SUPC Raccomandazioni per la prevenzione del Sudden Unexpected Postnatal Collapse
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Raccomandazioni per la prevenzione del Sudden Unexpected Postnatal Collapse SUPC A cura del Gruppo di Lavoro SUPC Società Italiana di Neonatologia Sezione Lombardia coordinato da Laura Ilardi
Direttore responsabile Raffaella Agosta Coordinatore editoriale Lucrezia Monterisi Redazione Andrea Biasin, Andrea Di Bello Editore Biomedia s.r.l., Via L. Temolo 4, 20126 Milano Tel. 02/45498282 - Fax 02/45498199 e-mail: editoria@biomedia.net www.biomedia.net Stampa Grafica Briantea, Usmate (MB) Edizione Settembre 2018 Vietata la riproduzione integrale o parziale anche in fotocopie Copyright Biomedia - SIN Fotografie Francesca Giulia Musarò
Raccomandazioni per la prevenzione del Sudden Unexpected Postnatal Collapse SUPC A cura del Gruppo di Lavoro SUPC Società Italiana di Neonatologia Sezione Lombardia coordinato da Laura Ilardi
GRUPPO DI LAVORO GRUPPO DI LAVORO Dott.ssa Laura Ilardi Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, Milano Dott.ssa Irene Picciolli Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - Ospedale Macedonio Melloni, ASST Fatebenefratelli Sacco, Milano Dott.ssa Simona Periniciaro Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi, ASST Fatebenefratelli Sacco, Milano Dott.ssa Concetta Buggè Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - ASST Istituti Ospitalieri, Cremona Dott.ssa Lina Bollani Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - IRCCS Policlinico San Matteo, Pavia Dott.ssa Angela Bossi Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - Verbano, Ospedale Filippo Del Ponte, ASST dei Sette Laghi, Varese Dott. Roberto Bottino Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - Fondazione Poliambulanza, Brescia III Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC Dott.ssa Simonetta Cherubini Pediatria e Neonatologia – Ospedale di Circolo Busto Arsizio Dott. Lorenzo Colombo Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - Dipartimento di Scienze Cliniche e di Comunità, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano Dott.ssa Claudia Pagliotta Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - ASST Lariana-Ospedale Sant’Anna, Como Dott. Emilio Palumbo Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - ASST Valtellina e Alto Lario Dott.ssa Lorella Rossi Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - Ospedale Alessandro Manzoni, Lecco Dott.ssa Virginia Siracusa Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - Ospedali Riuniti, Bergamo Dott. Paolo Tagliabue Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale - Fondazione MBBM- Ospedale San Gerardo, Monza IV Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Indice INDICE Premessa 7 Definizione 9 Epidemiologia 11 Fattori di rischio 13 Obiettivo, ruoli e responsabilità 15 Osservazione del neonato durante il contatto pelle a pelle (Allegato A) 17 Valutazione del neonato nelle prime due ore di vita - Guida alla compilazione Osservazione del neonato durante la degenza: rooming in 19 (Allegato B) Guida alla gestione di un evento SUPC 21 Anamnesi Scheda di raccolta dati anamnestici (Allegato C) - Guida alla compilazione Caso A: sopravvivenza del neonato 22 Raccolta dei campioni biologici (Allegato D) Indicazioni alla dimissione Caso B: exitus, decesso o morte del neonato 25 Raccolta dei campioni biologici (Allegato E) Indicazioni per l’anatomo-patologo Risultati autoptici Note di counselling e comunicazione 28 Bibliografia 31 ALLEGATI Allegato A 36 Allegato B 38 Allegato C 40 Allegato D 46 Allegato E 49 V Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Premessa Premessa La separazione della diade madre-neonato subito dopo la nascita è stata una pratica comune nei paesi industrializzati del XX secolo. Tale pratica diverge dal più primitivo, ma riconosciuto, istinto evolutivo per cui la sopravvivenza neonatale dipende, in tutte le specie animali, dal contatto continuo e prolungato con la madre. Negli ultimi anni i benefici di una precoce interazione madre-neonato, mediante il contatto “pelle a pelle” alla nascita, sono diffusamente riconosciuti. Il cosiddetto skin to skin consiste nel posizionare subito dopo la nascita il neonato nudo, prono, sul seno materno. Durante questo intimo contatto con la madre, il neonato mette in atto una sequenza di comportamenti innati che prevedono il pianto, una breve fase di assopimento, il risveglio, l’apertura degli occhi e diverse fasi di attività caratterizzate dalla ricerca del seno materno, da movimenti delle mani e della bocca, dall’annusare, dal leccare e succhiare il capezzolo materno, fino a una nuova fase di sonno1. Questo periodo “sensitivo” è fondamentale per lo sviluppo di un legame intimo e profondo di attaccamento madre-neonato e facilita la transizione alla vita extrauterina, stabilizzando l’attività cardio-respiratoria del neonato, regolandone la temperatura corporea, favorendo il mantenimento della glicemia nel range di normalità e modulandone lo stato comportamentale e motorio. Inoltre è ampiamente riconosciuto il beneficio di tale pratica nell’avviare un precoce e duraturo allattamento al seno e nel favorire la produzione di latte materno2. Promuovere l’allattamento al seno quale migliore metodo alimentare, grazie alla sua influenza biologica ed emotiva unica sulla salute delle madri e dei bambini, per meglio garantire una crescita sana e un sano sviluppo dei neonati3, è quindi imprescindibile dalla messa in atto della pratica dello skin to skin sin dal momento della nascita. La crescente attitudine sociale a voler ridurre la medicalizzazione e rendere l’esperienza del parto più fisiologica e intima possibile, deve essere assecondata e sostenuta garantendo comunque un elevato standard di sicurezza, mettendo quindi in atto campagne d’informazione riguardo ai possibili rischi del collasso post-natale (SUPC: Sudden Unexpected Postnatal Collapse). Infatti le segnalazioni di casi di collasso post-natale, in sala parto, durante la pratica dello skin to skin, giustificano un certo grado di preoccupazione. Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 7
