Sfogliamento - voglia Una scorpacciata di miele: l'istinto svela la. - ZYGENA ONLUS

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Sfogliamento - voglia Una scorpacciata di miele: l'istinto svela la. - ZYGENA ONLUS
FEBBRAIO 2011    LA RIVISTA DI AMBIENTE
                DELL’ASSOCIAZIONE   ZYGENA

Sfogliamento

Una scorpacciata
di miele:
l’istinto svela la..

   voglia
  di vivere
Sfogliamento - voglia Una scorpacciata di miele: l'istinto svela la. - ZYGENA ONLUS
Sfogliamento - voglia Una scorpacciata di miele: l'istinto svela la. - ZYGENA ONLUS
Sfogliamento
                                    numero di febbraio 2011

Abbiamo già fatto, in passato, dei numeri monotematici. Uno era dedicato all’acqua, uno ai rifiuti.... Tra tutte tema-
tiche importanti, da approfondire, ne avevamo scelta una e l’avevamo osservata sotto diversi punti di vita. Questo
numero è di nuovo dedicato all’acqua, ma con una differenza.
Questa volta, è l’acqua che si è fatta scegliere. Nella riunione di redazione, sul tavolo c’erano tanti e tali articoli con lo
stesso filo conduttore... che noi abbiamo solo potuto accettare, e ci siamo “fatti trascinare dalla corrente”.
Del resto, solo un paio di mesi fa c’era stato l’allarme arsenico, chi se lo ricorda? Se vi siete distratti, e vi siete lascia-
ti sfuggire la notizia, non preoccupatevi: ve ne parliamo noi, aggiornamenti compresi.
Inoltre, in questo numero troverete guerre dell’acqua, documentari, siti web e ponti. A proposito: lo sapevate che in
Germania esiste un “ponte d’acqua”? Se non riuscite ad immaginarlo, andate a vedere la foto, a pagina diciassette!
Nessuna sorpresa, insomma, se l’acqua si è fatta scegliere: non è possibile ignorarne la presenza - e l’emergenza, è alla
base della nostra vita e di ogni nostra attività.
Per citare quella vecchia pubblicità..... meditate, gente, meditate.

LA REDAZIONE
Sfogliamento - voglia Una scorpacciata di miele: l'istinto svela la. - ZYGENA ONLUS
IN QUESTO NUMERO                                                     SFOGLIAMENTO
                                                                     LA RIVISTA DI AMBIENTE
                                                                     DELL’ASSOCIAZIONE
                                                                     ZYGENA ONLUS

                                                   DIRETTORE                  FABRIZIO MANZIONE
                                                   RESPONSABILE

                                                   COORDINAZIONE DI           GISELLA PACCOI
                                                   REDAZIONE
                                                   REDAZIONE                  NICOLETTA BETTINI

                                                                              LUCA SOMMA
                                                                              FRANCESCO DONATI
                                                                              ALESSIA VESPA

                                                   WEBMASTER                  MASSIMO SCUDO

                                                   INDIRIZZO                  VIA DEL CASSERO 5,
                                                                              05100 TERNI

                                                   URL                     WWW.SFOGLIAMENTO.IT

                                                   “Sfogliamento” è il periodico mensile dell’associazione
5    Parliamo di acqua                               di ricerca, consulenza e comunicazione ambientale
                                                                       “Zygena onlus”.
                                                   registrazione Tribunale di Terni n.04/07 del 26/3/07
7    Aspettando il documentario

8    Via con l’elicottero
                                                   LE SEZIONI:
9    Arsenico e vecchi parametri
                                                                                ARTE

11   Un bel sito sull’acqua
                                                                                BIZZARRIE

12   Per costruire eco
                                                                                NATURA
13   Disinformazione sulle meduse

14   In Tasmania dal diavolo

15   Una ragione per restare

16   Una mappa gioconda

17   La prima fioritura dell’anno

18   Sospiri per i ponti

                                    4   FEBBRAIO
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SFOGLIAMENTO       NATURA

                                          Parliamo
                                          di acqua
                                              un problema
                                            non più rinviabile
                                                     LUCA SOMMA

L'allarme acqua sta suonando sempre più forte, in tutto il mondo. Ce n'è
sempre meno, ed il suo impiego è concentrato nei Paesi industrializzati -
vecchi e nuovi, che la trattano con così tanta superficialità da permettersi di
sprecarla ampiamente.

Anche in Italia, "il modello di gestione idrica urbana deve essere profonda-
mente rinnovato", come afferma ad esempio Katia Le Donne, dell'ufficio
scientifico di Legambiente.
C´e´ un uso eccessivo di acqua potabile per scopi agricoli, ed una spavento-
sa percentuale di acqua persa attraverso tubi colabrodo (una media del 42%,
che raggiunge punte anche del 70% in certe aree del Sud).

Secondo alcuni, una possibile soluzione - almeno al primo aspetto del pro-
blema - potrebbe trovarsi nell'aumentare il costo dell'acqua potabile, perchè
"i 52 centesimi attuali a metro cubo, la metà della media europea, inducono
inevitabilmente allo spreco".
Inutile dire che, invece, il vero sistema per affrontare l´argomento in toto è
studiare un piano globale molto più razionale di quello attuale, associando
ad un sistema di distribuzione più efficace un controllo capillare su cattivi
utilizzi ed inquinamenti.

