Tutto ciò che il cuore desidera - Walter Hess - www.egk.ch - Testa i vantaggi

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Walter Hess

               Tutto ciò
             che il cuore
               desidera

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­
    Noi viviamo finché batte il nos-
    tro cuore. Esso ci accompagna
    durante tutta la nostra vita e pul-
    sava sin da quando misuravamo
    circa 2,5 millimetri ed eravamo
    nel ventre materno da tre set­
    timane. Questo manuale non è un
    trattato medico-scientifico, bensì
    un contributo divulgativo che si
    presta a una lettura piacevole, pur
    ­trasmettendo delle informazioni
     che arricchiscono le nostre cono-
     scenze.

                                         Colophon
                                           Editore:
                            EGK-Cassa della salute
                                Testi: Walter Hess
                                Foto di copertina:
                                          Stocksy
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Tutto ciò che il cuore desidera

Introduzione
Pari opportunità per la medicina tradizionale
e la medicina complementare

Cari lettori

La EGK è la cassa della salute che da anni si impegna a favore delle pari op­portunità
tra medicina tradizionale e complementare. La nostra è ancora un’opera pionieristica,
poiché le nostre assicurazioni complementari sostengono generosamente la medicina
complementare, i rimedi omeopatici e il trattamento presso terapi-sti e naturopati re-
gistrati all’EGK. Siamo convinti che i metodi terapeutici alternativi favoriscano la salu-
te e che in caso di malattia leniscano i disturbi. Potete fare molto per mantenervi in bu-
ona salute se conoscete meglio il vostro corpo e le sue funzioni. In questo manuale
trovate informazioni e consigli su come rafforzare corpo, spirito e anima.

Vi auguriamo una piacevole lettura e di godere di ottima salute.

La Vostra EGK-Cassa della salute
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Tutto ciò che il cuore desidera

Indice
Conoscenza significa prevenzione                        10
     Il cuore – una pompa sensibile                     10
     Dimensioni e funzionamento                         11
     Da dove arriva la forza motrice?                   13
     Circolazione: il flusso deve essere indisturbato   14
Da cosa è composto il sangue?                           19
     Le funzioni del sangue                             22
     La pressione del sangue è necessaria               23
     Valori di riferimento della pressione del sangue   24
     Isolamento delle perdite                           25
     Passeggeri pericolosi nel sangue                   26
     Una questione delicata: le trasfusioni di sangue   29
Cosa fa bene al cuore e alla circolazione?              30
     Diabete e disturbi cardiaci                        31
     Il famoso colesterolo                              32
     Siamo ciò che mangiamo                             35
     Non dimentichiamo l’ossigeno                       36
Cosa fa male al cuore e alla circolazione?              37
     La vita sotto stress                               41
     Come funziona lo stress                            43
     Attenzione ai segnali di avvertimento!             44
Rimedi curativi tradizionali e moderni                  45
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Panoramica delle malattie del cuore                   46
     I metodi di analisi                              46
     Anemie                                           48
     Angina pectoris                                  48
     Arteriosclerosi (aterosclerosi)                  49
     Cianosi                                          50
     Pressione sanguigna, alta e bassa                51
     Embolia                                          52
     Malattie infiammatorie                           52
     Tetralogia di Fallott                            53
     Vizi cardiaci, congeniti                         53
     Infarto cardiaco                                 53
     Insufficienza cardiaca (debolezza cardiaca)      54
     Aritmie cardiache                                56
     Ipotonia                                         56
     Vene varicose (varici)                           56
     Trombosi                                         57
     Un tenore di vita ragionevole fa bene al cuore   58
Uso delle piante medicinali                           59
Fonti bibliografiche                                  62
Altre manuali                                         66
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Premessa
«Poiché deve sgorgare dal cuore
ciò che deve agire sul cuore.»
Goethe, Faust II, 3 (Forciade)

La foglia d’edera stilizzata, trasformata nel cuore rosso delle carte da gioco e in cui ci
imbattiamo quasi quotidianamente nell’arte, nelle lettere d’amore, nel kitsch, nella pub-
blicità e nelle venerazioni religiose, ci è nota più del cuore umano come organo. Il sim-
bolo esprime l’amore, la devozione e la misericordia. Persino il genio universale Leo-
nardo da Vinci utilizzò nei suoi primi schizzi di anatomia l’analogia tra la forma della
foglia e la rappresentazione realistica.

Il simbolo simmetrico del cuore con le due rotondità superiori che si chiu­dono verso il
basso a formare una punta e che, in qualche modo, corrisponde alla forma effettiva del
cuore, è spesso accompagnato da raffigurazioni poetiche del cuore. Questo organo è
soprattutto una metafora del legame che resta tra gli uomini oltre la morte. E spesso il
cuore batte forte anche in ambito letterario. Ad esempio in «Cuore, mio cuore, come
andrà a finire, cosa ti angustia tanto» di Johann Wolfgang von Goethe batte al ritmo
pulsante della versione musicale di Ludwig van Beethoven.

Il forte significato simbolico del cuore permane. Nemmeno le vastissime ­conoscenze
anatomiche sono riuscite a comprometterlo, né a sfatarlo. Una pie-tra miliare nello
studio del cuore è stata posata dalla scoperta della grande cir­colazione del sangue ef-
fettuata dal medico e fisiologo inglese William Harvey, nel 1628. Per lui il cuore rappre-
sentava il sole, mobile e corroborante, nel microcosmo dell’organismo. L’inquieta agi-
tazione nel meccanismo del corpo umano, come era stato successivamente
interpretato dai medici cartesiani in riferimento al «meccanico divino», rappresenta un
mistero sempre nuovo anche per i cardiochirurghi e i cardiologi moderni. Non è forse
un miracolo il battito che cambia il ritmo a seconda delle situazioni? Il battito cardiaco,
movimento brusco di una spirale muscolare all’interno del nostro petto, cambia a se-
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Tutto ciò che il cuore desidera

conda del fabbisogno di sangue degli altri organi e dei tessuti dell’organismo. Il ritmo
della sequenza di battiti è determinato da un lato dal piccolo centro nervoso-muscola-
re (pacemaker) che ha sede nel muscolo cardiaco, dall’altro, però, gli ordini per i singoli
impulsi possono provenire anche dal cervello. Per il mo­vimento i muscoli necessitano
di più carburante e più ossigeno, mentre l’ad­duzione viene ridotta nella pelle e
nell’intestino. Tutto viene regolato auto­maticamente in base al modificarsi delle situa-
zioni di sforzo.

