Un Sistema Sanitario vicino alle Persone Le proposte degli Psicologi per il rilancio del SSN
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Un Sistema Sanitario vicino alle Persone Le proposte degli Psicologi per il rilancio del SSN Gennaio 2021 La pandemia deve essere l’occasione per una revisione ed ammodernamento di un grande patrimonio collettivo che il Servizio Sanitario Nazionale, della sua capacità – culturale, scientifica ed operativa – di occuparsi della salute delle persone e della collettività, e di farlo con logiche di sistema, approcci integrati, proattivi e di promozione delle risorse, coniugando il rispetto per le persone con l’efficacia e l’efficienza anche economica delle scelte. L’Ordine degli Psicologi fornisce il suo contributo in questa ottica, quale Ente pubblico sussidiario dello Stato in rappresentanza delle competenze della professione sanitaria psicologica, ritendendo che quando si parla di salute gli aspetti psicologici, basati su evidenze scientifiche e prassi riconosciute, debbano costituire una parte essenziale delle valutazioni sulle quali adottare decisioni e fare scelte. Prima di addentrarci nella specifica tematica, che rappresenta un momento fondamentale della indispensabile revisione del Sistema Sanitario, è necessaria una premessa finalizzata ad inquadrare il contributo specifico della professione psicologica ed il suo mandato in base alla normativa esistente. Gli ambiti della professione psicologica La professione psicologica è regolata da una normativa (legge 56/89) che ne fissa gli ambiti e le competenze in maniera puntuale: “prevenzione, diagnosi, attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità”. La psicoterapia è riservata a coloro che abbiano acquisto una successiva specializzazione di almeno quattro anni. Si ricorda che, in base alla vigente normativa, tutti gli Psicologi dirigenti del SSN sono specialisti e quindi anche Psicoterapeuti.
Ovviamente l’”ambito psicologico” riguarda tutti i più importanti aspetti della vita umana, e quindi le applicazioni professionali della professione sono molteplici. Ma in questa sede ci riferiamo ovviamente quelle più attinenti all’ambito della salute e del SSN. Il ruolo dell’ambito psicologico rispetto alla salute è stato messo in luce da una ormai imponente letteratura scientifica che ha pienamente confermato l’assunto dell’OMS che lega la salute ad una condizione di benessere psicologico, oltre che biologico. Le evidenze sul ruolo della dimensione psicologica nel normale funzionamento umano (capacità adattive, atteggiamenti, emozioni, comportamenti, ecc.) e nella interazione bidirezionale mente- corpo ne fanno un elemento cruciale sia nella promozione/mantenimento della salute che nel suo recupero in caso di disturbo/malattia fisica o psichica. Queste evidenze trovano riscontro nella cultura diffusa nella popolazione: 65 italiani su 100 vedono la componente psicologica come fondamentale per la salute e la cura (Censis, 2019). E nel dibattito scientifico internazionale che si è posto il quesito se non sia più giusto considerare la salute come “capacità di adattamento e di autogestione di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive” (OMS, 2011). Una capacità implementabile che richiama la risorsa psicologica della resilienza, di cui oggi tanto si parla. La normativa di questi ultimi anni concernente le attività psicologiche nel SSN ha recuperato in parte lo spirito fondativo della legge 833/78 che, all’art.1 recita “Il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione”. Laddove il richiamo agli aspetti psichici della salute intende sottolineare l’unitarietà della persona di fronte al tema salute e all’assistenza sanitaria. Con riferimento all’oggetto della presente audizione vanno segnalate in particolare due importanti provvedimenti: i nuovi LEA del 2017 ed il Piano Nazionale della Cronicità (PNC) del 2016. I LEA richiamano le attività psicologiche di promozione, prevenzione, diagnosi, sostegno, cura e riabilitazione in 15 articoli su 64 oltre che in diversi allegati, prevedendo una mission della Psicologia che va molto al di là delle attività nei servizi di Salute Mentale e delle Dipendenze: si parla di “assistenza psicologica distrettuale, domiciliare e territoriale” per le donne, i minori, le coppie, le famiglie in una vasta gamma di problematiche e fattispecie che includono situazioni di “disagio psicologico” oltre che l’intervento e la terapia in situazioni di disturbo, malattia e disabilità (cfr.Il ruolo della Psicologia nei LEA, Quaderni CNOP 2018). Il PNC valorizza il ruolo degli Psicologi nell’assistenza alle persone con situazioni di cronicità (il 38% della popolazione secondo il Ministero della Salute), considerando tutte le situazioni di questo tipo in adulti e minori, che assorbono il 70% delle risorse destinate al SSN. E lo fa nell’ambito di un approccio culturalmente ed operativamente diverso USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 2
