TRADE MARKETING RELAZIONI DI FILIERA E STRATEGIE COMMERCIALI - Powerpoint Templates

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 TRADE MARKETING

RELAZIONI DI FILIERA E STRATEGIE
        COMMERCIALI

           Powerpoint Templates   Page 1
TRADE MARKETING RELAZIONI DI FILIERA E STRATEGIE COMMERCIALI - Powerpoint Templates
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       MATERIALE CONSULTATO

•Daniele Fornari “Trade marketing-Relazioni
                                  g         di filiera
e strategie commerciali” – Egea 2009.

•Consultazioni web.

                                                     Page 2
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GRUPPO DI LAVORO

  Ciro D’Antuono
  Giuseppe Oliveri
   Aniello Fiengo
 Giacomo Ciarrocchi

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                       OBIETTIVI

•Identificazione
 Id tifi i       T d Marketing
                 Trade M k ti

•Relazioni
 Relazioni negoziali di filiera

•Funzione acquisti
            q      imprese
                     p     commerciali

• Category Management

•Leva scontistica

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IDENTIFICAZIONE TRADE MARKETING

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                                 TRADE MARKETING

                                        Che cos’è ?

                         È l’insieme delle tecniche di marketingg
                                indirizzate al distributore
                          piuttosto che al consumatore finale

                                      OBIETTIVO

                Raggiungere il completo soddisfacimento delle esigenze
                           dei propri clienti commerciali

Questo significa che un’impresa produttrice pianificherà le strategie e le attività di mktg
   avendo come obiettivo un mercato intermedio, quello costituito dai distributori
                                                                                   Page 6
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   L’ ATTIVITÀ DI MKTG È FORMATA DA 2 GRANDI AREE

  CONSUMER                                          TRADE MKTG
    MKTG

  IL PRINCIPALE OBIETTIVO DELLA PIANIFICAZIONE DI MKTG
   È QUELLO DI INDIVIDUARE IL PUNTO DI EQUILIBRIO TRA
      INVESTIMENTI DI CONSUMER E TRADE MKTG, CHE
 PERMETTE DI MASSIMIZZARE LE PERFORMANCE AZIENDALI

Il punto di equilibrio
               ilib i è fortemente
                        f           condizionato
                                        di i     dal
                                                 d l posizionamento
                                                        i i         di
                          mercato delle imprese
                                                                     Page 7
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                                                 POSIZIONAMENTO DI MERCATO DELLE IMPRESE

                                             D                                                          A
                           keting)
     do di controollo del canale

                                       TO

                                                 TRADE MARKETING                        PARADISO
                                     ALT
(Orienttamento trrade mark

                                             B                                                          C
  Grad

                                     BASSO

                                                    INFERNO                             CONSUMER
                                                                                        MARKETING

                                                    BASSO                                   ALTO
                                                                    Forza della marca
                                                            (Orientamento consumer marketing)       Page 8
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 Verso nuove strategie di trade
mktg complementari ed integrate
  con quelle consumer mktg

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Esigenza di un nuovo approccio di pianificazione e gestione degli investimenti sul
      mercato intermedio,
               intermedio sviluppando attività di trade marketing come:

                              ATTIVITÀ DI TRADE MKTG

  “insieme attività di natura strategica ed operativa che, basate sul trinomio prodotto /
  cliente / canale,
            canale si prefiggono di pianificare/organizzare/gestire le relazioni verticali di
     filiera con l’obiettivo di soddisfare i bisogni del distributore e del consumatore
      massimizzando gli investimenti nel mercato finale e nel mercato intermedio”

                            Nuovo approccio alla pianificazione
                                delle politiche di vendita
                                                                                       Page 10
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   LA PIANIFICAZIONE DELLE POLITICHE DI VENDITA

            IL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE DI TRADE MKTG

        ① CHECK UP MERCATO DISTRIBUTIVO
        ② ANALISI CLIENTELA COMMERCIALE
        ③ VALUTAZIONE PERFORMANCE AZ. NELLA CLIENTELA
        ④ OBIETTIVI
        ⑤ STRATEGIE
        ⑥ AZIONI
        ⑦ PROGRAMMAZIONE
        ⑧ CONTROLLO

                                   3 FINALITÀ

• Analizzare le tendenze di sviluppo
                                   pp del mercato distributivo
• Verificare il posizionamento competitivo dell’azienda
• Controllare il livello di ritorno e di redditività degli investimenti commerciali
                                                                                  Page 11
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                       DA BRAND
                       LOYALTY…

                        …A
                         A STORE
                        LOYALTY

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                                    STORE LOYALTY:

 è il risultato di diverse variabili che definiscono il sistema valutativo dei consumatori
                   nei confronti delle diverse forme distributive/insegne.

