THE LONDON OBSERVER WEEKEND REVIEW

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The London Observer, Domenica 18
                                                                                  maggio 1961
                                            "THE LONDON OBSERVER WEEKEND
                                                      REVIEW"
                                      Da ambo le parti della cortina di ferro, migliaia di uomini
                                      e donne sono tenute in prigione senza processo perché le
                                      loro opinioni politiche o religiose sono differenti da quelle
                                      dei loro governi. Peter Benenson, un avvocato di Londra,
                                      ha concepito l'idea di una campagna mondiale dal nome
                                       APPEAL FOR AMNESTY, 1961, per invitare i governi a
                                      liberare queste persone o perlomeno concedere loro un
                                      processo equo. La campagna inizia oggi, e "The Observer"
                                      è felice di offrirle un punto di partenza.
                                                I PRIGIONIERI DIMENTICATI
                                    APRITE i vostri quotidiani in qualsiasi giorno della
                                    settimana e troverete un articolo proveniente da qualche
                                    parte del mondo che parla di qualcuno che è stato
                                    imprigionato, torturato o giustiziato perché le sue opinioni
                                    o la sua fede religiosa sono inaccettabili per il suo
governo. Ci sono milioni di queste persone in prigione - non tutti dietro la cortina di ferro o di
bambù - ed il loro numero è in crescita. Il lettore del quotidiano avverte un nauseante senso
d'impotenza. Tuttavia se queste sensazioni di disgusto in tutto il mondo potessero essere unite
in un'azione comune, ne potrebbe nascere qualcosa di efficace.
Nel 1945 i membri fondatori delle Nazioni Unite approvarono la Dichiarazione Universale dei
Diritti Umani.
Al momento non esiste un metodo sicuro per scoprire quanti paesi permettono ai loro cittadini
di godere di queste due libertà fondamentali. Ciò che conta non sono i diritti che si trovano
sulla carta costituzionale, bensì il fatto che essi possano essere esercitati e messi in pratica.
Nessun governo, ad esempio, compie maggiori sforzi per evidenziare le proprie garanzie
costituzionali di quello spagnolo, tuttavia esso non è in grado di applicarle.
Esiste una tendenza in aumento in tutto il mondo a nascondere i veri motivi per cui gli
"anticonformisti" vengono imprigionati.
In Spagna, gli studenti che fanno circolare volantini in cui si fa appello al diritto di poter
discutere su argomenti di attualità, vengono accusati di "ribellione militare".
In Ungheria i preti cattolici che hanno tentato di tenere aperte le proprie scuole di canto sono
stati accusati di "omosessualità". Queste accuse di comodo indicano che i governi non sono
affatto indifferenti alla pressione esercitata dall'opinione pubblica straniera. E quando l'opinione
pubblica del mondo concentra la propria attenzione su un punto debole, qualche volta accade
che riesca a far cambiare idea ad un governo. Ad esempio il poeta ungherese Tibor Dery è
stato rilasciato di recente dopo la creazione di "comitati Tibor Dery" in molti paesi; il professor
Tierno Galvan ed i suoi amici letterati sono stati liberati in Spagna lo scorso marzo dopo l'arrivo
di importanti osservatori stranieri.
                    Un ufficio a Londra per raccogliere notizie
L'importante è mobilitare la pubblica opinione in modo rapido ed esteso, prima che un governo
si ritrovi intrappolato nel circolo vizioso causato dalla sua stessa repressione, di fronte alla
prospettiva di un'imminente guerra civile. A quel punto la situazione sarebbe troppo disperata
per un governo per permettergli di fare delle concessioni. Il ruolo dell'opinione pubblica, per
essere efficace, deve avere un'ampia base, che deve essere internazionale, non settaria e
pluripartitica.
