SITUAZIONI PROBLEMATICHE - GESTIONE della CLASSE in presenza di I.C. " Andrea SANSOVINO" Monte San Savino
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GESTIONE della CLASSE in presenza di SITUAZIONI PROBLEMATICHE I.C. « Andrea SANSOVINO» Monte San Savino 29/09/2021 Prof.ssa Tiziana Giovenali
GESTIONE DELLA CLASSE SECONDO IL MODELLO «ECOLOGICO» , focalizzato sulle condizioni ambientali e sulla loro influenza sui comportamenti degli alunni. Gli insegnanti sono impegnati quotidianamente a migliorare la struttura della classe, le relazioni ed il controllo, i valori e la capacità di risolvere problemi. CLIMA POSITIVO IN CLASSE – DOCENTE CARING ovvero docente che sa «prendersi cura» dei suoi allievi, che sa integrare gli aspetti didattici con i fattori affettivo- relazionali . PEDAGOGICAL CARING Prevede il coinvolgimento positivo dell’insegnante nell’esercizio della propria professione , avere aspettative di successo nei confronti di tutti gli alunni, possedere capacità di ascolto e restituzione di adeguati feedback ,credere nella valorizzazione dell’individualità dell’allievo , sia come co-protagonista dell’apprendimento sia come persona nella sua totalità. https://www.bing.com/videos/search?q=i+care+don+milani&&view=detail&mid=4FF5BE2 147E49AD0C7244FF5BE2147E49AD0C724&&FORM=VRDGAR&ru=%2Fvideos%2Fsearch% 3Fq%3Di%2Bcare%2Bdon%2Bmilani%26%26FORM%3DVDVVXX
La classe è un ambiente fisico e sociale caratterizzato da una serie di variabili che ne influenzano l’andamento e di cui l’insegnante deve tenere conto. Di fronte ad una complessità tanto vasta e variegata di una scuola che cambia ed in continua evoluzione è necessario fare leva su alcune caratteristiche fondamentali dell’azione didattica, per incrementare i livelli di inclusione in classe e migliorare le condizioni di apprendimento di tutti gli alunni. Tuttavia la gestione della classe non è legata soltanto alle strategie sperimentate in aula, riguarda anche gli atteggiamenti, i valori e il modo di interpretare le situazioni soprattutto critiche da parte del docente. Tutto questo rientra nelle capacità decisive ed organizzative per la gestione della classe.
CLASSE …. LUOGO di INTERDIPENDENZA SOCIALE https://www.psiconline.it/le-biografie-dei-grandi-della-psicologia/kurt-lewin- 1890-1947.html K.Lewin: “il gruppo è qualcosa di più, o per meglio dire, qualcosa di diverso dalla somma dei suoi membri: ha una struttura propria, fini peculiari, e relazioni particolari con altri gruppi. Quel che ne costituisce l’essenza è l’interdipendenza tra i membri. Il gruppo così, è una totalità dinamica: un cambiamento di stato di una sua parte, interessa lo stato di tutte le altre” (1951). INTERDIPENDENZA SOCIALE come modalità di relazione che si stabilisce tra le persone in vista di un obiettivo da raggiungere. INTERDIPENDENZA SOCIALE NEGATIVA quando è caratterizzata da eccessiva competizione e le relazioni sociali possono essere fonti di stress.
INTERDIPENDENZA SOCIALE ASSENTE : caratterizza quelle situazioni che privilegiano il lavoro autonomo e l’individualismo. Il successo di ciascuno è indipendente dal lavoro degli altri. Le relazioni sociali sono del tutto prive di importanza rispetto allo svolgimento del compito e al raggiungimento del successo. POSITIVA: si sviluppa quando un soggetto comprende che deve coordinare i propri sforzi con quelli altrui per completare un compito e che è vincolato ad altri in modo tale da non poter aver successo se anche questi ultimi non l’hanno. Le relazioni sociali sono importanti perché danno supporto operativo ed emotivo.