all’assistenza, che prevede la valorizzazione del contesto domiciliare e territoriale nell’ambito di una organizzazione in rete e di un lavoro integrato tra medici, infermieri, psicologi e altre figure (cfr. Il ruolo dello Psicologo nel PNC, Quaderni CNOP 2019). Sia i LEA che il PNC (nel suo ambito) assegnano alla Psicologia un ruolo proattivo (Psicologia di iniziativa) ed allargato al contesto, che non si limita al singolo utente ma prevede le forme opportune di sostegno e sviluppo delle risorse di fronteggiamento/gestione (empowerment) nei caregiver e nel nucleo familiare, ma anche attività a favore degli altri operatori sanitari e dell’organizzazione nel suo complesso (gestione della comunicazione, delle relazioni, dei conflitti, delle emozioni, del burnout e stress lavorativo, clima organizzativo, ecc.). In questo ambito gli Psicologi devono svolgere un ruolo in relazione alla valutazione ed intervento sui rischi psicosociali nel mondo del lavoro nei SPISAL/SPRESAL (legge 81/08), anche alla luce della recente ratifica (legge 4/21) della Convenzione ILO 190 contro violenza e molestie nei luoghi di lavoro. Va tenuto presente che il modello assistenziale tradizionale, centrato sull’idea passiva di salute come mera assenza di una malattia, su una assistenza “di attesa” (si interviene solo e quando la persona si ammala), sugli aspetti medici della malattia (biologici) più che sulla persona che ha la malattia, sull’intervento monoprofessionale e iperspecialistico, alla centralità dell’ospedale, risulta ampiamente inadeguato ad affrontare i reali bisogni di salute. La Psicologia è portatrice di un modello centrato sulla persona, sulle sue risorse attuali e potenziali e non solo sui problemi, sull’equilibrio persona-contesto, sull’intervento integrato multiprofessionale, proattivo e multifase, ovvero che unisce il sostegno alla promozione di strategie adattive e autonomia. L’orientamento della Psicologia è verso il cambiamento, sia nelle persone che nelle organizzazioni, nel presupposto che i problemi nascono da equilibri compromessi che richiedono nuove soluzioni. Lo Psicologo è un “facilitatore” di processi, un “promotore” di risorse adattive ed un “costruttore” di resilienza, sia a livello di persone che di gruppi e di contesti. Per tali motivi si ritiene che il corretto utilizzo delle competenze psicologiche, verso l’utenza, gli operatori e le organizzazioni, sia strategico per l’innovazione del sistema sanitario e la sua capacità di lettura e risposta ai bisogni. Vi è poi un altro aspetto, strategico per l’evoluzione del SSN: le competenze psicologiche applicate al personale sanitario e alle aziende sanitarie in quanto organizzazioni. In questo capitolo rientrano molte attività di formazione, promozione di risorse e consulenza, quali quelle relative alla comunicazione, alla gestione degli aspetti psicocomportamentali ed emozionali dell’assistenza, delle relazioni e dei conflitti nei team e verso gli utenti, alla prevenzione e gestione dello stress lavorativo e del burnout, al rischio clinico ed eventi avversi, clima organizzativo, qualità percepita, umanizzazione. USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 3
Dagli ambiti all’organizzazione In sintesi: • a livello di società si assiste a un incremento progressivo di domanda psicologica da parte dei cittadini, istituzioni ed operatori sanitari, sociali, educativi, in conseguenza della crescita della cultura di attenzione alle forme di tutela e promozione alla salute. La Sofferenza emotiva sempre più generalizzata, anche a seguito della pandemia; ad oggi assistiamo a 400.000 contagiati di Covid-19 in isolamento nelle proprie abitazioni dei quali 200.000 senza alcun sintomo organico, ma tra questi sicuramente tanti avrebbero bisogno di supporto e assistenza psicologica, non erogata perché le Regioni non hanno utilizzato la norma che prevede la presenza degli Psicologi nelle USCA. • A livello tecnico professionale, la domanda di psicologia si manifesta: - con un disagio / disturbo dell'individuo che richiede risposte di evidenza scientifica sia mono-professionali che multiprofessionali strutturati in percorsi assistenziali pluriprofessionale o nei team, con attenzione ad una presa in carico della persona . Ne sono un indicatore l'ampio numero di linee guida di efficacia ed efficienza su problematiche e disturbi in cui l’assistenza psicologica è inserita; - con un disagio collettivo che richiede risposte