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157 Caietele Echinox, 39/ 2020: Subversions and Censorship Serena Grazzini «Cinque difficoltà per chi scrive la verità» di Bertolt Brecht: un contributo alla riflessione teorica e storica su letteratura e totalitarismo Bertolt Brecht’s “Five Difficulties in Writing Beati quelli il cui atteggiamento the Truth”: A Contribution to the Historical verso la realtà è dettato da immutabili and Theoretical Reflection on Literature ragioni interiori! Ad essi va l’invidia di and Totalitarianism quanti, come noi, abituati a reagire agli Abstract: After the fall of the Berlin Wall, numerous stimoli mutevoli del mondo, viviamo research projects were devoted to better esposti a contraccolpi continui, e non understanding the organization of political, social, finendo mai di decifrare il corso della economic and cultural life in totalitarian regimes. multiforme realtà, portiamo nei nostri In the German-speaking area, the reflection has atteggiamenti stabiliti volta per volta la coscienza del rischio di sbagliare. often been conducted through a more or less Italo Calvino close comparison of the National Socialist and Q the East German Socialist states. In the first part uesto breve contributo nasce a seguito of the issue I discuss the potential and limits of di un confronto tra studiose e studiosi this juxtaposition. In the second part I propose di diverse letterature nazionali sul tema del a close reading of Bertolt Brecht’s paper “Fünf rapporto tra scrittore e potere politico nei Schwierigkeiten beim Schreiben der Wahrheit”. regimi totalitari del Novecento europeo, Keywords: Literature and Totalitarianism; Five come anche su peculiari forme di controllo Difficulties in Writing the Truth; Bertolt Brecht; della libertà artistica ed espressiva negli National Socialism and GDR Socialism. stati democratici e repubblicani1. In rife- rimento ai totalitarismi, la riflessione ha Serena Grazzini riguardato principalmente gli effetti che Università di Pisa, Italy l’esistenza di organi preposti al controllo serena.grazzini@unipi.it statale della produzione letteraria ha avuto su di essa. Pur tenendo conto di come, negli DOI: 10.24193/cechinox.2020.39.12 ultimi decenni, la censura sia stata studiata
158 Serena Grazzini non solo in termini negativi di potere il richiamo di Brecht alla verità e il suo anti- repressivo, ma anche in riferimento alla fascismo, e, tenendo poco conto della sua sua portata propositiva in quanto organo strategia di scrittura, hanno finito per con- deputato al consolidamento dell’identità ferire al testo un carattere quasi normativo culturale di un collettivo2, nel confronto di che rischia di contraddirne il senso gene- cui sopra l’attenzione è stata rivolta soprat- rale. Tramite un’analisi più particolareggiata tutto al potenziale sovversivo della lettera- proverò a mostrare come lo scritto, oltre a tura, quindi ad autori e a testi irriducibili fornire un esempio di resistenza al nazismo, alle istanze del potere statale. offra un contributo di rilievo più generale L’impostazione interdisciplinare del alla riflessione teorica e storica su letteratura dibattito e la considerazione di un ampio e totalitarismo e, più in generale, sulla rela- arco temporale ha fatto sì che venissero zione tra scrittura letteraria e potere statale. accostati contesti geografico-linguistici affatto differenti e sistemi politici che, se I. anche affini, come lo furono, per esempio, quelli vigenti nei paesi del blocco comuni- sta, presentano specificità tali da imporre a operazioni di questo tipo alcuni limiti. Essi I n riferimento alla letteratura tedesca, la cui appartenenza nazionale è tutt’al- tro che facile da definire nel periodo che non inficiano in alcun modo la validità va dalla fine della Seconda guerra mon- dell’apporto conoscitivo che l’istituzione di diale al 19894, il tema del rapporto tra confronti e parallelismi fra regimi offre alla scrittori e potere statale, spesso dibat- teoria del totalitarismo, ma tenerne conto tuto, ha conosciuto un interesse del tutto è importante per garantire alla riflessione peculiare a partire dagli anni Novanta del teorica il necessario ancoraggio storico, secolo scorso. Nel tentativo di tracciare un tanto più necessario quando il discorso bilancio del XX secolo, a pochi anni dal riguarda la scrittura letteraria. crollo del muro di Berlino e dall’unifica- La Germania, che ha conosciuto sia zione delle due Germanie con conseguente lo stato totalitario di destra che quello di scomparsa della Repubblica Democratica sinistra3, offre, da questo punto di vista, un Tedesca (RDT)5, escono, in ambito germa- esempio paradigmatico. Con riferimento nofono, numerosi saggi e volumi dedicati alla ricerca letteraria di ambito germano- a una riflessione vasta sull’organizzazione fono degli ultimi decenni, di seguito pre- della vita politica, sociale, economica e senterò alcune questioni relative a poten- culturale nei regimi totalitari. L’approfon- zialità e limiti della giustapposizione di dimento è talvolta condotto tramite una totalitarismi diversi. Nella seconda parte comparazione più o meno serrata tra lo proporrò invece un close reading dello stato nazionalsocialista e quello socialista scritto di Bertolt Brecht «Fünf Schwie- tedesco orientale6. Strettamente correlato rigkeiten beim Schreiben der Wahrheit» alla Totalitarismustheorie (teoria del tota- [Cinque difficoltà per chi scrive la verità]. litarismo), questo orientamento ha infine Spesso citato anche grazie alla forza interessato anche la ricerca letteraria. evocativa del titolo, il saggio è stato oggetto Tra i primi studi a dare un impulso di letture che hanno enfatizzato soprattutto importante in questa direzione, il volume
