Un Sistema Sanitario vicino alle Persone Le proposte degli Psicologi per il rilancio del SSN

Pagina creata da Stefano Scotti
 
CONTINUA A LEGGERE
Un Sistema Sanitario vicino alle Persone
            Le proposte degli Psicologi per il rilancio del SSN
                                          Gennaio 2021

La pandemia deve essere l’occasione per una revisione ed ammodernamento di un grande
patrimonio collettivo che il Servizio Sanitario Nazionale, della sua capacità – culturale,
scientifica ed operativa – di occuparsi della salute delle persone e della collettività, e di farlo
con logiche di sistema, approcci integrati, proattivi e di promozione delle risorse,
coniugando il rispetto per le persone con l’efficacia e l’efficienza anche economica delle
scelte.
L’Ordine degli Psicologi fornisce il suo contributo in questa ottica, quale Ente pubblico
sussidiario dello Stato in rappresentanza delle competenze della professione sanitaria
psicologica, ritendendo che quando si parla di salute gli aspetti psicologici, basati su
evidenze scientifiche e prassi riconosciute, debbano costituire una parte essenziale delle
valutazioni sulle quali adottare decisioni e fare scelte.
Prima di addentrarci nella specifica tematica, che rappresenta un momento fondamentale
della indispensabile revisione del Sistema Sanitario, è necessaria una premessa finalizzata ad
inquadrare il contributo specifico della professione psicologica ed il suo mandato in base
alla normativa esistente.

Gli ambiti della professione psicologica
La professione psicologica è regolata da una normativa (legge 56/89) che ne fissa gli ambiti
e le competenze in maniera puntuale: “prevenzione, diagnosi, attività di abilitazione-riabilitazione
e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle
comunità”.
La psicoterapia è riservata a coloro che abbiano acquisto una successiva specializzazione di
almeno quattro anni. Si ricorda che, in base alla vigente normativa, tutti gli Psicologi
dirigenti del SSN sono specialisti e quindi anche Psicoterapeuti.
Ovviamente l’”ambito psicologico” riguarda tutti i più importanti aspetti della vita umana, e
quindi le applicazioni professionali della professione sono molteplici. Ma in questa sede ci
riferiamo ovviamente quelle più attinenti all’ambito della salute e del SSN.
Il ruolo dell’ambito psicologico rispetto alla salute è stato messo in luce da una ormai
imponente letteratura scientifica che ha pienamente confermato l’assunto dell’OMS che lega
la salute ad una condizione di benessere psicologico, oltre che biologico. Le evidenze sul
ruolo della dimensione psicologica nel normale funzionamento umano (capacità adattive,
atteggiamenti, emozioni, comportamenti, ecc.) e nella interazione bidirezionale mente-
corpo ne fanno un elemento cruciale sia nella promozione/mantenimento della salute che
nel suo recupero in caso di disturbo/malattia fisica o psichica.
Queste evidenze trovano riscontro nella cultura diffusa nella popolazione: 65 italiani su 100
vedono la componente psicologica come fondamentale per la salute e la cura (Censis, 2019).
E nel dibattito scientifico internazionale che si è posto il quesito se non sia più giusto
considerare la salute come “capacità di adattamento e di autogestione di fronte alle sfide sociali,
fisiche ed emotive” (OMS, 2011). Una capacità implementabile che richiama la risorsa
psicologica della resilienza, di cui oggi tanto si parla.
La normativa di questi ultimi anni concernente le attività psicologiche nel SSN ha
recuperato in parte lo spirito fondativo della legge 833/78 che, all’art.1 recita “Il servizio
sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività
destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la
popolazione”. Laddove il richiamo agli aspetti psichici della salute intende sottolineare
l’unitarietà della persona di fronte al tema salute e all’assistenza sanitaria.
Con riferimento all’oggetto della presente audizione vanno segnalate in particolare due
importanti provvedimenti: i nuovi LEA del 2017 ed il Piano Nazionale della Cronicità
(PNC) del 2016.
I LEA richiamano le attività psicologiche di promozione, prevenzione, diagnosi, sostegno,
cura e riabilitazione in 15 articoli su 64 oltre che in diversi allegati, prevedendo una mission
della Psicologia che va molto al di là delle attività nei servizi di Salute Mentale e delle
Dipendenze: si parla di “assistenza psicologica distrettuale, domiciliare e territoriale” per le
donne, i minori, le coppie, le famiglie in una vasta gamma di problematiche e fattispecie che
includono situazioni di “disagio psicologico” oltre che l’intervento e la terapia in situazioni
di disturbo, malattia e disabilità (cfr.Il ruolo della Psicologia nei LEA, Quaderni CNOP
2018).
Il PNC valorizza il ruolo degli Psicologi nell’assistenza alle persone con situazioni di
cronicità (il 38% della popolazione secondo il Ministero della Salute), considerando tutte le
situazioni di questo tipo in adulti e minori, che assorbono il 70% delle risorse destinate al
SSN. E lo fa nell’ambito di un approccio culturalmente ed operativamente diverso

