SITUAZIONI PROBLEMATICHE - GESTIONE della CLASSE in presenza di I.C. " Andrea SANSOVINO" Monte San Savino

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SITUAZIONI PROBLEMATICHE - GESTIONE della CLASSE in presenza di I.C. " Andrea SANSOVINO" Monte San Savino
GESTIONE della CLASSE in presenza di
      SITUAZIONI PROBLEMATICHE

      I.C. « Andrea SANSOVINO» Monte San Savino

29/09/2021                   Prof.ssa Tiziana Giovenali
SITUAZIONI PROBLEMATICHE - GESTIONE della CLASSE in presenza di I.C. " Andrea SANSOVINO" Monte San Savino
 GESTIONE DELLA CLASSE SECONDO IL MODELLO «ECOLOGICO» , focalizzato sulle
   condizioni ambientali e sulla loro influenza sui comportamenti degli alunni. Gli
   insegnanti sono impegnati quotidianamente a migliorare la struttura della classe, le
   relazioni ed il controllo, i valori e la capacità di risolvere problemi.
 CLIMA POSITIVO IN CLASSE – DOCENTE CARING ovvero docente che sa «prendersi
   cura» dei suoi allievi, che sa integrare gli aspetti didattici con i fattori affettivo-
   relazionali .
 PEDAGOGICAL CARING
Prevede il coinvolgimento positivo dell’insegnante nell’esercizio della propria professione ,
avere aspettative di successo nei confronti di tutti gli alunni, possedere capacità di ascolto
e restituzione di adeguati feedback ,credere nella valorizzazione dell’individualità
dell’allievo , sia come co-protagonista dell’apprendimento sia come persona nella sua
totalità.
https://www.bing.com/videos/search?q=i+care+don+milani&&view=detail&mid=4FF5BE2
147E49AD0C7244FF5BE2147E49AD0C724&&FORM=VRDGAR&ru=%2Fvideos%2Fsearch%
3Fq%3Di%2Bcare%2Bdon%2Bmilani%26%26FORM%3DVDVVXX
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 La classe è un ambiente fisico e sociale caratterizzato da una serie di variabili che ne
  influenzano l’andamento e di cui l’insegnante deve tenere conto. Di fronte ad una
  complessità tanto vasta e variegata di una scuola che cambia ed in continua evoluzione è
  necessario fare leva su alcune caratteristiche fondamentali dell’azione didattica, per
  incrementare i livelli di inclusione in classe e migliorare le condizioni di apprendimento
  di tutti gli alunni.
 Tuttavia la gestione della classe non è legata soltanto alle strategie sperimentate in aula,
  riguarda anche gli atteggiamenti, i valori e il modo di interpretare le situazioni
  soprattutto critiche da parte del docente.
  Tutto questo rientra nelle capacità decisive ed organizzative per la gestione della classe.
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CLASSE …. LUOGO di             INTERDIPENDENZA         SOCIALE

    https://www.psiconline.it/le-biografie-dei-grandi-della-psicologia/kurt-lewin-
    1890-1947.html
K.Lewin:
“il gruppo è qualcosa di più, o per meglio dire, qualcosa di diverso dalla somma dei suoi
membri: ha una struttura propria, fini peculiari, e relazioni particolari con altri gruppi. Quel
che ne costituisce l’essenza è l’interdipendenza tra i membri. Il gruppo così, è una totalità
dinamica: un cambiamento di stato di una sua parte, interessa lo stato di tutte le altre”
(1951).
INTERDIPENDENZA SOCIALE come modalità di relazione che si stabilisce tra le persone in
vista di un obiettivo da raggiungere.

                                     INTERDIPENDENZA SOCIALE NEGATIVA quando è
                                     caratterizzata da eccessiva competizione e le relazioni
                                     sociali possono essere fonti di stress.
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INTERDIPENDENZA SOCIALE ASSENTE : caratterizza quelle situazioni che privilegiano il
lavoro autonomo e l’individualismo. Il successo di ciascuno è indipendente dal lavoro degli
altri. Le relazioni sociali sono del tutto prive di importanza rispetto allo svolgimento del
compito e al raggiungimento del successo.

POSITIVA: si sviluppa quando un soggetto comprende che deve coordinare i propri sforzi
con quelli altrui per completare un compito e che è vincolato ad altri in modo tale da non
poter aver successo se anche questi ultimi non l’hanno. Le relazioni sociali sono importanti
perché danno supporto operativo ed emotivo.
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CLASSE = AMBIENTE DOVE STAR BENE
TEORIA DELL’ AUTODETERMINAZIONE – DECI E RYAN 1985
Questa teoria psicologica ( personalità, motivazione umana e funzionamento ottimale )
sottolinea come ambienti sociali , quali la famiglia e la scuola , possono incoraggiare
l’autodeterminazione attraverso il soddisfacimento di tre bisogni psicologici fondamentali :
BISOGNO DI RELAZIONE
Sentirsi connessi con gli altri, prendersi cura ed essere riconosciuti e accettati.
BISOGNO DI COMPETENZA
Necessità di sperimentare e esprimere le proprie capacità; bisogno di percepirsi efficaci.
BISOGNO DI AUTONOMIA
Percepirsi origine e fonte del proprio comportamento, essere spinto dai propri interessi e
valori.
I contesti sociali , come la SCUOLA che favoriscono la soddisfazione di questi 3 bisogni
promuovono il benessere ed il funzionamento della persona.

