Vantaggi assistenziali dell'Approccio radiale vs femorale per le procedure percutanee coronariche invasive

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Vantaggi assistenziali dell’Approccio
radiale vs femorale per le procedure
percutanee coronariche invasive
di Luca Guidi, Infermiere, Az Osp L. Sacco

P   remessa: la Cardiologia interventistica ha rivo-
luzionato il trattamento e il decorso terapeutico
                                                                 logia cardiovascolare grazie alle intuizioni date
                                                                 dai risultati di studi di Carl Ludwing, Etienne-
dei pazienti cardiopatici. Il personale infermieri-              Jules Marey, Claude Bernard e altri.
stico svolge un ruolo fondamentale in quanto                     Le tecniche di cateterizzazione cardiaca si svi-
chiamato ad operare sia nei Laboratori di emodi-                 luppano nel XX° secolo. La prima cateterizza-
namica (Cath Lab) e nei reparti di degenza come                  zione cardiaca destra è stata eseguita da Werner
la Cardiologia o l’UTIC dove generalmente, i                     Forssmann su se stesso, nel 1929, con lo scopo
pazienti trattati vengono ricoverati.                            di mettere a punto una tecnica infusiva di far-
                                                                 maci direttamente nel cuore. La cateterizzazione
Introduzione                                                     cardiaca a fini diagnostici è stata introdotta dai
Lo sviluppo delle procedure percutanee per dia-                  premi Nobel Andrè Cournand e Dickinson
gnosticare e trattare le malattie coronariche ha                 Richards negli anni 40, e l’angiografia selettiva
trasformato la vita di molti pazienti. Pazienti con              descritta da Mason Sones nel 1960. Andreas
sintomi limitanti possono ora ritornare alla piena               Gruentzig negli anni 70 ha implementato la tec-
attività con interventi di rivascolarizzazione coro-             nica anche a scopi terapeutici con i primi
narica, con un basso rischio procedurale rispetto                impianti di Stent dedicati.2
ai trattamenti chirurgici. Le procedure percutanee               Gli interventi di rivascolarizzazione coronarica
coronariche invasive hanno portato un efficace                   percutanea vengono tradizionalmente effettuati
trattamento di complesse malattie che ora posso-                 utilizzando l’arteria femorale come via di acces-
no non solo essere diagnosticate ma anche risol-                 so arterioso. L’approccio radiale fu per la prima
te in maniera definitiva, anche in quei pazienti in              volta applicato per le procedure diagnostiche da
cui la comorbilità di più patologie in precedenza                Campeau nel 1989 ed eseguito su un campione
ne rendeva proibitivo il loro approccio.1                        di 100 pazienti.3 Qualche anno dopo, nel 1993 in
                                                                 Olanda da Kiemeneij per procedure di rivasco-
Cenni Storici                                                    larizzazione.4 Nel 2001 in Francia dove esiste
L’evoluzione del cateterismo cardiaco ha avuto                   una solida tradizione di approccio radiale, il 28%
origine oltre 400 anni fa. Uno dei primi passag-                 delle procedure interventistiche vengono ese-
gi è stata la descrizione della circolazione del                 guite con tale approccio.5
sangue da parte di William Harvey nel 1628 e                     In Italia a fronte di oltre 360.000 procedure per-
cento anni più tardi la misura della pressione                   cutanee eseguite nel 2005 non esistono ancora
arteriosa con Stephen Hales. Il XIX secolo rap-                  statistiche che quantificano la sua penetrazione
presenta il momento della scoperta della fisio-                  nella pratica clinica.
1
  Britisch Cardiovascular Intervention Society. BCSI 2002 audit data. wwwbcis.org.uk (consultato Agosto 2006)
2
  Bourassa. MG. The History of Cardiac catheterization. Can J Cardiol .2005 Oct; 21(12)1011-4
3
  Campeau L. Percutaneus radial artery approach for coronary angiography. Catheter Cardiovasc Diagn 1989;16:3-7
4
  Kiemeneij F, Laarman GJ, et al. Transradial artery coronary angioplasty. Am Heart J. 1995;129:1-7
5
  Louvard Y, et al. Description and managment of difficult anatomy encountered during transradial intervention. ESM Editions
Carpiquet France, 2003.

