Unit 11 - Slide APPLICARE LA STRATEGIA DI GRUPPO: LA GESTIONE DELLE IMPRESE DIVERSIFICATE (CAP. 14)

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STRATEGIA AZIENDALE
                              Anno Accademico 2019/2020

APPLICARE LA STRATEGIA DI GRUPPO: LA
GESTIONE DELLE IMPRESE DIVERSIFICATE
               (CAP. 14)

            Unit 11 – Slide
Impresa diversificata o multibusiness

Impresa costituita da molteplici unità di affari:
• Unità verticale
• Unità geografica
• Unità per prodotti appartenenti a settori differenti

Ø La caratteristica comune è la multidivisionalità
- Elevato numero di divisioni e filiali, a loro volta suddivise in aree di
  affari distinte, coordinate e controllate dalla casa madre.
Le imprese diversificate o multibusiness si
  trovano ad affrontare due questioni
  fondamentali:

1. com’è possibile creare valore attraverso la
   relazione tra business che operano in diverse
   attività o diversi mercati?

2. come deve essere strutturata e gestita
   un’impresa per sfruttare al meglio queste
   fonti di valore?
La struttura dell’impresa diversificata

• Direzione → strategia di gruppo
• Management → strategia di business

Col tempo questa divisione dei compiti si è
  fatta meno netta.

Il processo decisionale e strategico è stato
   di fatto in parte delegato alle divisioni.
La teoria dell’impresa M-Form

Alfred Chandler ha documentato l’origine e la
   diffusione della forma multidivisionale.
Oliver Williamson ha identificato le 4
   caratteristiche della M-Form:

1.   adattamento alla razionalità limitata;
2.   allocazione del processo decisionale;
3.   minimizzazione dei costi di coordinamento;
4.   Evitare il conflitto tra obiettivi.
La teoria dell’impresa M-Form
L’impresa multidivisionale offre possibili soluzioni a due
   problemi fondamentali, tipici delle grandi imprese in cui il
   controllo è esercitato dai manager:

• allocazione delle risorse (evitando problemi di
    politicizzazione, tipici dei sistemi gerarchici)

• soluzione dei problemi di agenzia (per i manager che
  tendono a privilegiare gli obiettivi personali, a discapito del
  valore per gli azionisti)

N.B. Il minor coinvolgimento emotivo dei dirigenti non
 implica sempre un maggior controllo dei problemi di
 agenzia.
La struttura divisionale nella pratica

Henry Mintzberg sottolinea 2 notevoli rigidità
  proprie della struttura divisionale:

1. limiti al decentramento: la singola divisione è spesso
   caratterizzata da un potere fortemente
   accentrato;
2. standardizzazione della gestione a livello divisionale:
   notevole spinta alla standardizzazione.
Ruolo dei vertici di gruppo

Goold, Campbell e Alexander definiscono il ruolo della direzione a livello di gruppo
“tutorato di corporate” (corporate parenting)
  Se la ragion d’essere del vertice dell’impresa diversificata è la creazione di valore per
  l’impresa che gestisce, tre sono le aree in cui ciò può verificarsi:
   •la gestione del portafoglio dell’impresa
     • Decisioni di diversificazione, disinvestimento e allocazione delle risorse
   •la funzione guida e di controllo sulle singole attività
     • Formulazione delle strategie di business e gestione della performance finanziaria
   •la gestione delle interdipendenze tra le diverse attività
     • Condivisione e trasferimento di risorse e competenze
Le decisioni di portafoglio

Il processo di allocazione delle risorse si
   divide in:
• capital budgeting
• modelli di pianificazione di portafoglio
Tecniche di pianificazione strategica
    Negli anni ’60 General Electric, con alcune delle più
 importanti società di consulenza, ha sviluppato:

• i modelli di pianificazione del portafoglio
  (bidimensionale);
• l’area strategica d’affari (Asa), la più piccola unità
  organizzativa per la quale ha senso formulare una
  strategia competitiva specifica;
• il database Pims: database dettagliato di tutte le
  attività aziendali, per la formulazione strategica.
A partire dagli anni ’80, i sistemi di pianificazione
 strategica delle grandi imprese sono stati
 sommersi da critiche, soprattutto per 2 motivi:

 1)perché in realtà non costituiscono una
 strategia vera e propria;

 2) perché l’esecuzione della strategia è “fiacca”.
La matrice GE-McKinsey

Il modello grafico è utilizzabile in 4 campi di
    applicazione:

1. allocazione delle risorse;
2. la formulazione della strategia di business;
3. l’analisi del bilanciamento del portafoglio:
  •   Flusso di cassa;
  •   Crescita;
4. La definizione degli obiettivi di performance.
Matrice di pianificazione del portafoglio di
  Ge/McKinsey
Vantaggio competitivo dell’area d’affari           Bassa             Media                 Alta