 Piramide dei BISOGNI
 A.MASLOW( 1954)

 https://persona360.it/mente/la-piramide-di-maslow-
 i-bisogni-fondamentali-di-tutti
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IN CLASSE CON LE EMOZIONI

Gli studi di D. GOLEMAN sull’ INTELLIGENZA EMOTIVA si sono concentrati su questa
particolare tipologia di intelligenza che si affianca alle capacità della logica .
Conseguenze :
• le emozioni hanno un ruolo importante nell’orientare i comportamenti e nella
costruzione dell’identità dei soggetti;
• le emozioni influenzano anche i processi di apprendimento e le prestazioni;
 • l’empatia, la capacità di riconoscere e interpretare le reazioni emotive e i sentimenti
altrui sono capacità da sviluppare nei soggetti perché regolano la comunicazione e la
relazione;
• nella gestione della classe e nell’organizzazione della lezione , l’attenzione alla dimensione
emotiva e affettiva del bambino è determinante.

                                                     https://lamenteemeravigliosa.it/daniel-
                                                     goleman-intelligenza-emotiva
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DIDATTICA DA SVILUPPARE IN CLASSE

EDUCARE ALLE EMOZIONI
EDUCARE ALLA COSTRUZIONE CONDIVISA
DELLE REGOLE

 www.raiscuola.rai.it
 «Litigare con metodo » di Daniele Novara
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GESTIONE DELLA CLASSE - LUOGO DI TENSIONI (Maria Jose Lera, Knud Jensen e Frode
Jøsang, 2007)

La classe è un luogo di tensione sia per gli insegnanti che per gli studenti.
Gli insegnanti devono far fronte a quattro diversi comportamenti che influenzano il clima di
gruppo (Nordahl 1998).
1. il comportamento del gruppo, che influenza il processo di insegnamento e quello di
apprendimento. Comprende la distrazione, il parlottare, le azioni di disturbo verso compagni
e insegnanti eccetera. (Il 30-60% degli allievi si comportano in questo modo qualche volta o
regolarmente);
2. l’isolamento sociale, che comprende la solitudine, la sottovalutazione, la depressione e
l’assenza di relazioni (riguarda il 10-30% degli allievi);
3. i comportamenti distruttivi che suscitano conflitti e si manifestano attraverso aggressioni,
opposizioni, violazione delle regole della classe e delle norme di comportamento (12-30%);
4. le trasgressioni e comportamenti al confine con la devianza quali possono esserlo i casi più
gravi di bullismo, furto, violenza, assenteismo ecc. (1-2%).
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impotenti    travolte dai         Inadeguate
            problemi della
                classe

                             Inefficaci
 Il clima della classe dipende dall’intenzione formativa sia degli
  insegnanti che degli studenti ed è un impegno quotidiano.
 Il clima di classe dipende dalla qualità della comunicazione
  insegnanti-studenti e dalla consapevolezza della reciproca co-
  educazione
 «Il clima della classe» va riproposto e rinegoziato giornalmente
  in modo esplicito o implicito.
 Quando il clima è positivo facilita l’apprendimento , quando è
  negativo lo ostacola e crea conflitti.
COME ESSERE O DIVENTARE UN INSEGNANTE
EFFICACE ?

- Gli insegnanti efficaci cercano continuamente di migliorare il loro metodo ,
  rivedono continuamente le loro strategie rivoluzionando talvolta lo schema
  delle loro lezioni .
- Avere un PENSIERO STRATEGICO : saper inquadrare le situazioni difficili
  come dei problemi , non come drammi o tragedie .
- Utilizzare il PROBLEM SOLVING (percepire il problema , identificarlo,
  accettare la sfida , tener conto di vincoli e risorse , progettare un piano
  d’azione, assumere decisioni , valutazione dei risultati , spinta a ricercare
  piani alternativi se le previsioni di quello elaborato risultano negative ).
- Per i problemi nuovi , inediti e particolarmente complessi , la voglia di fare
  nuove esperienze , la flessibilità cognitiva, la propensione al cambiamento ,
  sono le maggiori cause di successo professionale caratterizzante un
  insegnante efficace.
L’AUTOSTIMA COME FATTORE DI PROTEZIONE
Fattore decisivo per essere resilienti è avere una buona autostima fondata realisticamente e
costante nel tempo. Per gestire almeno in parte la propria autostima e di conseguenza la
propria resilienza occorre acquisirne consapevolezza e convincersi che può essere
modificabile.
L’autostima dipende da FATTORI INTERNI ( temperamento, carattere personalità, disponibilità
al cambiamento, strategie problem solving )
e da FATTORI ESTERNI che per un insegnante possono essere : collaborazioni con i colleghi ,
con il Dirigente, con i genitori , un ambiente nel suo complesso favorevole come clima
accogliente , la possibilità di aggiornarsi .
E’ POSSIBILE DELINEARE UN PRECISO PROFILO DELL’INSEGNANTE EFFICACE ?
Le ricerche sono state condotte su diversi filoni ….1) fissare le caratteristiche personali
dell’insegnante ( età, sesso, intelligenza, motivazione, atteggiamenti…) ;2) individuare
caratteristiche contestuali ( attrezzature scolastiche , contesto socio-economico, n. alunni per
classe , orario, risorse del territorio ) ; 3)considerare i risultati degli apprendimenti negli
alunni ; 4) analisi dei comportamenti in classe di docenti ed alunni …
….risultati deludenti per tutte le tipologie di ricerche ….
E’ «IMPOSSIBILE» misurare le competenze dell’insegnante …ovvero non si può giungere a
una categorizzazione rigorosa, certa e misurabile di un comportamento ideale !!!
RESILIENZA E          CAMBIAMENTO

