SPECIALE PESCA L'Economia e la politica della pesca nel mondo - Agrapress

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ANNO XLVII - N. 127                                                        martedi' 20 aprile 2010

                             SPECIALE PESCA
                 L'Economia e la politica della pesca nel mondo

FRANCIA: L'ULTIMA FABBRICA AMERICANA DI SARDINE
IN SCATOLE CHIUDE I BATTENTI - "LES ECHOS"

16 aprile 2010 - Le sardine in scatola del marchio "Beach cliff" ("le scogliere della spiaggia"),
molto note negli Stati Uniti, non potranno piu' vantarsi di essere "made in USA" dopo la chiusura
venerdi', nel Maine (Nord-est), dell'ultima fabbrica americana di inscatolamento delle sardine.
Da 75 anni, la fabbrica Stinson, dal nome del fondatore (e parte del gruppo ittico Bumble Bee dal
2004), produceva a Prospect Harbor sardine in conserva pescate al largo delle coste del Maine,
luogo di pesca dell'aragosta e dell'aringa.
Ma "a causa della limitazione delle quote pesca, cessiamo la produzione e chiudiamo la nostra
fabbrica di Prospect Harbor venerdi'", ha indicato la Bumble Bee in un comunicato pubblicato
giovedi'.
Annunciata a febbraio, "questa difficile decisione non e' in nessun modo in giudizio sul lavoro
straordinario della nostra manodopera nel sito", aggiunge il gruppo, mentre fra i circa 125
dipendenti che perdono la loro occupazione, alcuni vi hanno lavorato per oltre 50 anni.
"Mi piace il mio lavoro. Pensavo che ce ne sarebbe stato per le prossime generazioni", ha
affermato al quotidiano di Prospect Harbor, Lela Anderson, 78 anni, che lavora alla sardineria da
54 anni.
"Avrei potuto lavorare ancora 10 anni", afferma da parte sua Nancy Harrington, 70 anni, un'altro
dipendente della fabbrica il cui personale, nella catena di inscatolamento, e' esclusivamente
femminile.
La chiusura di questa fabbrica e' "simbolica", ha affermato all'AFP Bill Fuller, del vicino museo
della marina a Penobscot: il Maine ha visto la sua prima sardineria nel 1875 ed al picco di
produzione, negli anni 50, una cinquantina di fabbriche producevano piu' di 300 milioni di scatole
ogni anno. Un cambiamento delle pratiche di consumo ed i bassi costi di mano d'opera dei paesi
asiatici hanno reso la sardina in scatola "made in USA" meno popolare, nota.
Il gruppo Bumble Bee ha aggiunto nel suo comunicato che "sperava di annunciare
prossimamente un accordo per la vendita della fabbrica". Il marchio "Beach Cliff" non scompare
ma le sardine saranno in particolare importate dal Canada. [quotidiano - a cura di agra press]

FRANCIA: ACCOR RINUNCIA AL TONNO
ROSSO - "L'HOTELLERIE RESTAURATION"

16 aprile 2010 - Il Novotel Monte Carlo aveva deciso nel 2009 di eliminare il tonno rosso dal suo
menu'. La Sofitel aveva assunto la stessa decisione per tutti i suoi ristoranti l'anno scorso. Oggi,
e' il gruppo Accor che si impegna in questa politica di "cucina responsabile". Il tonno rosso delle
specie Thunnus Thynnus e Thunnus Maccoyii, classificate come minacciate nella lista UICN
(Unione internazionale per la conservazione della natura) e' stato definitivamente cancellato dalla
carta dei suoi ristoranti francesi. (...) [Anne Salle', quotidiano - a cura di agra press]
(ap) - n 127                                                                                        2./..

