Sfogliamento - voglia Una scorpacciata di miele: l'istinto svela la. - ZYGENA ONLUS
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
FEBBRAIO 2011 LA RIVISTA DI AMBIENTE DELL’ASSOCIAZIONE ZYGENA Sfogliamento Una scorpacciata di miele: l’istinto svela la.. voglia di vivere
Sfogliamento numero di febbraio 2011 Abbiamo già fatto, in passato, dei numeri monotematici. Uno era dedicato all’acqua, uno ai rifiuti.... Tra tutte tema- tiche importanti, da approfondire, ne avevamo scelta una e l’avevamo osservata sotto diversi punti di vita. Questo numero è di nuovo dedicato all’acqua, ma con una differenza. Questa volta, è l’acqua che si è fatta scegliere. Nella riunione di redazione, sul tavolo c’erano tanti e tali articoli con lo stesso filo conduttore... che noi abbiamo solo potuto accettare, e ci siamo “fatti trascinare dalla corrente”. Del resto, solo un paio di mesi fa c’era stato l’allarme arsenico, chi se lo ricorda? Se vi siete distratti, e vi siete lascia- ti sfuggire la notizia, non preoccupatevi: ve ne parliamo noi, aggiornamenti compresi. Inoltre, in questo numero troverete guerre dell’acqua, documentari, siti web e ponti. A proposito: lo sapevate che in Germania esiste un “ponte d’acqua”? Se non riuscite ad immaginarlo, andate a vedere la foto, a pagina diciassette! Nessuna sorpresa, insomma, se l’acqua si è fatta scegliere: non è possibile ignorarne la presenza - e l’emergenza, è alla base della nostra vita e di ogni nostra attività. Per citare quella vecchia pubblicità..... meditate, gente, meditate. LA REDAZIONE
IN QUESTO NUMERO SFOGLIAMENTO LA RIVISTA DI AMBIENTE DELL’ASSOCIAZIONE ZYGENA ONLUS DIRETTORE FABRIZIO MANZIONE RESPONSABILE COORDINAZIONE DI GISELLA PACCOI REDAZIONE REDAZIONE NICOLETTA BETTINI LUCA SOMMA FRANCESCO DONATI ALESSIA VESPA WEBMASTER MASSIMO SCUDO INDIRIZZO VIA DEL CASSERO 5, 05100 TERNI URL WWW.SFOGLIAMENTO.IT “Sfogliamento” è il periodico mensile dell’associazione 5 Parliamo di acqua di ricerca, consulenza e comunicazione ambientale “Zygena onlus”. registrazione Tribunale di Terni n.04/07 del 26/3/07 7 Aspettando il documentario 8 Via con l’elicottero LE SEZIONI: 9 Arsenico e vecchi parametri ARTE 11 Un bel sito sull’acqua BIZZARRIE 12 Per costruire eco NATURA 13 Disinformazione sulle meduse 14 In Tasmania dal diavolo 15 Una ragione per restare 16 Una mappa gioconda 17 La prima fioritura dell’anno 18 Sospiri per i ponti 4 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO NATURA Parliamo di acqua un problema non più rinviabile LUCA SOMMA L'allarme acqua sta suonando sempre più forte, in tutto il mondo. Ce n'è sempre meno, ed il suo impiego è concentrato nei Paesi industrializzati - vecchi e nuovi, che la trattano con così tanta superficialità da permettersi di sprecarla ampiamente. Anche in Italia, "il modello di gestione idrica urbana deve essere profonda- mente rinnovato", come afferma ad esempio Katia Le Donne, dell'ufficio scientifico di Legambiente. C´e´ un uso eccessivo di acqua potabile per scopi agricoli, ed una spavento- sa percentuale di acqua persa attraverso tubi colabrodo (una media del 42%, che raggiunge punte anche del 70% in certe aree del Sud). Secondo alcuni, una possibile soluzione - almeno al primo aspetto del pro- blema - potrebbe trovarsi nell'aumentare il costo dell'acqua potabile, perchè "i 52 centesimi attuali a metro cubo, la metà della media europea, inducono inevitabilmente allo spreco". Inutile dire che, invece, il vero sistema per affrontare l´argomento in toto è studiare un piano globale molto più razionale di quello attuale, associando ad un sistema di distribuzione più efficace un controllo capillare su cattivi utilizzi ed inquinamenti. Prosegue infatti Delle Donne: "Perché, ad esempio, per scaricare un WC si fa uso acqua potabile? Tutto questo gene- ra uno spreco enorme senza ridurre l'inquinamento." E non e´ certo aumentando il costo dell'acqua potabile che si induce ad una famiglia a tirare meno lo sciacquone! Bisogna fornire strutture idonee, alternative valide, strumenti accessibili. E cambiare politica. Finora, prima si sono sommate le richieste idriche (industriali, agricole, civili) e poi si e´ cercato di trovare il modo di soddisfarle, aumentando lo sfruttamento. Sarebbe come se, in una famiglia, ogni componente presentasse le pro- prie richieste, relative all'acquisto