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Monte Carnevale, Cacciatore contro la Raggi: “Nessuno ti ha costretta a scegliere quel sito” Non accennano a placarsi le polemiche sull’ipotesi dell’apertura della discarica di Monte Carnevale. Arrivate dal fronte giudiziario con gli arresti domiciliari disposti dal gip per il dirigente della Regione Lazio Flaminia Tosini e l’imprenditore Valter Lozza, amministratore delle società NGR Srl – società proprietaria della cava a Monte Carnevale – e MAD Srl, accusati, a seconda della posizioni, di corruzione e concussione in un’indagine sulla gestione dei rifiuti della Procura di Roma coordinata dagli aggiunti Paolo Ielo e Nunzia D’Elia. Una pagina oscura che farebbe sorgere perplessità sull’intero operato svolto dalla Tosini in ambito regionale. Nell’ordinanza il gip scrive che non “è da escludere che la delibera” di Roma Capitale del 31 dicembre del 2019 “sia seguita alle suggestive indicazioni della Tosini, forte della
professionalità acquisita nel settore”. I “due indagati intendevano trasformare la discarica da sito autorizzato per il conferimento di inerti in impianto per lo smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti solidi urbani della Capitale”. Secondo gli inquirenti la Tosini faceva parte di un sistema “criminoso ben collaudato ed estremamente pericoloso”. Un intero dipartimento della Regione Lazio “totalmente ripiegato sugli interessi privati” di un imprenditore grazie all’appoggio di una dirigente pubblica. Il quadro probatorio raccolto nel corso delle indagini svolte dai Carabinieri del Noe ha “svelato con sconcerto che il ciclo integrato dei rifiuti urbani della Regione Lazio è illecitamente monitorato è governato da Tosini”. Per il magistrato la dirigente “nella qualità di direttore regionale della ‘direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti’ anziché destinare le proprie conoscenze tecniche e le proprie funzioni all’interesse pubblico, e in particolare al bene pubblico per eccellenza quale quello della salubrità dell’ambiente, destinava il proprio ufficio e l’intero reparto dedicato al ciclo integrato dei rifiuti, nel quale si muoveva con straordinaria disinvoltura, agli interessi di Lozza”, al quale era legato da profonda amicizia. In una nota ufficiale la Regione Lazio afferma che “come previsto dal regolamento, la dirigente è stata sospesa dal suo incarico in attesa di conoscere gli sviluppi dell’inchiesta. Esprimiamo fiducia nell’azione della magistratura, auspicando che si faccia rapidamente luce su questa vicenda, e rinnoviamo l’apprezzamento nei confronti della direttrice Tosini, che saprà chiarire la correttezza del suo operato nel rispetto delle proprie funzioni”. La polemica si inasprisce. Dal Campidoglio la Sindaca Raggi annuncia la “revoca della realizzazione della discarica” e chiede sia al Presidente Nicola Zingaretti che all’assessore ai rifiuti Massimiliano Valeriani di ritirare “il Piano Regionale dei Rifiuti che impone l’apertura di discariche a
Roma, una scelta che noi romani abbiamo dovuto subire”. “L’inchiesta non ha nulla a che vedere con il Piano regionale sui rifiuti – replica quest’ultimo – mentre il sito di Monte Carnevale è stato esclusivamente scelto dal Campidoglio. Senza impianti adeguati non è possibile garantire la funzionalità del sistema. La sindaca Raggi continua nella sua sterile polemica, ma il problema non sono gli impianti, senza i quali non sarebbe possibile garantire il corretto funzionamento del ciclo dei rifiuti”. Le esternazioni della Raggi non sono passate inosservate, anzi sono oggetto della lettera pubblicata su facebook da Marco Cacciatore, il Presidente della commissione regionale ai rifiuti. Confluito in Europa Verde, dopo esser stato espulso dal M5S per aver espresso contrarietà proprio al sito di Monte Carnevale, attraverso atti consiliari, denunce ed esposti in Procura. “Cara VirgigNA”, esordisce, “con tutto il rispetto per la tua persona ma senza alcun rispetto per le tue decisioni e i tradimenti che hai riservato ai cittadini, programma alla mano”. Lascia da parte i rilievi penali dell’inchiesta – “che restano competenza della Magistratura nella sua indipendenza”- e si sofferma “alle tue enormi responsabilità politiche su Monte Carnevale (e di certo non solo)”. Piano Regionale Rifiuti. “Quel Piano che ritieni alla base dei problemi”, scrive Cacciatore, “prevede il rispetto di principi di autosufficienza (ogni territorio tratta e smaltisce al suo interno) e prossimità (i rifiuti si trattano e smaltiscono più vicino possibile a dove vengono prodotti). Stabilendo che Roma non uscirà più dal suo territorio per trattare e smaltire indifferenziato, così come altri comuni non verranno a Roma a conferirne. Eri tu la Sindaca che si lamentava che 57 comuni vengano a conferire a Roma, accanto a Rocca Cencia vero? O che per decenni lo stesso sia successo per Malagrotta? Beh, questo non potrà più succedere grazie a quel Piano Regionale, mentre l’unica strada resta per tutti aumentare la raccolta
differenziata e puntare su un modello impiantistico riconvertito al recupero materia e fatto di impianti piccoli, diffusi, pubblici. O forse preferivi continuare a coprire i tuoi imbarazzanti risultati sulla differenziata, portando al quasi collasso Ama e vivendo i più vergognosi momenti nella gestione rifiuti Capitolina, esportando ancora rifiuti verso le periferie, le province e le altre Regioni se non l’estero?” Raccolta indifferenziata. “Avevi promesso il 70% entro il 2021. Ambizioso, lo sapevamo anche noi, poveri imbecilli che si sono fatti il mazzo per la tua campagna elettorale, ma ci aspettavamo che si sarebbero fatti passi almeno per avvicinare quell’obiettivo. La tua Giunta chiude il quinquennio con un misero e imbarazzante +3% sulla differenziata, che attestandosi al 46% scarso (il Sindaco Ignazio Marino che tutti osteggiavamo, fece il +23% in due anni e mezzo, cara Sindaca). Il