CLASSE = AMBIENTE DOVE STAR BENE TEORIA DELL’ AUTODETERMINAZIONE – DECI E RYAN 1985 Questa teoria psicologica ( personalità, motivazione umana e funzionamento ottimale ) sottolinea come ambienti sociali , quali la famiglia e la scuola , possono incoraggiare l’autodeterminazione attraverso il soddisfacimento di tre bisogni psicologici fondamentali : BISOGNO DI RELAZIONE Sentirsi connessi con gli altri, prendersi cura ed essere riconosciuti e accettati. BISOGNO DI COMPETENZA Necessità di sperimentare e esprimere le proprie capacità; bisogno di percepirsi efficaci. BISOGNO DI AUTONOMIA Percepirsi origine e fonte del proprio comportamento, essere spinto dai propri interessi e valori. I contesti sociali , come la SCUOLA che favoriscono la soddisfazione di questi 3 bisogni promuovono il benessere ed il funzionamento della persona. Piramide dei BISOGNI A.MASLOW( 1954) https://persona360.it/mente/la-piramide-di-maslow- i-bisogni-fondamentali-di-tutti
IN CLASSE CON LE EMOZIONI Gli studi di D. GOLEMAN sull’ INTELLIGENZA EMOTIVA si sono concentrati su questa particolare tipologia di intelligenza che si affianca alle capacità della logica . Conseguenze : • le emozioni hanno un ruolo importante nell’orientare i comportamenti e nella costruzione dell’identità dei soggetti; • le emozioni influenzano anche i processi di apprendimento e le prestazioni; • l’empatia, la capacità di riconoscere e interpretare le reazioni emotive e i sentimenti altrui sono capacità da sviluppare nei soggetti perché regolano la comunicazione e la relazione; • nella gestione della classe e nell’organizzazione della lezione , l’attenzione alla dimensione emotiva e affettiva del bambino è determinante. https://lamenteemeravigliosa.it/daniel- goleman-intelligenza-emotiva
DIDATTICA DA SVILUPPARE IN CLASSE EDUCARE ALLE EMOZIONI EDUCARE ALLA COSTRUZIONE CONDIVISA DELLE REGOLE www.raiscuola.rai.it «Litigare con metodo » di Daniele Novara
GESTIONE DELLA CLASSE - LUOGO DI TENSIONI (Maria Jose Lera, Knud Jensen e Frode Jøsang, 2007) La classe è un luogo di tensione sia per gli insegnanti che per gli studenti. Gli insegnanti devono far fronte a quattro diversi comportamenti che influenzano il clima di gruppo (Nordahl 1998). 1. il comportamento del gruppo, che influenza il processo di insegnamento e quello di apprendimento. Comprende la distrazione, il parlottare, le azioni di disturbo verso compagni e insegnanti eccetera. (Il 30-60% degli allievi si comportano in questo modo qualche volta o regolarmente); 2. l’isolamento sociale, che comprende la solitudine, la sottovalutazione, la depressione e l’assenza di relazioni (riguarda il 10-30% degli allievi); 3. i comportamenti distruttivi che suscitano conflitti e si manifestano attraverso aggressioni, opposizioni, violazione delle regole della classe e delle norme di comportamento (12-30%); 4. le trasgressioni e comportamenti al confine con la devianza quali possono esserlo i casi più gravi di bullismo, furto, violenza, assenteismo ecc. (1-2%).
Il clima della classe dipende dall’intenzione formativa sia degli insegnanti che degli studenti ed è un impegno quotidiano. Il clima di classe dipende dalla qualità della comunicazione insegnanti-studenti e dalla consapevolezza della reciproca co- educazione «Il clima della classe» va riproposto e rinegoziato giornalmente in modo esplicito o implicito. Quando il clima è positivo facilita l’apprendimento , quando è negativo lo ostacola e crea conflitti.
COME ESSERE O DIVENTARE UN INSEGNANTE EFFICACE ? - Gli insegnanti efficaci cercano continuamente di migliorare il loro metodo , rivedono continuamente le loro strategie rivoluzionando talvolta lo schema delle loro lezioni . - Avere un PENSIERO STRATEGICO : saper inquadrare le situazioni difficili come dei problemi , non come drammi o tragedie . - Utilizzare il PROBLEM SOLVING (percepire il problema , identificarlo, accettare la sfida , tener conto di vincoli e risorse , progettare un piano d’azione, assumere decisioni , valutazione dei risultati , spinta a ricercare piani alternativi se le previsioni di quello elaborato risultano negative ). - Per i problemi nuovi , inediti e particolarmente complessi , la voglia di fare nuove esperienze , la flessibilità cognitiva, la propensione al cambiamento , sono le maggiori cause di successo professionale caratterizzante un insegnante efficace.