L’attitudine a fronteggiare le avversità , a impegnarsi con un
coinvolgimento attivo, a controllare efficacemente le iniziative
intraprese , ad accettare le sfide , cioè ESSERE RESILIENTI , anche se
c’è una predisposizione innata ( SISTEMA IMMUNITARIO DELLA
PSICHE ) , non è immodificabile, ma evolve con il tempo, si può
rafforzare o indebolire sulla base di particolari contesti di vita e di
apprendimento.
VALUTO LA MIA RESILIENZA ( tratto da « La gestione
della classe » di L. Tuffanelli e D. Ianes , Erikson 2011)
ALLORA CHE FARE ??

Si può imparare « il mestiere », adottando nelle più
svariate situazioni ,comprese quella relativa alla gestione
di classi difficili , comportamenti PROBABILMENTE più
efficaci ed evitando i più PROBABILI errori.

 https://www.giunti.it/catalogo/insegnanti-
 efficaci-9788809788756
Comportamenti efficaci dell’insegnante per gestire con meno
tensione la classe…( Ronald 1991)

1.Essere presenti – il grado di attenzione con cui il docente riesce a seguire la
classe e le dinamiche di gruppo, sapendo sempre cosa sta succedendo.
2. Essere chiari e facili da seguire : organizzare le attività di classe, pianificare e
preparare una lezione ben strutturata, usare un linguaggio appropriato .
3. Gestire diversi compiti contemporaneamente – la capacità di affrontare
diversi compiti nel medesimo tempo.
4. Appianare i problemi – saper reagire in modo appropriato nei momenti
critici e far sì che le dinamiche di gruppo non incontrino ostacoli.
5.Prendere l’iniziativa - cercare di risolvere i problemi ” vis a vis ” ( a bassa voce,
andando vicino al ragazzo che disturba, parlando con lui prima o dopo la lezione).
6. Dare segnali anche non verbali
7. Prendere tempo in luogo di decisioni affrettate.
8. Saper gestire i conflitti e le situazioni di crisi assumendo anche la prospettiva
dei ragazzi cercando un accordo parziale.
9. Flessibilità – la capacità di cambiare e di riorganizzare il proprio lavoro quando
non è abbastanza efficace.
10. Passare da un atteggiamento reattivo ad uno preventivo nel senso di
anticipare prevedendo quello che può succedere ed essere preparati.
11. Riflettere sulle proprie strategie e reazioni ed essere in grado di cambiare,
essere spontanei nel proprio comportamento e usare l’umorismo.
12. Ricordare le regole
13.Appropriatezza: nel caso di non rispetto delle regole assicurarsi che l’eventuale
sanzione e la reazione dell’insegnante siano opportune e ragionevoli rispetto al
comportamento problematico. È importante non aggravare il conflitto.
14. Reattività: Parlare con i ragazzi al termine della lezione e concordare il da farsi
nella prossima lezione .

MIGLIORARE LA STRUTTURA DELLA CLASSE, LE RELAZIONI E IL CONTROLLO, I
VALORI E LA CAPACITÀ DI RISOLVERE PROBLEMI.
http://www.golden5.org/golden5/golden 5/programa/it/1Gestionedellaclasse.pdf
Le 10 regole per una disciplina efficace

1. Fissiamo poche regole chiare e non ambigue di comportamento
2. Poniamo solo regole necessarie
3. Ordiniamo e non chiediamo in modo retorico
4. Formuliamo l’ordine solo una volta
5. Poniamo un limite temporale alle regole
6. Evitiamo di punire il bambino per ogni cosa
7. Ignoriamo i comportamenti lievemente disturbanti
8. Premiamo il bambino quando emette comportamenti positivi
9. Prevediamo le conseguenze in un tono emotivo tranquillo
10.Favorire la reiterazione e la generalizzazione del sistema di
  regole.
STILI COMUNICATIVI
( studi di Robert Norton ,1983 )
                                                  Stile drammatico
                         Quando parlo
Stile                  tendo ad alzare la
                                                     Uso spesso espressioni
dominante                    voce
                                                         esagerate per
                                                     enfatizzare un aspetto
                                                          del discorso