Prosegue infatti Delle Donne: "Perché, ad esempio, per scaricare un WC si fa uso acqua potabile? Tutto questo gene-
ra uno spreco enorme senza ridurre l'inquinamento." E non e´ certo aumentando il costo dell'acqua potabile che si
induce ad una famiglia a tirare meno lo sciacquone! Bisogna fornire strutture idonee, alternative valide, strumenti
accessibili.

E cambiare politica.

Finora, prima si sono sommate le richieste idriche (industriali, agricole, civili) e poi si e´ cercato di trovare il modo
di soddisfarle, aumentando lo sfruttamento. Sarebbe come se, in una famiglia, ogni componente presentasse le pro-
prie richieste, relative all'acquisto di beni superflui, e per soddisfarle ci si indebitasse fino al collo, cercando di tro-
vare i soldi in mille modi diversi. La logica vorrebbe, invece, che si decidessero le spese in base alla disponibilità reale
di denaro... e che si gestisse l´impiego dell'acqua seguendo lo stesso principio.

Del resto, le cifre parlano chiaro: intorno al 2020, a fronte di 8 miliardi di abitanti della Terra, ci sarà una disponi-
bilità di acqua potabile per 3 miliardi di persone circa. La matematica parla chiaro: resteranno fuori "solo" 5 miliar-
di di persone, e dice una stupidaggine chi afferma che sarebbe necessario "limitare la domanda": bere non è un'op-
zione.

Cento anni fa, Mark Twain affermava che "Il whisky è per bere, l'acqua per combattersi"; mai come ora è chiaro che,
come pronosticano gli esperti, "le guerre del ventunesimo secolo scoppieranno a causa delle dispute sull'accesso

                                                     5    FEBBRAIO
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all'acqua".

Questa previsione è facilmente confermabile, basta osservare, ad esempio, quello che già accade nel medio Oriente,
in particolare nelle zone di confine tra Israele e Palestina. Attualmente, nel mondo ci sono circa cinquanta conflitti
tra Stati per cause legate all'accesso, all'utilizzo e alla proprietà di risorse idriche.
Come se non bastasse, poi, la poca acqua che c'è è in gran parte contaminata, come afferma anche uno studio recen-
temente pubblicato sulla rivista Nature e firmato da un'equipe di studiosi guidata da Charles Vorosmarty della City
University di New York e da Peter McIntyre dell'Università del Wisconsin. I risultati dello studio sono impressionan-
ti: l´80% delle acque dolci del pianeta sono contaminate o a rischio contaminazione.
A dire il vero, anche la soluzione suggerita dai due ricercatori è "impressionantemente" sorprendente: "concentrar-
si sulla lotta al cambiamento climatico", dicono, "anzichè continuare a creare strutture per lo sfruttamento idrico e
tenere l´ambiente sotto pressione".

Accidenti, meno male che la scienza progredisce di giorno in giorno e ci mantiene aggiornati sul da farsi!

Ormai, purtroppo, il cambiamento climatico è diventato ciò che era il buco dell'ozono una decina d'anni fa: un capro
espiatorio al quale attribuire tutte le colpe, citandolo spesso senza una reale cognizione di causa o solo perchè "fa
moda".
Il cambiamento climatico è un problema concreto, una minaccia che incombe sulla Terra e che dovrebbe essere
affrontata senza interporre altro tempo ed altre parole, ma non può essere il responsabile unico di quanto accade ad
ogni elemento naturale che entri in contatto con l'essere umano.

Nel caso del "problema acqua", ad esempio: la sempre maggiore scarsità di questa risorsa è innegabilmente legata
all'aumento delle temperature, ma la sua contaminazione è frutto di politiche di sviluppo scriteriate e suicide.

Basti guardare il caso della Cina, che ora si trova ad avere un terzo dei corsi d'acqua inquinato, le città praticamen-
te prive di acqua potabile ed un boom nelle vendite di acqua in bottiglia, con gran gioia di alcune multinazionali
famose e altrettanto senza scrupoli.
E' sempre più evidente, quindi, che anche dove l'acqua è apparentemente disponibile, larghe fasce della popolazio-
ne non riescono a far valere il proprio titolo valido, per dirla alla Amartya Sen.
La capacità dell'accesso all’acqua dipende cioè dalle caratteristiche giuridiche, politiche, economiche e sociali di una
certa società, e dalla posizione che l'individuo occupa in essa.

Tanto per fare un esempio, in Bolivia, dove l'acqua non mancherebbe, nel 2000 c’è stata una vera guerra civile lega-
ta all’acqua, tanto da rendere necessaria la proclamazione dello stato d'assedio, per frenare le azioni di protesta dif-
fuse in tutto il paese contro l'aumento delle tariffe dell'acqua del 20 per cento, aumento previsto dal progetto gover-
nativo della "Legge delle Acque", che ne aveva affidato la gestione a un consorzio di multinazionali europee e ame-
ricane.