strutturate riguardanti settori di intervento dalla prevenzione, alla formazione, alla clinica. A fronte di questa “missione” si registra un complessivo gap nella realtà organizzativa ed operativa della Psicologia, dovuto fondamentalmente a tre criticità: a) Criticità di sistema: che non è specifica della Psicologia ma è riferita alla complessiva rigidità/difficoltà del sistema salute che tende a non facilitare l’evoluzione verso forme di assistenza più flessibili e performanti; b) Criticità culturale: la difficoltà di superare un modello di riferimento centrato solo sulla malattia e non sulla persona malata e sui problemi di salute come eventi acuti e non come situazioni da gestire nel tempo. A questa criticità generale se ne aggiunge una che riguarda specificamente la Psicologia, vista ancora come professione di tipo “psichiatrico”, che si occupa sostanzialmente solo di patologia psichica. Scambiare una parte per il tutto comporta gravi limitazioni al corretto impiego della risorsa professionale. c) Criticità organizzativa: anche se le normative sedimentatesi nel tempo hanno creato un chiaro orizzonte di attività è mancata la definizione di un modello organizzativo adeguato per la Psicologia. A livello di organizzazione nelle aziende, lo psicologo è collocato a livello trasversale nelle U.U.O.O e/o dipartimenti organizzati a livello USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 4
verticale. Tale presenza è in forza con singole unità o quota oraria di unità di personale esitando in una situazione di frammentazione con sovrapposizione o dispersione degli interventi stessi. Questo impedisce la “messa a sistema” della professione, mediante idonee forme di coordinamento – a livello aziendale – delle risorse professionali. L’organizzazione della sanità presenta nelle diverse Regioni diversi modelli organizzativi, molti dei quali caratterizzati da una logica cosiddetta “a silos”, che rende difficile il lavoro in team e l’interazione tra i diversi professionisti e le diverse competenze. Una criticità̀, mai affrontata nei diversi processi di riforma che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni e che ha reso difficile organizzare l’attività degli psicologi ai diversi livelli del SSN (ospedale, strutture intermedie, territorio). Per il SSN l’idea dominante è stata quella di riproporre molte realtà territoriali il modello centralizzato di organizzazione ospedaliero, fatto di gerarchizzazione verticale, dipartimentalizzazione, unità operative semplici o complesse, che possono dimostrare la loro efficacia nell’ambito degli interventi acuti, di urgenza e di alta o altissima specializzazione. Questo modello, calato nel territorio dimostra di non essere assolutamente adatto ad una presa in carico del cittadino e dei suoi bisogni psicologici e socio-sanitari, azzera l’idea stessa di prossimità e non favorisce la reale integrazione delle competenze della psicologia con tutte le altre figure sanitarie presenti sul territorio. In tal senso, resta ferma la necessità del riferimento alla responsabilità dell’assistenza psicologica a livello aziendale, da rimodulare a seconda dei modelli organizzativi regionali, ma prossimo a un modello di tipo dipartimentale di cura ed assistenza psicologica, che coinvolge tutti gli psicologi dipendenti e della specialistica ambulatoriale. Il modello organizzativo individuato deve essere orientato, come modalità di intervento, alla pratica di una sanità di prossimità, vicina alla realtà̀ dei cittadini, garantendo un’integrazione tra le diverse figure professionali. Il punto di riferimento deve essere quello descritto nei Livelli essenziali di assistenza che richiedono per l’implementazione un modello organizzativo complessivo ed unitario della Psicologia nelle Aziende. Questo modello prevede una specifica Unità di Psicologia per i contesti ospedalieri che insistono nelle aziende sanitarie e un servizio aziendale di psicologia – trasversale per tutte le funzioni da svolgere, in piena analogia con l’approccio territoriale, per le aziende ospedaliere. Il benessere psicologico individuale e collettivo, trova la sua reale collocazione in molteplici ambiti dell’assistenza sanitaria da garantire ai cittadini. L’Assistenza Specialistica ambulatoriale; le Cure palliative domiciliari; l’Assistenza sociosanitaria ai minori, alle USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 5