159 «Cinque difficoltà per chi scrive la verità» di Bertolt Brecht collettaneo Literatur in der Diktatur. Schrei- nazionalsocialista, e a confrontarcisi in ben im Nationalsozialismus und DDR- modo in parte nuovo, come mostrano Sozialismus [Letteratura e dittatura. Scri- anche i numerosissimi scritti autobiogra- vere durante il Nazionalsocialismo il fici usciti dagli anni Novanta in poi. È in Socialismo della RDT]7, edito nel 1997 da questo mutato contesto storico e culturale Günther Rüther, ha costituito un punto di che fioriscono molti progetti di ricerca riferimento imprescindibile per chi, negli dedicati alla teoria del totalitarismo e al anni successivi, si è occupato di letteratura confronto tra i due regimi. e totalitarismo8. A quest’altezza temporale, Per quanto Rüther non si sbilanci e l’argomento non è certamente nuovo; vero preferisca parlare di dittature anziché di è, tuttavia, che nei decenni precedenti esso stati totalitari, il volume da lui curato è è stato affrontato per lo più a proposito di emblematico di questa nuova impostazione singoli autori e di singole autrici, oppure di studio. La novità che lo caratterizza, di uno spaccato storico-letterario dai con- infatti, non riguarda l’argomento, bensì fini ben delineati: la letteratura prodotta la prospettiva ad ampio raggio dischiusa durante gli anni del Terzo Reich, da un dall’accostamento del regime nazista e di lato; la letteratura della RDT o comun- quello socialista al duplice scopo di presen- que scritta da autori tedesco orientali, tare «la vita delle scrittrici e degli scrittori dall’altro9. ovvero la loro produzione letteraria durante Dopo l’apertura degli archivi della la dittatura»12 e di comprendere, alla luce di Stasi a seguito di legge apposita promul- evidenze testuali, come e quando la lette- gata il 29 dicembre 1991, il quadro dei ratura sia riuscita a ritagliarsi uno spazio meccanismi di controllo nella Germania di autonomia dalle istanze inglobanti del Orientale e, tra le altre cose, della loro potere. ricaduta sulla scrittura letteraria comincia Rileggendo il volume oggi, colpisce a farsi più chiaro e articolato10, portando la prudenza con cui il curatore presenta anche a rivedere (in modo talvolta gra- l’impostazione scelta: non senza una certa tuito o, per lo meno, pretestuoso) giudizi ambiguità, nella prefazione egli specifica precedenti su singoli autori e autrici e sui come l’intento del volume non sia parago- loro testi; allo stesso tempo, questi nuovi nare (vergleichen) né tanto meno equipa- orizzonti stimolano un rinnovato inte- rare (gleichsetzen) i testi prodotti durante resse per la letteratura prodotta durante il le due dittature tedesche, bensì mettere in Nazismo, non solo per quella dell’esilio ma risalto gli effetti simili avuti dai due regimi anche, e forse soprattutto, per quella della sulla scrittura letteraria13. cosiddetta Innere Emigration (emigrazione Nonostante la prudenza, strategica al interna)11. fine di introdurre un nuovo orientamento In effetti, la svolta epocale segnata teorico, la prospettiva generale emerge con dal crollo del muro di Berlino e la riuni- sufficiente chiarezza, tanto che la miscella- ficazione della Germania hanno portato nea non manca di suscitare reazioni discor- a ripensare, a livello letterario e storico, danti: se qualcuno, oltre all’indiscutibile sia il passato recente, sia l’ultimo passato serietà e qualità dei singoli studi, apprezza comune ai due stati tedeschi, il dodicennio la riflessione ancorata ai testi e con ciò lo
160 Serena Grazzini sforzo di andare oltre gli allora frequenti totalmente riconducibili) a una comunanza paragoni sommari tra socialismo e nazio- ideologica con lo stato. nalsocialismo, altri non nascondono una L’analisi delle modalità della scrittura certa irritazione per l’accostamento dei due affermativa della fede politica, della visione regimi14. In realtà, come succede anche in e dell’ideologia promulgate dal potere, ha altri volumi successivi impostati in modo fatto emergere come possa configurarsi comparativo, quasi tutti i contributi ver- la lingua letteraria nel suo rapporto di tono o sull’una o sull’altra dittatura. Fanno dipendenza diretta da istanze sovraperso- eccezione solo i saggi riguardanti autori nali come quelle statali e di sostegno alle che sperimentarono entrambi i regimi, e il stesse. Di converso, si sono approfondite le ricco contributo di Eberhart Lämmert, il cosiddette versteckte Schreibweisen, ossia le quale, come spiegherò meglio, affronta la modalità di scrittura che, nel simulare un questione del parallelismo tra le due dit- accordo con le prescrizioni del potere o tature per proporne, di fatto, una parziale tacendo su di esso, aprono, in realtà, a uno decostruzione15. L’accostamento delle due spazio di autonomia, che resta fondamen- organizzazioni statali evocato nel sotto- tale al dispiegamento del peculiare poten- titolo della miscellanea ha, pertanto, un ziale conoscitivo della letteratura ed è par- valore soprattutto suggestivo ed è funzio- ticolarmente insidioso per i vincoli imposti nale a indicare una direzione della ricerca a essa dall’extra-letterario. che di lì a poco troverà un’eco sempre Detto diversamente: i molti saggi maggiore. dedicati ai testi scritti durante i due regimi Va detto che l’ottica comparativa ha mostrano, di fatto, come studiare la lettera- dato, nel tempo, i suoi frutti: oltre allo stu- tura nel suo rapporto col potere abbia favo- dio approfondito delle condizioni di vita e rito non la lettura ideologica dei testi, bensì di pubblicazione degli scrittori soggetti a una maggiore sensibilità (e conoscenza) controllo statale, si è fatto maggiore luce nei confronti di quello che si suole definire sulle istituzioni che regolano o mediano la lo specifico letterario o, per esprimerlo con cultura letteraria (i ministeri della cultura, Jakobson, la poeticità del linguaggio, con le case editrici, le associazioni degli scrit- ricadute importanti anche per l’analisi di tori, la scuola, l’università), come anche testi pubblicati in esilio (dal nazismo) o sulle ragioni politiche della canonizzazione (per gli autori della RDT) nella Germa- di certe opere del passato a discapito di nia occidentale, testi nei quali la critica e la altre. Soprattutto, si sono elaborati para- resistenza al regime totalitario hanno avuto digmi interpretativi grazie ai quali si sono forme esplicite16. In riferimento al tema messe maggiormente a fuoco le strategie di del rapporto col potere, queste acquisizioni scrittura, spesso trascurate a favore dei temi consentono di non appiattire la letteratura dei testi letterari; ciò ha permesso di indi- sui suoi temi e sui suoi contenuti espliciti, viduare meglio sia meccanismi di autocen- aiutando invece a coglierne il non detto e sura, sia le dinamiche (più o meno com- precipue strategie e dinamiche testuali che plesse) del rapporto col potere in quei testi possono facilmente sfuggire a un avvicina- che hanno superato il vaglio della censura mento alla lingua letteraria fondato pre- seppur non riconducibili (o, almeno, non valentemente sulla critica dell’ideologia