Definizione Definizione Il termine Sudden Unexpected Postnatal Collapse comprende episodi di Apparent Life-Threatening Event (ALTE), ossia eventi apparentemente rischiosi per la vita (più spesso caratterizzati da apnea, variazione del colorito cutaneo e del tono muscolare) e di Sudden Unexpected Early Neonatal Death (SUEND), che possono avvenire, nel periodo post-natale, sia nel nato a termine che nel nato prossimo al termine near term, considerato sano alla nascita con un buon adattamento post-natale4. Il criterio d’inclusione per l’età gestazionale è molto discusso; per la letteratura tedesca, il neonato deve avere un’età gestazionale maggiore o uguale a 37 settimane; diversamente per le linee guida inglesi è incluso anche il neonato near term con età gestazionale maggiore di 35 settimane. Al fine di considerare un buon adattamento post-natale, gli autori tedeschi definiscono il raggiungimento di un Apgar score a 10 minuti pari o uguale a 8; per le linee guida inglesi lo score di Apgar deve essere normale a 5 minuti di vita ed il neonato deve essere giudicato idoneo per le cure neonatali standard5,6. Gli autori sono concordi sul definire il collasso inaspettato un evento acuto, con compromissione improvvisa cardio-circolatoria e respiratoria, che necessita ventilazione intermittente a pressione positiva in maschera, intubazione o rianimazione cardio-polmonare5,6. Il periodo temporale che intercorre tra la nascita e il verificarsi dell’evento non è però universalmente definito: in particolare, per la letteratura tedesca sono le prime 24 ore di vita e per le linee guida inglesi i primi 7 giorni di vita, seppure molti articoli e case reports descritti nella letteratura scientifica prevedano solo i casi riscontrati nell’immediato periodo post-natale ed in particolare nelle prime 2 ore di vita4-6. Per la stesura di questo documento il Gruppo di Lavoro ha deciso di allinearsi con le linee guida inglesi redatte nel marzo 2011 dalla British Association of Perinatal Medicine e quindi di definire come SUPC ogni caso di neonato a termine o vicino al termine (EG ≥35 settimane) con Apgar normale (≥8) a 5 minuti, già valutato idoneo per le cure neonatali standard, che ha presentato, nella prima settimana di vita, un’improvvisa compromissione cardiocircolatoria e respiratoria che ha richiesto rianimazione con ventilazione a pressione positiva intermittente, con esito in cure intensive neonatali, encefalopatia o morte. L’idoneità dei neonati di età gestazionale compresa tra la 35a e la 37a settimana postconcezionale da sottoporre alla pratica dello skin to skin andrà comunque valutata caso per caso. Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 9
Epidemiologia Epidemiologia Trattandosi di eventi “inattesi”, i casi di neonati con noti fattori di rischio, come ad esempio la prematurità
Epidemiologia nascita a Stoccolma), hanno riportato un’incidenza di SUPC nelle prime 24h di vita di 38 su 100.000 nati vivi, sani, valore dieci volte superiore rispetto a quello riportato dai dati di sorveglianza del Regno Unito e della Germania. In uno studio retrospettivo condotto in Inghilterra, la prevalenza di SUEND non è cambiata negli ultimi 35 anni, dato in contrapposizione a quello riportato nello studio spagnolo di Rodríguez Alarcón et al., nel quale, invece, è segnalato un aumento dei casi di SUPC a partire dal dicembre 2008, quando ha iniziato a diffondersi la pratica dello skin-to-skin12. Studi ancora più recenti riportano stime di incidenza in aumento. Lo studio retrospettivo italiano di Filippi et al. ha osservato un aumento dell’incidenza dei casi di SUPC dopo l’introduzione del trattamento ipotermico in questa categoria di neonati, con un aumento dei casi da 5,3 su 100.000 nati vivi negli anni 2008-2010 a 15,5 su 100.000 nati vivi negli anni 2011-2014. Gli autori commentano che l’aumento di incidenza potrebbe correlare ad una maggior “centralizzazione” dei casi, tuttavia è ragionevole pensare che l’incidenza sia effettivamente maggiore di quanto precedentemente stimato13. Le stesse conclusioni sono state tratte dagli autori australiani Lutz et al. che in uno studio prospettico osservazionale di 3 anni, in due principali stati australiani (New South Wales e Queensland), hanno osservato incidenze di casi di SUPC superiori a quanto precedentemente pubblicato, con un’incidenza nei due stati, rispettivamente, di 10 su 100.000 nati vivi e di 8 su 100.000 nati vivi14. Sulla base dei dati riportati in letteratura, considerando in media un’incidenza di eventi SUPC di 8 casi su 100.000 neonati apparentemente sani e una natalità annuale in Regione Lombardia di circa 81.000 nati (dato ISTAT 2016), nella nostra regione è ragionevole aspettarsi circa 6,4 eventi/anno. Se circa 1/3 degli eventi si verifica nelle prime due ore di vita, è nostro obiettivo attuare le corrette misure di prevenzione in sala parto durante lo skin to skin, coinvolgendo direttamente sia il personale sanitario che i familiari vicini alla puerpera, al fine di garantire un adeguato livello di sorveglianza ed evitare comportamenti a rischio. 12 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Fattori di rischio Fattori di rischio Nel 30-60% dei casi di SUPC, possono essere diagnosticate patologie sottostanti quali infezioni neonatali, difetti del metabolismo, cardiopatie congenite, ipertensione polmonare, sindromi da ipoventilazione congenita, alterazioni del centro del respiro, ipoplasia adrenale congenita5,15. Alcuni studi hanno evidenziato come un danno cerebrale prenatale può essere correlato all’insorgenza di SUPC; in particolare gli autori hanno mostrato la relazione tra presenza di gliosi della sostanza bianca come testimonianza di un danno cerebrale pregresso e l’evento morte inaspettato16. Molti casi però rimangono senza una causa sottostante e i possibili fattori di rischio sono rappresentati da: • Primiparità • Posizioni asfissianti: posizione prona, skin to skin non corretto • Sedazione o stanchezza materna • Parto complicato • Mancanza di familiare presente (madre e bambino lasciati soli) • Distrazione (utilizzo del cellulare o altri dispositivi elettronici da parte della madre o di chi è deputato ad assisterla) • Non adeguata supervisione da parte del personale • Ore notturne (personale ridotto, ridotta luminosità dell’ambiente) Le primipare rappresentano oltre il 65% delle madri di neonati con SUPC7 ed in uno studio caso-controllo tedesco, l’odds ratio associato alla primiparità era 6,2217. La primiparità può essere responsabile dell’inesperienza materna nel riconoscimento dello stato di salute del proprio neonato o nel corretto posizionamento del neonato durante la poppata o durante lo skin to skin; per tale motivo le donne primipare rappresentano una popolazione di madri da supportare e sorvegliare con più attenzione. Chiare evidenze statistiche risalenti ai primi anni novanta hanno correlato la posizione prona con un aumentato rischio di SIDS17-19 e orientato in tal senso le maggiori campagne di prevenzione (Back to Sleep Campaign20). I meccanismi fisiopatologici ipotizzati per spiegare l'aumentato rischio di morte improvvisa, durante la posizione prona, sono molteplici e ancor più accentuati in epoca perinatale. In primo luogo vi è un rischio ostruttivo sulle vie aeree del neonato, per possibile dislocazione posteriore della mandibola per la pressione sul volto in posizione prona, Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 13