 Stile polemico
                                  Stile
       Una volta
                                  animato                 Stile rilassato
    coinvolto in una                  Quando
      discussione                   comunico il                  Generalmente
         fatico a                   mio volto è                   anche sotto
        fermarmi                       molto                   pressione parlo in
                                     espressivo                 modo rilassato
Proprio l’ETEROGENEITA’ delle classi o le diverse tipologie di
attività didattica possono richiedere di utilizzare più stili
comunicativi.
Alcuni alunni possono essere affascinati e sentirsi rassicurati da
un insegnante che manifesta uno stile comunicativo DOMINANTE
caratterizzato da competitività e sicurezza di sé , mentre altri più
bisognosi di autonomia e insofferenti verso l’autorità possono
mettere in atto comportamenti oppositivi.
Molteplici disagi/ difficoltà del bambino

                                                                Pianificazione e soluzione
        Emozioni                     Capacità di attenzione            dei problemi
                                   e concentrazione sostenuta

      Livello di autostima                                      Comportamento motorio
                                     Il bambino non
                                    riesce a regolare

                                                                   Comportamento
Livelli di motivazione e fiducia                                     con gli altri
                                     Tendenza a dare risposte
                                     precipitose ed impulsive
ATTENZIONE : DISAGIO /DIFFICOLTA’ o DISTURBO ?

Difficolta’                                           Disturbo

Luigi si muove in continuazione :non sta mai          Anche Marco ha problemi di attenzione e di
fermo durante i pasti ,si distrae mentre i genitori   irrequietezza , che tuttavia si trascinano da
gli parlano, perde spesso i suoi giochi e le sue      parecchio tempo , già prima di iniziare la scuola.
matite. I problemi sono iniziati da alcune            Col tempo, queste difficoltà hanno iniziato a
settimane ,dopo un trasloco di abitazione e di        coinvolgere i diversi momenti della vita del
scuola : il bambino in particolare sembra aver        bambino : viene escluso dai giochi perché disturba ;
sofferto del distacco dai compagni di gioco che       non va più a lezione di pianoforte perché si distrae
aveva       nel   condominio       dove     viveva    di continuo ; anche le uscite al parco si sono molto
precedentemente. Tuttavia le sue difficoltà sono      ridotte di continui incidenti che coinvolgevano altri
limitate all’ambito domestico , mentre continua       bambini.
ad essere molto attento e regolato durante gli        Purtroppo ,tutto ciò ha portato a un abbassamento
allenamenti di calcio. A scuola riesce a              nell’autostima di Marco, con un ulteriore
mantenere un rendimento sufficiente ,copiando         peggioramento del suo comportamento : in casa è
anche un po’ dai compagni .Il rapporto con i          diventato molto oppositivo con i genitori , mentre
coetanei è sostanzialmente buono , nonostante         in classe si comporta da pagliaccio per evitare i
alcuni litigi.                                        compiti e per attirare l’attenzione dei compagni.
« La situazione relativa alla presenza di ordinarie difficoltà si
verifica con frequenza e trasversalmente. Può cioè interessare
tutti i discenti, anche coloro che hanno risultati brillanti ma
che, in un certo periodo ,possono attraversare momenti di
difficoltà. Sta all’esperienza del singolo docente avvertire se la
flessione nel rendimento sia dovuta a cause contingenti e
transitorie oppure se ciò non sia il segnale di un disagio più
profondo e duraturo ,che potrebbe preludere a momenti di
criticità più seri. A parte tali situazioni-che vanno comunque
sempre considerate con la dovuta attenzione –siamo
nell’ambito dell’ordinaria difficoltà , che non richiede la
formalizzazione di un percorso individualizzato»

( R.Ciambrone ,I Bes come e cosa fare …)
ALUNNI DIFFICILI IN UN GRUPPO CLASSE ACCOGLIENTE

•   … con scarso rendimento
•   demotivati                             Bisogni educativi
•   aggressivi                                 Speciali
•   varie forme di disagio

Con questi studenti occorre modulare la didattica e i contenuti
delle varie discipline …possono diventare più ragionevoli e
responsabili quando si sentono parte di un gruppo che si interessa
a loro , valorizza la loro presenza potenziando l’autostima.
Piano d’intervento multidimensionale