Tutto è studiato per il raggiungimento dell’armonia. La pressione sanguigna alta o bas-
sa, il battito cardiaco veloce o lento dipendono sempre dalle si­tuazioni. Quando sono
necessarie correzioni terapeutiche bisognerebbe quindi indagare le cause e non le
conseguenze. Finché il cuore batte, noi viviamo. Ci accompagna tutta la vita e comin-
cia a pulsare quando siamo ancora nel grembo materno, di appena 3 settimane e lun-
ghi circa 2,5 millimetri. In un certo senso il cuore svolge il suo ruolo in sottofondo. Se
non effettuiamo sforzi fisici, non ci agitiamo o non ci sentiamo il polso, lo percepiamo
appena. E il più delle volte, a livello subliminale, pensiamo che questo organo non ri-
chieda nessuna cura, né particolare attenzione; di regola però, non ci pensiamo affat-
to. Lo prendiamo sul serio solo quando è già tardi, e forse è troppo tardi: quando ci alzi-
amo e ci sentiamo svenire o quando ci abbassiamo e vediamo nero oppure quando
sentiamo un dolorino nella regione cardiaca, è un chiaro sintomo che il nostro stile di
vita non giova al nostro cuore. Eppure il cuore (proprio come il fegato, i reni e i polmo-
ni) non ha nervi in cui viaggiano gli impulsi dolorifici e non può generare dolore fisico
– per quanto le parole cuore e dolore rimino alla perfezione … Ciò che viene registrato
come dolore sono spesso disturbi funzionali dei vasi sanguigni regolati dal sistema
nervoso vegetativo. Questo opuscolo si ripropone di farvi conoscere il vostro cuore, di
facilitarvi l’accesso a questo organo vitale affinché, per così dire, abbiate a cuore il
vostro cuore e vi rammentiate o comprendiate cosa esso desidera. Così potrà darvi ciò
di cui avete bisogno e potrà svolgere al meglio la sua funzione vitale.
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Non si tratta di una rivista medico-scientifica bensì un contributo divulga-tivo che tras-
mette delle nozioni in modo piacevole e divertente. Per buone ra­gioni, il cuore non vie-
ne rappresentato semplicemente come una pompa utile. È molto di più di «un organo
cavo muscolare che, grazie all’alternanza di contrazioni (sistole) e dilatazioni (diastole)
degli atri e dei ventricoli, tiene in movimento il flusso sanguigno nei vasi», come lo defi-
nisce in linguaggio tecnico il «Dizionario clinico», il «Pschyrembel». Il cuore reagisce a
influssi sensibili e si dovrebbe fare ciò che gli fa bene. Ciò che fa bene a voi e al vostro
cuore. Portatevi nel cuore il vostro cuore!

Walter Hess
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Tutto ciò che il cuore desidera

Conoscenza significa
prevenzione
Il cuore – una pompa sensibile

Più si conoscono il cuore e la circolazione, meglio si possono soddisfare le loro esi-
genze e rimanere in salute. In effetti la conservazione della salute è per buona parte
anche una questione di istruzione. Perciò vogliamo avere ben ­chiaro cosa ha a che
fare con la circolazione del sangue e con tutto ciò che ad essa è collegato. Qui non si
tratta mai di un singolo organo ma sempre dell’uomo nella sua totalità, come già sape-
vano gli antichi medici greci. Chi osa im­maginare il cuore in modo semplice e quasi
commovente come una pompa (di dislocazione) realizzata da un muscolo suddiviso in
una metà destra e una metà sinistra separate da una parete robusta, si rende colpevo-
le di una esagerata semplificazione. Questo cuore è una struttura complessa, un mira-
colo della ­natura, la parte più sensibile del sistema cardio-circolatorio, che tiene in
moto grazie a una regolare contrazione e distensione. Ha un legame diretto con tutti
gli organi, incluso il cervello, e reagisce alle azioni fisiche come agli stati di ­eccitazione
psichici. È stato introdotto anche nel linguaggio figurato: si può ­ridere di cuore (il cuo-
re si trova proprio sul diaframma) oppure piangere a cre­pacuore. In senso figurato,
esistono uomini senza cuore e altri che muoiono con il cuore spezzato. Ma se si strin-
ge qualcuno al cuore, tutto si aggiusta. Il ­neonato smette di piangere quando la madre
lo prende in braccio dal lato ­sinistro, il lato del cuore, e sente di nuovo il battito cardia-
co familiare. Gli ­Herzbuben (Fanti di cuori) cantano logicamente di un «cuoricino» che
non deve essere triste. Il cuore, racchiuso in una sacca cardiaca di tessuto connettivo,
può sopportare una grande pressione ma è comunque uno degli organi più ­delicati che
­proprio per questo occupa una posizione centrale nel corpo, ben protetto dalle costole.
 Qui, di regola nel torace sinistro, è al sicuro come il cer­- vello nel suo guscio rigido e per
 questo motivo gli interventi cardiaci sono così difficili da realizzare; evidentemente
 non sono stati previsti dalla natura.
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Dimensioni e funzionamento
Per determinare la dimensione del cuore esiste una regola generale: corri­sponde
all’incirca alla dimensione del pugno del suo proprietario. Questo organo centrale
dell’apparato circolatorio, un cono arrotondato con la punta rivolta verso il basso come
nel suo simbolo, è costituito da 2 atri muscolari e da un ­ventricolo. Ciò significa che
ciascuna metà del cuore è provvista di un atrio e un ventricolo; a volte si parla anche
semplicemente di 4 ventricoli in totale.

Nella metà destra del cuore, sfociano la vena cava superiore e inferiore, na­- vette del
sangue povero d’ossigeno («venoso») che giunge nell’atrio. La metà destra del cuore
pompa il sangue nella circolazione polmonare mediante la ­pressione delle pareti
dell’atrio. Il ventricolo sinistro è la parte più importante del cuore, il vero motore.
Pompa il sangue arterioso proveniente dalla circola­zione polmonare nella circolazione
generale. Lo spessore della parete sinistra è non di rado tre volte superiore a quello
della parete destra. Per via della pressione elevata in questa grande circolazione, qui si
verificano la maggior parte delle malattie cardiache come insufficienza cardiaca, infar-
to ecc. La fuoriuscita avviene attraverso l’aorta, dalla cui parte iniziale nascono le arte-
rie coronarie. Il polmone è la stazione di rifornimento di ossigeno. Lo scambio avviene
dagli alveoli polmonari mediante diffusione attraverso le pareti semipermeabili dei
vasi.

Il polmone però è anche responsabile della separazione dell’anidride ­car­bonica. Il
sangue, nella sua forma migliore, scorre quindi attraverso le 4 vene polmonari nel lato
sinistro del cuore, ovvero nell’atrio sinistro, con­cludendo così la cosiddetta «piccola
circolazione». Da qui il sangue giunge nel ventricolo sinistro, dotato di pareti partico-
larmente muscolose che devono ­trasportare il sangue dappertutto, fino all’estremità
delle dita dei piedi, nelle dita delle mani, negli organi interni e nel cervello. Un paragone
con le presta­-zioni del cuore: se si mettono sotto l’acqua le due mani vicine a coppa e
si bat­- tono molto velo­cemente, schizza in aria un getto d’acqua – il nostro cuore sa­
rebbe in grado di fare schizzare questo getto a un’altezza superiore a 2 metri ad ogni
battito di mani.
Ogni minuto il cuore pompa
l’intero volume di sangue del
   corpo attraverso il sistema
                  circolatorio.
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Da dove arriva la forza motrice?
Cos’è dunque che muove questo motore che non deve mai fermarsi? Ogni minuto
pompa circa l’intero volume del sangue del corpo (da 5 a 6 litri = circa 1⁄12 del peso
corporeo) attraverso la circolazione, e in caso di affaticamento la prestazione può di-
ventare fino a cinque volte superiore. La frequenza ­cardiaca (battiti al minuto) è di re-
gola tra le 50 e le 80 pulsazioni (nei neonati è superiore a 100) e sotto sforzo può raggi-
ungere fino a 200 pulsazioni.