Fattori di rischio con conseguente ostruzione faringea e per la possibile ostruzione nasale da distorsione delle cartilagini. L'iperestensione cerebrale talvolta causata dalla posizione prona è stata correlata ad una possibile compromissione del flusso ematico cerebrale21. L'attenzione è stata poi focalizzata sul rischio di rebreathing, cioè di reinspirazione dei gas espirati ricchi di CO222. La posizione prona sembra inoltre provocare un innalzamento della soglia del risveglio, una riduzione dei meccanismi di controllo del sistema autonomico, cardiovascolare e del respiro23, oltre ad essere associata a un rischio maggiore di surriscaldamento e alterata capacità di disperdere calore24. Durante la pratica dello skin to skin oltre ai rischi associati alla posizione prona vi è la possibilità che le prime vie aeree e il naso del neonato vengano ostruiti contro il seno materno o che il neonato venga eccessivamente coperto. Tale posizione del neonato, di per sé potenzialmente a rischio, si verifica inoltre in un contesto, quello del post-partum, durante il quale l’attenzione della madre può essere insufficiente. La fatica del parto, l’analgesia, l’ambiente della sala parto, talvolta freddo o poco luminoso, lo stato emotivo, il digiuno, sono alcuni dei fattori che riducono il livello di vigilanza della madre, la quale non deve essere lasciata sola, ma essere sempre sotto la supervisione di terzi, familiari precedentemente istruiti o personale sanitario. Tra i fattori di distrazione della madre è emerso, negli ultimi anni, l’utilizzo di dispositivi elettronici, in particolare dello smartphone. L’uso del cellulare, in particolare per scrivere messaggi, è ampiamente riconosciuto come fattore di distrazione in grado di provocare un aumento di 23 volte del rischio di commettere un incidente stradale e pertanto, come dedotto da Pejovic e Herlenius, da considerarsi un importante fattore di rischio anche in questo specifico contesto. In particolari situazioni, la madre può trovarsi da sola al momento del parto, in assenza di familiari o conoscenti che possano assisterla. In questi casi risulta ancora più importante la presenza di personale sanitario dedicato, adeguatamente preparato, in grado di sorvegliare e supportare la mamma e il suo neonato. È stato osservato che le madri lasciate sole sono in grado di riconoscere segni di distress del proprio neonato solo in 1/3 dei casi. La percentuale aumenta se sono presenti entrambi i genitori. Sorprendentemente lo stesso personale sanitario è in grado di riconoscere segni di distress del proprio neonato dopo il parto solo nel 12,5% dei casi7. Per quanto detto, è verosimile che la SUPC condivida la triade eziopatogenetica conosciuta per la SIDS: ossia all’origine dell’evento vi sia una predisposizione genetica in combinazione con un trigger esterno che agisce in un periodo di alta vulnerabilità25. 14 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Obiettivo, ruoli e responsabilità Obiettivo Prevenire le situazioni e i comportamenti che espongono il neonato a rischio di SUPC attraverso l’applicazione di procedure standardizzate. A tale scopo, sono fondamentali prima del parto l’informazione ai genitori riguardo la corretta pratica dello skin-to-skin e la sorveglianza della diade puerpera/neonato nelle due ore subito dopo il parto e durante quelle successive di degenza e a domicilio. Ruoli e responsabilità ♦ Gli erogatori di prestazioni sanitarie ambulatoriali del territorio regionale (pubblici, privati accreditati e non accreditati) - devono informare su questo tema, preventivamente, la gestante e chi le starà vicino durante e dopo l’evento nascita. ♦ Centri nascita (direzione sanitaria/primari/coordinatori) - devono rendere disponibili il materiale e la strumentazione necessari al corretto svolgimento dell’attività quali: • materiale informativo • protocollo ad hoc • scheda di valutazione del neonato nelle prime due ore di vita • pulsossimetri (da utilizzare solo in casi selezionati) - devono far sì che il personale coinvolto nella sorveglianza del neonato in sala parto sia opportunamente formato per poter eseguire: • la corretta promozione /sostegno della pratica dello skin-to-skin • la corretta osservazione e registrazione dei parametri indicati sulla scheda di valutazione del neonato • la rianimazione neonatale; il personale afferente alla sala parto deve eseguire il corso di Rianimazione Neonatale con frequenza almeno biennale - devono rendere disponibili procedure collaudate, da attivare in caso di chiamata di emergenza della puerpera o dell’operatore responsabile del monitoraggio del neonato in caso di riscontro di segni clinici patologici o alterazioni dei parametri vitali (se monitoraggio strumentale) con immediata attivazione di ostetrica/neonatologo/pediatra/anestesista (a seconda della procedura vigente nel punto nascita). Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 15