Il 28 luglio 2010 è stata una giornata storica per il movimento internazionale che da anni si batte per il riconosci-
mento del diritto umano all'acqua.
All'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York è stata ufficialmente presentata, da parte di almeno 23 co-
patrocinatori degli Stati membri e dal Governo della Bolivia una risoluzione intitolata "Il Diritto Umano all'Acqua e
                                                           all'igiene" che è stata approvata con 122 voti a favore, 41
                                                           astenuti e 0 contrari.

                                                             Tra gli astenuti, ad esempio, i Paesi Bassi, che hanno rite-
                                                             nuto la risoluzione non insistesse abbastanza sulla
                                                             responsabilità degli Stati nei confronti dei loro cittadini
                                                             in materia d'accesso all'acqua e alle strutture igienico-
                                                             sanitarie.

                                                             Un appuntamento cruciale, per quello che è già stato
                                                             definito il "Petrolio incolore", sarà il Forum mondiale
                                                             dell'acqua, previsto per marzo 2012 a Marsiglia.
                                                             Bisognerà vedere se la risoluzione approvata ormai sei
                                                             mesi fa - importante ma senza valore normativo, troverà
                                                             ulteriore consolidamento, prima di allora.

                                                    6   FEBBRAIO
Sfogliamento - voglia Una scorpacciata di miele: l'istinto svela la. - ZYGENA ONLUS
SFOGLIAMENTO       ARTE

                                 Aspettando
                              il documentario
                                     un regista messicano
                              in Bolivia per la guerra dell’acqua
                                                  GISELLA PACCOI

Nella primavera del 2000 il governo boliviano "scelse" la via della privatizzazione dell'acquedotto di Cochabamba.

Il servizio di distribuzione dell'acqua potabile passò così nelle mani della società “Aguas del Tunari”, la quale non
tardò a triplicare i prezzi e a confiscare quei pozzi gestiti da cooperative del posto.

Tutto ciò sarebbe proseguito per 40 anni, perché questi erano i termini del contratto. Ma, anche grazie all'esempio
offerto dalle organizzazioni di contadini e cocaleros, i cittadini di Cochabamba si organizzarono in uno spontaneo
moto di protesta: servirono 4 mesi di scontri e 5 morti per convincere il governo a rescindere il contratto.

Il consorzio di aziende chiamato “Aguas del Tunari”, raccoglieva, tra le altre, la statunitense Bechtel Enterprise
Holdings, la spagnola Abengoa, l’inglese International Water Limited e l'italiana Edison.

Tin Dirdamal, regista messicano, aveva annunciato, alcuni anni fa, l’intenzione di girare un film su questo evento.
Di sicuro, documentare gli avvenimenti di quel periodo non sarà un lavoro facile, perchè se si vorrà cercare la veri-
tà bisognerà riempire entrambi i piatti della bilancia, ossia capire quanto orribile fosse lo sfruttamento dell’acqua da
parte delle multinazionali e quanto, per contro, questo andasse contro gli interessi dei coltivatori di coca della zona.
Probabilmente, neanche a dirlo, a farne le spese sarebbero stati - e sono, comunque, anche ora - gli abitanti della
zona, le “persone comuni”.
Secondo un dato che risale a cinque anni fa, infatti, più di 600 mila persone a Cochabamba sono senza acqua, e devo-
no andare avanti con forniture difficoltose e intermittenti (quando va bene, l’acqua arriva per circa tre ore al gior-
                                                                                   no).

                                                                                  Un altro documentario, che si è
                                                                                  occupato delle guerre per l’acqua, è
                                                                                  “Flow: For Love of Water”, girato da
                                                                                  Irena Salina nel 2008.

                                                                                  Il film è incentrato sulla tematica
                                                                                  del grande business della privatizza-
                                                                                  zione delle infrastrutture idriche,
                                                                                  che mette i profitti avanti alla dispo-
                                                                                  nibilità di acqua per le persone e per
                                                                                  l’ambiente.

                                                                                  Ad essere sotto accusa, in questo
                                                                                  film, sono grandi multinazionali
                                                                                  come la Nestle, la Coca-Cola; il dito
                                                                                  viene puntato anche contro il Fondo
                                                                                  Monetario Internazionale (IMF).

                                                    7   FEBBRAIO
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SFOGLIAMENTO BIZZARRIE

                                    Via
                              con l’elicottero
                                   un’azione di eradicazione
                                        alle Galapagos
                                              GISELLA PACCOI

                                               C’erano una volta due specie di roditori classificate da Darwin nel
                                               corso del suo viaggio intorno alle isole Galàpagos, roditori che poi si
                                               estinsero negli anni Trenta dello scorso secolo.
                                               Ai giorni nostri, invece, c’è un ratto nero (portato su queste isole da
                                               una delle innumerevoli navi passate da queste parti, dalla loro scoper-
                                               ta, una nave di pirati o di inglesi, o di chissà chi) che sta causando
                                               grandi problemi alla fauna locale.

                                               La proliferazione di questo roditore è infatti ritenuta responsabile del
                                               declino di buona parte degli invertebrati e dei piccoli mammiferi del-
                                               l'arcipelago ecuadoregno: il ratto nero, infatti, si nutre delle uova dei
                                               rettili e degli uccelli, limitandone la riproduzione, e allo stesso tempo
                                               sottraendo fonti alimentari ai mammiferi locali che delle uova si sono
sempre nutrite, ma in quantità inferiori.