Campagne in favore della libertà condotte da una sola nazione, o partito contro un altro,
spesso non fanno altro che ottenere un intensificarsi della persecuzione. Ecco perché abbiamo
creato Appeal for Amnesty 1961. La campagna, che inizia oggi, è il risultato di un'iniziativa di
un gruppo di avvocati, scrittori ed editori di Londra che condividono il seguente pensiero di
Voltaire: "Detesto le tue opinioni, ma sono pronto a morire per il tuo diritto di esprimerle" (la
traduzione è mia ndt.).
Abbiamo organizzato un ufficio a Londra per raccogliere informazioni sui nomi, il numero e le
condizioni di coloro che abbiamo deciso di denominare "Prigionieri di Coscienza", e li definiamo
così: "Qualsiasi persona che sia fisicamente impossibilitata (dalla prigionia o misure simili) ad
esprimere (in parole o simboli) qualunque opinione che professi e che non invochi o condoni
l'uso della violenza sulle persone". Inoltre escludiamo tutte quelle persone che hanno tramato
con un governo straniero per rovesciare il proprio.
Il nostro ufficio terrà delle conferenze stampa per focalizzare l'attenzione su Prigionieri di
Coscienza selezionati imparzialmente in diverse parti del mondo. Esso fornirà anche delle
informazioni circostanziate a qualsiasi gruppo, esistente o nuovo, in qualunque parte del
mondo, che decida di unirsi in uno sforzo speciale a favore delle libertà di opinione o di
religione.
In ottobre verrà pubblicato presso la Penguin il volume "Persecution 1961" come parte della
nostra campagna Amnesty. In esso ci saranno le storie di nove uomini e donne da parti diverse
del mondo, di differenti opinioni politiche e religiose, che hanno sofferto un imprigionamento a
causa delle loro opinioni. Nessuno di essi è politico di professione; sono tutti professionisti. Le
opinioni che li hanno condotti in prigione sono frutto comune di discussione in una società
libera. Poeta frustato di fronte alla famiglia.
Una di queste storie tratta della rivoltante brutalità con cui è stato trattato il maggiore poeta
angolano, Agostino Neto, prima dello scoppio degli scontri attualmente in atto nel paese. Il dr.
Neto era uno dei cinque dottori di origine africana in Angola. I suoi sforzi per migliorare i
servizi sanitari per i suoi compatrioti erano inaccettabili per i portoghesi. Nel giugno dell'anno
scorso la Polizia Politica è entrata nella sua abitazione, lo ha frustato di fronte alla sua famiglia
e l'ha trascinato via. Si trova da allora nelle isole di Capo Verde senza accusa né processo.
Dalla Romania vi faremo sapere della storia di Constantin Noica, il filosofo, che è stato
condannato a venticinque anni di prigione perché, mentre si ritrovava "sospeso"
dall'insegnamento, i suoi amici e discepoli continuavano a fargli visita e ad ascoltarlo parlare di
filosofia e letteratura. Il libro parlerà dell'avvocato spagnolo Antonio Amat, che ha cercato di
costruire una coalizione di gruppi democratici ed è sotto processo dal novembre 1958; di due
bianchi perseguitati dalla loro stessa razza per aver professato l'opinione che le razze di colore
dovrebbero avere gli stessi nostri diritti -- Ashton Jones, il pastore sessantacinquenne, che fu
ripetutamente picchiato e due bianchi perseguitati dalla loro stessa razza per aver professato
l'opinione che le razze di colore dovrebbero avere gli stessi nostri diritti.
                              "Scoprire chi è in prigione"
La tecnica di rendere pubbliche le storie personali di molti prigionieri di diverse fedi politiche è
nuova. E' stata adottata per evitare il destino di precedenti campagne di amnistia, che spesso
si sono occupate più di rendere pubbliche le opinioni politiche del prigioniero che di sottolineare
gli scopi umanitari dell'intervento.
Come possiamo stabilire le condizioni della libertà nel mondo d'oggi? Il filosofo americano John
Dewey una volta disse:
"Se volete definire le condizioni in cui si trova una società, andate a scoprire chi sta in
prigione".
Questo è un consiglio difficile da seguire, poiché sono pochi i governi che accettano volentieri
indagini sul numero dei prigionieri di coscienza che detengono. Ma un altro test sulla libertà
che può essere eseguito è quello di andare a verificare se la stampa è libera di criticare il