161 «Cinque difficoltà per chi scrive la verità» di Bertolt Brecht o, all’opposto, su paradigmi strettamente il Nazismo mise al bando i massimi rap- culturologici. presentanti della letteratura tedesca ed Tuttavia, al fine di ricostruire il conte- espulse dal canone tutti gli autori ebrei, sto originario dei testi e facilitare il ricono- molti dei quali di altissimo livello, almeno scimento del senso (magari nascosto) veico- all’inizio la RDT rappresentò, invece, un lato dalla strategia di scrittura, l’analisi di un polo di attrazione per molti autori, anche testo letterario impone necessariamente il di origine ebraica, che godevano ormai di confronto con la storia. È a questo livello di un riconoscimento internazionale e che integrazione di analisi stilistica e approccio decisero di tornare in Germania grazie alla contestuale che diventa di nuovo importante fondazione dello stato socialista. tenere conto delle differenze tra i diversi L’altra differenza su cui Lämmert totalitarismi, come bene ha dimostrato pone l’accento è relativa alle modalità Lämmert nello studio menzionato sopra17. operative del controllo censorio: mentre Diversamente da come è stato inter- la messa a bando nazionalsocialista degli pretato il suo saggio18, mettendo in evi- autori e dei loro testi era univoca e defini- denza le differenze che caratterizzano la tiva, la RDT conobbe processi decisionali letteratura prodotta sotto i due regimi anche di lunga durata, caratterizzati da fasi tedeschi, Lämmert non sminuisce affatto di contrattazione che, in alcuni casi, porta- il confronto tra di essi e l’apporto che rono l’autorità statale a rivedere le proprie esso offre alla teoria del totalitarismo; ma decisioni inerenti alla pubblicazione di un lo ancora alla storia, evitando di scadere testo, oppure gli autori a modificare le pro- in giudizi sommari che spesso nascono prie opere. dall’assolutizzazione dell’elemento simile L’ultima differenza riguarda, infine, il con il rischio di non cogliere le specificità contesto di scrittura e, indirettamente, i let- storiche e letterarie dei testi via via presi tori: diversamente dagli scrittori degli anni in considerazione. Ricordare le differenze Trenta, che, fatta eccezione per la Svizzera, che egli individua come particolarmente emigrarono in paesi non germanofoni, gli rilevanti, è utile a comprendere in quale autori tedesco orientali avevano comun- specifico senso parlare di totalitarismo tout que la possibilità di pubblicare e di espa- court possa essere un ostacolo a cogliere un triare nella Germania occidentale, potendo quadro letterario comunque variegato. quindi contare su un contesto linguistico La prima differenza riguarda la diversa che assicurava alle loro opere un pubblico durata dei due regimi con la conseguenza di lettori vasto e una risonanza potenzial- che mentre la letteratura nata in Germania mente ampia. e in Austria sotto il nazismo non conobbe Gli effetti che le differenze politiche epoche al suo interno, quella della RDT fu evidenziate ebbero sulla letteratura furono suscettibile di rimodulazioni, legate non dunque tutt’altro che secondari. Allo stesso da ultimo ai mutamenti che interessarono tempo, la loro rilevazione dà un’idea di l’organizzazione dello stato durante i suoi come il quadro letterario offra un accesso quaranta anni di storia. di conoscenza dell’organizzazione politica, La seconda concerne i nomi degli e abbia specificità che non possono essere scrittori e il valore letterario dei testi: se colte parlando di totalitarismo tout court. A
162 Serena Grazzini tale proposito, per terminare questa breve nazionalsocialismo o un’ideologia radical- panoramica e riflessione metodologica, è mente diversa oppure richiami e appelli a importante focalizzare l’attenzione su un un umanesimo improntato sui principi di altro aspetto legato al piano della con- ragione, progresso, moralità e bontà20. vergenza ideologica tra scrittori e stato. Proprio questa critica al nazionalso- Seppur non presente tra quelli elencati da cialismo a partire da valori ritenuti univer- Lämmert, esso ha avuto risvolti notevoli sali suscita, come è noto, la replica decisa per la letteratura tedesca. di Bertolt Brecht. Convinto che non possa Infatti, se il sistema politico imposto essere questa l’analisi da cui partire per da Hitler alla Germania fu considerato sconfiggere il nazismo, in occasione del dai sostenitori dell’ideologia nazionalso- Primo congresso internazionale degli scrit- cialista come perfettamente coerente con tori per la difesa della cultura, nel giugno essa, tanto che non mancarono scrittori i 1935 tiene un discorso in cui invita tutti i quali, inizialmente sostenitori di Hitler, si presenti a discutere sui presupposti della resero conto nel giro di pochissimo tempo propria resistenza al nazismo e a non fer- di non aver capito quali sarebbero state le marsi allo sgomento per la brutalità nazi- conseguenze della loro scelta, certamente sta21. In questo discorso, egli riprende alcuni non si può dire altrettanto in riferimento argomenti sviluppati in modo amplio nel a molti autori tedeschi orientali di credo trattato «Cinque difficoltà per scrivere la comunista. verità», risalente a qualche mese prima22. Come è stato spesso notato, osservare Si tratta di un testo che, pur nelle dif- in ottica storica la letteratura della RDT ferenze dei contesti sopra detti, conosce mostra piuttosto la maturazione da parte una notevole risonanza tra gli scrittori esuli di molti di una consapevolezza vieppiù in fuga dal nazismo come anche tra molti crescente e dolorosa dello scarto tra ideale autori della generazione successiva, sia tra socialista, a cui – è importante ricordarlo i tedesco occidentali23 sia, e soprattutto, – i più rimasero legati per tutta la vita, e tra gli autori della RDT24, paese in cui lo socialismo reale. In moltissimi casi, la presa scritto era addirittura contemplato tra le di distanza, più o meno velata, dalle istanze letture scolastiche obbligatorie. Questa del potere era quindi sviluppata non a par- trasversalità temporale, spaziale e politica tire da una posizione ideologica opposta, dell’interesse non si spiega evidentemente bensì dall’ideale socialista che, questa la solo con il dichiarato antifascismo dello convinzione diffusa, il governo statale stava scritto. Ciò che lo rende significativo oltre tradendo19. il momento contingente e adatto a conte- Si trattava quindi di una presa di sti storico-politici diversi è piuttosto il suo distanza particolarmente insidiosa per il impianto teorico. Per quanto noto sia il potere poiché andava a minare il fonda- testo, ripercorrerlo nel dettaglio è utile per- mento politico-morale su cui esso fon- ché esso, tenendo insieme teoria e storia, dava la propria legittimazione. In que- offre, come anticipato in apertura, spunti sto, gli scrittori dissidenti della RDT si importanti alla riflessione su letteratura e differenziano molto anche dagli scrittori totalitarismo in rapporto a quanto esposto esuli degli anni Trenta, che oppongono al finora.