                                                Mietere
                                  Bassa

                                                                   Mantenere
Attrattività del settore          Media

                                                                                     Crescere
                                   Alta

     I due assi della matrice McKinsey sono rappresentati dalle fonti di redditività: l’attrattività del
     mercato e il vantaggio competitivo
         Ø L’attrattività del settore è calcolata sulla base dei    Ø La posizione competitiva viene calcolata in
         seguenti fattori:                                          base ai seguenti parametri:
            • dimensione del mercato                                   • posizione di mercato
            • tasso di crescita del mercato                            • posizione competitiva
            • redditività del settore                                  • redditività delle vendite (Ros) rispetto ai
            • ciclicità                                                concorrenti
            • reattività all’inflazione
            • importanza dei mercati esteri
La matrice crescita/quota del Boston
                                 Consulting Group

La matrice del Bcg utilizza l’attrattività del settore e la posizione competitiva per confrontare il
posizionamento strategico di diverse aree d’affari e formulare strategie

• Tasso di crescita del settore = attrattività del settore
• Quota di mercato relativa = posizione competitiva
• Divisione in quattro settori:
   – star (investire)
   – question mark (enigma da valutare)
   – cash cow (mungere)
   – dog (disinvestire)

• Matrice veloce, versatile e di facile interpretazione
• Non richiede la raccolta di molti dati
Modelli di pianificazione del portafoglio:
                              matrice del Bcg
            Vantaggi:
L’analisi può essere effettuata in modo rapido poiché sono richieste variabili singole
Fa sì che gli alti dirigenti non abbiano bisogno di informazioni dettagliate
L’analisi è versatile: può essere applicata tanto alle aree d’affari quanto ai prodotti, marchi,
canali distributivi e clienti
Fornisce un punto di partenza per un’analisi della posizione competitiva e della strategia
delle singole attività
            Svantaggi:

Semplificazione dei fattori che determinano l’attrattività del settore e il vantaggio
competitivo
Il posizionamento delle attività all’interno della matrice è soggetto a forti limiti di
misurazione
L’approccio presuppone che ogni area di attività sia completamente indipendente dalle altre
Modelli di pianificazione del portafoglio: matrice del
                         Bcg
 Tasso annuale reale

                       Alto
                               Utili: elevati, in stabile      Utili: bassi, instabili, in
   di crescita del             crescita                        crescita

    mercato (%)                Flussi di cassa: neutri
                               Strategia: investire nella
                                                               Flussi di cassa: negativi
                                                               Strategia: l’attività può
                               crescita                        evolversi in una “stella” o
                                                               degenerare in un “cane”
                       Basso
                               Utili: alti, stabili            Utili: bassi, instabili
                               Flussi di cassa: alti stabili   Flussi di cassa:
                               Strategia: mungere              neutri o negativi
                                                               Strategia: disinvestire

                                         Alta                        Bassa
                                 Quota di mercato relativa
PORTAFOGLIO DI ASHRIDGE
(SI BASA SULLA TEORIA DEL “VANTAGGIO DI CAPOGRUPPO”)
Critiche all’uso delle matrici

• Si sviluppano dagli anni ’80.
• I valori sono delle grossolane semplificazioni.
• Il posizionamento nella matrice è soggetto a
  forti limiti di misurazione.
• L’approccio presuppone che ogni attività sia
  completamente indipendente dalle altre.
• Non vengono considerati gli investimenti
  strategici a basso profitto o in perdita.
La creazione del valore attraverso la
        ristrutturazione aziendale

• Anni ’90: applicazione dell’analisi del valore per gli
  azionisti alle decisioni strategiche aziendali.

• McKinsey propone un modello sistematico per l’incremento
  del valore di mercato dell’impresa diversificata, attraverso
  la ristrutturazione: il modello del Pentagono.
Il modello del Pentagono di McKinsey

Il modello è costituito di 5 fasi, che
   interessano rispettivamente:

1. il valore di mercato corrente dell’impresa;
2. il valore dell’impresa così com’è;
3. il valore potenziale dell’impresa in seguito a
   miglioramenti interni;
4. il valore potenziale dell’impresa in seguito a
   miglioramenti esterni;
5. il valore ideale dell’impresa dopo la
   ristrutturazione.
Il modello del Pentagono di McKinsey
                                        VALORE DI MERCATO
                                            ATTUALE
                                                            Massimo valore potenziale
             Divergenze di percezione             1             per uno scalatore

VALORE DELL’IMPRESA                                                             VALOREI IDEALE DOPO
    COSI’ COM’E’                                                                LA
                            5                                          2        RISTRUTTURAZIONE

Opportunità strategiche e                                                  Opportunità totali per la
       operative                                                                   società

                                   4                            3
                                           Opportunità di            VALORE POTENZIALE
           VALORE POTENZIALE                                                CON
                  CON                   cessione/acquisizione
                                                                      MIGLIORAMENTI
            MIGLIORAMENTI                                                 ESTERNI
                INTERNI
L’influenza delle singole aree d’affari
• Le maggiori opportunità di creazione del valore sono
  rappresentate dall’influenza individuale (stand alone influence).

