenziazione non ne hanno della differenza necessità Una esplicazione Sei negato, ne del problema hai bisogno Una negazione della possibilità Non ce la di migliorare farai mai
Si può accettare il sistema compensativo?
Per realizzare l’obiettivo l’uso di strumenti deve essere EFFICACE EFFICIENTE • LA RIDUZIONE DELLA FATICA • IL COSTO PER IL LORO E IL RAGGIUNGIMENTO DEI UTILIZZO NON DEVE RISULTATI DEVONO ESSERE SUPERARE IL BENEFICIO EVIDENTI
Non sono L’impegno uno sconto è lo stesso Le condizioni di Non sono tutti sono un’ingiustizia rispettate Anche i compagni Non sono per possono «sfigati» usufruirne Il valore del Non sono una compito è lo facilitazione stesso
La parola d'ordine è "MONITORARE" I PENSIERI E GLI ATTEGGIAMENTI LAVORARE SULLA CONSAPEVOLEZZA DEI PROPRI PENSIERI SUI DSA
LAVORARE SULLA MESSA IN DISCUSSIONE DEI PENSIERI IRRAZIONALI SUI DSA pensieri disfunzionali e razionali renderli più razionali
• Pensiero razionale: • Pensiero «dandogli la mappa lo disfunzionale: metto nelle stesse «se a quel ragazzo condizioni dei suoi concedo l’uso della compagni» mappa, non è giusto nei confronti dei suoi compagni»
Spesso gli insegnanti credono che … QUESTA NON è GIUSTIZIA! Infatti … ”Non c’è peggiore ingiustizia del dare coseuguali a persone che uguali non sono”. Don Lorenzo Milani
GIUSTIZIA • “non significa dare a tutti le stesse cose, ma dare a ciascuno ciò che a lui è necessario. • Per essere giusti bisogna quindi trattare diversamente.” (Lavoie)
UN RAGAZZO CON DSA IN CLASSE: • preoccupazione • senso di impotenza • bisogno di informazioni • SFIDA
Prestare particolare attenzione a: • modalità di presentazione del problema nel gruppo classe • metodologia di lavoro • ricadute psicologiche del successo / insuccesso • clima di classe • come persona
IDENTIKIT del DOCENTE ACCOGLIENTE: • é in grado di riconoscere i segnali prodotti da DSA • non si limita ad esprimere un giudizio senza analizzare il tipo di errore e la sua frequenza • non abbandona il suo sospetto solo perché l’alunno ha incontrato prima altri colleghi • non evita una «comunicazione» difficile • sa identificare i punti di forza e di debolezza dello studente (3 tipologie di DSA in adolescenza) • sostiene costruttivamente lo studente • ripensa e condivide con i colleghi le proprie strategie • non delega!
Ruolo degli studenti • Qual è il ruolo degli studenti con DSA? Lo stesso dei coetanei ma... Devono avere CONSAPEVOLEZZA delle proprie difficoltà e dei propri punti di forza. Solo così possono accrescere la stima di sé ed abbandonare la paura. Attraverso l’uso di strategie adatte arrivano ad avere più sicurezza e, di conseguenza, più autonomia.
Nelle LINEE GUIDA si riconosce agli studenti un ruolo importante nel loro percorso formativo. Essi, come tutti gli studenti, hanno il dovere di porre adeguato impegno nel loro “lavoro”, sia a casa sia a scuola. Hanno, però, diritto a una Inoltre possono suggerire ai chiara informazione riguardo docenti le strategie di alla diversa modalità di apprendimento che hanno apprendimento; alle strategie maturato autonomamente che possono aiutarli a ottenere il massimo dalle loro potenzialità
COME PARLARE ALLA CLASSE DEI DSA? • brainstorming iniziale • visione di filmati e/o letture sull’argomento • brainstorming finale
SISTEMA RELAZIONALE SCUOLA- FAMIGLIA Collaborano : Alleanza per costruire un ponte comunicativo per la co-gestione di modelli educativi coerenti Coordinano l’azione educativa : patto di corresponsabilità educativa Condividono : stili educativi; obiettivi educativi; obiettivi didattici
Domande e risposte Grazie per l’attenzione
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