TUNISIA: UN PROGETTO DI LEGGE PER ORGANIZZARE
MEGLIO IL SETTORE DELLA PESCA - "INFOTUNISIE"

14 aprile 2010 – Visto il suo ruolo di vettore della crescita economica e di catalizzatore dello
sviluppo sociale, grazie al suo elevato tasso di impiego, e considerato il suo alto valore aggiunto,
il settore della pesca in Tunisia gode di un particolare interesse, soprattutto per quanto riguarda
gli aspetti logistici e legislativi che mirano a garantire la qualita' e la sostenibilita' del patrimonio
marittimo nazionale.
E' in questo contesto che si iscrive la riforma che prevede la riduzione del numero delle infrazioni
commesse dalle unita' di pesca tunisine e straniere, la tutela delle acque territoriali tunisine e
l'aumento delle sanzioni pecuniarie, al fine di scoraggiare i trasgressori.
La Camera dei Deputati ha adottato nel corso di una sessione plenaria presieduta lo scorso
martedi' dal suo Presidente, Fouad Mebazaa, un disegno di legge che modifica e integra la legge
del 31 gennaio 1994 sulla pesca.
Nel dibattito si e' evidenziato che le sanzioni previste dalla legge contro i reati commessi dalle
unita' di pesca straniere "non sono abbastanza severe, specialmente le infrazioni commesse
durante il periodo di riposo biologico", inoltre e' stato messo in discussione il valore nutrizionale
dei prodotti acquicoli, che i consumatori tendono a evitare.
Il Ministro dell'Agricoltura, delle Risorse idriche e della Pesca Abdessalem Mansour ha dichiarato
che tale disegno di legge intende organizzare meglio il settore attraverso l'istituzione di
meccanismi volti a proteggere le acque territoriali tunisine e a scoraggiare la violazione delle
leggi.
Mansour ha anche sottolineato l'importanza di salvaguardare l'ecosistema, le specie marine e
acquicole, e di garantire la sicurezza dell'ambiente naturale. (…)
Le infrazioni registrate durante il periodo di fermo biologico (di tre mesi) riguardano le unita' di
pesca straniere, ha rivelato il Ministro.
Per tali violazioni la legge prevede multe che vanno dai mille ai 30 mila dinari, e dai 30 mila ai
300 mila dinari, e pene detentive comprese tra i due mesi e i due anni. [portale – a cura di agra
press]

STATI UNITI: SALVARE L'INDUSTRIA DEL
SALMONE – "SFGATE.COM"

13 aprile 2010 – Da due anni, ai pescatori sportivi e commerciali, lungo 1.000 miglia della costa
della California e dell'Oregon, viene preclusa la pesca al salmone, a causa del forte declino delle
popolazioni ittiche.
Diversi fattori hanno contribuito, in California e nell'Oregon, allo storico collasso della pesca al
salmone. Tuttavia, le attivita' dello State Water Project (SWP) e del Central Valley Project (CVP)
hanno giocato un ruolo decisivo e fondamentale nel declino del salmone e sulla salute dei fiumi,
dei torrenti, delle baie e dell'estuario.
Il salmone reale della Central Valley e' la colonna portante della pesca, commerciale e ricreativa,
al salmone, che produce la stragrande maggioranza del salmone catturato in questi due stati. Nel
2009, il salmone della Central Valley ha raggiunto il minimo storico: 39.500 pesci. Questo numero
e' di gran lunga inferiore alla popolazione minima di 122.000 pesci, necessari a sostenere
l'attivita' ittica.
All'inizio di questo mese, piu' di 500 persone hanno partecipato ad una riunione, tenutasi a San
Francisco, per raccontare le loro storie personali.
Cio' che e' stato subito evidente e' stato l'effetto a catena, sull'economia della California e
dell'Oregon, di anni di declino della pesca al salmone, culminati nel provvedimento estremo
adottato due anni fa. Non sono solo i pescatori ad affrontare momenti difficili, ma anche i
rivenditori di barche, i porti, gli operatori che noleggiano barche, i ristoranti e i fornitori di pesce
all'ingrosso. Nel complesso, la chiusura del salmone reale ha un costo di centinaia di milioni di
dollari e di migliaia di posti di lavoro.
Un recente studio condotto dal Public Policy Institute della California e' arrivato alla conclusione
che la sopravvivenza della pesca al salmone e' a rischio, se non cambiamo il nostro modo di
(ap) - n 127                                                                                      3./..