Piano Regionale, oltre a stimolare ad arrivare almeno al 65% di differenziata, indica la strada per convertire gli impianti e ridurne la portata grazie al principio di prossimità. Si schiera preferenzialmente per impianti pubblici e si oppone frontalmente alla termovalorizzazione (nonostante la tua Acea abbia chiesto ampliamento per il termovalorizzatore di S. Vittore nel frusinate). Sei contro quel Piano anche per queste cose? No perché questo, come il principio di autosufficienza e prossimità e l’impegno a non localizzare più discariche a Malagrotta e nella Valle Galeria, era nel tuo programma. Ma se a tutti gli impegni il M5S riserva la stessa considerazione di quanta ne ha riservata per Malagrotta, allora capisco perché ti opponi a quel Piano Regionale. Quel Piano Regionale esiste, come mai non lo hai impugnato al tar entro 60 giorni, o al Capo dello Stato entro 120, come prevede la legge? Io non lo votai per via dell’insediamento di un impianto preoccupante a Colleferro, ma non potevo non ammettere che i principi in esso contenuti (e il fatto stesso che, dopo di fatto quasi 20 anni, la Regione si dotasse di un Piano) erano del tutto condivisibili”.
Discarica Monte Carnevale. “Non è il Piano Rifiuti ad averti costretta a prendere scelte. Anzi nessuno ti ha costretta a scegliere Monte Carnevale. Intanto perché il Piano rifiuti interviene dopo 8 mesi dalla tua delibera di individuazione della discarica a Monte Carnevale. E poi perché tu hai compiuto quella scelta quando avevi altri siti tra i quali scegliere.Quei siti erano tutti ugualmente inidonei, se solo avessi stabilito le aree idonee e non idonee in Città Metropolitana come vorrebbe la legge – ma tu sei stata in Consiglio metropolitano una volta o due -, forse non avremmo avuto questo problema. Ti fu chiesto in Aula, con Odg a firma Simona Ficcardi – all’epoca membro della tua maggioranza – e prima che scegliessi Monte Carnevale, di stimolare gli altri interlocutori istituzionali (Regione e Città Metropolitana) ad ampliare la ricerca su Roma per trovare siti di minori dimensioni e più diffusi, posto che tutti quelli emersi come idonei si ritenevano improponibili. La tua Maggioranza ha bocciato quella ricognizione, che oggi diventa invece urgente laddove si volesse evitare di portare avanti quello che era l’obiettivo contestato dalla procura oggi. Poco dopo la sua decisione, invece, due Mozioni delle Opposizioni (PD e FdI), che si opponevano alla scelta di Monte Carnevale, furono votate dalla maggioranza dell’Aula, compresi 5 membri del M5S – ricordo Diaco, Ferrara o altri che all’epoca ti promettevano battaglia e oggi, chissà perché, sono dalla tua-. Come mai non ho dato seguito a quelle Mozioni? Ah sì, questa la so: perché non eravamo sotto campagna elettorale (anche se tu ci vivi da 5 anni) e invece oggi si aggiunge anche uno scossone giudiziario”. “Io presentai, dopo la tua decisione di individuare Monte Carnevale come sito di una discarica per scarti da rifiuti indifferenziati, e appreso dai giornali che quel terreno era di proprietà di una società quasi-monopolista sul territorio regionale – quella oggi coinvolta dai provvedimenti della Procura-, un esposto che parlava di atti amministrativi contraddittori, sia comunali che regionali. Non so se sai, ma
‘qualcuno’ mi deferì ai Probiviri per quel motivo e fui sospeso. Tengo a precisarti che fu proprio quella decisione di Giunta Capitolina, presa il 31/12/2019, a convincermi che più importante del colore politico e l’appartenenza fosse la tutela di territori e comunità, per troppi anni violentati per impatto ambientale. Tutte le altre procedure regionali, che non condivido e continuerò a contestare, derivano da quella tua scelta. Oggi, a favore di consenso e dopo uno scossone giudiziario, decidi di revocare, ma il danno è fatto. Ad ogni modo lo troverei utile, se solo subito dopo chiedessi agli altri enti di individuare più siti alternativi, senza considerare i siti precedentemente considerati idonei”. Conclusione. “Sindaca, per concludere, per tutto quanto sopra e stanti risultati atti e fatti che avete prodotto in 5 anni, spero che i cittadini abbiano compreso come tutto quello che tu e il tuo ‘raggio magico’ avete in mente è risultare e non risolvere, apparire ‘a testa alta’ invece che lavorare ‘a testa bassa’. Il tuo ‘CoRAGGIo’ si è rivelato quello di portare avanti i peggiori scempi, che le ‘precedenti amministrazioni’ – che ancora citi come responsabili alla fine del tuo mandato e per coprire i tuoi innumerevoli fallimenti- non hanno avuto la faccia tosta di portare a conclusione: sui rifiuti come per la gestione delle Partecipate, per l’urbanistica e le tue distese di cemento, così come in merito le politiche abitative e i tuoi 8000 sfratti pianificati e mai revocati. Auguro alla Città Eterna, che non lo merita, di non dover sopportare un tuo bis”. È di queste ore infine, il passaggio della consigliera capitolina Simona Ficcardi dal M5S al gruppo Europa Verde. E Cacciatore si toglie un altro macigno dalla scarpa. “È vergognoso come si cerca di strumentalizzare l’operato di una esponente, soltanto perché stringe una relazione sentimentale con un uomo, anch’esso impegnato in politica. Simona è la mia compagna, non è un mistero, ma posso garantire che il suo operato non è stato mai influenzato dal sottoscritto. Anzi, è
accaduto l’esatto contrario. È stata lei, che proviene da Malagrotta, a insegnarmi e a indirizzarmi. Con la sua adesione ai Verdi inizia un nuovo percorso, entrambi avevamo creduto che con il M5S avremmo portato avanti le battaglie in difesa dell’ambiente. Ma questo purtroppo non è avvenuto”. La discarica di Monte Carnevale finisce in manette. Chiesto approfondimento per determina su TMB di Guidonia GUIDONIA MONTECELIO (RM) – Sarebbero stati commessi illeciti sulla discarica di Monte Carnevale, sito individuato dall’Amministrazione di Roma Capitale, contestato dai cittadini.