         Percorsi educativi per l’allievo problematico
GESTIRE LE PROBLEMATICITA’ COMPORTAMENTALI
Comportamenti                  L’insegnante è bene che                  L’insegnante è bene che
problema studenti              faccia …..                               eviti di …
• Instabilità emotiva          •   Essere disponibili nei rapporti      • Arrabbiarsi
                                   relazionali con lo studente ma
• Crisi      di     collera                                             • Urlare
                                   essere «fermi» verso il
  improvvisi
• Sistematico          non     •
                                   comportamento aggressivo.
                                   Aiutare a gestire le proprie
                                                                        • Minacciare
  rispetto delle regole.           emozioni.                              continuamente
                               •   Aiutare a gestire i conflitti e      • Contrapporre
• Uso della prepotenza
                                   lavorare sulle abilità sociali.
  e delle minacce.             •   Presentare       modelli        di     continuamente ad
• Si        negano         i       comportamento diversi che              un atteggiamento
  comportamenti                    permettono di rompere il
  aggressivi .                     comportamento stereotipato.            oppositivo      uno
                               •   Concordare , quando è                  stesso    stile   di
• Atteggiamenti di sfida           possibile, con la famiglia ,
  nei             confronti        alcuni obiettivi su cui lavorare       opposizione.
  dell’insegnante .                in accordo scuola-famiglia.
I bambini con comportamenti aggressivi
•  Hanno un forte interesse sociale ma non sanno come manifestarlo (volontà di
   leadership, incapacità di negoziare, imposizione del proprio pensiero, rischio di
   esclusione dal gruppo e quindi di frustrazione).
• Hanno un forte bisogno di affermazione di sé (possesso del gioco, del posto in classe,
   del lavandino per lavarsi le mani, di un amico).
• Hanno un forte bisogno di essere visti (controllo del gruppo, imitazione dell’adulto,
   sfida all’adulto, gelosia per un fratellino e rifiuto per i compagni).
Analisi funzionale del comportamento problema
• QUALI MOTIVAZIONI:
     – ATTENZIONE: il comportamento mira ad attirare l’attenzione su di sé
     – RICOMPENSA TANGIBILE: il comportamento indesiderabile mira ad ottenere una
         gratificazione concreta( es. un oggetto desiderato)
     – FUGA: il comportamento disfunzionale permette di fuggire , evitare un attività
         spiacevole
     – STIMOLAZIONE SENSORIALE: il comportamento appaga bisogni sensoriali
     ( es. aumento movimento durante lo svolgimento di attività noiose).
A SCUOLA si affrontano le difficoltà con modalità PEDAGOGICHE/EDUCATIVE
Gli alunni vanno aiutati ad apprendere il modo “appropriato” di comportarsi in classe, dove,
con il termine appropriato, si intende un comportamento socialmente desiderabile.
Le procedure che si sono rivelate più efficaci sono quelle che derivano della teoria
dell’apprendimento sociale, i cui principi di base possono essere così sintetizzati:
1. la maggior parte dei comportamenti sono appresi;
2. la maggior parte dei comportamenti possono essere modificati dalle conseguenze;
 3. affinché agiscano sul comportamento le conseguenze devono essere il più possibile
immediate;
 4. il rinforzo positivo per i comportamenti adeguati è da usare più spesso di quanto venga
usata la punizione per i comportamenti indesiderabili.
- L’obiettivo fondamentale dell’agire scolastico è naturalmente oltre che favorire il successo
    scolastico, quello di modificare il comportamento – problema di alcuni alunni
    particolarmente« critici» .
Il termine “modificazione del comportamento” ha una connotazione positiva, assume il
significato di indirizzare correttamente, stabilendo dei giusti limiti e, contemporaneamente,
significa incoraggiare e valorizzare l’alunno. Una strategia di modificazione del comportamento
avrà maggiori probabilità di risultare efficace se vengono rispettate dall’insegnante queste tre
regole di base:        1. ricompensare spesso il comportamento adeguato quando è poco
frequente, ricompensare di tanto in tanto quando il comportamento adeguato diventa più
frequente;
2. fare attenzione a non rinforzare accidentalmente il comportamento indesiderabile;
3. usare la punizione per i comportamenti negativi, ma farne un uso sporadico.
INTERVENTI SUL PIANO COMPORTAMENTALE

 USO STRATEGICO DEL RINFORZO POSITIVO                ES. alunno x aiuta un compagno in
difficoltà e viene elogiato per questo suo comportamento, è più probabile che in futuro e
in circostanze simili, alunno x si comporti nello stesso modo.

• rinforzi sociali: ricevere attenzione, incoraggiamenti, complimenti;
• rinforzi dinamici: consistono nell’avere accesso ad attività gratificanti come
conseguenza del proprio comportamento adeguato;
• rinforzi simbolici: sono, ad esempio, bollini premio , gettoni,smiles che, una volta
accumulati, vengono scambiati con premi tangibili o danno diritto a qualche rinforzo
dinamico;
• auto-rinforzi: sono quelli che una persona concede a se stessa, come il lodarsi, l’auto-
approvazione, il senso di soddisfazione e di successo personale.