                            USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                         2
all’assistenza, che prevede la valorizzazione del contesto domiciliare e territoriale
nell’ambito di una organizzazione in rete e di un lavoro integrato tra medici, infermieri,
psicologi e altre figure (cfr. Il ruolo dello Psicologo nel PNC, Quaderni CNOP 2019).
Sia i LEA che il PNC (nel suo ambito) assegnano alla Psicologia un ruolo proattivo
(Psicologia di iniziativa) ed allargato al contesto, che non si limita al singolo utente ma
prevede le forme opportune di sostegno e sviluppo delle risorse di fronteggiamento/gestione
(empowerment) nei caregiver e nel nucleo familiare, ma anche attività a favore degli altri
operatori sanitari e dell’organizzazione nel suo complesso (gestione della comunicazione,
delle relazioni, dei conflitti, delle emozioni, del burnout e stress lavorativo, clima
organizzativo, ecc.). In questo ambito gli Psicologi devono svolgere un ruolo in relazione
alla valutazione ed intervento sui rischi psicosociali nel mondo del lavoro nei
SPISAL/SPRESAL (legge 81/08), anche alla luce della recente ratifica (legge 4/21) della
Convenzione ILO 190 contro violenza e molestie nei luoghi di lavoro.
Va tenuto presente che il modello assistenziale tradizionale, centrato sull’idea passiva di
salute come mera assenza di una malattia, su una assistenza “di attesa” (si interviene solo e
quando la persona si ammala), sugli aspetti medici della malattia (biologici) più che sulla
persona che ha la malattia, sull’intervento monoprofessionale e iperspecialistico, alla
centralità dell’ospedale, risulta ampiamente inadeguato ad affrontare i reali bisogni di salute.
La Psicologia è portatrice di un modello centrato sulla persona, sulle sue risorse attuali e
potenziali e non solo sui problemi, sull’equilibrio persona-contesto, sull’intervento integrato
multiprofessionale, proattivo e multifase, ovvero che unisce il sostegno alla promozione di
strategie adattive e autonomia. L’orientamento della Psicologia è verso il cambiamento, sia
nelle persone che nelle organizzazioni, nel presupposto che i problemi nascono da equilibri
compromessi che richiedono nuove soluzioni. Lo Psicologo è un “facilitatore” di processi,
un “promotore” di risorse adattive ed un “costruttore” di resilienza, sia a livello di persone
che di gruppi e di contesti.
Per tali motivi si ritiene che il corretto utilizzo delle competenze psicologiche, verso
l’utenza, gli operatori e le organizzazioni, sia strategico per l’innovazione del sistema
sanitario e la sua capacità di lettura e risposta ai bisogni.
Vi è poi un altro aspetto, strategico per l’evoluzione del SSN: le competenze psicologiche
applicate al personale sanitario e alle aziende sanitarie in quanto organizzazioni.
In questo capitolo rientrano molte attività di formazione, promozione di risorse e
consulenza, quali quelle relative alla comunicazione, alla gestione degli aspetti
psicocomportamentali ed emozionali dell’assistenza, delle relazioni e dei conflitti nei team e
verso gli utenti, alla prevenzione e gestione dello stress lavorativo e del burnout, al rischio
clinico ed eventi avversi, clima organizzativo, qualità percepita, umanizzazione.

                         USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                 3
Dagli ambiti all’organizzazione
In sintesi:
    •   a livello di società si assiste a un incremento progressivo di domanda psicologica da
        parte dei cittadini, istituzioni ed operatori sanitari, sociali, educativi, in conseguenza
        della crescita della cultura di attenzione alle forme di tutela e promozione alla salute.
        La Sofferenza emotiva sempre più generalizzata, anche a seguito della pandemia; ad
        oggi assistiamo a 400.000 contagiati di Covid-19 in isolamento nelle proprie
        abitazioni dei quali 200.000 senza alcun sintomo organico, ma tra questi sicuramente
        tanti avrebbero bisogno di supporto e assistenza psicologica, non erogata perché le
        Regioni non hanno utilizzato la norma che prevede la presenza degli Psicologi nelle
        USCA.
    •   A livello tecnico professionale, la domanda di psicologia si manifesta:
            - con un disagio / disturbo dell'individuo che richiede risposte di evidenza
                scientifica sia mono-professionali che multiprofessionali strutturati in percorsi
                assistenziali pluriprofessionale o nei team, con attenzione ad una presa in
                carico della persona . Ne sono un indicatore l'ampio numero di linee guida di
                efficacia ed efficienza su problematiche e disturbi in cui l’assistenza
                psicologica è inserita;
            - con un disagio collettivo che richiede risposte strutturate riguardanti settori di
                intervento dalla prevenzione, alla formazione, alla clinica.

