SSERVATORI - GUERRA AL COVID: VERSO IL VACCINO! N 181 - ANNO 2020 - Ordine Medici Latina
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181 OSSERVATORIO SSERVATORI Anno 2020 Direttore Responsabile C.V. Massimiliano SIRAGUSA Sommario Staff Redazione La Bussola Dott. (PhD) Francesco ZAMPIERI 1° Lgt. Walter TUCCI 5 La finestra dei lettori 2° Capo Sc. Qs. Mauro COSTANTINI Riccardo GRAZIOSETTO Dott.ssa Patrizia RIGO Sig. Marco BUCELLA 9 Conferenze del Corso Normale di Stato Sig.ra Giovanna VIAN Maggiore Patrizia RIGO 11 L'impatto dell'evoluzione del comparto spaziale nel settore economico, politico e sicurezza nazionale. Pasquale SPERANDEO 22 Il Trilemma di Rodrik e il processo di inte- Centro Studi Militari Marittimi Castello, 2409 - 30122 Venezia grazione europeo Tel. 0412441730 (Mil. 7040730) Antonio TESSAROTTO maristudi.cs@marina.difesa.it 30 Le ambizioni geostrategiche della Turchia tra revanscismo ottomano e costrizioni atlantiche. Simone BACCARI 40 La Leadership emotiva nella gestione del Supplemento del Bollettino d’Informazione A.A. 2020-21 cambiamento Registrazione al Tribunale Civile di Venezia nr. 1353 La riproduzione, anche solo parziale, degli scritti e delle Aldo SIMONE illustrazioni è subordinata all’autorizzazione della Redazione 49 Il binocolo del ricercatore Francesco ZAMPIERI 51 L'oblò del Comandante Bitta Paolo GIANNETTI PUBBLICAZIONE NON IN COMMERCIO 2
OSSERVATORIO LA BUSSOLA In qualità di neo-Direttore del Centro Studi mi calo con piacere, con una certa emozione ed aiutato dalla mia collaboratrice Patrizia RIGO, nei panni dell’editorialista di questa rivista, che affonda le sue radici nella tradizione dell’Istituto di Guerra Marittima. Siamo giunti al termine di un 2020 difficile, un anno caratterizzato dalla “Guerra al COVID”: le prime tre parole che abbiamo voluto evidenziare in copertina; ma è anche un anno che si chiude con una speranza, una luce in fondo al tunnel: “verso il vaccino!”. Un vaccino anelato in tutti i Continenti che, proprio grazie alla globalizzazione della comunità scientifica, è stato sviluppato parallelamente in più parti del mondo, con una rapidità inimmaginabile fino a pochi anni fa. Un vaccino che per arrivare al traguardo, ha unito ma ha anche diviso illustri virologi ed epidemiologi, in questo quadrimestre di finalizzazione, sviluppo e test delle prime industrie farmaceutiche. Tante fake news sono state smontate dall’Istituto Superiore di Sanità, altri dubbi rimangono e non abbiamo le competenze per ergerci a giudici; lasciamo volentieri spazio, nella parte iniziale di questa rivista, a chi ne sa più di noi e a chi è stato “sul campo”: la D.ssa Patrizia RIGO offre una sintesi della conferenza tenuta dal Prof. Andrea CRISANTI ai frequentatori dell’84°Corso Normale, nel mese di ottobre, e il C.C. (SAN) Riccardo GRAZIOSETTO ci dona una testimonianza della sua prolungata esperienza a supporto del sistema sanitario nazionale. Segue la consueta selezione delle tesi proposte dai frequentatori del Corso Normale di Stato Maggiore/ Master in Studi Strategici e Sicurezza Internazionale. C’è una novità: abbiamo voluto dare spazio anche a due tesi prodotte da colleghi che frequentarono il Corso anni addietro e, sostenendo un nuovo esame regolamentato dall’Università Ca’ Foscari, hanno visto riconosciuti gli Studi Pregressi e hanno conseguito il Master. Il C.V. (AN) Pasquale SPERANDEO ci aggiorna sullo sviluppo delle capacità di operare nello spazio, descrivendo l’impatto dell’evoluzione del comparto spaziale nel settore economico, politico e della sicurezza nazionale. L’esplorazione di carattere scientifico-tecnologico porta risultati di assoluto rilievo per i servizi e i prodotti legati alle telecomunicazioni, alla navigazione e all’osservazione della terra; i programmi e gli investimenti di notevole portata, coinvolgono sia Organismi internazionali che Stati, sia società pubbliche che private. Nello specifico, le telecomunicazioni attraverso i satelliti artificiali hanno ampliato non solo gli orizzonti delle applicazioni militari ed istituzionali, ma anche di quelle commerciali. La Space Economy (SE), forte della ricerca, sviluppo e realizzazione di infrastrutture spaziali “abilitanti” (upstream) porta alla generazione di omonimi servizi (downstream) e diventa una delle più promettenti aperture di sviluppo dell’economia mondiale per i prossimi decenni. Lo spazio costituisce l’elemento portante non solo per la sola sicurezza nazionale, ma anche per quella dell’Europa e della NATO, per il contrasto a minacce di tipo asimmetrico e per i conflitti indiretti di natura socio- economica. L’Italia che da anni ha sviluppato solide capacità spaziali, continua a partecipare a programmi multinazionali, mantenendo un know-how fondamentale per l’industria nazionale. Lo Stato Maggiore della Difesa (SMD) ha provveduto ad una riorganizzazione degli uffici dedicati al settore spaziale e la Marina Militare, nel 2020, si è dotata di un Ufficio “Spazio ed Innovazione Tecnologica”, atto a valorizzare le diverse expertise di settore presenti in vari Enti della Forza Armata. Il T.V. Antonio TESSAROTTO illustra il c.d. Trilemma di RODRIK analizzando il difficile processo di integrazione dell’Europa, che a tutt’oggi non riesce ad esprimere un modello di governance globale. Originatasi come una piccola unione di cessione di sovranità su materie specifiche, l’Unione ha continuato a trasformarsi attraverso un processo integrativo basato principalmente sull’economia. Il trilemma di Dani RODRIK, famoso economista turco, dimostra che l’economia mondiale dipende da tre fattori: la globalizzazione, la sovranità nazionale e la democrazia, ma che in un determinato periodo ne possano coesistere solo due contemporaneamente. Secondo l’autore della tesi, dando per assodata 3
OSSERVATORIO la globalizzazione ormai indispensabile, l’alternativa migliore per l’Europea sembra essere quella di investire nella democrazia, seguendo un modello a “cerchi concentrici”, ovvero favorendo un nucleo di Stati “volenterosi e abili”. Il C.C. (CP) Simone BACCARI analizza le ambizioni geostrategiche della Turchia tra revanscismo ottomano e costrizioni atlantiche partendo dal termine della guerra fredda, quando la Turchia ha iniziato ad attuare un’audace e attivissima politica estera, anche in contrasto con gli alleati della NATO, forte della sua posizione geostrategica e della volontà politica di affermazione del Neo-Ottomanesimo. Nel 2019 l’Europa ha avviato alcune misure sanzionatorie, la sospensione dell’Accordo sul trasporto aereo, dei meeting di dialogo e ha invitato la Banca Centrale a rivedere i prestiti con Ankara. Queste misure tuttavia, non hanno sortito grandi effetti: troppi sono gli interessi in ballo con il passaggio degli oleodotti e gasdotti caspici che approvvigionano il Vecchio Continente, per non parlare della gestione dei migranti in transito sul suolo turco e la cooperazione contro il terrorismo internazionale. La Turchia sta dimostrando di voler diventare un leader indiscusso del suo bacino di prossimità (Balcani, Medio Oriente, e