                                 Si basa su due dimensioni
- comportamentale: tasso di riacquisto dei prodotti presso gli stessi pv
- cognitiva: immagine favorevole che il consumatore ha nei confronti della stessa
insegna.

    L’i t ità della
    L’intensità d ll store
                      t    l lt è determinata
                           loyalty d t  i t dalla
                                              d ll presenza congiunta
                                                                i t dei
                                                                      d i due
                                                                          d fattori.
                                                                              f tt i

                L’immagine del pv deriva dalla combinazione di più attributi
                                (funzionali e psicologici)

     PARTICOLARE RILEVANZA RIVESTE LA FIDUCIA
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LA SELEZIONE PUÒ ESSERE DETERMINATA DA TRE CRITERI:

          - criteri di servizio: infrastrutture, assistenza
          - criteri di convenienza: vantaggi economici
          - criteri
              it i di assortimento:
                           ti   t varietà
                                     i tà di offerta
                                              ff t

                 CRITERI DI MISURAZIONE

                     • Quota di acquisti
                     • Frequenza di acquisto
                     • Sequenza di acquisti

                  OBIETTIVO DEL TRADE
            accrescere il livello di store loyalty della
                             clientela
   (ne consegue maggior spesa,
                        spesa minor esposizione alla concorrenza)

                                                                    Page 14
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   IL RAPPORTO TRA BRAND LOYALTY E STORE LOYALTY

NEI MERCATI DI LARGO CONSUMO IL RAPPORTO TRA BRAND E
   STORE LOYALTY SI È EVOLUTO A FAVORE DELLA STORE
                       LOYALTY

  QUESTO RISULTATO È EMERSO DAI COMPORTAMENTI CHE
ASSUMONO GLI ACQUIRENTI QUANDO NON TROVANO LA MARCA
       PREFERITA NEI PUNTI VENDITA FREQUENTATI
                                               Page 15
IL COMPORTAMENTO DI Powerpoint
                     ACQUISTOTemplates
                                IN ASSENZA DELLA MARCA PREFERITA

                                                 ( % consumatori – 2008 )

 Categoria              Eff. Mobilità              Eff. Sostituzione              Eff. Rinvio               totale
                       (frequenta un altro pv)      ((acquista
                                                        q      un’altra marca))   ((rinvia l’acquisto)
                                                                                               q     )

 Acqua                                 12,1                                72,8                      14,1        100,0
 Bibit gas
 Bibite                                 11 3
                                        11,3                               60 9
                                                                           60,9                      27 8
                                                                                                     27,8        100 0
                                                                                                                 100,0
 Caffè                                 22,4                                42,9                      34,7        100,0
 Cioccolatini                          10 3
                                       10,3                                67 4
                                                                           67,4                      22 3
                                                                                                     22,3        100 0
                                                                                                                 100,0
 Dentifricio                           16,1                                72,0                      11,9        100,0
 Latte fresco                          16,8                                65,3                      17,9        100,0
 Liquori                               15,1                                60,5                      24,4        100,0
 Merende                                  9,1                              74,4                      16,5        100,0
 Pannolini                             21,9                                52,4                      25,7        100,0
 shampoo                               16,7                                64,9                      18,4        100,0
 Sughi                                 12 0
                                       12,0                                74 7
                                                                           74,7                      13 3
                                                                                                     13,3        100 0
                                                                                                                 100,0

Fonte: laboratorio di trade mktg – Università Bocconi                                                        Page 16
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LE RELAZIONI NEGOZIALI DI
         FILIERA

                             Page 17
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  Il ruolo delle relazioni negoziali che intercorrono tra industria e distribuzione,
                                                                       distribuzione è
  quello di definire il valore degli scambi di merci e servizi tra i diversi stadi della
  filiera.

SERVIZI INDUSTRIA:                                   SERVIZI DISTRIBUZIONE:

•Tempi e modalità di consegna delle                  •Quantità/qualità spazio espositivo
merci;                                               assegnato ai prodotti;
•Tipologia
   p g di p   packaging;
                   g g                               •Velocità inserimento nuovi pprodotti;
•Livello innovazione prodotti;                       •Rispetto prezzo consigliato;
•Investimenti in comunicazione;                      •Collaborazione nell’attività di store
•Competenze venditori;                               promotion;
•Dilazione pagamenti.                                •Sinergie nella supply chain.