di beni superflui, e per soddisfarle ci si indebitasse fino al collo, cercando di tro- vare i soldi in mille modi diversi. La logica vorrebbe, invece, che si decidessero le spese in base alla disponibilità reale di denaro... e che si gestisse l´impiego dell'acqua seguendo lo stesso principio. Del resto, le cifre parlano chiaro: intorno al 2020, a fronte di 8 miliardi di abitanti della Terra, ci sarà una disponi- bilità di acqua potabile per 3 miliardi di persone circa. La matematica parla chiaro: resteranno fuori "solo" 5 miliar- di di persone, e dice una stupidaggine chi afferma che sarebbe necessario "limitare la domanda": bere non è un'op- zione. Cento anni fa, Mark Twain affermava che "Il whisky è per bere, l'acqua per combattersi"; mai come ora è chiaro che, come pronosticano gli esperti, "le guerre del ventunesimo secolo scoppieranno a causa delle dispute sull'accesso 5 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO NATURA all'acqua". Questa previsione è facilmente confermabile, basta osservare, ad esempio, quello che già accade nel medio Oriente, in particolare nelle zone di confine tra Israele e Palestina. Attualmente, nel mondo ci sono circa cinquanta conflitti tra Stati per cause legate all'accesso, all'utilizzo e alla proprietà di risorse idriche. Come se non bastasse, poi, la poca acqua che c'è è in gran parte contaminata, come afferma anche uno studio recen- temente pubblicato sulla rivista Nature e firmato da un'equipe di studiosi guidata da Charles Vorosmarty della City University di New York e da Peter McIntyre dell'Università del Wisconsin. I risultati dello studio sono impressionan- ti: l´80% delle acque dolci del pianeta sono contaminate o a rischio contaminazione. A dire il vero, anche la soluzione suggerita dai due ricercatori è "impressionantemente" sorprendente: "concentrar- si sulla lotta al cambiamento climatico", dicono, "anzichè continuare a creare strutture per lo sfruttamento idrico e tenere l´ambiente sotto pressione". Accidenti, meno male che la scienza progredisce di giorno in giorno e ci mantiene aggiornati sul da farsi! Ormai, purtroppo, il cambiamento climatico è diventato ciò che era il buco dell'ozono una decina d'anni fa: un capro espiatorio al quale attribuire tutte le colpe, citandolo spesso senza una reale cognizione di causa o solo perchè "fa moda". Il cambiamento climatico è un problema concreto, una minaccia che incombe sulla Terra e che dovrebbe essere affrontata senza interporre altro tempo ed altre parole, ma non può essere il responsabile unico di quanto accade ad ogni elemento naturale che entri in contatto con l'essere umano. Nel caso del "problema acqua", ad esempio: la sempre maggiore scarsità di questa risorsa è innegabilmente legata all'aumento delle temperature, ma la sua contaminazione è frutto di politiche di sviluppo scriteriate e suicide. Basti guardare il caso della Cina, che ora si trova ad avere un terzo dei corsi d'acqua inquinato, le città praticamen- te prive di acqua potabile ed un boom nelle vendite di acqua in bottiglia, con gran gioia di alcune multinazionali famose e altrettanto senza scrupoli. E' sempre più evidente, quindi, che anche dove l'acqua è apparentemente disponibile, larghe fasce della popolazio- ne non riescono a far valere il proprio titolo valido, per dirla alla Amartya Sen. La capacità dell'accesso all’acqua dipende cioè dalle caratteristiche giuridiche, politiche, economiche e sociali di una certa società, e dalla posizione che l'individuo occupa in essa. Tanto per fare un esempio, in Bolivia, dove l'acqua non mancherebbe, nel 2000 c’è stata una vera guerra civile lega- ta all’acqua, tanto da rendere necessaria la proclamazione dello stato d'assedio, per frenare le azioni di protesta dif- fuse in tutto il paese contro l'aumento delle tariffe dell'acqua del 20 per cento, aumento previsto dal progetto gover- nativo della "Legge delle Acque", che ne aveva affidato la gestione a un consorzio di multinazionali europee e ame- ricane. Il 28 luglio 2010 è stata una giornata storica per il movimento internazionale che da anni si batte per il riconosci- mento del diritto umano all'acqua. All'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York è stata ufficialmente presentata, da parte di almeno 23 co- patrocinatori degli Stati membri e dal Governo della