Caucaso), agendo sui fronti instabili vicini e promuovendo continue relazioni asimmetriche nella politica diplomatica. Quando le prime fregate dell’Operazione EUNAVFOR Med IRINI si avvicinavano alla costa libica per far rispettare l’embargo, la Turchia aveva già “boots on the ground” in Libia ed iniziato le operazioni contro Haftar. Il C.F. Aldo SIMONE descrive l’importanza della leadership emotiva nella gestione del cambiamento, per vagliare soluzioni ad hoc adattabili a ciascuna situazione professionale. Partendo dagli studi di Daniel GOLEMAN, analizza le 4 competenze basilari: autoconsapevolezza, gestione del sé, empatia e talento sociale, associandole agli stili di comando più appropriati da adottare nelle varie situazioni. L’autore completa quest’analisi spiegando le fasi emotive del cambiamento proposte nella curva di John FISHER e ne valorizza il processo attraverso la check-list di otto punti realizzata da John KOTTER. Per essere un buon leader bisogna conoscere e applicare più stili possibili di leadership, in ragione delle reazioni emotive del personale, dei fini da perseguire e dell’ambiente da considerare; inoltre un leader deve saper fruttare l’intelligenza emotiva, il talento sociale e consolidare la cultura organizzativa affinché diventi norma. A partire da questo numero dell’Osservatorio inseriamo anche uno spazio curato dal Dott. Francesco ZAMPIERI: “Il binocolo del ricercatore”. Per inaugurare la sua rubrica, ci propone la recensione libraria dell’ultima opera di Cristopher COKER: Lo scontro degli Stati-Civiltà. In chiusura proponiamo una ulteriore novità: la rubrica “L’oblò del Comandante Bitta” dove il Comandante Paolo GIANNETTI, appassionato divulgatore, ha creato con la sua penna uno stravagante personaggio, che osserva l’ambiente che lo circonda ponendosi domande di navigazione, meteorologia, astronomia e cultura generale, condividendole con brevi note, aneddoti e curiosità. Vi auguriamo Buona Lettura! Massimiliano SIRAGUSA e Patrizia RIGO 4
OSSERVATORIO LA FINESTRA DEI LETTORI UN MEDICO MARINA MILITARE IN PRIMA LINEA di Riccardo GRAZIOSETTO Gentile Direttore, ho accolto con grande piacere il Suo invito a poter collaborare, con un mio contributo, alla Rivista e raccontare della mia esperienza nella globale guerra contro il Covid 19. Poche settimane dopo l’efficacissima esperienza formativa vissuta a Venezia, frequentando l’81° Corso Normale di Stato Maggiore e Master in Studi Strategici e Sicurezza Internazionale, sono stato coinvolto in questa nuova epocale sfida. A fine febbraio, in occasione della emergenza per la nave da crociera Diamond Princess, si pensò di creare un Team da inviare per il recupero dei nostri connazionali in Giappone. Fui chiamato a far parte del Team pronto impiego interforze che sarebbe dovuto partire con un volo militare, ap- positamente configurato per il “biocontenimento” per esfiltrare i passeggeri dalla Nave “contamina- ta” dal malefico virus. Dopo un primo giorno in “alert” per l’impiego ricevemmo il “verde al ponte” per volare direttamente verso il Giappone. Ricordo quei momenti con grande piacere, non solo per l’inaspettato coinvolgimento ma anche per la consapevolezza di poter contribuire alla serenità dei nostri connazionali e delle loro famiglie. Un volo di quindici ore, diretto, senza scali intermedi, ha consentito ai selezionati sanitari dell’Aero- nautica e della Marina di diventare un Team, confrontandosi e condividendo esperienze ed informazioni, mentre si sorvolava tutta l’Europa dell’Est e la Russia. La pochissime ore di permanenza in Giappone ci hanno consentito di imbarcare i connazionali risultati verosimilmente negativi al contagio e ritornare in Italia. Il volo con l’aereo carico di passeggeri, oppor- tunamente separati nell’area di biocontenimento, è stato sereno grazie alle misure preventivamente adottate e programmate ma, anche, foriero di mi- gliorie da mettere a sistema per impieghi futuri. L’atterraggio in Patria, dopo la sosta in Germania per sbarcare alcuni passeggeri stranieri, ha riserva- to molte emozioni, il sorriso e la serenità sui volti di operatori e passeggeri era tangibile: una rapida, intensa ed efficace operazione di soccorso ha mo- strato l’importanza delle sinergie, delle attente pre- visioni e programmazioni. A distanza di pochi giorni, visto il progredire dell’infezione in Patria, le FF.AA. furono chiamate a dare sostegno nelle aree maggiormente critiche, ove il numero dei pazienti aumentava vertiginosa- mente e i presidi sanitari sul territorio iniziavano a entrare in sofferenza, non riuscendo più ad arginare la marea montante di contagi e delle vittime. 5
OSSERVATORIO I primi giorni di Marzo venne programmato l’invio di un Team interforze, con personale proveniente da ogni parte d’Italia, che in una prima fase avrebbe dovuto accentrarsi e “coagularsi” per dare sostegno all’Ospedale Maggiore di Lodi. Il gruppo di Medici e Infermieri - di cui facevo par- te – si mise in viaggio da Roma. Le incognite erano molte così come le domande: quale nuovo scenario ci attendeva? Come avremmo operato? Cosa pote- vamo fare contro questo nemico insidioso ed invi- sibile che si stava propagando e dilaniava la nostra Patria? Man mano che il nostro mezzo di trasporto proce- deva verso Nord, le tenebre iniziavano a calare, le autostrade erano sempre più solitarie per le restri- zioni, gli autogrill bui e deserti, un clima nebbioso, quasi spettrale, ci avvolgeva accompagnandoci a destinazione. Non dimenticherò mai quella notte, i volti tesi, que- siti celati, saluti rapidi, mentre piano piano la Forza andava componendosi per presentarsi successivamen- te al nostro Capo-team, un Colonnello medico dell’Esercito, tanto serio quanto gioviale, diretto e garbato nei modi. Preso contatto con i Colleghi dell’Ospedale e ricevute le indicazioni operative, dopo essere stati suddivisi tra i vari reparti in base alle proprie specialità e competenze mediche, iniziammo ad operare al meglio del nostro potenziale. Da subito, malgrado la scarsa reciproca conoscenza, la sintonia con i Colleghi dei reparti è andata natu- ralmente e positivamente crescendo. Oggi, come allora, mi soffermo a ribadire un concetto frutto delle mie radici e dei miei Maestri, vincolante e sostanziale per me: un medico è un medico ovunque, in qualsiasi condizione ed avversità. Tutti quanti lì impiegati, facemmo tesoro e impersonammo questo valore fondamentale. Medici e infermieri, civili e militari insieme, consolidammo le posizioni ed insieme proseguimmo nei vari reparti la nostra opera assistenziale. Fornimmo ai colleghi civili un supporto non solo numerico ma anche morale: essi non si sentirono e non erano più soli nella drammatica lotta sani- taria.Trovammo un ospedale pieno di pazienti, le ambulanze si accalcavano negli spazi riservati al Pronto Soccorso e si alternavano nel trasporto dei malati, i colleghi erano naturalmente stremati da turni drammatici, incessanti e destruenti, le vittime erano tante, la ricerca della giusta ed accorta tera- pia era il vademecum dei nostri giorni che si sus- seguivano repentini e faticosi. Le giornate, quando finivamo il turno, ci lasciavano stanchi ma fieri e sereni, lì compivamo il nostro dovere, lì completa- vamo la nostra funzione di Sanitari e Militari. La sera, chi non era di turno, si ritrovava a mensa, e si parlava di tutto e del frivolo, per dare un’aria di normalità alla nostra vita. Quotidianamente un pulmino tra le nebbie ci por- tava a destinazione, le campagne deserte colorava- no il viaggio, i negozi chiusi e le strade silenziose e vuote ci esortavano a ben fare. I giorni erano ormai scanditi da solerti routine: 6
