Tel Aviv: mercati, dolci, Hanukkà, pane e spezie - Luciano Pignataro

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Tel Aviv: mercati, dolci, Hanukkà, pane e spezie - Luciano Pignataro
Tel Aviv: mercati, dolci, Hanukkà, pane e spezie

La splendida vista su Tel Aviv da Giaffa (foto di Sara Marte)
da Tel Aviv
Sara Marte
La città lo sa che vi siete seduti. Avete cominciato a capire come si vive a Tel Aviv, dove
andare e cosa fare. Avete aperto la mente verso questo minestrone multi-emozionale
ma in fondo l’avete già piazzata tra le sensazioni risolte. Proprio allora sarete le vittime
più semplici da gettare nei caotici mercati e nei quartieri di viuzze intricate. Tra Yafo
(Giaffa) ed il porto di Tel Aviv c’è un mondo di bancarelle utili e inutili, di folclore puro e
ciarpame abominevole e la linea è così sottile che a superarla basta una contrattazione
sbagliata.

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Mangiare nel cuore del Flea Market, Giaffa (foto di Sara Marte)
Il cibo vero, quello di tutti i giorni, si compra qui. Eventualmente, nelle giornate pigre, si
può mangiare tra la confusione dei venditori e le buste degli acquisti che, in alcuni casi,
impongono un dubbio: chi, tra venditore e acquirente, abbia davvero fatto l’affare.

La Saraya e la Torre dell’Orologio costruita in onore del Sultano Ottomano Abdul Hamid, Yafo (foto di

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Sara Marte)

A Yafo, attraversata la piazza della Torre dell’Orologio, pur essendo a due passi da Tel
Aviv, vi sentirete altrove. Prima di essere annessa alla “collina della primavera” fu città
di grande splendore sotto gli ottomani ed il mondo arabo si percepisce forte e chiaro.

Uno dei venditori al Flea Market, Yafo (foto di Sara Marte)
Si narra che, dopo il Diluvio Universale, per mano di Iafet, figlio di Noè fu fondata Giaffa. E’
certo comunque che, oltre alle tradizioni e ai racconti, questo sia uno dei centri antropizzati
tra i più antichi al mondo. Troverete sulla strada un forno molto rinomato, Abouelafia.
Un’enorme vetrina espone golosità dolci e salate in pile che non hanno mai il tempo di
colmarsi data l’affluenza costante. Nel retro lavorano a ritmi “industriali” operosi fornai che
permettono agli avventori di avere sempre qualcosa di caldo da gustare.

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La vetrina dello storico forno sempre ricca e affollata (foto di Sara Marte)

Uno sguardo all’interno del forno, aperto ormai dal 1869 (foto di Sara Marte)
La pasticceria qui in Israele è mista e generosa. Baklava e Kugel (dei piccoli taglioni dolci fatti
in teglia) si trovano un po’ ovunque così come tutta la gamma di dolci arabi, che nei mercati
aggiungono colore a colore.

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Alcuni dolci tipicamente arabi esposti nel cuore del mercato (foto di Sara Marte)

Ancora dolci che richiamano la tradizione araba (foto di Sara Marte)
Imponente l’abbondanza di dolci da forno come cornetti, fagottini e torte dal gusto
semplice ed appagante per qualcosa di più tipico. Deliziosi sono i Sufganiyot: dei
krapfen fritti e ripieni di gelatina alla frutta o creme, secondo la fantasia del pasticciere.

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Una classica pasticceria che espone dolci da forno e i Sufganiyot (foto di Sara Marte)

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I Sufganiyot (foto di Sara Marte)
Questo è il periodo in cui abbondano nello splendore delle numerose varianti giacché è il
dolce tipico dell’Hanukkah o Festa delle Luci. Cade il 25 del mese ebraico di Kislev,
solitamente a Dicembre. Quest’anno, dunque, la festa dell’Hanukkah sarà celebrata dal 20 al
28 Dicembre. La ricorrenza ricorda la liberazione del Tempio a Gerusalemme da parte dei
Maccabei, celebra la riconsacrazione del Tempio ed il miracolo avvenuto in esso. Fu ritrovata
una sola ampolla d’olio “puro “. Tale quantità sarebbe bastata ad alimentare la Menorah per
un giorno soltanto ed invece bruciò per otto giorni. Ciò diede la possibilità ai Sacerdoti di
prepararne del nuovo. Il miracolo dell’olio spiega anche perché alcuni cibi della tradizione del
Chanukkà sono fritti appunto nell’olio come i nostri Sufganiyot o i classici latkes, frittelle di
patate.

Alcune Menorah , tipiche della tradizione ebraica (foto di Sara Marte)
Simbolico ed intenso il ruolo della Menorah dell’Hanukkà, candelabro a otto braccia più uno.
Saranno accese, giorno dopo giorno, otto candele o luci alimentate ad olio. La nona luce,
collocata in posizione differente rispetto alle altre, è chiamata shamash. Questa è utilizzata
primariamente per accendere le altre candele. Si dice che sia auspicabile porre la Chanukkià
nei pressi della porta d’ingresso o ad una finestra mostrando all’esterno la sua luce per
“permettere a ognuno di affermare la propria identità e la propria gioia”.
Congedata la confusione di Yafo e tornati nel cuore di Tel Aviv, dirigetevi sull’Allenby. Questa

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strada lambisce strip club e negozi carini, agenzie e alberghi, declinando ancora una volta
quel contrasto, assorbito ormai dagli occhi. Ora siete al Carmel Market.