Se lo scopo è quello di indebolire o eliminare comportamenti indesiderabili e far sì che
gli alunni imparino a sostituirli con comportamenti adeguati, allora bisogna agire sulle
conseguenze del comportamento gratificando quei modi di agire che sono funzionali per
l’apprendimento e per una partecipazione costruttiva alla vita di classe.
IGNORARE STRATEGICO

I comportamenti problematici che l’alunno manifesta con lo specifico intento di
attirare su di sé l’attenzione dell’insegnante o dei compagni (esempio fare il
“pagliaccio”, interrompere, fare commenti fuori luogo) possono essere
affrontati semplicemente attraverso l’ignorare strategico, ossia nel fare come
se non fosse successo niente.
Ovviamente in questo caso anche gli altri alunni dovrebbero collaborare
trattenendosi dal reagire a tali comportamenti del loro compagno.
Quando si attua l’ignorare strategico c’è da aspettarsi un peggioramento del
comportamento problema, almeno per qualche giorno, in quanto l’alunno
metterà alla prova insegnante e compagni per cercare di ottenere
quell’attenzione a cui era abituato.
Se si persiste con coerenza, dopo un paio di settimane, si dovrebbe assistere a
una sostanziale diminuzione del comportamento ignorato.
Questa procedura consiste nel consegnare all’alunno dei rinforzi simbolici (bollini premio)
in seguito al verificarsi di comportamenti desiderabili.
I bollini premio possono essere incollati su un’apposita scheda consegnata all’alunno e, alla
fine di un certo periodo di tempo, ad esempio una settimana, i bollini conquistati daranno
diritto a usufruire di una data ricompensa che, di solito, consiste in un’attività piacevole.
Affinché tale procedura dia i risultati sperati è essenziale attenersi ai seguenti criteri:
1. includere non più di tre tipi di comportamento da attenzionare e specificare bene
all’alunno cosa ci si aspetta da lui;
2. assieme all’alunno compilare un “menu” di ricompense dando loro un valore in punti (ad
esempio, passare mezz’ora a guardare un video = 10 bollini);
 GRATIFICAZIONE né eccessivamente DIFFICILE né troppo FACILE …Con gli alunni molto
impulsivi e iperattivi il metodo funziona solo se i bollini conquistati possono essere
scambiati e convertiti in ricompense entro breve tempo.
Nessun alunno iperattivo si sforzerà per ottenere qualcosa che è lontano nel tempo.
Quindi a fine mattinata l’alunno farà il conto dei bollini e, in base a quanto ottenuto,
riceverà un buono premio dove è indicata la ricompensa vinta.
SE ….MI COMPORTO COSI’….PERDO I MIEI BOLLINI

• Un modo più sofisticato e articolato di applicare la procedura
  TOKEN ECONOMY consiste nel consegnare all’alunno un certo
  numero di punti premio, di bollini, o di gettoni ogni mattina
  all’inizio delle lezioni.
• L’intervento implica la somministrazione della penalità (la perdita
  di punti o di bollini) nel momento in cui si verificano determinati
  comportamenti indesiderabili precedentemente specificati; es.:
  gridare, disturbare gli altri, insultare un compagno.
• Alla fine della mattinata si farà il conto dei punti o bollini rimasti e
  verrà concessa all’alunno una gratificazione in base ai punti
  rimasti.
• Prima di applicare la procedura verrà costruito, assieme all’alunno,
  un menù di ricompense che riceverà in base ai punti che riuscirà a
  conservare.
Il contratto educativo formalizzato con la famiglia
dovrebbe contenere :

          Regole ed aspettative di            Sistemi monitoraggio del
          comportamento                       comportamento

                            Conseguenze rinforzi e
                            sanzioni
Il contratto educativo
MODELING

o Gli alunni apprendono gran parte dei loro comportamenti sociali (e molte altre azioni
    complesse) attraverso l’imitazione degli altri.
o Molti comportamenti vengono acquisiti dall’alunno osservando le persone
    significative che vivono intorno a lui e che fanno parte del suo ambiente.
o Il metodo del modeling può essere attuato applicando la seguente procedura:
 1. simulare una situazione reale che sia in relazione con l’abilità specifica che vogliamo
far acquisire all’alunno;
2. mostrare all’alunno il comportamento che deve apprendere;
3. chiedere all’alunno di provare;
4. dare informazioni su come sta andando la prova (a volte è utile una videoregistrazione
che consenta all’alunno di valutare lui stesso il suo comportamento);
5. dare all’alunno l’occasione di continuare ad esercitarsi.

Questa procedura non solo facilita l’acquisizione di nuovi comportamenti, ma consente
allo stesso tempo all’alunno di apprendere in maniera graduale e in un ambiente sicuro,
riducendo al minimo lo stress.
IL TIME-OUT CON RINFORZO POSITIVO

Il time-out si è dimostrato una procedura efficace per ridurre la frequenza di un
comportamento inadeguato. E’ la sospensione da qualsiasi agente rinforzante e prevede che
esista un accordo con l’alunno.
Ne esistono alcune varianti:
1. time-out dall’attività: all’alunno viene impedito di continuare un’attività per lui piacevole,
ma gli è permesso osservarla. Per esempio, se si comporta male durante un gioco viene fatto
uscire e può guardare gli altri che continuano;
2. time-out da tutti gli stimoli: l’alunno viene messo, da solo, non in un luogo particolarmente
piacevole, né che possa mettere paura.

 Il time-out può durare, generalmente, da cinque a dieci minuti. Il time-out dall’attività e il
time-out da tutti gli stimoli sono da preferirsi al time-out in isolamento( allontanare l’alunno
dalla classe per un imprecisato periodo di tempo) .

