Un'antologia del Magistero sulla Vita di Papa Francesco

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Un’antologia del Magistero sulla Vita di Papa Francesco

       Regina Coeli
       Piazza San Pietro, VII Domenica di Pasqua, 12 maggio 2013
        Saluto i partecipanti alla “Marcia per la vita” che ha avuto luogo questa mattina a Roma e
invito a mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana
sin dal momento del suo concepimento. A questo proposito, mi piace ricordare anche la raccolta di
firme che oggi si tiene in molte parrocchie italiane, al fine di sostenere l’iniziativa europea “Uno di
noi”, per garantire protezione giuridica all’embrione, tutelando ogni essere umano sin dal primo
istante della sua esistenza. Un momento speciale per coloro che hanno a cuore la difesa della
sacralità della vita umana sarà la “Giornata dell’Evangelium Vitae”, che avrà luogo qui in Vaticano,
nel contesto dell’Anno della fede, il 15 e 16 giugno prossimo.

      Discorso ai partecipanti all’incontro promosso dalla Federazione Internazionale delle
Associazioni dei Medici Cattolici
       Sala Clementina, 20 settembre 2013
        Pur essendo per loro natura al servizio della vita, le professioni sanitarie sono indotte a volte
a non rispettare la vita stessa. Invece, come ci ricorda l’Enciclica Caritas in veritate, “l’apertura alla
vita è al centro del vero sviluppo. Non c’è vero sviluppo senza questa apertura alla vita. Se si perde
la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di
accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L’accoglienza della vita tempra le energie morali e
rende capaci di aiuto reciproco” (n. 28). La situazione paradossale si vede nel fatto che, mentre si
attribuiscono alla persona nuovi diritti, a volte anche presunti diritti, non sempre si tutela la vita
come valore primario e diritto primordiale di ogni uomo. Il fine ultimo dell’agire medico rimane
sempre la difesa e la promozione della vita.
        Una diffusa mentalità dell’utile, la “cultura dello scarto”, che oggi schiavizza i cuori e le
intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se
fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un “sì” deciso e senza
tentennamenti alla vita. “Il primo diritto di una persona umana è la sua vita. Essa ha altri beni e
alcuni di essi sono più preziosi; ma è quello il bene fondamentale, condizione per tutti gli altri”
(Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione sull’aborto procurato, 18 novembre
1974, 11). Le cose hanno un prezzo e sono vendibili, ma le persone hanno una dignità, valgono più
delle cose e non hanno prezzo. Tante volte, ci troviamo in situazioni dove vediamo che quello che
costa di meno è la vita. Per questo l’attenzione alla vita umana nella sua totalità è diventata negli
ultimi tempi una vera e propria priorità del Magistero della Chiesa, particolarmente a quella
maggiormente indifesa, cioè al disabile, all’ammalato, al nascituro, al bambino, all’anziano, che è la
vita più indifesa.
        Nell’essere umano fragile ciascuno di noi è invitato a riconoscere il volto del Signore, che
nella sua carne umana ha sperimentato l’indifferenza e la solitudine a cui spesso condanniamo i più
poveri, sia nei Paesi in via di sviluppo, sia nelle società benestanti. Ogni bambino non nato, ma
condannato ingiustamente ad essere abortito, ha il volto di Gesù Cristo, ha il volto del Signore, che
prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. E ogni anziano, e –
ho parlato del bambino: andiamo agli anziani, altro punto! E ogni anziano, anche se infermo o alla
fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo. Non si possono scartare, come ci propone la
“cultura dello scarto”! Non si possono scartare!
       Il terzo aspetto è un mandato: siate testimoni e diffusori di questa “cultura della vita”. Il
vostro essere cattolici comporta una maggiore responsabilità: anzitutto verso voi stessi, per
l’impegno di coerenza con la vocazione cristiana; e poi verso la cultura contemporanea, per
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contribuire a riconoscere nella vita umana la dimensione trascendente, l’impronta dell’opera
creatrice di Dio, fin dal primo istante del suo concepimento. È questo un impegno di nuova
evangelizzazione che richiede spesso di andare controcorrente, pagando di persona. Il Signore conta
anche su di voi per diffondere il “vangelo della vita”.
       […]
        Cari amici medici, voi che siete chiamati a occuparvi della vita umana nella sua fase iniziale,
ricordate a tutti, con i fatti e con le parole, che questa è sempre, in tutte le sue fasi e ad ogni età,
sacra ed è sempre di qualità. E non per un discorso di fede - no, no - ma di ragione, per un discorso
di scienza! Non esiste una vita umana più sacra di un’altra, come non esiste una vita umana
qualitativamente più significativa di un’altra. La credibilità di un sistema sanitario non si misura
solo per l’efficienza, ma soprattutto per l’attenzione e l’amore verso le persone, la cui vita sempre è
sacra e inviolabile.