Bolivia una risoluzione intitolata "Il Diritto Umano all'Acqua e all'igiene" che è stata approvata con 122 voti a favore, 41 astenuti e 0 contrari. Tra gli astenuti, ad esempio, i Paesi Bassi, che hanno rite- nuto la risoluzione non insistesse abbastanza sulla responsabilità degli Stati nei confronti dei loro cittadini in materia d'accesso all'acqua e alle strutture igienico- sanitarie. Un appuntamento cruciale, per quello che è già stato definito il "Petrolio incolore", sarà il Forum mondiale dell'acqua, previsto per marzo 2012 a Marsiglia. Bisognerà vedere se la risoluzione approvata ormai sei mesi fa - importante ma senza valore normativo, troverà ulteriore consolidamento, prima di allora. 6 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO ARTE Aspettando il documentario un regista messicano in Bolivia per la guerra dell’acqua GISELLA PACCOI Nella primavera del 2000 il governo boliviano "scelse" la via della privatizzazione dell'acquedotto di Cochabamba. Il servizio di distribuzione dell'acqua potabile passò così nelle mani della società “Aguas del Tunari”, la quale non tardò a triplicare i prezzi e a confiscare quei pozzi gestiti da cooperative del posto. Tutto ciò sarebbe proseguito per 40 anni, perché questi erano i termini del contratto. Ma, anche grazie all'esempio offerto dalle organizzazioni di contadini e cocaleros, i cittadini di Cochabamba si organizzarono in uno spontaneo moto di protesta: servirono 4 mesi di scontri e 5 morti per convincere il governo a rescindere il contratto. Il consorzio di aziende chiamato “Aguas del Tunari”, raccoglieva, tra le altre, la statunitense Bechtel Enterprise Holdings, la spagnola Abengoa, l’inglese International Water Limited e l'italiana Edison. Tin Dirdamal, regista messicano, aveva annunciato, alcuni anni fa, l’intenzione di girare un film su questo evento. Di sicuro, documentare gli avvenimenti di quel periodo non sarà un lavoro facile, perchè se si vorrà cercare la veri- tà bisognerà riempire entrambi i piatti della bilancia, ossia capire quanto orribile fosse lo sfruttamento dell’acqua da parte delle multinazionali e quanto, per contro, questo andasse contro gli interessi dei coltivatori di coca della zona. Probabilmente, neanche a dirlo, a farne le spese sarebbero stati - e sono, comunque, anche ora - gli abitanti della zona, le “persone comuni”. Secondo un dato che risale a cinque anni fa, infatti, più di 600 mila persone a Cochabamba sono senza acqua, e devo- no andare avanti con forniture difficoltose e intermittenti (quando va bene, l’acqua arriva per circa tre ore al gior- no). Un altro documentario, che si è occupato delle guerre per l’acqua, è “Flow: For Love of Water”, girato da Irena Salina nel 2008. Il film è incentrato sulla tematica del grande business della privatizza- zione delle infrastrutture idriche, che mette i profitti avanti alla dispo- nibilità di acqua per le persone e per l’ambiente. Ad essere sotto accusa, in questo film, sono grandi multinazionali come la Nestle, la Coca-Cola; il dito viene puntato anche contro il Fondo Monetario Internazionale (IMF). 7 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Via con l’elicottero un’azione di eradicazione alle Galapagos GISELLA PACCOI C’erano una volta due specie di roditori classificate da Darwin nel corso del suo viaggio intorno alle isole Galàpagos, roditori che poi si estinsero negli anni Trenta dello scorso secolo. Ai giorni nostri, invece, c’è un ratto nero (portato su queste isole da una delle innumerevoli navi passate da queste parti, dalla loro scoper- ta, una nave di pirati o di inglesi, o di chissà chi) che sta causando grandi problemi alla fauna locale. La proliferazione di questo roditore è infatti ritenuta responsabile del declino di buona parte degli invertebrati e dei piccoli mammiferi del- l'arcipelago ecuadoregno: il ratto nero, infatti, si nutre delle uova dei rettili e degli uccelli, limitandone la riproduzione, e allo stesso tempo sottraendo fonti alimentari ai mammiferi locali che delle uova si sono sempre nutrite, ma in quantità inferiori. I gestori del parco Nazionale hanno deciso di avviare, lo scorso gennaio, un’azione di eradicazione, servendosi di esche che sono state calate dagli elicotteri. Alcuni animali, come ad esempio i falchi ed altri uccelli, sono stati temporaneamente trasferiti in ambienti chiusi per non essere coinvolti nell’operazione, e non entrare in contatto con le esche nocive. 