Senato della Repubblica Camera dei Deputati
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Senato della Repubblica Camera dei Deputati Commissioni riunite 5a Bilancio e V Bilancio, Tesoro e Programmazione Disegno di legge: "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024" A.S. 2448 Audizione 19 novembre 2021
I fondamentali della nostra economia mostrano un andamento confortante che posizionano il Paese ai primi posti in Europa. Il Pil supera le previsioni della scorsa primavera segnando per il 2021 un + 6,2% invece dell’ipotizzato 4,5%. Anche il deficit è in calo al 9,4% dalla previsione di 11,8% ed il debito pubblico scende al 153,5% del Pil contro il 155,6 dello scorso anno. La crescita è stata spinta principalmente dalla domanda interna e dagli investimenti, trainati dal settore delle costruzioni, che hanno confermato una inversione di rotta avvenuta ben prima dell’avvio del PNRR grazie soprattutto agli incentivi del Superbonus e degli altri bonus fiscali. La ripresa dunque c’è ed è significativa e l’Italia dovrà saperne approfittare. Hanno contribuito sicuramente i sostegni all’economia varati dal Governo, l’export e più in generale un elevato grado di fiducia da parte di cittadini ed imprese. Ma il merito va anche ad una campagna vaccinale efficace che ha saputo coinvolgere percentuali significative della popolazione e che_ secondo il parere di CASARTIGIANI _ non deve avere battute d’arresto per consentire a lavoratori ed imprese di continuare lavorare e scongiurare ipotesi di future restrizioni, visti i segnali di ripresa che il virus sta dimostrando in questi giorni. Anche la paventata proroga dello stato di emergenza e dell’obbligo del Green Pass oltre il 31 dicembre prossimo vengono accolti favorevolmente dalla Confederazione. Riteniamo sia preferibile prevedere un ampliamento della certificazione che introdurre nuove restrizioni con l’obiettivo prioritario di salvaguardare al massimo lo svolgimento dell’attività lavorativa soprattutto in vista delle prossime festività così importanti per i bilanci di numerose categorie produttive. Particolarmente apprezzate, a tale proposito, le semplificazioni alla disciplina del Green Pass nei luoghi di lavoro approvate in queste ora in via definitiva alla Camera nell’ambito della conversione in legge del Decreto Legge n. 127/2021 che consentono di razionalizzare 2
in modo sostanziale i controlli da parte dei datori di lavoro salvaguardando la continuità dell’attività d’impresa e superando la necessità di controlli quotidiani troppo gravosi per l’organizzazione aziendale. Parliamo della possibilità per i lavoratori di essere esonerati dai controlli giornalieri mediante consegna della certificazione verde al proprio datore di lavoro e della possibilità per le imprese con meno di 15 dipendenti di rinnovare fino al prossimo 31 dicembre i contratti di sostituzione dei lavoratori sprovvisti di certificazione verde. La sfida che abbiamo davanti adesso è quella di rendere la crescita duratura e strutturale a tassi più alti di quelli pre-pandemia. Per fare questo CASARTIGIANI ritiene indispensabile una la legge di bilancio per il 2022 in grado di accompagnare la ripresa ed in piena coerenza con gli altri documenti che guidano l’azione economica del Governo a partire dal PNRR. CASARTIGIANI ha ribadito in più occasioni la necessità che si segua un duplice obiettivo: non solo mettere in campo rapidamente le risorse del PNRR, ma fare una grande operazione per affrontare i nodi strutturali che da decenni rendono l'Italia tra i Paesi che crescono meno, e portare a termine quelle importanti riforme che cittadini ed imprese attendono da tempo a partire dalla riforma fiscale, dalla riduzione della burocrazia, dalla riforma degli appalti. Il mondo dell’artigianato e delle microimprese si aspetta un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che contenga progetti orientati e calibrati alla loro dimensione ed alle loro reali esigenze. Sarebbe un grave errore non tenere conto della peculiarità del nostro sistema economico costituito per il 95% da imprese sotto i 10 addetti e rappresentato in larga parte da microrealtà legate al territorio fortemente condizionate dalle numerose difficoltà esterne che ne ostacolano l’operatività. Senza riforme sarà difficile centrare gli obiettivi indicati dal Piano con il rischio che il peso delle risorse messe in campo finisca per gravare pesantemente sulle future generazioni. CASARTIGIANI ha espresso apprezzamento per i principi cardine contenuti nello schema di Legge Delega sulla riforma Fiscale approvata dal Governo. Viene prospettata una impostazione del prelievo fiscale orientata verso la semplificazione e votata all’eliminazione delle sperequazioni presenti sia tra le varie categorie di reddito, sia tra le diverse fasce di 3
reddito. Positivo inoltre il riconoscimento che l’obiettivo della riforma del nostro sistema tributario debba essere quello di rendere meno distorsivo il trattamento fiscale dei fattori produttivi e, per questa via, possa contribuire ad innalzare il potenziale di crescita della nostra economia. Dello stesso tenore è anche l’intenzione di eliminare i tributi minori che non portano grandi benefici sul lato delle entrate, ma portano sicuramente grandi adempimenti ed appesantimenti burocratici per chi è tenuto a sostenerli. Si tratta adesso di vedere come saranno riempiti di contenuti i provvedimenti attuativi della Delega. E per questo l’auspicio espresso dalla Confederazione è che durante l’iter parlamentare il provvedimento possa essere integrato sulla base delle indicazioni approvate dalle Commissioni Parlamentari Finanze di Camera e Senato nel documento conclusivo dei lavori dell’indagine conoscitiva che ha visto recepite numerose proposte provenienti