OSSERVATORIO una rapida ma attenta vestizione nella zona “fil- tro” (spesso canticchiavo qualche vecchio moti- vetto per sdrammatizzare il momento, ma anche per rubare un sorriso a chi pazientemente assi- steva nella vestizione coloro che entravano nei reparti), sostituivamo i colleghi smontanti dopo il passaggio di consegne e iniziavamo il giro vi- site per controllare i pazienti presenti, impostare le nuove terapie, controllare gli esami eseguiti, ci riunivamo in briefing per decidere le condotte sanitarie, informavamo i parenti delle evoluzioni dei differenti quadri clinici e quest’ultima attività non era mai una cosa facile. Ricordo che qualche volta, grazie a qualche coraggioso sacerdote, ci riunivamo in preghiera prima di iniziare la nostra attività; sentirsi una comunità anche nella silen- ziosa preghiera, a ricordo di migliaia di persone scomparse, ci ha cementato non poco nel trascor- rere dei giorni e ci ha fortificato, quando nella solitudine dei reparti, spesso, troppo spesso, ac- compagnavamo i nostri pazienti vedendoli spegnere, finanche a dare l’estremo cristiano saluto. Una vita intensa, certosina e silenziosa in quei giorni, ma non mancavano le occasioni in cui ci trova- vamo anche a sorridere di un nostro successo terapeutico al momento di una dimissione, gli sguardi si incrociavano soddisfatti, così come quando al termine del giro visita, un collega sorridendo, assimilati i termini militari, esortava dicendo: “facciamo il check materiali prima di andare via” per non dimenticare nulla. Rimanevo colpito dalla solitudine dei pazienti, mi soffermavo spesso con quelli che da più tempo erano degenti e, dopo aver ultimato il giro visita e le eventuali analisi, ritornavo e con il cellulare organizzavo le videochiamate con i familiari lontani. C’era chi era ansioso di vedere il proprio nipotino e chi rassicu- rava il proprio consorte e/o i propri congiunti. La solitudine non deve mai pervadere oppure penetrare nella coscienza del paziente, non è “terapeutica”, questa valutazione è diventata un mio dogma professionale. Un giorno, mentre ero a Bergamo, una forte cefalea e malessere mi hanno colto “impreparato” ed un “positivo” tampone mi ha confermato l’infezione e la malattia. Avevo “oltrepassato” la barricata ed ero lontano da casa. Il ricovero presso l’Ospedale San Giovanni XXIII, giorni in osservazione, le difficoltà del respiro, le repentine desaturazioni non mi preoccupavano quanto l’intermittente e a volte evasiva comunicazione con i miei cari. Non avrei mai voluto dare la notizia ai miei familiari, ma non potevo fare altrimenti. Ancor oggi è difficile per me ritornare a quei giorni, e ricordare i timori dei miei genitori, le mie parole da “guascone” per rincuorarli, e di sicuro ringrazio tutti i miei amici e Colleghi che mi hanno testimo- niato, sino alla mia dimissione, la loro vicinanza ed affetto. Nei mesi successivi, con la guerra al Covid ancora aperta, la nostra Marina Militare continuava a dare il proprio contributo, organizzando anche un vero e proprio presidio ospedaliero a supporto dell’Ospe- dale di Barletta. Ad ottobre, un’area di crisi di con- tagio si era rapidamente aperta in Puglia ed una si- tuazione similare a quella dell’Ospedale lombardo si era presentata nella Provincia BAT: i Pronto Soc- corso e le Rianimazioni traboccavano di pazienti così come i reparti; una buona parte del personale sanitario, stremato dal continuo afflusso, era stato 7
OSSERVATORIO contagiato ed era in quarantena, le ambulanze avevano ripreso il loro andirivieni. La messa in opera di un P.M.A., implementato, ove possibile, da apparecchiature di livello ospedaliero e di una rete di Ossigeno adeguata, ha permesso di fornire all’Ospedale di Barletta un congruo numero di posti letto aggiuntivi e supporto sanitario per poter contribuire alle azioni di sostegno alla popolazione. Dopo i briefing operativi al C.O.M. (Centro Ospedaliero Militare) di Taranto, il neo-costituito Team sa- nitario (composto da me e Colleghi più giovani, sotto la guida di un esperto Colonnello), ha dato corpo al “nostro” P.M.A. totalmente “blue Navy”. Una nuova esperienza si andava schiudendo ai nostri occhi: l’organizzazione interna ed esterna della struttura, la creazione delle sinergie con i referenti ed i professionisti locali, le novità logistiche, la ge- stione dei primi pazienti accolti rappresentavano i primi “items” di questo nuovo fronte operativo. Il tutto ha permesso di creare un nuovo reparto attivo nell’ospedale e forse, in futuro, anche un operativo Centro vaccinale a favore della popolazione. Ora che sono qui a Barletta, mentre Le scrivo, ricordo con sin- cero affetto tutte le energie spese dalle singole forze impiegate in questo teatro operativo “interno”: la Brigata Marina San Mar- co ed i Colleghi “navali” con le loro competenze logistiche ed ammnistrative, i Colleghi civili con il loro supporto tecnico ed esperienziale, i giovani Colleghi che si sono avvicendati accom- pagnandomi in questa esperienza con le loro entusiastiche, voliti- ve e sapienti energie di Ufficiali medici di Marina. Ancora una volta, sinceramente, sono fiero di aver vissuto, nel mio piccolo, in prima linea una paziente e continua lotta contro questo subdolo nemico ma, ancor di più, di averla vissuta con le stellette “cucite” sul petto con lo spirito multiruolo e multifun- zione dei Marinai italiani di ogni tempo. 8
OSSERVATORIO CONFERENZE DEL CORSO NORMALE DI STATO MAGGIORE IL COVID-19 E GLI EFFETTI SUL SISTEMA INTERNAZIONALE di Patrizia RIGO Durante lo svolgimento dell'85° Corso Normale di Stato Maggiore, è stata organizzata una con- ferenza dal titolo "Il COVID-19 e gli effetti sul sistema internazionale". Il primo relatore, Prof. Andrea Crisanti1 , ha il- lustrato ai frequentatori del Corso il significato e l’impatto dell’epidemia Sars Cov 2 che ha deter- minato il Covid 19, cosa ha funzionato o meno nella relativa gestione dei protocolli e cosa po- tremo attenderci in futuro. Nella seconda parte, il Prof. Fabrizio Marrella2 , ha espresso delle con- siderazioni di carattere giuridico. La conferenza inizia con la descrizione della malattia, che diventa epidemica quando un gran numero di persone sono colpite nello stesso spazio e tempo, pandemica quando vi è un’estensione globale ed endemica, normalmente legata al comportamento dei singoli o ad altri eventi. Il Prof. Crisanti ci dimostra come essa venga studiata attraverso modelli matematici, sia per i casi che per i fattori che la determinano. Per esempio attraverso la