governo. Persino molti governi democratici sono sorprendentemente sensibili alle critiche della
stampa.
In Francia il Generale De Gaulle ha intensificato le chiusure dei giornali, una politica che ha
ereditato dalla Quarta Repubblica. In Gran Bretagna e negli Stati Uniti si fanno tentativi
saltuari di ammorbidire il pungiglione delle critiche della stampa per mezzo della tecnica di
rivelare ai direttori dei "segreti sulla sicurezza", come nel caso di spionaggio Blake.
Nel Commonwealth britannico, il governo di Ceylon ha lanciato un attacco alla stampa, e sta
minacciando di prendere il controllo dell'intero sistema dell'informazione.
In Pakistan la stampa è alla mercé dell'amministrazione della Corte Marziale.
Nel Ghana la stampa d'opposizione opera in gravi condizioni di difficoltà.
In Sudafrica, che lascerà il Commonwealth mercoledì, il governo sta progettando ulteriori leggi
a favore della censura delle pubblicazioni.
Al di fuori del Commowealth, la libertà di stampa è specialmente in pericolo in Indonesia, nel
mondo arabo ed in paesi dell'America Latina come Cuba.
Nel mondo comunista, in Spagna ed in Portogallo, le critiche della stampa al governo sono
raramente tollerate.
                     La massima di Churchill sulla democrazia
Un'altra verifica sulla libertà di un paese si rivela nella tolleranza o meno da parte di un
governo dell'esistenza di un'opposizione. Gli anni del dopoguerra hanno visto il fiorire di
"regimi personali" in Asia e Africa.
Ovunque si vieti ad un partito di opposizione di proporre candidati o di verificare i risultati delle
elezioni, la posta in gioco è molto più alta del semplice futuro del partito. Le elezioni
multipartitiche possono risultare ingombranti nella realizzazione, ed il rischio di coalizioni
mette in pericolo la stabilità di un governo; ma non è stata ancora trovata una strada
alternativa. Sebbene ci sia del vero nell'antica osservazione che la democrazia non si adatta
bene ai nazionalismi emergenti, dovremmo anche ricordarci della massima di Winston
Churchill:
"La democrazia è un cattivo sistema di governo, ma nessuno ne ha pensato uno migliore."
Una quarta verifica sulla libertà sta nel controllare se coloro che sono accusati di crimini contro
lo Stato ricevono un processo pubblico e rapido di fronte ad una corte imparziale: se viene loro
permesso chiamare testimoni a loro difesa, e se il loro avvocato è in grado di condurre la difesa
nel modo che ritiene migliore.
In anni recenti si è verificata una spiacevole tendenza in alcuni di quegli stati che vanno
orgogliosi dell'indipendenza del loro sistema giudiziario: dichiarando lo stato di emergenza e
relegando i suoi oppositori in "detenzione preventiva", i governi hanno aggirato la necessità di
trovare e provare le accuse.
All'altro estremo c'è l'entusiasmo nei paesi Sovietici nell'imbastire istituzioni che, sebbene
vengano chiamate corti, non lo sono affatto. Le cosiddette "corti dei compagni" nell'U.R.S.S.,
che detengono il potere di trattare con i "parassiti", sono essenzialmente poco più che
dipartimenti del Ministero del Lavoro, che spostano "disadattati" in buchi vuoti in Siberia.
In Cina lo spostamento di manodopera secondo un processo apparentemente giudiziario
avviene su scala gigante. La via più rapida per portare aiuto ai prigionieri di coscienza è la
pubblicità, specialmente tra i loro concittadini. Con la pressione dei nazionalismi emergenti e le
tensioni della Guerra Fredda, ci saranno probabilmente situazioni in cui i governi saranno
portati ad adottare misure di emergenza per proteggere la loro esistenza.
E' vitale che l'opinione pubblica insista sul fatto che queste misure non siano eccessive, né
prolungate dopo il momento di pericolo. Se l'emergenza deve durare molto, allora un governo
dovrebbe essere invitato a permettere ai suoi oppositori di uscire dalle prigioni per cercare
asilo all'estero.
Un controllo delle frontiere più efficiente
Sebbene non esistano statistiche, è probabile che gli anni recenti abbiano visto una stabile
diminuzione nel numero di persone che riescono a trovare asilo. Ciò non è tanto dovuto alla
riluttanza di altri paesi ad offrire riparo quanto all'aumentata efficienza del controllo delle