Per questo sono finiti agli arresti domiciliari sia Flaminia Tosini, vicesindaco del Comune di Vetralla e dirigente dell’area rifiuti della Regione Lazio, che Valter Lozza, amministratore della società NGR Srl e MAD Srl, operanti nel settore. Pesanti le accuse: corruzione, concussione e turbata libertà procedimento scelta del contraente. Un terremoto in altre parole, che scuote, e non poco, i piani alti della Regione quanto del Campidoglio, e sicuramente avrà pesanti ripercussioni. Anche a livello politico. Le ordinanze di custodia sono scattate questa mattina. Secondo quanto ricostruito dai Carabinieri del Comando Tutela Ambientale, Lozza avrebbe ottenuto indebitamente l’autorizzazione, per la società ‘Ngr Srl’, per la trasformazione della discarica per i rifiuti inerti di Monte Carnevale, a nuovo sito di smaltimento dei rifiuti derivanti dal trattamento di RSU di Roma. La notizia fa subito il giro. Inevitabili le reazioni. «Non mi avete mai creduto», scrive Francesco Storace sulla pagina Facebook, “ora potete rileggere tutte e magari scusarvi per aver sottovalutato anni di denunce». «Ora sia lanciata in pace Valle Galeria“, tuona il presidente della commissione regionale ai rifiuti, Marco Cacciatore: “In passato ho fatto ogni tipo di attività, compresi gli esposti, per oppormi all’individuazione di Monte Carnevale come discarica di Roma. Mi sono scagliato contro atti sia comunali che regionali che non mi convincevano per niente, a cominciare dalla delibera di Giunta Capitolina che, vergognosamente, decise il sito. Non dovrebbero essere le Procure a sanare i vuoti lasciati dalle istituzioni negli anni, o a compensare le decisioni folli come quella delibera di individuazione. Spero che ora la Sindaca – conclude l’esponente Verde – vada a revocare quella delibera di Giunta e che vengano riviste tutte le procedure. A Monte Carnevale non ci sono i presupposti per realizzare una discarica simile. Anzi, una mostruosità”.
Sulla vicenda, il Presidente della commissione Ecomafie della Camera Stefano Vignaroli precisa che «se sono stati commessi illeciti sulle autorizzazione del sito di Monte Carnevale lo accerteranno i magistrati. Tuttavia – recita il comunicato – vorrei sottolineare come la commissione Ecomafie avesse la consapevolezza delle criticità ambientali legate a miniere e cave dismesse, tanto da aver avviato un’inchiesta su questo tema. Quanto accaduto questa mattina conferma l’importanza dell’argomento. La commissione Ecomafie aveva notato fin da subito aspetti critici meritevoli di ulteriore approfondimento rispetto alla decisione di realizzare nella cava esaurita di Monte Carnevale la nuova discarica di rifiuti urbani di Roma. Un anno fa, a marzo 2020, alla vicenda erano state dedicate specifiche audizioni in cui era stata sentita anche la dottoressa Flaminia Tosini. Quanto emerso aveva confermato le perplessità della commissione. Da qui la decisione di inserire Monte Carnevale tra i casi esemplari di approfondimento nell’ambito dell’inchiesta sugli aspetti ambientali legati a miniere e cave dismesse». «Nelle prossime settimane la Commissione approverà una relazione su un altro caso di smaltimento di rifiuti in una cava esaurita, quella situata nel parco naturale di Montioni, in provincia di Grosseto», conclude il presidente Vignaroli. Gli echi della vicenda giudiziaria, la prima prova della neonata alleanza Pd-M5S in ambito regionale, raggiungono, naturalmente, Guidonia-Montecelio, comune alle porte della Capitale. Sul piede di guerra per la determina dell’8 marzo scorso, numero G02450, emessa dalla Direzione regionale alle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti, sorretta proprio dalla Tosini. Che autorizza l’attivazione del TMB dell’Inviolata di Manlio Cerroni. Fatto non di certo secondario, considerate le criticità ambientali e sanitarie incombenti sul territorio, flagellato com’è dalla presenza della mega-discarica, alle spalle del nuovo impianto, ancora da bonificare, di un’ulteriore discarica, quella a Castelverde/Lunghezza, e del TMB a Rocca Cencia. Da decenni in
cima alle cronache per il tanfo nauseabondo e l’alta incidenza di malattie oncologiche riscontrate nella zona. “La notizia dell’ordinanza in questo momento storico, subito dopo le autorizzazioni rilasciate per la messa in esercizio del TMB di Guidonia, ci fanno ancora sperare nella giustizia», dicono dal CRA – Comitato Risanamento Ambientale. “Ci auguriamo che possa essere il primo step per fare emergere la verità anche per il nostro territorio e speriamo bloccare atti già autorizzati su Guidonia Montecelio dalla dirigente della Regione”. “Chiediamo alla Regione un’ulteriore approfondimento su quel provvedimento specifico”, dichiara il consigliere comunale Claudio Zarro, “il TMB si inserisce in un tessuto che è simile a quello di Monte Carnevale. Occorre prestare la massima attenzione”. Roma, Polo Museale: il Comitato striglia il M5S. Le Opposizioni chiedono la Commissione Patrimonio