       Evangelii Gaudium, Es. ap. sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale
       Roma, 24 novembre 2013
        213. Tra questi deboli, di cui la Chiesa vuole prendersi cura con predilezione, ci sono anche
i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la
dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo
legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo. Frequentemente, per ridicolizzare allegramente
la difesa che la Chiesa fa delle vite dei nascituri, si fa in modo di presentare la sua posizione come
qualcosa di ideologico, oscurantista e conservatore. Eppure questa difesa della vita nascente è
intimamente legata alla difesa di qualsiasi diritto umano. Suppone la convinzione che un essere
umano è sempre sacro e inviolabile, in qualunque situazione e in ogni fase del suo sviluppo. È un
fine in sé stesso e mai un mezzo per risolvere altre difficoltà. Se cade questa convinzione, non
rimangono solide e permanenti fondamenta per la difesa dei diritti umani, che sarebbero sempre
soggetti alle convenienze contingenti dei potenti di turno. La sola ragione è sufficiente per
riconoscere il valore inviolabile di ogni vita umana, ma se la guardiamo anche a partire dalla fede,
“ogni violazione della dignità personale dell’essere umano grida vendetta al cospetto di Dio e si
configura come offesa al Creatore dell’uomo”.
        214. Proprio perché è una questione che ha a che fare con la coerenza interna del nostro
messaggio sul valore della persona umana, non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua
posizione su questa questione. Voglio essere del tutto onesto al riguardo. Questo non è un
argomento soggetto a presunte riforme o a “modernizzazioni”. Non è progressista pretendere di
risolvere i problemi eliminando una vita umana. Però è anche vero che abbiamo fatto poco per
accompagnare adeguatamente le donne che si trovano in situazioni molto dure, dove l’aborto si
presenta loro come una rapida soluzione alle loro profonde angustie, particolarmente quando la vita
che cresce in loro è sorta come conseguenza di una violenza o in un contesto di estrema povertà.
Chi può non capire tali situazioni così dolorose?

       Discorso alla delegazione dell’Istituto Dignitatis Humanae
       Sala Clementina, 7 dicembre 2013
        Purtroppo nella nostra epoca, così ricca di tante conquiste e speranze, non mancano poteri e
forze che finiscono per produrre una cultura dello scarto; e questa tende a divenire mentalità
comune. Le vittime di tale cultura sono proprio gli esseri umani più deboli e fragili – i nascituri, i
più poveri, i vecchi malati, i disabili gravi… –, che rischiano di essere “scartati”, espulsi da un
ingranaggio che dev'essere efficiente a tutti i costi. Questo falso modello di uomo e di società attua
un ateismo pratico negando di fatto la Parola di Dio che dice: “Facciamo l’uomo a nostra immagine,
secondo la nostra somiglianza” (cfr Gen1,26).

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Discorso ai membri del Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede
       Sala Regia, 13 gennaio 2014
        Purtroppo, oggetto di scarto non sono solo il cibo o i beni superflui, ma spesso gli stessi
esseri umani, che vengono “scartati” come fossero “cose non necessarie”. Ad esempio, desta orrore
il solo pensiero che vi siano bambini che non potranno mai vedere la luce, vittime dell’aborto, o
quelli che vengono utilizzati come soldati, violentati o uccisi nei conflitti armati, o fatti oggetti di
mercato in quella tremenda forma di schiavitù moderna che è la tratta degli esseri umani, la quale è
un delitto contro l’umanità.