prevalenza, ovvero la proporzione di individui di una popolazione a rischio colpiti dal virus (analizzata sia in maniera puntuale che relativa a un deter- minato periodo di tempo), e attraverso l’incidenza cioè il numero di nuovi casi che possono verificarsi in un particolare periodo. E’ molto importante conoscere la struttura della malattia ossia la genetica, l’evoluzione e la strategia di controllo del virus: lo studio della sequenza dei geni è paragonabile “allo studio del libretto di istruzioni del virus” per comprendere a quale famiglia appartiene (in questo caso identificata come “coronavirus”). I geni sono fondamentali perché producono proteine come la s spike, che diventano basilari nella re- plicazione del virus; replicazione che non è esente da errori e quindi calcolando dove sono gli errori si arriva alla prima sequenza del virus, ovvero si capisce dove nasce. Gli studiosi dunque, con l’analisi delle informazioni e delle sequenze genetiche, possono stabilire se l’origine deriva dal mondo animale. Alla domanda posta dal pubblico se questo virus è stato geneticamente modificato, il Professore ri- sponde che non ci sono elementi che dimostrino che sia stato manipolato, perché analizzando tutta la sequenza questa risulta coerente con la storia del virus; inoltre, nel tempo, la sua virulenza tende a diminuire e si può trasformare in varianti meno ag- gressive. Cosa succede quando una persona viene infettata? Vi è un periodo di incubazione di circa 5 giorni, poi, nei 5 giorni successivi iniziano i sintomi e l’infettato guarisce o sviluppa complicazioni più o meno gravi che possono portare anche alla morte. 1 Direttore del Dipartimento della Medicina Molecolare dell’Università di Padova e del Servizio di Microbiologia e Virologia dell’Azienda Ospedaliera dell’Università di Padova, docente universitario da moltissimi anni e con una ventennale esperienza sul controllo delle epidemie. 2 Direttore del Master in “Studi Strategici e Sicurezza Internazionale” e docente di Diritto Internazionale presso l’Università Cà Foscari di Venezia. 9
OSSERVATORIO Anche l’identificazione degli anticorpi è impor- tante perché ci dimostra quanto sia efficace ri- levare se un individuo è venuto in contatto con il coronavirus e se ha prodotto immunità, più o meno durevole nel tempo. E’ stato spiegato anche il significato legato al punto di immunità di greg- ge, per il controllo della circolazione del virus, che si raggiunge quando il 70% della popolazione è protetto. Con i suoi grafici, il Prof. Crisanti, ha dimostrato l’efficienza non completa del contact tracing, cioè quel processo di identificazione, valutazione e ge- stione delle persone esposte alla malattia, adotta- to per impedirne la trasmissione. A tal riguardo ha citato l’esperienza del comune di Vò nel Veneto, dove si è applicato oltre al contact tracing, il lockdown (blocco totale di tutti), il network testing (tamponamento a tutta la popolazione) e l’individuazione degli asintomatici e sintomatici sia nella prima campionatura che nella seconda, effettuata dopo 10 giorni. Questo studio ci fa comprendere il ruolo essenziale degli asintomatici sulla trasmissione epidemiologica del virus, la resistenza al virus molto superiore nella popolazione infantile rispetto a quella degli adulti e il controllo dell’epidemia con le misure citate. Tutto questo, oltre al distanziamento sociale, l’uso della mascherina, il lavaggio delle mani e l’adeguato trattamento delle persone ammalate sia in casa che in ospedale da parte dei medici. Ma la vera sfida, conclude il Professore, sarà quella di “riuscire a consoli- dare i risultati quando si toglieranno le misure restrittive”. A seguire prende la parola il Prof. Fabrizio Marrella, il quale afferma che la pandemia ha creato e sta creando danni incalcolabili anche alla vita economica di molti Paesi nel mondo. Parla della potenziali responsabilità della Cina, in quanto da lì proviene l’epidemia. L’informazione data dal Governo cinese al resto del mondo è stata scorretta, intempestiva, discontinua ed incompleta. C’è un obbligo di notifica, secondo il Regolamento Internazionale dell’O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) del 2005 (di cui anche la Cina è membro), che recita nell’art. 6: “ogni Stato deve notificare entro 24 ore tutti gli even- ti che possono costituire emergenza sanitaria pubblica di rilevanza internazionale”; lo stesso Direttore dell’O.M.S. ha definito il Covid 19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale. Di fatto, come afferma il relatore, la Cina ha notificato all’O.M.S. la presenza sul territorio di casi di polmonite eziologica sconosciuta solo il 31 dicembre 2019, dopo le prime morti accertate che risaliva- no ad alcune settimane precedenti. Il Prof. Marrella sottolinea che nella costituzione del regolamento dell’O.M.S. si legge: “la salute di tutti i popoli è una condizione fondamentale per la pace e la sicurezza del mondo e i risultati raggiunti da ogni Stato sono preziosi per tutti”, da ciò si evince l’importanza dell’informazione continuativa sull’andamento di tale malattia. Chi decide per le controversie di questo tipo? Se- condo il relatore può farlo non solo la Corte Inter- nazionale di Giustizia, ma anche gli Stati in modo unilaterale o addirittura i privati con un’azione in giudizio davanti ad un giudice nazionale dello Sta- to. In conclusione, rimane ancora aperta la questio- ne della patentabilità (così la definisce) del Covid 19 e dell’accesso ai farmaci essenziali. 10
OSSERVATORIO L’IMPATTO DELL’EVOLUZIONE DEL COMPARTO SPAZIALE NEL SETTORE ECONOMICO, POLITICO E DELLA SICUREZZA NAZIONALE di Pasquale SPERANDEO 1. INTRODUZIONE Lo spazio e l’ambiente spaziale sono da tempo parte integrante della società moderna globalizzata, sia per i molteplici servizi e prodotti satellitari ad essi associati, come ad esempio telecomunicazioni, na- vigazione, osservazione della Terra, sia per le potenzialità e prospettive future, che portano Organismi internazionali, Stati e Società private a sviluppare programmi ed investimenti di ampio respiro. Lo spazio ha assunto, quindi, un ruolo di fondamentale importanza nelle relazioni internazionali, contribuendo in maniera significativa all’espressione dei cosiddetti strumenti del potere nazionale (Diplomatico, Infor- mativo, Militare ed Economico). In ambito nazionale, l’Italia ha sviluppato da anni solide capacità spaziali proprietarie, amplificate dalla partecipazione a programmi multinazionali con altri Paesi o quale Membro dell’Unione Europea, acqui- sendo know-how con importanti ricadute per l’industria nazionale. In ambito internazionale, oltre alle tradizionali superpotenze come gli Stati Uniti o la Russia, che per anni si sono contese i primati della “cor- sa allo spazio”, si registra una costante crescita del trend degli investimenti per le attività spa- ziali da parte delle Potenze regionali. Anche l’Unione Europea ha da tempo stimolato e favo- rito la ricaduta in ambito europeo della attività di ricerca e degli investimenti nel settore spa- ziale, ponendo prima le basi dal punto di vista normativo e organizzativo, e operando quindi direttamente importanti investimenti1. I rilevanti budget necessari per operare nello spazio non hanno comunque frenato gli investimenti e le iniziative di attori non statuali, che sviluppano capacità secondo consolidati business plan con ritorni economici di elevato valore per la commercializzazione di prodotti e servizi su larga scala. La capacità di operare dallo spazio e nello spazio, oltre che nel consolidato ambito militare e della sicu- rezza nazionale, si pone quindi quale elemento globale di forte impatto economico, politico e sociale, tanto da aver determinato l’uso comune del termine space economy, in uno scenario mondiale di notevo- le e rapida evoluzione per il comparto spaziale. 