Il Comitato torna alla carica e striglia la maggioranza M5S di Palazzo Senatorio, che, astenendosi, ha provocato la bocciatura della mozione sul Polo Museale dei Trasporti da parte dell’Assemblea Capitolina. Il disappunto nella lettera aperta diretta al Presidente del gruppo consiliare, Giuliano Pacetti: «avete allungato l’agonia della struttura», rimarca, «non vogliamo pensare che il sito sia vittima delle logiche partitiche». La débâcle il 23 dicembre scorso, nell’ultima seduta del Consiglio prima della pausa per le festività natalizie. Durante l’illustrazione la consigliera Svetlana Celli, promotrice dell’atto, richiama l’attenzione sullo stato di conservazione, pulizia e decoro dell’area, con particolare riferimento al materiale rotabile e all’archivio documentaristico. «In «almeno due vetture storiche ci piove dentro per le mancate manutenzioni –affonda – e le pulizie come la guardiania lasciano a desiderare. È mai possibile, mi domando? Sono beni vincolati ai sensi del Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 e similari». Silenzio.
«La mozione raccoglie i reiterati appelli del Comitato rimasti inevasi – prosegue l’esponente – e spinge l’Amministrazione ad intraprendere un percorso con la Regione Lazio, l’assessore ai trasporti Mauro Alessandri è favorevole, in cui coinvolgere quelle stesse realtà associative. Sono necessari interventi immediati». Altro silenzio. La Celli spiega inoltre che il Consiglio dell’VIII Municipio ha approvato un atto analogo all’unanimità – M5S compreso – e che Roma Capitale è coinvolta in quanto il Polo Museale «svolge un ruolo importante nel tessuto sociale e culturale capitolino» e, soprattutto, perché il mezzi e l’archivio sono di proprietà Atac, società controllata al 100 per cento: «Lo dichiara l’Amministratore Unico Giovanni Mottura nella nota inviata all’assessore Alessandri». Il documento cui fa riferimento è del 27 novembre: «L’area espositiva in parola ricompresa nelle pertinenze della Ferrovia Roma Lido – scrive il patron dell’Azienda – e quindi attualmente destinata a seguire le procedure di dismissione della Ferrovia da parte di Atac SpA in favore della Regione Lazio Ente proprietario dell’infrastruttura. Per contro, i rotabili d’epoca esposti nell’area ed un considerevole archivio storico documentale e fotografico sul trasporto pubblico a Roma sono di proprietà di Atac SpA». Un passaggio chiave, che fuga ogni dubbio su chi deve fare cosa per salvare dalle intemperie e dalla ruggine i pregiati pezzi. Ma nemmeno questo è servito a convincere la maggioranza. Che, compatta, si è astenuta, consapevole di avere la supremazia numerica e di mandare al macero la mozione. E senza dare una giustificazione plausibile o illustrare quanto meno un piano di salvataggio alternativo. Il risultato è ormai noto. Su 25 consiglieri presenti, 20 hanno dato forfait, quelli del M5S, meno la consigliera Catini che si è unita al voto favorevole delle opposizioni. Da qui il rimprovero del Comitato al capogruppo Pacetti. «Il
Polo di Piramide è l’unico spazio, pubblico, a custodire la memoria storica dei trasporti di Roma e del Lazio che, nel tempo, si è trasformato in una valida piattaforma di attività e di cultura», ricorda nella lettera trasmessa il 2 gennaio. «È, inoltre, agricoltura biologica, biodiversità (nello spazio del museo sussistono cinque diverse specie di palme), sostenibilità ambientale: è presente un piccolo orto-bio curato dagli Anziani del Centro Ostiense, che hanno insegnato ai ragazzi l’amore per la terra e del vivere bene insieme». «Non vogliamo pensare che alla Sua area politica interessi poco, o nulla, la difesa di tale e preziosa realtà o che la stessa sia stata vittima di logiche partitiche, lontane dai principi e dagli obiettivi sociali e culturali dello scrivente Comitato. Comunque sia, troviamo incomprensibile il voto di astensione. Perché mortifica il lavoro da noi svolto in questi anni, molto apprezzato dal territorio, e rinvia a data da destinarsi l’azione di riqualificazione e conservazione che, al contrario, sono urgenti e improcrastinabili». Intanto, all’indomani del voto in Aula, la Celli insieme ai colleghi Pelonzi e Bulgarelli del Pd e Politi della Lega hanno chiesto, al Presidente Commissione Patrimonio Francesco Ardu (M5S) di convocare una seduta «al fine di al fine di riaprire al pubblico il Polo Museale, e predisporre un adeguato servizio di guardiania onde evitare danneggiamenti e/o furti. Si chiede inoltre di valutare l’opportunità di convocare la commissione congiunta a quella Mobilità visto l’argomento di cui tratta». «Il comma 2 dell’articolo 90 del Regolamento del Consiglio Comunale stabilisce che in questi casi, cioè quando la richiesta di una Commissione è formulata da un terzo dei suoi componenti – chiosa l’esponente della Lista Civica – il Presidente è tenuto a riunirla entro sette giorni, inserendo all’Ordine del Giorno le questioni proposte».