IO INFERMIERE - N.3 /2006                                                                                               55
TECNICA UTILIZZATA                                                Le complicanze sono tanto più frequenti e
La tecnica nella procedura percutanea prevede                     gravi tanto più è associato l’uso di anticoagu-
l’introduzione di una guaina con valvola emo-                     lanti e antiaggreganti piastrinici, tipicamente in
statica introdotta nell’arteria periferica (femora-               pazienti con sindromi coronariche acute, infar-
le o radiale) in anestesia locale. Il catetere                    to miocardio acuto e in pazienti portatori di
radiopaco passa entro il lume dell’ostio dell’ar-                 protesi valvolari o fibrillazione atriale.8
teria coronarica prescelta, permettendo la dis-                   Tuttavia il progresso tecnologico ha portato alla
tribuzione del mezzo di contrasto, e sotto il                     miniaturizzazione dei dispositivi di rivascolariz-
controllo fluoroscopico, registra le immagini                     zazione (stent, cateteri, palloncini ecc.), e l’utiliz-
radiopache, e permette l’inserimento di Stent                     zo di svariati devices emostatici ha ridotto l’inci-
ecc.(Fig 1). Per completare la procedura, il                      denza di complicanze vascolari in sede femora-
catetere e la guaina vengono rimossi e viene                      le.9
eseguita l’emostasi dapprima con compressio-                      L’aumento dei costi derivanti dalle complican-
ne manuale e poi con devices appositi o diret-                    ze, dall’aumento del tempo di degenza, asso-
tamente riparando l’arteria. L’approccio femo-                    ciata alla insoddisfazione del paziente, ha indi-
rale è tradizionalmente l’accesso preferito per                   rizzato verso metodiche e approcci vascolari
le procedure percutanee coronarografiche                          diversi da quello femorale.
(diagnostiche o interventistiche) anche se pre-
senta dei limiti. Le complicanze vascolari a                      SISTEMI DI EMOSTASI ADOTTATI
livello del sito di puntura (emorragie, ematomi                   La riduzione delle dimensioni delle guaine
superficiali o profondi, pseudoaneurismi, fisto-                  femorali e l’adozione di adeguati dispositivi di
le arterovenose, in qualche caso infezioni) si                    chiusura arteriosi riducono la frequenza dei
manifestano con un’incidenza che varia tra il                     problemi collegati al sito di accesso.
2-8%.6,7                                                          Esistono vari dispositivi utilizzati per chiudere
Le complicanze maggiori spesso richiedono                         il sito di puntura arterioso.
emotrasfusioni, riparazione chirurgica con con-                   Per l’accesso femorale si può utilizzare una
seguente aumento della morbilità, della insod-                    fascia compressiva (Femostop) che esercita
disfazione, del tempo di degenza e dei costi.                     una compressione meccanica, ma anche dei
( Fi g 1 )

Arteria coronaria normale come appa-        Arteria coronarica (DX)                   Arteria coronarica (CX)
re durante una coronarografia.              con il lume interno ristretto.            con il lume interno ristretto.

6
  Kiemeneij F, Laarman GJ et al. A randomized comparison of percutaneous transluminal coronary angioplasty by the radial,
brachial and femoral approaches : the access study. Am Coll Cardiol. 1997;29:1269-75.
7
  Choussat R, Black A, et al.Vascular complication and clinical outcome after coronary angioplasty with platelet IIb/IIIb
receptor blockade:comparison of transradial vs transfemoral arterial access. Eur Heart J. 2000;21:662-7.
8
  Cura FA et al. Safety of femoral closure device after percutaneus coronary interventions in the era of glycoprotein IIb/IIIb
platelet blockade. Am J Cardiol. 2000;86:780-782.
9
  Mann T, Cowper PA. Transradial coronary stenting: comparison with femoral access closed with an arterial suture device.