                                                                                  Page 18
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                 RAPPORTI INDUSTRIA - DISTRIBUZIONE

     Influenzano le performance delle parti creando uno squilibrio tra servizio
               erogato/ricevuto e condizioni economiche negoziate.

                       SITUAZIONI DISCRIMINATORIE:

•condizioni di vendita differenti per diversi clienti non giustificate da differenze nei
costi di fornitura;
•condizioni di vendita simili a clienti con una diversa q quantità/qualità
                                                                   q       dei servizi
offerti;
•prestazioni di servizi a clienti differenti a cui non corrispondono differenziali di
costo sostenuti per l’attività di fornitura.

                                                                                 Page 19
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                    NUOVO MODELLO NEGOZIALE
          DA…                                                A…
      Conflittualità                              Condivisione e trasparenza
   Focus sulle attività                      Condivisione obiettivi e strategie di
                                                          mercato
   Standardizzazione                              Implementazione politiche
                                                   commerciali differenziate
     Incremento %                                  Verif. congiunta risultati
                                                     finali/performance
        Fornitore                                           Canale
      NKA – Buyer                                Team multifunzionale ID – GD
 Contratti di fornitura                             Business plan congiunti
Inefficienza nell’adozione                           Piani di innovazione
     dell’innovazione                                                   Page 20
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                MIGLIORAMENTO RELAZIONI NEGOZIALI

   Nel corso degli anni si è verificato uno spostamento di potere dall’industria alla
    distribuzione,, causato dai cambiamenti registrati
                                                 g      nei vari stadi della filiera.

•Stadio domanda finale: fiducia consumatore vs i punti vendita (da brand loyalty a
store loyalty).
•Stadio distribuzione: autonomia di mktgg delle imprese
                                                  p      commerciali e concorrenza
con i produttori.
•Stadio industria: trend di banalizzazione dei prodotti (poca innovazione).

                                                                               Page 21
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      L’evoluzione delle relazioni di filiera ha comportato un conseguente
  cambiamento delle strutture organizzative di trade mktg con effetti sui ruoli e
                            sulle funzioni di vendita .

MAGGIORE IMPORTANZA                                      TRADE MKTG COME
ALLA FUNZIONE VENDITE                                       ISTITUTO DI
                                                           RIFERIMENTO

                                                                            Page 22
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                       Page 23
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FUNZIONI CUSTOMER                FUNZIONI TRADE               FUNZIONI FIELD
   MANAGEMENT                        MKTG
  Predisporre
        p      contratti        Proporre
                                   p      scontistica e     Migliorare
                                                              g        servizio punti
                                                                                p
        fornitura               budget di investimento              vendita
 Confronto con buyer per         Progettare politiche         Migliorare rotazione
   condivisione piani               promozionali                    prodotti
      commerciali
Determ. condizioni vendita      Gestire lancio di nuovi
       per canale                      prodotti
  Analizz. performance         Svolgere test per valutare
         clienti               posizionamento prodotti
                                     sullo
                                       ll scaffale
                                              ff l
                                     Promuovere
                                    aggiornamento
                                     manageriale
                                                                             Page 24
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FUNZIONE ACQUISTI
           Q      IMPRESE
      COMMERCIALI

                             Page 25
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          LA FUNZIONE ACQUISTI NELLE IMPRESE COMMERCIALI

Nella distribuzione la funzione organizzativa che svolge un ruolo di interfaccia nei
rapporti negoziali con l’industria è la funzione acquisti.

VANTAGGI:                                            SVANTAGGI:

¾ Gestione ottimale dei                                  ¾ Problematiche territoriali;
  flussi logistici;
                                                         ¾ Elevati costi di
¾ Gestione ottimale delle                                  coordinamento;
  risorse umane;
                                                         ¾ Asimmetria informativa.
                                                                      informativa
¾ Gestione ottimale delle
  condizioni di fornitura.