Roma, mozione per il salvataggio del Polo Museale dei Trasporti: il M5S (come Ponzio Pilato) si astiene Il Campidoglio, targato M5S, si astiene, come Ponzio Pilato in chiave moderna, sulla mozione relativa il salvataggio del Polo Museale dei Trasporti di Roma, determinando, quindi, regolamento alla mano, la bocciatura dell’atto da parte dell’Assemblea Capitolina. “Ancora una volta, la maggioranza decide di non decidere”, tuona a bocce ferme Svetlana Celli, capogruppo della Lista Civica e promotrice dell’iniziativa, “e cristallizza una situazione che, viceversa, necessita di interventi immediati”. Il tragicomico epilogo martedì scorso, nell’ultima seduta prima della pausa natalizia: 20 astensioni contro 5 voti
favorevoli, quelli delle opposizioni, più la consigliera Catini, la sola del MoVimento a schierarsi per il Sì. E la mozione resta nei cassetti. Difficile capirne le motivazioni. A preoccupare, soprattutto, lo stato di conservazione delle vetture ferro-tranviarie storiche e degli orti urbani, curati dal Centro Anziani dell’Ostiense, rimasti senza manutenzione da marzo, mese in cui il museo è stato chiuso. “In alcune vetture ci piove dentro”, rileva la Celli, “mentre il resto dell’area è lasciato al completo abbandono. Stiamo rischiando di perdere tutto. Sono beni di Atac“. E, quindi, di Roma Capitale. Compreso l’archivio fotografico e documentaristico. Ma neanche questo è servito a sensibilizzare la compagine pentastellata. L’obiettivo del documento intendeva sollecitare “l’amministrazione ad avviare un percorso comune e partecipativo”, riprende l’esponente capitolina, “data l’urgenza e considerata la disponibilità espressa al riguardo dalla Regione Lazio, nella persona dell’Assessore ai Trasporti Mauro Alessandri, in cui coinvolgere le 24 associazioni del Comitato che sono riuscite a trasformare il sito da luogo di conservazione a una realtà molto più complessa, in una valida officina socio-culturale-didattica”. Sua sulla pagina di facebook la Celli rende pubblica la “strisciata della votazione”, coi nomi e cognomi dei consiglieri presenti quel giorno e come si sono comportati di fronte alla mozione. Dalla maggioranza è il Presidente della commissione alla mobilità Enrico Stefàno cerca di dare un senso a quanto accaduto: “Desidero approfondire il tema”, risponde ai nostri microfoni, “ci sono altri attori come la Regione da coinvolgere”.
Il Comitato si dice sorpreso dalla decisione assunta dall’Assemblea Capitolina perché “rappresenta un gesto di poca attenzione nei confronti della cultura e in questo caso della cultura e della storia del trasporto pubblico locale del Lazio, racconta all’interno del Polo Museale. Roma Capitale è come se avesse mollato per disfarsi di un bene prezioso che avremmo voluto che lo abbracciasse come patrimonio di Roma, – evidenzia – il Comitato per quanto sorpreso continuerà il percorso di battaglie”. “Siamo abituati alle stramberie del Campidoglio ma non davanti a casi come questi”, va all’attacco la capogruppo. “Così facendo il M5S, oltre a certificare la morte del sito, disconosce il lavoro e la dignità dei suoi consiglieri in VIII Municipio che, invece, hanno votato in favore dell’analogo provvedimento presentato dalla Giunta di centrosinistra. Noi – chiude la Celli – non molliamo di un millimetro”. “Oramai siamo alle comiche. In Aula Giulio Cesare il Movimento 5 Stelle boccia la proposta di mozione che impegnava
l’amministrazione a trovare soluzioni possibili per la futura riapertura del Polo Museale dell’Atac ad Ostiense”, commenta il presidente della commissione cultura proprio dell’VIII, Flavio Conia. “Nulla è valso l’impegno di Svetlana Celli, delle associazioni che hanno depositato appelli e interpellanze, del Municipio Roma VIII che si è attivato da subito per trovare soluzioni e interlocuzioni con l’azienda. Nulla è valsa la proposta di risoluzione votata all’unanimità da tutte le forze politiche in Municipio VIII: il M5S a livello locale riconosce le giuste battaglie nelle quali essere presente, in Campidoglio si preferisce astenersi. Vi tirate fuori dalle vostre responsabilità, alzate le mani non schierandovi, decidete di non decidere. Così, lasciate morire un museo, gli sforzi fatti per tenerlo vivo ed aperto ed il suo patrimonio”. Roma, c’è attesa per la mozione sul Polo Museale dei Trasporti
ROMA – “Il Polo Museale dei Trasporti all’Ostiense deve riaprire”. Questo è l’appello, lapidario, del Comitato formato dalle realtà associative che, cooperando con Atac, hanno promosso negli ultimi anni eventi e manifestazioni, capaci di aumentare l’interesse e trasformare la struttura in una piattaforma socio-culturale-didattica. A marzo la sospensione delle attività, causa Covid-19, poi il silenzio, tombale. “Quando le disposizioni governative lo permettevano, il Polo è rimasto ugualmente chiuso”, rileva Sandra Pranzo Giuliani dell’Associazione Donne di Carta, capofila del Comitato. Un presagio? Difficile dare una risposta, però, scavando, si ha il sospetto che Atac abbia voluto mollare lentamente la presa. E che abbia, inoltre, utilizzato la pandemia come pretesto per mettere la parola fine all’esperienza del Polo. Siamo nell’ambito delle supposizioni, sia chiaro, ma facciamo due conti: nel periodo giugno 2015-settembre 2018 il sito era sotto la struttura Marketing, guidata da Anita Valentini. La dirigente intuisce le potenzialità del sito, quindi intensificare i rapporti con le associazioni e gli istituti scolastici, dando vita a una serie di eventi e manifestazioni,