Obiettivo, ruoli e responsabilità ♦ Coordinatrice/coordinatore devono verificare: - che le procedure per la corretta promozione/sostegno della pratica dello skin-to-skin vengano applicate correttamente - che siano rispettati i criteri di sicurezza e idoneità della sala parto per l’attuazione della pratica dello skin to skin relativi a: • condizioni ambientali (contesto intimo, riscaldato, silenzioso, sufficientemente illuminato per l’osservazione del neonato) • formazione del personale • protocolli • sistemi di monitoraggio (pulsossimetri) • schede di valutazione del neonato. ♦ Ostetriche/ostetrici devono verificare: • il corretto posizionamento di madre e neonato • che puerpera e neonato non siano mai lasciati soli • che vicino alla puerpera sia presente l’altro genitore o altro familiare, in quanto la puerpera potrebbe essere troppo stanca o sofferente per prestare adeguata attenzione al proprio neonato, a causa di un travaglio prolungato e/o di parto complicato, l’ostetrica valuta l’opzione di mettere il neonato nel lettino • che sia rispettato il divieto di utilizzo del cellulare o di altro dispositivo elettronico in quanto fonti di distrazione. Per i nati da taglio cesareo: il contatto “pelle a pelle” avverrà appena possibile, in sala parto, se la madre è sveglia e in grado di prestare attenzione al neonato, o successivamente in reparto di degenza. Nota bene: Se esistono più condizioni di rischio, l’opzione più sicura rimane quella di mettere il neonato nel lettino vicino alla mamma, rinviando lo skin-to-skin a quando le condizioni lo consentiranno. 16 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Osservazione del neonato durante il contatto pelle a pelle (Allegato A) Osservazione del neonato durante il contatto pelle a pelle (Allegato A) Valutazione del neonato nelle prime due ore di vita Guida alla compilazione La valutazione del neonato da parte del personale della sala parto (ostetriche/ostetrici, infermieri/e, pediatra o neonatologo) deve avvenire in maniera sistematica e puntuale, ma allo stesso tempo non invadente. Tempo di osservazione: 15’-30’-45’-60’-75’-90’-105’-120’ (minuti di vita) Posizione: deve essere prona, con la testa girata verso il viso della mamma in modo che bocca e naso siano visibili e non ostruiti dal seno materno o dall’eventuale presenza di secrezioni. Colorito cutaneo: • nella norma - cute e mucose rosee/eritrosiche - possibile acrocianosi (colorito bluastro alle mani e ai piedi) - possibile pseudocianosi (ecchimosi traumatica del volto) • patologico - colorito pallido - colorito bluastro della cute, delle labbra, della lingua (cianosi centrale) - colorito grigiastro (cianosi+pallore: neonato con shock) Funzione respiratoria: 30-60 atti/minuto Escludere: • FR 60/min • Apnea • Dispnea (alitamento delle pinne nasali e/o gemito espiratorio e/o rientramenti toracici) Frequenza cardiaca: >100 battiti/min nel neonato «sveglio» Tono: arti in flessione Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 17
Osservazione del neonato durante il contatto pelle a pelle (Allegato A) Reattività: risposta agli stimoli ambientali (luce, tatto, rumore) Temperatura ascellare (T°C): 36,5°C - 37,5°C a 60 min e 120 min Pulsossimetria (se indicata): SpO2 >92% Il rilevamento dei suddetti parametri deve essere puntualmente registrato sulla scheda di valutazione opportunamente redatta da ogni centro nascita, secondo le indicazioni di questo documento (vedi Allegato A). I parametri di valutazione dello stato di benessere del neonato devono essere rilevati indicativamente dai 15’ di vita, con frequenza di 15’ per le prime due ore. La sorveglianza va rafforzata nelle madri primipare. Il ricorso al monitoraggio pulsossimetrico (saturazione arteriosa dell’emoglobina e frequenza cardiaca) non è consigliato di routine in condizioni fisiologiche, ma potrà essere preso in considerazione come ausilio al personale di sala parto, in casi selezionati: - Assenza di familiare - Genitore o familiare a supporto valutato non preparato o ritenuto non affidabile (barriera linguistica o altro) - Aumento eccessivo del carico di lavoro - Personale ridotto 18 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Osservazione del neonato durante la degenza: rooming-in (Allegato B) Osservazione del neonato durante la degenza: rooming-in (Allegato B) Se la segnalazione di casi di Sudden Unexpected Postnatal Collapse (SUPC) avviene in 1 caso su 3 nelle prime due ore di vita, i restanti casi si verificano nelle ore e nei giorni successivi, quando il neonato può essere in rooming-in con la madre o entrambi i genitori4. Con il termine rooming-in si definisce la pratica di tenere il neonato nella stessa stanza con la madre o entrambi i genitori, durante il periodo di ospedalizzazione dopo il parto. In passato la routine era quella di dividere mamma e neonato per tenere quest’ultimo accudito e sorvegliato dalle puericultrici al “nido”. Oggi il rooming-in viene sostenuto nella maggior parte degli Ospedali per i noti benefici sull’allattamento al seno e per il sostegno e l’implementazione del processo di bonding genitori-neonato26. Per tale motivo deve essere sostenuta e diffusa la pratica del rooming- in e applicata in modo consapevole e sicuro. La madre o entrambi i neo-genitori, devono essere correttamente informati su come proseguire la pratica dello skin to skin se già eseguita in sala parto o come attuarla ex novo, qualora non fosse stato possibile eseguirla in precedenza (taglio cesareo con profonda sedazione o in anestesia generale o presenza di altre condizioni di rischio che lo hanno sconsigliato). I genitori devono essere informati su come garantire la sicurezza per il neonato, in particolare devono essere istruiti su come evitare le posizioni “potenzialmente asfissianti” e deve essere sconsigliata la posizione prona nel lettino; deve essere illustrato come mantenere sempre visibili e libere le prime vie aeree del neonato nelle posizioni di accudimento e/o allattamento e nelle fasi del sonno. Lo staff sanitario deve garantire una corretta e regolare osservazione del neonato e della famiglia durante il rooming-in; devono essere identificati uno o più operatori sanitari esperti (infermiera professionale, ostetrica e/o puericultrice) per garantire un monitoraggio della diade madre-neonato volto a identificare lo stato di benessere del neonato e a correggere la pratica di comportamenti a rischio. Il monitoraggio clinico deve prevedere la compilazione di una scheda, nella quale siano riportati i seguenti segni clinici: valutazione della suzione al seno, colorito cutaneo, presenza o assenza di segni di stress respiratorio e il tono del neonato. Le indicazioni dell’Association of Women’s Health, Obstetric and Neonatal Nurses, approvate dall’American Academy of Pediatrics Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 19