frontiere, che al giorno d'oggi rende più difficile alle persone la fuga.
Vari tentativi per raggiungere un accordo su una convenzione internazionale sull'asilo alle
Nazioni Unite si sono trascinati per anni senza alcun risultato. In molti paesi esiste anche il
problema delle restrizioni sulla manodopera straniera. Finché il lavoro non è disponibile nelle
nazioni "ospiti", il diritto di asilo rimane vano.
Appeal for Amnesty 1961 ha lo scopo di aiutare a creare un impiego adatto a rifugiati politici e
religiosi. Sarebbe bello se in ogni paese "ospite" un ufficio centrale per l'impiego di queste
persone potesse essere organizzato con la cooperazione delle confederazioni dei datori di
lavoro, i sindacati ed il Ministero del Lavoro.
In Gran Bretagna ci sono molte ditte che offrirebbero traduzioni e lavoro di corrispondenza ai
rifugiati, ma non vi sono meccanismi atti a collegare domanda ed offerta. Quei regimi che
rifiutano ai propri cittadini di cercare asilo sulla base del fatto che essi andrebbero all'estero
solo per cospirare, potrebbero essere meno riluttanti se sapessero che, al loro arrivo, i rifugiati
non starebbero lì a far nulla in una frustrazione senza scopo.
I membri del Consiglio d'Europa hanno sottoscritto una Convenzione dei Diritti Umani, e hanno
istituito una commissione per assicurare la sua applicazione. Alcuni paesi hanno accordato ai
loro cittadini il diritto di fare appello individualmente alla commissione. Ma alcune, Gran
Bretagna compresa, hanno rifiutato di accettare la giurisdizione della commissione su casi
singoli, e la Francia ha rifiutato di ratificare la Convenzione. La pubblica opinione dovrebbe
insistere sulla creazione di meccanismi efficaci sovranazionali non solo in Europa, ma su linee
simili anche in altri continenti.
Questo è un anno particolarmente adatto ad una Campagna per l'Amnistia. E' il centenario
dell'incarico del Presidente Lincoln, e dell'inizio della Guerra Civile che giunse alla liberazione
degli schiavi americani; è anche il centenario del decreto che emancipò i servi della gleba russi.
Cento anni fa il bilancio del Sig. Gladstone eliminò le tasse oppressive sulla stampa ed allargò
così la diffusione della stampa e la sua libertà; il 1861 segnò la fine della tirannia del Re
"Bomba" di Napoli, e la creazione di un'Italia unita; fu anche l'anno della morte di Lacordaire, il
Domenicano francese oppositore dell'oppressione Borbonica e Orleanista.
Il successo della Campagna Amnesty 1961 dipende da quanto incisivamente e potentemente
sarà possibile riunire la pubblica opinione. Dipende anche dalla sua composizione,
internazionale nel carattere e politicamente imparziale. Qualsiasi gruppo pronto a condannare
la persecuzione, senza tenere conto di dove avviene e di chi sia il responsabile o le idee
perseguitate, è il benvenuto. Quanto possa essere ottenuto quando uomini e donne di buona
volontà si uniscono, fu dimostrato durante l'Anno Mondiale dei Rifugiati.
Inevitabilmente la maggior parte dell'azione richiesta da Appeal for Amnesty, 1961, può essere
intrapresa solo dai governi. L'esperienza mostra che in questi argomenti i governi sono pronti
ad agire solo dove l'opinione pubblica si fa sentire. La sua pressione cento anni fa comportò
l'emancipazione degli schiavi. E' ora che l'uomo insista per ottenere per la sua mente la stessa
libertà che ha conquistato per il suo corpo.
                                          PETER BENENSON Appeal for Amnesty, 1961:
   GLI SCOPI
   •   Lavorare imparzialmente per il rilascio di coloro che sono imprigionati per le loro
       opinioni.
   •   Tentare di far loro ottenere un processo equo e pubblico.
   •   Allargare il Diritto d'Asilo e aiutare i rifugiati politici a trovare un lavoro.
   •   Esercitare pressioni affinchè venga creato un efficace meccanismo internazionale per
       garantire la libertà di opinione.
A questo scopo è stato organizzato un ufficio a Londra per raccogliere e pubblicare informazioni
su prigionieri di coscienza in tutto il mondo. La prima Conferenza stampa della campagna si
terrà domani, gli speaker includeranno tre Membri del Parlamento, John Foster, QC. (Con.), F.
Elwyn Jones, QC. (Lab.), e Jeremy Thorpe (Lib.).