coinvolge il centro anziani dell’Ostiense e con loro realizza gli orti urbani. Le visite sono all’incirca 95mila, tra giovani, studenti e turisti. Nell’ottobre 2018 Atac, nel modificare la macrostruttura, sposta il sito sotto la direzione Comunicazione. Le presenze registrate, fino al febbraio 2020, sono deludenti, soltanto 12mila presenze. Cos’è successo? E perché l’Azienda toglie alla Valentini il Polo Museale, nonostante i successi ottenuti? Mistero. Ora il Polo è fermo, immobile, sospeso nel limbo, malgrado sia uno spazio all’aperto. Il personale aziendale è stato spostato ad altre sedi, nessuno sembra curarsi del materiale rotabile ferrotramviario e dei preziosi archivi, testimonianza del glorioso passato del trasporto pubblico su ferro di Roma e del Lazio. Alcune vetture, infatti, sarebbero essere state ritrovate colme d’acqua a causa delle infiltrazioni. Una bestemmia. “Rischiamo di perdere tutto”, riprende Sandra, “senza la dovuta manutenzione quel materiale andrà distrutto e con esso la biodiversità presente”. Martedì scorso il sit-in davanti ai cancelli, un gesto simbolico e pacifico per dare un nuovo scossone. Presente tra gli altri il presidente della commissione cultura dell’VIII Municipio Flavio Conia, suo il provvedimento che chiede la riapertura del sito, votata all’unanimità del Consiglio. C’era pure Svetlana Celli, consigliera civica di Roma Capitale, depositaria di una specifica mozione: “Con il Comitato abbiamo incontrato l’assessore regionale ai trasporti Mauro Alessandri e la consigliera Michela Di Biase, i quali hanno espresso la propria disponibilità. Ma il Polo Museale è bene del territorio capitolino, e come tale, al di là delle competenze, vogliamo che l’Amministrazione Comunale faccia la sua parte e apra, in sinergia con Atac, un tavolo di confronto con le associazioni del Comitato per trovare subito una soluzione adeguata in questo momento di transizione. È questo il senso della mozione, condivisa con il Pd romano”. Martedì scorso il sit-in davanti ai cancelli
Il provvedimento dovrebbe essere discusso e votato dall’Assemblea Capitolina nella giornata di oggi o al massimo dopo Natale. Tutto dipenderà dalla maggioranza. Che, si augura, non si tiri in dietro e non faccia mancare il suo appoggio. Transizione di genere e gender fluid, dati in crescita: quali prospettive? Le persone con grave disforia di genere, spesso sono definite come transessuali La disforia di genere o disturbo dell’identità di genere
indica quella condizione per cui un individuo non si identifica con il proprio sesso biologico, ma con quell’opposto. Una condizione spesso associata ad ansia, depressione, irritabilità e desiderio di vivere come genere diverso dal sesso assegnato alla nascita. I comportamenti che riguardano il ruolo di genere rientrano in un continuum che va dalla mascolinità alla femminilità tradizionali, con un crescente riconoscimento culturale dell’esistenza di soggetti che non rientrano, o non vogliono necessariamente rientrare nella tradizionale dicotomia maschio-femmina. Il video servizio sulla disforia di genere trasmesso a Officina Stampa del 17/12/2020 Queste persone possono riferirsi a se stesse come genderqueer, non binarie o gender fluid
Il video servizio sul Gender fluid trasmesso a Officina Stampa del 17/12/2020 Quando la mancata corrispondenza tra sesso di nascita e identità di genere percepita causa disagio significativo o disabilità, una diagnosi di disforia di genere può essere opportuna. Le persone con grave disforia di genere, spesso definite come persone transessuali, possono presentare sintomi gravi e di lunga durata che potranno essere alleviati e “curati” soltanto completando un processo di cambiamento del loro corpo mediante interventi medici e/o chirurgici, cambiamento d’identità sui documenti che potranno rendere la persona più strettamente allineata con la sua identità di genere. Sempre più spesso oggi la sessualità è fluida: Gender-fluid Il termine circola già da tempo. Miley Cyrus, ex icona Disney e oggi popstar specializzata nell’arte di scandalizzare, lo riassume così: “Mi va di fare a letto qualunque cosa con chiunque di qualunque sesso e orientamento, basta che siano atti consenzienti”. Sullo stesso fronte si schierano le attrici Kristen Stewart, Lily Rose Depp e Cara Delevingne, che