163 «Cinque difficoltà per chi scrive la verità» di Bertolt Brecht II. leggere il trattato tenendo a mente questo destinatario multiplo, pensando Brecht I ncidere sulla realtà e mostrarla passibile di cambiamento. Il concetto di verità cui pensa Brecht vive di queste due prospet- sia a chi può esercitare una critica attiva ed esplicita allo stato nazionalista, sia alla resistenza di chi vive ancora in Germania e tive: da un lato, della necessità di opporre deve fare i conti con la repressione statale. resistenza ai rapporti di forza che carat- In effetti, in quanto comunicazione rivolta terizzano la società; dall’altro, della con- a qualcuno, lo scritto resta fermamente vinzione di poter contribuire tramite la ancorato alla realtà storica. letteratura alla conoscenza e allo smasche- L’accostamento tra chi vive sotto ramento di tali rapporti, oltre che alla rap- il regime nazista e chi vive in un regime presentazione (nel senso di Vorstellung) di liberale è certamente giustificato dall’idea, spazi sociali alternativi. A dispetto di come espressa anche in questo testo, che il nazi- spesso si sono lette molte sue affermazioni, smo sia la manifestazione estrema e l’or- per Brecht la verità non ha carattere dog- ganizzazione dittatoriale del capitalismo, matico e, per quanto fondamentale sia il ma non solo: impostando la questione sul riferimento a Hegel, ha poco a che fare con concetto di verità più che su una speci- la speculazione filosofica. Piuttosto essa fica organizzazione politica, l’autore può vive della dimensione storica ed è «qualcosa conferire alle sue riflessioni un valore più di pratico, di concreto, di irrefutabile»25. La generale, senza che esse perdano per questo verità, così Brecht, non può essere infatti il loro collegamento con il presente. «generica, elevata, ambigua. Di tale specie, Nella sua definizione di verità, Brecht cioè generica, elevata, ambigua, è proprio la si oppone sia alla retorica del nazionalso- menzogna»26. cialismo sia a molti autori esuli che, come Il saggio «Cinque difficoltà per chi accennato sopra, si appellavano ai grandi scrive la verità», in cui Brecht mette in pra- ideali dell’umanesimo illuminato per cri- tica ciò che anche teorizza, è improntato ticare il nazismo. Si potrebbe sicuramente su questa specifica idea di verità. Scritto a obiettare che il concetto di verità rientra a seguito di uno stimolo ricevuto da Johan- sua volta tra questi ideali; d’altronde, pro- nes R. Becher e dopo una serie di tenta- prio la connotazione pratica che Brecht tivi sul tema, esso esce nell’aprile 1935 gli conferisce, fa sì che egli si muova su nella rivista antifascista Unsere Zeit (Parigi, un piano altro rispetto a molti suoi con- Basilea e Praga) a cura dello Schutzverband temporanei. Concepita non come dimen- Deutscher Schriftsteller) e viene distribuito sione astratta (o idealistica), bensì nella illegalmente anche in Germania. sua assoluta concretezza, la verità è per lui L’obiettivo di Brecht, quindi, è dicibile, quindi circoscrivibile dal linguag- duplice ed è dichiarato esplicitamente gio e dal pensiero. Lo dimostra il fatto che nell’incipit del testo: il trattato è rivolto l’elencazione delle difficoltà per chi scrive sia a chi vive in Germania sotto il fasci- la verità corrisponde all’esplicitazione di smo, sia a «coloro che sono stati cacciati queste verità e allo smascheramento delle o sono fuggiti» e «scrivono nei paesi della relative menzogne. La verità, tuttavia, non libertà borghese»27. È pertanto importante è per Brecht la prerogativa di una parte
164 Serena Grazzini e la menzogna non è solo del potere. Si Posta questa fondamentale premessa, potrebbe anzi affermare che ciò che più gli Brecht passa a descrivere la seconda dif- preme è innanzitutto sgombrare il campo ficoltà: il coraggio, da solo insufficiente, dalle menzogne cui può essere esposto chi deve andare di pari passo con l’accortezza si impegna nella resistenza al nazismo. di riconoscere la verità. Trovare la verità Su questo insiste a partire dalla descri- (quella importante, cioè quella che «valga zione della prima difficoltà: il coraggio; quel la pena di essere detta»29) è possibile solo coraggio che, così afferma, manca a chi si dandosi un metodo, liberandosi di «vec- adagia sulla posizione di perseguitato, con- chie superstizioni, di giudizi famosi»30. Per vinto di essere tale solo perché la malvagità coloro che non hanno questa accortezza avrebbe vinto sulla bontà. Brecht si mostra impietoso verso questo modo di pensare a […] il mondo è troppo complicato, cui non concede alcuna attenuante: non conoscono i dati di fatto e non vedono le connessioni. Oltre ai prin- Ma questa bontà è stata battuta, vinta, cipi occorrono delle nozioni che si inceppata e doveva quindi trattarsi di possono acquisire e dei metodi che una bontà debole; di una bontà difet- si possono imparare. Tutti coloro che tosa, inconsistente, su cui non si poteva scrivono nella nostra epoca di rapporti fare affidamento; giacché non è lecito complicati e di grandi mutamenti ammettere che alla bontà sia congenita debbono conoscere il materialismo la debolezza così come si ammette che dialettico, l’economia e la storia31. la pioggia debba per definizione essere bagnata. Per dire che i buoni sono stati Trovare la verità significa quindi per vinti non perché buoni, ma perché erano Brecht mettersi alla ricerca di connessioni, al deboli, ci vuole coraggio28. fine di districare ciò che in apparenza risulta inintelligibile. Nell’indicare nel materiali- Questo primo esempio basterebbe da smo dialettico il metodo per riconoscere le solo a mostrare quanto detto sopra, ossia connessioni, nell’economia e nella storia gli come lo scrittore, analizzando le cinque ambiti della conoscenza e della ricerca della difficoltà incontrate da chi voglia scri- verità, Brecht prepara certamente la strada vere la verità, già affronti tali difficoltà e all’esplicitazione della sua interpretazione offra verità concrete, verificabili. Si tratta del nazismo. Contemporaneamente, però, di una strategia argomentativa tramite la dà un’indicazione precisa di come le verità quale egli già realizza quanto pone come che ritiene importanti sono quelle che con- meta, dando prova a sua volta di corag- cernono l’organizzazione sociale della vita. gio. È, infatti, evidente che con questa Tale riflessione rafforza la critica alla debo- prima verità Brecht non pensa di scalfire lezza di chi, fermandosi alla denuncia della il nazismo, rivolgendosi piuttosto a chi si brutalità del nazismo, non ha capito che la è abbandonato all’impotenza, a chi vede verità (quindi anche la menzogna) non è nel nazismo solo il male assoluto, a chi, per «una questione di carattere»32. contrasto, si sente dalla parte del giusto e La terza difficoltà è quella di rendere dei buoni sentimenti. «la verità maneggevole come un’arma»33.