I gestori del parco Nazionale hanno deciso di avviare, lo scorso gennaio, un’azione di eradicazione, servendosi di
esche che sono state calate dagli elicotteri.
Alcuni animali, come ad esempio i falchi ed altri uccelli, sono stati temporaneamente trasferiti in ambienti chiusi per
non essere coinvolti nell’operazione, e non entrare in contatto con le esche nocive.

                                                  8     FEBBRAIO
Sfogliamento - voglia Una scorpacciata di miele: l'istinto svela la. - ZYGENA ONLUS
SFOGLIAMENTO       NATURA

                                 Arsenico
                            e vecchi parametri
                                               l’uso scriteriato
                                              dei limiti di legge
                                                    GISELLA PACCOI

Prima o poi, è capitato a tutti, anche ai meno appassionati di libri gialli, di imbatter-
si nel racconto di un omicidio realizzato con l’arsenico.

Non serve essere dei chimici, per sapere che l’arsenico è un veleno, fa male, è una di
quelle sostanze che va associata col simbolino di teschio e tibie, una di quelle cose da
cui tenersi alla larga.

Non serve essere medici per intuire che ingerire dell’acqua contenente arsenico, gior-
no dopo giorno, per anni, fa male.

Non serve essere scienziati per sapere che è più facile agire sulla quantità di arsenico
nell’acqua, cercando di ridurla, piuttosto che sperare che l’organismo umano si adat-
ti e tolleri quantità maggiori di questa sostanza al suo interno.
Per cui, non ha alcun senso chiedere all’Unione Europea il nulla osta per alzare i
parametri di tollerabilità.
Sarebbe come chiedere ad un dottore di permetterci di assumere una sostanza noci-
va.
Poco importa se, come affermano alcuni, l’arsenico deriva solo da una particolare
conformazione geologica: sarebbe come pensare che chi vive vicino al mare possa
bere l’acqua salata perchè “deriva solo da una particolare conformazione geologica”!
Quindi, ora, dato che l’UE “cattiva cattiva” non ha permesso all’Italia di fare un ritocchino ai limiti di sicurezza, ci
sono più di cento comuni, in tutta la penisola, che si trovano a rischio.

“Nessuno si aspettava una normativa UE così immediata”, si giustificano in Italia. Bizzarre persone, quelle che
                                                                hanno promulgato la normativa.
                                                                Sono certamente le stesse che, quando stanno
                                                                male, corrono subito ai ripari, e che quando per
                                                                caso una spina entra nel loro dito si affrettano
                                                                a toglierla.
                                                                Insomma, sono persone che si rendono conto
                                                                che di fronte a pericoli mortali come quello
                                                                rappresentato dall’arsenico non si deve essere
                                                                pigri, non si deve interporre troppo tempo ed
                                                                agire in fretta.

                                                                        Nell’elenco delle “città nei guai”, in testa c’è il
                                                                        Lazio, con 91 città e borghi (sparsi tra le pro-
                                                                        vincie di Roma, Latina e Viterbo); quindi segue
                                                                        la Toscana, con 16 località; altre 10 sono in
                                                                        Trentino, 8 in Lombardia e 3 in Umbria.

                                                                        Tutte con lo stesso problema: negli acquedotti
                                                   9     FEBBRAIO
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SFOGLIAMENTO      NATURA

                                                  c’è una concentrazione elevata di arsenico, talvolta con valori mas-
                                                  simi di 50 microgrammi per litro, mentre la legge ne consente al
                                                  massimo 10.

                                                  Non è una scelta. L’arsenico si accumula nell’organismo, può cau-
                                                  sare danni neurologici e provocare tumori in vari organi e tessuti.

                                                  I sindaci dei comuni interessati dovranno decidere quali provvedi-
                                                  menti prendere, se emanare ordinanze per dichiarare “non potabi-
                                                  le” l’acqua corrente, collocare filtri negli acquedotti o “allungare”
                                                  l’acqua, mischiando quella dei pozzi con altre fonti meno inquina-
                                                  te.

                                                  Sempre che, nel frattempo, non venga fuori qualche miracoloso
                                                  rimedio, come quello che sembrano aver tirato fuori dal cilindro i
                                                  ricercatori dell’ENEA di Roma.
                                                  Guarda caso, per scongiurare il rischio chiusura, ora è stato trova-
                                                  to un “un processo di depurazione altamente innovativo, in grado
                                                  di portare entro la soglia consentita dalla legge, quindi riducendo
                                                  l'arsenico presente nell’acqua fino a 10 microgrammi per litro”.

                                                  Si legge nella presentazione del sistema:

“La nuova tecnologia separativa è composta da membrane che permettono il verificarsi del fenomeno dell’osmosi
inversa, oltre che la nanofiltrazione. Associando poi a questi “adeguati sistemi di miscelazione con acqua non trat-
tata” si ottiene il mantenimento del giusto contenuto salino richiesto dall’acqua potabile ed il controllo on-line del
processo”.

In pratica, niente di chiaro. Pare che sia “attualmente in via di sperimentazione un impianto di trattamento in grado
di produrre 5 metri cubi all’ora di acqua potabile”, ossia di ridurre la percentuale di arsenico nell’acqua del 99%.