A fronte di questa “missione” si registra un complessivo gap nella realtà organizzativa ed
operativa della Psicologia, dovuto fondamentalmente a tre criticità:
    a) Criticità di sistema: che non è specifica della Psicologia ma è riferita alla complessiva
       rigidità/difficoltà del sistema salute che tende a non facilitare l’evoluzione verso
       forme di assistenza più flessibili e performanti;
    b) Criticità culturale: la difficoltà di superare un modello di riferimento centrato solo
       sulla malattia e non sulla persona malata e sui problemi di salute come eventi acuti e
       non come situazioni da gestire nel tempo. A questa criticità generale se ne aggiunge
       una che riguarda specificamente la Psicologia, vista ancora come professione di tipo
       “psichiatrico”, che si occupa sostanzialmente solo di patologia psichica. Scambiare
       una parte per il tutto comporta gravi limitazioni al corretto impiego della risorsa
       professionale.
    c) Criticità organizzativa: anche se le normative sedimentatesi nel tempo hanno creato
       un chiaro orizzonte di attività è mancata la definizione di un modello organizzativo
       adeguato per la Psicologia. A livello di organizzazione nelle aziende, lo psicologo è
       collocato a livello trasversale nelle U.U.O.O e/o dipartimenti organizzati a livello

                          USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                  4
verticale. Tale presenza è in forza con singole unità o quota oraria di unità di
       personale esitando in una situazione di frammentazione con sovrapposizione o
       dispersione degli interventi stessi. Questo impedisce la “messa a sistema” della
       professione, mediante idonee forme di coordinamento – a livello aziendale – delle
       risorse professionali.

L’organizzazione della sanità presenta nelle diverse Regioni diversi modelli organizzativi,
molti dei quali caratterizzati da una logica cosiddetta “a silos”, che rende difficile il lavoro
in team e l’interazione tra i diversi professionisti e le diverse competenze.
Una criticità̀, mai affrontata nei diversi processi di riforma che si sono susseguiti nel corso
degli ultimi anni e che ha reso difficile organizzare l’attività degli psicologi ai diversi livelli
del SSN (ospedale, strutture intermedie, territorio). Per il SSN l’idea dominante è stata
quella di riproporre molte realtà territoriali il modello centralizzato di organizzazione
ospedaliero, fatto di gerarchizzazione verticale, dipartimentalizzazione, unità operative
semplici o complesse, che possono dimostrare la loro efficacia nell’ambito degli interventi
acuti, di urgenza e di alta o altissima specializzazione. Questo modello, calato nel territorio
dimostra di non essere assolutamente adatto ad una presa in carico del cittadino e dei suoi
bisogni psicologici e socio-sanitari, azzera l’idea stessa di prossimità e non favorisce la reale
integrazione delle competenze della psicologia con tutte le altre figure sanitarie presenti sul
territorio.
In tal senso, resta ferma la necessità del riferimento alla responsabilità dell’assistenza
psicologica a livello aziendale, da rimodulare a seconda dei modelli organizzativi regionali,
ma prossimo a un modello di tipo dipartimentale di cura ed assistenza psicologica, che
coinvolge tutti gli psicologi dipendenti e della specialistica ambulatoriale. Il modello
organizzativo individuato deve essere orientato, come modalità di intervento, alla pratica di
una sanità di prossimità, vicina alla realtà̀ dei cittadini, garantendo un’integrazione tra le
diverse figure professionali.
Il punto di riferimento deve essere quello descritto nei Livelli essenziali di assistenza che
richiedono per l’implementazione un modello organizzativo complessivo ed unitario della
Psicologia nelle Aziende.
Questo modello prevede una specifica Unità di Psicologia per i contesti ospedalieri che
insistono nelle aziende sanitarie e un servizio aziendale di psicologia – trasversale per tutte
le funzioni da svolgere, in piena analogia con l’approccio territoriale, per le aziende
ospedaliere.
Il benessere psicologico individuale e collettivo, trova la sua reale collocazione in molteplici
ambiti dell’assistenza sanitaria da garantire ai cittadini. L’Assistenza Specialistica
ambulatoriale; le Cure palliative domiciliari; l’Assistenza sociosanitaria ai minori, alle

