Utilizzo delle risorse stanziate in Legge Bilancio 2020 per la diminuzione delle imposte per i lavoratori dipendenti - Cgil

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Utilizzo delle risorse stanziate in Legge Bilancio 2020 per la diminuzione delle imposte per i lavoratori dipendenti - Cgil
Utilizzo delle risorse stanziate in Legge Bilancio 2020 per la diminuzione delle
                          imposte per i lavoratori dipendenti.

                                 (Nota tecnica in attesa del decreto)

Nell'incontro a Palazzo Chigi tra governo e parti sociali di venerdì 17 gennaio scorso è stata
concordata quella diminuzione della pressione fiscale sui lavoratori con redditi medi e bassi che la
CGIL, unitariamente, ha chiesto con le mobilitazioni di questi mesi. Questo è un risultato
importante, ma deve essere il primo passo di una più complessiva riforma fiscale imperniata sulla
progressività e che promuova lo sviluppo.

La piattaforma unitaria
Il percorso in direzione di un fisco più giusto parte dalla piattaforma unitaria nella quale CGIL CISL e
UIL hanno chiesto che fossero incrementate le detrazioni spettanti sui redditi da lavoro dipendente
e da pensione, al fine di fornire maggiore liquidità a milioni di cittadini e famiglie italiane e
sostenere concretamente la crescita della domanda interna, fondamentale per il rilancio
dell’economia del nostro Paese.
Per questo abbiamo proposto un incremento significativo delle detrazioni per lavoro dipendente e
pensione che innalzasse al contempo la soglia reddituale dei beneficiari del Bonus DL 66/14 detto
“80 euro”, ferma a 26.600.
Questo perché i provvedimento del “Bonus 80 euro” si era fermato ai redditi medio bassi, anche
perché era là che si trovavano le maggiori concentrazioni di lavoratori dipendenti.

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Il “Bonus “80 euro” del DL 66/2014. Benefici e criticità

Il bonus fiscale di 960 euro annui - previsto dal DL 66/14 - spetta ai lavoratori con reddito
complessivo fino ai 24 600 euro e scende per coloro che hanno un reddito compreso tra i 24 600
euro e i 26 600 euro1. Non è invece corrisposto ai lavoratori con redditi inferiori agli 8 mila euro.
È stata una corposa riduzione delle imposte per i lavoratori dipendenti (10 miliardi), ma fin dalla
sua nascita sconta una serie di limiti importanti.
 Essere in cifra fissa mensile rende tuttavia il “Credito art.1 DL 66/14”, molto simile ad una
   detrazione non scalare, non proporzionata al reddito, e quindi mal integrata col sistema delle
   detrazioni. Non si interrompe, inoltre, una volta raggiunta l'area dell'incapienza, diventando
   una sorta di imposta negativa più che una detrazione (motivo per cui non può essere del tutto
   considerato una minore entrata)
 Nella fascia tra i 24.600 e i 26.600 euro l'effetto del bonus è massimamente distorsivo,
   comportando, negli incrementi di reddito che si collocano in questo intervallo, un aumento di
   tasse di 79,50 euro per ogni 100 euro di incremento, in questo modo rischiando di vanificare
   l'effetto sui rinnovi contrattuali, perché rischia di bloccare di fatto il reddito netto di centinaia di
   migliaia di lavoratori. Tale effetto è presente, peraltro, anche in caso di scatti di anzianità o
   aumenti individuali. Per questa “anomalia”, la curva dell'aliquota marginale, ovvero l'Irpef
   pagata da un lavoratore dipendente sugli incrementi di reddito, segue il percorso del grafico:

La drastica caduta dell'importo, sia per i redditi più alti di 26.600 euro che più bassi di 8.174, causa
ogni anno centinaia di migliaia di richieste di restituzione in dichiarazione.

1Tali soglie sono state innalzate due anni fa, dagli originari 24.000 e 26.000, per limitare gli effetti
delle alte aliquote marginali effettive sui rinnovi del Pubblico Impiego.