Per carità, può essere un buon inizio, per quel centinaio di persone che ne potrebbero beneficiare.

                                                 10    FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO   SITI WEB

                                         Un bel sito
                                         sull’acqua
                                                perchè la didattica
                                               non è sempre noiosa
                                                   GISELLA PACCOI

                                                                 Diciamocelo: difficilmente gli elaborati conclusivi dei
                                                                 progetti scolastici sono utili ed accattivanti.

                                                                 Il più delle volte sono come le recite scolastiche:
                                                                 piene di tanta buona volontà, ma gustabili sono da
                                                                 genitori e parenti, che sono gli unici che osservano
                                                                 con l’occhietto umido i propri pargoli impegnarsi in
                                                                 qualcosa di improponibile.

                                                              Il più delle volte, si tratta di una raccolta di disegni ed
                                                              elaborati ingenui, che mostrano il grande impegno
                                                              (soprattutto da parte degli insegnanti, vera avanguar-
                                                              dia armata contro la tendenza generale all’impigri-
mento e all’appiattimento mentale), la buona volontà ed il gran quantitativo di notizie ricercate e studiate.

Il più delle volte. Ma non questa. In questo caso, se volete divertirvi a navigare “intorno all’acqua” in maniera viva-
ce, divertente e molto, molto gradevole, potete visitare il sito creato da alcune scuole di Rimini per descrivere un pro-
getto, avviato nel 2001, che ha coinvolto
le scuole dell’infanzia ed elementari.

Ci sono storie, filmati, giochi, esperi-
menti, ricerche serie e scientificamente
valide; c’è tutto l’entusiasmo di chi ci ha
lavorato per molto tempo.

In più - cosa niente affatto trascurabile -
il sito è facilmente navigabile, ben com-
prensibile, chiaro... ed accattivante allo
stesso tempo, con tutti i suoi colori.

Come fare a scoprire questa curiosa
“perla”?

Semplice: basta collegarsi a questo indi-
rizzo:

http://cicloacqua.altervista.org

                                                    11   FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO ECONEWS

                                  Per costruire
                                       eco
                                                due eventi
                                           all’inizio di marzo
                                                        REDAZIONE

Siete ancora in tempo per ottenere un ingresso
gratuito ad ECOBUILD, “il più grande evento
mondiale per il design sostenibile, l’eco-edilizia e
le nuove tecniche di costruzione attente all’am-
biente. Il futuro. Le ultime invenzioni, i prodotti
più recenti e la gente che conta”.

Se “il buongiorno si vede dal mattino”, ed il mat-
tino di questo evento è rappresentato dal suo sito
web, non c’è da avere dubbi: si tratterà di una
kermesse innovativa ed appassionante.

La manifestazione si terrà a Londra, tra il primo
ed il tre marzo prossimi, presso il centro espositi-
vo Excel.                                                       Un po’ meno accattivante nel sito e nella presen-
Ci saranno stand, convegni, seminari, attrazioni.               tazione, ma altrettanto interessante nei contenu-
Avete paura di perdervi, o di perdere qualcosa di               ti,, è l’altra manifestazione di bio-edilizia
interessante? Niente di più facile: visitate il sito            che si terrà, questa volta a Reggio Emilia, dal 3 al
ufficiale dell’evento, e pianificate la vostra visita           6 marzo prossimi: Ecocasa.
con il nuovo “pianificatore online dell’itinerario              Come recita la presentazione, qui “i protagonisti
Ecobuild”.                                                      della green economy si confrontano”, per parla-
Uno strumento che vi permetterà di elencare tutti               re di “comfort, benessere e sostenibilità di fronte
gli espositori che vorreste incontrare, i prodotti              alle tecnologie più innovative”, utili non solo per
che vorreste vedere, le conferenze ed i seminari ai             le prossime costruzioni, ma anche per tutti gli
quali vorreste assistere.... per creare un orario               interventi su ciò che già esiste, per adeguarlo alle
dettagliato e preciso.                                          nuove esigenze della protezione dell’ambiente,
Provarlo è semplice: bisogna solo registrarsi al                del risparmio e del buon vivere.
sito                                                            Anche in questa occasione ci saranno seminari e
          http://www.ecobuild.co.uk/                            convegni: “i grandi maestri dell’architettura
                                                                sostenibile ed i tecnici più qualificati si confron-
                                                                tano sulle costruzioni del futuro”.
                                                                Ovviamente, non si può “giudicare un libro dalla
                                                                copertina”, il sito non è tutta la manifestazione,
                                                                ma.... ad uguale argomento, c’è un’enorme diffe-
                                                                renza tra la presentazione dell’evento inglese e
                                                                quella dell’appuntamento italiano.
                                                                Dovendo sceglierne una sola, difficoltà di comu-
                                                                nicazione a parte, io non avrei dubbi. Tra l’altro,
                                                                Londra è bellissima, a marzo.
                                                                             http://www.ecocasa.re.it

                                                  12     FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO NATURA

                             Disinformazione
                              sulle meduse
                                              le notizie
                                          vanno date bene....
                                                 GISELLA PACCOI

                                                Il National Geographic, nella versione online italiana, così lancia un
                                                articolo: “le nuove meduse “cannibali” del Golfo del Messico”.