                          USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                  5
donne, alle coppie, alle famiglie, ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico e del
neurosviluppo, alle persone con disturbi mentali, alle persone con disabilità, con dipendenze
patologiche; l’Assistenza residenziale extra ospedaliera ad elevato impegno sanitario; alle
persone nella fase terminale della vita, ecc. sono solo alcuni degli ambiti e settori nei quali è
espressamente previsto l’intervento dello psicologo chiamato ad erogare le prestazioni
professionali psicologiche nell’ambito della prevenzione, della cura, della riabilitazione e
dell’assistenza sociosanitaria.
Per garantire l’ampiezza e la complessità degli interventi richiesti alla psicologia, è
indispensabile mettere in rete l’assistenza ed il supporto psicologico da garantire in tutti
questi ambiti e non considerare ciascuno di questi un settore “chiuso” o, peggio,
autoreferenziale.
È assolutamente indispensabile attivare un modello organizzativo, con modalità di
coordinamento per un utilizzo funzionale delle risorse professionali psicologiche presenti in
Azienda, capace di mettere in rete le prestazioni psicologiche erogate in tutti gli ambiti
previsti dai LEA al fine di “garantire il benessere psicologico individuale e collettivo” così come
previsto anche dal comma 2 dell’art. 29 ter della legge 13 ottobre 2020, n. 126, di
conversione del cd “Decreto Agosto”.
La rete/servizi di assistenza psicologica deve avere caratteristiche di omogeneità̀ nella
modalità e capacità di erogazione delle prestazioni avendo come presupposto la centralità
dei bisogni psicologici dei cittadini. Non deve essere il cittadino utente a “cercare” il
servizio adatto alle sue esigenze, ma deve essere il servizio di assistenza psicologica ad
adattarsi alle esigenze dei cittadini in un’ottica di flessibilità di intervento secondo una
logica di standard qualitativi condivisi, con indicatori mirati alle specifiche caratteristiche
dell’attività̀ svolta, tenendo conto delle specificità delle diverse aree e realtà̀ sociali e
geografiche.
A livello ospedaliero, il servizio di psicologia ospedaliera deve assicurare un adeguato
sostegno psicologico ai pazienti e ai loro familiari, individuando specifici percorsi di
accompagnamento.
Poter disporre di una presenza coordinata di competenze psicologiche si rivela necessario
per integrare gli interventi medici e chirurgici in molte situazioni, come ormai richiedono
molte linee guida e PDTA, per collaborare alle politiche della qualità, alla comunicazione e
umanizzazione delle cure, alla formazione relazionale del personale, all’empowerment degli
operatori (gestione delle emozioni, lavoro in team, stress lavoro-correlato, burnout). Solo in
tema di “umanizzazione” basti rilevare come l’indagine nazionale promossa dall’Agenas
(vedi Monitor, XII, 32, 2013), utilizzando la letteratura internazionale e nazionale, pone
come indicatori di umanizzazione di un ospedale molti aspetti di pertinenza psicologica
quali: presenza di supporto psicologico, empowerment individuale, procedure di
comunicazione con il paziente per il coinvolgimento attivo nel processo di cura/compliance,
formazione del personale alla relazione di aiuto).

                          USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                  6
Si segnala inoltre che l’Intesa Stato-Regioni del 20.12.2012 n. 259 (“Accreditamento delle
Strutture Sanitarie ai sensi dell’art. 8 comma 6 della legge 5.06.03 n. 131”) prevedono
attività psicologiche nei programmi di umanizzazione e personalizzazione dell’assistenza,
nelle modalità di ascolto dei pazienti, nella gestione degli eventi avversi, nel coinvolgimento
dei pazienti, familiari e caregiver nelle scelte clinico-assistenziali, nella gestione del dolore.
La stessa legge 15.03.10 (“Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e terapia
del dolore”) ed Intese attuative (25.07.12 n.151) individua lo Psicologo quale figura del team
che si occupa della terapia del dolore.

Proposta di modello organizzativo: attuare le leggi 126 e 176 del 2020
Le proposte che vengono qui avanzate:
    -   tengono conto della necessità di garantire la missione complessiva della Psicologia,
        superando le criticità evidenziate, con l’obiettivo di ottimizzare il contributo che la
        professione può dare ad un rinnovamento dell’assistenza territoriale;
    -   partono dagli obiettivi recentemente delineati anche in sede parlamentare dai
        rappresentanti tecnici del Ministero della Salute, in particolare lo scenario territoriale
        impostato sulla valorizzazione dell’Assistenza Domiciliare e le Case di Comunità
        come luoghi elettivi di assistenza, evidenziando come essi risultino lacunosi sugli
        aspetti psicologici, che invece devono vedere tali sedi come luoghi elettivi anche per
        l’erogazione delle attività psicologiche sul territorio.
    -   Mirano a concretizzare la natura trasversale delle attività psicologiche (sia
        orizzontale – prevenzione/promozione, diagnosi, sostegno, cura e riabilitazione –
        che verticale – dal territorio alle strutture intermedie all’ospedale), e del suo specifico
        target che vede come destinatari degli interventi non solo gli utenti ma anche il
        personale e le organizzazioni.
Proposte che tengono conto e sono in linea con le più recenti leggi approvate dal
Parlamento per la Psicologia nel contesto sanitario.
•     La legge 126/20 pone una serie di indicazioni con riferimento ai servizi di salute
mentale e più in generale alle attività psicologiche:
“Al fine di efficientare i servizi di salute mentale operanti nelle comunità locali e di garantire il
benessere psicologico individuale e collettivo in considerazione della crisi psico-sociale determinata
dall’eccezionale situazione causata dall’epidemia da SARS-COV-2, il Ministero della salute, d’intesa
con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, entro sei
mesi dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, emana le linee
d’indirizzo finalizzate all’adozione, da parte delle regioni e delle province autonome di Trento e di
Bolzano, di un protocollo uniforme sull’intero territorio nazionale che definisca le buone pratiche di
salute mentale di comunità e per la tutela delle fragilità psico-sociali”. (art. 29 ter)