L’AUTOSTIMA COME FATTORE DI PROTEZIONE Fattore decisivo per essere resilienti è avere una buona autostima fondata realisticamente e costante nel tempo. Per gestire almeno in parte la propria autostima e di conseguenza la propria resilienza occorre acquisirne consapevolezza e convincersi che può essere modificabile. L’autostima dipende da FATTORI INTERNI ( temperamento, carattere personalità, disponibilità al cambiamento, strategie problem solving ) e da FATTORI ESTERNI che per un insegnante possono essere : collaborazioni con i colleghi , con il Dirigente, con i genitori , un ambiente nel suo complesso favorevole come clima accogliente , la possibilità di aggiornarsi . E’ POSSIBILE DELINEARE UN PRECISO PROFILO DELL’INSEGNANTE EFFICACE ? Le ricerche sono state condotte su diversi filoni ….1) fissare le caratteristiche personali dell’insegnante ( età, sesso, intelligenza, motivazione, atteggiamenti…) ;2) individuare caratteristiche contestuali ( attrezzature scolastiche , contesto socio-economico, n. alunni per classe , orario, risorse del territorio ) ; 3)considerare i risultati degli apprendimenti negli alunni ; 4) analisi dei comportamenti in classe di docenti ed alunni … ….risultati deludenti per tutte le tipologie di ricerche …. E’ «IMPOSSIBILE» misurare le competenze dell’insegnante …ovvero non si può giungere a una categorizzazione rigorosa, certa e misurabile di un comportamento ideale !!!
RESILIENZA E CAMBIAMENTO L’attitudine a fronteggiare le avversità , a impegnarsi con un coinvolgimento attivo, a controllare efficacemente le iniziative intraprese , ad accettare le sfide , cioè ESSERE RESILIENTI , anche se c’è una predisposizione innata ( SISTEMA IMMUNITARIO DELLA PSICHE ) , non è immodificabile, ma evolve con il tempo, si può rafforzare o indebolire sulla base di particolari contesti di vita e di apprendimento.
VALUTO LA MIA RESILIENZA ( tratto da « La gestione della classe » di L. Tuffanelli e D. Ianes , Erikson 2011)
ALLORA CHE FARE ?? Si può imparare « il mestiere », adottando nelle più svariate situazioni ,comprese quella relativa alla gestione di classi difficili , comportamenti PROBABILMENTE più efficaci ed evitando i più PROBABILI errori. https://www.giunti.it/catalogo/insegnanti- efficaci-9788809788756
Comportamenti efficaci dell’insegnante per gestire con meno tensione la classe…( Ronald 1991) 1.Essere presenti – il grado di attenzione con cui il docente riesce a seguire la classe e le dinamiche di gruppo, sapendo sempre cosa sta succedendo. 2. Essere chiari e facili da seguire : organizzare le attività di classe, pianificare e preparare una lezione ben strutturata, usare un linguaggio appropriato . 3. Gestire diversi compiti contemporaneamente – la capacità di affrontare diversi compiti nel medesimo tempo. 4. Appianare i problemi – saper reagire in modo appropriato nei momenti critici e far sì che le dinamiche di gruppo non incontrino ostacoli. 5.Prendere l’iniziativa - cercare di risolvere i problemi ” vis a vis ” ( a bassa voce, andando vicino al ragazzo che disturba, parlando con lui prima o dopo la lezione). 6. Dare segnali anche non verbali 7. Prendere tempo in luogo di decisioni affrettate.
8. Saper gestire i conflitti e le situazioni di crisi assumendo anche la prospettiva dei ragazzi cercando un accordo parziale. 9. Flessibilità – la capacità di cambiare e di riorganizzare il proprio lavoro quando non è abbastanza efficace. 10. Passare da un atteggiamento reattivo ad uno preventivo nel senso di anticipare prevedendo quello che può succedere ed essere preparati. 11. Riflettere sulle proprie strategie e reazioni ed essere in grado di cambiare, essere spontanei nel proprio comportamento e usare l’umorismo. 12. Ricordare le regole 13.Appropriatezza: nel caso di non rispetto delle regole assicurarsi che l’eventuale sanzione e la reazione dell’insegnante siano opportune e ragionevoli rispetto al comportamento problematico. È importante non aggravare il conflitto. 14. Reattività: Parlare con i ragazzi al termine della lezione e concordare il da farsi nella prossima lezione . MIGLIORARE LA STRUTTURA DELLA CLASSE, LE RELAZIONI E IL CONTROLLO, I VALORI E LA CAPACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI. http://www.golden5.org/golden5/golden 5/programa/it/1Gestionedellaclasse.pdf
Le 10 regole per una disciplina efficace 1. Fissiamo poche regole chiare e non ambigue di comportamento 2. Poniamo solo regole necessarie 3. Ordiniamo e non chiediamo in modo retorico 4. Formuliamo l’ordine solo una volta 5. Poniamo un limite temporale alle regole 6. Evitiamo di punire il bambino per ogni cosa 7. Ignoriamo i comportamenti lievemente disturbanti 8. Premiamo il bambino quando emette comportamenti positivi 9. Prevediamo le conseguenze in un tono emotivo tranquillo 10.Favorire la reiterazione e la generalizzazione del sistema di regole.