Tutte le cellule del muscolo cardiaco sono collegate mediante piccoli pori nelle memb-
rane cellulari, per cui è possibile lo scambio di ioni, piccole mole-cole metaboliche e
molecole segnale. Grazie a questi collegamenti possono ­propagarsi anche gli impulsi
elettrici che garantiscono l’azione cardiaca. Nei due ventricoli ha sede un sistema di
eccitazione-conduzione composto da ­speciali cellule del muscolo cardiaco per il tras-
porto veloce degli impulsi.

Le eccitazioni elettriche accennate partono dai nodi atrioventricolari (nodi AV), parte
del centro di formazione dell’eccitazione del cuore. Si tratta di una concentrazione di
speciali cellule del muscolo cardiaco al confine tra gli atri e i ventricoli, che ne costitu-
iscono l’unico collegamento. A causa di una ­velocità di conduzione relativamente bas-
sa (da 0,04 a 0,1m/s), l’eccitazione viene trasmessa alle camere con un ritardo.

Il pacemaker naturale della formazione dell’eccitazione è il nodo senoatriale, che tras-
mette un impulso di corrente 50 – 80 volte al minuto (uno stimolo nervale) che si dif-
fonde per tutto il cuore: un sistema di conduzione a impulsi (fascio di His) conduce
l’eccitazione ai ventricoli e li suddivide in una branca destra e una sinistra di fasci di
fibre che conducono gli impulsi elettrici fino alla punta del cuore. Se le eccitazioni av-
vengono troppo lentamente, parti su­bordinate del sistema di conduzione a impulsi
possono assumere il ruolo di guida del pacemaker. Gli influssi esterni (eccitazione, re-
spiro affannato, febbre ecc.) possono accelerare o rallentare il battito cardiaco; anche
il tenore di ossi­geno e anidride carbonica del sangue può influire sulle pulsa­zioni.
14

Tutto ciò che il cuore desidera

Detto più semplicemente, il muscolo cardiaco batte grazie al potenziale di azione delle
cellule stimolabili elettricamente, cui fanno parte i neuroni e i ­muscoli, ed ha un azio-
namento proprio, cosa di cui non possiamo che mera­vigliarci. Il presupposto è un
grande spessore dei canali tensioattivi di sodio e potassio.

Si tratta di sottili meccanismi correlati che malapena possiamo comprendere e per i
quali ciascun tentativo di spiegazione risulta soltanto una genera­lizzazione grossola-
na. La contrazione e la fase di rilassamento durano in stato normale circa 4⁄10 secon-
di ciascuna. Solo allora si ha un nuovo battito cardiaco. Che si replicherà immediata-
mente.

Circolazione: il flusso deve essere indisturbato
Grazie alla forza motrice del cuore, le arterie trasportano il sangue ricco di ossigeno
agli organi, mentre le vene riportano il sangue povero di ossigeno dagli organi al cuore,
come abbiamo già visto nella descrizione delle funzioni car­diache. Diverse valvole car-
diache a forma di mezzaluna, raffigurate come tasche, garantiscono che il sangue non
scorra nella direzione errata e non generi un riflusso. Si trovano accanto alle arterie o
alle pareti delle arterie.

Il cuore e i vasi sanguigni formano insieme il sistema cardiovascolare il cui compito è
di fornire ossigeno e sostanze nutritive a tutte le cellule dell’or­ganismo, per cui lavora
con una velocità elevata. Inoltre nella circolazione ­sanguigna vengono trasportati i
prodotti del metabolismo, gli ormoni e i residui come anidride carbonica (CO�), i resti
cellulari e altre sostanze. La dimen­sione completa di questo miracolo della natura si ri-
conosce però solo se si ­considera che si tratta di un sistema di trasporto lungo
all’incirca 120000 km (quasi un terzo della distanza dalla luna), che deve soddisfare tra
10 e 100 mi­liardi di clienti (cellule), a seconda del peso corporeo. Le cellule sono le uni-
tà strutturali e funzionali fondamentali del corpo.

Queste cellule somatiche morirebbero di sete se non venissero continua­mente irrorate
con liquido. Il liquido all’interno delle cellule, il liquido inter­cellulare, ha uno stretto col-
legamento con il sistema sanguigno. Assorbe ossi-geno, sostanze nutritive e altri
componenti vitali dal sangue, che ha estratto o ricevuto questi elementi dal tratto in-
15

testinale, dal polmone e dalle ghiandole del corpo. I residui prendono il percorso cont-
rario; vengono principalmente separati dai polmoni e dai reni.

Il cuore è essenzialmente una centrale di alimentazione fondamentale ­dell’organismo
e deve sempre inviare a tutte le parti del corpo sangue rigenerato, rosso chiaro. Le ar-
terie sono le guide ai luoghi di consumo; un’eccezione è ­l ’arteria polmonare che porta
il sangue venoso ai polmoni. Le vene, invece, sono le guide per lo smaltimento; condu-
cono nuovamente il sangue arricchito di ­scorie al cuore dove, in collaborazione con il
polmone, deve essere riportato nella forma migliore, quindi preparato. Le arterie, tubi
muscolosi, hanno le ­pareti più spesse e più stabili delle vene che sono più elastiche e
meno musco-lose; tra le malattie più comuni si pensa subito alle vene varicose.

Le arterie assomigliano a un albero con rami cavi e rametti piccoli. All’estremità ques-
te arterie o vasi sanguigni sono così piccoli che formano una rete di minuscoli capillari
sottili come una ragnatela, le cui pareti sono composte sol­tanto da uno strato cellula-
re. I globuli rossi vi si devono intrufolare camminando in fila indiana. E proprio da qui il
combustibile e l’ossigeno penetrano nelle cellule affamate, che a volte hanno bisogno
anche di oligoelementi o piccole quantità di minerali, vitamine, zucchero, grassi, ammi-
noacidi e acqua. Con un’attività fisica intensa aumenta considerevolmente la richiesta
di sostanze nutritive.

Si potrebbe dire che la salute delle persone si vede dai loro capillari, il cui stato si può
riconoscere approssimativamente già allo specchio. Sulla retina dell’occhio si posso-
no vedere piccoli vasi sanguigni e se sono ostruiti o dilatati significa che qualcosa non
va bene.

Le arterie possono adeguare lo spessore della loro parete in modo da distri­buire il
sangue alle diverse parti del corpo, a seconda del fabbisogno. Così, ad esempio dopo
un pasto, si dilatano le arterie che conducono all’intestino, af­fi nché scorra più sangue
da cui si possa assorbire un maggiore quantitativo di carburante; quindi ci viene son-
no.
16

Tutto ciò che il cuore desidera

Allo stesso modo, anche le arterie che conducono alla pelle si dilatano dopo un bagno
caldo; la pelle si arrossa perché il sangue giunge vicino alla superficie per raffreddarsi.
Il freddo molto intenso produce l’effetto opposto; impallidiamo perché il sangue ritor-
na al centro del corpo per mantenere il più possi-bile il ca­lore.