165 «Cinque difficoltà per chi scrive la verità» di Bertolt Brecht Perché essa «deve essere detta per trarne questo nell’azzeramento delle differenze, determinate conclusioni circa il proprio egli invita a considerare il nazismo non comportamento». A questo punto, egli come altro da sé: se si accetta di mangiare esplicita quella che ritiene la verità sul la carne del vitello, non si può non accet- nazismo: tarne anche lo scannamento. Allo stesso tempo, l’affermazione è un’indicazione Nei paesi fascisti il capitalismo non procedurale per chi voglia scrivere contro la esiste se non come fascismo e il fasci- menzogna: Brecht offre, infatti, una rifles- smo non può essere combattuto se non sione condotta su un piano concreto e veri- come capitalismo, come la forma più ficabile, l’unico che nella sua ottica possa nuda, più oppressiva e ingannevole di rendere possibile ed efficace un’azione di capitalismo. […]. Coloro che sono resistenza. contro il fascismo senza essere contro Ma se anche lo scrittore ha coraggio il capitalismo, che si lamentano della e accortezza e se anche sa rendere la verità barbarie che proviene dalla barbarie, maneggevole come un’arma, egli deve poi sono simili a gente che voglia man- affrontare la quarta difficoltà che consiste giare la sua parte di vitello senza però nell’avvedutezza di saper scegliere coloro che il vitello venga scannato. Vogliono nelle cui mani la verità diventa efficace: mangiare il vitello, ma il sangue non lo «Ma la verità non si può semplicemente vogliono vedere. […]. Non sono con- scriverla e basta; è indispensabile scriverla tro i rapporti di proprietà che gene- per qualcuno che possa servirsene. La cono- rano la barbarie, ma soltanto contro la scenza della verità è un processo comune barbarie34. a chi scrive e a chi legge. […]. E per noi che scriviamo è importante sapere a chi la Per quanto la portata del testo non sia diciamo e chi ce la dice»35. riducibile a questa verità (che molti met- Si tratta di un’affermazione di fonda- teranno in discussione o riterranno ridut- mentale importanza: oltre a tematizzare la tiva), è innegabile che essa costituisce il questione cruciale del destinatario, in modo fulcro dello scritto, come dimostra anche ancora più esplicito che altrove, Brecht lo spazio assegnatole sulla pagina: grazie parla qui anche del suo testo, mettendo a alla costruzione assolutamente ben con- nudo il processo di conoscenza intrapreso gegnata del testo, questa verità, preceduta e rendendone partecipe il lettore, che è dalla descrizione delle prime due difficoltà chiamato a leggere il testo in modo attivo, e seguita da quella delle ultime due, occupa compartecipato e dialettico. infatti un posto centrale nel testo. Dav- Dopo questo percorso, si arriva alla vero «maneggevole come un’arma», essa quinta e ultima difficoltà: «l’astuzia di non è solo un attacco al nazismo, ma una divulgare la verità fra molti»36. Questa critica a chi non è disponibile a trarre dal difficoltà è l’ultima non per importanza, proprio rifiuto del nazismo le conseguenze ma perché porta a compimento il per- relative a quelli che, almeno per Brecht, corso di ricerca e di conoscenza della ne costituiscono i presupposti fondamen- verità, intrapreso affinché essa possa tali. In questo modo e senza scadere per essere condivisa con i molti, che, a questo
166 Serena Grazzini punto, pare lecito identificare anche con passano relativamente inosservati. tutti quelli che non hanno gli strumenti o L’unica cosa che conta è che si inse- la possibilità di realizzare quanto è espo- gni un modo giusto di ragionare, sto nei primi punti. un modo di ragionare che in ogni Ed è in questa porzione di testo, cosa e in ogni avvenimento ricer- significativamente la più lunga del saggio, chi il lato transitorio e mutevole. I che Brecht parla in modo specifico della potenti nutrono una forte ostilità letteratura, portando ad esempio autori nei riguardi dei grandi mutamenti. che hanno dato prova dell’astuzia di dif- Vorrebbero che tutto restasse com’è, fondere la verità e sono riusciti, in alcuni possibilmente per mille anni. La casi, a raggirare la censura: da Confucio a cosa migliore sarebbe che la luna si Tommaso Moro, da Lenin a Voltaire, da fermasse, che il sole non girasse più! Lucrezio a Shakespeare, da un poeta egi- […]. Considerare le cose mettendo in ziano vissuto 4.000 anni prima37 a Swift. particolare rilievo il loro lato transito- Questo spaziare tra nomi e epoche, con rio è un buon sistema per rianimare riferimento a società organizzate in modo gli oppressi. Mostrare che in ogni molto diverso, è particolarmente significa- cosa, in ogni condizione, sorge e si tivo: ciò che Brecht è interessato a mettere sviluppa una contraddizione: anche in evidenza, sono soprattutto le strategie questo è un fatto che bisogna opporre di scrittura grazie alle quali i testi hanno ai vincitori. Un simile modo di ragio- potuto essere diffusi ed apprezzati anche nare (cioè la dialettica e la dottrina da coloro che erano, almeno potenzial- del flusso delle cose) si può adottare mente, oggetto della critica degli scrittori. per settori di ricerca che per qualche Allo stesso tempo, ricostruendo brevissi- tempo sfuggono ai potenti. Lo si può mamente il contesto storico dei testi citati, applicare alla biologia o alla chimica. egli riesce a «far parlare» queste strategie, Ma anche descrivendo il destino di a farne emergere il messaggio storico di una famiglia ci si può esercitare ad verità o, almeno, di smascheramento della applicarlo senza dar troppo nell’oc- menzogna. chio. La dipendenza di ogni cosa da Brecht non si sofferma su come la dif- molte altre che mutano di continuo è fusione della verità tra molti possa anche un pensiero pericoloso per le dittature fondarsi su un suo travisamento. Ma è e lo si può presentare in molti modi vero che in questa sezione egli pone l’ac- senza offrire appigli alla polizia. Una cento soprattutto sullo scrittore, sull’atto descrizione completa di tutte le cir- stesso dello scrivere, e arriva, infine, a costanze, di tutte le procedure in cui esporre l’idea di verità che à alla base della si trova coinvolto un uomo che apra sua stessa poetica. Anche se lunghi, con- una tabaccheria può rappresentare un viene citare i passaggi salienti della parte serio colpo contro la dittatura. […]. È finale del testo: possibile opporsi in termini generali ai discorsi sul destino; si può dimo- I pionieri della verità possono sce- strare che chi fa il destino dell’uomo gliere posti di combattimento che sono gli uomini38.