Catheter Cardiovasc Interv 2000;49:150-156.

    56                                                                                          IO INFERMIERE - N.3 /2006
devices emostatici vascolari di nuova genera-                   più frequenti pubblicazioni scientifiche.
zione come l’Angio-Seal. L’Angio-Seal consiste                  Oltre alle riduzioni delle complicanze vascola-
di 3 componenti assorbibili: un’ancora fissata                  ri dimostrate in tutti gli studi, giocano a van-
intra-arteriormente, un tampone di collagene                    taggio dell’approccio radiale: la precoce mobi-
collocato sulla parete esterna dell’arteria ed                  lizzazione, la riduzione dei tempi di degenza,
una sutura a livello della cute. Il sistema è                   la diminuzione del carico di lavoro infermieri-
compatibile con le procedure di risonanza                       stico, l’aumento del confort e della compliance
magnetica. Questo sistema permette di ridurre                   del paziente.
le complicanze come gli ematomi, e favorisce                    Paragonando la tecnica con approccio femora-
la mobilizzazione precoce del paziente.(Fig 2)                  le a quella con approccio radiale, quest’ultima
                                                                comunque presenta delle difficoltà quali:
(Fig 2)                                                            Maggiore difficoltà di incanulazione di arte-
                                                                rie di piccolo calibro (2-2,3 mm più piccola
                                                                rispetto a quella femorale).
                                                                   Tortuosità o varianti anatomiche dell’arteria
                                                                radiale.
                                                                    Possibile insorgenza di spasmo dell’arteria
                                                                radiale.
                                                                   Difficoltà tecniche operative nel cateterizza-
                                                                re selettivamente l’ostio dell’arteria coronarica
                                                                   Scarsa familiarità e abitudine all’uso dell’ap-
(Fig 3)                                                         proccio radiale.
                                                                Ogni paziente con una buona pulsatilità arte-
                                                                riosa radiale ed un adeguato flusso collaterale
                                                                dall’arteria ulnare attraverso l’arco palmare è
                                                                dunque potenzialmente un buon candidato
                                                                per l’approccio radiale.10
                                                                Controindicazioni assolute risultano tuttora:
                                                                   L’assenza di polso arterioso radiale
                                                                    Pazienti che necessitano di contropulsazio-
                                                                ne aortica.
                                                                    Pazienti che necessitano di devices non
                                                                compatibili con cateteri minori di 7 F.
                                                                   Pazienti con problemi congeniti agli arti.
                                                                   Pazienti con morbo di Raynouds.
                                                                   Presenza di shunt artero-venoso per dialisi.
                                                                   Dimostrazione di un Allen test ischemico.
                                                                Alcuni autori concordano nel fatto che pur con
Sono stati progettati devices dedicati alle                     un Allen test apparentemente ischemico, la
indagini svolte per via radiale, ne esistono di                 procedura può essere comunque eseguita in
varie forme e dimensioni e garantiscono un                      relativa sicurezza, qualora non esistano altre
buon confort al paziente.11(Fig 3)                              possibilità di accesso arterioso; infatti l’ultra-
APPROCCIO ARTERIOSO RADIALE                                     suonografia doppler ha dimostrato la presenza
Il crescente interessamento di tale approccio in                di flusso nell’arteria ulnare anche in pazienti in
Italia come all’estero è dimostrato dalle sempre                cui esso non era evidente al test di Allen.
10
   Abu-Omar Y, Mussa S et al. Duplex ultrasonography predicts safety of radial harvest in the presence og an abnormal Allen
test. Ann Thorac Surg 2004 Jan;77(1):116-119
11
   Ridley B. Is radial approach PCI the way to go? A nursing perspective. EuroPCR 2003.