                                                Leggendo tutto il pezzo si scopre, poi, che l’importanza deve essere
                                                data alla parola “nuove”, perchè “non appena abbiamo cominciato
                                                ad esaminare realmente Drymonema, geneticamente e morfologi-
                                                camente, è stato subito chiaro che ci trovavamo di fronte a una
                                                medusa differente dalle altre, appartenente a una nuova famiglia"
                                                ha affermato Keith Bayha, biologo marino al Dauphin Island Sea
                                                Lab in Alabama”.

                                                Tra famiglie c’è una differenza sostanziale.

                                                Quella che intercorre, ad esempio, tra un cane ed un orso, due diver-
                                                se famiglie (canidi e ursidi) all’interno dello stesso sottordine, quello
                                                dei caniformi, appartenente all’ordine dei carnivori.

Le meduse che sono state osservate nel Golfo del Messico “a prima vista” sembravano appartenere ad una specie
conosciuta sin dalla fine del XIX secolo; le tecniche di rilevazione genetica e morfologica, però, hanno evidenziato
delle differenze sostanziali, tanto da costringere gli scienziati a creare una nuova famiglia di scifozoi, le Drymonema,
e a ribattezzare la specie Drymonema larsoni, in onore dello scienziato Ron Larson, il primo ad effettuare degli studi
su queste meduse nei Caraibi.

Ripeto: questa è la notizia. Non capita tutti i giorni, che una nuova specie venga scoperta.

E’ invece totalmente errato parlare di “medusa cannibale”; per definizione, infatti, un cannibale è un individuo che
si nutre dei propri simili, degli appartenenti alla propria specie (neanche alla propria “famiglia”, intesa ovviamente
in senso zoologico: se per assurdo un essere umano si nutrisse di un gorilla, o di uno scimpanzè, nessuno lo chiame-
rebbe cannibale).

Le Drymonema, da adulte, si nutrono quasi esclusivamente di Aurelia
aurita, le “meduse quadrifoglio”, quelle che siamo abituati a vedere nei
nostri mari e che si riconoscono immediatamente dalle quattro gona-
di visibili sotto l’ombrello, poste, appunto, “a quadrifoglio”.

Aurelia e Drymonema non sono la stessa specie, e da poco non appar-
tengono più neanche alla stessa famiglia.
La Drymonema, quindi, può essere assolta dall’accusa di cannibali-
smo.
Una curiosità? Anche l’Aurelia è carnivora, ma preferisce le dimensio-
ni ridotte dello zooplancton.

                                                  13    FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO       VIAGGI

                                   In Tasmania
                                    dal diavolo
                                      un viaggio per osservare
                                     un marsupiale in pericolo
                                                GISELLA PACCOI

Dilemma, dilemma.
L’Australia, da quando è stata scoperta e colonizzata dall’uomo occidenta-
le, è stata una terra di esperimenti zoologici.
Prima che arrivassero i navigatori, sull’isola vivevano specie di animali e di
piante assolutamente uniche, createsi in seguito a centinaia di anni di iso-
lamento genetico.

Poi, coloro che si sono trasferiti hanno portato con sè esemplari “domesti-
ci” (a cominciare dai conigli, prima, e dalle volpi, dopo) che hanno causa-
to enormi danni alla fauna endemica, con epidemie ed estinzioni.
In questo caso, il problema - ed il dilemma - riguarda un’altra specie a
rischio estinzione, proveniente dalla “vicina di casa” isola della Tasmania.

Un piccolo marsupiale, il “diavolo della Tasmania” (Sarcophilus harrisii),
da circa 15 anni si trova ad affrontare una terribile malattia, un raro tumo-
re facciale, che ha fatto diminure la popolazione del 60%. L'evoluzione di
questo male sembra lasciare poche speranze per il futuro dei diavoli, che si ritiene possano estinguersi nel giro di
vent'anni senza uno sforzo di conservazione adeguato.

Ora i ricercatori hanno avviato il progetto “Devil Ark”: prendono coppie sane e le spostano in Australia.
Da qui il dilemma.
O meglio, la speranza che prima di avviare lo spostamento i ricercatori abbiano creato dei modelli seri ed attendibi-
li per studiare l’impatto di questi animali sugli ecosistemi locali. Perchè va bene salvare una specie, ma non a disca-
pito di altre esistenze.

La struttura che ospita i circa quaranta animali rilasciati, infatti, e che si trova a Barrington Tops, nel nuovo Galles
                                           del Sud, è composta da recinzioni estese fino a 10 ettari, dove gli animali
                                           possono vivere in semilibertà ed essere soggetti a controlli e studi allo
                                           stesso tempo.
                                           Il sito è stato costruito a 1.300 metri di altezza in una regione il cui clima
                                           ed ecosistema ricordano quello del nord ovest della Tasmania.

                                            L’esperienza insegna, però, che non è impossibile che alcuni animali sfug-
                                            gano alla cattività, reinselvatichendosi.

                                            Quali conseguenze ci potrebbero essere, se ciò accadesse per i diavoletti
                                            neri?