167 «Cinque difficoltà per chi scrive la verità» di Bertolt Brecht Qui Brecht sembra riuscire a parlare con la sua idea che la verità «è combattiva, veramente a tutti i suoi potenziali lettori, e non solo combatte la menzogna, ma il riferimento alla polizia è un riferimento anche quelle determinate persone che la esplicito agli scrittori che sono rimasti in divulgano»39. La perentorietà delle affer- Germania. Le connessioni tra le cose, la mazioni deriva, quindi, dall’idea che la transitorietà, la contraddizione, gli uomini verità richiede un’assunzione di responsa- come artefici del proprio destino: ancor bilità da parte di chi la scrive. più di un credo politico, sono questi gli Brecht propone con forza e decisione elementi che Brecht considera partico- la sua lettura del momento storico, come larmente pericolosi per le dittature e, più anche la sua poetica, e lo fa tramite un lin- in generale, per tutti i potenti, che hanno guaggio chiaro, lucido e incisivo. Che poi bisogno di inserrare gli altri uomini in un è un modo di permettere al destinatario ordine costituito al fine di poterli gover- dello scritto di seguire passo passo il per- nare, anzi, dominare. Questa parte con- corso proposto e di sottoporlo a verifica, clude il saggio, e non è un caso: solo chi applicando magari a sua volta il metodo è riuscito a capire le connessioni di cui dialettico che, per Brecht, trova nella alla seconda verità, sarà capace di ricono- ricerca della verità la sua ragione primaria scere quegli spazi che, non riconducibili a e la sua meta ultima: una ricerca costan- uno stato di necessità, rendono possibile il temente rinnovabile, concepita come anti- cambiamento (un cambiamento destinato doto contro la trasformazione della verità a essere a sua volta transitorio). in un dogma, da accettare quasi fosse un Ho preferito citare lunghi passaggi destino. dal testo e ripercorrerlo nel dettaglio per Questo metodo, che è ricerca costante mostrarne sia il contributo storico che teo- di contraddizione e di contraddittorio, rico alla riflessione su letteratura e totali- porta di fatto a mettere in discussione tarismo e ai punti messi in evidenza nella ogni affermazione di verità, compresa quella prima parte. Ma il contributo di Brecht è dell’autore. Ciò non equivale a rendere anche letterario e interpretativo, in quanto tutto indefinito e indefinibile; piuttosto, si il suo testo offre una griglia di lettura pos- tratta di stimolare la scelta e l’assunzione sibile anche per quei testi che, scaturiti di responsabilità anche da parte del lettore, magari da poetiche molto diverse, sono che non è chiamato a fare passivamente stati scritti in tempi in cui il rapporto della sua la verità proposta dallo scrittore, bensì letteratura con il potere è particolarmente a metterla in discussione e verificarne la presente alla coscienza dello scrittore, con tenuta. Per Brecht, insomma, la letteratura conseguenze importanti sulla produzione intesa come lo scrivere la verità non può del testo. Si sa che Brecht è stato letto far altro che passare il testimonio alla vita. spesso in modo dogmatico, e il tono di Per questo (e solo per questo) essa ha un «Cinque difficoltà» per chi scrive la verità potenziale effettivamente sovversivo. si presta a essere interpretato così. Un’interpretazione di questo tipo ne traviserebbe però il senso generale. Il tono di Brecht, certo, non è mite, ma è consono
168 Serena Grazzini Bibliografia Assmann, Aleida e Jan, Kanon und Zensur. Archäologie der literarischen Kommunikation II, München, Fink, 1987. Brecht, Bertolt, «Cinque difficoltà per chi scrive la verità», in Id., Scritti sulla letteratura e sull’arte, Nota introduttiva di Cesare Cases, trad. it. di Bianca Zagari, Torino, Einaudi, 1973, p. 118-132. Brecht, Bertolt, «Discorso al I Congresso internazionale degli scrittori per la difesa della cultura. Una constatazione necessaria per la lotta contro la barbarie», in Id., Scritti sulla letteratura e sull’arte, p. 132-135. Emmerich, Wolfgang, «Vom Vorschein der Freiheit im Spiel der Sprache. Die experimentelle Literatur der Jungen», in Id., Die andere deutsche Literatur: Aufsätze zur Literatur aus der DDR, Opladen, West- deutscher Verlag, 1994, p. 169-175. Emmerich, Wolfgang, Kleine Literaturgeschichte der DDR, erweiterte Ausgabe, Leipzig, Kiepenheuer, 1997. Friedrich (a cura di), Heinz, Schwierigkeiten, heute die Wahrheit zu schreiben. Eine Frage und 21 Antwor- ten, München, Nymphenburger, 1964. Giacché, Vladimiro, Anschluss. L’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa, Reggio Emilia, Imprimatur editore, 2013. Gilson (a cura di), Elke, Literatur im Jahrhundert des Totalitarismus: Festschrift für Dieter Sevin, Hildes- heim, Zürich/New York/Olms, 2008. Gräßler, Florian, War die DDR totalitär? Eine vergleichende Untersuchung des Herrschaftssystems der DDR anhand der Totalitarismuskonzepte von Friedrich, Linz, Bracher und Kielmansegg, Baden-Baden, Nomos, 2014. Jakobi, Carsten, «Die Weltlage wird immer wirrer. Brecht registriert den Kriegsausbruch. Kriegsprognose und -diagnose im Journal und in der Kriegsfibel», in literatur für leser, no. 37, 4, 2014, p. 219-234. Jäger, Andrea, Schriftsteller aus der DDR. Ausbürgerungen und Übersiedlungen von 1961 bis 1989. Autoren- lexikon, Frankfurt am Main/Berlin/Bern/New York/Paris/Wien, Lang, 1995. Jäger, Andrea, Schriftsteller aus der DDR. Ausbürgerungen und Übersiedlungen von 1961 bis 1989. Studie, Frankfurt am Main/Berlin/Bern/New York/Paris/Wien, Lang, 1996. Jesse (a cura di), Eckhard, Totalitarismus im 20. Jahrhundert: eine Bilanz der internationalen Forschung, 2 ed. aggiornata, Baden-Baden, Nomos, 1999. Klapper, John, Nonconformist Writing in Nazi Germany. The Literature of Inner Emigration, Rochester/ New York, Camden House, 2015. Kopf (a cura di), Jan, Brecht-Handbuch, vol. 4, Schriften, Journale, Briefe, Stuttgart/Weimar, Metzler, 2003. Köpke, Wulf, «Literatur als Widerstand und Verweigerung», in Hans Jörg Schmidt e Petra Tallafuss (a cura di), Totalitarismus und Literatur. Deutsche Literatur im 20. Jahrhundert – Literarische Öffentlichkeit im Spannungsfeld totalitärer Meinungsbildung, (Schriften des Hanna-Arendt-Instituts für Totalitarismus- forschung; vol. 33), Göttingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 2007, p. 19-37. Kühnhardt, Ludger, Gerd Leutenecker, Martin Rupps e Frank Waltmann (a cura di), Die doppelte deut- sche Diktaturerfahrung. Drittes Reich und DDR. Ein historisch-politikwissenschaftlicher Vergleich, seconda ed., Frankfurt am Main/Berlin/Bern/New York/ Paris/Wien, Lang, 1996. Lämmert, Eberhard, «Beherrschte Literatur. Vom Elend des Schreibens unter Diktaturen», in Günther Rüther (a cura di), Literatur in der Diktatur. Schreiben im Nationalsozialismus und DDR-Sozialismus, Paderborn/München/Wien/Zürich, Schöningh, 1997, p. 15-39. Lübbe (a cura di), Hermann, Heilserwartung und Terror: politische Religionen des 20. Jahrhunderts, Düs- seldorf, Patmos Verlag, 1995. Rüther (a cura di), Günther, Literatur in der Diktatur. Schreiben im Nationalsozialismus und DDR-Sozia- lismus, Paderborn/München/Wien/Zürich, Schöningh, 1997. Rüther, Günther, «Vorwort», in Id. (a cura di), Literatur in der Diktatur. Schreiben im Nationalsozialismus und DDR-Sozialismus, p. 9-11.