       Discorso ai membri della Pontificia Commissione per l’America Latina
       Sala Clementina, 28 febbraio 2014
        Come emergenza educativa, in questa trasmissione della fede e anche della cultura, è il
problema della cultura dello scarto. Al giorno d’oggi, per l’economia che si è impiantata nel mondo,
dove al centro c’è il dio denaro e non la persona umana, tutto il resto si ordina, e quello che non
entra in questo ordine si scarta. Si scartano i bambini che sono di troppo, che danno fastidio o che
non conviene che vengano… I Vescovi spagnoli mi parlavano recentemente della quantità di aborti,
il numero, sono rimasto senza parole. Loro là tengono il conto di questo… Si scartano gli anziani, si
tende a scartarli, e in alcuni Paesi dell’America Latina c’è l’eutanasia nascosta, c’è l’eutanasia
nascosta!

       Discorso al Movimento per la Vita italiano
       Sala Clementina, 11 aprile 2014
        Do il mio cordiale benvenuto a ciascuno di voi. Saluto l’Onorevole Carlo Casini e lo
ringrazio per le sue parole, ma soprattutto gli esprimo riconoscenza per tutto il lavoro che ha fatto in
tanti anni nel Movimento per la Vita. Gli auguro che quando il Signore lo chiamerà siano i bambini
ad aprigli la porta lassù! Saluto i Presidenti dei Centri di Aiuto alla Vita e i responsabili dei vari
servizi, in particolare del “Progetto Gemma”, che in questi 20 anni ha permesso, attraverso una
particolare forma di solidarietà concreta, la nascita di tanti bambini che altrimenti non avrebbero
visto la luce. Grazie per la testimonianza che date promuovendo e difendendo la vita umana fin dal
suo concepimento! Noi lo sappiamo, la vita umana è sacra e inviolabile. Ogni diritto civile poggia
sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita, che non è subordinato ad
alcuna condizione, né qualitativa né economica né tantomeno ideologica. “Così come il
comandamento ‘non uccidere’ pone un limite chiaro per assicurare il valore della vita umana, oggi
dobbiamo dire ‘no a un’economia dell’esclusione e della inequità’. Questa economia uccide … Si
considera l’essere umano in se stesso come un bene di consumo, che si può usare e poi gettare.
Abbiamo dato inizio alla cultura dello ‘scarto’ che, addirittura, viene promossa” (Esort. ap.
Evangelii gaudium, 53). E così viene scartata anche la vita.
         Uno dei rischi più gravi ai quali è esposta questa nostra epoca, è il divorzio tra economia e
morale, tra le possibilità offerte da un mercato provvisto di ogni novità tecnologica e le norme
etiche elementari della natura umana, sempre più trascurata. Occorre pertanto ribadire la più ferma
opposizione ad ogni diretto attentato alla vita, specialmente innocente e indifesa, e il nascituro nel
seno materno è l’innocente per antonomasia. Ricordiamo le parole del Concilio Vaticano II: “La
vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono
delitti abominevoli” (Cost. Gaudium et spes, 51). Io ricordo una volta, tanto tempo fa, che avevo
una conferenza con i medici. Dopo la conferenza ho salutato i medici - questo è accaduto tanto
tempo fa. Salutavo i medici, parlavo con loro, e uno mi ha chiamato in disparte. Aveva un pacchetto
e mi ha detto: “Padre, io voglio lasciare questo a lei. Questi sono gli strumenti che io ho usato per
fare abortire. Ho incontrato il Signore, mi sono pentito, e adesso lotto per la vita”. Mi ha consegnato
tutti questi strumenti. Pregate per quest’uomo bravo!
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A chi è cristiano compete sempre questa testimonianza evangelica: proteggere la vita con
coraggio e amore in tutte le sue fasi. Vi incoraggio a farlo sempre con lo stile della vicinanza, della
prossimità: che ogni donna si senta considerata come persona, ascoltata, accolta, accompagnata.