donne, alle coppie, alle famiglie, ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico e del neurosviluppo, alle persone con disturbi mentali, alle persone con disabilità, con dipendenze patologiche; l’Assistenza residenziale extra ospedaliera ad elevato impegno sanitario; alle persone nella fase terminale della vita, ecc. sono solo alcuni degli ambiti e settori nei quali è espressamente previsto l’intervento dello psicologo chiamato ad erogare le prestazioni professionali psicologiche nell’ambito della prevenzione, della cura, della riabilitazione e dell’assistenza sociosanitaria. Per garantire l’ampiezza e la complessità degli interventi richiesti alla psicologia, è indispensabile mettere in rete l’assistenza ed il supporto psicologico da garantire in tutti questi ambiti e non considerare ciascuno di questi un settore “chiuso” o, peggio, autoreferenziale. È assolutamente indispensabile attivare un modello organizzativo, con modalità di coordinamento per un utilizzo funzionale delle risorse professionali psicologiche presenti in Azienda, capace di mettere in rete le prestazioni psicologiche erogate in tutti gli ambiti previsti dai LEA al fine di “garantire il benessere psicologico individuale e collettivo” così come previsto anche dal comma 2 dell’art. 29 ter della legge 13 ottobre 2020, n. 126, di conversione del cd “Decreto Agosto”. La rete/servizi di assistenza psicologica deve avere caratteristiche di omogeneità̀ nella modalità e capacità di erogazione delle prestazioni avendo come presupposto la centralità dei bisogni psicologici dei cittadini. Non deve essere il cittadino utente a “cercare” il servizio adatto alle sue esigenze, ma deve essere il servizio di assistenza psicologica ad adattarsi alle esigenze dei cittadini in un’ottica di flessibilità di intervento secondo una logica di standard qualitativi condivisi, con indicatori mirati alle specifiche caratteristiche dell’attività̀ svolta, tenendo conto delle specificità delle diverse aree e realtà̀ sociali e geografiche. A livello ospedaliero, il servizio di psicologia ospedaliera deve assicurare un adeguato sostegno psicologico ai pazienti e ai loro familiari, individuando specifici percorsi di accompagnamento. Poter disporre di una presenza coordinata di competenze psicologiche si rivela necessario per integrare gli interventi medici e chirurgici in molte situazioni, come ormai richiedono molte linee guida e PDTA, per collaborare alle politiche della qualità, alla comunicazione e umanizzazione delle cure, alla formazione relazionale del personale, all’empowerment degli operatori (gestione delle emozioni, lavoro in team, stress lavoro-correlato, burnout). Solo in tema di “umanizzazione” basti rilevare come l’indagine nazionale promossa dall’Agenas (vedi Monitor, XII, 32, 2013), utilizzando la letteratura internazionale e nazionale, pone come indicatori di umanizzazione di un ospedale molti aspetti di pertinenza psicologica quali: presenza di supporto psicologico, empowerment individuale, procedure di comunicazione con il paziente per il coinvolgimento attivo nel processo di cura/compliance, formazione del personale alla relazione di aiuto). USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 6
Si segnala inoltre che l’Intesa Stato-Regioni del 20.12.2012 n. 259 (“Accreditamento delle Strutture Sanitarie ai sensi dell’art. 8 comma 6 della legge 5.06.03 n. 131”) prevedono attività psicologiche nei programmi di umanizzazione e personalizzazione dell’assistenza, nelle modalità di ascolto dei pazienti, nella gestione degli eventi avversi, nel coinvolgimento dei pazienti, familiari e caregiver nelle scelte clinico-assistenziali, nella gestione del dolore. La stessa legge 15.03.10 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e terapia del dolore”) ed Intese attuative (25.07.12 n.151) individua lo Psicologo quale figura del team che si occupa della terapia del dolore. Proposta di modello organizzativo: attuare le leggi 126 e 176 del 2020 Le proposte che vengono qui avanzate: - tengono conto della necessità di garantire la missione complessiva della Psicologia, superando le criticità evidenziate, con l’obiettivo di ottimizzare il contributo che la professione può dare ad un rinnovamento dell’assistenza territoriale; - partono dagli obiettivi recentemente delineati anche in sede parlamentare dai rappresentanti tecnici del Ministero della Salute, in particolare lo scenario territoriale impostato sulla valorizzazione dell’Assistenza Domiciliare e le Case di Comunità come luoghi elettivi di assistenza, evidenziando come essi risultino lacunosi sugli aspetti psicologici, che invece devono vedere tali sedi come luoghi elettivi anche per l’erogazione delle attività psicologiche sul territorio. - Mirano a concretizzare la natura trasversale delle attività psicologiche (sia orizzontale – prevenzione/promozione, diagnosi, sostegno, cura e riabilitazione – che verticale – dal territorio alle strutture intermedie all’ospedale), e del suo specifico target che vede come destinatari