169 «Cinque difficoltà per chi scrive la verità» di Bertolt Brecht Sisto, Michele (a cura di), L’invenzione del futuro. Breve storia letteraria della DDR, Milano, Libri Scheiwiller, 2009. Schmidt, Hans Jörg e Petra Tallafuss, «Deutsche Literatur im 20. Jahrhundert – Literarische Öffent- lichkeit im Spannungsfeld totalitärer Meinungsbildung», in Id. (a cura di), Totalitarismus und Literatur. Deutsche Literatur im 20. Jahrhundert, p. 9-17. Spies, Bernhard, «The End of the Socialist German State: The Socialist Utopia and the Writers», in The Modern Language Review, no. 89, 1994, 2, p. 393-405. Walther, Joachim, «Schreiben außerhalb des Kanons oder Die Verteidigung der geistigen Autonomie», in Hans Jörg Schmidt e Petra Tallafuss (a cura di), Totalitarismus und Literatur. Deutsche Literatur im 20. Jahrhundert, p. 161-172. Wittek, Bernd, Der Literaturstreit im sich vereinigenden Deutschland. Eine Analyse des Streits um Christa Wolf und die deutsch-deutsche Gegenwartsliteratur in Zeitungen und Zeitschriften, Marburg, Tectum Verlag, 1997. Note 1. Cfr. il saggio introduttivo di Emilia David, curatrice di questo numero monografico e promotrice del confronto di cui sopra. Colgo l’occasione per ringraziarla per avermi coinvolta in questo percorso che, articolato in più momenti, è stato ricco di stimoli di riflessione e un modo di approfondire la conoscenza di altri contesti storici e letterari, in particolare di quello romeno a me meno noto. 2. In ambito letterario, la prospettiva si è sviluppata a seguito del paradigma culturologico e dell’atten- zione rivolta al testo letterario quale veicolo di memoria culturale. Si veda in particolare Aleida e Jan Assmann, Kanon und Zensur. Archäologie der literarischen Kommunikation II, München, Fink, 1987. 3. In che misura la Repubblica Democratica Tedesca possa essere considerata uno stato totalitario è stato oggetto di diverse discussioni. Una trattazione ampia e differenziata, che utilizza il concetto di totalitarismo e allo stesso tempo lo problematizza, si legge in Florian Gräßler, War die DDR totalitär? Eine vergleichende Untersuchung des Herrschaftssystems der DDR anhand der Totalitarismuskonzepte von Friedrich, Linz, Bracher und Kielmansegg, Baden-Baden, Nomos, 2014. 4. Come è noto, il luogo di nascita o la cittadinanza degli autori non costituiscono criterio dirimente. Basti pensare a chi, emigrato durante il Nazionalsocialismo, pur continuando a scrivere in tedesco, non tornò ad abitare in Germania o in Austria neppure dopo la fine del regime hitleriano; oppure a quelle autrici e a quegli autori che, cresciuti e formatisi nella ex Germania dell’Est, poterono vedere le loro opere pubblicate solo nella Germania occidentale, dove d’altro canto non si perse l’occasione di utilizzare questi casi letterari a fini propagandistici di competizione nazionale (politica e culturale), inferendo agli autori una ferita forse altrettanto grave quanto quella di vedere rifiutata la pubblicazione delle proprie opere nel Paese a cui sentivano comunque di appartenere. Indicativo, da questo punto di vista, il fatto che molti scrittori, trasferitisi nella Repubblica Federale Tedesca (RFT) soprattutto dopo il 1976, non accettarono l’etichetta proposta da alcuni critici letterari di «autori dell’esilio», considerando inadeguato l’accostamento veicolato dal termine tra la Repubblica Democratica Tedesca (RDT) e il regime nazionalsocialista. Cfr., a riguardo, Wolfgang Emmerich, Kleine Literaturgeschichte der DDR, erweiterte Ausgabe, Leipzig, Kiepenheuer, 1997, p. 418-343. Lo scontro ideologico e culturale scoppiò poi in modo virulento nel cosiddetto Literaturstreit dei primi anni Novanta, per la cui ricostruzione rimando a Bernd Wittek, Der Literaturstreit im sich vereinigenden Deutschland. Eine Analyse des Streits um Christa Wolf und die deutsch-deutsche Gegenwartsliteratur in Zeitungen und Zeitschriften, Marburg, Tectum Verlag, 1997. Una panoramica ampia e ragionata della letteratura della RDT è offerta in lingua italiana nel volume Michele Sisto (a cura di), L’invenzione del futuro. Breve storia letteraria della DDR, Milano, Libri Scheiwiller, 2009. 5. Per un approfondimento critico del processo di unificazione, cfr. Vladimiro Giacché, Anschluss. L’annessione. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa, Reggio Emilia, Imprimatur editore,
170 Serena Grazzini 2013. Vale comunque ricordare come il termine Anschluss, che richiama in modo esplicito l’annessione dell’Austria alla Germania nazista, è stato utilizzato anche da molti osservatori tedeschi a proposito dell’unificazione delle due nazioni, non mancando di suscitare critiche e perplessità. 6. Limitatamente agli studi germanofoni, cfr., tra gli altri, Hermann Lübbe (a cura di), Heilserwartung und Terror: politische Religionen des 20. Jahrhunderts, Düsseldorf, Patmos Verlag, 1995; Ludger Kühn- hardt, Gerd Leutenecker, Martin Rupps e Frank Waltmann (a cura di), Die doppelte deutsche Diktaturer- fahrung. Drittes Reich und DDR. Ein historisch-politikwissenschaftlicher Vergleich, seconda ed., Frankfurt am Main/Berlin/Bern/New York/Paris/Wien, Lang, 1996 (prima ed.: 1994); Eckhard Jesse (a cura di), Totalitarismus im 20. Jahrhundert: eine Bilanz der internationalen Forschung, seconda ed. aggiornata, Baden-Baden, Nomos, 1999 (prima ed.: 1996). 7. Günther Rüther (a cura di), Literatur in der Diktatur. Schreiben im Nationalsozialismus und DDR-So- zialismus, Paderborn/München/Wien/Zürich, Schöningh, 1997. 8. Una panoramica ragionata degli studi usciti negli anni successivi alla pubblicazione del volume di Rüther si legge in Hans Jörg Schmidt e Petra Tallafuss, «Deutsche Literatur im 20. Jahrhundert – Lite- rarische Öffentlichkeit im Spannungsfeld totalitärer Meinungsbildung», in Id. (a cura di), Totalitarismus und Literatur. Deutsche Literatur im 20. Jahrhundert – Literarische Öffentlichkeit im Spannungsfeld totalitä- rer Meinungsbildung (Schriften des Hanna-Arendt-Instituts für Totalitarismusforschung; Bd. 33), Göt- tingen, Vandenhoeck & Ruprecht, 2007, p. 9-17. Segnalo, inoltre, Elke Gilson (a cura di), Literatur im Jahrhundert des Totalitarismus: Festschrift für Dieter Sevin, Hildesheim/Zürich/New York, Olms, 2008. 