È fondamentale controbilanciare il time-out con una successiva attenzione positiva rivolta
all’alunno, dialogando con lui, lodandolo o interagendo di più.
I risultati migliori si ottengono quando si usano sia il metodo dell’incoraggiamento positivo
+ il time-out
Comportamenti per il quale il time-out è adatto :
- comportamenti di iperattività relativi ad atti aggressivi o distruttivi;
Con quali comportamenti il time-out è controindicato e NON va utilizzato:
• non fare i compiti per casa;
• non riuscire in qualcosa;
• tenere in disordine i quaderni;
• distrarsi, fantasticare;
• isolamento, voglia di stare da solo;
• irritabilità, cattivo umore, suscettibilità;
• comportamenti di iperattività (applicare il time-out solo per atti aggressivi
o distruttivi);
• comportamenti schivi dovuti a paura;
• essere dipendente, timido o passivo.
Intervento su problemi specifici

ATTIVITA’ MOTORIA IN ECCESSO
 regole chiare sul movimento in casa/classe( predisporre segnali,
es .bollino rosso e verde)
 programmare brevi intervalli (non quando si è già presentato il
  comportamento inadeguato)
 stabilire specifiche conseguenze per la trasgressione( es. perdita
  intervallo, punti, gettoni)
 rinforzare positivamente chi si comporta bene( evitare però i
  confronti!)
 integrare periodi di compiti da svolgere seduti con attività di
  apprendimento attivo.
DIFFICOLTA’ ATTENZIONE FOCALIZZATA
• fare domande frequenti
• sottolineare le parti critiche delle informazioni date( es. “questa è una cosa
   a cui dovete prestare attenzione…”)
• presentare l’informazione attraverso diverse modalità sensoriali( ad es.
   visive, uditive, per iscritto, disegno)
• fornire frequenti rinforzi
• usare spesso stimoli nuovi.
LAVORI NON COMPLETATI
•    verificare se il bambino sa cosa deve fare,
   insegnare al bambino come organizzare e pianificare l’attività,
   spiegargli come automonitorarsi, insegnargli i sotto-obiettivi,
   rinforzare i sotto-obiettivi raggiunti,
   fornire ricorrenti promemoria( visivi e verbali).
DISORGANIZZAZIONE
•   utilizzare un sistema di tutoring( compagno
    gradito al bambino che lo affianchi
    nell’organizzazione delle attività e materiali)
•   coinvolgere degli adulti utilizzando apposite
    schede per la segnalazione dei compiti
•   farsi dare un feedback sulla scheda di
    segnalazione compiti sull’effettivo svolgimento
    del lavoro
•   abituare il bambino ad annotare sul diario
    attività speciali.
METODOLOGIE dove i COMPAGNI diventano FACILITATORI
DELL’APPRENDIMENTO e possono favorire PROCESSI di AUTOCONTROLLO

 • Modelli da imitare
 MODELING ( apprendimento imitativo ,si propongono esperienze di
 apprendimento attraverso l’osservazione del comportamento di un soggetto-
 modello come può essere un compagno . Per Dad-DID video modeling )
 • Tutor dell’apprendimento PEER TUTORING ( insegnamento reciproco fra
    pari )
 • RECIPROCAL TEACHING( imparare insieme in coppia ,es. attività di lettura
   ,comprensione del testo e riassunto …si può adattare anche alla DAD-DID
   creando piccole stanze virtuali per svolgere un compito )
 • Tutor nella mediazione dei conflitti
 • Tutor nell’inserimento nelle attività
ATTUARE UN PROGETTO DI MODIFICAZIONE DEL COMPORTAMENTO
Prima di elaborare tale progetto gli insegnanti dovranno definire le aree
maggiormente problematiche ( iperattività, impulsività, aggressività, disturbo
della condotta, disturbo oppositivo…) per quanto concerne l’alunno su cui si
vuole intervenire e predisporre una SCHEDA RILEVAZIONE COMPORTAMENTI
PROBLEMATICI.
Si tratta di indicare in termini comportamentali il cambiamento specifico che si
vuole ottenere con l’alunno, TENER CONTO del ruolo dei compagni.
Prima di applicare qualsiasi strategia è necessario quantificare il problema
attraverso una fase di circa sei giorni di osservazione, per rilevare un
comportamento sarebbe quello di annotarlo ogni volta che si verifica, ossia
registrarne la frequenza (osservazione continua).
Nella lettura dei dati si cerca di rilevare, oltre all’aspetto quantitativo, anche
eventuali informazioni su alcune variabili che possono aver influito sulla
frequenza del comportamento dell’alunno.
ESEMPIO: • l’influenza di un particolare insegnante e relativa attività svolta
• l’insegnamento di una data materia
• l’orario della giornata ecc
SCHEDA REGISTRAZIONE COMPORTAMENTI PROBLEMATICI

Nome alunno…

 DATA                SITUAZIONE E    COMPORTAMENTO            LIVELLO STRESS
                     LUOGO           ALUNNO                   INSEGNANTE