degli interventi non solo gli utenti ma anche il personale e le organizzazioni. Proposte che tengono conto e sono in linea con le più recenti leggi approvate dal Parlamento per la Psicologia nel contesto sanitario. • La legge 126/20 pone una serie di indicazioni con riferimento ai servizi di salute mentale e più in generale alle attività psicologiche: “Al fine di efficientare i servizi di salute mentale operanti nelle comunità locali e di garantire il benessere psicologico individuale e collettivo in considerazione della crisi psico-sociale determinata dall’eccezionale situazione causata dall’epidemia da SARS-COV-2, il Ministero della salute, d’intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, emana le linee d’indirizzo finalizzate all’adozione, da parte delle regioni e delle province autonome di Trento e di Bolzano, di un protocollo uniforme sull’intero territorio nazionale che definisca le buone pratiche di salute mentale di comunità e per la tutela delle fragilità psico-sociali”. (art. 29 ter) USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 7
• La legge 176/20 fa seguito alla precedente e ne costituisce una sorta di continuità e prima attuazione organizzativa, mediante l’efficientamento delle attività degli psicologi specialisti del SSN “Art. 20-bis (Disposizioni in materia di attività degli psicologi). - 1. Al fine di garantire la salute e il benessere psicologico individuale e collettivo nell'eccezionale situazione causata dall'epidemia da COVID-19 e di assicurare le prestazioni psicologiche, anche domiciliari, ai cittadini e agli operatori sanitari, di ottimizzare e razionalizzare le risorse professionali degli psicologi dipendenti e convenzionati nonché di garantire le attività previste dai livelli essenziali di assistenza (LEA), ai fini dell'applicazione della direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 200 del 29 agosto 2006, le aziende sanitarie e gli altri enti del Servizio sanitario nazionale possono organizzare l'attività degli psicologi in un'unica funzione aziendale.”. In sostanza entrambe le leggi si prefiggono di “garantire il benessere psicologico individuale e collettivo” mediante: • “Un protocollo uniforme sull’intero territorio nazionale che definisca le buone pratiche per la tutela delle fragilità psico-sociali” (legge 126) • L’organizzazione, a livello di ciascuna azienda sanitaria, ospedaliera e di ogni altro ente del SSN, di tutte le attività degli Psicologi in un’unica funzione aziendale. (legge 176). Alla luce di queste premesse si ritiene necessario: • L’attuazione del mandato della legge 126/2020, art. 29ter, da parte del Ministero della Salute, d’intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, di emanare le linee d’indirizzo in relazione a due fattispecie: la specifica attività dei servizi di salute mentale e le attività psicologiche nell’ambito del SSN nel loro complesso (funzione aziendale della Psicologia), con adeguato coinvolgimento della professione psicologica in entrambi i tavoli. • da parte delle Regioni l’attivazione di idonee forme di coordinamento gestionale degli psicologi-psicoterapeuti in ciascuna azienda sanitaria ed ospedaliera, come strumento per il governo funzionale dell’insieme delle attività psicologiche aziendali, con le articolazioni operative necessarie per attuarle negli specifici contesti. La proposta mira a raggiungere i seguenti obiettivi : - garantire una governance dell’assistenza psicologica per una migliore qualità dell’offerta e un uso razionale delle risorse con conseguenti vantaggi economici; - indirizzarsi verso un approccio di assistenza orizzontale (trasversalità dell’intervento psicologico) basato sulla valutazione dei processi e degli esiti per la realizzazione di programmi e percorsi integrati sanitari e sociosanitari USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 8
Il macro riferimento interno all’Azienda Sanitaria ed Ospedaliera è la Direzione Sanitaria Aziendale. Le funzioni apicali e di responsabilità dei servizi psicologici, in quanto servizi di natura monoprofessionale e riferibili esclusivamente alle competenze psicologiche, deve essere riservata ai dirigenti psicologi. Ovviamente i servizi e le strtture a carattere pluriprofessionale e che riguardano attività riferibili a più discipline (es. Infanzia, Consultori, Salute Mentale, Formazione, ecc.) sono riconducibili a responsabilità ed apicalità di diversa estrazione, con competenze attinenti alla natura del servizio. Dall’organizzazione alla dotazione organica di personale Psicologia Territoriale In riferimento a quanto evidenziato, si ribadisce che l’assistenza psicologica territoriale debba essere organizzata all’interno della più ampia