9. Per quanto concerne la letteratura tedesca orientale si era inoltre potuto studiare fino a quel momento solo quella pubblicata e canonica. Nel 2007 Joachim Walter, fondatore insieme a Ines Geipel dello Archiv unterdrückter Literatur der DDR, lamentava ancora la scarsa attenzione dedicata dagli studiosi alla produzione letteraria confiscata dalle autorità come materiale probatorio e venuta alla luce solo dopo lo scioglimento della RDT. Cfr. Joachim Walther, «Schreiben außerhalb des Kanons oder Die Verteidigung der geistigen Autonomie», in Hans Jörg Schmidt e Petra Tallafuss (a cura di), Totalitaris- mus und Literarur, p. 161-172. 10. Restano fondamentali i due seguenti volumi: Andrea Jäger, Schriftsteller aus der DDR. Ausbürgerun- gen und Übersiedlungen von 1961 bis 1989. Autorenlexikon, Frankfurt am Main/Berlin/Bern/New York/ Paris/Wien, Lang, 1995; Andrea Jäger, Schriftsteller aus der DDR. Ausbürgerungen und Übersiedlungen von 1961 bis 1989. Studie, Frankfurt am Main/ Berlin/Bern/New York/Paris/Wien, Lang, 1995. 11. Tra i risultati di questo interesse si veda il recente volume: John Klapper, Nonconformist Writing in Nazi Germany. The Literature of Inner Emigration, Rochester/ New York, Camden House, 2015. 12. «[…] das Leben von Schriftstellerinnen und Schriftstellern bzw. ihre Literatur in der Diktatur». Günther Rüther, «Vorwort», in Id. (a cura di), Literatur in der Diktatur, p. 10. Traduzione mia. 13. Ibid., p. 9-11, p. 11. 14. Si vedano ad es. le recensioni di Paul Michael Lützeler (in German Studies Review, no. 21, 1998, 2, p. 410-411), di Carl Niekerek (in The German Quarterly, no. 73, 2000, p. 330-331) e di Paul Cooke (in German Studies Association, no. 26, 2003, 1, p. 226-227). 15. Cfr. Eberhard Lämmert, «Beherrschte Literatur. Vom Elend des Schreibens unter Diktaturen», in Günther Rüther, (a cura di), Literatur in der Diktatur, p. 15-39. 16. Per gli esempi a conferma delle mie affermazioni rimando ai molti saggi contenuti nei volumi sopra citati. Gli aspetti fondamentali che ho appena messo in luce sfuggono del tutto a Schmidt e a Tallafuss nella (comunque utile) panoramica che offrono del dibattito su letteratura e totalitarismo. Cfr. Hans Jörg Schmidt e Petra Tallafuss, «Deutsche Literatur im 20. Jahrhundert». 17. Cfr. nota 15. 18. Cfr. Hans Jörg Schmidt e Petra Tallafuss, «Deutsche Literatur im 20. Jahrhundert», p. 10. 19. La non distinzione tra socialismo ideale e forma statale caratterizzerà invece molta letteratura post- moderna scritta da autori che nel 1989 si stavano affacciando o si erano affacciati da poco sulla scena letteraria. Anche a causa della loro giovane età, per loro il comunismo ha coinciso tout court con la realtà politica, sociale e famigliare della RDT. Anche per questo, essi sviluppano non di rado un atteggiamento
171 «Cinque difficoltà per chi scrive la verità» di Bertolt Brecht ironico e tendenzialmente dissacratore verso gli autori della generazione precedente e verso quella che questi consideravano la loro peculiare missione etico-letteraria. Sulle conseguenze della scissione tra socialismo reale e utopia socialista si veda Bernhard Spies, «The End of the Socialist German State: The Socialist Utopia and the Writers», in The Modern Language Review, no. 89, 1994, 2, p. 393-405. 20. Per uno spaccato d’insieme puntuale e sufficientemente rappresentativo del rapporto della lettera- tura dell’esilio con il nazionalsocialismo rimando a Wulf Köpke, «Literatur als Widerstand und Verwei- gerung», in Hans Jörg Schmidt e Petra Tallafuss (a cura di), Totalitarismus und Literatur, p. 19-37. 21. Riporto uno stralcio significativo della replica di Brecht a chi pensava di smuovere le coscienze cri- ticando la brutalità del nazismo: «All’accusa di essere brutale, il fascismo risponde con il fanatico elogio della brutalità. Accusato di essere fanatico, risponde con l’elogio del fanatismo. Imputato di lesa ragione, mette allegramente sotto processo la ragione stessa. Anche il fascismo trova infatti che l’educazione viene trascurata. Si ripromette grandi cose dalla possibilità di influire sui cervelli e di rafforzare i cuori. Alla brutalità dei suoi sotterranei adibiti alla tortura aggiunge quella delle sue scuole, dei suoi giornali, dei suoi teatri. Educa tutta la nazione e la educa per tutto il santo giorno. […]. Personalmente non credo alla brutalità per la brutalità. […]. La brutalità non viene dalla brutalità ma dagli affari che senza di essa non si potrebbero più fare». Bertolt Brecht, «Discorso al I Congresso internazionale degli scrittori per la difesa della cultura. Una constatazione necessaria per la lotta contro la barbarie», in Id., Scritti sulla letteratura e sull’arte, Nota introduttiva di Cesare Cases, trad. it. di Bianca Zagari, Torino, Einaudi, 1973, p. 132-135, segnatamente p. 133-134. Il recente saggio di Carsten Jakobi illumina il progressivo conso- lidamento del giudizio di Brecht sul movimento hitleriano e sullo scoppio della guerra, cfr. Carsten Jakobi, «Die Weltlage wird immer wirrer. Brecht registriert den Kriegsausbruch. Kriegsprognose und -diagnose im Journal und in der Kriegsfibel», in literatur für leser, no. 37, 2014, 4, p. 219-234. 22. La definizione trattato è utilizzata da Brecht nelle lettere a Victor J. Jerome e a Elisabeth Öije. Cfr. Jan Kopf (a cura di), Brecht-Handbuch, vol. 4 Schriften, Journale, Briefe, Stuttgart, Weimar, Metzler, 2003, p. 275. 23. Si vedano gli interventi dei molti scrittori che nel 1964, rispondendo a un’iniziativa di Radio Bremen, parlano delle difficoltà che vedono nello scrivere la verità nell’oggi: Heinz Friedrich (a cura di), Schwie- rigkeiten, heute die Wahrheit zu schreiben. Eine Frage und 21 Antworten, München, Nymphenburger, 1964. 24. Cfr., tra gli altri, Wolfgang Emmerich, «Vom Vorschein der Freiheit im Spiel der Sprache. Die experimentelle Literatur der Jungen», in Id., Die andere deutsche Literatur: Aufsätze zur Literatur aus der DDR, Opladen, Westdeutscher Verlag, 1994, p. 169-175, segnatamente pp. 169 ss. 25. Bertolt Brecht, «Cinque difficoltà per chi scrive la verità», in Id. Scritti sulla letteratura e sull’arte, p. 118-132, qui p. 119. 26. Ibid. 27. Ibid., p. 118. 28. Ibid., p. 119. 29. Ibid., p. 120. 30. Ibid. 31. Ibid. 32. Ibid., p. 119. 33. Ibid., p. 121. 34. Ibid. 35. Ibid., p. 124. 36. Ibid. 37. Brecht cita dall’antologia Die Literatur der Ägypter. Gedichte, Erzählungen und Lehrbücher aus dem 3. und 2. Jahrtausend v. Chr. pubblicato a Lipsia nel 1923 a cura di Adolf Ermann. 38. Bertolt Brecht, «Cinque difficoltà per chi scrive la verità», p. 129. 39. Ibid., p. 124.
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