                                                                               Page 26
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                        MODELLO BUYING

                           Di i
                           Direzione Generale
                                     G     l

                         Direzione Commerciale

            Acquisti                             Acquisti No
             Food                                  Food

S t l
Scatolame   F
            Freschi
                 hi        Igiene casa/      C li hi
                                             Casalinghi    Abbigliamento
                             persona

 b
 buyer      b
            buyer            b
                             buyer               b
                                                 buyer         b
                                                               buyer
                                                                       Page 27
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                                  MODELLO BUYING

La funzione acquisti svolge il ruolo di:

9 Sviluppo conoscenze merceologiche;

9 Verifiche strutture dei mercati di produzione e la condotta delle imprese
  industriali;

9 Consolidamento competenze negoziali con i fornitori;

9 Condivide con la direzione vendite il processo di formazione degli assortimenti;

9 Sottoscrive
  S tt    i contratti
               t tti con i ffornitori.
                                it i

                                                                              Page 28
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                               MODELLO CATEGORY

            La valutazione del modello category ha evidenziato 3 criticità:

9 p
  proliferazione dei ruoli aziendali e la necessità di coordinamento;

9 carico di lavoro assegnato ai singoli buyer;

9 difficoltà di selezionare risorse umane per la copertura dei ruoli di category.

                                                                               Page 30
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CATEGORY MANAGEMENT

                           Page 31
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    Q
    Questa  fase si caratterizza con il forte
sviluppo di funzioni di Marketing all’interno
   delle imprese distributive, che sfocia nel
    passaggio da una logica negoziale “per
  fornitore” ad una logica per “categoria di
     prodotto” con ll’affermarsi
     prodotto         affermarsi di logiche
           organizzative basate sul
       CATEGORY MANAGEMENT

                                                Page 32
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Definizione di Category Management (CM)
Nuova metodologia e “ideologia” dei rapporti tra Industria e Distribuzione.
P
Processo  iinterattivo
             t tti e interfunzionale
                       i t f i l tra    t Industria
                                           I d t i e Distribuzione
                                                       Di t ib i
che punta a organizzare, pianificare e gestire gli assortimenti come
un insieme di SBU con l’obiettivo di massimizzare il livello delle
politiche di marketing delle imprese industriali e commerciali
migliorando sia la profittabilità aziendale sia la soddisfazione dei consumatori.

                      T l approccio
                      Tale       i richiede
                                    i hi d il rispetto
                                               i tt di alcuni
                                                        l   i principi
                                                                i i i
•Modelli organizzativi integrati sia a livello industriale che distributivo
•Passaggio da logiche negoziali push a logiche di tipo pull, dove le politiche commerciali sono guidate
più dai comportamenti dei consumatori che dagli accordi commerciali
•Condivisione delle informazioni - maggiore conoscenze dei processi di mktg industriali e commerciali
•Rapido trasferimento delle sperimentazioni nelle attività operative.

Questo trasferimento si realizza attraverso la costruzione di PIANI OPERATIVI DI
CATEGORIA nei quali definire, in base ai ruoli di mktg dei prodotti, gli obiettivi e le azioni
da intraprendere negli assortimenti.
                                                                                            Page 33
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COSTRUZIONE PIANI OPERATIVI DI CATEGORIA
 Il punto di partenza per progettare e costruire i piani di categoria è l’assegnazione dei ruoli di marketing
 svolti
     l i dai
         d i prodotti.
                d i
 Nella prassi aziendale si tende a realizzare un processo di semplificazione attraverso la valutazione del
 grado di importanza delle diverse variabili e la costruzione di alcuni indicatori sintetici.

                                                                                                 Page 34
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COSTRUZIONE PIANI OPERATIVI DI CATEGORIA:
                                     CATEGORIA
I ruoli di marketing delle categorie
                                                      Routine (detersivi, pasta, acqua)
                                                      • Mercati importanti e basici
                                                      • Elevata pianificazione e frequenza di spesa
                                                      •Bassa marginalità
                                                      • Obiettivo di allineamento al mercato
                                                      • Sostengono l’immagine di convenienza
                                                      (prezzi, promozioni)
                                                      Destination (reparti freschi)
                                                      • Categorie importanti per il consumatore e
                                                      per il distributore
                                                      • Il distributore si pone l’obiettivo di essere il
                                                      riferimento di mercato nella categoria
                                                                                          g
                                                      • Elevati investimenti e sviluppo
                                                      differenziazione/immagine

