Complesso di San Francesco delle Monache

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Complesso di San Francesco delle Monache
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  SCUOLA SECONDARIA STATALE DI PRIMO GRADO

                           “G. PASCOLI”
 e-mail : cemm01700d@istruzione.it – e-mail PEC cemm01700d@pec.istruzione.it

                      sito web: www.pascoliaversa.gov.it

                COD. MECC. CEMM01700D - C.F.: 90005790614

Complesso di San Francesco
      delle Monache
                                                                    Prof. Lidia di Puorto
                                                                 Prof. Genziana Fabozzo
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Ubicazione del bene: Comune di Aversa (CE)

Indirizzo: vicoletto San Francesco.

Anno di fondazione e cenni storici                 Il complesso di San Francesco delle Monache è
documentato sin dal 1230 quando i Francescani giunti ad Aversa, in parte si stabilirono nel
convento maschile di Sant'Antonio, mentre le monache nel monastero di San Francesco. La
fondazione avvenne dunque tra il 1230 e 1235, in un'area poco distante dalla Strada Regia nei
pressi del Mercato Vecchio: alcune donne della famiglia Rebursa si erano ritirate in case di
loro proprietà presso la porta di Sant’Andrea, ottenendo la licenza di dedicarvi la fabbrica
sacra, menzionata in un documento del 1235 come novi constructae. La chiesa di San
Francesco non conserva più nulla dell'originaria articolazione medievale, perché nella seconda
metà del Seicento fu completamente trasformata e si presenta ora nella veste barocca
assunta in quegli anni.
Il ricordo dell'antico monastero sopravvive solo nel piccolo chiostro medievale romanico, che
conserva solo alcuni stralci degli affreschi raffiguranti la storia di San Francesco e di santa
Chiara e le clarisse.

Veduta dell’angolo nord orientale del chiostro/ innesto tra il braccio romanico e quello gotico/ affresco
di San Francesco e Santa Chiara;

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                                                                                 Prof. Genziana Fabozzo
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                                                                                                           3

Portale d’ingresso dal chiostro al monastero con lunetta e stipiti affrescati/ particolare della volta a
crociera della prima campata del chiostro

Affresco del chiostro raffigurante Santa Chiara tra gli angeli/ dettaglio dell’intervento di
consolidamento del XX secolo;
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                                                                                Prof. Genziana Fabozzo
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Bifora medioevale: dettagli delle colonnine binate

Deambulatorio meridionale del chiostro/ portale lapideo del refettorio;

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                                                                          Prof. Genziana Fabozzo
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Scala settecentesca ad un rampante su impianto ottagonale   Dettaglio cupola a padiglione costolonato
all’intradosso.

Nell’area claustrale, che si sviluppa per tre lati con archi a sesto acuto venne inserita a metà
Settecento, in un angolo una scala ottagonale dalla straordinaria articolazione ad un unico
rampante che si svolge lungo il perimetro del vano: la struttura, non completata e priva di
registri decorativi, come commenta la studiosa Giosi Amirante, potrebbe rientrare nelle
sperimentazioni sull'ottagono che in quegli anni portava avanti Domenico Antonio Vaccaro nella
casa dei Verginiani a Loreto.

Il parlatorio delle monache                                  Lo scalone visto dal portico di accesso
                                                                                Prof. Lidia di Puorto
                                                                             Prof. Genziana Fabozzo
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Navata centrale/ dettagli della volta a botte lunettata con decori in stucchi;