dal nostro mondo e che si trovino le risorse necessarie per una reale e significativa riduzione del carico fiscale. Il tema della riduzione degli oneri burocratici rappresenta un altro aspetto sul quale riteniamo indispensabile intervenire da subito. Sarà necessario in particolare sciogliere quei vincoli che hanno rallentato nel nostro Paese la realizzazione degli investimenti ed in molti casi ridotto la loro produttività. Apprezziamo l’impegno dimostrato dai precedenti Governi nel percorso di ulteriore miglioramento delle performance della P.A. _ che rappresenta a tutti gli effetti un elemento chiave per migliorare la vita dei cittadini e l’ambiente imprenditoriale _ ed abbiamo accolto con favore le misure contenute nel recente ddl Concorrenza 2021 a proposito di rimozione degli oneri per le imprese attraverso il conferimento di una delega al Governo a rivedere i regimi amministrativi delle attività private, a semplificare e reingegnerizzare in digitale le procedure. Il risultato atteso da questo importante percorso di semplificazione è rilevante per il sistema delle imprese che rappresentiamo e l’auspicio è che i decreti attuativi sappiano davvero fornire risposte concrete alle questioni che frenano gli investimenti privati a partire dalla eliminazione dei numerosi processi autorizzatori inutili e di tutti i controlli cartacei spesso ridondanti e meramente burocratici. Un tema fondamentale a tale proposito è quello della continua richiesta di documenti e informazioni anche quando la P.A. ne è già in possesso. Se ne parla molto in campo fiscale, dove più volte CASARTIGIANI ha richiesto un intervento del Governo per semplificare gli adempimenti ed eliminare le norme anti-evasione superate dalla fatturazione elettronica (ritenuta 8% sui bonifici parlanti, split payment, reverse charge, liquidazioni periodiche IVA, ecc.) oltre alle inutili informazioni richieste dalle 4
dichiarazioni dei redditi e dell’IVA. Per attuare gli obiettivi contenuti nel PNRR bisognerà puntare, poi, sulle opere pubbliche di modernizzazione, completamento e messa in sicurezza delle reti infrastrutturali, che facilitano le comunicazioni e l’accesso ai servizi e rilanciano il tessuto sociale soprattutto nel regioni del Sud Italia dove si concentrano le maggiori opportunità di intervento. Ma la nuova disciplina per gli appalti pubblici dovrà prevedere un effettivo coinvolgimento delle micro e piccole imprese che oggi sono ai margini di un mercato rilevante. Il mercato degli appalti pubblici, infatti, attualmente vede affidato più dell’80% delle opere al 4% delle imprese, mentre al restante 96% è riservato meno del 20% del mercato degli appalti pubblici. Riteniamo indispensabile, pertanto, promuovere un nuovo apparato regolatorio degli appalti pubblici coerente con il principio comunitario di favorire l’accesso alle Pmi, che è fondamentale per sostenere la grande maggioranza del nostro tessuto imprenditoriale. Inoltre la legge delega secondo il giudizio di CASARTIGIANI dovrebbe trovare soluzioni operative per rendere obbligatoria la suddivisione degli appalti in lotti, favorire e promuovere le aggregazioni tra gli operatori economici, incoraggiare la partecipazione delle piccole imprese locali per tutelare le attività economiche diffuse sul territorio. C’è poi la questione del costo dell’energia e delle materie prime che negli ultimi mesi hanno fatto registrare un forte aumento. Si tratta di una pesante ipoteca sulla ripresa in atto che sta facendo sentire i suoi effetti soprattutto per le microimprese. CASARTIGIANI ha espresso apprezzamento sul Decreto Energia varato di recente dal Governo per cercare di calmierare nell’immediato la situazione di emergenza che si è creata. Un provvedimento che ha consentito di mitigare la bolletta fino a fine anno. Resta necessario adesso lavorare a un impianto più strutturale per il futuro, per consentire soprattutto alle utenze di minori dimensioni di affrontare gli aumenti globali nel costo dell’energia che continueranno a pesare sulle bollette. Per questo si dovrà innanzitutto ristrutturare la bolletta che viene determinata attraverso modalità di calcolo fortemente penalizzanti per le piccole imprese costrette ad affrontare costi notevolmente superiori a quelli applicati negli altri Paesi europei. E’ necessario mettere mano ad una riforma degli oneri generali del sistema elettrico per eliminare l’assurdo e iniquo meccanismo in base al quale oggi le piccole imprese che consumano il 34% dell’energia pagano quasi il 50% degli oneri generali di sistema prelevati dalle bollette delle 5
imprese. Mentre per le grandi aziende energivore con il 15% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende al 9%. Anche sul versante delle commodities non energetiche l’aumento dei prezzi per le microimprese sta generando effetti preoccupanti. Il settore maggiormente colpito risulta essere quello delle costruzioni che si trova a scontare anche una forte difficoltà nel reperimento delle materia prime innescando il pericoloso paradosso di vedersi costrette a rallentare la produzione nonostante la ripresa degli ordinativi. Per contrastare i rincari dei prezzi dei materiali, sono stati assegnati 100 milioni di euro al Fondo per l'adeguamento dei prezzi di materiali da costruzione. Una iniziativa che sicuramente va nella direzione giusta anche se manca ancora il decreto con cui il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (Mims) è chiamato a rilevare, sulla base delle richieste avanzate dalle imprese, le variazioni dei prezzi superiori all’8% per i contratti in corso di esecuzione e che il Ministero avrebbe dovuto approvare entro il 31 ottobre scorso. A partire a questi valori saranno definite le compensazioni a favore delle imprese. In tale quadro economico