Poiché il cuore pompa a spinta, alle grandi arterie è assegnato anche il com­- pito di
compensare le oscillazioni di flusso del liquido; ad ogni spinta le arterie si estendono,
mentre tra un battito e l’altro si contraggono nuovamente. In ­questo modo il sangue
raggiunge i luoghi interessati con un flusso continuo.

Il riflusso attraverso le vene richiede il supporto dei muscoli disposti all’esterno del
sistema circolatorio. Quando, ad esempio, i muscoli delle gambe si contraggono, eser-
citano una pressione sulle vene e spingono il sangue verso l’alto, in direzione del cuo-
re, per cui una passeggiata è un vero toccasana per la circolazione sanguigna.

Mentre per le arterie la pressione di pompaggio è sufficiente per impedire il riflusso del
sangue, nelle vene esso deve essere impedito da apposite valvole provviste di una sor-
ta di tasca; qui l’attività di flusso segue degli stadi ­de­cisamente più confortevoli. Il fun-
zionamento delle valvole si può verificare con un semplice test sul dorso della mano:
se si passa un dito su una vena e si spinge via il sangue dal polso alle dita, la vena res-
ta vuota perché il sangue – a causa delle valvole – non può scorrere dal braccio in giù.
Questa è stata ­tra l’altro una delle osservazioni che ha aiutato Harvey a scoprire la cir-
colazione sanguigna.

                                                                     La grandezza del cuore corris-
                                                                    ponde all’incirca alla grandezza
                                                                    del pugno della persona stessa.
17
18

Tutto ciò che il cuore desidera

Come si vedrà in seguito, le vene sono un sistema soggetto a malattie come ad esem-
pio: edemi, rottura capillare, varici, flebiti, trombosi e l’ulcera del piede (ulcus cruris).
Le vene che appaiono di colore blu, in cui sangue «venoso» più scuro scorre più lenta-
mente, e le arterie hanno un andamento ­parallelo, proprio come la carreggiata auto-
stradale a direzioni separate. Sono collegate tra di loro mediante i capillari del sangue,
scoperti dall’anatomista romano Marcello Malpighi (1628 – 1694), che completano il
sistema di flusso del sangue.
19

Da cosa è composto
il sangue?

«Il sangue è un succo molto particolare», dice a Faust il Mefi­stofele di Johann Wolf-
gang von Goethe. Questa affermazione non ci giunge certo nuova. Oggi la composizio-
ne e la funzione di questo succo rosso-blu sono ormai ben note.

Il sangue è composto soprattutto (per il 55%) da plasma ematico, un liquido del colore
dell’ambra (costituito per il 90% da acqua), in cui tutto nuota. I ­compiti più importanti
del plasma sono le funzioni di trasporto, immagazzi­naggio e immunizzazione. Conti-
ene il 7 – 8% di proteine che si compongono da albumine, globuline e fibrinogeni. Rin-
contreremo successivamente il fibri­nogeno come fattore di coagulazione del sangue.

Il restante 45% del volume del sangue è costituito dai globuli: gli eritrociti rossi, i leuco-
citi bianchi e i trombociti a forma di disco (piastrine). La percen­- tuale volumetrica dei
globuli prende il nome di valore ematocrito.

In 1 millimetro cubo (mm³) di sangue, che corrisponde all’incirca alla di­mensione della
cruna di un ago, sono contenuti circa 5,5 milioni di globuli nell’uomo e circa 5 milioni
nella donna. Al microscopio i globuli rossi appa-iono di colore rosso pallido. Il colore
viene dato da una proteina ricca di ferro, l’emoglobina, che trasporta l’ossigeno ed è
quindi strettamente collegata alla ­respirazione.

La forma dei globuli rossi assomiglia a un disco con le pareti spesse. La loro vita è di
circa 120 giorni. Poi muoiono e vengono metabolizzati nel fegato e nella milza. I globu-
li nuovi vengono prodotti nel midollo osseo. Il numero di leucociti è decisamente inferi-
ore a quello degli eritrociti: in 1 mm³ ce ne sono da 6000 a 8000. Hanno l’importante
compito di assumere la difesa im­munitaria generale e specifica. Sono oltre due volte
20

Tutto ciò che il cuore desidera

Beviamo, quando il
nostro corpo ci segnala
che necessita di liquidi.
21

più grandi dei globuli rossi, hanno un nucleo cellulare e possono muoversi come gli es-
seri mono­cellulari.

Anche i leucociti vengono formati nel midollo osseo. Poiché devono svolgere compiti
molto diversi, ricevono una formazione particolare: nel sistema linfa-tico (timo, midollo
osseo, linfonodi, milza, tonsille) vengono istruiti per di­ventare cellule con forma e fun-
zione diverse e prendono il relativo nome.

I fagociti sono cellule deputate alla difesa generale e sono in grado di riconoscere e
annientare i corpi estranei.

I trombociti non sono cellule perché non sono provvisti di nucleo. Sono dischetti mi-
nuscoli che possono raggrumarsi tra loro dopo un determinato sti­molo, attivando la
coagulazione del sangue.

Gli altri componenti fondamentali del sangue sono il sodio, il calcio, il po­tassio, il cloro,
il magnesio, il ferro, il bromo e lo iodio, nonché l’acido carbonico, fosforico e solforico.
A questi si aggiungono le sostanze di trasporto, in un certo senso il bagaglio: sostanze
nutritive (amminoacidi, carboidrati, grassi, ­zucchero, diversi sali, sostanze nutritive re-
sidue, ormoni, enzimi, ecc.)

In questo contesto l’acqua merita una particolare attenzione. Affinché la quantità e la
pressione del sangue rimangano sempre a un livello sicuro, anche l’effetto di diluizione
deve essere corretto. La circolazione del sangue va sul ­sicuro: aspira tutta l’acqua che
beviamo. Un’eccessiva assunzione di liquidi è scorretta quanto un’assunzione insuf-
ficiente, perché l’eccedenza deve essere espulsa sotto forma di urina, sudore e attra-
verso la respirazione. Dovremmo imparare ad ascoltare la nostra sete e a bere quando
il fisico richiede i liquidi. Anche un leggero mal di testa può essere un segno di man-
canza d’acqua. Molti anziani soffrono di disidratazione perché non danno la giusta at-
tenzione al ­contenuto d’acqua. Ciascuno di noi ha un sangue particolare. Le diverse
carat­teristiche del sangue vengono raggruppate a grandi linee in gruppi sanguigni
come 0 (zero), A, B e AB. Negli ultimi decenni questi sono stati ulteriormente suddivisi,
ad esempio in A1 e A2 e inoltre sono stati determinati i fattori ­sanguigni M, N, P e S che
svolgono una funzione importante per le trasfusioni. Alcuni tipi di sangue sono intol-
leranti tra di loro.
22

Tutto ciò che il cuore desidera

  Le funzioni del sangue
  Il sangue svolge innumerevoli funzioni vitali, tra cui il trasporto di ossi-geno e di altre
  sostanze vitali.