                            USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                        7
•      La legge 176/20 fa seguito alla precedente e ne costituisce una sorta di continuità e
prima attuazione organizzativa, mediante l’efficientamento delle attività degli psicologi
specialisti del SSN
“Art. 20-bis (Disposizioni in materia di attività degli psicologi). - 1. Al fine di garantire la salute e il
benessere psicologico individuale e collettivo nell'eccezionale situazione causata dall'epidemia da
COVID-19 e di assicurare le prestazioni psicologiche, anche domiciliari, ai cittadini e agli operatori
sanitari, di ottimizzare e razionalizzare le risorse professionali degli psicologi dipendenti e convenzionati
nonché di garantire le attività previste dai livelli essenziali di assistenza (LEA), ai fini dell'applicazione
della direttiva del Presidente del Consiglio dei ministri del 13 giugno 2006, pubblicata nella Gazzetta
Ufficiale n. 200 del 29 agosto 2006, le aziende sanitarie e gli altri enti del Servizio sanitario nazionale
possono organizzare l'attività degli psicologi in un'unica funzione aziendale.”.
In sostanza entrambe le leggi si prefiggono di “garantire il benessere psicologico individuale
e collettivo” mediante:
    •   “Un protocollo uniforme sull’intero territorio nazionale che definisca le buone
        pratiche per la tutela delle fragilità psico-sociali” (legge 126)
    •   L’organizzazione, a livello di ciascuna azienda sanitaria, ospedaliera e di ogni altro
        ente del SSN, di tutte le attività degli Psicologi in un’unica funzione aziendale. (legge
        176).
Alla luce di queste premesse si ritiene necessario:
    •   L’attuazione del mandato della legge 126/2020, art. 29ter, da parte del Ministero
        della Salute, d’intesa con la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto
        legislativo 28 agosto 1997, n. 281, di emanare le linee d’indirizzo in relazione a due
        fattispecie: la specifica attività dei servizi di salute mentale e le attività psicologiche
        nell’ambito del SSN nel loro complesso (funzione aziendale della Psicologia), con
        adeguato coinvolgimento della professione psicologica in entrambi i tavoli.
    •   da parte delle Regioni l’attivazione di idonee forme di coordinamento gestionale
        degli psicologi-psicoterapeuti in ciascuna azienda sanitaria ed ospedaliera, come
        strumento per il governo funzionale dell’insieme delle attività psicologiche aziendali,
        con le articolazioni operative necessarie per attuarle negli specifici contesti.
La proposta mira a raggiungere i seguenti obiettivi :
    -   garantire una governance dell’assistenza psicologica per una migliore qualità
        dell’offerta e un uso razionale delle risorse con conseguenti vantaggi economici;
    -   indirizzarsi verso un approccio di assistenza orizzontale (trasversalità dell’intervento
        psicologico) basato sulla valutazione dei processi e degli esiti per la realizzazione di
        programmi e percorsi integrati sanitari e sociosanitari

                             USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                           8
Il macro riferimento interno all’Azienda Sanitaria ed Ospedaliera è la Direzione Sanitaria
Aziendale.
Le funzioni apicali e di responsabilità dei servizi psicologici, in quanto servizi di natura
monoprofessionale e riferibili esclusivamente alle competenze psicologiche, deve essere
riservata ai dirigenti psicologi.
Ovviamente i servizi e le strtture a carattere pluriprofessionale e che riguardano attività
riferibili a più discipline (es. Infanzia, Consultori, Salute Mentale, Formazione, ecc.) sono
riconducibili a responsabilità ed apicalità di diversa estrazione, con competenze attinenti
alla natura del servizio.