CASARTIGIANI auspica per il 2022 una legge di bilancio realmente espansiva che punti sugli investimenti che stimolano la crescita nella piena convinzione che dal problema del debito pubblico dal problema delle prestazioni sociali inadeguate e dagli altri aspetti insufficienti nel nostro sistema economico e sociale si possa uscire prevalentemente attraverso una crescita costante e duratura nei prossimi anni. Anche la nutrita schiera dei provvedimenti attuativi che nell’attuale formulazione dell’articolato ammontano a 90 dovrà essere completata nei termini. Passando alle proposte di intervento contenute nel ddl Bilancio esponiamo di seguito le osservazioni CASARTIGIANI concentrando l’attenzione sulle tematiche di maggiore interesse per le categorie produttive rappresentate. Riduzione della pressione fiscale e contributiva ART. 2. (Fondo pluriennale per la riduzione della pressione fiscale) Tra le misure più significative inserite nella Legge di bilancio per il 2022 la riduzione della pressione fiscale per 12 miliardi di euro, dei quali 8 sulle società e sulle persone fisiche secondo modalità che saranno definite con il Parlamento, ma che secondo il nostro parere, 6
dovranno essere concentrate anche sulla riduzione della tassazione alle imprese e gli autonomi nonché del cuneo fiscale sul lavoro che in Italia è quantificabile in cinque punti superiore rispetto a quello degli altri paesi europei e di undici punti rispetto alla media dei paesi Ocse. Sarà quanto mai opportuno che gli interventi normativi che realizzeranno la presente disposizione non si limitino esclusivamente alla riduzione dell’aliquota media, ma dispongano anche in merito alla fiscalità delle imprese, magari attraverso la reintroduzione dell’IRI, strumento normativo mai entrato in vigore, implementazione della “flat tax” ed eliminazione graduale dell’IRAP. Queste tre misure possono essere peraltro compatibili con la futura delega al Governo per la riforma fiscale. L’IRI così come la flat tax, garantirebbero infatti una sostanziale neutralità tra i diversi sistemi di tassazione delle imprese limitando le distorsioni di natura fiscale nella scelta della veste giuridica dell’imprenditore. L’eliminazione dell’IRAP rientra pienamente negli obiettivi della citata delega. ART. 3. (Differimento termini decorrenza dell’efficacia delle disposizioni relative a sugar tax e plastic tax) Valutiamo positivamente il rinvio al 2023 che la Legge di Bilancio in esame dispone per la Sugar tax e la Plastic tax. Riteniamo tuttavia necessaria la loro eliminazione, perché si tratta di misure fortemente restrittive che non contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi per i quali sono state istituite. Con riferimento alla imposta sul consumo di bevande con zuccheri aggiunti il rischio in più occasioni rappresentato da CASARTIGIANI è quello di indebolire la competitività delle imprese italiane rispetto a quelle di altri Paesi non colpiti dalla stessa tassazione. Inoltre, evidenziamo il rischio di effetti antieconomici della misura dal momento che, data la domanda anelastica, i produttori ed i distributori non neutralizzano la tassa ma la trasferiscono, quasi integralmente, ai consumatori finali con la conseguenza che l’aumento del prezzo non comporta una sistematica riduzione dei consumi Riguardo alla “Plastic Tax”_ riteniamo sia una misura inutilmente vessatoria vestita da “misura di salvaguardia ambientale”, non sostenibile nel breve periodo dal sistema 7
economico e che non individua correttamente le azioni che avrebbero dovuto essere messe in campo per raggiungere efficacemente lo scopo di disincentivare l’uso della plastica. La tassa rischia di tradursi in un prelievo ai danni di imprese e consumatori, senza produrre alcun effetto positivo per l’ambiente. ART. 5. (Disposizioni in materia di governance e remunerazione del servizio nazionale della riscossione) Condividiamo le finalità della norma che persegue l’obiettivo di proseguire nell’evoluzione del modello organizzativo e procedimentale del sistema nazionale della riscossione nella direzione del definitivo superamento del modello “duale”, anche in ottica di potenziamento dell’efficienza amministrativa e di semplificazione del sistema nel suo complesso. Rileviamo unicamente che le modifiche apportate agli oneri di funzionamento del servizio nazionale della riscossione, rappresentano un aggravio sul bilancio dello Stato di costi che invece dovrebbero a nostro avviso rimanere in carico al debitore e all’ente creditore. Inoltre tale aspetto potrebbe avere un impatto negativo anche in sede di valutazione degli organi comunitari. Misure per la crescita e per il sostegno alle imprese ART. 9. (Proroghe in materia di superbonus fiscale, di riqualificazione energetica, recupero del patrimonio edilizio, acquisto di mobili e grandi elettrodomestici, di sistemazione a verde ed in materia di recupero o restauro della facciata esterna degli edifici). Per il 2022 vengono confermati molti degli incentivi messi a disposizione negli anni scorsi ma dobbiamo costatare purtroppo che le misure risultano fortemente rimodulate al ribasso. Una decisione questa che, se confermata anche dopo il percorso parlamentare, apparirebbe in netto contrasto con l’orientamento annunciato dal Governo di puntare verso una manovra espansiva per sostenere e consolidare la crescita. Parliamo del tanto atteso superbonus 110%, che è confermato solo per i condomini fino al 2023 mentre per le villette e le unità unifamiliari, viene prorogato per tutto il 2022 ma solo per le prime case e con un tetto Isee fissato a 25mila euro. 8