2. LO SPAZIO Ai fini di una corretta trattazione, è opportuno inquadrare lo spazio dal punto di vista giuridico. Il diritto aeronautico e il diritto dello spazio sono attualmente sottoposti a due differenti e separati regimi giuridici. I principi fondamentali operanti nei regimi aeronautico e spaziale sono molto diversi: il primo riconosce la sovranità territoriale, l’altro la nega; l’uno impone una responsabilità limitata dei vettori, l’altro una responsabilità illimitata degli Stati. Ad oggi l’ordinamento giuridico internazionale non ha ancora creato un unificato o integrato regime di diritto dello spazio2: esso è attualmente governato da cinque trattati e convenzioni, redatti in ambito ONU3 tra il 1967 e il 1979, i cui principi si fondano sulla libera esplorazio- ne dello spazio extraatmosferico e la non appropriazione da parte degli Stati dello stesso. Allo stato attua- le, non esiste una definizione univoca dello spazio extra-atmosferico, sussistendo varie teorie e approcci che afferiscono a elementi concreti, quali la sovranità di uno Stato o le certificazioni da rilasciare per 1 A titolo di esempio, si consideri il sistema di navigazione satellitare europeo Galileo, nato dalla collaborazione della UE con l’Agenzia Spaziale Europea (European Space Agency, ESA). 2 Gaspari Francesco, La disputa infinita: la delimitazione dei confini tra spazio aereo e spazio cosmico, Rivista Marittima, Luglio-Agosto 2020. 3 In particolare sotto l’egida dello United Nations Office for Outer Space Affairs attraverso il Committee on the Peaceful Uses of Outer Space (COPUOS). 11
OSSERVATORIO un velivolo in volo sub-orbitale. Una regola del diritto internazionale consuetudinario riconosce che la più bassa altitudine teorica a cui un satellite potrebbe orbitare attorno alla terra, circa 100 Km sopra il livello del mare, non è soggetta ai diritti di sovranità nazionale ed è governata dal diritto dello spazio; una delle convenzioni maggiormen- te adottate per delimitare il confine tra l’atmosfera terrestre e lo spazio è quella di considerare pro- prio la linea di Karman4, posta ad un’altezza con- venzionale di 100 km sopra il livello del mare. In ogni caso, se per taluni autori il confine tra spa- zio e atmosfera è una questione scientifica, per altri il problema è sostanzialmente di natura poli- tica. Lo stesso Committee on the Peaceful Uses of Outer Space (COPUOS) ha riconosciuto che l’unico modo per risolvere tale problema sarebbe procedere alla stipula di un apposito accordo internazionale. La questione di natura legale si può infatti riverberare su taluni programmi di investimento afferenti allo spazio, che potrebbero risentire di tali incertezze. 3. LA CORSA ALLO SPAZIO Nel 1957, con il lancio del satellite SPUTNIK 1 da parte dell’Unione Sovietica, fu avviata la “corsa allo spazio”. Agli albori i programmi spaziali, appannaggio esclusivo delle superpotenze USA e URSS, furo- no indirizzati a scopi scientifici e sperimentali, oltre che alla dimostrazione in chiave strategica mondiale delle capacità tecnologiche raggiunte. Negli anni successivi si susseguirono molteplici attività, che por- tarono l’uomo sulla Luna, la messa in orbita di satelliti, dapprima per scopi militari e poi commerciali, la 4 Theodore von Kármán, ingegnere ungherese, fu il primo a calcolare l’altezza a cui l’atmosfera diventa troppo rarefatta per consentire il volo tramite sostentamento dell’aria, a poco meno di 100 km di altezza. 12
OSSERVATORIO messa in orbita di stazioni spaziali, l’invio di son- de verso altri pianeti. Il settore delle telecomuni- cazioni (TLC) è stato il principale filone di svilup- po massivo della capacità ad operare nello spazio, a partire dagli Anni ’60, attraverso il lancio ed il controllo di satelliti artificiali di varie tipologie. Lo scrittore Arthur C. Clarke viene notoriamente indicato come il precursore dei sistemi satellitari cosiddetti geostazionari, largamente utilizzati per comunicare sulla terra a grande distanza. In un articolo scientifico del 19455 Clarke scrisse che un satellite artificiale in orbita equatoriale circo- lare con un raggio di circa 42424 km (dal centro della Terra) avrebbe avuto una velocità angolare esattamente pari a quella del pianeta, rimanendo quindi relativamente immobile nel cielo rispetto SPUTNIK 1 - Primo satellite lanciato nella storia (1957) al suolo e divenendo così un possibile ponte radio tra due punti dell’emisfero visibili dal satellite; tre satelliti spaziati di 120° avrebbero potuto (con qualche sovrapposizione) coprire l’intera circon- ferenza del pianeta. Il lancio del primo satellite per TLC a scopo spe- rimentale, lo SCORE (Signal Communication by Orbiting Relay Equipment), avvenne nel 1958 a cura degli USA, seguito da altri satelliti, mentre l’idea geniale e innovativa di Clarke divenne real- tà nel 1962, con il lancio del satellite SYNCOM 2 (acronimo per synchronus communication satelli- te), e quindi con il SYNCOM 3. Nel 1965 venne lanciato il primo satellite geosta- zionario commerciale, INTELSAT 1, primo esem- pio di collaborazione intergovernativa mondiale per le TLC via satellite tramite un’organizzazione internazionale, tuttora esistente (privatizzata nel 2001). Con la fine della guerra fredda le superpotenze hanno iniziato a collaborare per ridurre significa- tivamente gli enormi costi necessari a proseguire nelle ricerche e nei programmi spaziali, mentre si è registrato un significativo incremento di pro- grammi di altre Nazioni, spesso alleate, o di Orga- nismi internazionali come l’Unione Europea. INTELSAT 1 - Primo satellite commerciale TLC (1965) 4. LE CAPACITA’ SPAZIALI Negli ultimi anni, gli sviluppi del comparto spaziale si sono focalizzati su alcune direttrici principali, che si analizzano di seguito. a. Telecomunicazioni (TLC) Il settore TLC, presente fin dagli albori dello sfruttamento dello spazio, è storicamente trainante e tra- dizionalmente rivolto alle applicazioni militari ed istituzionali, oltre che di interconnessione commer- ciale audio-video tra aree geografiche distanti. Negli anni, esso ha visto una costante crescita e un rile- vante allargamento del bacino degli utenti con l’avvento di servizi di tipo broadcast (ad esempio la TV 5 Clarke Arthur C., Extra-Terrestrial Relays: Can Rocket Stations Give World-wide Radio Coverage?, Wirless World, Ottobre 1945, pag. 305. 13