Le clarisse di San Francesco di Assisi, sin dal 1645 avevano iniziato lavori di trasformazione
della chiesa, che in origine doveva essere ad aula unica alla quale si accedeva con ogni
probabilità solo dal monastero. Venne infatti realizzata la cupola, posta sul vano presbiteriale,
al quale conferisce un particolare valore simbolico attraverso la luce diffusa che filtra
dall’alto tamburo circolare finestrato; mentre, il rivestimento ad embrici maiolicati, inusuale
nell'ambiente aversano, segnalava la presenza dell' istituzione del panorama urbano.
Nel 1680 il marmoraro Giuseppe Gallo eseguì i commessi della cappella dell'Assunta; nel 1698 i
carraresi Pietro e Bartolomeo Ghetti fecero seguito ad un contratto stipulato all'anno
precedente realizzando l'altare maggiore, con l'intervento, nella fase di stima del oratoriano
Luigi Maffei secondo quanto riportato da Lello Moscia; nel quinto decennio del Settecento
Giovan Battista Massotti rivestì con commessi marmorei la navata e le cappelle, salvo due
altari laterali del 1715 e del 1723. Nel settembre del 1744, dunque, Massotti dichiarò di aver
ricevuto dalla Badessa Maria Lucarelli circa 630 ducati per l'intero prezzo di tutta l'opera
che aveva fatto e terminato nel 1747, paramenti lapidei di brecce di francia e corallina, dai
listelli neri, sopra i pilastri fogliani e arabeschi di verde antico, giallo e nero di Calabria e
sfere di lapislazzuli; inoltre, si era occupato della decorazione in marmi della cappella della
Beata Vergine Addolorata e poi aveva proceduto alla parziale variante dei lavori, attraverso la
quale si era impegnato a realizzare i pilastri dell'arco maggiore della cupola entro la fine del
settembre del 1745.

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                                                                                 Prof. Genziana Fabozzo
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Cappella laterale con la tela del Guercino        Altare maggiore

Finalmente, nel 1753 la chiesa fu riconsacrata. Tuttavia, già nel 1758 fu necessario riparare la
batteria di finestre e nel 1842 l'odierno pavimento marmoreo. Al secondo decennio
dell'Ottocento risalgono il rivestimento con embrici maiolicati della cupola, protetta sino ad
allora da lastre di piombo ed il rifacimento degli stucchi intradossali. Dopo il sisma del 1980 la
chiesa venne concessa in uso nel 1910 dal F. E. C. Al vescovo pro tempore, cui fu trasferita a
titolo definitivo nel 1958 unitamente ad una parte degli ambienti conventuali ed è stata
estesamente consolidata. I coretti sono segnati lungo le pareti dell'aula da rigonfie gelosie in
legno dorato con motivi fitoformi. Il coro d’estate è intervallato dagli stalli lignei, dal soffitto
a cassettoni e lungo la parete meridionale da affreschi con vedute di edifici, tra cui una
chiesa che potrebbe corrispondere all’assetto medievale della fabbrica francescana. Invece,
l'ampio coro d'inverno terraneo è sormontato da una bassa calotta estradossata, nella quale si
conservava il dipinto della Mater Lactans, di notevole interesse devozionale, oggi nel museo
inaugurato nel 2016, è da riferire gli ammodernamenti settecenteschi del complesso. Sul
fianco meridionale dell'aula si eleva il campanile duecentesco con compatte cortine di blocchi
di tufo locale profilate da cornici marcapiano. Mentre sul fianco occidentale, oltre la torre
campanaria illuminata da monofore centinate con una doppia ghiera di conci di tufo, si scorge
uno snello avancorpo scalare. L'odierno assetto della chiesa è il risultato Dunque di una
complessa stratificazione determinata da ampliamenti, consolidamenti e rifacimenti. Come si è
già anticipato, il complesso Monastero di San Francesco alle monache subì nel corso dei secoli
grandi ampliamenti sino a diventare un'ampia insula conventuale che raggiunse la strada Regia.
Tra il 1830 e il 1839 fu realizzato il nuovo Belvedere, che consentì alle clarisse di guardare