       Discorso ai presuli della Conf. Ep. del Sud Africa in visita ad Limina Apostulorum
       25 aprile 2014
        Mi avete parlato di alcune delle gravi sfide pastorali che le vostre comunità devono
affrontare. Le famiglie cattoliche hanno meno figli, con ripercussioni sul numero delle vocazioni al
sacerdozio e alla vita religiosa. Alcuni cattolici si allontanano dalla Chiesa per rivolgersi ad altri
gruppi che sembrano promettere qualcosa di meglio. L’aborto si aggiunge al dolore di tante donne,
che ora portano in sé profonde ferite fisiche e spirituali dopo aver ceduto alle pressioni di una
cultura secolare che sminuisce il dono di Dio della sessualità e il diritto alla vita dei nascituri.

       Discorso ai partecipanti al convegno commemorativo dell’Associazione Medici
Cattolici italiani, in occasione del 70° anniversario di fondazione
       Aula Paolo VI, 15 novembre 2014
        L’attenzione alla vita umana, particolarmente a quella maggiormente in difficoltà, cioè
all’ammalato, all’anziano, al bambino, coinvolge profondamente la missione della Chiesa. Essa si
sente chiamata anche a partecipare al dibattito che ha per oggetto la vita umana, presentando la
propria proposta fondata sul Vangelo. Da molte parti, la qualità della vita è legata prevalentemente
alle possibilità economiche, al “benessere”, alla bellezza e al godimento della vita fisica,
dimenticando altre dimensioni più profonde – relazionali, spirituali e religiose – dell’esistenza. In
realtà, alla luce della fede e della retta ragione, la vita umana è sempre sacra e sempre “di qualità”.
Non esiste una vita umana più sacra di un’altra: ogni vita umana è sacra! Come non c’è una vita
umana qualitativamente più significativa di un’altra, solo in virtù di mezzi, diritti, opportunità
economiche e sociali maggiori.
       […]
        Il pensiero dominante propone a volte una “falsa compassione”: quella che ritiene sia un
aiuto alla donna favorire l’aborto, un atto di dignità procurare l’eutanasia, una conquista scientifica
“produrre” un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite
umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre. La compassione evangelica
invece è quella che accompagna nel momento del bisogno, cioè quella del Buon Samaritano, che
“vede”, “ha compassione”, si avvicina e offre aiuto concreto (cfr Lc 10,33). La vostra missione di
medici vi mette a quotidiano contatto con tante forme di sofferenza: vi incoraggio a farvene carico
come “buoni samaritani”, avendo cura in modo particolare degli anziani, degli infermi e dei disabili.
La fedeltà al Vangelo della vita e al rispetto di essa come dono di Dio, a volte richiede scelte
coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di
coscienza. E a tante conseguenze sociali che tale fedeltà comporta. Noi stiamo vivendo un tempo di
sperimentazioni con la vita. Ma uno sperimentare male. Fare figli invece di accoglierli come dono,
come ho detto. Giocare con la vita. Siate attenti, perché questo è un peccato contro il Creatore:
contro Dio Creatore, che ha creato le cose così. Quando tante volte nella mia vita di sacerdote ho
sentito obiezioni. “Ma, dimmi, perché la Chiesa si oppone all’aborto, per esempio? È un problema
religioso?” – “No, no. Non è un problema religioso” – “È un problema filosofico?” – “No, non è un
problema filosofico”. È un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana e non è lecito fare
fuori una vita umana per risolvere un problema. “Ma no, il pensiero moderno…” – “Ma, senti, nel
pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”. Lo stesso vale per
l’eutanasia: tutti sappiamo che con tanti anziani, in questa cultura dello scarto, si fa questa eutanasia
nascosta. Ma, anche c’è l’altra. E questo è dire a Dio: “No, la fine della vita la faccio io, come io
voglio”. Peccato contro Dio Creatore. Pensate bene a questo.
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Discorso al Parlamento europeo
       Strasburgo, 25 novembre 2014
        Si constata con rammarico un prevalere delle questioni tecniche ed economiche al centro del
dibattito politico, a scapito di un autentico orientamento antropologico. L’essere umano rischia di
essere ridotto a semplice ingranaggio di un meccanismo che lo tratta alla stregua di un bene di
consumo da utilizzare, così che - lo notiamo purtroppo spesso - quando la vita non è funzionale a
tale meccanismo viene scartata senza troppe remore, come nel caso dei malati, dei malati terminali,
degli anziani abbandonati e senza cura, o dei bambini uccisi prima di nascere. È il grande equivoco
che avviene “quando prevale l’assolutizzazione della tecnica”, che finisce per realizzare “una
confusione fra fini e mezzi”. Risultato inevitabile della “cultura dello scarto” e del “consumismo
esasperato”. Al contrario, affermare la dignità della persona significa riconoscere la preziosità della
vita umana, che ci è donata gratuitamente e non può perciò essere oggetto di scambio o di smercio.
Voi, nella vostra vocazione di parlamentari, siete chiamati anche a una missione grande benché
possa sembrare inutile: prendervi cura della fragilità, della fragilità dei popoli e delle persone.
Prendersi cura della fragilità dice forza e tenerezza, dice lotta e fecondità in mezzo a un modello
funzionalista e privatista che conduce inesorabilmente alla “cultura dello scarto”. Prendersi cura
della fragilità delle persone e dei popoli significa custodire la memoria e la speranza; significa farsi
carico del presente nella sua situazione più marginale e angosciante ed essere capaci di ungerlo di
dignità.