gestire le esportazioni d'acqua nel Delta del fiume Sacramento-San Joachin. L'esportazione di
milioni di metri cubi d'acqua nel South Delta, attraverso le pompe del Central Valley Project e
dello State Water Project, colpisce il salmone in diversi modi.
Se le esportazioni d'acqua non vengono riequilibrate, la possibilita' di sostenere la pesca si
ridurra' ulteriormente. Si possono, e si devono, gestire in modo migliore il Central Valley Project e
lo State Water Project "per proteggere e ripristinare le popolazioni di salmoni, cosi' come le
comunita' e le imprese che da queste dipendono".
Il 15 aprile, si riunira', a Portland, il Pacific Fisheries Management Council, per prendere una
decisione in merito ad una limitata stagione di pesca commerciale del salmone. Dopo due
annullamenti consecutivi della pesca al salmone, al largo della costa della California, e' possibile
che si decida per un terzo anno di chiusura.
Tuttavia, quest'anno, ci puo' essere una piccola, forse simbolica, stagione per i pescatori
commerciali di salmone. Una breve stagione sportiva per il salmone, che ha avuto inizio sabato
scorso, durera' solo fino alla fine di questo mese – una breve tregua per un settore in difficolta'.
E 'ora di smettere di schierarsi con gli interessi particolari che chiedono irragionevoli e
insostenibili quantita' d'acqua per la Central Valley. [Zeke Grader, portale – a cura di agra press]

TUNISIA: AUMENTANO GLI STOCK DI PESCE
AZZURRO – "TUNISIA ONLINE NEWS"

10 aprile 2010 - Con una produzione complessiva pari a 100.000 tonnellate, per un totale di 350
milioni di dinari, il settore ittico della Tunisia contribuisce al 10% del valore della produzione
agricola tunisina e all'1,1 % del prodotto nazionale lordo del paese.
Secondo i dati del 2008, diffusi dal sindacato tunisino degli agricoltori e dei pescatori (UTAP), il
settore ittico rappresenta il 17% del valore delle esportazioni alimentari, e si classifica al secondo
posto, dopo l'olio d'oliva, con un valore di 250 milioni di dinari.
I tunisini consumano 11 kili di pesce all'anno, molto meno della media giapponese, ma
leggermente di piu' del consumo medio che si registra negli altri paesi del Mediterraneo.
Oltre al pesce bianco, ai crostacei e ai molluschi, il pesce azzurro – come sardine, alici, tonno e
sgombro – rimane il pesce piu' popolare in Tunisia. Nel 2009, sono stati calcolati stock per
119.000 tonnellate, ivi compreso un 28% di sardine e un 10% di sgombri.
Presieduta dal ministro dell'Agricoltura, delle Risorse Idriche e della Pesca, e alla presenza di
Mabrouk El Bahri, presidente del sindacato tunisino degli agricoltori e dei pescatori (UTAP), si e'
tenuta, lunedi', una sessione di lavoro sugli "stock di pesce azzurro: produzione, esportazione e
canali di distribuzione".
Teso a valutare i progressi del piano presidenziale per lo sviluppo del settore del pesce azzurro,
quest'incontro ha rivelato che il progetto e' riuscito ad aumentare la produzione del settore in
considerazione, portandola dalle 38.000 tonnellate del 2001, alle 50.000 tonnellate del 2009.
L'incontro ha, inoltre, accertato che le esportazioni di sardine e acciughe in scatola, sono passate
dalle 650 tonnellate del 2003, alle 5.000 tonnellate del 2009. [portale – a cura di agra press]

SPAGNA: LA FRANCIA TRATTIENE DUE PESCHERECCI
BASCHI PER CONTROLLARE LE CATTURE – "EL PAIS"

9 aprile 2010 – Le autorita' marittime francesi hanno intercettato ieri due pescherecci baschi per
ispezionare il loro carico nel porto di Anglet e verificare che siano rispettati gli accordi europei
relativi alle catture di acciughe e sardine. Una motovedetta francese ha condotto in questo porto
le due imbarcazioni, per verificare che stavano pescando acciughe e non sardine.
Gli accordi comunitari, infatti, stabiliscono che le navi da pesca basche possono arrivare fino a 12
miglia nelle acque francesi per catturare la prima specie, ma non la seconda. Le prime stime dei
responsabili del porto francese hanno scoperto che uno dei due pescherecci trasportava due
tonnellate di sardine, mentre il secondo ne aveva una tonnellata.
Le autorita' francesi stabiliranno oggi la somma di denaro che imporranno come cauzione per
rimettere in liberta' i due pescherecci.
(ap) - n 127                                                                                         4./..