IO INFERMIERE - N.3 /2006                                                                                              57
Il TEST di ALLEN                                                          prestazioni, nonostante i tempi di procedura
Si esegue a quei pazienti candidati alla corona-                          (radiale vs femorale) siano molto simili, come
rografia e angioplastica per via radiale.                                 emerge anche in altri studi.12
                                                                          Nella fase post procedurale il carico di lavoro
1. Compressione simultanea dell’arteria radiale                           del personale infermieristico e di supporto del
    e ulnare                                                              reparto di degenza, risulta ridotto circa del 40%,
2. almeno 7 flesso estensioni delle dita                                  poiché il paziente secondo il modello di auto-
3. mantenere contemporaneamente l’estensione                              nomia–dipendenza risulta più autonomo nell’e-
    delle dita e la compressione radiale e ulnare                         spletamento dei bisogni di base (igiene, alimen-
4. rimuovere la compressione sull’artera ulnare                           tazione, movimento), e sviluppa una minore
5. mantenere la compressione sull’arteria                                 incidenza di complicanze vascolari e quindi un
    radiale, se entro 10 secondi ritorna il normale                       ridotto bisogno di assistenza infermieristica.
    colore della mano, significa che i circoli                            Amoroso G, Sarti M et al13 confrontando i cari-
    collaterali sono integri e il test di Allen è                         chi di lavoro infermieristici di reparto, tra i due
    positivo o non ischemico                                              diversi approcci (radiale e femorale), hanno
6. se il colore della mano rimane pallido, il test                        visto una diminuzione del 34% del carico di
    di Allen è negativo o ischemico                                       lavoro (medicazioni, prelievi, monitoraggio). E
(la presenza o l’assenza di un circolo collate-                           una diminuzione del 50% di assistenza alber-
rale può essere valutata anche avendo a dis-                              ghiera(vitto, igiene altro).
posizione un monitor con la lettura della                                 La figura seguente (Fig 4) mostra il minore
saturazione dell’ossigeno collegato al dito                               tempo di assistenza infermieristica (-46%) dedi-
della mano su cui si esegue il test)                                      cato ai pazienti selezionati per l’accesso radiale
                                                                          rispetto al femorale (il modello assistenziale è
VANTAGGI DERIVATI DALL’USO SISTEMATI-                                     basato sulle attività assistenziali). Il carico del
CO DELL’APPROCCIO RADIALE:                                                lavoro infermieristico è significativamente alto
Per il personale infermieristico                                          nel caso di accesso femorale.
Con la scelta dell’approccio radiale per le pro-                          Una minore permanenza in ospedale della perso-
cedure coronariche percutanee si ha un evi-                                                                   na sottoposta a
dente ripercussione sul flusso dei carichi di                                                                 procedure dia-
lavoro infermieristico di sala e di reparto.                                                                  gnostiche       e
Ridley B.11 nel 2003 ha presentato uno studio                                                                 interventisti-
condotto dal personale non medico del Toronto                                                                 che,       lascia
General Hospital che evidenzia come solo in                                                                   aperta la possi-
fase iniziale l’approccio radiale può portare ad                                                              bilità di gestire
un aumento del carico di lavoro infermieristico                                                               pazienti anche
in sala di emodinamica, dovuto alla necessità di                               (Fig 4)                        in       regime
apprendimento della nuova metodica differente                                                                 ospedaliero a
da quella eseguita con approccio femorale.                                più bassa complessità assistenziale-infermieristica.
Studi Italiani presentati alla Convention                                 Per il paziente
Florence Heart del 2004 fanno emergere come                               Pazienti sottoposti a rivascolarizzazione coronari-
un uso sistematico dell’approccio radiale può                             ca percutanea per via femorale riferiscono spesso
far diminuire sistematicamente anche del 44%                              sensazioni di dolore, specialmente alla schiena,
il carico di lavoro del personale infermieristico                         causato dalla posizione supina obbligata nel
di Sala, grazie alla riduzione dei tempi delle                            letto14, o nel momento della rimozione della fascia
12
   Sarti M. La preparazione del paziente da sottoporre a diagnostica invasiva: analisi del carico di lavoro infermieristico. In:
Atti Florence Heart2004. Firenze 4-7 Febbraio 2004.