La stessa cosa vale per il bonus facciate che viene si prorogato anche per il prossimo anno ma con una percentuale di detrazione che scende dal 90 al 60% e per il bonus mobili ed elettrodomestici prorogato anch’esso fino al 2024 ma con un tetto di spesa di 5mila euro in base al quale è calcolata la detrazione del 50%. Per CASARTIGIANI ridurre le misure che incentivano la riqualificazione energetica e la valorizzazione del patrimonio immobiliare significherebbe compromettere fortemente una serie di strumenti che si sono rivelati invece molto efficaci, ed hanno contribuito in modo determinante alla ripresa del settore delle costruzioni. Senza contare che limitare la platea dei beneficiari del Superbonus inciderebbe soprattutto sulle microimprese. La proroga della misura al 2023 interessa, infatti, i condomini e le persone fisiche proprietarie di più unità immobiliari nello stesso fabbricato. E’ molto probabile che i lavori di ristrutturazione e di adeguamento di questi soggetti siano di importo molto rilevante, quindi appannaggio delle grandi imprese di ristrutturazione che predispongono l’intero “pacchetto superbonus” chiavi in mano. I proprietari delle c.d. “villette” e delle abitazioni autonome potranno usufruire della proroga solo a condizione che l’unità immobiliare oggetto dell’intervento sia adibita ad abitazione principale e che il contribuente abbia un valore ISEE non superiore a 25 mila euro. Queste condizioni comportano che chi ha i requisiti (il 67% ci informa la relazione tecnica), con tutta probabilità non è interessato all’incentivo e non potrà permettersi neanche le pratiche iniziali di prefattibilità, pratiche che non rientrano nel superbonus. Tutti gli altri contribuenti decadranno dal beneficio il 30 giugno 2022. E sono proprio questi i soggetti che si rivolgerebbero direttamente alle imprese più piccole che si troveranno quindi costrette ad acquisire i lavori (se disponibili) in sub appalto. L’auspicio è che durante l’iter parlamentare la portata degli incentivi possa essere rivisto tenuto conto del ruolo molto positivo che hanno avuto per stimolare la ripresa dell’economia. Siamo convinti sia necessario mantenere la misura su tutti i bonus nella logica che certezza e stabilità nel tempo delle norme rappresentino un requisito fondamentale per la loro efficacia e garantire continuità in economia e continuità negli investimenti Con riferimento specifico al superbonus 110% CASARTIGIANI ritiene opportuno che venga eliminata fino a tutto il 2023 ogni limitazione afferente le singole unità immobiliari, gli edifici funzionalmente indipendenti, ed il reddito dei richiedenti. 9
Con soddisfazione registriamo che nel testo della legge di bilancio in esame oggi _ contrariamente alle prime anticipazioni _ è stata confermata la proroga della cessione del credito e dello sconto in fattura anche per l’Ecobonus e il Bonus Ristrutturazioni. Il rischio sarebbe stato quello di vedere un sostanziale depotenziamento delle due misure con gravi conseguenze sui bilanci delle imprese e una brusca frenata al circolo virtuoso della riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare italiano verso il quale il comparto di serramenti e schermature solari ha fornito un contributo straordinario negli ultimi anni. Qualche considerazione infine sul recente DL CONTROLLI varato dal Governo per contrastare le frodi relative alle detrazioni e cessioni di crediti per lavori edilizi. CASARTIGIANI ritiene che prevenire gli abusi e l’uso distorto degli incentivi del settore casa sia indispensabile a tutela dei tanti contribuenti ed imprese che operano con correttezza sul mercato. Appare però incomprensibile l’introduzione dell’obbligo di asseverazione per tutti gli interventi senza nessun limite di spesa: la sostituzione di una semplice caldaia o anche solo di una finestra, per poter beneficiare dello sconto in fattura, determina l’obbligo di sostenere la spesa dell’asseverazione, con la conseguenza che il nuovo onere rischia di superare l’importo del beneficio fiscale. Continuare a complicare il quadro di accesso alle misure senza tener conto del loro impatto compromette inevitabilmente la forza degli incentivi che sinora hanno contribuito in maniera robusta alla ripresa. Si rischia di raffreddare il trend positivo e la fiducia delle tante imprese oneste e di non raggiungere gli obiettivi di transizione green. ART. 10. (Proroga del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali «Transizione 4.0» e del credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative) Nell’ottica di supportare e incentivare gli investimenti in beni strumentali e di continuare a stimolare e sostenere la spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica, la Legge di bilancio proroga il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali «Industria 4.0» di cui alla legge n. 178 del 2020 (c.d. iperammortamento) e il credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo, in transizione ecologica, in innovazione tecnologica 4.0 e in altre attività innovative di cui all’articolo 1, commi da 198 a 206, della legge n. 160 del 2019. 10
