Scheda Educatori - UPG Lodi

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Scheda Educatori - UPG Lodi
Ufficio per la Pastorale Giovanile e gli Oratori
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Vogliamo far conoscere ai nostri ragazzi la figura di Carlo Acutis, da poco proclamato Beato. La sua vita
terrena, pur così breve, è stata straordinaria: aveva capito che per essere davvero felice e dare un senso
vero alla propria esistenza, è necessario fissare lo sguardo su Dio e vivere alla luce del Vangelo. Non
sveleremo subito il suo nome: presentiamo alcune note biografiche tenendolo nascosto, i ragazzi
dovranno poi completare un cruciverba dal quale risulterà il nome (N.B. per rispondere correttamente,
dovranno prestare attenzione alla presentazione!). Possiamo fissare alcune di queste note su dei cartelloni,
oppure chiedere ai ragazzi, divisi a gruppetti o squadre, di appuntarsi queste informazioni su dei fogli
predisposti (ad esempio delle simil-carte d’identità da compilare).

Biografia
Nacque venerdì 3 maggio 1991 a Londra, dove la famiglia viveva per motivi di lavoro del papà.
Successivamente con la famiglia si trasferì a Milano dove frequentò la scuola elementare e media presso
le suore Marcelline, la parrocchia presso la chiesa di Santa Maria Segreta e il liceo classico presso i
Gesuiti dell’Istituto Leone XIII.
Fin da piccolo visse la fede in ogni aspetto della sua vita: a soli sette anni si accostò alla Prima
comunione, ricevuta con un permesso speciale. La Madonna era la sua grande confidente e non
mancava mai di onorarla recitando ogni giorno il Santo Rosario. Per citare le sue stesse parole: “La
nostra meta deve essere l’infinito, non il finito. L’Infinito è la nostra Patria. Da sempre siamo attesi in
Cielo”. Sua è la frase: “Tutti nascono
come originali ma molti muoiono come
fotocopie”. Per orientarsi verso questa
Meta e non “morire come fotocopie”
egli diceva che la nostra Bussola deve
essere la Parola di Dio, con cui
dobbiamo confrontarci costantemente.
Ma per una Meta così alta servono
Mezzi specialissimi: i Sacramenti e la
preghiera. In particolare, metteva al
centro della propria vita il Sacramento
dell’Eucaristia che chiamava “la mia
autostrada per il Cielo”. A 6 anni già
padroneggiava il computer, girava per
casa con il camice bianco e il badge
“Scienziato informatico”. A 9 scriveva
programmi elettronici grazie ai testi acquistati nella libreria del Politecnico. Sognava di adoperare il pc
e il web per diffondere il Vangelo. Papa Francesco nella “Christus vivit” lo cita come esempio per i

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giovani. “Sapeva molto bene”, spiega, “che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e
delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal
consumo, ossessionati dal tempo libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche
di comunicazione per trasmettere il Vangelo, comunicare valori e bellezza”.
Il suo sguardo spaziava ben oltre Internet, fino alle mense dei poveri, quelle delle suore di Madre Teresa
di Calcutta a Baggio e dei cappuccini in viale Piave, dove prestava servizio come volontario. La sera
partiva da casa con recipienti pieni di cibo e bevande calde. Li portava ai clochard sotto l’Arco della
Pace, per i quali con i risparmi delle sue mance comprava anche i sacchi a pelo. La sua fu un'adolescenza
normale, dove c'era spazio per gli affetti familiari e l'amicizia, ma c'era anche spazio per aiutare gli
ultimi. Era tanto impegnato anche in parrocchia come catechista per i più piccoli.
Nel 2006 si ammalò improvvisamente di leucemia fulminante, a causa della quale morì il 12
ottobre, in soli tre giorni, presso l'ospedale San Gerardo di Monza, dopo aver offerto le sue
sofferenze per il Papa e per la Chiesa.
Il 22 febbraio scorso Papa Francesco ha autorizzato il decreto che riconosce un miracolo per sua
intercessione, la guarigione «improvvisa e inspiegabile», nel 2013, di un bimbo brasiliano affetto da una
malformazione congenita al pancreas. È stato proclamato Beato il 10 ottobre ad Assisi, dove il suo corpo
è custodito.

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Completa il Cruciverba (vedi scheda ragazzi)

Rispondi alle domande e inserisci le risposte nel cruciverba. Al termine nelle caselle colorate apparirà il
nome del personaggio misterioso di cui vogliamo fare oggi la conoscenza.

1. Quanti anni aveva Carlo quando è morto?
2. In che città ha vissuto?
3. In che cosa era abilissimo?
4. Si preoccupava spesso degli altri, in che modo li aiutava?
5. Con che frequenza riceveva l’eucarestia?
6. Che strumento suonava?
7. Cosa svolgeva in parrocchia con i bambini?
8. Quale malattia l’ha portato alla morte?
9. A quanti anni ha ricevuto la Prima Comunione?
10. A chi rivolge il suo sguardo?
11. Quale preghiera recitava a casa ogni giorno?