13
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14
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compressiva, nella sede della puntura arteriosa15.                               degenza, sono vantaggi che precludono ad un
Con una procedura eseguita per via radiale il                                    ritorno economico in caso di approccio radiale.
paziente ha un maggior confort conseguente                                       Cooper et16al, dimostrano la riduzione dei
all’allettamento obbligato non richiesto, all’esple-                             tempi di ricovero da 10.4 a 3.6 ore con una
tamento autonomo delle funzioni fisiologiche al                                  conseguente riduzione dei costi ospedalieri
minor soggiorno in ospedale.                                                     totali da Euro 1911 a 1670.
L’approccio radiale ha un minore impatto psico-                                  Anche Mann et al in 2 studi fanno emergere
logico sul paziente, questo emerge anche nello                                   l’effettivo vantaggio economico nell’approccio
studio di Cooper et al16 dove sia nelle prime 24                                 radiale rispetto al femorale ($14374 vs 15796 e
ore che nelle settimane a seguire tutti gli indici                               20476 vs $233989).18,19
di qualità di vita (dolore, limitazioni nei movi-                                In uno studio italiano di Galli et al il tempo di
menti, limitazione delle attività quotidiane) favo-                              ricovero variava da 1.9 a 2.9 giorni tra l’ap-
rivano questa procedura, rispetto a quello femo-                                 proccio radiale e femorale, con un risparmio
rale (80% vs 2%) da parte dei pazienti.                                          nel primo caso di 78.000,00 Euro ogni 100
Tale approccio ha un minor impatto emotivo sulla                                 pazienti.20 In tutti gli studi è stato dimostrato
persona, derivante dalla esecuzione della proce-                                 che la riduzione del tempo di degenza aumen-
dura in una parte meno intima, e una minore sen-                                 ta il turn over di pazienti ricoverati.
sazione di dipendenza e quindi di malattia sentita,
prevalentemente dalle persone più giovani.                                       CONCLUSIONI
Dalle esperienze personali emerge la richiesta dei                                  L’accesso radiale per i suoi vantaggi può esse-
pazienti sottoposti a una seconda coronarografia                                 re usato in molti pazienti per procedure corona-
in elezione di poterla eseguire per via radiale.                                 rografiche per cutanee sia diagnostiche che inter-
                                                                                 ventistiche. Non è appropriato nella minoranza
Economici                                                                        dei pazienti con Allen test negativo e nei casi in
Già Sullivan17 esaminò l’opportunità di trasferi-                                cui l’operatore abbia poca esperienza.
re i pazienti dopo coronarografia direttamente                                       L’approccio radiale limita le complicanze post
in reparti di degenza cardiologica dotati di tele-                               procedurali, diminuisce la complessità assisten-
metria e di personale esperto, anziché in repar-                                 ziale con una conseguente diminuzione dei cari-
ti a più alta complessità assistenziale come                                     chi di lavoro infermieristici del disconfort del
l’Unità Coronarica per un monitoraggio di 24                                     paziente, e con possibilità di risparmio per singo-
ore, poiché era stato verificato che l’80% dei                                   la procedura e aumento delle procedure totali.
pazienti sottoposti a rivascolarizzazione coro-                                     Per l’emostasi arteriosa sono ora disponibili vari
narica era stabile. Questo ha portato a una                                      devices, oltre alla compressione con femostop, che
significativa riduzione dei giorni di degenza da                                 garantiscono una buona efficacia sia per procedure
4.93 a 3.70 riducendo i costi associati alle pro-                                percutanee attraverso la via femorale che radiale.
cedure, e alla riduzione delle complicanze.                                      L’uso sistematico dell’approccio radiale apre
L’assenza delle complicanze, la riduzione dei                                    quindi prospettive a ricoveri in ambito ambula-
trattamenti (emotrasfusioni, chirurgia vascolare,                                toriale già per altro sperimentati e a una strut-
esami ecografici ecc), la riduzione del carico di                                turazione più leggera dei reparti di degenza
lavoro infermieristico, la riduzione dei tempi di                                con meno posti letto e più di day hospital.

15
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