Il presidente della Federazione dei pescatori di Guipuzcoa (provincia dei Paesi Baschi, ndt),
Eugenio Elduaien, si e' recato ad Anglet per verificare i dettagli sui motivi dell'ispezione francese.
[quotidiano - a cura di agra press]

ERITREA: IL SETTORE ITTICO UNA MINIERA D'ORO NON
SFRUTTATA E INESAURIBILE – "CAPITALERITREA.COM"

8 aprile 2010 – L'Eritrea e' un paese relativamente ricco in termini di risorse naturali. Possiede
oro, idrossido di potassio, zinco, rame e sale. Cio' che forse e' meno conosciuto e' il fatto che
l'Eritrea abbia anche significative risorse idriche e che il 20% dei mezzi di sostentamento della
popolazione costiera dipendano dalla pesca. Tuttavia, a differenza dell'oro e del rame, le risorse
ittiche, se adeguatamente gestite, possono garantire ininterrottamente cibo, posti di lavoro ed
entrate economiche alle comunita' costiere.
I 1.200 kilometri di costa dell'Eritrea ben si prestano alla pesca artigianale, offrendo vari e ricchi
stock ittici, e zone di pesca riparate. Diversamente dai pescatori artigianali in altre parti del
mondo, i pescatori eritrei non hanno sovrasfruttato le risorse di cui dispongono e potrebbero
portare le loro catture, dalle poche migliaia di tonnellate annue, ad almeno 40.000, se non
80.000, tonnellate annue.
"Il settore ittico eritreo ha le potenzialita' per contribuire in modo significativo alla nostra sicurezza
alimentare, e puo' giocare un importante ruolo nella riduzione delle sacche di poverta' delle aree
costiere", spiega Andom Ghebretensae. "Attualmente, abbiamo circa 3.000 pescatori artigianali
accreditati. La costa dell'Eritrea non solo e' ricca di risorse ittiche ma rappresenta anche un
grande potenziale per il turismo".
Da lungo tempo il governo eritreo riconosce questo potenziale e, in collaborazione con diversi
donors, come l'African Development Bank e l'Unione Europea, ha costruito centri, di standard
europeo, per la cattura e la lavorazione del pesce.
Negli ultimi anni, le esportazioni ittiche eritree possono essere state basse (circa 234 milioni di
tonnellate nel 2008), tuttavia, grazie a queste nuove strutture, oggi l'Eritrea puo' esportare prodotti
ittici verso i paesi dell'Unione Europea.
I pescatori eritrei utilizzano due tipi di pescherecci – gli houry e i sambuchi. Gli houry
costituiscono l'80% della flotta peschereccia. Sono imbarcazioni di legno e misurano ovunque tra
gli 8 e i 13 metri. Hanno un motore fuoribordo e possono portare fino a cinque persone.
I sambuchi, barche di legno di 16 metri, dotate di motori entrobordo, costituiscono circa il 9%
delle imbarcazioni pescherecce, e possono portare fino a nove persone.
Il restante 11% e' costituito da barche in fibra di vetro, importate prevalentemente dall'Arabia
Saudita e dallo Yemen, sebbene alcune vengano costruite anche in Eritrea.
Nel paese, la carne rappresenta la principale fonte di proteine. Si calcola che il consumo annuo di
pesce sia pari a 0,5-1 kilo a persona, che e' una percentuale bassa, rispetto al consumo medio
annuo dei paesi africani, stimato intorno agli 8 kili a persona.
"Dobbiamo incoraggiare la nostra gente a mangiare una maggiore quantita' di pesce, e a
considerare il pesce come una fonte alternativa di proteine", dice Seid Mohamed Abrar, direttore
dell'ufficio del Ministero delle Risorse Marine.
"Possiamo pescare circa 80.000 tonnellate di pesce all'anno, senza correre il rischio di
depauperare gli stock ittici", spiega Abrar. Sfruttando le nostre risorse ittiche, possiamo
contribuire a garantire la sicurezza alimentare per la nostra popolazione costiera, e aiutare i
pescatori artigianali a migliorare il loro tenore di vita".
Il motivo per cui il governo eritreo ha richiesto l'assistenza dell'IFAD e' proprio per mettere a
punto un progetto di sviluppo delle zone di pesca e sostenere i pescatori artigianali delle regioni
costiere del Mar Rosso.
"Il Fisheries Development Project, finanziato dall'IFAD, sotto gli auspici del Ministero delle
Risorse Marine riorganizzera' e rafforzera' le cooperative ittiche, e sosterra' i pescatori artigianali,
in modo tale che possano aumentare le loro entrate e migliorare la loro sicurezza alimentare",
sostiene Abla Benhammouche, direttore dell'IFAD per l'Eritrea. "Questo progetto consentira' al
Ministero delle Risorse Marine di rendere sostenibile il settore ittico, e allo stesso tempo, ridurre i
fenomeni di pesca illegale, non regolamentata e non registrata".
(ap) - n 127                                                                                               5./..