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                                                                             Prof. Genziana Fabozzo
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sulla strada nuova, diventata uno dei principali percorsi processionali della città. Nel novembre
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del 1857 iniziarono i lavori per l'edificazione lungo la via della Consolazione, di un nuovo
refettorio in luogo di diverse case di cui il monastero era enfiteuta. Dopo la soppressione del
1866 e l'incameramento del complesso nel demanio statale, nel 1910 il F. E. C. lo trasferì al
municipio aversano ad eccezione della chiesa e degli ambienti intorno al chiostro passati alla
curia diocesana nel 1927. Nel 1933 l'ingegnere Gregorio Ciccopieri presentò un progetto per
l'apertura all'altezza del giardino conventuale della nuova strada tra via Roma e la villa
comunale e per la ristrutturazione dell'area. Egli previde la demolizione degli immobili siti in
corrispondenza di via Garibaldi e del corpo di fabbrica presso il braccio occidentale del
chiostro, la soppressione del muro di recinzione verso la villa comunale e il ripristino
funzionale delle facciate della scuola comunale. I suddetti interventi furono approvati dal
Genio Civile nel 1933 e dalla Sovrintendenza all'arte Medievale e Moderna due anni dopo.
Difatti, nel 1935 dopo che si era addirittura prospettata la demolizione del Belvedere delle
monache poi conservato, si diede principio allo sventramento concluso l'anno seguente. Nel
1940, infine, fu apportato l'adattamento dell'edificio sul fianco occidentale della nuova
piazza: quale parte di un vasto programma di fabbrica settecentesco, già destinato alla
funzione scolastica, divenne sede dell'amministrazione municipale. Nel 1946-47 si intraprese
la riparazione di danni bellici su progetto del genere Nicola Pacileo e furono liberati gli
affreschi lungo il braccio settentrionale del chiostro. Purtroppo, nell'aprile 1997 in occasione
dei lavori di liberazione, un ampio settore del braccio meridionale del chiostro realizzato nel
quattordicesimo secolo, è crollato e non è stato possibile il ripristino.

Destinazione d’uso attuale:              Attualmente il complesso, nell’ala a ridosso della scala
ottagonale settecentesca, ospita il museo Francescano in cui si conserva alcune opere
rinvenute nel monastero tra le quali la già menzionata Mater Lactans e alcuni paramenti
sacerdotali in seta e oro del XIX. Mentre il chiostro è diventato in tempi recenti lo spazio
idoneo all’allestimento temporaneo di mostre oppure di mercatini di beneficenza, in occasione
di particolari eventi cittadini.

 Aneddoti e curiosità:             Degno di nota è il dipinto della prima cappella a destra della
navata: si tratta dell’Assunzione, già attribuita a Bernardo Cavallino, che tuttavia studi
recentissimi condotti dal professore Massimo Pulini, ordinario di pittura all’Accademia delle
Belle Arti di Rimini ed esperto del Guercino, vedono attribuita al noto pittore di Cento,
Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, uno degli artisti più importanti del ‘600
italiano. La scoperta di Massimo Pulini è frutto di un’accurata ricerca condotta per analogia
stilistica partendo dall’osservazione delle immagini e proseguita sulle fonti documentarie, in
cui si fa riferimento al pagamento per la commissione di una Madonna Assunta. In essa,
secondo la descrizione dello stesso Pulini, sono raffigurati «tre angeli adolescenti che
trasportano la vergine, muovendo il convoglio di nubi. La Madonna, dalla struttura massiccia e
dalla posa statica, ha le braccia incrociate al petto e alza lo sguardo verso una fonte luminosa.
Uno degli angeli è intento a gettare rose verso il sepolcro scoperchiato, sul quale si adagia un

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                                                                            Prof. Genziana Fabozzo
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sudario bianco. Quasi ogni figura angelica trova riscontri espressivi in disegni dell’artista o
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affinità formali con altre pitture».