ARTICOLO 18: Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione tale
diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare
isolatamente o in comune, e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo
nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.
ARTICOLO 19: Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il
diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere
informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.
                                                ( Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo )
DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO
                         (ALLEGATO)

PREAMBOLO
Considerato che il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e
dei oro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e
della pace nel mondo;
Considerato che il disconoscimento e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di
barbarie che offendono la coscienza dell'umanità e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri
umani godano della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato
proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo;
Considerato che è indispensabile che i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si
vuole evitare che l'uomo sia costretto a ricorrere come ultima istanza, alla ribellione contro la
tirannia e l'oppressione;
Considerato che è indispensabile promuovere lo sviluppo di rapporti amichevoli tra le Nazioni;
Considerato che i popoli delle Nazioni Unite hanno riaffermato nello Statuto la loro fede nei
diritti fondamentali dell'uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nell'eguaglianza
dei diritti dell'uomo e della donna, ed hanno deciso di promuovere il progresso sociale e un
miglior tenore di vita in una maggiore libertà;
Considerato che gli Stati membri si sono impegnati a perseguire, in cooperazione con le
Nazioni Unite, il rispetto e l'osservanza universale dei diritti umani e delle libertà fondamentali;
Considerato che una concezione comune di questi diritti e di questa libertà è della massima
importanza per la piena realizzazione di questi impegni,
L'ASSEMBLEA GENERALE
proclama
LA PRESENTE DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI come ideale comune da
raggiungersi da tutti i popoli e da tutte le Nazioni, al fine che ogni individuo ed ogni organo
della società, avendo costantemente presente questa Dichiarazione, si sforzi di promuovere,
con l'insegnamento e l'educazione, il rispetto di questi diritti e di queste libertà e di garantirne,
mediante misure progressive di carattere nazionale e internazionale, l'universale ed effettivo
riconoscimento e rispetto tanto fra i popoli degli stessi Stati membri, quanto fra quelli dei
territori sottoposti alla loro giurisdizione.

                    DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI

ARTICOLO 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di
coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

ARTICOLO 2
1) Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente
Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di
religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di
nascita o di altra condizione.
2) Nessuna distinzione sarà inoltre stabilita sulla base dello statuto politico, giuridico
internazionale del paese o del territorio sia indipendente, o sottoposto ad amministrazione
fiduciaria o non autonomo, o soggetto a qualsiasi limitazione di sovranità.

ARTICOLO 3
Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza della propria persona.

ARTICOLO 4
Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di servitù; la schiavitù e la tratta
degli schiavi saranno proibite sotto qualsiasi forma.

ARTICOLO 5
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizioni crudeli,
inumane o degradanti.

ARTICOLO 6
Ogni individuo ha diritto, in ogni luogo, al riconoscimento della sua personalità giuridica.

ARTICOLO 7
Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna discriminazione, ad una
eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno diritto ad una eguale tutela contro ogni
discriminazione che violi la presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale
discriminazione.

ARTICOLO 8
Ogni individuo ha diritto ad un'effettiva possibilità di ricorso a competenti tribunali nazionali
contro atti che violino i diritti fondamentali a lui riconosciuti dalla costituzione o dalla legge.

ARTICOLO 9
Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato.

ARTICOLO 10
Ogni individuo ha diritto, in posizione di piena uguaglianza, ad una equa e pubblica udienza
davanti ad un tribunale indipendente e imparziale, al fine della determinazione dei suoi diritti e
dei suoi doveri nonché della fondatezza di ogni accusa penale gli venga rivolta.

ARTICOLO 11
1) Ogni individuo accusato di un reato è presunto innocente sino a che la sua colpevolezza non
sia stata provata legalmente in un pubblico processo nel quale egli abbia avuto tutte le
garanzie necessarie per la sua difesa.
2) Nessun individuo sarà condannato per un comportamento commissivo od omissivo che, al
momento in cui sia stato perpetuato, non costituisse reato secondo il diritto interno o secondo
il diritto internazionale. Non potrà deI pari essere inflitta alcuna pena superiore a quella
applicabile al momento in cui il reato sia stato commesso.