OSSERVATORIO satellitare). Nell’ul- timo decennio, il settore ha subito la concorrenza dei ser- vizi geografici di tipo terrestre per l’utenza privata, dato l’incre- mento esponenzia- le delle capacità di banda trasmissiva disponibile e la no- tevole diffusione di reti geografiche ca- paci di raggiunge- re una grossa parte della popolazione6. In prospettiva, si ri- tiene comunque che le TLC satellitari continueranno a occupare importanti segmenti di servizio, grazie alle caratteristiche intrinseche possedute, con forme di integrazione con altre tecnologie e convergenza con i servizi ter- restri di tipo 5G. Il settore TLC rimane prioritario, oltre che per scopi militari, per servire aree a bassa densità di popolazione, ove gli investimenti in reti geografiche risulterebbero poco remunerativi, e per il settore aereo e marittimo. b. Osservazione della Terra In tale ambito rientrano tutti i sistemi che, con varie tecnologie, si occupano di monitorare la Terra, sia dal punto di vista geofisico sia per le interazioni umane. I sensori di detti sistemi abbracciano quasi tutto lo spettro elettromagnetico: dall’infrarosso ai sistemi ottici, fino ai sistemi radar, ognuno spe- cializzato in determinate applicazioni. Nato quale settore prettamente militare e scientifico, oltre che per il supporto per le emergenze e pubbliche calamità, è un settore spaziale in forte evoluzione, per il valore aggiunto che può apportare per la salvaguardia dell’ambiente, del patrimonio culturale, del sistema agricolo, per il monitoraggio delle infrastrutture critiche, oltre che per servizi ad alto valore aggiunto di tipo commerciale7. c. Navigazione I sistemi satellitari globali per il posizionamento e la navigazione (riuniti sotto l’acronimo di GNSS, Global Navigation Satellite System) sono nati per scopi militari negli anni ’60 con il sistema USA TRANSIT, successivamente reso disponibile an- che per scopi civili. Il TRANSIT fu sostituito negli anni ‘90 dal sistema USA NAVSTAR GPS (NAVigation Satellite Timing And Ranging Global Positioning System), dedicato ad applicazioni ci- vili (SPS, Standard Positioning System) e militari (PPS, Precision Positioning System), sotto il con- trollo dell’Aeronautica militare statunitense. Fino al 2000 il segnala SPS era appositamente degrada- to per ridurne la precisione, divenuta poi parago- nabile al PPS quando fu sospesa nel 2000 tale mo- dalità dall’amministrazione USA, dando il via ad 6 Le più grosse società di distribuzione multimediale offrono sempre più servizi attestati su Intenet. Ad esempio, per la società Sky, le offerte di servizi su reti terrestri hanno ormai superato quanto erogato via satellite. 7 Ad esempio, i servizi di immagini satellitari, elaborate o meno, offerti dalla società Google tra cui Google Earth o Google Maps. 14
OSSERVATORIO una crescita esponenziale di applicazioni civili8. Accanto ai sistemi USA, sono stati sviluppati al- tri sistemi nazionali tra cui il russo GLONASS (GLObal NAvigation Satellite System), aperto nel 2007 anche ad usi civili e, su scala regionale, il cinese BEIDOU (acronimo cinese per indica- re il “Grande Carro” dell’Orsa Maggiore), che sta evolvendo verso un sistema a caratteristiche globali, e l’indiano IRNN (Indian Regional Na- vigational Satellite System). L’Unione Europea, per mantenere la propria autonomia, ha finanzia- to e sviluppato il sistema GALILEO, a copertura globale, nato dalla collaborazione della UE con l’Agenzia Spaziale Europea (European Space agency, ESA). d. Studio dell’Universo La ricerca nel settore non si limita al generale avanzamento della conoscenza globale dell’universo ma, trattandosi di studi di frontiera, gli sviluppi e le soluzioni alle diverse sfide produrranno ricadute anche in altri settori, sotto forma di tecnologie avanzate, che favoriranno il miglioramento della vita dei cittadini 9. e. Accesso allo Spazio I lanciatori, simboli di questo settore, concen- trano un altissimo tasso di ricerca e sviluppo e quindi debbono essere considerati come stra- tegici per la politica tecnologica. Il quadro del “mercato spaziale” si sta infatti velocemente modificando, in un contesto di accentuata con- correnza spinta da importanti investimenti pri- vati, ma anche da un maggiore impegno pubbli- co in materia. Nell’ambito di questo panorama i lanciatori assorbono soltanto il 5 per cento del mercato, ma sono fondamentali perché rappre- sentano la condizione per un’autonoma messa in orbita dei sistemi satellitari. A titolo esempli- ficativo, a livello mondiale si effettuano ormai più di 80 lanci all’anno, quasi uno ogni quattro giorni 10. f. Space Situational Awareness (SSA) Con il crescere del numero, della complessità delle infrastrutture spaziali e dei servizi che esse garan- tiscono, è diventato sempre più importante proteggerne l’operatività, oltre che l’accesso e l’utilizzo indipendente dello spazio, per tutto il loro ciclo di vita, mediante il raggiungimento e mantenimento di un’adeguata e crescente capacità di conoscenza e sorveglianza dell’ambiente spaziale11. Come in altri settori spaziali, l’esigenza nasce per scopi militari e di sicurezza nazionale, per poi diventare un elemento sempre più presente tra le principali Nazioni coinvolte nei crescenti investimenti del com- parto, oltre che per le principali organizzazioni internazionali come l’Unione Europea. Quest’ultima, vista l’importanza crescente attribuita alla SSA, ha avviato un corposo programma di investimenti 8 Il PPS, segnale criptato, ha comunque mantenuto alcune altre peculiarità tipiche per scopi militari. 9 Presidenza del Consiglio dei Ministri, Indirizzi del Governo in materia spaziale e aerospaziale, 25 marzo 2019, p. 4. 10 Darnis Jean Pierre e Nones Michele, L’accesso allo spazio, settore strategico per l’Italia e l’Europa, Documenti IAI 18/17, luglio 2018. 11 AA.VV., Space Situational Awareness: capacità, strategie e prospettive nazionali ed internazionali, https://afcearoma.it/chi-siamo/la-storia/space- situational-awareness-capacita-strategie-e-prospettivenazionali-ed-internazionali, 25 ottobre 2020. 15