8 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO NATURA Arsenico e vecchi parametri l’uso scriteriato dei limiti di legge GISELLA PACCOI Prima o poi, è capitato a tutti, anche ai meno appassionati di libri gialli, di imbatter- si nel racconto di un omicidio realizzato con l’arsenico. Non serve essere dei chimici, per sapere che l’arsenico è un veleno, fa male, è una di quelle sostanze che va associata col simbolino di teschio e tibie, una di quelle cose da cui tenersi alla larga. Non serve essere medici per intuire che ingerire dell’acqua contenente arsenico, gior- no dopo giorno, per anni, fa male. Non serve essere scienziati per sapere che è più facile agire sulla quantità di arsenico nell’acqua, cercando di ridurla, piuttosto che sperare che l’organismo umano si adat- ti e tolleri quantità maggiori di questa sostanza al suo interno. Per cui, non ha alcun senso chiedere all’Unione Europea il nulla osta per alzare i parametri di tollerabilità. Sarebbe come chiedere ad un dottore di permetterci di assumere una sostanza noci- va. Poco importa se, come affermano alcuni, l’arsenico deriva solo da una particolare conformazione geologica: sarebbe come pensare che chi vive vicino al mare possa bere l’acqua salata perchè “deriva solo da una particolare conformazione geologica”! Quindi, ora, dato che l’UE “cattiva cattiva” non ha permesso all’Italia di fare un ritocchino ai limiti di sicurezza, ci sono più di cento comuni, in tutta la penisola, che si trovano a rischio. “Nessuno si aspettava una normativa UE così immediata”, si giustificano in Italia. Bizzarre persone, quelle che hanno promulgato la normativa. Sono certamente le stesse che, quando stanno male, corrono subito ai ripari, e che quando per caso una spina entra nel loro dito si affrettano a toglierla. Insomma, sono persone che si rendono conto che di fronte a pericoli mortali come quello rappresentato dall’arsenico non si deve essere pigri, non si deve interporre troppo tempo ed agire in fretta. Nell’elenco delle “città nei guai”, in testa c’è il Lazio, con 91 città e borghi (sparsi tra le pro- vincie di Roma, Latina e Viterbo); quindi segue la Toscana, con 16 località; altre 10 sono in Trentino, 8 in Lombardia e 3 in Umbria. Tutte con lo stesso problema: negli acquedotti 9 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO NATURA c’è una concentrazione elevata di arsenico, talvolta con valori mas- simi di 50 microgrammi per litro, mentre la legge ne consente al massimo 10. Non è una scelta. L’arsenico si accumula nell’organismo, può cau- sare danni neurologici e provocare tumori in vari organi e tessuti. I sindaci dei comuni interessati dovranno decidere quali provvedi- menti prendere, se emanare ordinanze per dichiarare “non potabi- le” l’acqua corrente, collocare filtri negli acquedotti o “allungare” l’acqua, mischiando quella dei pozzi con altre fonti meno inquina- te. Sempre che, nel frattempo, non venga fuori qualche miracoloso rimedio, come quello che sembrano aver tirato fuori dal cilindro i ricercatori dell’ENEA di Roma. Guarda caso, per scongiurare il rischio chiusura, ora è stato trova- to un “un processo di depurazione altamente innovativo, in grado di portare entro la soglia consentita dalla legge, quindi riducendo l'arsenico presente nell’acqua fino a 10 microgrammi per litro”. Si legge nella presentazione del sistema: “La nuova tecnologia separativa è composta da membrane che permettono il verificarsi del fenomeno dell’osmosi inversa, oltre che la nanofiltrazione. Associando poi a questi “adeguati sistemi di miscelazione con acqua non trat- tata” si ottiene il mantenimento del giusto contenuto salino richiesto dall’acqua potabile ed il controllo on-line del processo”. In pratica, niente di chiaro. Pare che sia “attualmente in via di sperimentazione un impianto di trattamento in grado di produrre 5 metri cubi all’ora di acqua potabile”, ossia di ridurre la percentuale di arsenico nell’acqua del 99%. Per carità, può essere un buon inizio, per quel centinaio di persone che ne potrebbero beneficiare. 