All’ingresso del Carmel Market…Eravamo tre amici al mercato (foto di Sara Marte)

TFILIN utilizzati per una breve preghiera, Carmel Market (foto di Sara Marte)

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Nel Carmel Market. Accomodatevi, ce n’è per tutti (foto di Sara Marte)
Ernesto, un ristoratore Ebreo Romano mi racconta che la gente viene a fare la spesa
qui: i prezzi sono convenienti, la qualità alta, la posizione cittadina favorevole. Potete
assaggiare le olive condite, al forno, verdi, semplici, nere, miste, con peperoncini
sott’aceto e in un tripudio di aglio e sapori.

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Le olive, buonissime e considerate un vero e proprio piatto (foto di Sara Marte)
Qui sono onnipresenti in insalate, antipasti e assolute. Tra le varietà più diffuse troviamo le
Manzanillo, solitamente denocciolate e le Musan. Prima di comprarle allungate la mano senza
timore nei grossi contenitori, assaporatele e gettate il nocciolo nelle vaschette messe lì
proprio per i passanti golosi; se vi piacciono, le prendete se no via verso il prossimo
venditore.

Convivenze. Carmel Market (foto di Sara Marte)
Fidatevi del vostro naso e lasciatevi trasportare coltivando l’abilità di scartare un
cimelio e aggirare pelliccette di animali ignoti e sospetti, oltre le magliette e dietro le
cianfrusaglie. Arriverete al pane con le sue mille forme e semini di ogni gusto: dal
papavero al girasole, zucca e sesamo, integrale, segale, farro, misto, bianco, pita e
intrecciato come vuole lo shabbat. Nei ristoranti e nei negozi, lo troverete sempre caldo,
spesso fatto al momento, fragrante e gustoso. Sarà servito con una salsa di pomodoro
piccante o ancora con dell’olio locale, spezie a parte, o con intingoli aromatizzati di
verdurine rigorosamente agliose. E’ una sorta di firma di ogni locale che idealmente
riscalda, ché pane-casa son focolare lontano.

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Carmel Market. Pane e Pane (foto di Sara Marte)

Tipico dei ristoranti. Qui uno sfilatino caldo con olio locale e spezie a parte (foto di Sara Marte)

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Pitta calda a salsa di pomodoro piccante (foto di Sara Marte)

Nel mercato degli artisti, vicino al Carmel Market (foto di Sara Marte)

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Pane arabo cotto al momento e cambiato appena freddo da veloci camerieri (foto di Sara Marte)
Il tour dei mercati finisce con quello che è considerato “da buongustai”, un po’ caro e un po’
snobbino. Alla fine della promenade, dove anche di shabbat c’è un fervore umano liberale,
troverete olio locale e frutta esotica, ristorantini e un caos controllato.

Uno scorcio del Tel Aviv Port (foto di Sara Marte)

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Indoor Market . Mercato coperto , vitale ed elegante (foto di Sara Marte)

Indoor Market nel giorno dello Shabbat (foto di Sara Marte)
In ogni luogo gourmet, mercato o ristorante che sia, incapperete nella pasta,
apprezzata e spesso fatta a mano, e oscillante dal decoroso al molto buono. Ottimo
risultato.

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Uno dei tanti banchi di spezie che si trovano in giro nei mercati (foto di Sara Marte)

Spezie e frutta secca nel mercato coperto (foto di Sara Marte)
Immancabili anche qui le spezie di cui però non comprendo l’imponente presenza. Trovo che
nella cucina locale siano usate con maggiore generosità rispetto al palato Italiano ma con
discreta moderazione se confrontato con il Medio Oriente. I gruppi gustativi sono i soliti,

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piccanti all’occorrenza o anche troppo, delle volte senza necessità. L’abilità che hanno qui sta
nel combinare sapientemente le spezie con numerose ed abbondanti erbe aromatiche. Sono
quelle mediterranee: principalmente il basilico, che ha presenza, per quantità, quasi italica;
seguono l’origano, il prezzemolo e influenze lontane come il coriandolo. Il mediterraneo
stringe accordi col Medio Oriente e la cucina ringrazia.
Fra tutti questi colori e sfumature s’impara a non liquidare ciò che sembra noto. Si andrebbe
incontro al rischio imperdonabile di perdere le sorprese che si nascondono dietro
un’apparenza cui ci si è abituati in fretta. E’ proprio vero che in fondo non si viaggia per
trovare, ma per cercare.
Le informazioni sull’ Hanukkah provengono dalla vita qui a Tel Aviv, dal forte interesse
personale , da www.e-brei.net , dai siti della comunità ebraica di Roma e Bologna,dalle
informazioni da www.bbc.co.uk e dalla cortese occhiata di amici credenti e praticanti sempre
disponibili.

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