Osservazione del neonato durante la degenza: rooming-in (Allegato B) raccomandano di non affidare più di 3 diadi madre-neonato ad un operatore sanitario, in modo da permettere un adeguato monitoraggio, una rapida risposta a chiamate di emergenza e per avere a disposizione il tempo sufficiente per una completa informazione dei genitori. Suggeriscono inoltre di incrementare la frequenza di osservazione della diade madre-neonato nelle ore più a rischio, ogni 30 minuti la notte e nelle prime ore del mattino nelle situazioni ad alto rischio27. Tuttavia, dal momento che tali indicazioni sono poco conciliabili con l’organizzazione e le disponibilità di personale delle nostre realtà ospedaliere, suggeriamo di effettuare almeno 2 controlli tra la 3a e la 12a ora di vita, periodo che coincide con la fase di maggior stanchezza genitoriale ed almeno 1 controllo per turno (circa ogni 6 ore) per il periodo di degenza fino alla dimissione. La valutazione dell’allattamento al seno può essere eseguita con una scheda dedicata, secondo l’organizzazione del lavoro e del personale del singolo reparto. Suggeriamo altresì di proseguire con il monitoraggio giornaliero della temperatura corporea fino alla dimissione. In accordo con le raccomandazioni condivise dalla letteratura internazionale, bisogna sconsigliare il bed-sharing, dissuadendo i genitori dal praticarlo28,29. L’utilizzo delle side-car bassinet, ovvero delle culle che si agganciano al letto, rappresenta una valida alternativa al bed-sharing; è una soluzione efficace e sicura (riduzione del rischio di caduta accidentale da letto, riduzione del rischio di soffocamento) per garantire la vicinanza e il contatto tra mamma e neonato, al fine di promuovere l’allattamento al seno27. Qualora i genitori decidessero di praticare il bed-sharing devono essere informati che è generalmente controindicato, in particolare in caso di obesità materna, sedazione, stanchezza, genitori fumatori o ex-fumatori28. In conclusione, riteniamo che il rooming-in sia da consigliare e sostenere per i noti benefici per madre e neonato, strutturando un monitoraggio attento ed amorevole fino alla dimissione. 20 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Guida alla gestione di un evento SUPC Guida alla gestione di un evento SUPC Il collasso post-natale è imprevedibile e può rapidamente evolvere verso esito infausto; per tale motivo è utile disporre di una procedura rapidamente consultabile che guidi la gestione e l’iter diagnostico in caso di sopravvivenza del neonato (Caso A) e in caso di exitus (Caso B). Anamnesi Scheda di raccolta dati anamnestici (Allegato C) Guida alla compilazione In primo luogo è consigliabile focalizzarsi su: • Ricostruzione dell’evento (ottenere informazioni da tutti i presenti e ricostruire l’evento compilando il punto 6 dell’Allegato C) È consigliabile che la storia dell’evento sia raccolta dai testimoni non appena possibile, a ridosso dell’evento, per evitare che vi sia alterazione del ricordo e che la memoria dei singoli non venga contaminata. Si consiglia di intervistare separatamente i genitori, eventuali parenti presenti all’evento ed il personale sanitario coinvolto. • Definizione di un arco temporale all’interno del quale collocare l’evento. • Diario delle manovre rianimatorie Es: non prima delle ore 9, non dopo le ore 9:10 L’anamnesi completa potrà essere raccolta successivamente definendo i dettagli come richiesto dal punto 1 al punto 5 dell’Allegato C: • Anamnesi familiare (materna, paterna e familiare fino a tre generazioni) • Anamnesi gravidica • Anamnesi del travaglio e del parto - revisione dei dati congiunta: ginecologo, ostetrico, neonatologo • Anamnesi del neonato sino al momento dell’evento (adattamento alla vita extrauterina, alimentazione, ittero neonatale ecc.) Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 21
Caso A: sopravvivenza del neonato Caso A: sopravvivenza del neonato ♦ Eseguire le manovre di rianimazione (AAP-AHA-Neonatal Resuscitation program-NRP 2015), stabilizzare il neonato e attivare il trasferimento in Terapia Intensiva Neonatale. ♦ Considerare il trattamento con ipotermia terapeutica entro le sei ore dall'evento SUPC30,31. ♦ Contattare il laboratorio e concordare la modalità del prelievo dei campioni (provette corrette, giusto quantitativo del materiale biologico, sede del prelievo) in modo che questo avvenga nel modo ottimale e più rapido possibile. Il medico responsabile può decidere a quali esami non sottoporre il paziente dopo la valutazione clinica e anamnestica o rimandare parte degli esami che potranno essere eseguiti successivamente nella TIN di destinazione. Raccolta dei campioni biologici (Allegato D) 1. Madre: • Se ancora disponibili, raccogliere campioni di placenta e cordone sia a fresco che fissati (microbiologia ed anatomia patologica) • eseguire - tampone vaginale - test di Kleihauer - indici di flogosi - esami virologici 2. Neonato: degli esami che seguono, effettuare solo quelli ritenuti necessari per l’inquadramento eziopatologico dell’evento. In particolare escludere: • Sepsi neonatale: - SANGUE: emocromo con formula leucocitaria, emogasanalisi, indici di flogosi (PCR, PCT), funzionalità epatica e renale, glicemia, elettroliti sierici, emocoltura, sierologia TORCH (se sospetto clinico o se sierologia materna indicativa di infezione gravidica), PCR per virus (Herpesvirus, Parvovirus, Citomegalovirus (CMV), Enterovirus, Coxsackie). - LIQUOR: esame chimico-fisico, protidorrachia, glicorrachia, esame citometrico (conta delle cellule totali e differenziazione del tipo di 22 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Caso A: sopravvivenza del neonato cellule presenti), colorazione di Gram e coltura, PCR per virus. - URINE: esame chimico-fisico, urinocoltura, ricerca CMV. - ALTRI CAMPIONI BIOLOGICI: tamponi colturali di superficie, broncoaspirato (se neonato intubato), coprocoltura. • Patologia endocrino-metabolica: - SANGUE: glicemia, CPK, elettroliti sierici, calcio, magnesio, ammonio, acido lattico, cartoncino per SNE (Screening Neonatale Esteso)*, β- idrossibutirrato*, FFA (Free Fatty Acid)*, aminoacidi plasmatici*, acilcarnitine*, VLCFA (Very Long Chain Fatty Acid)**. Se possibile conservare 1 cartoncino DBS (Dried Blood Spot) extra e un campione di sangue in EDTA per eventuale analisi molecolare nei neonati ad alto sospetto clinico di malattia metabolica. - LIQUOR: esame chimico-fisico, protidorrachia, glicorrachia, acido lattico**, aminoacidi liquorali (incluso glicine)*. Se prelievo agevole, congelare un campione per eventuali indagini successive. - URINE: chimico-fisico (ricerca corpi chetonici), acidi organici*, acido orotico*, aminoacidi urinari (incluso glicina)*, sulfocisteina urinaria*. - BIOPSIA