SOLUZIONI CRUCIVERBA
1. Quindici                                              7. Catechismo
2. Milano                                                8. Leucemia
3. Informatica                                           9. Sette
4. Volontariato                                          10. Dio
5. Quotidianamente                                       11. Rosario
6. Sassofono

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Una volta svelato il suo nome, possiamo presentare la figura di Carlo ai ragazzi utilizzando i
numerosissimi video presenti su YouTube, ad esempio “Carlo Acutis – Il giovane di Dio”
https://www.youtube.com/watch?v=agYVgBNsAYQ                    o     la       canzone             “Non          io      ma         Dio”
https://www.youtube.com/watch?v=8h6-dMIOeaw

Su internet si può inoltre trovare la mostra realizzata da Carlo sui Miracoli Eucaristici nel mondo:
www.miracolieucaristici.org

Seconda proposta di Attività
Divisi in gruppetti, i ragazzi dovranno ricostruire le frasi pronunciate da Carlo, che saranno
precedentemente preparate tagliate in pezzi (parole o sillabe, a seconda di quale volete che sia il livello di
difficoltà). Una volta riordinate, si commentano insieme. Ecco alcune proposte di frasi e qualche domanda
che può aiutare a stimolare il confronto nel gruppo.

“Non io ma Dio”

“Tutti nascono come originali, ma molti muoiono come fotocopie”

“La nostra meta deve essere l’Infinito non il finito”

“Essere sempre unito a Gesù: ecco il mio programma di vita”

“La felicità è lo sguardo rivolto verso Dio. La tristezza è lo sguardo rivolto verso se stessi”

“La conversione non è altro che lo spostare lo sguardo dal basso verso l’Alto, basta un semplice
movimento degli occhi”

Domande guida:
    1.   “Non io ma Dio”. Questo ripeteva Carlo Acutis quando parlava della fede, normalmente e
         quotidianamente con tutti, perché “Dio viene prima di tutto ed è tutto”. Secondo voi è così?
         Perché?
    2. Cosa significa per voi essere originali ed essere fotocopie? Come vivete la vostra vita? Da
         originali o da fotocopie?
    3. Qual è il tuo programma di vita? Dove vuoi arrivare? Il tuo cammino è accompagnato da Gesù?
    4. Proviamo a mettere a confronto le ultime due frasi. Qual è il punto in comune? Dove rivolgi il
         tuo sguardo per superare le difficoltà?

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Momento di Preghiera
(È possibile utilizzarlo sia come introduzione all’incontro che come conclusione)

Canto iniziale

Nel nome del Padre, del Figlio e dello spirito Santo. Amen.

L1: Siamo con te, Maestro, come i discepoli, in cammino sui sentieri della storia. Ci fai scoprire il senso
vero del nostro vivere, ci inviti a volgere il nostro sguardo verso di Te, a restare con Te, a spezzarci con
Te, a rimanere nella tua casa per scoprirti amore che si dona.
T: Credo, mio Dio, di essere dinanzi a te.
L2: Ti cerchiamo, Maestro, vorremmo incontrarti nelle piccole cose della nostra vita, raggiungerti tutte
quelle volte in cui ci sembri lontano. Tu ci sei, da sempre. Noi ti cerchiamo e Tu ci trovi in quel luogo
tanto bello quanto a noi sconosciuto, eppure tanto vicino: il nostro cuore.
T: Credo, mio Dio, che tu mi guardi e ascolti le mie preghiere.
L1: Spesso ci chiudiamo nelle nostre fragilità, ci lasciamo imprigionare dalle nostre paure, ci ancoriamo
a tante certezze e tu ci sussurri poche parole: «Non temere, io ti amo».
T: Credo, mio Dio, che tu sei tanto grande e tanto santo: io ti adoro.
L2: Vogliamo dirti grazie per la bellezza della creazione, per averci pensati, desiderati e amati da sempre.
Perché l’eternità e l’universo vibrano dei tuoi sogni per la nostra vita. Vogliamo dirti grazie perché, per
noi, hai dato tutto te stesso e, per la nostra salvezza, hai spezzato la tua vita e hai versato il tuo amore.
T: Credo, mio Dio, che tu mi hai dato tutto: io ti ringrazio.

Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 3-8)
Uscì allora Simon Pietro insieme all’altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e
due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Chinatosi, vide le bende
per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le
bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in
un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e
credette.

Riflessione personale guidata:
o Com’è il mio cammino di fede? Riesco a ritagliarmi piccoli momenti quotidiani per la preghiera?
o I miei occhi vanno oltre ciò che vedo? O più spesso mi fermo alle apparenze?
o Riesco a credere senza vedere?

Ascolto del canto: “Aprimi gli occhi del cuore” https://www.youtube.com/watch?v=OJ0F89D0QPU

Preghiamo insieme:
Vogliamo vedere quegli occhi
che passano la parete del petto e la carne del cuore,

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e guariscono
quando feriscono con lo sdegno,
e fanno sanguinare
quando guardano con tenerezza.
Tu sai quanto sia grande,
proprio per questo tempo,
il bisogno del tuo sguardo e della tua parola.
Tu lo sai bene che un tuo sguardo
può stravolgere e mutare le nostre anime.

Amen.

Canto finale.

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