                                            Per saperne di più, e per sostenere il progetto Arca del Diavolo, ci si può
                                            collegare al sito ufficiale del progetto:

                                                                http://www.devilark.com.au/

                                                   14    FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO      BIZZARRIE

                                     Una ragione
                                     per restare
                                            un progetto
                                    per i contadini del Gambia
                                     REDAZIONE DA“NOURISHINGTHEPLANET.ORG

Mentre la costa del Gambia è una
meta turistica apprezzata ed affollata
da turisti europei, la parte interna del
paese offre davvero poco ai propri
abitanti.
Molti lasciano i propri villaggi per la
costa o per l'estero, in cerca di guada-
gni e condizioni di vita migliori, spes-
so separandosi dalle proprie famiglie,
lasciando moglie e figli "a casa".

Il progetto "Home Farm", fondato da
Sandy Martin nel 2004, intende
sostenere i giovani che vogliano con-
tinuare ad occuparsi dell'agricoltura,
cercando di colmare la disparità che
c'è tra il potenziale agricolo della
nazione e la quantità di persone che
se ne occupano.

Il progetto vuole fornire la formazione di base, gli strumenti e tutte le risorse necessarie per costruire una fattoria
redditizia.... ossia per dare ai giovani una ragione per rimanere. Vengono costruiti pozzi e pompe per sfruttare l'ac-
qua per l'irrigazione; si scelgono le piante meglio adattate e più resistenti, quali la moringa, per diversificare i rac-
colti in specie ed in momenti dell'anno, e per selezionare le specie più idonee a questo clima arido.
La maggior parte degli alberi e degli arbusti promossi dal progetto possono servire anche da "difese viventi" per
tener lontani i babbuini ed altri animali che spesso distruggono i giardini ed i campi coltivati. Le piante che non sono
in grado di partecipare a questo "baluardo difensivo", comunque, partecipano a fornire nutrienti al suolo, oppure
possono essere trasformati in cibo per il bestiame o, ancora, sono in grado di catturare una cospicua quantità di ani-
dride carbonica.

L'obiettivo ultimo del progetto non è quello di aiutare i contadini, ma di fornire loro tutti gli strumenti necessari per
camminare con le proprie gambe.
"Non si tratta solo di dare una mano", spiega Sandy Martin. "E' importante che queste fattorie diventino in grado di
sostenersi da sole, perchè solo così potranno trasformarsi in fonte di cibo e di reddito nel lungo termine. E questo
rafforzerà la comunità ed il paese".

Due fattorie nell'area di Kunktoto, per esempio, grazie all'aiuto del progetto Home Farm hanno creato un Centro
nursery sostenibile, per raccogliere e proteggere i semi delle specie da coltivare più importanti.

Per saperne di più: http://www.africaorganics.org/introduction.php

                                                   15    FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO      ARTE

                                   Una mappa...
                                    gioconda
                                      c’è un altro mistero
                                  dentro il quadro di Leonardo
                                                     REDAZIONE

Secondo una leggenda, Satana realizzò il Ponte Gobbo sul Trebbia in una
sola notte, dopo aver stipulato un patto con San Colombano, che gli promi-
se in cambio l'anima del primo viaggiatore che lo avesse percorso.

Ma, come in tutte le leggende, sono i “buoni” a vincere: il santo si beffò del
diavolo, facendo passare un cagnolino sul ponte appena inaugurato, che da
allora prese il nome di Ponte del Diavolo.

Ora, questo ponte ha una seconda leggenda, che pesa sui suoi piloni.

Secondo la storica dell’arte Carla Glori, il ponte che si intravede alle spalle
della Gioconda altri non sarebbe se non quello che svetta sopra la Val
Trebbia.

La studiosa è convinta: il ponte del quadro è quello sul Trebbia e il paesag-
gio quello della campagna intorno a Bobbio.

E’ nato prima l’uovo o la gallina? In questo caso, è davvero un indizio collocato da Leonardo nel proprio quadro per
permettere l’identificazione della splendida modella, oppure è una “ricostruzione all’indietro”, fatta sapendo che
Ludovico il Moro, signore di Bobbio, aveva una figlia, Bianca Giovanna Sforza, alla quale il Maestro avrebbe potuto
dedicare un’opera?

                                                                             Lo storico dell'arte Silvano Vincenti, pre-
                                                                             sidente del Comitato nazionale per la
                                                                             valorizzazione dei beni storici e ambien-
                                                                             tali, avrebbe individuato negli occhi della
                                                                             Gioconda due lettere - una G e una S, ma
                                                                             la questione è dibattuta - che per nell'i-
                                                                             potesi di Glori altro non sono che le ini-
                                                                             ziali di Giovanna Sforza.

                                                                             Ancora Vincenti, questa volta sotto una
                                                                             delle arcate del ponte ha trovato i numeri
                                                                             7 e 2, che la studiosa ricollega all'anno
                                                                             1472, quando il ponte fu distrutto dalla
                                                                             piena del Trebbia.