OSSERVATORIO che include varie branche come lo Space Whether, per il monitoraggio dell’attività del Sole e i possi- bili effetti sugli assetti spaziali, il Near-Earth object, per la scoperta e monitoraggio di oggetti naturali come asteroidi o comete che potrebbero impattare su satelliti o sulla Terra stessa, la Space Surveillan- ce and Tracking (SST), per il tracciamento attivo di satelliti, e lo Space Debris, ovvero il monitorag- gio della “spazzatura” spaziale, formata da sistemi spaziali o componenti di essi, tra cui anche liquidi solidificati espulsi da navicelle spaziali, che orbitano in modo incontrollato attorno alla Terra12. g. On-Orbit Servicing In tale settore sono annoverate le capacità di poter operare manutenzioni su sistemi satellitari in orbi- ta, una nuova frontiera dell’attività spaziale. Se da un punto di vista tecnico e teorico queste capacità sono note da tempo, solo negli ultimi anni si è intrapreso un percorso concreto in termini di fattibilità economica e opportunità di business, grazie all’abbassamento dei costi di lancio dei satelliti e l’incre- mento dell’utilizzo di orbite basse13, ove i costi manutentivi risulterebbero inferiori. h. Volo sub-orbitale In tale gruppo rientrano tutte le attività tese a sviluppare capacità per il volo a quote superiori ai 100 km, al fine di aumentare la velocità di volo o, a parità di condizioni per diminuire i consumi di propel- lente, grazie alla diminuzione della densità dell’aria al crescere della quota. Anche in questo settore, un tempo appannaggio di ricerche per soli scopi militari, negli ultimi anni si sono affacciate varie So- cietà private, che vorrebbero poter sfruttare queste possibilità per collegamenti di tipo commerciale, per voli turistici o intercontinentali, con l‘obiettivo di collegare l’Europa e il Nord America in un’ora. i. Esplorazione umana e robotica Il settore, presente fin dagli albori della “corsa allo spazio”, racchiude tutte le attività esplo- rative a connotazione scientifica e tecnologica, negli ultimi anni sempre più indirizzate a pro- grammi di esplorazione robotica planetaria14, che necessariamente devono precedere even- tuali programmi di esplorazione e colonizza- zione umana del sistema solare. 5. LA GOVERNANCE NAZIONALE DEL SETTORE SPAZIALE La Legge n. 7 in data 11/01/2018 ha riformato la governance nazionale con il conferimento al Presidente del Consiglio dei Ministri dell’alta direzione, della responsabilità politica generale e del coordinamento delle politiche di tutti i Ministeri interessati ai programmi spaziali, e con l’istituzione del “Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio” (COMINT). Il Comitato15, ha il compito di elaborare le strategie governative ed industriali atte ad affrontare le nuove sfide che derivano da esigenze di sicurezza o da nuovi sviluppi, per raggiungere i seguenti obiettivi strategici nazionali: -- una space diplomacy, che preveda il rafforzamento della cooperazione internazionale e il presidio nazionale di tutte le Organizzazioni internazionali di settore, allo scopo di assicurare una presenza costante ed influente dell’Italia; -- u n piano di valorizzazione delle applicazioni e dell’uso di tecnologie spaziali, massimizzando l’impiego delle infrastrutture e innovazioni di derivazione spaziale a favore dell’utenza istituzio- nale e commerciale nazionale, con possibilità di offerta verso i mercati esteri; -- un Piano Strategico nazionale per la Space Economy, con l’obiettivo di promuovere e far crescere progressivamente la partecipazione privata agli investimenti di settore; 12 Con riferimento al 2019, si stimano circa 20.000 oggetti artificiali orbitanti attorno alla Terra e tracciabili, di cui solo meno di 2300 sono satelliti attivi e controllati. Oltre a questi sussisterebbero decine di milioni di frammenti compresi tra 1 e 10 cm. 13 A seconda delle tipologie di servizi e tecnologie utilizzate, le orbite utilizzate per i satelliti si suddividono in orbite basse o LEO (Low Earth Orbit, tra i 200 e i 2000 Km dalla superficie della Terra), MEO (Medium Earth Orbit, tra i 2000 ed i 35700 km circa) e GEO (orbita geostazionaria, 35790 Km). 14 Ad esempio, l’esplorazione di Marte. 15 Il COMINT indirizza e supporta L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) per le attività internazionali e assicura il coordinamento dei programmi e dell’attività dell’Agenzia con quelli delle Amministrazioni centrali e periferiche. ASI a sua volta fornisce al COMINT il supporto tecnico-scientifico. 16
OSSERVATORIO -- una Strategia Nazionale di sicurezza per lo spazio, che consenta di acquisire una adeguata resilienza; intrinseca delle infrastrutture spaziali, da eventi naturali o minacce intenzionali, ad assetti orbitanti e terrestri; -- un programma di sviluppo di prodotti e servizi innovativi, sempre più aderenti alle esigenze del mer- cato e degli utenti pubblici e privati, di efficaci e funzionali infrastrutture di terra e di applicazioni spaziali, -- a favore di Istituzioni centrali e regionali nonché del business commerciale; -- una piena integrazione con servizi non spaziali, anche attraverso l’applicazione di tecniche di ma- chine -- learning ed intelligenza artificiale, contribuendo a ridurre il digital divide16. In relazione alle evoluzioni del settore, nel 2019 lo Stato Maggiore della Difesa (SMD) ha istituito l’Uf- ficio Generale Spazio (con compiti di staff in merito a policy, programmazione e pianificazione generale, e il Comando Operazioni Spaziali, a cui è devoluta la gestione e difesa delle infrastrutture spaziali nazio- nali. Anche la Marina Militare, nel 2020, si è dotata di un Ufficio Spazio e innovazione tecnologica con il compito di valorizzare le diversificate expertise che risiedono in ambito Forza Armata, imprimendo una sinergica e unitaria opera di valorizzazione delle iniziative del settore spaziale, e di realizzare un efficace raccordo con le sovraordinate articolazioni della difesa ed extra-dicastero che si occupano della materia17. 6. SVILUPPO DEL SETTORE SPAZIALE IN AMBITO UE Dal 2010, con l’introduzione degli articoli 4 e 189 nel Trattato di Funzionamento dell’UE, anche l’Unio- ne Europea ha preso consapevolezza che lo Spazio è una risorsa strategica, intensificando gli sforzi tesi ad acquisire un’autonoma capacità di erogare servizi satellitari, arrivando ad attribuire alle Istituzioni dell’Unione una competenza diretta in materia, ancorché condivisa con quella degli Stati Membri, pre- vedendo altresì la realizzazione di adeguate relazioni con l’Agenzia Spaziale Europea. Negli anni suc- cessivi, si sono susseguite diverse decisioni da parte del Consiglio dell’UE che hanno tracciato le linee guida del futuro della politica spaziale UE, avviando i negoziati con il Parlamento. La strategia spaziale UE mira a: • apportare benefici tangibili alle imprese e ai cittadini europei; • promuovere un settore spaziale europeo competitivo e innovativo; • rafforzare l’autonomia strategica dell’UE e la leadership sulla scena mondiale. 16 Divario digitale, inteso quale divario esistente tra chi ha accesso alle tecnologie dell’informazione, ad esempio l’accesso a Internet, e chi ne è escluso per varie cause, da quelle economico-sociali a quelle relative alle infrastrutture. 17 Ciappina Giancarlo, Il dominio dello spazio: iniziative e prospettive per la Marina, Rivista Marittima, Luglio-Agosto 2020, pag. 24. 17