Per pianificare gli investimenti le imprese sono chiamate però dal 1 gennaio 2023 ad orientarsi con una griglia di aliquote complicata e limiti di beneficio assai ridotti rispetto quelli stabiliti per il 2022 e la forbice è ancora più rilevante se si prende in considerazione i parametri in vigore fino al 31 dicembre di quest’anno. Solo per fare un esempio: - viene esteso fino al 31 dicembre 2025 il credito di imposta per gli investimenti funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello «Industria 4.0» (c.d. iperammortamento) ma il beneficio per le imprese viene ridotto del 50%. - il credito d’imposta per investimenti in ricerca e sviluppo trova applicazione fino al 31 dicembre 2031, ma dal 1 gennaio 2023 in misura pari al 10% e nel limite di 5 milioni di euro, contro una aliquota del 20% - seppure fino a 4 mln€ - in vigore per tutto il 2022; - i crediti d’imposta per le attività di innovazione tecnologica e di design e ideazione estetica vengono estesi al 31 dicembre 2025 ma con un beneficio che scende dall’attuale 15% al 10% nel 2022 e 2023 e nella misura del 5% nei periodi di imposta 2024 e 2025, fermo restando il limite annuo di 2 milioni di euro; L’auspicio espresso dalla Confederazione è che nel testo definitivo della Legge di bilancio possa trovare spazio una nuova rivisitazione dei parametri di calcolo degli incentivi di cui all’art.10 con l’obiettivo di mantenere anche dopo il 1 gennaio 2023 e negli anni successivi le incentivazioni attuali. Ciò tenuto conto dello straordinario apporto che hanno saputo rendere al sistema delle imprese e la forte spinta agli investimenti attesa dal PNRR. Occorre rimarcare anche l’opportunità che tale rimodulazione venga effettuata da subito per consentire alle imprese di programmare in anticipo gli investimenti, in un quadro di necessaria certezza. Rispetto al superammortamento CASARTIGIANI insieme alle principali organizzazioni della filiera dell’automotive e del trasporto ha denunciato ai Ministeri competenti come la carenza di materie prime ed in particolare dei semiconduttori stia forzosamente e significativamente dilatando i tempi di produzione, assemblaggio e consegna per l’intera filiera dei beni strumentali utilizzati nelle attività d’impresa. Sarebbe pertanto utile _ con riferimento alla normativa vigente relativa al credito d’Imposta al 10% _ prevedere un intervento di proroga delle scadenze sia di prenotazione che di consegna per gli investimenti incentivati al fine di sopperire ai ritardi sopra motivati. 11
Con riferimento alla incentivazione per l’acquisto di beni strumentali materiali nuovi da effettuare nel 2022 – già programmata nella precedente Legge di Bilancio – sarebbe auspicabile un incremento della quota del Credito d'Imposta al 12%, con scadenze di ultimazione dell’investimento estese a tutto il 2023. La misura in generale ha consentito a molte piccole imprese di rinnovare o incrementare la dotazione di beni strumentali e riterremo molto utile una sua immediata riproposizione anche oltre il 1 gennaio 2023. ART. 11. (Rifinanziamento della misura “Nuova Sabatini”) La “Nuova Sabatini” è lo strumento “principe” di finanza agevolata per sostenere la crescita e la competitività delle piccole imprese italiane attraverso l’acquisto di nuovi beni strumentali. Nel primo quadrimestre del 2021, l’entrata a regime della nuova modalità di erogazione del contributo in un’unica soluzione introdotta dall’articolo 1, comma 95, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, che ha sostituito la previgente modalità in sei quote annue, ha determinato una maggiore attrattività della misura per l’utenza target di riferimento, facendo registrare un notevole incremento delle richieste, con un trend in costante crescita. Si è trattato di un importante intervento semplificativo, che ha reso più efficiente la gestione dello strumento, consentendo alle imprese beneficiarie di incassare l’intero contributo riconosciuto subito dopo l’avvenuta realizzazione dell’investimento, senza dover attendere sei anni per l’incasso della totalità del contributo. Suscita pertanto qualche perplessità il ritorno al meccanismo dell’erogazione per quote anche se prevista solo per i finanziamenti oltre i 200 mila euro. L’auspicio della Confederazione è che il Parlamento possa valutare la possibilità di ristabilire nuovamente l’erogazione in unica soluzione e soprattutto possano essere reperite risorse per un congrua assegnazione necessaria a garantire la continuità della misura. Viene vista con qualche timore infatti la riduzione dell’assegnazione di risorse passata da 1.080 milioni di euro fino al 2026 delle prime bozze del Disegno di legge in esame a 900 milioni fino al 2027 nello schema definitivo. Vale la pena sottolineare che 500 milioni di contributi per la Sabatini bis sono in grado di generare circa 6 miliardi di nuovi investimenti 12
per lo sviluppo delle imprese che scommettono sulla competitività e sulla crescita. Si tratta di risorse indispensabili per favorire la ripresa economica della nostra economia. Da ultimo desideriamo mettere in evidenza che viene precluso il contributo in parola a chi effettua investimenti che comportano una mera sostituzione del cespite senza incremento della capacità produttiva aziendale. L’incremento della capacità produttiva dovrebbe essere invece inteso non solo da un punto di vista quantitativo, ma anche qualitativo, ad esempio perché il nuovo cespite ha un impatto ambientale ridotto o perché ha minori consumi di energia, quindi comporta una riduzione dei costi variabili aziendali. Dovrebbe quindi essere oggetto di contributo anche una mera sostituzione del cespite se comporta un miglioramento tecnologico, energetico o ambientale del processo produttivo aziendale. In secondo luogo dovrebbe essere concessa la possibilità per l’impresa di verificare preventivamente la sua capacità di accesso al credito con possibilità di impegni preventivi con gli enti finanziatori per la verifica del merito creditizio. ART. 12. (Potenziamento dell’internazionalizzazione delle imprese) La nuova legge di bilancio interviene positivamente sul fronte dell’internazionalizzazione incrementando di 1,5 miliardi di euro, per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, la dotazione del Fondo 394/1981 per la concessione di finanziamenti agevolati e di 150 milioni di euro, per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026, la dotazione del Fondo previsto dall’art. 72 del decreto Cura Italia, per la concessione del contributo a fondo perduto. Oltre alle risorse messe sul tavolo il dato più significativo è la stabilizzazione nel tempo di uno strumento _quello del Fondo 394/1981_ divenuto oramai fondamentale per la proiezione delle imprese italiane sui mercati esteri. Sarebbe auspicabile, con riferimento all’ambito di applicazione del suddetto Fondo, prevedere una riserva di risorse di almeno 200 milioni di euro da destinare in via esclusiva alle microimprese e l’ampliamento dell’utilizzo del Fondo anche alle ditte individuali attualmente escluse. Misure per l’accesso al credito e la liquidità delle imprese ART. 14. (Fondo di garanzia per le pmi) ART. 15. (Misure in materia di garanzie a sostegno della liquidità delle imprese) 13