       Discorso all’Associazione Nazionale delle Famiglie Numerose
       Aula Paolo VI, 28 dicembre 2014
        Cari genitori, vi sono grato per l’esempio di amore alla vita, che voi custodite dal
concepimento alla fine naturale, pur con tutte le difficoltà e i pesi della vita, e che purtroppo le
pubbliche istituzioni non sempre vi aiutano a portare. Giustamente voi ricordate che la Costituzione
Italiana, all’articolo 31, chiede un particolare riguardo per le famiglie numerose; ma questo non
trova adeguato riscontro nei fatti. Resta nelle parole. Auspico quindi, anche pensando alla bassa
natalità che da tempo si registra in Italia, una maggiore attenzione della politica e degli
amministratori pubblici, ad ogni livello, al fine di dare il sostegno previsto a queste famiglie. Ogni
famiglia è cellula della società, ma la famiglia numerosa è una cellula più ricca, più vitale, e lo Stato
ha tutto l’interesse a investire su di essa!

       Udienza generale
       Piazza San Pietro, 18 marzo 2015
        I bambini sono in sé stessi una ricchezza per l’umanità e anche per la Chiesa, perché ci
richiamano costantemente alla condizione necessaria per entrare nel Regno di Dio: quella di non
considerarci autosufficienti, ma bisognosi di aiuto, di amore, di perdono. E tutti, siamo bisognosi di
aiuto, d’amore e di perdono! I bambini ci ricordano un’altra cosa bella; ci ricordano che siamo
sempre figli: anche se uno diventa adulto, o anziano, anche se diventa genitore, se occupa un posto
di responsabilità, al di sotto di tutto questo rimane l’identità di figlio. Tutti siamo figli. E questo ci
riporta sempre al fatto che la vita non ce la siamo data noi ma l’abbiamo ricevuta. Il grande dono
della vita è il primo regalo che abbiamo ricevuto. A volte rischiamo di vivere dimenticandoci di
questo, come se fossimo noi i padroni della nostra esistenza, e invece siamo radicalmente
dipendenti… I bambini portano vita, allegria, speranza, anche guai. Ma, la vita è così. Certamente
portano anche preoccupazioni e a volte tanti problemi; ma è meglio una società con queste
preoccupazioni e questi problemi, che una società triste e grigia perché è rimasta senza bambini! E
quando vediamo che il livello di nascita di una società arriva appena all’uno percento, possiamo
dire che questa società è triste, è grigia perché è rimasta senza bambini.

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