OSSERVATORIO Dando seguito a questa strategia, l’UE sta lavorando a un programma spaziale pienamente integrato per il periodo 2021-2027. La proposta legislativa riunisce tutte le attività dell’UE in un unico programma e fornisce un quadro coerente per gli investimenti. Migliorando l’efficienza, esso contribuirà a sviluppare nuovi servizi basati sulla ricerca spaziale di cui beneficeranno i cittadini e le imprese dell’UE. Il Con- siglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sul testo nel marzo 2019, tuttavia gli aspetti finanziari devono ancora essere concordati nel contesto del prossimo bilancio a lungo termine dell’UE18. In parallelo, sono stati avviati importanti programmi spaziali europei, per oltre 12 miliardi di euro di investimenti, tra cui: • Copernicus: il programma UE per un sistema di osservazione della Terra a livello mondiale afferente all’atmosfera, all’ambiente marino e terrestre, al clima, alla gestione di emergenze e sicurezza; • Galileo: il sistema globale europeo di naviga- zione satellitare, progettato per convivere con il GPS statunitense, con caratteristiche di pre- cisione e servizi erogabili che lo rendono alter- nativo al GPS, per applicazioni sia militari, sia civili e commerciali; • EGNOS (European geostationary navigation overlay system): costituito da una rete di satelliti e sistemi terrestri, atti ad incrementare l’accura- tezza e l’integrità dei dati del sistema GPS, for- nisce servizi di navigazione critici per la sicurezza agli utenti nel settore dei trasporti aerei, marittimi e terrestri in tutta Europa. Oltre a tali programmi già finanziati, sono state avviate diverse iniziative, tra cui: • GOVSATCOM: iniziativa UE per dotarsi di un sistema di comunicazioni satellitari comune affida- bile, robusto e protetto, che vada ad inserirsi tra il livello di comunicazioni commerciali, gestito da EDA con il programma EU SATCOM market, e quello tipico dei sistemi militari di comunicazione satellitare appannaggio di alcuni Stati (tra cui l’Italia); • Space Situational Awareness (SSA): già citata al paragrafo 4.f, volta a conferire alla UE una sempre maggiore conoscenza dell’ambiente spaziale e a rendere la UE progressivamente indipendente dai dati di alert anticollisione provenienti dal sistema USA19. Il programma è basato su un iniziale mix di capacità messe a disposizione da parte di alcuni Stati membri e su investimenti diretti della UE. 7. LA NATO E IL COMPARTO SPAZIALE La NATO, nel corso degli ultimi decenni, ha utilizzato capacità spaziali proprie o dei Paesi alleati (ad esempio, il GPS PPS), detenendo in toto, fino a un decennio fa, alcune capacità20, e successivamente indirizzando gli investimenti verso sviluppi di sole capacità non disponibili, o non rese accessibili, all’in- terno dell’Alleanza, con l’acquisizione diretta dei rimanenti servizi necessari alle proprie esigenze opera- tive21. Per la crescente rilevanza strategica dello spazio nel settore della difesa e sicurezza, la NATO ha promosso l’evoluzione della propria strategia del comparto spaziale, da capacità di supporto a elemento fondante delle operazioni. In particolare, al summit della NATO tenutosi a Londra nel dicembre 2019, i Capi di Stato e i vertici di Governo dei Paesi dell’Alleanza hanno identificato nello spazio extra-atmo- sferico un dominio per le operazioni militari, trasversale agli altri domini convenzionali e strettamente interconnesso con l’ambiente cibernetico. Tale evoluzione è tesa a fronteggiare il tema delle minacce spaziali ad ampio spettro, a difesa dei propri assetti: sebbene i Trattati sullo spazio impongano alla co- munità internazionale un uso pacifico dello spazio, vietandone ogni militarizzazione, ad oggi diverse 18 AA.VV., Politica spaziale dell’UE, https://www.consilium.europa.eu/it/policies/eu-space-programmes/, 01 novembre 2020. 19 Fino al 2018 a cura dello US Joint Space Operations Center (JSpOC), che gestiva il comando e controllo delle forze spaziali statunitensi, ora confluito nel Combined Space Operations Center (CSpOC), in partenariato con altre Nazioni tra cui Australia, Canada, UK. 20 Ad esempio, il segmento spaziale TLC, esperienza conclusasi con la costellazione dei satelliti SATCOM IV, dismessa nel 2010. 21 Per le comunicazioni satellitari, il segmento terrestre è ancora gestito con stazioni proprietarie NATO, mentre il segmento spaziale si basa su capacità rese disponibili da Paesi membri NATO. 18
OSSERVATORIO Nazioni hanno infatti mostrato capacità “offensive” nello spazio tra cui, oltre alle “superpotenze” USA e Federazione russa, anche India e Cina che, rispettivamente, nel 2007 e 2019, hanno abbattuto satelliti in orbita tramite il lancio di razzi dalla terra. 8. LA SPACE ECONOMY La Space Economy (SE) rappresenta una delle più promettenti traiettorie di sviluppo dell’economia mondiale dei prossimi decenni, una catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizza- zione delle infrastrutture spaziali “abilitanti”, cosiddetto upstream, arriva allo generazione di prodotti e servizi “abilitati” (servizi di telecomunicazione, di monitoraggio ambientale, ecc.), cosiddetto downstre- am. L’Italia vanta una lunga tradizione nelle attività spaziali, tra le prime nazioni al mondo a lanciare ed operare in orbita satelliti e tra i membri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea, di cui è oggi il terzo Paese contributore22. Nel 2014, a seguito dell’iniziativa promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (PCM) per la definizione della politica nazionale nel settore spaziale, è stata impostata una “Cabina di Regia Spazio”23 che ha elaborato il piano strategico Space Economy, prevedendo un investi- mento di circa 4,7 miliardi di euro, di cui circa il 50 per cento coperto con risorse pubbliche, tra nazionali e regionali, aggiuntive rispetto a quelle ordinariamente destinate alle politiche spaziali. Lo sviluppo del settore spaziale nazionale rimane influenzato dalla disponibilità e dalla allocazione di risorse pubbli- che destinate a sostenere i programmi nazionali, gli impegni in ambito europeo e la competitività della filiera industriale. La tradizionale Space Industry rappresenta un caso esemplare di settore industriale, cresciuto sulla base di un modello di sviluppo in cui, a fronte di requisiti capacitivi, derivati da esigenze istituzionali di ricerca scientifica, di esplorazione spaziale e di difesa nazionale, si sono sviluppate le re- lative tecnologie e le soluzioni applicative24. Il passaggio alla Space Economy prevede l’aggiunta di due nuovi pilastri, i servizi spaziali e le infrastrutture e tecnologie di supporto non spaziali, necessarie alla realizzazione dei servizi. La costruzione di quest’ultimo pilastro rappresenta un elemento critico perché l’esperienza tratta dai mercati più maturi, ad esempio quello della navigazione satellitare, insegna che la componente spaziale ha sempre bisogno di integrarsi con altri elementi e componenti tecnologiche per garantire al servizio il carattere di “universalità”, continuità ed efficacia, che lo rendono veramente fruibile da parte dell’utente finale25. Accanto alle tradizionali telecomunicazioni satellitari, in sinergia 22 AA.VV., Space Economy, https://www.mise.gov.it/index.php/it/impresa/competitivita-e-nuove-imprese/space-economy, 02 novembre 2020. 23 Coordinata dalla PCM con membri rappresentanti delle Regioni e dei Ministeri interessati, oltre all’ASI, tra cui la Difesa, MAECI, MININT, MISE, MIT, MIUR. 24 Principali componenti sono lanciatori per l’accesso allo spazio, satelliti e segmento terrestre di gestione. 25 Ministero dello Sviluppo Economico, Piano Strategico Space Economy, 02 maggio 2016, pag. 10. 19
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