10 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO SITI WEB Un bel sito sull’acqua perchè la didattica non è sempre noiosa GISELLA PACCOI Diciamocelo: difficilmente gli elaborati conclusivi dei progetti scolastici sono utili ed accattivanti. Il più delle volte sono come le recite scolastiche: piene di tanta buona volontà, ma gustabili sono da genitori e parenti, che sono gli unici che osservano con l’occhietto umido i propri pargoli impegnarsi in qualcosa di improponibile. Il più delle volte, si tratta di una raccolta di disegni ed elaborati ingenui, che mostrano il grande impegno (soprattutto da parte degli insegnanti, vera avanguar- dia armata contro la tendenza generale all’impigri- mento e all’appiattimento mentale), la buona volontà ed il gran quantitativo di notizie ricercate e studiate. Il più delle volte. Ma non questa. In questo caso, se volete divertirvi a navigare “intorno all’acqua” in maniera viva- ce, divertente e molto, molto gradevole, potete visitare il sito creato da alcune scuole di Rimini per descrivere un pro- getto, avviato nel 2001, che ha coinvolto le scuole dell’infanzia ed elementari. Ci sono storie, filmati, giochi, esperi- menti, ricerche serie e scientificamente valide; c’è tutto l’entusiasmo di chi ci ha lavorato per molto tempo. In più - cosa niente affatto trascurabile - il sito è facilmente navigabile, ben com- prensibile, chiaro... ed accattivante allo stesso tempo, con tutti i suoi colori. Come fare a scoprire questa curiosa “perla”? Semplice: basta collegarsi a questo indi- rizzo: http://cicloacqua.altervista.org 11 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO ECONEWS Per costruire eco due eventi all’inizio di marzo REDAZIONE Siete ancora in tempo per ottenere un ingresso gratuito ad ECOBUILD, “il più grande evento mondiale per il design sostenibile, l’eco-edilizia e le nuove tecniche di costruzione attente all’am- biente. Il futuro. Le ultime invenzioni, i prodotti più recenti e la gente che conta”. Se “il buongiorno si vede dal mattino”, ed il mat- tino di questo evento è rappresentato dal suo sito web, non c’è da avere dubbi: si tratterà di una kermesse innovativa ed appassionante. La manifestazione si terrà a Londra, tra il primo ed il tre marzo prossimi, presso il centro espositi- vo Excel. Un po’ meno accattivante nel sito e nella presen- Ci saranno stand, convegni, seminari, attrazioni. tazione, ma altrettanto interessante nei contenu- Avete paura di perdervi, o di perdere qualcosa di ti,, è l’altra manifestazione di bio-edilizia interessante? Niente di più facile: visitate il sito che si terrà, questa volta a Reggio Emilia, dal 3 al ufficiale dell’evento, e pianificate la vostra visita 6 marzo prossimi: Ecocasa. con il nuovo “pianificatore online dell’itinerario Come recita la presentazione, qui “i protagonisti Ecobuild”. della green economy si confrontano”, per parla- Uno strumento che vi permetterà di elencare tutti re di “comfort, benessere e sostenibilità di fronte gli espositori che vorreste incontrare, i prodotti alle tecnologie più innovative”, utili non solo per che vorreste vedere, le conferenze ed i seminari ai le prossime costruzioni, ma anche per tutti gli quali vorreste assistere.... per creare un orario interventi su ciò che già esiste, per adeguarlo alle dettagliato e preciso. nuove esigenze della protezione dell’ambiente, Provarlo è semplice: bisogna solo registrarsi al del risparmio e del buon vivere. sito Anche in questa occasione ci saranno seminari e http://www.ecobuild.co.uk/ convegni: “i grandi maestri dell’architettura sostenibile ed i tecnici più qualificati si confron- tano sulle costruzioni del futuro”. Ovviamente, non si può “giudicare un libro dalla copertina”, il sito non è tutta la manifestazione, ma.... ad uguale argomento, c’è un’enorme diffe- renza tra la presentazione dell’evento inglese e quella dell’appuntamento italiano. Dovendo sceglierne una sola, difficoltà di comu- nicazione a parte, io non avrei dubbi. Tra l’altro, Londra è bellissima, a marzo. http://www.ecocasa.re.it 12 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO NATURA Disinformazione sulle meduse le notizie vanno date bene.... GISELLA PACCOI Il National Geographic, nella versione online italiana, così lancia un articolo: “le nuove meduse “cannibali” del Golfo del Messico”. Leggendo tutto il pezzo si scopre, poi, che l’importanza deve essere data alla parola “nuove”, perchè “non appena abbiamo cominciato ad esaminare realmente Drymonema, geneticamente