  aa Funzione di respirazione: nei polmoni il sangue assume ossigeno at­traverso la
     respirazione e lo porta alle cellule del corpo. Contemporaneamente il prodotto di
     decomposizione della respirazione (anidride carbonica, CO�) viene trasportato dal
     sangue ai polmoni, dove viene nuovamente espulso dal corpo attraverso l’espirazione.
  aa Funzione di trasporto: azionato dal cuore, il sangue trasporta anche ­sostanze nutritive
     importanti come proteine, carboidrati, vitamine e grassi alle singole cellule.
     Particolarmente importante è anche il tra­sporto di ormoni. Servono come messaggeri,
     attraverso cui vengono rilevate le informazioni importanti nel corpo e ad esempio fanno
     scattare uno stato di allarme.
  aa Funzione di depurazione: per la depurazione del corpo, le sostanze ­dannose e di scarto
     vengono trasportate dai singoli organi ai diversi organi di secrezione.
  aa Funzione tampone: attraverso il sangue, viene mantenuto l’equilibrio vitale acidi-basi
     per evitare una iperacidificazione del corpo. Il valore di pH del sangue dovrebbe trovarsi
     nella zona di valori alcalica (a circa 7,4).
  aa Trasporto del calore: per creare una compensazione di calore nel corpo, il sangue
     trasporta il calore attraverso il corpo. Grazie alla sua grande capacità termica,
     contribuisce in grande misura a mantenere la tem­peratura corporea in tutto il corpo e
     tiene tutti gli organi vitali a una temperatura costante di appena 37°C.
  aa Funzione di difesa: il sangue è responsabile della difesa dagli agenti ­patogeni. Produce
     una grande quantità di anticorpi per immunizzare il corpo contro gli agenti patogeni.
23

La pressione del sangue è necessaria
Un po’ di pressione fa bene ovunque, anche nel sangue. Questo liquido complesso
deve sempre essere in movimento e necessita dunque di una certa pres­sione: durante
la sistole si diffonde un’onda di pressione dall’aorta (senza cor­rente dopo il passaggio
della valvola dell’aorta) attraverso il sistema arterioso. Grazie all’aumento di pressione
locale, il sistema dei vasi si dilata, accumulando così una parte di energia. Durante la
diastole (dal lato sinistro del cuore non scorre sangue) l’energia accumulata nelle pare-
ti dei vasi può essere nuo­vamente ceduta al sangue. Questo processo viene denomina-
to anche effetto ­camera d’aria.

Nell’aorta umana la pressione oscilla tra 120 mmHg e 80 mmHg1. Se non si potesse ac-
cumulare la pressione mediante i vasi elastici, nell’aorta sarebbe s­oggetta a oscillazio-
ni drammatiche. È interessante osservare che in media ­scorrerebbe anche decisamen-
te meno sangue attraverso i vasi, poiché si do­- vrebbe utilizzare molta energia di flusso
per l’accelerazione continua del sangue.

1 1L’unità di misura mmHg significa «mm di mercurio». In medicina viene utilizzata per la pressione
sanguigna. 1 mmHg corrisponde alla pressione della colonna di ­mercurio alta 1 millimetro con normale
accelerazione (9,80665m/s²).
24

Tutto ciò che il cuore desidera

Nei giovani l’onda di pressione si muove di circa 6 metri al secondo, negli anziani in-
vece la velocità raddoppia. Con il passare degli anni, le pareti dei vasi perdono gradual-
mente l’elasticità (si irrigidiscono), di conseguenza aumenta anche la velocità del pol-
so.

L’effetto di accumulo di pressione diminuisce quindi lentamente con l’età. Di conse-
guenza, all’aumentare dell’età si riduce anche la portata volumetrica. Naturalmente vi
sono anche altri effetti che possono influenzare il flusso sanguigno: depositi nei vasi,
diminuzione del rendimento di pompaggio del cuore, ecc.

  Valori di riferimento della pressione del sangue
  Ogni individuo ha i suoi valori di pressione personali, per cui certe dif­ferenze non sono ne-
  cessariamente sintomo di malattia; è così per tutti i «valori normali»; si tratta di valori medi
  manipolabili che non tengono troppo conto delle caratteristiche individuali (anche dovute
  all’età).

  Poiché la pressione del sangue varia continuamente a causa del battito cardiaco, è neces-
  sario assegnarle 2 valori: il punto massimo rilevato du­- rante la misurazione diretta della
  curva di pressione viene denominato pressione sistolica e il punto minimo della curva
  pressione diastolica. La pressione viene misurata in mmHg. I dati vengono indicati nella
  sequenza pressione sistolica/pressione diastolica. Qui di seguito i valori di riferimento (dal
  dizionario ­clinico Pschyrembel):

  aa Neonati, sistolica                                   60 – 80
  aa Lattanti, sistolica                                  80 – 90
  aa Fino a 10 anni (da qui sistol./diastol.)              90 / 60
  aa da 10 a 30 anni                                      110/75
  aa da 30 a 40 anni                                      125/85
  aa da 40 a 60 anni                                      140/90
  aa oltre 60 anni                                        150/90
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Isolamento delle perdite
Uno dei numerosi processi affascinanti del sistema cardio-circolatorio è ­l ’isolamento
delle perdite nella circolazione sanguigna alla presenza di una ­ferita. Ovviamente il
sangue non può portare sempre con sé i mezzi per l’iso­la­mento delle perdite poiché
questi potrebbero generare agglomerati, grumi di sangue (trombosi) che di regola ven-
gono impediti dai fattori protettivi del ­corpo.

La coagulazione del sangue è un processo complesso che funziona come una reazio-
ne a catena. Sono interessati più di 20 di­versi fattori di coagulazione, tra cui i trombo-
citi, il fibrinogeno e la vitamina K. Quando si avvia la coagu­lazione vengono attivati i
cosiddetti inibitori che possono rallentarne il pro-cesso o sciogliere nuovamente gli
emboli. Queste reazioni complesse possono scatenare molti disturbi. Una cattiva co-
agulazione del sangue può causare in particolare disturbi al fegato, poiché molti fatto-
ri di coagulazione, come i primi stadi del fibrinogeno e la protrombina, vengono formati
nel fegato grazie alla vitamina K.

La massa isolante fibrina, una proteina macromolecolare, non idrosolubile, deve esse-
re prodotta nel punto preciso in cui è necessario effettuare un isolamento, il più veloce
possibile. Generato nel plasma sanguigno, il fibrino-geno migra nella fibrina scindendo
piccoli peptidi. Il fibrinogeno è il cosiddetto fattore di coagulazione I, quindi compo-
nente essenziale della coagulazione e ­della funzione emostatica del sangue. Durante i
processi di coagulazione forma un trombo che in pochi secondi arresta l’emorragia se
la ferita non è troppo grossa. La ferita può poi venire chiusa definitivamente con tutta
calma. Il sangue assume anche il compito di difesa dalle particelle estranee in ingres-
so.

Il plasma sanguigno senza fibrinogeno viene denominato siero sanguigno. Esso conti-
ene importanti minerali e sostanze immunitarie, tra cui i legami ­proteici come albumi-
na e globulina. L’epistassi, il più delle volte innocua, può essere anche sintomo di un
problema di coagulazione oppure di pressione del sangue troppo alta, ma anche di ar-
teriosclerosi, diabete e di una malattia genetica dei vasi: la rara malattia di Osler-Ren-
du-Weber. Anche l’assunzione di farmaci contenenti l’acido acetilsalicilico possono
stimolare l’epistassi.
26                                                                  Il ghiaccio sulla nuca aiuta in
                                                                        caso di emorragia nasale.