                                                                             Vero o no... c’è da scommetterci: anche
                                                                             per tutti questi sforzi Monna Lisa sorride,
                                                                             lei che è l’unica, ormai, a conoscere la
                                                                             verità.
                                                   16    FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO      BIZZARRIE

                                          Sospiri
                                         per i ponti
                                       una carrellata di ponti
                                     notevoli ed impressionanti
                                        REDAZIONE DA “REPUBBLICA VIAGGI”

C'è quello dei sospiri a Venezia e quello dei
lucchetti a Roma; ci sono quelli sospesi sugli
strapiombi e quelli filosofici che finiscono nel
nulla; alcuni sono funzionali ma con stile, altri
svolgono il loro compito con un tocco di paura.
Cos’hanno in comune?
Sono tutti ponti che, una volta visti, non si
scordano.
Repubblica Viaggi ha stilato una lista dei dieci
ponti che dovrebbero essere percorsi, almeno
una volta nella vita.
Al primo posto, i ponti “Borneo Sporenburg”,
ad Amsterdam, seguiti dal “Mezzo ponte della
speranza”, in Russia.
Troppo lontani? Ecco due esempi un po’ più
vicini a casa nostra, rispettivamente al quinto
e al settimo posto dell’elenco:

A 3.842 metri il panorama toglie il fiato. Neve
e rocce, rocce e neve e... tra due guglie scosce-
se: un ponte.
Per chiunque soffrisse anche solo leggermente di vertigini è vivamente sconsigliato guardare in basso, ma se siete
arrivati fin sulla vetta dell'Aiguille du Midi (massiccio del Monte Bianco, versante francese, di Chamonix) dopo
una "scalata" in funivia di 20 minuti e 2800 metri di dislivello, chiudere gli occhi di fronte allo spettacolo delle Alpi
francesi sarebbe un peccato. In fondo il ponte è sì molto in alto, ma pur sempre breve da percorrere.

                                                                     Il   Magdeburg         Water       Bridge    o
                                                                     Wasserstrassenkreuz è unico nel suo genere: un
                                                                     ponte-canale dove transitano navi e persone.

                                                                     Lungo poco meno di un chilometro, sorge
                                                                     sull'Elba nei pressi della cittadina di Magdeburgo
                                                                     in Germania collega il canale Elba-Havel al
                                                                     Mittellandkanal e consente il passaggio alle
                                                                     imbarcazioni non solo sotto le sue arcate, ma
                                                                     anche sopra la struttura che risulta allagata al
                                                                     centro come un fiume a una decina di metri da
                                                                     terra.

                                                                     Pedoni e biciclette possono transitare rimanendo
                                                                     all'asciutto stando sui lati del ponte.

                                                    17   FEBBRAIO
SFOGLIAMENTO      NATURA

                           La prima fioritura
                               dell’anno
                                la sagra del mandorlo in fiore,
                                         ad Agrigento
                                                    REDAZIONE

                                                                               Tra il 4 ed il 13 febbraio prossimi si
                                                                               svolgerà, ad Agrigento, la sagra del
                                                                               mandorlo in fiore.

                                                                               Questa specie, così peculiare di questa
                                                                               zona, torna a fiorire, grazie al clima
                                                                               caldo; festeggiando i suoi fiori si cele-
                                                                               brano, perciò, il ritorno della primavera
                                                                               e dei colori, la fine dell’inverno e della
                                                                               cattiva stagione.

                                                                               Questa festa nacque nel 1934 con lo
                                                                               scopo di celebrare la primavera agri-
                                                                               gentina con una giornata di allegria e
                                                                               serenità.

                                                                               Da quella prima volta, molto è cambia-
                                                                               to, la festa è cresciuta, in durata, in
                                                                               importanza e in ospiti illustri.
                                                                               Ora è una festa internazionale, che tutto
                                                                               il mondo conosce ed apprezza.

Tanto per cominciare, infatti, si svolge in uno scenario molto suggestivo, unico, offerto dall’interazione tra il paesag-
gio della Valle dei Templi e la bellissima
cornice offerta dal bianco-rosato dei man-
dorli fioriti.

La festa ha inizio con il rito della Fiaccola
dell'Amicizia che consiste nell'accendere il
tripode dell'amicizia collocato davanti al
Tempio della Concordia.

Durante questa festa gareggiano numerosi
gruppi folkloristici appartenenti a paesi
diversi (molti dei quali, per l’appunto,
anche stranieri) e l'ultimo giorno della
sagra avviene la premiazione con l'asse-
gnazione del Tempio d'Oro.

Ogni anno si organizza inoltre una fiacco-
lata della pace, alla quale partecipano tutti
i rappresentanti dei gruppi folkloristici.

                                                   16   FEBBRAIO
La foto del mese
                               da: National Geographic

“Timber wolves licking” (foto di Jacqueline Crivello per National Geographic).

I lupi hanno comportamenti segreti, difficilmente osservabili se non a costo di lunghe e pazienti attese,
spesso in condizioni sgradevoli, come questa.
All’interno dei gruppi familiari nascono, a volte, atteggiamenti teneri, affettuosi, che dimostrano i legami
e, allo stesso tempo, il rispetto delle gerarchie.... e che all’occhio umano fanno apparire questi maestosi
animali come tenerissimi pelouches, da coccolare, totalmente innocui. Non è proprio così!
Periodico on-line della
 Associazione Zygena Onlus

 Direttore Responsabile:
     Fabrizio Manzione

Coordinatore di redazione:
       Gisella Paccoi

  Impaginato il 31/01/2011

redazione@sfogliamento.it
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