STILI COMUNICATIVI ( studi di Robert Norton ,1983 ) Stile drammatico Quando parlo Stile tendo ad alzare la Uso spesso espressioni dominante voce esagerate per enfatizzare un aspetto del discorso Stile polemico Stile Una volta animato Stile rilassato coinvolto in una Quando discussione comunico il Generalmente fatico a mio volto è anche sotto fermarmi molto pressione parlo in espressivo modo rilassato
Proprio l’ETEROGENEITA’ delle classi o le diverse tipologie di attività didattica possono richiedere di utilizzare più stili comunicativi. Alcuni alunni possono essere affascinati e sentirsi rassicurati da un insegnante che manifesta uno stile comunicativo DOMINANTE caratterizzato da competitività e sicurezza di sé , mentre altri più bisognosi di autonomia e insofferenti verso l’autorità possono mettere in atto comportamenti oppositivi.
Molteplici disagi/ difficoltà del bambino Pianificazione e soluzione Emozioni Capacità di attenzione dei problemi e concentrazione sostenuta Livello di autostima Comportamento motorio Il bambino non riesce a regolare Comportamento Livelli di motivazione e fiducia con gli altri Tendenza a dare risposte precipitose ed impulsive
ATTENZIONE : DISAGIO /DIFFICOLTA’ o DISTURBO ? Difficolta’ Disturbo Luigi si muove in continuazione :non sta mai Anche Marco ha problemi di attenzione e di fermo durante i pasti ,si distrae mentre i genitori irrequietezza , che tuttavia si trascinano da gli parlano, perde spesso i suoi giochi e le sue parecchio tempo , già prima di iniziare la scuola. matite. I problemi sono iniziati da alcune Col tempo, queste difficoltà hanno iniziato a settimane ,dopo un trasloco di abitazione e di coinvolgere i diversi momenti della vita del scuola : il bambino in particolare sembra aver bambino : viene escluso dai giochi perché disturba ; sofferto del distacco dai compagni di gioco che non va più a lezione di pianoforte perché si distrae aveva nel condominio dove viveva di continuo ; anche le uscite al parco si sono molto precedentemente. Tuttavia le sue difficoltà sono ridotte di continui incidenti che coinvolgevano altri limitate all’ambito domestico , mentre continua bambini. ad essere molto attento e regolato durante gli Purtroppo ,tutto ciò ha portato a un abbassamento allenamenti di calcio. A scuola riesce a nell’autostima di Marco, con un ulteriore mantenere un rendimento sufficiente ,copiando peggioramento del suo comportamento : in casa è anche un po’ dai compagni .Il rapporto con i diventato molto oppositivo con i genitori , mentre coetanei è sostanzialmente buono , nonostante in classe si comporta da pagliaccio per evitare i alcuni litigi. compiti e per attirare l’attenzione dei compagni.
« La situazione relativa alla presenza di ordinarie difficoltà si verifica con frequenza e trasversalmente. Può cioè interessare tutti i discenti, anche coloro che hanno risultati brillanti ma che, in un certo periodo ,possono attraversare momenti di difficoltà. Sta all’esperienza del singolo docente avvertire se la flessione nel rendimento sia dovuta a cause contingenti e transitorie oppure se ciò non sia il segnale di un disagio più profondo e duraturo ,che potrebbe preludere a momenti di criticità più seri. A parte tali situazioni-che vanno comunque sempre considerate con la dovuta attenzione –siamo nell’ambito dell’ordinaria difficoltà , che non richiede la formalizzazione di un percorso individualizzato» ( R.Ciambrone ,I Bes come e cosa fare …)
ALUNNI DIFFICILI IN UN GRUPPO CLASSE ACCOGLIENTE • … con scarso rendimento • demotivati Bisogni educativi • aggressivi Speciali • varie forme di disagio Con questi studenti occorre modulare la didattica e i contenuti delle varie discipline …possono diventare più ragionevoli e responsabili quando si sentono parte di un gruppo che si interessa a loro , valorizza la loro presenza potenziando l’autostima.
Piano d’intervento multidimensionale Percorsi educativi per l’allievo problematico
GESTIRE LE PROBLEMATICITA’ COMPORTAMENTALI Comportamenti L’insegnante è bene che L’insegnante è bene che problema studenti faccia ….. eviti di … • Instabilità emotiva • Essere disponibili nei rapporti • Arrabbiarsi relazionali con lo studente ma • Crisi di collera • Urlare essere «fermi» verso il improvvisi • Sistematico non • comportamento aggressivo. Aiutare a gestire le proprie • Minacciare rispetto delle regole. emozioni. continuamente • Aiutare a gestire i conflitti e • Contrapporre • Uso della prepotenza lavorare sulle abilità sociali. e delle minacce. • Presentare modelli di continuamente ad • Si negano i comportamento diversi che un atteggiamento comportamenti permettono di rompere il aggressivi . comportamento stereotipato. oppositivo uno • Concordare , quando è stesso stile di • Atteggiamenti di sfida possibile, con la famiglia , nei confronti alcuni obiettivi su cui lavorare opposizione. dell’insegnante . in accordo scuola-famiglia.