nei loro curricula amorosi alternano fidanzati e fidanzate. C’è anche la app Feeld, una specie di Tinder dedicata agli incontri senza restrizioni di preferenze o legami che conta già 2 milioni di utenti in tutto il mondo. Attenzione però, non si tratta solo di chi va a letto con chi: Il concetto di “fluidità” riguarda l’intera identità sessuale: da quella di genere, fino all’orientamento affettivo che, soprattutto nei teenager, non sempre coincide con quello erotico. Anzi, l’approccio fluido sta proprio nel rifuggire le definizioni: la tendenza sessuale, come ogni altro aspetto della nostra personalità, non è qualcosa di dato ma un processo in continuo divenire. Disabilità e burocrazia nell’era della digitalizzazione: ecco la “via Crucis” per chi deve rinnovare la patente speciale
Una vera e propria odissea quella che deve affrontare una persona con disabilità per rinnovare la patente di guida speciale. Un esempio su tutti di come la burocrazia discrimini le persone con disabilità. Si perde tanto tempo e si esborsano diverse centinaia di euro. Quale l’iter? Occorre innanzitutto collegarsi sul sito della Asl, scaricare i moduli che ogni anno cambiano per vedere cosa occorre per prenotare il rinnovo della patente e pagare i bollettini che si aggirano dai 40 ai 60 euro circa a seconda della patologia. Con tutti questi documenti, i certificati medici e bollettini pagati preventivamente all’ufficio postale, con ulteriore tempo impiegato per file e moduli da compilare, ci si reca di persona (i delegati non sono accettati) alla Asl per prenotare la visita. Il video servizio
Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 10/12/2020 La visita non si può prenotare prima di 90 giorni dalla scadenza della patente speciale che per alcune patologie viene rinnovata di anno in anno. Arrivati al giorno della visita bisognerà essere in possesso del certificato anamnestico rilasciato dal medico di famiglia (costo 40 euro) visita neurologica con referto e risonanza magnetica (costo per la risonanza 600 euro ), visita diabetologica 40 euro dove occorre portare gli esami del sangue e delle urine (anche queste a pagamento), visita per gli occhi con esami particolari per chi è affetto da sclerosi multipla e diabetica (altri 300 euro). Si fa la fila, ci sono persone con invalidità, soprattutto anziani che attendono pazientemente il loro turno. E poi finalmente l’agognato rinnovo, ma non era più semplice fare tutto da casa con un click?
Torvaianica, il presepe di sabbia incanta i visitatori TORVAIANICA (RM) – Un suggestivo presepe fatto con la sabbia è stato inaugurato nei giardini di piazza Italia a Torvaianica, rinomata località marina sul litorale laziale. L’opera, benedetta dal parroco Don Andrea, è stata realizzata dall’artista Ivan Caponecchi. A promuovere la sua realizzazione è stata l’Associazione Sviluppo Torvaianica, da sempre attiva sul territorio, con il patrocinio del Comune di Pomezia. Il video servizio
Il video servizio trasmesso a Officina Stampa del 10/12/2020 L’associazione riunisce imprenditori, artisti, artigiani e appassionati che vogliono contribuire al rilancio turistico del posto. Il presepe di sabbia è un vero e proprio monumento alla pace, alla non violenza, alla laboriosità civica, all’umiltà come sale della vita. E questa natività a Torvaianica già ha attirato tanti visitatori. Il presepe è visitabile tutti i giorni, presso i giardini di piazza Italia, dalle 8 alle 20. “La sabbia del nostro mare – ha detto la vicesindaco Simona Morcellini – alimenta l’opera, perché ogni granello è importante per il tutto, perché ognuno di noi è parte di qualcosa di più grande e sacro”
Autismo, una diagnosi precoce è fondamentale per poter intervenire in maniera efficace L’autismo, o meglio denominato “disturbi dello spettro autistico“, è un disturbo del neuro-sviluppo che coinvolge principalmente linguaggio e comunicazione, interazione sociale, interessi ristretti, stereotipati e comportamenti ripetitivi. I diversi livelli di compromissioni di tali aree va a comporre il quadro generico della persona affetta da autismo, oltre ad una serie di elementi. A causa della gamma di sintomi che varia per livello da individuo a individuo, l’autismo è ora chiamato disturbo dello spettro autistico (o ASD, acronimo inglese di “Autism Spectrum “Disorder“).
Il video servizio trasmesso a Officina stampa del 26/11/2020 Infatti il disturbo copre un ampio spettro di sintomi, livelli di abilità e disabilità, che possono influire o meno, nell’autonomia quotidiana e di vita. L’autismo varia in gravità in base al livello di compromissione che limita l’autonomia nella vita quotidiana. I bambini con disturbo dello spettro autistico hanno generalmente sintomi che si manifestano con difficoltà nella comunicazione e interazione sociale, difficoltà di comprensione del pensiero altrui e difficoltà ad esprimersi con parole o attraverso la gestualità o con l’utilizzo dei movimenti facciali. In aggiunta, possiamo riscontrare anche una iper sensibilizzazione nei confronti di rumori e suoni, e movimenti del corpo ripetitivi e stereotipati, come dondolio, auto stimolazione o battito di mani. Possono avere inoltre, risposte insolite alle persone, attaccamenti agli oggetti, resistenza al cambiamento nella loro routine, o comportamento aggressivo o autolesionista.