Dall’organizzazione alla dotazione organica di personale

Psicologia Territoriale

In riferimento a quanto evidenziato, si ribadisce che l’assistenza psicologica territoriale
debba essere organizzata all’interno della più ampia assistenza sanitaria e sociosanitaria
territoriale, secondo un articolato sistema integrato in realtà territoriali strutturate: dai
poliambulatori distrettuali, alle case di comunità e altre articolazioni sanitarie complesse
multiprofessionali che rappresentano il luogo per l’erogazione delle attività̀ psicologiche
specialistiche in cui le competenze/autonomie professionali si integrano con quelle
dell’intero team dai consultori familiari ai servizi di salute mentale, neuropsichiatrie
dipendenze patologiche; ai SPISAL/SPRESAL (attività legge 81/08 e 4/21 sui luoghi di
lavoro), all’assistenza domiciliare, alle RSA o gli Ospedali di Comunità̀, gli Hospice
deputati alla gestione delle problematiche sanitarie dei soggetti particolarmente fragili o agli
anziani in cui la componente psicologica risulta rilevante nel supporto all’utente, ai
caregiver, ma anche ai professionisti .

Il dato relativo alla dotazione di dirigenti psicologi complessiva nel SSN, rilevata dagli
Annuari Statistici del Ministero della Salute, evidenzia che nell’arco del quinquennio 2013
al 2017 in Italia si assiste ad una diminuzione totale di n.506 unità di personale. Nel 2013
gli psicologi in forza erano in totale di 5675 con un dato medio nazionale di n. 9,5 unità/
100000 abitanti, a fronte di una riduzione nel 2017, che si stabilizza in un dato medio di n.
8,5 unità di psicologo/ 100000 abitanti.

La definizione a livello nazionale di standard riproducibili nelle variegate realtà regionali
risulta un'operazione complessa per l'autonomia legislativa delle Regioni e delle Provincie
Autonome che, nell' applicazione del PSSN e dei LEA, presentano spesso disomogeneità
normativa e organizzativa nei diversi contesti analizzati.

                          USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                  9
L’indagine realizzata dal CNOP (Report CNOP, 2014), mostra una presenza e un utilizzo
delle risorse estremamente differente da realtà a realtà.
In generale l’assistenza territoriale psicologica è di fatto erogata nell’attività rivolta a minori
– famiglie e alle dipendenze patologiche, questo a riscontro di normative che vedono
l’obbligatorietà delle competenze psicologiche in risposta alle autorità giudiziarie o a leggi
specifiche per le Dipendenze Patologiche.
In alcune regioni le attività della psicologia si rivolgono anche ad aree quali
neuropsichiatria, psichiatria, o in altre ad assistenza nelle cure palliative o disabilità, o
ancora territori in cui risultano presenti servizi rivolti al disagio psichico in diverse fasce del
ciclo vitale: adolescenza/ giovane adulto, maternità-genitorialità, relazioni di coppia e
famiglia. Queste attività erogate sul territorio, in rete con altri servizi, risultano più attive e
incisive in presenza di strutture di coordinamento della psicologia a livello aziendale.

Nella ricerca della Lega Consultori presentata presso l’Istituto Superiore di Sanità per i 40
anni dell’istituzione del servizio consultoriale in tutte le regioni, la figura dello psicologo è
stata definita con un rapporto di 2,38/100.000 abitanti per le sole attività individuate dalla
legge 405/1975, purtroppo solo poche regioni riescono a soddisfare questo standard. Benché
oggi i consultori siano sempre più coinvolti in ambito giudiziario per le separazioni
conflittuali in cui sono coinvolti minori.
La rilevazione tra il 2015 e 2017 dell’OMS degli Psicologi che lavorano nell’ambito della
salute mentale presenta una significativa differenza tra Italia (3.8/100.000), Germania
(49,55/100.000),      Francia     (48,7/100.000),     Svizzera     (84,1/100.000),      Finlandia
(109,5/100.000)           e         Paesi         Bassi          (123,5/100.000)           (fonte:
https://apps.who.int/gho/data/view.main.HWF11v). Preventivamente argomentando che i
sistemi sanitari sono diversi, le “decine” di differenza degli standard restano un profondo
segno di diversa qualità delle cure psicologiche.
Da una stima relativa all’indagine effettuata dal CNOP nel 2014 sulla dotazione organica di
psicologi attivi nell’assistenza distrettuale “assistenza psicologica, domiciliare, territoriale”
si rileva una difformità significativa a livello regionale: dalla presenza sul territorio di n.
17,3 unità di psicologo/100.000 abitanti nella regione Trentino Alto Adige a n. 5,7 unità di
psicologo /100.000 abitanti in regioni come la Lombardia e il Piemonte. I dati, come già
evidenziato, risentono delle differenti politiche e scelte organizzative regionale/provinciale
della sanità.
Uno studio effettuato dal CREA sul fabbisogno di Psicologi per il trattamento psicoterapico
dei più comuni disturbi psicologici, come ansia e depressione, secondo i parametri di
efficacia definiti a livello nazionale e internazionale, evidenzia la necessità di uno psicologo
ogni 1.500 abitanti (CREA 2019).