e morfologi- camente, è stato subito chiaro che ci trovavamo di fronte a una medusa differente dalle altre, appartenente a una nuova famiglia" ha affermato Keith Bayha, biologo marino al Dauphin Island Sea Lab in Alabama”. Tra famiglie c’è una differenza sostanziale. Quella che intercorre, ad esempio, tra un cane ed un orso, due diver- se famiglie (canidi e ursidi) all’interno dello stesso sottordine, quello dei caniformi, appartenente all’ordine dei carnivori. Le meduse che sono state osservate nel Golfo del Messico “a prima vista” sembravano appartenere ad una specie conosciuta sin dalla fine del XIX secolo; le tecniche di rilevazione genetica e morfologica, però, hanno evidenziato delle differenze sostanziali, tanto da costringere gli scienziati a creare una nuova famiglia di scifozoi, le Drymonema, e a ribattezzare la specie Drymonema larsoni, in onore dello scienziato Ron Larson, il primo ad effettuare degli studi su queste meduse nei Caraibi. Ripeto: questa è la notizia. Non capita tutti i giorni, che una nuova specie venga scoperta. E’ invece totalmente errato parlare di “medusa cannibale”; per definizione, infatti, un cannibale è un individuo che si nutre dei propri simili, degli appartenenti alla propria specie (neanche alla propria “famiglia”, intesa ovviamente in senso zoologico: se per assurdo un essere umano si nutrisse di un gorilla, o di uno scimpanzè, nessuno lo chiame- rebbe cannibale). Le Drymonema, da adulte, si nutrono quasi esclusivamente di Aurelia aurita, le “meduse quadrifoglio”, quelle che siamo abituati a vedere nei nostri mari e che si riconoscono immediatamente dalle quattro gona- di visibili sotto l’ombrello, poste, appunto, “a quadrifoglio”. Aurelia e Drymonema non sono la stessa specie, e da poco non appar- tengono più neanche alla stessa famiglia. La Drymonema, quindi, può essere assolta dall’accusa di cannibali- smo. Una curiosità? Anche l’Aurelia è carnivora, ma preferisce le dimensio- ni ridotte dello zooplancton. 13 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO VIAGGI In Tasmania dal diavolo un viaggio per osservare un marsupiale in pericolo GISELLA PACCOI Dilemma, dilemma. L’Australia, da quando è stata scoperta e colonizzata dall’uomo occidenta- le, è stata una terra di esperimenti zoologici. Prima che arrivassero i navigatori, sull’isola vivevano specie di animali e di piante assolutamente uniche, createsi in seguito a centinaia di anni di iso- lamento genetico. Poi, coloro che si sono trasferiti hanno portato con sè esemplari “domesti- ci” (a cominciare dai conigli, prima, e dalle volpi, dopo) che hanno causa- to enormi danni alla fauna endemica, con epidemie ed estinzioni. In questo caso, il problema - ed il dilemma - riguarda un’altra specie a rischio estinzione, proveniente dalla “vicina di casa” isola della Tasmania. Un piccolo marsupiale, il “diavolo della Tasmania” (Sarcophilus harrisii), da circa 15 anni si trova ad affrontare una terribile malattia, un raro tumo- re facciale, che ha fatto diminure la popolazione del 60%. L'evoluzione di questo male sembra lasciare poche speranze per il futuro dei diavoli, che si ritiene possano estinguersi nel giro di vent'anni senza uno sforzo di conservazione adeguato. Ora i ricercatori hanno avviato il progetto “Devil Ark”: prendono coppie sane e le spostano in Australia. Da qui il dilemma. O meglio, la speranza che prima di avviare lo spostamento i ricercatori abbiano creato dei modelli seri ed attendibi- li per studiare l’impatto di questi animali sugli ecosistemi locali. Perchè va bene salvare una specie, ma non a disca- pito di altre esistenze. La struttura che ospita i circa quaranta animali rilasciati, infatti, e che si trova a Barrington Tops, nel nuovo Galles del Sud, è composta da recinzioni estese fino a 10 ettari, dove gli animali possono vivere in semilibertà ed essere soggetti a controlli e studi allo stesso tempo. Il sito è stato costruito a 1.300 metri di altezza in una regione il cui clima ed ecosistema ricordano quello del nord ovest della Tasmania. L’esperienza insegna, però, che non è impossibile che alcuni animali sfug- gano alla cattività, reinselvatichendosi. Quali conseguenze ci potrebbero essere, se ciò accadesse per i diavoletti neri? Per saperne di più, e per sostenere il progetto Arca del Diavolo, ci si può collegare