Per sostenere gli investimenti privati, i pescatori artigianali potranno vendere il 20% delle loro
catture a commercianti e produttori privati, con la prospettiva di aumentare questa percentuale
una volta che il settore privato si sara' ulteriormente sviluppato.
Infine, gli investimenti privati possono consentire di trasformare la costa sul Mar Rosso
dell'Eritrea in un fiorente villaggio turistico, offrendo spettacolari opportunita' per gli appassionati
di diving e spiagge incontaminate. (…) [portale – a cura di agra press]

MAROCCO: VERSO LA CREAZIONE DELL'AGENZIA NAZIONALE
PER LO SVILUPPO DELL'ACQUACOLTURA - "LIBERATION"

8 aprile 2010 - Il Ministro dell'Agricoltura e della Pesca marittima Aziz Akhannouch ha presentato
martedi' di fronte alla Commissione per l'Agricoltura e gli Affari Economici della Camera dei
Consiglieri il progetto di legge n° 52-09 relativo all'istituzione dell'Agenzia nazionale per lo
sviluppo dell'acquacoltura.
Secondo tale progetto di legge, l'Agenzia avrebbe (…) come obiettivo la promozione dello
sviluppo dell'acquacoltura nazionale, attraverso la sua partecipazione all'attuazione della politica
governativa in questo settore, e la proposta di piani d'azione specifici, in applicazione degli
orientamenti contenuti nella strategia alieutica nazionale e del quadro normativo ad essa
afferente.
Intervenendo in questa occasione, Akhannouch ha dichiarato che l'Agenzia garantira' la
continuazione dell'attuazione della strategia nazionale in materia di sviluppo dell'acquacoltura, al
fine di creare un solido polo di produzione che contribuisca ad aumentare la produzione marittima
nazionale, a promuovere lo sviluppo economico e ad attuare una politica nazionale in questo
campo.
Tale struttura, ha aggiunto, si occupera' anche della promozione degli investimenti
nell'acquacoltura, e della concessione e il rinnovo delle licenze.
Passando in rassegna le potenzialita' del Regno in questo settore (…), in particolare per le sue
favorevoli condizioni climatiche e la vicinanza ai mercati europei, il Ministro ha sottolineato la
necessita' di porre l'acquacoltura al centro della strategia per la promozione della pesca marittima
Halieutis.
La produzione con questo sistema, ha altresi' rivelato, dovrebbe raggiungere circa le 200.000
tonnellate nel 2020, contro le 500 attuali, con un contributo al PIL di 13,6 miliardi di dirham per le
diverse attivita' marittime.
Nel corso della discussione del progetto, i consiglieri hanno posto l'accento sull'importanza
dell'Agenzia (…) nella promozione degli investimenti e dello sviluppo della pesca marittima, (…) e
hanno ricordato la necessita' di accompagnare gli investitori per mezzo della formazione,
basandosi in particolare sui capitolati d'oneri (…), ma anche sulla qualificazione delle risorse
umane e la lotta contro l'inquinamento nelle aree dove si pratica l'acquacoltura. [MAP, quotidiano
– a cura di agra press]

                                    NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 15:25

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