Dipinto dell’Assunzione attribuito al Guercino        Particolare del parlatorio

Bibliografia e sitografia:
Giosi Amirante, AVERSA. Dalle origini al settecento , ESI, 1998;

Lello Moscia, AVERSA. Tra vie, piazze e chiese, LER, 1997;

Giuseppe Fiengo-Luigi Guerriero, Il centro storico di Aversa. Analisi del patrimonio edilizio, Arte
Tipografica, Napoli, 2002;

http://www.comune.aversa.ce.it/storiaturismo/annunziata.html;

http://www.aversaturismo.it/chiesa-e-monastero-di-san-francesco/;

https://www.youtube.com/watch?v=xgWbX4OfSrY

               The complex of San Francesco delle Monache is documented since 1230, when
the Franciscans, in Aversa, partly settled in the male monastery of Sant'Antonio, while the

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                                                                                   Prof. Genziana Fabozzo
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nuns in the monastery of San Francesco. The Foundation took place therefore between 1230
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and 1235, in an area not far from the Royal Road near the Old Market: some women of
Rebursa family had withdrawn in case of their property from the Porta Sant'Andrea,
obtaining the license to dedicate the sacred factory mentioned in a document of 1235 as novi
constructae. The church of San Francesco does not retain anything of the original medieval
articulation, because in the second half of the seventeenth century was completely
transformed and now comes in the guise of baroque assumed in those years.

The memory of the ancient monastery survives only in the small medieval cloister
Romanesque, which preserves some excerpts of the frescoes depicting the history of San
Francesco, Santa Chiara, and the Poor Clares.

In the cloistered area, which develops on three sides with round arches was inserted in the
mid eighteenth century, an octagonal scale by the extraordinary articulation to a single
rampant that develops along the perimeter of the recess: the structure, not completed and
devoid of decorative registers, as commented the studious Giosi Amirante, could fall in the
experimentations on the octagon that in those years he continued Domenico Antonio Vaccaro
in the house of Verginiani at Loreto.

The Clarisses of Saint Francis of Assisi, since 1645 had begun the work of transformation of
the Church, which was originally to be with a single hall to which you navigated with every
probability only from the monastery. It was in fact made the dome, placed on the
compartment of the presbytery, which confers a particular symbolic value through the
diffused light that filters from the top circular drum windowed, while the coating to majolica
roof-tiles, unusual in the environment aversano, pointed out the presence of the institution of
the cityscape.

In 1680 the marmoraro Giuseppe Gallo he painted the committed in the chapel of Assunta; in
1698 the Carraresi Peter and Bartolomeo Ghetti made following a contract concluded with
the previous year by providing the high altar, with intervention in the step of estimation of
oratoriano Luigi Maffei according to what reported by Lello Moscia; in the fifth decade of
the eighteenth century Giovan Battista Massotti overlaid with marble committed the nave
and the chapels, except two side altars of 1715 and 1723. In September 1744, therefore,
Massotti declared to have received from the Abbess Maria Lucarelli about 630 Ducati for
the entire price of all his work which he had done and finished in 1747, stone vestments of
breaches of France and reef, from black strips, above the pillars fogliani and arabesques of
ancient green, yellow and black of Calabria and balls of lapis lazuli; moreover, it was occupied
of the decoration in marble of the chapel of Our Lady of Sorrows and then had proceeded to
the partial variant of the work, through which he was engaged to provide the pillars of the
arc greater than the dome by the end of September 1745.

Finally, in 1753 the church was reconsecrated. However, already in 1758 it was necessary to
repair the battery of windows and in 1842 Today's marble floor. In the second decade of the