Tutto ciò che il cuore desidera

L’epistassi si verifica di regola quando si rompono i capillari nella mucosa nasale, inter-
essata da un’abbondante circolazione del sangue, e può essere ­causata da uno starnu-
to potente, dalle dita nel naso o dalla pulizia nasale. Du­rante la gravidanza può essere
invece dovuta agli ormoni. Di regola questa ­e pistassi è innocua e la perdita di sangue
minima. A volte può essere addirittura liberatoria, quando si sente una forte pressione
alla testa. Forse è uno dei meccanismi di regolazione più intelligenti.

In genere l’epistassi può essere fermata facilmente con un impacco freddo o del ghiac-
cio sul naso o sulla nuca. Il freddo fa contrarre i vasi piccoli e l’emorragia viene blocca-
ta. Una volta i miei genitori mi buttarono di sorpresa dell’acqua sulla nuca, io mi spave-
ntai e il flusso del sangue si interruppe im­mediatamente.

Passeggeri pericolosi nel sangue
Per il funzionamento della circolazione non sono pericolose soltanto le ­perdite, ma
anche i diversi corpi estranei che possono giungere nel sangue: pagliuzze, pollini, vi-
rus, batteri, funghi, quindi in particolare microrganismi, che in questo terreno favorevo-
le possono trasformarsi. Ma non tutti questi organismi devono essere visti come nemi-
ci; l’intero organismo umano vive in simbiosi con diversi essere viventi microscopici, i
più noti dei quali sono i batteri intestinali.

Il Prof. Günther Enderlein (1872 – 1968) – che grazie alla microscopia a campo scuro
si occupò dello stato del sangue anche in riferimentoall’iperacidificazione, agli ingor-
ghi, al funzionamento delle cellule sanguigne, ai disturbi do-vuti alle tossine, ad es. i
metalli pesanti, ecc. – assegnò ai microrganismi nel sangue diverse circolazioni di es-
pansione. Considerava i simbionti del sangue, il mucor racemosus, una muffa con la
testina, e l’aspergillus niger, che svolge la funzione di muffa nera e distrugge alimenti e
materiali, una parte insostituibile dell’intero organismo poiché influenzano lo stato del
sangue, compresa la sua capacità di coagulazione, il movimento e la vita dei globuli, le
caratteristiche di scorrimento e molto altro ancora.
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Tutto ciò che il cuore desidera

Se nel sangue si verificano cambiamenti patologici in conseguenza dell’alimentazione
o delle abitudini di vita scorrette, viene disturbata l’autoregolazione e i «germi origi-
nari» tendono ad aumentare. È assolutamente prevedibile che, ad esempio in un
sangue troppo acido (magari a causa di un consumo eccessivo di proteine animali,
quindi carne) anche per quanto riguarda i mi­crorganismi si abbiano sviluppi molto di-
versi rispetto a un ambiente basico. Se aumenta il mucor racemosus, secondo il Prof.
Enderlein si hanno disturbi ­circolatori con conseguenze come trombosi, varici, emorro-
idi, ulcere alle gambe, determinate forme di pressione sanguigna alta oppure glauco-
ma, ecc. Il Prof. Enderlein ha scoperto anche che la fase batterica dell’aspergillus niger
gioche­rebbe tra l’altro un ruolo nelle affezioni reumatiche, nelle modificazioni ossee e
nella formazione di tumefazioni.

Questi contesti sono eccezionalmente complessi e in proposito si potrebbero scrivere
pagine e pagine perché il pleomorfismo, ovvero la pluralità di forme all’interno di un
tipo di microbo, è estremamente difficile da rilevare. Il ricer­catore francese Claude
Bernard (1813 – 1878) pronunciò un detto divenuto molto famoso tra gli studiosi di
pleomorfismo «Le microbe n’est rien, le terrain c’est tout», che in italiano significa «Il
microbo non è nulla, il terreno è tutto». Anche Rudolf Virchow (1821 – 1902) osservò la
malattia come una reazione alle modi­ficazioni delle condi­zioni di vita.

Queste nozioni furono contestate alacremente da Louis Pasteur (1822 – 1895), secon-
do cui i microrganismi avevano forme fisse. Oggi nessuno dà più ragione a Louis Pas-
teur, in particolare le ultime ricerche. Già durante la crescita i mi­crorganismi mutano la
loro forma. I virus dell’influenza sono un esempio concreto di questi cambiamenti. Per-
sino la BSE (morbo della mucca pazza) è un cambiamento di forma del prione che fa
ammalare i bovini e forse anche gli uomini. Louis Pasteur capì e ammise il suo errore
poco prima di morire.
29

Una questione delicata: le trasfusioni di sangue
Le trasfusioni di sangue possono salvare la vita e sono indispensabili per alcune oper-
azioni. È chiaro però che con il sangue vengono trasferiti anche i suoi passeggeri, in
casi veramente eccezionali anche gli agenti patogeni della rabbia. Negli ultimi tempi la
sicurezza del sangue è stata molto migliorata, cosa che era ed è indispensabile. Grazie
alla fondazione di una Alleanza Paneuropea Sicurezza Sangue (PBSA) in futuro verrà
ulte­riormente potenziata la sicurezza per il sangue e i prodotti del sangue.

Gli esperti ravvisano le maggiori problematiche di sicurezza per le trasfu-sioni di
sangue e i prodotti del sangue nei seguenti punti centrali: innanzitutto l’aumento della
globalizzazione e la modifica del clima e dell’ambiente. I batteri, i parassiti e i germi pa-
togeni che finora si trovavano soltanto in determinate r­egioni, sono diventati «batteri
migratori». Questa tendenza condiziona lo ­sviluppo di test nuovi, specifici e veloci che
al momento non sono ancora di­sponibili. Inoltre una potenziale fonte di pericolo è cos-
tituita dalla minaccia continua di germi patogeni nuovi e ancora sconosciuti. E non
deve essere nemmeno sottovalutato l’insuccesso umano nel campo della ricerca sui
prodotti del ­sangue. Oggi queste misure di sicurezza sono comunque molto
progredite.
30

Tutto ciò che il cuore desidera

Cosa fa bene al cuore e
alla circolazione?

Il cuore e la circolazione – una totalità con diversi aspetti correlati – vengono spesso
trattati come una unità. Entrambi funzionano perfettamente in condizioni favorevoli,
ma sono responsabili di un gran numero di malattie. Con un po’ di nozioni e la giusta
attenzione è possibile contribuire al benessere di questo sistema di vitale importanza.
Chi ne conosce approssimativamente il ­funzionamento, può facilmente immaginare
cosa fa bene e cosa nuoce a que-sto sistema. Dai bambini, però, non possiamo aspett-
arci tali nozioni; se ne ­avessero la possibilità potrebbero agire d’istinto nel modo cor-
retto. I genitori hanno quindi una grande responsabilità e molti lo sanno. Di regola i ge-
nitori cominciano a occuparsi di questioni alimentari o legate alla salute quando
­scoprono di aspettare un bambino o quando il bambino è appena nato.