I bambini con comportamenti aggressivi • Hanno un forte interesse sociale ma non sanno come manifestarlo (volontà di leadership, incapacità di negoziare, imposizione del proprio pensiero, rischio di esclusione dal gruppo e quindi di frustrazione). • Hanno un forte bisogno di affermazione di sé (possesso del gioco, del posto in classe, del lavandino per lavarsi le mani, di un amico). • Hanno un forte bisogno di essere visti (controllo del gruppo, imitazione dell’adulto, sfida all’adulto, gelosia per un fratellino e rifiuto per i compagni). Analisi funzionale del comportamento problema • QUALI MOTIVAZIONI: – ATTENZIONE: il comportamento mira ad attirare l’attenzione su di sé – RICOMPENSA TANGIBILE: il comportamento indesiderabile mira ad ottenere una gratificazione concreta( es. un oggetto desiderato) – FUGA: il comportamento disfunzionale permette di fuggire , evitare un attività spiacevole – STIMOLAZIONE SENSORIALE: il comportamento appaga bisogni sensoriali ( es. aumento movimento durante lo svolgimento di attività noiose).
A SCUOLA si affrontano le difficoltà con modalità PEDAGOGICHE/EDUCATIVE Gli alunni vanno aiutati ad apprendere il modo “appropriato” di comportarsi in classe, dove, con il termine appropriato, si intende un comportamento socialmente desiderabile. Le procedure che si sono rivelate più efficaci sono quelle che derivano della teoria dell’apprendimento sociale, i cui principi di base possono essere così sintetizzati: 1. la maggior parte dei comportamenti sono appresi; 2. la maggior parte dei comportamenti possono essere modificati dalle conseguenze; 3. affinché agiscano sul comportamento le conseguenze devono essere il più possibile immediate; 4. il rinforzo positivo per i comportamenti adeguati è da usare più spesso di quanto venga usata la punizione per i comportamenti indesiderabili. - L’obiettivo fondamentale dell’agire scolastico è naturalmente oltre che favorire il successo scolastico, quello di modificare il comportamento – problema di alcuni alunni particolarmente« critici» . Il termine “modificazione del comportamento” ha una connotazione positiva, assume il significato di indirizzare correttamente, stabilendo dei giusti limiti e, contemporaneamente, significa incoraggiare e valorizzare l’alunno. Una strategia di modificazione del comportamento avrà maggiori probabilità di risultare efficace se vengono rispettate dall’insegnante queste tre regole di base: 1. ricompensare spesso il comportamento adeguato quando è poco frequente, ricompensare di tanto in tanto quando il comportamento adeguato diventa più frequente; 2. fare attenzione a non rinforzare accidentalmente il comportamento indesiderabile; 3. usare la punizione per i comportamenti negativi, ma farne un uso sporadico.
INTERVENTI SUL PIANO COMPORTAMENTALE USO STRATEGICO DEL RINFORZO POSITIVO ES. alunno x aiuta un compagno in difficoltà e viene elogiato per questo suo comportamento, è più probabile che in futuro e in circostanze simili, alunno x si comporti nello stesso modo. • rinforzi sociali: ricevere attenzione, incoraggiamenti, complimenti; • rinforzi dinamici: consistono nell’avere accesso ad attività gratificanti come conseguenza del proprio comportamento adeguato; • rinforzi simbolici: sono, ad esempio, bollini premio , gettoni,smiles che, una volta accumulati, vengono scambiati con premi tangibili o danno diritto a qualche rinforzo dinamico; • auto-rinforzi: sono quelli che una persona concede a se stessa, come il lodarsi, l’auto- approvazione, il senso di soddisfazione e di successo personale. Se lo scopo è quello di indebolire o eliminare comportamenti indesiderabili e far sì che gli alunni imparino a sostituirli con comportamenti adeguati, allora bisogna agire sulle conseguenze del comportamento gratificando quei modi di agire che sono funzionali per l’apprendimento e per una partecipazione costruttiva alla vita di classe.