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L'intervento sul cuneo

Nel rispetto del vincolo sulle poste di Bilancio (3 miliardi nel 2020 e poco più di 6 dal 2021),
l'architettura dell'intervento in materia di riduzione del cuneo fiscale lato lavoratori, sarà effettuato
secondo queste caratteristiche:
 Sarebbe prevista una nuova detrazione da lavoro dipendente ex articolo 13 T.U. che inglobi gli
   effetti del bonus DL 66/2014, con l'eccezione di quelle classi di reddito che presentano una
   parziale incapienza e per le quali è necessario mantenere in vita il suddetto Bonus almeno fino
   all'annunciata riforma fiscale più complessiva che anche il sindacato ha chiesto unitariamente
   per il 2021. Tale soglia parrebbe essere pari a 26.600 euro annui di reddito
   complessivo(approfondimento di seguito nel testo).
 La riduzione delle imposte sarà destinata anche ai redditi “medi”, oltre l'attuale soglia prevista
   dal bonus DL 66/2014. Essa sarà rilevante almeno per i redditi fino a 35.000 euro annui, per poi
   esaurirsi a 40.000.
 Per gli attuali percettori del bonus 80 euro tale detrazione dovrà comunque portare a un
   incremento del reddito netto pari almeno a 240 euro annui, in qualche modo ridefinendo il
   bonus in “100 euro”.

Le nostre simulazioni
N.B. le formule ipotizzate in questo capitolo sono una nostra elaborazione ottenuta per regressione
sulla base degli effetti finali concordati nell'incontro del 17 gennaio scorso. Gli effetti sembrano
coincidenti, tuttavia è bene non considerarle come definitive.

L'attuale detrazione risponde a questa formula:

Fino a 28.000 euro di reddito
                                   978+902x(28000-reddito)/20000

 Equivalente a 978 € fissi, a cui si somma una quota variabile che parte da 902 € quando il reddito
              annuo è pari a 8.000 € all'anno fino ad azzerarsi, appunto, a 28.000 €.
A questa detrazione si sommano 960 € (80 euro al mese) secchi dagli 8.174 ai 24.600 €, che calano
                 bruscamente fino ad azzerarsi a 26.600 € di reddito complessivo.

La detrazione che si può ipotizzare sarà introdotta dal Governo sarebbe invece questa:

                                2178+902*(28000-reddito)/20000
                                    che può essere letta come
                            (978+960+240)+902x(28000-reddito)/20000
                                              ovvero
     (attuale detrazione + 80 euro + 20 euro al mese)+detrazione variabile secondo il reddito

L'ipotesi più accreditata però parla di un nuovo bonus 100 euro per i redditi fino a 28.000 euro. In
questo caso, tale bonus sarà in cifra fissa di 1200 euro annui, e sarebbero sufficienti piccoli ritocchi
                              al comma 1 bis dell'articolo 13 del TUIR.

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Per i redditi da 28.000€ a 55.000€ attualmente la detrazione si calcola con la formula:

                                   (978*(55000-reddito)/27000)

    Equivalente a 978 € variabili, che rimangono 978 quando il reddito annuo è pari a 28.000 €
                all'anno e decrescono fino ad azzerarsi per redditi pari a 55.000 €.

La formula da applicare per i redditi da 28.001 fino a 35.000 potrebbe essere:

                  (978*(55000-reddito)/27000)+960+240*(35000-reddito)/7000

                                               ovvero

 (Attuale formula della detrazione per redditi da 28.000 a 55.000)+(100 euro in decalage graduale
                                    che diventano 80 a 35.000)

Dai 35.001 fino a 40.000 la nuova detrazione potrebbe essere:

                     (978*(55000-reddito)/27000)+960*(40000-reddito)/5000

                                               ovvero

(Attuale formula della detrazione per redditi da 28.000 a 55.000)+(60 euro in decalage graduale dai
                                35.001 e che si azzerano a 40.000)