assistenza sanitaria e sociosanitaria territoriale, secondo un articolato sistema integrato in realtà territoriali strutturate: dai poliambulatori distrettuali, alle case di comunità e altre articolazioni sanitarie complesse multiprofessionali che rappresentano il luogo per l’erogazione delle attività̀ psicologiche specialistiche in cui le competenze/autonomie professionali si integrano con quelle dell’intero team dai consultori familiari ai servizi di salute mentale, neuropsichiatrie dipendenze patologiche; ai SPISAL/SPRESAL (attività legge 81/08 e 4/21 sui luoghi di lavoro), all’assistenza domiciliare, alle RSA o gli Ospedali di Comunità̀, gli Hospice deputati alla gestione delle problematiche sanitarie dei soggetti particolarmente fragili o agli anziani in cui la componente psicologica risulta rilevante nel supporto all’utente, ai caregiver, ma anche ai professionisti . Il dato relativo alla dotazione di dirigenti psicologi complessiva nel SSN, rilevata dagli Annuari Statistici del Ministero della Salute, evidenzia che nell’arco del quinquennio 2013 al 2017 in Italia si assiste ad una diminuzione totale di n.506 unità di personale. Nel 2013 gli psicologi in forza erano in totale di 5675 con un dato medio nazionale di n. 9,5 unità/ 100000 abitanti, a fronte di una riduzione nel 2017, che si stabilizza in un dato medio di n. 8,5 unità di psicologo/ 100000 abitanti. La definizione a livello nazionale di standard riproducibili nelle variegate realtà regionali risulta un'operazione complessa per l'autonomia legislativa delle Regioni e delle Provincie Autonome che, nell' applicazione del PSSN e dei LEA, presentano spesso disomogeneità normativa e organizzativa nei diversi contesti analizzati. USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 9
L’indagine realizzata dal CNOP (Report CNOP, 2014), mostra una presenza e un utilizzo delle risorse estremamente differente da realtà a realtà. In generale l’assistenza territoriale psicologica è di fatto erogata nell’attività rivolta a minori – famiglie e alle dipendenze patologiche, questo a riscontro di normative che vedono l’obbligatorietà delle competenze psicologiche in risposta alle autorità giudiziarie o a leggi specifiche per le Dipendenze Patologiche. In alcune regioni le attività della psicologia si rivolgono anche ad aree quali neuropsichiatria, psichiatria, o in altre ad assistenza nelle cure palliative o disabilità, o ancora territori in cui risultano presenti servizi rivolti al disagio psichico in diverse fasce del ciclo vitale: adolescenza/ giovane adulto, maternità-genitorialità, relazioni di coppia e famiglia. Queste attività erogate sul territorio, in rete con altri servizi, risultano più attive e incisive in presenza di strutture di coordinamento della psicologia a livello aziendale. Nella ricerca della Lega Consultori presentata presso l’Istituto Superiore di Sanità per i 40 anni dell’istituzione del servizio consultoriale in tutte le regioni, la figura dello psicologo è stata definita con un rapporto di 2,38/100.000 abitanti per le sole attività individuate dalla legge 405/1975, purtroppo solo poche regioni riescono a soddisfare questo standard. Benché oggi i consultori siano sempre più coinvolti in ambito giudiziario per le separazioni conflittuali in cui sono coinvolti minori. La rilevazione tra il 2015 e 2017 dell’OMS degli Psicologi che lavorano nell’ambito della salute mentale presenta una significativa differenza tra Italia (3.8/100.000), Germania (49,55/100.000), Francia (48,7/100.000), Svizzera (84,1/100.000), Finlandia (109,5/100.000) e Paesi Bassi (123,5/100.000) (fonte: https://apps.who.int/gho/data/view.main.HWF11v). Preventivamente argomentando che i sistemi sanitari sono diversi, le “decine” di differenza degli standard restano un profondo segno di diversa qualità delle cure psicologiche. Da una stima relativa all’indagine effettuata dal CNOP nel 2014 sulla dotazione organica di psicologi attivi nell’assistenza distrettuale “assistenza psicologica, domiciliare, territoriale” si rileva una difformità significativa a livello regionale: dalla presenza sul territorio di n. 17,3 unità di psicologo/100.000 abitanti nella regione Trentino Alto Adige a n. 5,7 unità di psicologo /100.000 abitanti in regioni come la Lombardia e il Piemonte. I dati, come già evidenziato, risentono delle differenti politiche e scelte organizzative regionale/provinciale della sanità. Uno studio effettuato dal CREA sul fabbisogno di Psicologi per il trattamento psicoterapico dei più comuni disturbi psicologici, come ansia e depressione, secondo i parametri di efficacia definiti a livello nazionale e internazionale, evidenzia la necessità di uno psicologo ogni 1.500 abitanti (CREA 2019). USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 10