                          USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                  10
Dai dati di dotazione organica di dirigente psicologo in Italia, si riscontra una notevole
carenza di attività psicologiche che comporta un gap rilevante tra la domanda e l’offerta,
gap ancor più marcata in rapporto ai nuovi bisogni emersi dai dati epidemiologici di disagio
psichico presente nella popolazione, ma anche da quanto previsto e non attuato dalle
normative vigenti.
Da una valutazione comparata dei dati sopra riportati si ritiene realistico per garantire
l’assistenza psicologia territoriale delle Aziende Sanitarie un parametro di:
standard n. 20 unità di dirigente psicologo/100.000 abitanti quale limite minimo
Va considerata certamente la collocazione dell’assistenza in relazione alla complessità dei
territori, con casistica più complessa, alle differenti progettualità regionali, a una maggiore
complessità organizzativa, che quindi richiederanno dotazioni organiche più consistenti .
Questo parametro è tarato sulle funzioni ed attività delle aziende sanitarie territoriali a
livello extraospedaliero finalizzate a garantire le prestazioni previste dai LEA in vigore
(DPCM 12 gennaio 2017)* e non tiene conto della complessità e specificità dei territori, dei
LEA aggiunti a livello regionale, degli specifici progetti regionali, né del livello della
medicina e pediatria di famiglia.
Per quest’ultimo aspetto vi sono state numerose e positive sperimentazioni a livello
regionale e locale ed è in discussione in Parlamento una specifica proposta di legge,
finalizzata ad integrare l’attività del MMG e del PLS con la presenza dello Psicologo di
Cure Primarie, figura non specialistica, destinata a potenziare l’attività del “micro-team”
come anche proposto dalle rappresentanze della medicina di famiglia.

*(NOTE) Interventi psicologici e psicoterapici previsti nei LEA (DPCM 12 gennaio 2017) :
“Nell’ambito dell’assistenza distrettuale, domiciliare e territoriale ad accesso diretto, il Servizio sanitario nazionale
garantisce alle donne, ai minori, alle coppie e alle famiglie, le prestazioni, anche domiciliari, psicologiche e
psicoterapeutiche necessarie ed appropriate”
      “assistenza alla donna in stato di gravidanza e tutela della salute del nascituro anche ai fini della
          prevenzione del correlato disagio psichico”
      “supporto psicologico per l’interruzione volontaria della gravidanza”
      “supporto psicologico per problemi di sterilità e infertilità e per procreazione medicalmente assistita”
      “supporto psicologico e assistenza per problemi correlati alla menopausa”
      “consulenza ed assistenza psicologica per problemi individuali e di coppia”
      “assistenza a favore degli adolescenti, anche in collaborazione con le istituzioni scolastiche”
      “supporto psicologico ai minori in situazione di disagio, in stato di abbandono o vittime di maltrattamenti e
          abusi”
      “supporto psicologico a nuclei familiari in condizioni di disagio”
      “valutazione e supporto psicologico a coppie e minori per l’affidamento familiare e l’adozione, anche nella
          fase successiva all’inserimento del minore nel nucleo familiare”
in questo ambito è prevista, per i casi necessari: “psicoterapia (individuale, di coppia, familiare, di gruppo)”.
“il Servizio sanitario nazionale garantisce

                               USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                                     11
- ai minori con disturbi in ambito neuropsichiatrico, la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un
programma terapeutico individualizzato differenziato per intensità, complessità e durata, che include le prestazioni,
anche domiciliari, psicologiche e psicoterapeutiche”
- alle persone con disturbi mentali, , la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma
terapeutico individualizzato, differenziato per intensità, complessità e durata, che include le prestazioni, anche
domiciliari, psicologiche e psicoterapeutiche necessarie e appropriate”
- alle persone con disabilità complesse, la presa in carico multidisciplinare e lo svolgimento di un programma
terapeutico e riabilitativo individualizzato differenziato per intensità, complessità e durata, che include le
prestazioni, anche domiciliari, psicologiche e psicoterapeutiche necessarie e appropriate”
- alle persone con dipendenze patologiche, inclusa la dipendenza da gioco d’azzardo, o con comportamenti di abuso
patologico di sostanze, ivi incluse le persone detenute o internate, la presa in carico multidisciplinare e lo
svolgimento di un programma terapeutico individualizzato che include le prestazioni psicologiche e
psicoterapeutiche necessarie e appropriate”

