Seafuture 2018. 6 aziende sulle 8 partecipanti sono di Taranto e provincia

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Seafuture 2018. 6 aziende sulle 8 partecipanti sono di Taranto e provincia
Seafuture 2018. 6 aziende sulle 8
partecipanti sono di Taranto e
provincia
ROMA – Organizzata da IBG (Italian Blue Growth, società formata da
Distretto Ligure delle Tecnologie Marine, Consorzio Tecnomar Liguria e
EIEAD) AIAD, Regione Liguria, Blue Hub Azienda Speciale delle Camera
di Commercio delle Riviere di Liguria) e la Marina Militare Italiana,
Seafuture , che verrà inaugurato il prossimo 19 giugno, è stata
presentata ieri anche a Taranto da Confindustria nel marzo scorso,
proprio con l’obiettivo di promuovere e sensibilizzare la
partecipazione delle imprese alla 6^ edizione della manifestazione –
dedicata alle innovazioni in campo navale e marittimo e al refit di
grandi imbarcazioni – alla presenza, fra gli altri, del Comandante del
Comando Marittimo SUD Ammiraglio di Divisione Salvatore Vitiello e
della presidente de “La Spezia EPS” Cristina Pagni.

Le   aziende    che   si   sono   candidate     nell’ambito     delle
iniziative realizzate a valere sul POR PUGLIA FESR-FSE 2014/2020 –
Azione 3.5 . (Interventi di rafforzamento del livello di
internazionalizzazione dei sistemi produttivi) sono la Comes Spa,
Marra Srl, Imet Srl, Nuova Ites Srl, Mib Srl e Tema Sistemi, le prime
cinque iscritte a Confindustria Taranto: un risultato eccezionale, che
premia l’eccellenza delle nostre imprese in un comparto di tradizione
e dall’altissimo valore aggiunto.

 Nei 9000 metri quadri del prestigioso spazio espositivo, fra gli
storici fabbricati dell’Arsenale Militare spezzino, avranno modo di
incontrarsi e confrontarsi delegazioni estere provenienti da 40 paesi,
Seafuture 2018. 6 aziende sulle 8 partecipanti sono di Taranto e provincia
big players nazionali e internazionali, pmi, clusters tecnologici
marittimi e stakeholders istituzionali a livello internazionale. La
manifestazione – come si può leggere nel sito della Regione Puglia–
contemplerà conferenze, seminari, meeting fra aziende, simulazione di
interventi operativi, mostre ed esposizioni aventi come tema il mare.

Fra gli argomenti trattati verrà approfondito anche quello sul
trasporto marittimo e della sicurezza, ad esso strettamente connesso,
ed un particolare spazio sarà dedicato al tema della sostenibilità
ambientale.

Urla e insulti a Canale 5 da
Barbara D’Urso. Lo squallido
ritorno di Giancarlo Cito in tv
L’ex sindaco tarantino Giancarlo Cito, il giornalista Pierluigi Diaco
e l’onorevole Giorgia Meloni (Fratelli d’Italia) hanno avuto domenica
scontro uno scontro in diretta televisiva nel programma Domenica live,
la trasmissione di Canale 5 condotta da Barbara D’Urso. in
cui   parlava dei vitalizi aboliti dalla Camera per i parlamentari
soggetti a condanna definitiva e Cito è uno di loro, essendo stato
condannato dalla Corte di Cassazione dopo essere stato accusato e
processato per avere chiesto tangenti per la realizzazione del
porticciolo turistico in località San Vito. acceso lo scontro con fra
Cito e Pierluigi Diaco il quale ha accusato l’ex deputato di Taranto
per dei reati inesistenti (per i quali è stata chiesta la revisione
processuale) e che peraltro, come ha ricordato in trasmissione il
nostro bravo collega ed amico Paolo Liguori non erano applicabili
all’epoca dei fatti. Per la vicenda del porticciolo, nella quale erano
coinvolti anche un dirigente comunale, un imprenditore e due
architetti, Cito avrebbe ottenuto una mazzetta, mascherata da
contratti pubblicitari stipulati con l’emittente televisiva Super 7,
di 120 milioni di lire dal portavoce della Dirav, la multinazionale
liberiana interessata al progetto del porto turistico.

 L’ex primo cittadino ed ex deputato, fondatore del movimento AT6-Lega
d’Azione meridionale, ha già scontato       una condanna illegittima
quattro anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa
reato per cui era condannato in via definitiva a 5 anni e mezzo di
reclusione per tangenti ricevute in cambio del rinnovo dell’appalto
biennale a una ditta di traslochi. Nel gennaio 2014 la Corte di
Cassazione ha assolto definitivamente l’ex sindaco ed onorevole
Giancarlo Cito confermando la sentenza della corte d’appello di
Taranto che nel 2011 ( presieduta dal giudice Rosa Patrizia Sinisi)
 lo aveva scagionato dall’accusa di corruzione e falso ideologico. La
suprema corte ha rigettato il ricorso presentato dalla procura
generale. In primo grado Cito era stato condannato a due anni e mezzo
di reclusione perché ritenuto colpevole di aver intascato tangenti da
un imprenditore per l’autorizzazione a edificare edicole funerarie nel
cimitero comunale di San Brunone. Ad accusare l’allora sindaco e parte
della sua giunta furono le dichiarazioni del collaboratore di
giustizia Gianfranco Modeo il quale riferì che la ditta Guarino aveva
sborsato tangenti per circa cento milioni di lire per accaparrarsi i
lavori cimiteriali. L’episodio della presunta corruzione risale al
periodo tra il 1993 e 1996. Ma la Cassazione ha cancellato del tutto
quelle accuse.

Nello stesso processo furono condannati anche l’ex vicesindaco di
Cito, Gaetano De Cosmo (ora deceduto) l’ex assessore ai lavori
pubblici del comune di Taranto, Domenico Notaristefano, l’imprenditore
Antonio Guarino titolare dell’omonima ditta di marmi operante nel
cimitero e l’ex boss della mala tarantina, Riccardo Modeo. L’ex
sindaco di Taranto cittadino è stato difeso dall’avvocato Fausto
Soggia mentre l’avvocato      Maria Letizia Serra ha difeso Modeo
e Guarino .

Cito, che era in collegamento da Taranto, durante il programma ha
attaccato duramente sia Diaco sia la Meloni. “Ignorante, mettetegli la
museruola“, ha urlato a Diaco mentre la Meloni gli ha ricordato che
l’abolizione dei vitalizi “non è un’opinione, ma la risposta dalla
legge“. “Cito non è stato assolto dall’accusa di mafia“, ha
incalzato Diaco contestandogli il modo con cui ha amministrato Taranto
quando era sindaco. L’ex deputato si è quindi rivolto a quanti lo
attaccavano ed accusavano in collegamento definendoli “animali“. Cito
è stato sindaco di Taranto negli anni Novanta con la lista civica di
destra AT6, dal nome della sua emittente televisiva. In seguito è
stato eletto deputato a Taranto con la stessa lista per una sola
legislatura. L’abolizione del vitalizio per Giancarlo Cito e altri
parlamentari nella stessa condizione di condanna definitiva risale ai
mesi scorsi
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