• Essa si concretizza nella capacità di gestione manageriale del
  vertice dell’impresa.

• Questo avviene attraverso il trade-off del controllo:
   – degli input (i processi)
   – degli output (la prestazione)

• Maggiore controllo degli input → minor responsabilizzazione dei
  manager sui risultati.
• Maggiore controllo degli output → libertà dei manager nella
  gestione delle scelte strategiche.
Formulazione della strategia di business

La questione fondamentale per il management a livello di gruppo è
creare un processo di formulazione della strategia che permetta di
conciliare:
un processo decisionale decentrato
capacità di reazione
  senso di appartenenza a livello di unità di business
capacità della dirigenza di far valere:
   •le proprie conoscenze
   •la propria responsabilità nei confronti degli azionisti
Il controllo sui risultati e il processo di budgeting
• Pianificazione strategica: risultati di medio e lungo
  periodo
• Pianificazione finanziaria: risultati di breve periodo

Il primo anno di piano strategico contiene in genere:
• pianificazione finanziaria per l’anno entrante
    – Budget operativo
    – Budget degli investimenti

• obiettivi strategici
   – Quota di mercato
   – Livelli di output
   – Livelli di occupazione
Il controllo sui risultati e il processo di budgeting
• La maggior parte delle imprese fissa obiettivi
  biennali o quinquennali.
• Vi sono dei bonus e dei premi (tangibili e
  intangibili) per il raggiungimento degli obiettivi.

• Per conciliare obiettivi di breve, medio e lungo
  periodo, le imprese fanno ricorso a:
  – balanced scorecard (specie per settori ad alto
    contenuto tecnologico);
  – milestones (pietre miliari per la gestione del tempo
    nei progetti).
Stili di direzione strategica

                                Pianificazione strategica                    Controllo finanziario
Formulazione delle strategie    Le aree d’affari e la direzione              La strategia è formulata a livello di
                                formulano le strategie                       business
di business                     La direzione è responsabile del              La direzione è reattiva con scarso
                                coordinamento delle strategie                contributo al coordinamento

Controllo dei risultati         Obiettivi   strategici   di   medio-lungo    I   budget      finanziari    stabiliscono
                                periodo                                      obiettivi annuali basati sul Roi

Vantaggi                        Interdipendenze tra le aree d’affari         Le aree d’affari godono di autonomia
                                L’innovazione e gli obiettivi strategici     Sistema motivante
                                vengono tenuti in considerazione             Pronta reazione ai cambiamenti

Svantaggi                       Perdita di autonomia a livello divisionale   Gli obiettivi di breve termine non
                                Visione unilaterale                          incentivano l’innovazione, la posizione
                                Scoraggia l’abbandono di strategie           competitiva, la condivisione di risorse e
                                inefficaci                                   competenze
L’analisi Pims (Profit Impact of Market
                       Strategies)
Sviluppata a partire dal database interno di GE con lo
   Strategic Planning Institute

I dati Pims vengono utilizzati in tre aree di gestione aziendale:
1. definizione degli obiettivi e delle aree d’affari (calcolo
   del Par ROI);
2. formulazione delle strategie delle unità di business
3. allocazione delle risorse tra le aree d’affari (esame strategico
   dell’attrattività).
Ricerca delle interdipendenze
Le maggiori opportunità per la creazione di valore in un’impresa multidivisionale sorgono:

   possibilità di sfruttare economie generate dalla condivisione di risorse
   trasferimento di competenze tra le diverse aree d’ affari
Questa condivisione ha luogo:
   accentramento di servizi comuni a livello d’impresa
   interdipendenze dirette tra le unità di business
      Condivisione di servizi

      La forma di condivisione di risorse in un’impresa multidivisionale è l’accentramento delle strutture
      preposte all’erogazione di funzioni e servizi di interesse generale
      Ø Evita una duplicazione dei costi
      Ø Scarsa propensione della direzione e delle unità specializzate a sfruttare le economie di costo
      Molte imprese separano la direzione generale in due sezioni:
      • unità di gestione a livello di gruppo
      • organizzazione dei servizi
Le interdipendenze tra le attività e le
     strategie di gruppo secondo Porter

Michael Porter indica 4 tipi di strategia di
  gruppo:

1. gestione del portafoglio (tradizionale holding
   finanziaria);
2. ristrutturazione (gli specialisti del leveraged
  buyout);
3. trasferimento di competenze;
4. condivisione delle attività.
Il ruolo della direzione nella gestione delle
                    interdipendenze
• Lo sfruttamento delle economie di scopo e il trasferimento delle
  competenze richiedono un coordinamento operativo, oltre al
  consueto coordinamento strategico.