Psicologia Ospedaliera
Per quanto riguarda le specificità dei contesti ospedalieri si fa riferimento al “Documento di
consenso italiano sulla Psicologia Ospedaliera” definito dalle Società Scientifiche del settore
(2013), che tiene conto delle peculiari attività e caratteristiche dell’ospedale, ai diversi livelli,
e della normativa che riguarda direttamente gli aspetti psicologici (DM 70/15, Legge 38/10,
Legge Unità Spinali, Trapianti, Linee Guida per Malattie Oncologiche, Cardiovascolari,
Stroke e Cerebrovascolari, Neurodegenerative, Gravi traumatismi, Malattie pediatriche,
Neonatologia, Chirurgia bariatrica, HIV, Riabilitazione, Malattie genetiche, Linee di
indirizzo per il Pronto Soccorso 2019, ecc.). I soggetti coinvolti, in tutti i percorsi di
assistenza psicologica, sono sempre: il malato, la sua famiglia, l’equipe di cura. I criteri che
ispirano l’intervento sono quelli della trasversalità organizzativa dell’intervento psicologico
(dall’Ospedale al territorio e viceversa) e dell’interdisciplinarietà nella presa in carico del
paziente in tutte le fasi, di prevenzione, di malattia, di riabilitazione, di guarigione, o di
terminalità e morte.
L’intervento psicologico in Ospedale si prende cura anche dell’organizzazione con interventi sul
clima organizzativo, individuando le criticità di malessere e promuovendo percorsi di
miglioramento, in linea con il Dlgs 81/2008.
Il fabbisogno minimo di personale per l’Unità Funzionale di Psicologia Ospedaliera (o
Servizio aziendale di Psicologia Ospedaliera nelle Aziende Ospedaliere) è di n. 4 dirigenti
psicologi. Tale numero deve essere considerato come “metabolismo basale minimo” e deve
tener conto:
a)      della complessità degli ospedali di riferimento;
b)       del numero e della tipologia delle attività svolte.
Tabella di standard del personale dirigente psicologo ospedaliero
 Tipologia                Ospedale di Base *       Presidi di I livello **                 Presidi di II livello ***

                              USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                                 12
Presenza necessaria       1 Turno                  1 Turno                   1 Turno

Bacino di utenza          80.000 – 150.000         150.000 – 300.000         600.000 – 1.200.000

Dirigenti psicologi           Minimo 4 (con un        Minimo 6 (con un           Minimo 8 (con un
                               massimo di 6)           massimo di 10)            massimo di 12)

* Nei presidi ospedalieri di base, con bacino di utenza compreso
tra 80.000 e 150.000 abitanti, il Servizio di psicologia ospedaliera garantisce:
l’umanizzazione delle cure, l’attività di consulenza al Pronto Soccorso e nelle specialità
presenti (Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia ecc.) nonché le
attività legate alla qualità ed a favore del personale".
** Nei presidi ospedalieri di I livello, con bacino di utenza
compreso tra 150.000 e 300.000 abitanti, il Servizio di Psicologia ospedaliera garantisce:
l’umanizzazione delle cure, l’attività di consulenza nelle seguenti specialità: Medicina
Interna, Chirurgia Generale, Anestesia e Rianimazione, Ortopedia e Traumatologia,
Ostetricia e Ginecologia (se prevista per numero di parti/anno), Pediatria, Cardiologia
con Unità di Terapia Intensiva Cardiologica                (U.T.I.C.), neurologia, Oculistica,
Otorinolaringoiatria, Urologia, Dermatologia, Chirurgia pediatrica, Oncologia pediatrica e
laddove vengono definiti specifici protocolli. E’ presente nei reparti di Neuropsichiatria
infantile, Psichiatria e Oncologia. Svolge inoltre le attività legate alla qualità ed a favore del
personale
*** Nei presidi ospedalieri di II livello, con bacino di utenza
compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti, il Servizio di Psicologia ospedaliera garantisce:
l’umanizzazione delle cure, l’attività di consulenza agli utenti ed al personale delle equipes
curanti nelle seguenti specialità: Cardiologia, Neurochirurgia, Cardiochirurgia e
Rianimazione cardiochirurgica, Chirurgia Vascolare,           Chirurgia Toracica, Chirurgia
Maxillo-facciale, Chirurgia plastica, Endoscopia digestiva ad elevata              complessita',
Broncoscopia interventistica, Radiologia interventistica, Rianimazione pediatrica e
neonatale e laddove vengono definiti specifici protocolli. Svolge inoltre le attività legate alla
qualità ed a favore del personale.
Il servizio di Psicologia ospedaliera è inoltre presente nei reparti di lungodegenza, di
riabilitazione e di neuro-riabilitazione.

Monitoraggio delle attività

                          USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                  13
In conclusione si sottolinea la necessità che il processo di monitoraggio delle prestazioni e di
verifica del LEA dovrebbe includere in modo adeguato e specifico le attività svolte dalla
Psicologia, le funzioni cliniche nelle quali è coinvolta, il personale impiegato, le risorse di
salute offerte, gli esiti di salute ottenuti, i Lea soddisfatti. Si valuta inoltre indispensabile la
presenza di un referente della psicologia nelle Commissioni di monitoraggio e verifica dei
LEA.

                          USERPC LE PROPOSTE DEGLI PSICOLOGI PER IL RILANCIO DEL SSN – GEN 2021
                                                                                                  14
Puoi anche leggere