L'effetto pratico di queste formule avrebbe, come sopra accennato, questi effetti:
 Una diminuzione delle imposte pari a 20 euro/mese per coloro che percepiscono gli 80 euro
  (Circa 10 milioni di contribuenti).
 Una diminuzione delle imposte gradualmente maggiore, da 21 a 100 euro per coloro che
  percepiscono il bonus parziale (Circa un milione di contribuenti).
 Una diminuzione significativa delle imposte per quanti sono in questo momento “fuori di
  poco” dagli 80 euro, ovvero i redditi da 26.600 a 28.000 che avranno 100 euro/mese in busta
  paga (Circa un milione di contribuenti).
 Un diminuzione di imposte che parte da 99 euro e gradualmente arriva fino a 80 euro/mese
  per i redditi da 28.000 a 35.000 euro (Oltre due milioni di contribuenti).
 Dai 35.000 euro fino a 40.000 l'incremento netto partirà dai 79 euro fino ad azzerarsi per i
  redditi superiori, che non sono investiti da questa restituzione fiscale (900.000 contribuenti).
 Il beneficio lo otterranno inoltre un milione di contribuenti con reddito complessivo inferiore
  ai 7.500 euro (vedi capitolo su incapienti)

La platea complessiva dei beneficiari risulta quindi essere composta da circa 16 milioni di
contribuenti, contro gli 11,7 milioni di percettori del bonus (dato 2018).

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Il raffronto tra l'attuale sistema e la detrazione proposta, rappresentato graficamente, seguirebbe
questo schema:

Si noti come la diminuzione della detrazione sia molto più graduale rispetto al vecchio sistema.
Questa gradualità è utile soprattutto per prevenire le problematiche relative alla restituzione in 730
del bonus percepito in busta paga e non spettante. Nel 2018, dati MEF, hanno dovuto restituire il
bonus 80 euro (del tutto o in parte) circa 1,8 milioni di contribuenti sugli 11,7 milioni di percettori.
Tra questi, 1,1 milioni a causa di un reddito superiore a quanto indicato al sostituto d'imposta, di
cui 992.000 integralmente. In questi casi, d'ora in poi, la restituzione potrebbe essere un gravame
inferiore, visto, appunto, il decalage più morbido. Va ricordato anche, però, che circa 600.000
contribuenti hanno dovuto restituire il bonus perché il loro reddito era troppo basso. Sarà
necessaria una particolare attenzione nei confronti dei lavoratori che presentino il rischio di avere
un reddito inferiore agli 8147 euro annui.

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Distribuzione degli effetti
Dall'utilizzo delle formule, abbiamo ipotizzato che la riduzione Irpef interverrà, nelle diverse fasce
di reddito, con questi importi:

In questo modo la nuova curva della aliquota media (il rapporto secco tra Irpef pagata e reddito)
assume questa nuova definizione. Dal grafico si può notare come tutte le classi di reddito investite
vedranno aumentare il proprio reddito netto. Si nota inoltre che l'aliquota media cresca, al
crescere del reddito, in maniera più armonica rispetto all'attuale.

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La modalità di erogazione
La diminuzione delle imposte, come abbiamo già segnalato, verrà posta in atto attraverso una
rimodulazione verso l'alto del bonus fino ad una soglia di reddito complessivo (26.600), superata la
quale si trasformerà in un aumento della detrazione per lavoro dipendente. Su questo punto in
previsione delle definizione del decreto ci saranno ulteriori approfondimenti tecnici.
Tale doppia modalità di articolazione del provvedimento può essere compresa meglio chiarendo la
nozione di capienza fiscale.
Le detrazioni, infatti, sono erogate fino a concorrenza con l'imposta lorda. Esse sono, potremmo
dire, uno “sconto d'imposta” conferito per situazioni generali (a tutti i lavoratori dipendenti), per
tutelare particolari situazioni di fragilità (es. familiari a carico) o per incentivare comportamenti
virtuosi (es. oneri detraibili per ristrutturazioni edilizie). La somma di tutte queste detrazioni, però,
non può essere superiore alla teorica imposta da pagare, l'imposta lorda, appunto.
Questo crea delle difficoltà nel momento in cui l'aumento della detrazione per lavoro dipendente
erode in buona parte o del tutto, la capienza dell'imposta lorda come in questi esempi:

Con una detrazione per lavoro elevata, il lavoratore con 14.000 euro di reddito complessivo
vedrebbe quasi tutte le detrazioni per i figli a carico erose dalla sua incapienza, e nei fatti non
potrebbe fruirne. Il lavoratore con 18.000 euro all'anno fruirebbe di tutte le detrazioni per lavoro e
figli a carico, ma gli resterebbero soli 42 euro per “scaricarsi” le spese detraibili. Anche per il
lavoratore con 20.000 euro, teoricamente più fortunato, una capienza di 707 euro potrebbe
pregiudicare la possibilità di detrarre spese importanti.
Il Bonus DL 66/14, invece, è erogato anche in caso di parziale incapienza. Significa che le detrazioni
da lavoro dipendente non erodono il bonus stesso, che viene erogato a prescindere dall'imposta
lorda residua. Gli stessi lavoratori, quindi, applicando il meccanismo del nuovo “bonus 100 euro”
finirebbero per avere un incremento del reddito netto o una maggiore possibilità di detrarre spese.

È questo il motivo che ci ha spinto, per il 2020, a concordare con questa modalità mista di
erogazione del beneficio, confidando, anzi spronando il governo a mettere in opera una riforma
fiscale più complessiva che eviti il più possibile questi perniciosi meccanismi.

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Il problema dei lavoratori incapienti
Agendo sull'Irpef resta il problema degli incapienti, ovvero di coloro che hanno un reddito troppo
basso per pagare le tasse, in quanto la detrazione spettante è più elevata dell'imposta lorda. Quella
che è definita (impropriamente) “no tax area” inizia a 8174 euro l'anno, per i lavoratori dipendenti.
La CGIL crede che sia necessario agire per fornire maggior reddito disponibile anche a questi
lavoratori, tuttavia è utile tenere presenti due elementi.
1. Non è il fisco lo strumento più idoneo ad aiutare il lavoro povero. Qualcosa è possibile
   migliorare e lo chiederemo nella trattativa sulla riforma complessiva, ma riteniamo utile
   specificare che per il lavoro povero la via maestra per agire è la cancellazione dei contratti
   pirata, l'aumento delle ispezioni per stanare il lavoro grigio e i part time involontari, un diritto
   del lavoro che favorisca i lavoro stabile e di qualità. In secondo luogo è necessario agire sui
   servizi pubblici, da rendere effettivamente universali, di qualità e diffusi su tutto il territorio
   nazionale per evitare che persone con redditi bassi siano costrette a comprare sul mercato
   questi servizi. In terzo luogo c'è necessità di agire con politiche sociali mirate sollevare i
   cittadini dalla povertà.
2. Non è detto che un percettore di 8174 euro sia un incapiente. Essendo le detrazioni
   proporzionali ai periodi di lavoro effettivamente svolti, lavoratori con incarichi temporanei,
   lavoratori stagionali o lavoratori saltuari in genere potrebbero trarre beneficio dal
   provvedimento pur se il loro reddito complessivo è inferiore. Ovviamente tali situazioni sono
   da valutare caso per caso.
3. Attraverso questo provvedimento la nuova no tax area di fatto, per l'Irpef nazionale, arriva al
   reddito di 12.510 euro. Tuttavia, viste le modalità di erogazione del beneficio (bonus vs
   detrazione) crediamo sia probabile che tale soglia non sarà valida per le addizionali locali.

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