IGNORARE STRATEGICO I comportamenti problematici che l’alunno manifesta con lo specifico intento di attirare su di sé l’attenzione dell’insegnante o dei compagni (esempio fare il “pagliaccio”, interrompere, fare commenti fuori luogo) possono essere affrontati semplicemente attraverso l’ignorare strategico, ossia nel fare come se non fosse successo niente. Ovviamente in questo caso anche gli altri alunni dovrebbero collaborare trattenendosi dal reagire a tali comportamenti del loro compagno. Quando si attua l’ignorare strategico c’è da aspettarsi un peggioramento del comportamento problema, almeno per qualche giorno, in quanto l’alunno metterà alla prova insegnante e compagni per cercare di ottenere quell’attenzione a cui era abituato. Se si persiste con coerenza, dopo un paio di settimane, si dovrebbe assistere a una sostanziale diminuzione del comportamento ignorato.
Questa procedura consiste nel consegnare all’alunno dei rinforzi simbolici (bollini premio) in seguito al verificarsi di comportamenti desiderabili. I bollini premio possono essere incollati su un’apposita scheda consegnata all’alunno e, alla fine di un certo periodo di tempo, ad esempio una settimana, i bollini conquistati daranno diritto a usufruire di una data ricompensa che, di solito, consiste in un’attività piacevole. Affinché tale procedura dia i risultati sperati è essenziale attenersi ai seguenti criteri: 1. includere non più di tre tipi di comportamento da attenzionare e specificare bene all’alunno cosa ci si aspetta da lui; 2. assieme all’alunno compilare un “menu” di ricompense dando loro un valore in punti (ad esempio, passare mezz’ora a guardare un video = 10 bollini); GRATIFICAZIONE né eccessivamente DIFFICILE né troppo FACILE …Con gli alunni molto impulsivi e iperattivi il metodo funziona solo se i bollini conquistati possono essere scambiati e convertiti in ricompense entro breve tempo. Nessun alunno iperattivo si sforzerà per ottenere qualcosa che è lontano nel tempo. Quindi a fine mattinata l’alunno farà il conto dei bollini e, in base a quanto ottenuto, riceverà un buono premio dove è indicata la ricompensa vinta.
SE ….MI COMPORTO COSI’….PERDO I MIEI BOLLINI • Un modo più sofisticato e articolato di applicare la procedura TOKEN ECONOMY consiste nel consegnare all’alunno un certo numero di punti premio, di bollini, o di gettoni ogni mattina all’inizio delle lezioni. • L’intervento implica la somministrazione della penalità (la perdita di punti o di bollini) nel momento in cui si verificano determinati comportamenti indesiderabili precedentemente specificati; es.: gridare, disturbare gli altri, insultare un compagno. • Alla fine della mattinata si farà il conto dei punti o bollini rimasti e verrà concessa all’alunno una gratificazione in base ai punti rimasti. • Prima di applicare la procedura verrà costruito, assieme all’alunno, un menù di ricompense che riceverà in base ai punti che riuscirà a conservare.
Il contratto educativo formalizzato con la famiglia dovrebbe contenere : Regole ed aspettative di Sistemi monitoraggio del comportamento comportamento Conseguenze rinforzi e sanzioni
Il contratto educativo
MODELING o Gli alunni apprendono gran parte dei loro comportamenti sociali (e molte altre azioni complesse) attraverso l’imitazione degli altri. o Molti comportamenti vengono acquisiti dall’alunno osservando le persone significative che vivono intorno a lui e che fanno parte del suo ambiente. o Il metodo del modeling può essere attuato applicando la seguente procedura: 1. simulare una situazione reale che sia in relazione con l’abilità specifica che vogliamo far acquisire all’alunno; 2. mostrare all’alunno il comportamento che deve apprendere; 3. chiedere all’alunno di provare; 4. dare informazioni su come sta andando la prova (a volte è utile una videoregistrazione che consenta all’alunno di valutare lui stesso il suo comportamento); 5. dare all’alunno l’occasione di continuare ad esercitarsi. Questa procedura non solo facilita l’acquisizione di nuovi comportamenti, ma consente allo stesso tempo all’alunno di apprendere in maniera graduale e in un ambiente sicuro, riducendo al minimo lo stress.