Dai dati di dotazione organica di dirigente psicologo in Italia, si riscontra una notevole carenza di attività psicologiche che comporta un gap rilevante tra la domanda e l’offerta, gap ancor più marcata in rapporto ai nuovi bisogni emersi dai dati epidemiologici di disagio psichico presente nella popolazione, ma anche da quanto previsto e non attuato dalle normative vigenti. Da una valutazione comparata dei dati sopra riportati si ritiene realistico per garantire l’assistenza psicologia territoriale delle Aziende Sanitarie un parametro di: standard n. 20 unità di dirigente psicologo/100.000 abitanti quale limite minimo Va considerata certamente la collocazione dell’assistenza in relazione alla complessità dei territori, con casistica più complessa, alle differenti progettualità regionali, a una maggiore complessità organizzativa, che quindi richiederanno dotazioni organiche più consistenti . Questo parametro è tarato sulle funzioni ed attività delle aziende sanitarie territoriali a livello extraospedaliero finalizzate a garantire le prestazioni previste dai LEA in vigore (DPCM 12 gennaio 2017)* e non tiene conto della complessità e specificità dei territori, dei LEA aggiunti a livello regionale, degli specifici progetti regionali, né del livello della medicina e pediatria di famiglia. Per quest’ultimo aspetto vi sono state numerose e positive sperimentazioni a livello regionale e locale ed è in discussione in Parlamento una specifica proposta di legge, finalizzata ad integrare l’attività del MMG e del PLS con la presenza dello Psicologo di Cure Primarie, figura non specialistica, destinata a potenziare l’attività del “micro-team” come anche proposto dalle rappresentanze della medicina di famiglia. *(NOTE) Interventi psicologici e psicoterapici previsti nei LEA (DPCM 12 gennaio 2017) : “Nell’ambito dell’assistenza distrettuale, domiciliare e territoriale ad accesso diretto, il Servizio sanitario nazionale garantisce alle donne, ai minori, alle coppie e alle famiglie, le prestazioni, anche domiciliari, psicologiche e psicoterapeutiche necessarie ed appropriate” “assistenza alla donna in stato di gravidanza e tutela della salute del nascituro anche ai fini della prevenzione del correlato disagio psichico” “supporto psicologico per l’interruzione volontaria della gravidanza” “supporto psicologico per problemi di sterilità e infertilità e per procreazione medicalmente assistita” “supporto psicologico e assistenza per problemi correlati alla menopausa” “consulenza ed assistenza psicologica per problemi individuali e di coppia” “assistenza a favore degli adolescenti, anche in collaborazione con le istituzioni scolastiche” “supporto psicologico ai minori in situazione di disagio, in stato di abbandono o vittime di maltrattamenti e abusi” “supporto psicologico a nuclei familiari in condizioni di disagio” “valutazione e supporto psicologico a coppie e minori per l’affidamento familiare e l’adozione, anche nella fase successiva all’inserimento del minore nel nucleo familiare” in questo ambito è prevista, per i casi necessari: “psicoterapia (individuale, di coppia, familiare, di gruppo)”. “il Servizio sanitario nazionale garantisce USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 11
- ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico, la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato differenziato per intensità, complessità e durata, che include le prestazioni, anche domiciliari, psicologiche e psicoterapeutiche” - alle persone con disturbi mentali, , la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato, differenziato per intensità, complessità e durata, che include le prestazioni, anche domiciliari, psicologiche e psicoterapeutiche necessarie e appropriate” - alle persone con disabilità complesse, la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico e riabilitativo individualizzato differenziato per intensità, complessità e durata, che include le prestazioni, anche domiciliari, psicologiche e psicoterapeutiche necessarie e appropriate” - alle persone con dipendenze patologiche, inclusa la dipendenza da gioco d’azzardo, o con comportamenti di abuso patologico di sostanze, ivi incluse le persone detenute o internate, la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma terapeutico individualizzato che include le prestazioni psicologiche e psicoterapeutiche necessarie e appropriate” Psicologia Ospedaliera Per quanto riguarda le specificità dei contesti ospedalieri si fa riferimento al “Documento di consenso italiano sulla Psicologia Ospedaliera” definito dalle Società Scientifiche del settore (2013), che tiene conto delle peculiari