 Servizio (sale, zucchero, birra)                    Sviluppo
 • Categorie meno importanti                         • Acquisto occasionale, stagionale o di nicchia
                   g di “convenience”
 • Obiettivo immagine                                • Assortimenti e spazi
                                                                        p espositivi
                                                                               p        in alta stagionalità
                                                                                                   g
 (praticità, comodità, velocità acquisti)            • Acquisti gratificanti/ludici – visual merchandising
 • Assortimento selettivo; margini sopra media.
                                                                                             Page 35
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COSTRUZIONE PIANI OPERATIVI DI CATEGORIA: CATEGORIA
Le strategie di categoria per intraprendere obiettivi di
incremento fatturati e margini.
 • Traffico
 Aumentare il giro d’affari incrementando il numero degli acquirenti e quindi degli scontrini. La funzione di
 traffico svolta da alcune categorie diventa un generatore di traffico per il reparto / punto vendita.
 (assortimenti ampi, promozioni aggressive, livello prezzo medio basso per referenze chiave)
 • Transazione
 aumentare la spesa media (scontrino) attraverso upgrading della struttura assortimentale (promozioni su
 prodotti
    d i add alto
             l valore
                  l   unitario,
                         i i evidenziare
                                  id i referenze
                                              f       premium).
                                                           i )
 • Margine
 aumentare la redditività della categoria agendo sul mix assortimentale a favore delle marche e dei prodotti a
 maggiore
     i    marginalità
                i lità (es.
                       ( assortimento
                                 ti    t con più
                                               iù marche
                                                      h di nicchia,
                                                             i hi assortimenti
                                                                         ti    ti innovativi
                                                                                  i     ti i con margini
                                                                                                     i i alti)
                                                                                                          lti)
 • Cassa
 incrementare i flussi monetari attraverso l’incremento dei volumi (numero acquirenti, frequenza di acquisto)
 e dei valori (scontrino) con azioni aggressive sul prezzo
                                                    prezzo, alta visibilità prodotti a maggiore vendibilità)
 • Entusiasmo
 generare coinvolgimento e stimolo nel consumatore (es. agendo sulle leve di comunicazione in store - eventi)

    Per ogni categoria è possibile prevedere la realizzazione congiunta di più strategie in quanti i singoli
                           segmenti possono comportare problematiche differenti                     Page 36
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PIANI OPERATIVI DI CATEGORIA COME AREA
DI INTEGRAZIONE TRA INDUSTRI E DISTRIBUZIONE

I piani di categoria possono rappresentare un’ area di integrazione tra Industria e
Distribuzione se vengono soddisfatte alcune condizioni:
1. Condivisione patrimonio informativo di filiera, il produttore è interessato a conoscere
   le performance dei prodotti nei PV, il distributore avverte la necessità di capire le
   dimensioni di sviluppo dei mercati.
2. Adeguare responsabilità e funzioni delle organizzazioni alle metodologie e ai contenuti
   di category management con l’obiettivo di massimizzare le performance di categoria.
3 Ad
3. Adottare
        tt lla categoria
                 t     i come SBU allineando
                                       lli   d glili obiettivi
                                                      bi tti i di mktg
                                                                   kt delle
                                                                       d ll parti
                                                                               ti (ID-GD)
                                                                                  (ID GD)
   in funzione del livello di soddisfazione dei consumatori.
4. Concordare il ruolo di mktg da assegnare a ogni categoria, industria e distribuzione
   pianificano insieme le strategie.
5. Evitare comportamenti opportunistici nell’attività negoziale tra distribuzione e industria
   (es.leva scontistica).

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LEVA SCONTISTICA

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    LA LEVA DELLA SCONTISTICA

     Rapporti Industria/Distribuzione

 Sono disciplinate da 2 modalità negoziali

   Accordi                      Contratti di
Extracontratto                   fornitura

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                         LA LEVA DELLA SCONTISTICA

I rapporti contrattuali tra produttori/distributori possono essere articolati su più livelli
                                        negoziali:

¾ Livello della Supercentrale (nazionali ed internazionali);

¾ Singola insegna nazionale;

¾ Gruppo distributivo locale.

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      LA LEVA DELLA SCONTISTICA

1 Sconto di canale/cliente;
1.

2. Sconti convass;

3. Termini di pagamento;

4. Contributi di referenziamento ((Listing
                                         g fee).
                                              )

                                                   Page 41
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IN CONCLUSIONE…

   …nell'ambito delle strategie
                             g aziendali gli
                                         g investimenti
    di Trade Marketing stanno assumendo un ruolo ed
     una rilevanza economica crescenti tanto che, nel
     settore del Largo Consumo Confezionato (LCC),
        assorbono circa il 50% degli investimenti di
            Marketing delle imprese industriali
              (Fonte: CERMES - Univesità Bocconi).

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GRAZIE PER L’ATTENZIONE
           L’ATTENZIONE…

                                 Page 43
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