IL TIME-OUT CON RINFORZO POSITIVO Il time-out si è dimostrato una procedura efficace per ridurre la frequenza di un comportamento inadeguato. E’ la sospensione da qualsiasi agente rinforzante e prevede che esista un accordo con l’alunno. Ne esistono alcune varianti: 1. time-out dall’attività: all’alunno viene impedito di continuare un’attività per lui piacevole, ma gli è permesso osservarla. Per esempio, se si comporta male durante un gioco viene fatto uscire e può guardare gli altri che continuano; 2. time-out da tutti gli stimoli: l’alunno viene messo, da solo, non in un luogo particolarmente piacevole, né che possa mettere paura. Il time-out può durare, generalmente, da cinque a dieci minuti. Il time-out dall’attività e il time-out da tutti gli stimoli sono da preferirsi al time-out in isolamento( allontanare l’alunno dalla classe per un imprecisato periodo di tempo) . È fondamentale controbilanciare il time-out con una successiva attenzione positiva rivolta all’alunno, dialogando con lui, lodandolo o interagendo di più. I risultati migliori si ottengono quando si usano sia il metodo dell’incoraggiamento positivo + il time-out
Comportamenti per il quale il time-out è adatto : - comportamenti di iperattività relativi ad atti aggressivi o distruttivi; Con quali comportamenti il time-out è controindicato e NON va utilizzato: • non fare i compiti per casa; • non riuscire in qualcosa; • tenere in disordine i quaderni; • distrarsi, fantasticare; • isolamento, voglia di stare da solo; • irritabilità, cattivo umore, suscettibilità; • comportamenti di iperattività (applicare il time-out solo per atti aggressivi o distruttivi); • comportamenti schivi dovuti a paura; • essere dipendente, timido o passivo.
Intervento su problemi specifici ATTIVITA’ MOTORIA IN ECCESSO regole chiare sul movimento in casa/classe( predisporre segnali, es .bollino rosso e verde) programmare brevi intervalli (non quando si è già presentato il comportamento inadeguato) stabilire specifiche conseguenze per la trasgressione( es. perdita intervallo, punti, gettoni) rinforzare positivamente chi si comporta bene( evitare però i confronti!) integrare periodi di compiti da svolgere seduti con attività di apprendimento attivo.
DIFFICOLTA’ ATTENZIONE FOCALIZZATA • fare domande frequenti • sottolineare le parti critiche delle informazioni date( es. “questa è una cosa a cui dovete prestare attenzione…”) • presentare l’informazione attraverso diverse modalità sensoriali( ad es. visive, uditive, per iscritto, disegno) • fornire frequenti rinforzi • usare spesso stimoli nuovi. LAVORI NON COMPLETATI • verificare se il bambino sa cosa deve fare, insegnare al bambino come organizzare e pianificare l’attività, spiegargli come automonitorarsi, insegnargli i sotto-obiettivi, rinforzare i sotto-obiettivi raggiunti, fornire ricorrenti promemoria( visivi e verbali).
DISORGANIZZAZIONE • utilizzare un sistema di tutoring( compagno gradito al bambino che lo affianchi nell’organizzazione delle attività e materiali) • coinvolgere degli adulti utilizzando apposite schede per la segnalazione dei compiti • farsi dare un feedback sulla scheda di segnalazione compiti sull’effettivo svolgimento del lavoro • abituare il bambino ad annotare sul diario attività speciali.
METODOLOGIE dove i COMPAGNI diventano FACILITATORI DELL’APPRENDIMENTO e possono favorire PROCESSI di AUTOCONTROLLO • Modelli da imitare MODELING ( apprendimento imitativo ,si propongono esperienze di apprendimento attraverso l’osservazione del comportamento di un soggetto- modello come può essere un compagno . Per Dad-DID video modeling ) • Tutor dell’apprendimento PEER TUTORING ( insegnamento reciproco fra pari ) • RECIPROCAL TEACHING( imparare insieme in coppia ,es. attività di lettura ,comprensione del testo e riassunto …si può adattare anche alla DAD-DID creando piccole stanze virtuali per svolgere un compito ) • Tutor nella mediazione dei conflitti • Tutor nell’inserimento nelle attività
ATTUARE UN PROGETTO DI MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO Prima di elaborare tale progetto gli insegnanti dovranno definire le aree maggiormente problematiche ( iperattività, impulsività, aggressività, disturbo della condotta, disturbo oppositivo…) per quanto concerne l’alunno su cui si vuole intervenire e predisporre una SCHEDA RILEVAZIONE COMPORTAMENTI PROBLEMATICI. Si tratta di indicare in termini comportamentali il cambiamento specifico che si vuole ottenere con l’alunno, TENER CONTO del ruolo dei compagni. Prima di applicare qualsiasi strategia è necessario quantificare il problema attraverso una fase di circa sei giorni di osservazione, per rilevare un comportamento sarebbe quello di annotarlo ogni volta che si verifica, ossia registrarne la frequenza (osservazione continua). Nella lettura dei dati si cerca di rilevare, oltre all’aspetto quantitativo, anche eventuali informazioni su alcune variabili che possono aver influito sulla frequenza del comportamento dell’alunno. ESEMPIO: • l’influenza di un particolare insegnante e relativa attività svolta • l’insegnamento di una data materia • l’orario della giornata ecc