al sito ufficiale del progetto: http://www.devilark.com.au/ 14 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Una ragione per restare un progetto per i contadini del Gambia REDAZIONE DA“NOURISHINGTHEPLANET.ORG Mentre la costa del Gambia è una meta turistica apprezzata ed affollata da turisti europei, la parte interna del paese offre davvero poco ai propri abitanti. Molti lasciano i propri villaggi per la costa o per l'estero, in cerca di guada- gni e condizioni di vita migliori, spes- so separandosi dalle proprie famiglie, lasciando moglie e figli "a casa". Il progetto "Home Farm", fondato da Sandy Martin nel 2004, intende sostenere i giovani che vogliano con- tinuare ad occuparsi dell'agricoltura, cercando di colmare la disparità che c'è tra il potenziale agricolo della nazione e la quantità di persone che se ne occupano. Il progetto vuole fornire la formazione di base, gli strumenti e tutte le risorse necessarie per costruire una fattoria redditizia.... ossia per dare ai giovani una ragione per rimanere. Vengono costruiti pozzi e pompe per sfruttare l'ac- qua per l'irrigazione; si scelgono le piante meglio adattate e più resistenti, quali la moringa, per diversificare i rac- colti in specie ed in momenti dell'anno, e per selezionare le specie più idonee a questo clima arido. La maggior parte degli alberi e degli arbusti promossi dal progetto possono servire anche da "difese viventi" per tener lontani i babbuini ed altri animali che spesso distruggono i giardini ed i campi coltivati. Le piante che non sono in grado di partecipare a questo "baluardo difensivo", comunque, partecipano a fornire nutrienti al suolo, oppure possono essere trasformati in cibo per il bestiame o, ancora, sono in grado di catturare una cospicua quantità di ani- dride carbonica. L'obiettivo ultimo del progetto non è quello di aiutare i contadini, ma di fornire loro tutti gli strumenti necessari per camminare con le proprie gambe. "Non si tratta solo di dare una mano", spiega Sandy Martin. "E' importante che queste fattorie diventino in grado di sostenersi da sole, perchè solo così potranno trasformarsi in fonte di cibo e di reddito nel lungo termine. E questo rafforzerà la comunità ed il paese". Due fattorie nell'area di Kunktoto, per esempio, grazie all'aiuto del progetto Home Farm hanno creato un Centro nursery sostenibile, per raccogliere e proteggere i semi delle specie da coltivare più importanti. Per saperne di più: http://www.africaorganics.org/introduction.php 15 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO ARTE Una mappa... gioconda c’è un altro mistero dentro il quadro di Leonardo REDAZIONE Secondo una leggenda, Satana realizzò il Ponte Gobbo sul Trebbia in una sola notte, dopo aver stipulato un patto con San Colombano, che gli promi- se in cambio l'anima del primo viaggiatore che lo avesse percorso. Ma, come in tutte le leggende, sono i “buoni” a vincere: il santo si beffò del diavolo, facendo passare un cagnolino sul ponte appena inaugurato, che da allora prese il nome di Ponte del Diavolo. Ora, questo ponte ha una seconda leggenda, che pesa sui suoi piloni. Secondo la storica dell’arte Carla Glori, il ponte che si intravede alle spalle della Gioconda altri non sarebbe se non quello che svetta sopra la Val Trebbia. La studiosa è convinta: il ponte del quadro è quello sul Trebbia e il paesag- gio quello della campagna intorno a Bobbio. E’ nato prima l’uovo o la gallina? In questo caso, è davvero un indizio collocato da Leonardo nel proprio quadro per permettere l’identificazione della splendida modella, oppure è una “ricostruzione all’indietro”, fatta sapendo che Ludovico il Moro, signore di Bobbio, aveva una figlia, Bianca Giovanna Sforza, alla quale il Maestro avrebbe potuto dedicare un’opera? Lo storico dell'arte Silvano Vincenti, pre- sidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici e ambien- tali, avrebbe individuato negli occhi della Gioconda due lettere - una G e una S, ma la questione è dibattuta - che per nell'i- potesi di Glori altro non sono che le ini- ziali di Giovanna Sforza. Ancora Vincenti, questa volta sotto una delle arcate del ponte ha trovato i numeri 7 e 2, che la studiosa ricollega all'anno 1472, quando il ponte fu distrutto dalla piena del Trebbia. Vero o no... c’è da scommetterci: anche per tutti questi sforzi Monna Lisa sorride, lei che è l’unica, ormai, a conoscere la verità. 