CUTANEA: coltura e conservazione dei fibroblasti nel sospetto di malattia mitocondriale, mucopolisaccaridosi e altre malattie da accumulo. La sede preferenziale per l’esecuzione della biopsia cutanea è la faccia mediale del quadricipite (coscia) o del tricipite (braccio). Il campione bioptico, raccolto sterilmente, deve avere uno spessore 3x2 mm. Si consiglia la conservazione in liquido di coltura o in una garza imbevuta di soluzione salina e l’invio rapido al laboratorio di citogenetica. * esame eseguibile presso il Laboratorio di Screening Neonatale e Malattie Metaboliche, ASST Fatebenefratelli Sacco, Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi - Milano ** esame eseguibile presso Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta - Milano • Cardiopatia congenita o anomalie della conduzione cardiaca: ECG (da eseguire al momento dell’evento e da ripetere secondo indicazione cardiologica e al mese di vita), Rx torace, ecocardiocolordoppler. • Sindrome di astinenza neonatale/abuso materno di sostanze: esame tossicologico delle urine. Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 23
Caso A: sopravvivenza del neonato • Patologia neurologica (convulsioni, stroke, trombosi, disordini neuromuscolari): ecografia transfontanellare appena possibile dopo l’evento ed in 3a/4a giornata dall'evento, EEG e/o aEEG appena possibile, risonanza magnetica dell’encefalo dopo 3-4 settimane dal termine del trattamento ipotermico, oftalmoscopia/retcam. Nel sospetto di malattia neuromuscolare eseguire la biopsia muscolare. Il campione prelevato deve essere avvolto in alluminio, congelato e conservato a –70°, oppure inviato subito al centro di riferimento, previ accordi telefonici per la modalità di trasporto del campione. • Note dismorfiche, anomalie genetiche e malformazioni associate: È consigliabile una consulenza con lo specialista genetista supportata da documentazione fotografica del paziente (previa acquisizione del consenso informato da parte di entrambi i genitori) con cui condividere l’iter diagnostico da seguire: - Cariotipo, CGH array, conservare degli spot di sangue su carta bibula (es. un cartoncino DBS), ecografia transfontanellare, ECG, ecocardiocolordoppler, ecografia addominale e renale, Rx scheletro, RMN encefalo, biopsia cutanea per coltura e conservazione dei fibroblasti (per la modalità di raccolta del campione vedi sopra). - Nel caso in cui vi sia il sospetto di una sindrome da ipoventilazione centrale inviare 2,5 ml sangue in EDTA (temperatura ambiente) per la ricerca del gene PHOX2B* (implicato nella sindrome di Ondine). - Nei neonati maschi con encefalopatia, apnea ed insufficienza respiratoria effettuare ricerca delle mutazioni e delle varianti del gene MECP2 (implicato in forme di severa encefalopatia neonatale). - Nei casi di sospetto elettrocardiografico/familiarità per canalopatie e sindrome del QT lungo effettuare le indagini genetiche relative (gene SCN5, KCNQ1, KCNH2, KCNE1, KCNE2 ecc.). * esame eseguibile presso il Laboratorio di Genetica Molecolare - S.C. di Genetica Molecolare e Citogenetica - IRCCS Istituto G. Gaslini - Ospedale Pediatrico Indicazioni alla dimissione: • Programmare un follow-up neurologico. • Valutare la necessità di monitoraggio con pulsossimetro o cardiopneumomonitor a domicilio se l’iter diagnostico ha identificato una causa che espone il neonato a recidiva. 24 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Caso B: exitus del neonato Caso B: exitus del neonato ♦ Nel caso in cui le condizioni del neonato siano gravissime e non responsive alle manovre rianimatorie, alcuni prelievi dovranno essere effettuati al più presto possibile, anche durante le manovre rianimatorie, al fine di prevenire la degradazione del campione biologico. ♦ Una volta terminate le manovre di rianimazione e dichiarato l'exitus, si deve procedere all'accertamento di morte clinica tramite ECG (20 minuti in continuo); questo periodo deve essere utilizzato per il colloquio con i genitori e deve prevedere l’informativa sulle indagini diagnostiche che saranno eseguite per l’accertamento delle cause del decesso, inclusa l’autopsia. ♦ Il neonato deceduto deve essere condotto in un'area riservata e tranquilla all'interno del reparto, idonea al raccoglimento dei genitori e dei familiari. Raccolta dei campioni biologici (Allegato E) 1. Per i prelievi di sangue è possibile ravvisare lo stato di necessità: • Glicemia, elettroliti sierici, calcio, magnesio, ammonio, acido lattico, cartoncino per SNE. Se possibile conservare 1 cartoncino DBS extra e un campione di sangue in EDTA per eventuale analisi molecolare nei neonati ad alto sospetto clinico di malattia metabolica*. * esame eseguibile presso il Laboratorio di Screening Neonatale e Malattie Metaboliche, ASST Fatebenefratelli Sacco, Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi • Emocoltura, PCR per virus, tamponi colturali di superficie • Sangue per indagini genetiche; conservare più cartoncini di carta bibula 2. Per le difficoltà tecniche, al momento non si raccomandano il prelievo di liquor e urine nel neonato deceduto. Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 25
Caso B: exitus del neonato 3. Per gli esami invasivi (prelievi bioptici) è necessaria l’autorizzazione di entrambi i genitori con consenso informato (nel caso non fosse possibile, utilizzare una dichiarazione di assunzione di responsabilità firmata dal genitore presente). 4. Autopsia: l’autopsia andrebbe effettuata entro 48 ore. È necessario che l’autopsia venga effettuata da uno specialista con esperienza sui neonati. Fornire all’anatomopatologo tutti i dati anamnestici raccolti. È raccomandato che il cervello venga esaminato da un esperto in neurologia pediatrica. Indicazioni per l’anatomopatologo: • Misure antropometriche: (se non rilevate precedentemente) peso, lunghezza, circonferenza cranica, circonferenza addominale, crown rump length (lunghezza vertice-sacro), crown heel length (lunghezza vertice-tallone, a gambe distese). • Fotografie: corpo intero supino e prono, volto, profilo, note dismorfiche e malformative, dettaglio facies, dettaglio di mani e piedi. • Rx scheletro. • Valutare la possibilità di effettuare una risonanza magnetica total body post mortem. • Biopsia cutanea: per coltura e conservazione dei fibroblasti. La sede preferenziale per l’esecuzione della biopsia cutanea è la faccia mediale del quadricipite (coscia) o del tricipite (braccio). Il campione bioptico, raccolto sterilmente, deve avere uno spessore 3x2 mm. Si consiglia la conservazione in liquido di coltura o in una garza imbevuta di soluzione salina e l’invio rapido al laboratorio di citogenetica. • Biopsia muscolare: per microscopia elettronica, ricerche istologiche e enzimatiche. Il campione prelevato deve essere avvolto in alluminio, congelato e conservato a –70°, oppure inviato subito al centro di riferimento, previ accordi telefonici per la modalità di trasporto del campione. Nota bene: si raccomanda, durante la gestione, di garantire l’integrità della salma sia durante l’atto autoptico che successivamente, con adeguata e corretta ricostruzione. 