A volte possono sembrare non notare persone, oggetti o attività nell’ambiente circostante. Alcuni bambini con autismo possono anche sviluppare crisi epilettiche. E in alcuni casi, questi attacchi possono essere assenti inizialmente per verificarsi nel periodo adolescenziale. Una diagnosi precoce è fondamentale per poter intervenire in maniera efficace sulle diverse componenti di compromissione, o meglio di “diversità di funzionamento”. La Sapienza, elezione professoressa Polimeni: parole importanti a Officina Stampa della Consigliera regionale Marta Bonafoni
Marta Bonafoni consigliera in Regione Lazio – Presidente del gruppo consiliare: lista civica Zingaretti – componente: IX Commissione – Lavoro, Formazione, Politiche Giovanili, Pari Opportunità, Istruzione, Diritto allo Studio – componente: VII commissione – Sanità, Politiche Sociali, Integrazione Sociosanitaria, Welfare – componente: commissione speciale sui Piani di Zona per l’Edilizia Economica e Popolare nella regione ha speso parole importanti per la neo Magnifica Rettrice dell’Università La Sapienza di Roma, professoressa Antonella Polimeni, eletta con un voto plebiscitario lo scorso 13 novembre. La Consigliera regionale nel corso della puntata di Officina Stampa, la trasmissione web di approfondimento giornalistico curato dalla direttrice responsabile di questo giornale Chiara Rai ha quindi affrontato tematiche relative all’istruzione in questo periodo di pandemia. Bonafoni: “Capire quali strumenti la Regione Lazio ha utilizzato per garantire il diritto allo studio alle nostre ragazze e ragazzi, come l’infrastruttura digitale e la rete
per garantire la didattica a distanza possano essere potenziate, ragionare su cosa ancora si può fare per fortificare il sistema educazione fortemente gravato dalla pandemia, saranno i focus principali e da cui partire per un ragionamento sul futuro all’altezza della scuola come strumento di crescita e di opportunità” Per visionare l’intervista di Chiara Rai alla Consigliera regionale On. Marta Bonafoni cliccare sul riquadro L’intervista di Chiara Rai all’On. Marta Bonafoni a Officina Stampa del 19/11/2020 Con il nome di Antonella Polimeni l’Università La Sapienza di Roma scrive la storia. Fondata nel 1303, tra le più antiche del mondo, per volontà di papa Bonifacio VIII che con bolla pontificia “In Supremae praeminentia Dignitatis” istituì a Roma lo Studium Urbis, dopo oltre 7 secoli dalla sua istituzione vede oggi per la prima volta una donna alla guida del prestigioso Ateneo come rettrice. Antonella Polimeni fin da giovane universitaria è stata
rappresentante degli studenti per poi ricoprire il ruolo di componente del nucleo di valutazione e consigliere di amministrazione e anche prima donna eletta preside della facoltà di Medicina e Odontoiatria. Un curriculum di tutto rispetto per la neo rettrice Il servizio dedicato alla nomina della professoressa Antonella Polimeni a Magnifica Rettrice de La Sapienza 470 pubblicazioni edite su riviste nazionali e internazionali, ha preso parte a più di 100 conferenze e convegni nazionali e internazionali, pubblicato 6 manuali, di cui uno edito in lingua inglese e 2 monografie. Inoltre, ha curato l’edizione italiana di un testo atlante e di due manuali, nonché le linee guida edite dal ministero della Salute. Eletta dalla comunità accademica alla prima tornata elettorale, che si è svolta dal 10 al 13 novembre 2020, la Polimeni ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti con una percentuale del 60,7%”. Ed è stata anche la prima volta che l’Università, a causa
dell’emergenza Covid, ha scelto il voto telematico. Lo scrutinio pubblico, infatti, è stato diffuso in streaming online lo scorso venerdì 13 novembre 2020. Un’elezione, per la nuova rettrice, caratterizzata anche da una grande partecipazione. Ha infatti votato complessivamente il 74,5% degli aventi diritto. Si apre dunque una nuova era per la più grande università d’Europa, con i suoi oltre 113mila iscritti del 2019 e per lungo tempo l’unica Università statale di Roma, che per questa ragione ha annoverato fra i suoi studenti una buona metà della classe dirigente italiana. Shakespeare nel teatro di Shakespeare: questa la mission del Globe Theatre di Gigi Proietti
Shakespeare nel teatro di Shakespeare questa la mission del Globe Theatre di Roma, uno dei luoghi d’arte più particolari e suggestivi d’Italia, fortemente voluto da Gigi Proietti, che nel cuore di villa Borghese ricostruisce filologicamente il Globe Theatre di Londra, il più famoso teatro del periodo elisabettiano. Una struttura circolare realizzata in legno massello di rovere francese, di provenienza prevalente delle Ardenne, dove si respira un odore di bosco mentre si assiste alle rappresentazioni seduti su panche di legno senza cuscini né appoggi (chi la tradizione vuole seguire, un po’ di mal di schiena deve patire…). In questo teatro, nel corso degli anni, sotto la direzione artistica di Gigi Proietti, sono state proposte tante tragedie e commedie elisabettiane, come “Romeo e Giulietta“, “Pene d’amor perdute“, “Otello“, “Riccardo III“, “Molto rumore per nulla“, “Sogno di una notte di mezza estate“, “Re Lear“, “Il mercante di Venezia“, “La bisbetica domata” e “La tempesta“.
Il video servizio di David Nicodemi trasmesso lo scorso 12/11/2020 a Offcina Stampa Lo scorso 3 novembre, dopo la morte del Maestro il sindaco di Roma e la Fondazione Silvano Toti hanno dichiarato di voler intitolare il teatro a Gigi Proietti, scomparso il giorno precedente.
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