Il disegno di legge di Bilancio 2022 conferma fino al 30 giugno 2022 la garanzia Italia SACE e il regime straordinario del Fondo di garanzia PMI. Ma mentre per la garanzia SACE la proroga è “secca”, per il Fondo di garanzia sono prospettate alcune modifiche. In primo luogo, dal 1° gennaio 2022 per i piccoli prestiti fino a 30.000 euro la garanzia scenderà dal 90% all’80%. Inoltre, viene previsto che dal 1° aprile 2022 la garanzia non sarà più gratuita, ma per il suo rilascio dovrà essere pagata una commissione. Il ddl tratteggia anche le modalità di funzionamento del Fondo di garanzia post 30 giugno 2022. Con il 2022 prende avvio pertanto una fase di "phasing out", di graduale uscita dalle misure straordinarie di garanzia pubblica: In questo quadro sarà necessario adottare strumenti in grado di mettere le imprese nelle condizioni di fronteggiare le esigenze di liquidità e di superare le difficoltà che potrebbero derivarne. Scarsa liquidità e costo delle materie prime alle stelle continuano infatti a mettere a dura prova soprattutto il sistema delle microimprese Occorre pertanto valorizzare il ruolo dei Confidi, presenti capillarmente in tutto il territorio nazionale, che hanno saputo garantire in questi anni un’alta efficacia nell’intervento a sostegno delle aziende, con meccanismi di erogazione veloci ed efficaci. Soggetti questi per i quali si potrebbe immaginare un ruolo di maggiore sostegno all’accesso accesso al credito delle micro, piccole e medie imprese, ampliandone l’operatività all’erogazione del credito. In questa funzione, l’offerta di credito diretto da parte dei Confidi, oltre alla concessione della garanzia che rimane in ogni caso l’attività principale, costituirebbe un canale integrativo rispetto a quello delle banche e si concentrerebbe su un segmento di mercato non sufficientemente servito da queste ultime. Quello che manca poi in Italia, diversamente da alcuni altri Paesi europei, è poi la presenza di un intermediario bancario dedicato esclusivamente alle microimprese. Si tratterebbe di costituire uno nuovo soggetto _ o di trasformarne uno già esistente _ con la mission di garantire i finanziamenti ed altri servizi attraverso strumenti tarati sulle specifiche esigenze delle PMI. ART. 17. (Proroga dell’operatività straordinaria del fondo Gasparrini) Il disegno di legge di Bilancio 2022 prolunga fino alla fine del prossimo anno la disciplina derogatoria del Fondo Gasparrini. Per tutto il 2022, quindi, potranno richiedere la 14
sospensione delle rate su mutui prima casa, i lavoratori autonomi, i liberi professionisti e le cooperative edilizie a proprietà indivisa. Fino al 31 dicembre 2022, inoltre, è consentito l’accesso al Fondo anche ai soggetti con ISEE superiore a 30.000 euro e ai mutui di importo non superiore a 400.000 euro. La Manovra non prevede invece, almeno al momento, un’ulteriore proroga né del termine di validità della procedura veloce né del termine per avvalersi della moratoria per i mutui in ammortamento da meno di un anno. Lavoro famiglia e politiche sociali Tra le misure principali del disegno di legge di Bilancio 2022, si annoverano anche diversi interventi finalizzati a incentivare e sostenere la ripresa dell'occupazione, e che accompagneranno le riforme strutturali in tema di lavoro, politiche sociali e ammortizzatori sociali. I dati al II trimestre 2021 danno conferma di una ripresa generale del mercato del lavoro, che si lega ovviamente a quello generale del sistema economico, interrompe una caratterizzazione molto negativa del contesto occupazionale dell’ultimo periodo. Il miglioramento registrato, si traduce tuttavia in un recupero parziale dei livelli di occupazione, ancora lontano dal pieno ritorno ai valori pre-crisi, a causa del prevalere di strategie prudenziali da parte degli operatori dovute a incertezze sull’evoluzione della pandemia e sulla stabilità della ripresa. ART. 20. (Rifinanziamento RDC) ART. 21. (Disposizioni in materia di reddito di cittadinanza) ART. 22. (Oneri di funzionamento dei centri per l’impiego) Entrando nel merito dell’articolato, il disegno di legge di bilancio affronta il tema tanto discusso del reddito di cittadinanza. In particolare, le disposizioni nascono dall’esigenza condivisa di rafforzare i controlli preventivi sulle domande per ridurre gli abusi e di rafforzare le condizioni per l’accettazione delle offerte di lavoro da parte dei beneficiari del Rdc che risultano occupabili. In tale contesto valutiamo migliorative anche le misure finalizzate a rendere più efficaci le politiche attive per il lavoro attraverso un approccio più consono alle caratteristiche di difficile occupabilità dei percettori del reddito di cittadinanza e dell’offerta di lavoro concretamente disponibile. 15