26 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Caso B: exitus del neonato Risultati autoptici I risultati preliminari dovrebbero essere disponibili in tempi brevi, i dati definitivi dovrebbero essere consegnati entro 90 giorni. Al termine delle indagini è necessario che tutte le figure professionali implicate nel caso si incontrino, per condividere le informazioni e definire una causa di morte “possibile” o fattori clinici, genetici, sociali che possano aver contribuito al decesso. Un pediatra/neonatologo esperto dovrebbe incontrare i genitori e spiegare loro il risultato degli esami effettuati. La causa di morte dovrebbe essere classificata secondo i correnti DRG: • Se è stata definita una causa di morte verrà inserita sul Certificato di morte • Nei casi “in accertamento” verrà utilizzata tale dicitura (DRG 385) • Se la causa di morte non è stata identificata verrà definita Sudden Unexpected Neonatal Death. Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 27
Note di counselling e comunicazione Note di counselling e comunicazione La comunicazione di una diagnosi infausta o di un evento avverso in epoca perinatale è un compito estremamente difficile per ogni professionista sanitario. Comunicare la cattiva notizia è un evento traumatico per tutti, anche per l’operatore che ha il compito di informare i genitori: molti studi qualitativi riportano che il momento della diagnosi rappresenta il drammatico spartiacque tra la vita “precedente” e l’inizio della vita “dopo” il lutto; per i genitori è un momento indimenticabile e il modo in cui l’operatore e lo staff comunicano la cattiva notizia può fare la differenza. Un evento SUPC rappresenta un evento traumatico per eccellenza: i genitori si sentono impotenti ed atterriti e sono in balia di molte emozioni contrastanti, sono spaventati per ciò che è accaduto, possono sentirsi in colpa per non aver riconosciuto i segnali di allarme, soprattutto se il collasso è avvenuto durante il contatto pelle a pelle o durante l’allattamento al seno. Alcuni genitori possono faticare a realizzare pienamente l’accaduto e a comprenderlo, anche dopo ripetute comunicazioni, perché emotivamente insostenibile. Il supporto psicologico per i genitori ed un counselling adeguato per lo staff sono importanti e andrebbero attivati contestualmente alla comunicazione della cattiva notizia. Quando si comunica la cattiva notizia gli aspetti specifici della comunicazione, cioè le parole, i gesti ed i silenzi hanno la massima importanza: le parole, i gesti e l’ascolto hanno il triplice compito di informare, comunicare e offrire sostegno, potendo assumere un ruolo “terapeutico”. Una buona comunicazione può infatti contribuire a promuovere le risorse interne dei genitori, la libera espressione delle loro emozioni e favorire la collaborazione tra equipe curante e coppia genitoriale. Una buona comunicazione si basa sull’ascolto partecipe e sulla capacità di prestare attenzione sia a se stessi (come mi sento, cosa penso e provo in questo momento difficile) sia al genitore (cosa imparo dalla sua reazione, quali sono i suoi bisogni, quali le sue risorse). I genitori hanno bisogno di ricevere una comunicazione chiara, esaustiva, paziente ed empatica; a causa dello stato di shock post- traumatico infatti alcuni genitori potrebbero necessitare di sentirsi ripetere più volte le informazioni che vogliamo comunicare, e potrebbero voler fare più volte le stesse domande. La coppia dovrebbe essere informata che la SUPC è un evento raro, ma 28 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Note di counselling e comunicazione ha differenti possibili eziologie e necessita di un percorso clinico, a volte lungo, con approfonditi esami diagnostici. Bisogna spiegare ai genitori che l’iter del loro bambino sarà fatto non in maniera indiscriminata, ma tenendo conto dell’anamnesi, della storia clinica, dell’obiettività clinica ed informarli che, anche se non verrà trovata nell’immediato una causa, tutto il materiale verrà conservato per possibili diagnosi future e per scopi di ricerca. I genitori potrebbero non recepire al momento le informazioni essenziali poiché sottoposti ad un evento stressante; potrebbero essere necessari più incontri nei quali puntualizzare informazioni già fornite, documentando in cartella clinica i colloqui eseguiti e il contenuto degli stessi. Bisogna sempre garantire la privacy accogliendo i familiari in un ambiente confortevole, specie in caso di peggioramento clinico o di decesso del neonato, senza lasciare i genitori a se stessi per troppo tempo. È necessario parlare con i genitori in modo chiaro ma empatico riguardo alla prognosi, coinvolgendoli nelle scelte cliniche al di fuori dell’emergenza. Bisogna favorire il contatto tra madre e neonato e supportare l’allattamento al seno dopo la ripresa clinica. È necessario ottenere i consensi informati in maniera chiara ed esaustiva specie in caso di trasferimento presso un altro centro. Quanto detto sull’importanza di una comunicazione chiara, rispettosa ed empatica durante l’emergenza, assume un rilievo ancora maggiore quando il bambino muore. Se è vero che non esistono parole o gesti che possono da soli “curare” il lutto nei primi momenti, è altresì vero che, dopo la morte del neonato, l’inizio di una buona elaborazione inizia proprio al momento della comunicazione del decesso, in base a come la stessa comunicazione è avvenuta e a quanto i genitori si siano sentiti compresi, accolti e accompagnati dal personale sanitario. La comunicazione e l’assistenza alla coppia dovrebbero essere dirette, semplici e partecipi, rispettando le emozioni e i tempi dei genitori che non si devono sentire abbandonati e soli in questi momenti così drammatici. L’equipe curante può farsi promotrice della resilienza familiare e favorire l’inizio dell’elaborazione dell’esperienza traumatica attraverso alcuni comportamenti universalmente riconosciuti dalle linee guida internazionali: - ascoltare ed intercettare i bisogni dei genitori, siano essi pratici, burocratici o emotivi; - saper fornire informazioni omogenee, realistiche e appropriate sulle cause della SUPC e sugli esiti; Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 29