Questo è molto importante, poiché oltre a tutti gli altri pericoli possono ­insorgere mol-
to presto quelli legati al cuore e alla circolazione. Fin da piccoli, i bambini possono ave-
re disturbi dovuti a una cattiva alimentazione, alla so­vralimentazione, alla mancanza di
movimento, agli stimoli dannosi della civi­lizzazione come uno spazio vitale sovraccari-
co, elettrosmog, mancanza di ossi­geno ecc. La carenza di magnesio in particolare vie-
ne spesso collegata alle malattie cardiache (il magnesio influenza anche il metabolis-
mo dei grassi).

Nell’età adulta, anche l’alcol e altre droghe, il fumo di siga­rette e abitudini scorrette
nella vita privata e professionale, gli sforzi eccessivi e i sovraccarichi psichici possono
compromettere l’individuo nella sua globalità.
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Diabete e disturbi cardiaci
In questo capitolo tali processi verranno rappresentati con l’esempio della a arteriosc-
lerosi. Spesso si sente dire che la colpa è della pressione alta cronica, del colesterolo
alto nel sangue, di un elevato valore glicemico, di un sangue troppo acido, del sovrap-
peso, ecc. Ma questa attribuzione di colpa vacilla. Per-ché anche questi fenomeni
sono causati da uno stile di vita scorretto. Dire: «Il mio diabete mi ha causato disturbi
dell’irrorazione sanguigna» è semplicistico. Sarebbe più corretto e più completo dire:
«Poiché le mie abitudini ali­mentari sono state scorrette, mi è venuto il diabete che mi
ha causato disturbi al cuore.»

Infatti le malattie cardio-circolatorie sono le conseguenze più frequenti del diabete. In
almeno 3 punti il diabete attacca il cuore già nel suo stadio pre­liminare: innanzitutto le
coronarie, che alimentano il muscolo cardiaco, nei diabetici vengono bloccate molto
più spesso che nelle persone che non hanno il diabete da una chiusura improvvisa.

Ottime fonti di magnesio:
noci, legumi e prodotti
integrali.
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                                                                            Rimedio cardioprotettivo:
Tutto ciò che il cuore desidera                                                         olio di oliva.

Una maggiore tendenza alla coagula-zione gioca un ruolo importante. La conseguenza
è spesso un infarto. In se-condo luogo il diabete attacca le fibre nervose. Circa il 30%
delle persone che soffrono di diabete da molto tempo presentano disturbi al sistema
nervoso e cardiaco. Ma anche chi soffre di diabete da poco tempo può essere colpito
da questi disturbi. Se le fibre nervose sul cuore sono danneggiate, i segnali non posso-
no più essere trasmessi in modo perfetto e veloce.

Il cuore perde il ritmo e non può più reagire correttamente a diversi sforzi (giorno/not-
te, movimento/riposo) – aumenta il pericolo della «morte improv­visa per arresto cardi-
aco».

In terzo luogo anche un disturbo un po’ insidioso, che interessa nuovamente la funzio-
ne nervosa: la percezione del dolore dei malati di diabete è alterata al punto che non
riescono più a riconoscere per tempo i problemi ai vasi sangui-gni. Spesso perfino una
angina pectoris o un pericolosissimo infarto non ven-gono percepiti e non vengono cu-
rati nemmeno in questa fase tarda.

Il famoso colesterolo
Una alimentazione corretta con molte sostanze nutritive preziose come mi­nerali e oli-
goelementi, che si trovano in particolare nella frutta fresca, nelle noci e nella verdura,
nei cereali integrali e negli oli pregiati, non raffinati (in­cluso l’olio d’oliva) è indispensa-
bile per conservare la salute. Ciò si evince molto facilmente, ad esempio facendo at-
tenzione alla composizione degli oli. L’olio di oliva non raffinato, l’amara oleuropeina,
contiene un legame fenolico appar­tenente alla classe degli iridoidi, che si ritrova
anche in molte erbe medicinali e migliora l’irrorazione sanguigna del cuore, dilata le
coronarie, regola i disturbi del ritmo cardiaco e ha un’azione antispastica.
L’oleuropeina è una sostanza molto reattiva che può essere trasformata in molti altri
principi attivi come ligstroside, verbascoside e diidrossifeniletanolo (DPE). Nonostan-
te le sue calorie, l’olio d’oliva può essere considerato un protettore del cuore.

Anche se l’esperimento di massa «alimentazione» è in corso da secoli, si di-scute an-
cora molto sui singoli aspetti perché le osservazioni isolate possono portare a risultati
errati quanto i cibi raffinati («depurati» da componenti es­senziali fondamentali). Con
33
34

Tutto ciò che il cuore desidera

una tale osservazione settoriale, il colesterolo è stato onorato negli ultimi due decenni
– la mania del colesterolo è scoppiata nel momento in cui sono apparsi sul mercato i
primi apparecchi per la misu­razione del grasso nel sangue. Si faceva una divisione tra
grassi buoni e cattivi, senza pensare che entrambi i tipi di acidi grassi sono necessari
(molti processi metabolici si verificano in ambiente lipidico). È vero che i grassi insatu-
ri con­tengono sostanze vitali indispensabili e possono portare a una diminu­zione del
livello di colesterolo nel sangue, ma ciò non significa certo, secondo il me­- dico Max
Otto Bruker, che gli acidi grassi saturi sarebbero dannosi. Nel burro gli acidi grassi
sono in un rapporto estremamente equilibrato. Il colesterolo è indispensabile e viene
quindi prodotto anche dall’organismo stesso..

Il colesterolo è un componente essenziale delle membrane cellulari e della ­lipoproteina
(legame di grassi, sostanze lipidiche e proteine che trasportano i grassi nel sangue) ed
è un precursore della sintesi degli ormoni steroidei e degli acidi biliari. Secondo Max
Otto Bruker un metabolismo intatto non genera mai depositi di colesterolo patologici.
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Siamo ciò che mangiamo
Le maggiori fonti di pericolo sono costituite da zucchero isolato, insulino-dipendente e
prodotti della farina bianca (invece di ­carboidrati di difficile di­gestione), eccesso di
proteine animali, che contribuiscono alla iperacidifica-zione dell’organismo, quindi a
una pericolosa modificazione del terreno, e per lo più grassi saturi cui non si contrap-
pone il relativo consumo di energia. Ov­viamente quando mangiamo un pezzo di torta
non dobbiamo essere imme­diatamente colti dalla psicosi di rovinarci la salute; se si
pecca bisogna farlo a cuor leggero … tutte queste paure sono ormai superate. Ma i
principi che no­mineremo dovrebbero accompagnare il nostro comportamento quotidi-
ano, a comin­ciare dalla scelta degli alimenti: si tratta di viveri, degni del loro nome, e
non solo di alimenti lavorati in fabbrica, più pratici che salutari. Chi conosce il signifi-
cato principale dell’alimentazione, non può comprendere la scarsa ­considerazione de-
gli ultimi decenni. Oggi mangiare non deve costare troppo e non deve portare via trop-
po tempo, è diventato addirittura qualcosa di fasti­- dioso, in senso letterale di pesante:
può fare ingrassare, quindi non si corri­- sponde più ai comuni ideali moderni. Molta
gente sceglie i prodotti per il loro design, le cui forme, colori, profumi, sapori, rumore e
sensazione alla masticazione seguono le direttive degli esperti di marketing. Persino il
cibo per animali contiene aromi particolari che fanno affezionare l’animale a quel pro-
dotto e glielo fanno divorare avidamente. L’istinto di alimentazione che si è formato ne-
gli uomini e negli animali per milioni di anni è stato formalmente battuto; l’appetito vie-
ne regolato dall’esterno. Ma le conseguenze le porta chi si fa im­brogliare.