SCHEDA REGISTRAZIONE COMPORTAMENTI PROBLEMATICI Nome alunno… DATA SITUAZIONE E COMPORTAMENTO LIVELLO STRESS LUOGO ALUNNO INSEGNANTE LIVELLI STRESS O assente 1 basso 2 medio 3-4 5- alto /molto alto
ANALISI FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO: ANTECEDENTE COMPORTAMENTO CONSEGUENTE es. bambino iperattivo A= stanco di ascoltare la lezione , B comportamento =si alza e da fastidio, C ins. si arrabbia ed urla DATA/ORA ANTECEDENTI COMPORTAMENTO CONSEGUENTE ALUNNO Cosa è successo dopo Alunni ed insegnante
Gli insegnanti che partecipano al progetto di modificazione del comportamento dovranno, concordare quale strategia adottare, utilizzando alcune delle procedure ( descritte precedentemente) Le domande che un insegnante dovrebbe porsi sono le seguenti: 1. Cosa posso fare per far acquisire all’alunno quel dato comportamento? 2. Come posso incrementare quel dato comportamento? 3. Come posso interrompere quel dato comportamento? 4. Come posso mantenere la riduzione di quel dato comportamento? 5. Le aspettative nei confronti dell’alunno sono ragionevoli? Anche se i primi risultati possono notarsi già dopo 3-4 settimane (se gli insegnanti hanno proceduto con sistematicità e coerenza), saranno necessari circa due mesi affinché nuove modalità di comportamento si consolidino. Sarebbe quindi assurdo aspettarsi un cambiamento dopo qualche giorno da quando si è cominciato a usare l’incoraggiamento positivo o altre forme di rinforzo. Dopo circa due mesi dall’inizio dell’attuazione di una data strategia si può verificarne l’efficacia procedendo con una nuova fase di osservazione sistematica della durata di almeno sei giorni.
Interventi sull’ambiente di vita: gli studi dimostrano che gli insegnanti previdenti strutturano l’ambiente di classe e la giornata di scuola in modo tale da diminuire le probabilità che insorgano problemi di comportamento. Organizzazione del contesto 1. Creare delle routine soprattutto per le fasi di transizione e per i momenti destrutturati. 2. Prevedere una precisa organizzazione di tempi e di luoghi da dedicare a varie attività quotidiane. 3. Preannunciare i momenti di transizione e prevedere dei tempi massimi per il loro completamento. 4. Disporre il banco vicino alla cattedra e lontano da fonti di distrazione. Ambiente di apprendimento prevedibile e sicuro
Organizzazione degli spazi in classe Allievo Allievo problematico problematico
Adattamento di attività e materiali In classe …. 1. Frazionare le attività in parti brevi e maneggevoli. 2. Fissare degli intervalli di tempo per lo svolgimento delle attività. 3. Adottare approcci didattici attivi, esperienziali e basati su molteplici modalità senso-motorie. 4. Fornire continui feedback all’allievo. 5. Utilizzare immagini e colori correlati all’attività. 6. Incrementare il livello di stimolazione intra- compito. LE 10 REGOLE
Lavorare in classe con alunno dai comportamenti-problema Interventi di potenziamento cognitivo sulle funzioni di base (attenzione, working memory, ecc.). Trasmissione di abilità comunicative e socio-affettive. Modellamento di metodi di studio tramite approcci metacognitivi e basati sulle funzioni esecutive.
Tipi di compito e funzioni esecutive Eseguite tutte le moltiplicazioni presenti a pagina 24 del libro, in base a quello che abbiamo fatto oggi in classe. Per la prossima volta, create un elaborato scritto o un immagine o un qualsiasi altro prodotto che, secondo voi, rappresenti la nostra regione(scuola primaria) ,per scuola secondaria si puo’ far riferimento alle tradizioni culturali della regione.
Tipi di compito e funzioni esecutive
Le disfunzioni esecutive Funzioni esecutive Deficit Inibizione Distraibilità Pianificazione Caoticità Generatività Limitatezza Flessibilità Perseverazione Memoria di lavoro Sregolatezza Memoria prospettica Imprevedibilità
Alla conquista dell’autoregolazione Training 1. L’automonitoraggio per potenziare l’attenzione Training 2. L’automonitoraggio per migliorare la scrittura Training 3. L’automonitoraggio per incrementare le abilità organizzative Training 4. L’automonitoraggio per favorire la gestione del tempo Training 5. L’automonitoraggio per migliorare la produttività nei compiti
Training 1. L’automonitoraggio per l’attenzione
Training 2. L’automonitoraggio per la scrittura
Training 3. L’automonitoraggio per l’organizzazione
Training 4. L’automonitoraggio per il tempo
Training 5. L’automonitoraggio per i compiti
Nessuno studente è perduto finché un insegnante crede in lui !!!
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