ARTICOLO 12
Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella
sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua
reputazione.
Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

ARTICOLO 13
1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni
   Stato.

2) Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel
proprio paese.

ARTICOLO 14
1 ) Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

2) Questo diritto non potrà essere invocato qualora l’individuo sia realmente ricercato per reati
non politici o per azioni contrarie ai fini e ai principi delle Nazioni Unite.
ARTICOLO 15
1) Ogni individuo ha diritto ad una cittadinanza.
2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua cittadinanza, né del diritto
di mutare cittadinanza.

ARTICOLO 16
1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza
alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al
matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
2) Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri
coniugi.
3) La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta
dalla società e dallo Stato.

ARTICOLO 17
1) Ogni individuo ha il diritto ad avere una proprietà sua personale o in comune con altri.

2) Nessun individuo potrà essere arbitrariamente privato della sua proprietà.

ARTICOLO 18
Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione tale diritto include la
libertà di cambiare di religione o di credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune,
e sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento, nelle
pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

ARTICOLO 19
Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere
molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee
attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere.

ARTICOLO 20
1)Ogni individuo ha diritto alla libertà di riunione e di associazione pacifica.

2) Nessuno può essere costretto a far parte di un'associazione.

ARTICOLO 21
1) Ogni individuo ha diritto di partecipare al governo del proprio paese, sia direttamente, sia
   attraverso rappresentanti liberamente scelti.

2) Ogni individuo ha diritto di accedere in condizioni di eguaglianza ai pubblici impieghi del
proprio paese.

3) La volontà popolare è il fondamento dell'autorità del governo; tale volontà deve sere
espressa attraverso periodiche e veritiere elezioni, effettuate a suffragio universale eguale, ed
a voto segreto, o secondo una procedura equivalente di libera votazione.

ARTICOLO 22
Ogni individuo, in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale, nonché alla
realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale ed in rapporto con
l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici sociali e culturali indispensabili
alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
ARTICOLO 23
1) Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e soddisfacenti
   condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.

2) Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.

3) Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente che assicuri
a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se
necessario, da altri mezzi di protezione sociale.

4) Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri
interessi.

ARTICOLO 24
Ogni individuo ha diritto al riposo ed allo svago, comprendendo in ciò una ragionevole
limitazione delle ore di lavoro e ferie periodiche retribuite.

ARTICOLO 25
1) Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere
   proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione al vestiario,
   all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha diritto alla sicurezza
   in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro caso di
   perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze indipendenti dalla sua volontà.

2) La maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel
matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale.

ARTICOLO 26
1 ) Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve essere gratuita almeno per quanto
riguarda le classi elementari e fondamentali. L'istruzione elementare deve essere obbligatoria.
L'istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l'istruzione
superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito.

2) L'istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al
rafforzamento del rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve
promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e
religiosi, e deve favorire l'opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace.

3) I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro
figli.

ARTICOLO 27
1) Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di
godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico ed ai suoi benefici.

2) Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni
produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.
ARTICOLO 28
Ogni individuo ha diritto ad un ordine sociale e internazionale nel quale i diritti e le libertà
enunciati in questa Dichiarazione possano essere pienamente realizzati.
ARTICOLO 29
1 ) Ogni individuo ha dei doveri verso la comunità, nella quale soltanto è possibile il libero e
pieno sviluppo della sua personalità.

2) Nell'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, ognuno deve essere sottoposto soltanto a
quelle limitazioni che sono stabilite dalla legge per assicurare il riconoscimento e rispetto dei
diritti e delle libertà degli altri e per soddisfare le giuste esigenze della morale, dell'ordine
pubblico e del benessere generale in una società democratica.

3) Questi diritti e queste libertà non possono in nessun caso essere esercitati in contrasto con i
fini e i principi delle Nazioni Unite.

ARTICOLO 30
Nulla nella presente Dichiarazione può essere interpretato nel senso di implicare un diritto di
un qualsiasi Stato, gruppo o persona di esercitare un’attività o di compiere un atto mirante alla
distruzione di alcuni dei diritti e delle libertà in essa enunciati.
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