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                                                                          Prof. Genziana Fabozzo
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Nineteenth Century date back coating with majolica roof-tiles of the dome, protected until
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then by lead plates and the resurfacing of the stuccoes intradossali. After the earthquake of
1980 the church was granted in use in 1910 by F. E. C. The bishop pro tempore, which was
transferred definitively in 1958 together with a part of the convent and was widely
established. The little choirs are marked along the walls of the house by swollen jealousy in
gilded wood with fitoformi reasons. The choir in summer is interspaced by wooden stalls,
from the coffered ceiling and along the southern wall by frescoes with views of buildings,
including a church which could correspond to the arrangement of the medieval Franciscan
factory. Instead, the large choir in winter terraneo is surmounted by a low estradossata cap,
in which preserved the painting of the Mater Lactans, of remarkable interest devotional,
today in the Museum inaugurated in 2016, is to report from the eighteenth century
modernizations of the complex. On the southern side of the house rises the thirteenth
century bell tower with compact curtains of tuff blocks local profiled by marcapiano frames.
While on the western side, over the bell tower is illuminated by ribbed single lancet windows
with a double ring of tuff, one sees a slender forepart scale. Today the attitude of the
church is the result of a complex stratification determined by enlargements, consolidations
and reconstructions. As already mentioned, the complex Monastery of San Francesco alle
Monache suffered in the course of the centuries large enlargements up to become a wide
conventual insula which reached the Strada Regia. Between 1830 and 1839 was realized the
new Belvedere, which allowed to the Poor Clares of watch on the Strada Nuova, become one
of the main routes processionali of the city. In November of 1857 began work for the
building up along the track of consolation, a new refectory in place of several houses where
the monastery was enfiteuta. After the suppression of 1866 and the forfeiture of the
complex in the state property, in 1910, the F. E. C. moved him to the town hall aversano with
the exception of the Church and of the environments around the cloister passed to the
diocesan curia in 1927. In 1933, the engineer Ciccopieri Gregory presented a project for the
opening to the height of the conventual garden of the new road between via Roma and the
Villa Comunale and the restructuring of the area. He predicted the demolition of buildings in
correspondence of via Garibaldi and the body of the factory at the western arm of the
cloister, the suppression of the enclosing wall toward the Villa Comunale and the functional
recovery of the facades of the Municipal School. The aforementioned interventions were
approved by the Civil Engineering in 1933 and by the Superintendence to Medieval and
Modern Art two years after. In fact, in 1935 after that it was even envisaged the demolition
of the Belvedere delle monache then stored, you gave to principle gutting concluded the
following year. In 1940, finally, was made the adaptation of the building on the western flank
of the new piazza: which part of a vast program of eighteenth-century factory, already
destined to function at school, became the seat of the municipal administration. In 1946-47
is undertaken to repair damage of war on a project of this kind Pacileo Nicola and were freed
the frescoes along the northern arm of the cloister. Unfortunately, in April 1997 on the
occasion of the work of liberation, a large sector of the southern arm of the cloister built in
the fourteenth century, is collapsed and it was not possible to restore.
                                                                              Prof. Lidia di Puorto
                                                                           Prof. Genziana Fabozzo
Aversa in QrCode
Destination of use current: Currently the complex, in the wing adjacent to the scale
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eighteenth century octagonal, hosts the Franciscan Museum in which retains some works
found in the monastery between which the already mentioned Lactans Mater and some
priestly vestments in silk and gold of the XIX. While the cloister has become in recent times
the space suitable for temporary exhibition of exhibitions or charity, on the occasion of
particular events citizens.

Anecdotes and curiosities: worthy of note is the painting of the first chapel on the right of
the nave: this is the recruitment, already attributed to Bernardo Cavallino, that however
latest studies conducted by Professor Massimo Pulini, professor of painting at the Academy
of Fine Arts of Rimini and expert of the Guercino, see attributed the work to the well-known
painter of Cento, Giovanni Francesco Barbieri, said Il Guercino, one of the most important
artists of the '600 Italian. The discovery of Maximum Pulini is the result of an accurate
research conducted by analogy stylistic starting from the observation of images and
continued on documentary sources, wherein reference is made to the payment to the
Commission of a Madonna Assunta. In it, according to the description of the same Pulini, are
depicted "three angels adolescents who carry the Virgin, moving the train of the clouds. The
Madonna, from the massive structure and by the static pose, has arms crossed at the chest
and raise our gaze toward a light source. One of the angels is intent on discard rose toward
the tomb capped off, on which rests a white shroud. Almost every figure angelica located
expressive abutments in the drawings of the artist or formal affinity with other paintings".

                                                                           Prof. Lidia di Puorto
                                                                        Prof. Genziana Fabozzo
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