A nostro avviso però, sul piano di rilancio delle politiche attive restano comunque delle incertezze sull’effettivo conseguimento dell’obiettivo della riforma. Da un lato c’è il forte ritardo delle regioni nel potenziamento dei centri pubblici per l’impiego, che rappresentano il canale d’accesso al programma Gol (Garanzia di occupabilità dei lavoratori), lo strumento principale nei piani del Governo. Dall’altro, è ancora da affinare la collaborazione con le agenzie private per il lavoro. Da questo punta di vista il ritardo delle regioni è obiettivamente rilevante, e questo è molto preoccupante al fine di rispettare il cronoprogramma di riforme concordato con l’Europa. E’ necessario, a nostro avviso, accelerare nel coinvolgimento degli enti privati accreditati che hanno l’esperienza e le competenze necessarie per erogare i livelli essenziali delle prestazioni. Si deve strutturare un sistema che punti sulla collaborazione tra pubblico e privato e sulla misurazione delle performance di tutti gli operatori che offrono servizi per il lavoro attraverso un sistema di premialità per qualità dei servizi e per chi raggiunge il risultato migliore, ovvero l’accesso o il reingresso nel mondo del lavoro. ART. 23. (Disposizioni integrative del trattamento di pensione anticipata) ART. 24. (Fondo per l’uscita anticipata dei lavoratori delle imprese in crisi) ART. 25. (Modifica della normativa sull’ape sociale) ART. 26. (Opzione donna) Per quanto riguarda gli interventi in materia previdenziale, contenuti negli articoli dal 23 al 26, valutiamo positivamente la previsione che istituisce presso il MISE il fondo destinato a favorire l’uscita anticipata dal lavoro dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi. Attendiamo, nella speranza che si provveda comunque celermente, di conoscere i contenuti che il Governo intende inserire nel decreto interministeriale di attuazione, per poter esprimere una valutazione complessiva. Positiva è la nostra valutazione anche sulla proroga di un ulteriore anno dell’opzione donna e dell’APE Sociale, entrambi strumenti che consentono di riportare nel sistema elementi di maggiore flessibilità senza comprometterne la sostenibilità finanziaria. In merito all’opzione donna, riteniamo comunque, come da tempo espresso dalle rappresentanze dei lavoratori autonomi, che vada eliminata la disparità di trattamento, ancora reiterata e tuttora operante fra lavoratrici autonome e dipendenti per l’esercizio 16
dell’opzione, in particolare in ordine all’età anagrafica richiesta: requisiti differenziati che non hanno più ragion d’essere in un sistema contributivo che ricollega l’importo dell’assegno pensionistico alla contribuzione effettivamente versata. Tale circostanza è tra l’altro aggravata dal fatto che per “l’opzione donna” sono rimaste in vigore le c.d. finestre mobili, che posticipano l’erogazione del trattamento pensionistico rispettivamente di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. Oltre a queste considerazioni specifiche, riteniamo in conclusione che sia necessario dare maggiore stabilità al sistema previdenziale italiano e certezza alle imprese ed ai lavoratori, evitando il moltiplicarsi delle riforme e provvedimenti a scadenza annuale. Serve una riforma a regime che stabilizzi le disposizioni previdenziali per le donne e si occupi una volta per tutte di come superare le uscite pensionistiche anticipate. Riteniamo anche che vada riconsiderata la nota questione della separazione tra assistenza e previdenza, soprattutto alla luce dell’attuale periodo emergenziale, durante il quale sono stati introdotti numerosi ulteriori interventi di protezione e di assistenza sociale, che hanno finito con il confondersi nella generale voce di spesa previdenziale. La previdenza è finanziata dai contributi versati da parte dei lavoratori e dei datori di lavoro durante l’attività lavorativa, e dunque è necessario che per le pensioni sia garantita la certezza dei diritti maturati sulla base dell’equilibrio della gestione stabilito. ART. 30. (Esoneri contributivi per lavoratori provenienti da imprese in crisi e sostegno al reddito dei lavoratori nel processo di uscita dalla fase emergenziale) Sul terreno delle misure finalizzate al sostegno all’occupazione la Manovra estende la platea dei lavoratori beneficiari di interventi finalizzati a concederei esoneri contributivi per le imprese: parliamo in particolare della previsione di cui all’art. 30 del DDL ovvero lo sgravio contributivo INPS al 100%, previsto per le sole assunzioni stabili di lavoratori di qualsiasi età provenienti da imprese con una procedura di crisi aziendale aperta, la decontribuzione per assunzione di titolari di Reddito di Cittadinanza e l’incentivo sull’assunzione di lavoratori in cassa integrazione straordinaria (CIGS). Si tratta di misure certamente lodevoli negli intenti, soprattutto se valutate come sostegno alle categorie di lavoratori svantaggiati cui il Governo vuole riservare un’ulteriore possibilità di occupabilità, ma, come anche dimostrato in passato da analoghi provvedimenti, poco 17
idonee a raggiungere il risultato perseguito perché le imprese private assumono solo se hanno bisogno di personale e non perché incoraggiate da un esonero contributivo. Inoltre, si tratta comunque di misure non classificabili fra le misure di riduzione strutturale del costo del lavoro di cui al contrario necessitano le imprese. Riteniamo invece importante che in termini di supporto all’occupazione alla creazione di nuovi posti di lavoro, la riduzione permanente del cuneo fiscale o la revisione del sistema delle imposte sui redditi personali si rivelano, in genere, più efficaci rispetto alla concessione dei crediti di imposta o degli incentivi. Come emerge dai dati INPS (monitoraggio diffuso dall’Inps il 23 settembre sugli incentivi all’occupazione), la scelta delle aziende si orienta verso strumenti che indicano con chiarezza costi e risparmi: la formula degli sgravi subordinati a una serie di condizioni è considerata più difficilmente percorribile, per la complessità e per l’incertezza sul permanere del beneficio, soprattutto per quelle di piccole dimensioni. A conclusione, riteniamo