• Spesso si creano complessi problemi organizzativi all’interno
  delle strutture a matrice dell’impresa divisionale.
• Una buona soluzione può essere rappresentata dai gruppi di
  lavoro interdivisionale.

• Porter sostiene che il valore aumenta nel passaggio progressivo
  da una strategia di “libera gestione di portafoglio” a una
  strategia di “interrelazione tra le attività”.

• Per ottenere il successo è necessario che le attività siano
  sufficientemente simili tra loro a livello strategico per permettere al
  management di utilizzare una logica dominante comune.
Tendenze recenti nella gestione delle imprese
                    diversificate
Dagli anni ‘90 è cambiato il modo di concepire l’impresa diversificata e
il ruolo svolto dal vertice di gruppo. Alla base di questo cambiamento
vi è l’attenzione per la creazione di valore. Di conseguenza, la
strategia di gruppo viene vista sempre meno in termini di controllo
effettivo di grandi imperi economici e sempre più come
identificazione dei mezzi attraverso cui la direzione centrale può
creare valore per i singoli business.
La definizione degli stili di direzione in termini di “ruoli di tutorato”
 (parenting roles) anziché di “sistemi di controllo di gruppo” riflette
 questo mutamento di prospettiva.
Tendenze recenti nella gestione delle imprese
              diversificate
Gli elementi chiave di questo nuovo approccio includono:
•considerare la direzione generale come una struttura a
 supporto delle aree d’affari e non come il vertice della
 gerarchia;
•spostare l’attenzione dai rapporti formali e dalle pratiche
 burocratiche alle relazioni e alle interazioni informali;
•decentrare a livello divisionale il processo decisionale in
 ambito sia strategico sia operativo;
•diffondere la visione della direzione generale, e
 dell’amministratore delegato in particolare, intesa come
 catalizzatore e forza trainante del cambiamento.
Vertici di gruppo come generatori di cambiamenti
                         organizzativi
Bartlett e Ghoshal identificano tre processi gestionali all’interno dell’impresa multibusiness:
il processo imprenditoriale:
   • Decisioni relative allo sfruttamento e all’allocazione delle risorse
il processo di integrazione:
   • Percorso seguito per la creazione e lo sviluppo delle competenze organizzative
il processo di rinnovamento
   • Individuazione delle necessità di cambiamento e l’attuazione delle modifiche desiderate
Bartlet e Ghoshal propongono di ripartire queste funzioni su tre livelli dell’impresa:
direzione (“top management”)
  responsabili d’area e responsabili geografici (“middle management”)
singole aree d’affari (management“in prima linea”)
Processi gestionali nella nuova impresa multibusiness

                                     PROCESSO DI RINNOVAMENTO
                                                                            Formare una leadership istituzionale
 Attrarre risorse e competenze e       Formare manager operativi e
                                                                              dando sostanza agli obiettivi del
      sviluppare il business             sostenere la loro attività
                                                                                          gruppo
                                              Creare fiducia

                                      PROCESSO DI INTEGRAZIONE
                                     Collegare competenze e conoscenze        Creare una direzione a livello di
   Gestire le interdipendenze                tra le aree d’affari                          gruppo
   operative e le reti personali     Conciliare le performance di breve       Sviluppare e rafforzare i valori
                                      periodo con le aspirazioni di lungo           dell’organizzazione
                                                    periodo

 Creare e sfruttare le opportunità    PROCESSO IMPRENDITORIALE
                                                                                  Definire gli standard di
 Gestire il miglioramento continuo   Valutare, sviluppare e supportare le
                                                                                       performance
        della performance                          iniziative

Management “in prima linea”               Middle management                        Top management
Riepilogo: La gestione delle imprese
                      diversificate

La formulazione e l’implementazione della strategia di gruppo
 presenta al top management problemi di notevole complessità.
La propensione delle imprese multibusiness a perseguire anche una
 diversificazione   geografica     rappresenta    una    ulteriore
 complicazione. È quasi impossibile formulare una serie di
 raccomandazioni generali per l’implementazione della strategia di
 gruppo: ciascuna impresa detiene un diverso portafoglio di
 prodotti e mercati; ciascuna possiede un diverso insieme di
 risorse e competenze; ciascuna ha sviluppato una struttura
 amministrativa, uno stile di gestione e una cultura di impresa
 differente.
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