attività e caratteristiche dell’ospedale, ai diversi livelli, e della normativa che riguarda direttamente gli aspetti psicologici (DM 70/15, Legge 38/10, Legge Unità Spinali, Trapianti, Linee Guida per Malattie Oncologiche, Cardiovascolari, Stroke e Cerebrovascolari, Neurodegenerative, Gravi traumatismi, Malattie pediatriche, Neonatologia, Chirurgia bariatrica, HIV, Riabilitazione, Malattie genetiche, Linee di indirizzo per il Pronto Soccorso 2019, ecc.). I soggetti coinvolti, in tutti i percorsi di assistenza psicologica, sono sempre: il malato, la sua famiglia, l’equipe di cura. I criteri che ispirano l’intervento sono quelli della trasversalità organizzativa dell’intervento psicologico (dall’Ospedale al territorio e viceversa) e dell’interdisciplinarietà nella presa in carico del paziente in tutte le fasi, di prevenzione, di malattia, di riabilitazione, di guarigione, o di terminalità e morte. L’intervento psicologico in Ospedale si prende cura anche dell’organizzazione con interventi sul clima organizzativo, individuando le criticità di malessere e promuovendo percorsi di miglioramento, in linea con il Dlgs 81/2008. Il fabbisogno minimo di personale per l’Unità Funzionale di Psicologia Ospedaliera (o Servizio aziendale di Psicologia Ospedaliera nelle Aziende Ospedaliere) è di n. 4 dirigenti psicologi. Tale numero deve essere considerato come “metabolismo basale minimo” e deve tener conto: a) della complessità degli ospedali di riferimento; b) del numero e della tipologia delle attività svolte. Tabella di standard del personale dirigente psicologo ospedaliero Tipologia Ospedale di Base * Presidi di I livello ** Presidi di II livello *** USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 12
Presenza necessaria 1 Turno 1 Turno 1 Turno Bacino di utenza 80.000 – 150.000 150.000 – 300.000 600.000 – 1.200.000 Dirigenti psicologi Minimo 4 (con un Minimo 6 (con un Minimo 8 (con un massimo di 6) massimo di 10) massimo di 12) * Nei presidi ospedalieri di base, con bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti, il Servizio di psicologia ospedaliera garantisce: l’umanizzazione delle cure, l’attività di consulenza al Pronto Soccorso e nelle specialità presenti (Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia ecc.) nonché le attività legate alla qualità ed a favore del personale". ** Nei presidi ospedalieri di I livello, con bacino di utenza compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti, il Servizio di Psicologia ospedaliera garantisce: l’umanizzazione delle cure, l’attività di consulenza nelle seguenti specialità: Medicina Interna, Chirurgia Generale, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia e Traumatologia, Ostetricia e Ginecologia (se prevista per numero di parti/anno), Pediatria, Cardiologia con Unità di Terapia Intensiva Cardiologica (U.T.I.C.), neurologia, Oculistica, Otorinolaringoiatria, Urologia, Dermatologia, Chirurgia pediatrica, Oncologia pediatrica e laddove vengono definiti specifici protocolli. E’ presente nei reparti di Neuropsichiatria infantile, Psichiatria e Oncologia. Svolge inoltre le attività legate alla qualità ed a favore del personale *** Nei presidi ospedalieri di II livello, con bacino di utenza compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti, il Servizio di Psicologia ospedaliera garantisce: l’umanizzazione delle cure, l’attività di consulenza agli utenti ed al personale delle equipes curanti nelle seguenti specialità: Cardiologia, Neurochirurgia, Cardiochirurgia e Rianimazione cardiochirurgica, Chirurgia Vascolare, Chirurgia Toracica, Chirurgia Maxillo-facciale, Chirurgia plastica, Endoscopia digestiva ad elevata complessita', Broncoscopia interventistica, Radiologia interventistica, Rianimazione pediatrica e neonatale e laddove vengono definiti specifici protocolli. Svolge inoltre le attività legate alla qualità ed a favore del personale. Il servizio di Psicologia ospedaliera è inoltre presente nei reparti di lungodegenza, di riabilitazione e di neuro-riabilitazione. Monitoraggio delle attività USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 13
In conclusione si sottolinea la necessità che il processo di monitoraggio delle prestazioni e di verifica del LEA dovrebbe includere in modo adeguato e specifico le attività svolte dalla Psicologia, le funzioni cliniche nelle quali è coinvolta, il personale impiegato, le risorse di salute offerte, gli esiti di salute ottenuti, i Lea soddisfatti. Si valuta inoltre indispensabile la presenza di un referente della psicologia nelle Commissioni di monitoraggio e verifica dei LEA. USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021 14
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