piuttosto che occorra destinare investimenti più significativi sulle competenze professionali. In un’ottica congiunta di formazione e lavoro quindi, occorre, in primo luogo, incentivare il ricorso all’apprendistato, quale strumento necessario per far fronte alle difficoltà per le imprese a reperire manodopera qualificata e quale canale di ingresso privilegiato nel mondo del lavoro. Evidenziamo a tal fine la necessità di incentivare il ricorso all’apprendistato professionalizzante, quale strumento necessario a far fronte alle difficoltà delle imprese a reperire manodopera qualificata e quale canale di ingresso privilegiato nel mondo del lavoro. A tal fine andrebbe incentivato lo strumento, semplificando la gestione del rapporto del lavoro, e ripristinando l’esonero contributivo totale per le imprese artigiane e, in ogni caso, per tutte le imprese che occupano fino a 9 dipendenti e garantendo specifici e stabili incentivi per la copertura dei costi sostenuti dalle imprese per la formazione e l’affiancamento dell’apprendista. ART. 35. (Decontribuzione lavoratrici madri) ART. 36. (Finanziamento del Fondo per il sostegno alla parità salariale di genere) ART. 37. (Piano strategico nazionale per le politiche per la parità di genere) 18
Agli ARTT. 35-36-37 il Disegno di legge di bilancio introduce una regolamentazione importante sul parità di genere nelle relazioni del lavoro. Il tema è stato oggetto di numerosi interventi normativi adottati nel tempo, anche sulla base delle indicazioni provenienti dall’ordinamento comunitario, volti a riconoscere equiparazione dei diritti e maggiori tutele alle donne lavoratrici. In questa direzione vanno, in particolare, le disposizioni volte a favorire la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro e il supporto alla genitorialità, l'introduzione di una speciale regolamentazione per le donne vittime di violenza di genere. Su questo tema Sono sicuramente auspicabili forme di incentivazione alle imprese volte a favorire e a mantenere l’occupazione femminile, soprattutto in settori che sono ad alta concentrazione di occupazione femminile. Quindi, sotto questo aspetto, valutiamo con favore l’istituzione presso il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri di una Cabina di regia interistituzionale, con funzioni di raccordo tra i livelli istituzionali e territoriali coinvolti, e un Osservatorio nazionale che accompagni e incentivi le imprese ad adottare policy adeguate a ridurre il gap di genere in relazione alle opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni, politiche di gestione delle differenze di genere e tutela della maternità. Siamo comunque convinti che il percorso verso la parità di genere, anche in termini salariali, debba necessariamente passare attraverso un maggior investimento nei servizi pubblici di sostegno alla famiglia. Riteniamo infatti che siano plurimi i fattori che impattano sull’occupazione femminile, e l’approccio più giusto sarebbe quello di agire con un pacchetto di più misure. In tal senso apprezziamo quindi, anche sotto questo punto di vista, le misure previste agli artt. 43-45 e 47-50 che incrementano le risorse per il potenziamento del Fondo per le non autosufficienze, le risorse del Fondo di solidarietà destinate ai servizi educativi per l’infanzia, nonché le risorse destinate ai Fondi per le politiche in favore delle persone con disabilità, e definiscono altresì i livelli essenziali delle prestazioni su tutto il territorio nazionale. In conclusione riteniamo comunque che delle azioni specifiche andrebbero poste in essere nei confronti delle imprese di piccole dimensioni. Infine evidenziamo anche che il tema della parità non si pone solo nell’ambito del lavoro subordinato. La parità è altresì riferibile al lavoro autonomo nel quale è importante intervenire con misure di sostegno più incisive a 19
favore delle lavoratrici autonome, professioniste, piccole imprenditrici. In questa prospettiva sarebbe auspicabile un quadro più organico e efficace degli incentivi a sostegno della diffusione dell’imprenditoria femminile, al fine di individuare azioni che possano promuovere la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro come imprenditrici e lavoratrici autonome. Ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro CASARTIGIANI ritiene che quanto contenuto nel capitolo I del Titolo V del disegno di legge di Bilancio 2022 sulla riforma degli ammortizzatori sociali, vada nella giusta direzione. A nostro avviso la riforma sembra idonea a garantire un modello di ammortizzatori sociali più inclusivo e guidato dal principio dell’universalismo differenziato, quindi in grado di assicurare a tutti i lavoratori una protezione adeguata e differenziata in base alle caratteristiche settoriali e alle dimensioni aziendali. Il comparto dell’artigianato vede nella riforma la valorizzazione e il rafforzamento dell’esperienza del proprio Fondo di solidarietà bilaterale alternativo (FSBA) che, fin dalla sua costituzione, ha erogato prestazioni a tutte le imprese artigiane - anche quelle con un solo dipendente – facendo esclusivamente leva sulla contribuzione propria. Per questo motivo, anche durante la crisi determinata dalla pandemia, le imprese artigiane non hanno mai fatto uso della cassa integrazione in deroga, avendo invece utilizzato dapprima e per intero le risorse del Fondo derivanti dalle contribuzioni e, successivamente, come tutti i settori, le risorse appositamente stanziate per la Cassa Covid. Inoltre, consideriamo estremamente opportuna la precisazione contenuta nel ddl di Bilancio in merito alla natura obbligatoria della contribuzione ai fondi di bilateralità alternativa di cui all’art. 27 del decreto legislativo148/2015. 20
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