16 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO BIZZARRIE Sospiri per i ponti una carrellata di ponti notevoli ed impressionanti REDAZIONE DA “REPUBBLICA VIAGGI” C'è quello dei sospiri a Venezia e quello dei lucchetti a Roma; ci sono quelli sospesi sugli strapiombi e quelli filosofici che finiscono nel nulla; alcuni sono funzionali ma con stile, altri svolgono il loro compito con un tocco di paura. Cos’hanno in comune? Sono tutti ponti che, una volta visti, non si scordano. Repubblica Viaggi ha stilato una lista dei dieci ponti che dovrebbero essere percorsi, almeno una volta nella vita. Al primo posto, i ponti “Borneo Sporenburg”, ad Amsterdam, seguiti dal “Mezzo ponte della speranza”, in Russia. Troppo lontani? Ecco due esempi un po’ più vicini a casa nostra, rispettivamente al quinto e al settimo posto dell’elenco: A 3.842 metri il panorama toglie il fiato. Neve e rocce, rocce e neve e... tra due guglie scosce- se: un ponte. Per chiunque soffrisse anche solo leggermente di vertigini è vivamente sconsigliato guardare in basso, ma se siete arrivati fin sulla vetta dell'Aiguille du Midi (massiccio del Monte Bianco, versante francese, di Chamonix) dopo una "scalata" in funivia di 20 minuti e 2800 metri di dislivello, chiudere gli occhi di fronte allo spettacolo delle Alpi francesi sarebbe un peccato. In fondo il ponte è sì molto in alto, ma pur sempre breve da percorrere. Il Magdeburg Water Bridge o Wasserstrassenkreuz è unico nel suo genere: un ponte-canale dove transitano navi e persone. Lungo poco meno di un chilometro, sorge sull'Elba nei pressi della cittadina di Magdeburgo in Germania collega il canale Elba-Havel al Mittellandkanal e consente il passaggio alle imbarcazioni non solo sotto le sue arcate, ma anche sopra la struttura che risulta allagata al centro come un fiume a una decina di metri da terra. Pedoni e biciclette possono transitare rimanendo all'asciutto stando sui lati del ponte. 17 FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO NATURA La prima fioritura dell’anno la sagra del mandorlo in fiore, ad Agrigento REDAZIONE Tra il 4 ed il 13 febbraio prossimi si svolgerà, ad Agrigento, la sagra del mandorlo in fiore. Questa specie, così peculiare di questa zona, torna a fiorire, grazie al clima caldo; festeggiando i suoi fiori si cele- brano, perciò, il ritorno della primavera e dei colori, la fine dell’inverno e della cattiva stagione. Questa festa nacque nel 1934 con lo scopo di celebrare la primavera agri- gentina con una giornata di allegria e serenità. Da quella prima volta, molto è cambia- to, la festa è cresciuta, in durata, in importanza e in ospiti illustri. Ora è una festa internazionale, che tutto il mondo conosce ed apprezza. Tanto per cominciare, infatti, si svolge in uno scenario molto suggestivo, unico, offerto dall’interazione tra il paesag- gio della Valle dei Templi e la bellissima cornice offerta dal bianco-rosato dei man- dorli fioriti. La festa ha inizio con il rito della Fiaccola dell'Amicizia che consiste nell'accendere il tripode dell'amicizia collocato davanti al Tempio della Concordia. Durante questa festa gareggiano numerosi gruppi folkloristici appartenenti a paesi diversi (molti dei quali, per l’appunto, anche stranieri) e l'ultimo giorno della sagra avviene la premiazione con l'asse- gnazione del Tempio d'Oro. Ogni anno si organizza inoltre una fiacco- lata della pace, alla quale partecipano tutti i rappresentanti dei gruppi folkloristici. 16 FEBBRAIO
La foto del mese da: National Geographic “Timber wolves licking” (foto di Jacqueline Crivello per National Geographic). I lupi hanno comportamenti segreti, difficilmente osservabili se non a costo di lunghe e pazienti attese, spesso in condizioni sgradevoli, come questa. All’interno dei gruppi familiari nascono, a volte, atteggiamenti teneri, affettuosi, che dimostrano i legami e, allo stesso tempo, il rispetto delle gerarchie.... e che all’occhio umano fanno apparire questi maestosi animali come tenerissimi pelouches, da coccolare, totalmente innocui. Non è proprio così!
Periodico on-line della Associazione Zygena Onlus Direttore Responsabile: Fabrizio Manzione Coordinatore di redazione: Gisella Paccoi Impaginato il 31/01/2011 redazione@sfogliamento.it
Puoi anche leggere