Note di counselling e comunicazione - offrire incontri di follow up; - offrire materiale informativo sulla SUPC e sul lutto in caso di morte del bambino; - spiegare in modo semplice le procedure previste dai protocolli ospedalieri e discutere con la coppia le opzioni possibili; - ascoltare i timori dei genitori e offrire loro tempo per pensare in modo che si possano sentire parte del progetto terapeutico aumentando la fiducia verso gli operatori; - disporre di una rete tra azienda ospedaliera e territorio in grado di prendere in carico la famiglia in caso di necessità di un supporto psicologico. Infine, è molto utile per i genitori sentire la vicinanza del personale curante in questi delicati momenti anche attraverso alcune semplici frasi come “mi dispiace”, “tutto questo è molto difficile e doloroso”, “cosa posso fare per te/voi in questo momento?”. La vicinanza emotiva del personale curante è un’importante fattore di sostegno e contenimento dei genitori e può promuovere la loro resilienza, anche nel caso che il bambino muoia. 30 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Bibliografia Bibliografia 1. Widstrom AM, Lilja G, Aaltomaa-Michalias P, Dahllof A, Lintula M, Nissen E. Newborn behaviour to locate the breast when skin-to-skin: a possible method for enabling early self-regulation. Acta Paediatrica 2011;100:79-85. 2. Moore ER, Anderson GC, Bergman N, Dowswell T. Early skin- to-skin contact for mothers and their healthy newborn infants. Cochrane Database Syst Rev 2012;5:CD003519. 3. Dichiarazione congiunta OMS/UNICEF. L’allattamento al seno: protezione, incoraggiamento e sostegno. L’importanza del ruolo dei servizi per la maternità. OMS, Ginevra, 1989. 4. Herlenius E, Kuhn P. Sudden unexpected postnatal collapse of newborn infants: a review of cases, definition, risks, and preventive measures. Transl Stroke Res 2013;4:236-47. 5. Guidelines for the investigation of newborn infants who suffer a sudden and unexpected postnatal collapse in the first week of life: recommendations from a Professional Group on Sudden Unexpected Postnatal Collapse. London; 2011. 6. Poets A, Steinfeldt R, Poets CF. Sudden deaths and severe apparent life-threatening events in term infants within 24 h of birth. Pediatrics 2011;127:e869-73. 7. Becher JC, Bhushan SS, Lyon AJ. Unexpected collapse in apparently healthy newborns — a prospective national study of a missing cohort of neonatal deaths and near-death events. Arch Dis Child Fetal Neonatal Ed 2012;97:F30-4. 8. Andres V, Garcia P, Rimet Y, Nicaise C, Simeoni U. Apparent life-threatening events in presumably healthy newborns during early skin-to-skin contact. Pediatrics 2011;127:e1073-6. 9. Polberger S, Svenningsen NW. Early neonatal sudden infant death and near death of fullterm infants in maternity wards. Acta Paediatr Scand 1985;74:861-6. 10. Grylack LJ, Williams AD. Apparent life-threatening events in presumed healthy neonates during the first three days of life. Pediatrics 1996;97:349-51. 11. Peters C, Becher JC, Lyon AJ, Midgley PC. Who is blaming the baby? Arch Dis Child Fetal Neonatal Ed 2009;94:F377-8. 12. Rodríguez-Alarcón J, Melchor JC, Fernández-Llebrez L, Uría C. Episodios aparentemente letales en las primeras dos horas de vida durante el contacto piel con piel. Incidencia y factores de riesgo. Prog Obstet Ginecol 2011;54:55. 13. Filippi L, Laudani E, Tubili F, Calvani M, Bartolini I, Donzelli G. Incidence of sudden unexpected postnatal collapse in the therapeutic hypothermia era. Am J Perinatol 2017;34(13):1362-7. 14. Lutz TL, Elliott E, Jeffery H. Sudden unexplained early neonatal death or collapse: a national surveillance study. Pediatr Res 2016;80(4):49. 15. Weber MA, Ashworth MT, Risdon RA, Brooke I, Malone M, Sebire NJ. Sudden unexpected neonatal death in the first week of life: autopsy findings from a specialist centre. J Matern Fetal Neonatal Med 2009;22:398-404. 16. Chiu M, Elder D, Zuccollo J. Gliosis in neonatal SUDI cases. Acta Paediatrica 2011;101:30-3. Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 31
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Ringraziamenti RINGRAZIAMENTI Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 33
Ringraziamenti Ringraziamenti Ringraziamo gli esperti che hanno collaborato alla stesura del presente documento, in particolare: - il dott. Carlo Corbetta (Direttore S.C. Screening Neonatale e Malattie Metaboliche, Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi Milano) per la sua competenza e supporto nell’orientamento delle indagini metaboliche da eseguire; - la dott.ssa Maria Serena Cuttin (S.C. Anatomia Patologica, ASST Vimercate) per aver dato il suo contributo nell’ambito dell’inquadramento anatomopatologico e medico-legale. Ringraziamo il Presidente Paolo Tagliabue e tutto il Direttivo della SIN- Sezione Lombardia per avere dimostrato sensibilità nei riguardi dell’argomento e per l’impegno intrapreso nella promozione della cultura della prevenzione. Un ringraziamento particolare al Presidente Mauro Stronati e a tutto il Direttivo della Società Italiana di Neonatologia per l'interesse con il quale hanno accolto e supportato questa iniziativa, rendendone possibile la divulgazione a tutti i neonatologi. Un grazie alla dott.ssa Claudia Ravaldi e alla dott.ssa Micaela Darsena dell’Ass. CiaoLapo Onlus per il loro prezioso contributo alla redazione delle Note di counselling e comunicazione. 34 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Allegati ALLEGATI Gli Allegati sono scaricabili in formato originale nella sezione Servizi/Manuali, al seguente link: https://www.neonatologia.it/go/manuali/100030/manuali Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 35
Allegato A fronte 36 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
Allegato A retro Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC 37
Allegato B Rooming-in fronte 38 Raccomandazioni per la prevenzione del SUPC
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