Chi vuole agire sul suo peso, può ridurre le calorie assunte e/o aumentare il consumo
calorico facendo più movimento. Non è necessario diventare dei campioni, ma basta
muoversi intensamente in ogni occasione e non avere paura della fatica fisica (e del
sudore). La nostra quotidianità offre diverse possibi­lità di movimento, ad esempio
rinunciando all’ascensore e percorrendo a piedi o in bicicletta i tratti di un paio di cen-
tinaia di metri o qualche chilometro. La fantasia nel movimento non ha confini. Sfrut-
tiamola!
36

Tutto ciò che il cuore desidera

Non dimentichiamo l’ossigeno
Per favorire il lavoro del cuore è necessaria anche una respirazione corretta. Se
l’ossigeno non viene addotto continuamente, la morte sopraggiunge in pochi minuti.
Tra i polmoni e il sangue vengono scambiati ininterrottamente dei gas (assunzione di
ossigeno e rilascio di anidride carbonica CO� come resi-duo di combustione). Il polmo-
ne con i suoi alveoli polmonari che si trovano alle estremità dell’albero bronchiale, è il
centro commerciale ideale dei gas. In generale respiriamo in modo superficiale e la ca-
pacità dei polmoni non viene esaurita interamente.

La respirazione corretta è la respirazione piena (con il petto e il diaframma), mediante
cui viene assorbita la maggiore quantità di ossigeno. Per prima cosa si solleva la pare-
te addominale (respirazione diaframmatica). Il movimento in avanti dell’aria dilata poi
le costole inferiori (respirazione laterale) e il dorso (respirazione dorsale), infine si
sollevano le spalle (respirazione clavicolare), in modo da utilizzare tutta la zona di res-
pirazione, dal diaframma fino alla zona polmonare superiore, la punta del polmone. Un
respiro profondo proviene sempre dal basso, in un certo senso dallo stomaco, e proce-
de verso l’alto fino alle punte dei polmoni. La respirazione è come un movimento ondu-
lato. La ­respirazione diaframmatica, in particolare, può alleggerire sensibilmente l’at­
tività cardiaca. Ogni minuto l’uomo inspira circa 7 – 8 litri d’aria, durante ­un’attività
fisica intensa, fino a 10 volte di più.

L’espirazione è consentita dall’enorme elasticità dei polmoni, che devono ricontrarsi e
smaltire l’aria viziata.
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Cosa fa male al cuore e
alla circolazione?

Negli ultimi anni il concetto di malattia del benessere è stato usato meno frequente-
mente. Esso è diventato quasi superfluo, dal momento che la maggior parte delle ma-
lattie croniche derivano da uno stile di vita collegato alla civiliz­zazione, esso è quindi
ormai quasi troppo generico per esprimere ancora qual­cosa.

La civilizzazione che procede a velocità da capogiro, risultato del rapido progresso
tecnico e scientifico, influenza in modo talmente decisivo il nostro stile di vita, che le
funzioni del corpo, adattate gradualmente nel corso di milioni d’anni alle circostanze
esterne, stabilizzandosi un po’ alla volta, non riescono ancora a sopportare i nuovi in-
flussi. Per creare un simile adattamento sareb-bero necessari tempi molto più lunghi.

Molte di queste malattie del benessere erano ancora relativamente rare fino alla fine
della seconda guerra mondiale, compresi i disturbi cardio-circolatori e il diabete. Dai
primi anni di benessere, che hanno seguito il periodo di miseria, queste malattie sono
aumentate in modo drammatico. La circostanza par­ticolarmente preoccupante è che
si ammalano sempre più persone ­giovani.

Il bagaglio di esperienze acquisite in merito alle circostanze che influiscono sulla salu-
te viene pressoché ignorato, forse anche come apposita tattica volta a occultare la ve-
rità. Già il filosofo greco Democrito (460 – 370 a. C.) osserva: «Gli uomini supplicano
gli Dei di donare loro la salute, ma non sanno di avere loro stessi potere su di lei!».
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Tutto ciò che il cuore desidera

La vita civilizzata ha causato una tale molteplicità di fattori nocivi, che in caso di ma-
lattia è praticamente impossibile identificarne le singole cause; in tal caso si parla di
una «genesi multifattoriale» (origine derivante da numerosi fattori), un concetto che
naturalmente non contribuisce a chiarire le cose, ma in un certo senso coglie il noccio-
lo del problema.

Un esempio: negli anni ’70 si potevano elencare ancora 40 fattori di rischio in grado di
provocare malattie coronariche del cuore, nel frattempo essi sono aumentati fino a olt-
re 250 …

L’inquinamento della biosfera fa sicuramente parte delle cause nocive. Re­spirando aria
inquinata il sangue si addensa e la ­probabilità di infiammazioni aumenta. Questi sono i
risultati di uno studio del febbraio del 2005 condotto dall’Università di Edimburgo
(www.ed.ac.uk), che cerca di spiegare che rap-porti ci sono tra l’inquinamento dell’aria
e il rischio di un infarto cardiaco o di un colpo apoplettico. Il gruppo di ricercatori si è
concentrato su delle sostanze nocive finissime, gli aerosol. Gli scienziati ipotizzarono
che delle particelle d’aria minuscole in forma solida o liquida fossero in grado di modi-
ficare le ­funzioni cellulari del corpo. Quindi esaminarono l’infiammabilità e la predi­
sposizione alla coagulazione del sangue dei macrofagi – cellule immunitarie
dell’uomo – delle cellule dei polmoni e di quelle del cordone ombelicale. Esse vennero
testate 6 e 24 ore dopo essere state a contatto con gli aerosol. Si constatò che il fatto-
re di coagulazione del sangue era aumentato in quasi tutti i tipi di cellule. Anche il nu-
mero di cellule immunitarie morte crebbe in modo significativo e il contatto con le
sostanze nocive aumentò la probabilità di in­fiammazioni. Dopo il test gli scienziati era-
no in grado di affermare che gli aero-sol modificano le funzioni cellulari.

Il gruppo di ricercatori presume che i fattori che provocano la coagulazione del sangue
provochino anche infiammazioni e viceversa. Il verificarsi di uno dei due fattori fa sì
che anche l’altro non tardi a comparire. Gli aerosol sono talmente minuscoli che inspi-
rando attraverso i polmoni essi finiscono direttamente nella circolazione sanguigna,
naturalmente ciò avviene anche per quel che ri­guarda le particelle contenute nel fumo
delle sigarette.

                                                                            Il movimento aiuta a
                                                                          mantenere una buona
                                                                        circolazione sanguigna.
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