 LIVELLI STRESS
 O assente 1 basso     2   medio    3-4 5- alto /molto alto
ANALISI FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO:
ANTECEDENTE
COMPORTAMENTO
CONSEGUENTE
es. bambino iperattivo A= stanco di ascoltare la lezione , B comportamento =si alza e
da fastidio, C ins. si arrabbia ed urla

DATA/ORA             ANTECEDENTI          COMPORTAMENTO         CONSEGUENTE
                                          ALUNNO                Cosa è successo
                                                                dopo
                                                                Alunni ed
                                                                insegnante
Gli insegnanti che partecipano al progetto di modificazione del comportamento
dovranno, concordare quale strategia adottare, utilizzando alcune delle
procedure ( descritte precedentemente)

Le domande che un insegnante dovrebbe porsi sono le seguenti:
1. Cosa posso fare per far acquisire all’alunno quel dato comportamento?
2. Come posso incrementare quel dato comportamento?
3. Come posso interrompere quel dato comportamento?
4. Come posso mantenere la riduzione di quel dato comportamento?
5. Le aspettative nei confronti dell’alunno sono ragionevoli?

Anche se i primi risultati possono notarsi già dopo 3-4 settimane (se gli insegnanti
hanno proceduto con sistematicità e coerenza), saranno necessari circa due mesi
affinché nuove modalità di comportamento si consolidino. Sarebbe quindi
assurdo aspettarsi un cambiamento dopo qualche giorno da quando si è
cominciato a usare l’incoraggiamento positivo o altre forme di rinforzo.
Dopo circa due mesi dall’inizio dell’attuazione di una data strategia si può
verificarne l’efficacia procedendo con una nuova fase di osservazione sistematica
della durata di almeno sei giorni.
Interventi sull’ambiente di vita: gli studi dimostrano che gli insegnanti previdenti
strutturano l’ambiente di classe e la giornata di scuola in modo tale da diminuire le
probabilità che insorgano problemi di comportamento.

                                      Organizzazione del contesto
                                      1. Creare delle routine soprattutto per le fasi di
                                         transizione e per i momenti destrutturati.
                                      2. Prevedere una precisa organizzazione di tempi
                                         e di luoghi da dedicare a varie attività
                                         quotidiane.
                                      3. Preannunciare i momenti di transizione e
                                         prevedere dei tempi massimi per il loro
                                         completamento.
                                      4. Disporre il banco vicino alla cattedra e lontano
                                         da fonti di distrazione.

                            Ambiente di apprendimento prevedibile e sicuro
Organizzazione degli spazi in classe

                                     Allievo
   Allievo                        problematico
problematico
Adattamento di attività e materiali
In classe ….
               1. Frazionare le attività in parti brevi e
                  maneggevoli.
               2. Fissare degli intervalli di tempo per lo
                  svolgimento delle attività.
               3. Adottare approcci didattici attivi, esperienziali
                  e basati su molteplici modalità senso-motorie.
               4. Fornire continui feedback all’allievo.
               5. Utilizzare immagini       e    colori    correlati
                  all’attività.
               6. Incrementare il livello di stimolazione intra-
                  compito.

               LE 10 REGOLE
Lavorare in classe con alunno dai comportamenti-problema

                             Interventi di potenziamento cognitivo
                             sulle funzioni di base (attenzione,
                             working memory, ecc.).

                             Trasmissione di abilità comunicative e
                             socio-affettive.

                             Modellamento di metodi di studio
                             tramite approcci metacognitivi e basati
                             sulle funzioni esecutive.
Tipi di compito e funzioni esecutive

   Eseguite tutte le moltiplicazioni presenti a
   pagina 24 del libro, in base a quello che
   abbiamo fatto oggi in classe.

           Per la prossima volta, create un elaborato
           scritto o un immagine o un qualsiasi altro
           prodotto che, secondo voi, rappresenti la
           nostra regione(scuola primaria) ,per scuola
           secondaria si puo’ far riferimento alle tradizioni
           culturali della regione.
Tipi di compito e funzioni esecutive
Le disfunzioni esecutive
      Funzioni esecutive        Deficit

           Inibizione         Distraibilità

         Pianificazione        Caoticità

         Generatività        Limitatezza

          Flessibilità      Perseverazione

       Memoria di lavoro     Sregolatezza

      Memoria prospettica   Imprevedibilità
Alla conquista dell’autoregolazione

 Training 1.   L’automonitoraggio per potenziare l’attenzione

 Training 2.   L’automonitoraggio per migliorare la scrittura

 Training 3.   L’automonitoraggio per incrementare le abilità organizzative

 Training 4.   L’automonitoraggio per favorire la gestione del tempo

 Training 5.   L’automonitoraggio per migliorare la produttività nei compiti
Training 1. L’automonitoraggio per l’attenzione
Training 2. L’automonitoraggio per la scrittura
Training 3. L’automonitoraggio per l’organizzazione
Training 4. L’automonitoraggio per il tempo
Training 5. L’automonitoraggio per i compiti
Nessuno studente è perduto finché
un insegnante crede in lui !!!
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