Santi della porta accanto - Sant'Allucio Carlo Acutis Daniela Benedetti Spadoni Parrocchia di Castellare - Diocesi di Pescia
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Diocesi di Pescia Pastorale Giovanile Parrocchia di Castellare Santi della porta accanto… Sant’Allucio Carlo Acutis Daniela Benedetti Spadoni Parrocchia di Castellare 9 Ottobre 2020 1
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Canto d’ingresso: Lodate Dio Lodate Dio, cieli immensi ed infiniti. Lodate Dio, cori eterni d'angeli. Lodate Dio, santi del suo Regno. Lodatelo uomini, Dio vi ama. Lodatelo uomini, Dio è con voi. RITI DI INTRODUZIONE C. Nel nome del Padre… Amen. Il Signore che nel Battesimo ci ha chiamati alla santità, sia con tutti voi. A. E con il tuo spirito. Lettore 1: Dalla Esortazione Apostolica Gaudete et exultate di Papa Francesco sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo (nn.5-6) I santi della porta accanto Nei processi di beatificazione e canonizzazione si prendono in considerazione i segni di eroicità nell’esercizio delle virtù, il sacrificio della vita nel martirio e anche i casi nei quali si sia verificata un’offerta della propria vita per gli altri, mantenuta fino alla morte. Questa donazione esprime un’imitazione esemplare di Cristo, ed è degna dell’ammirazione dei fedeli (…). Non pensiamo solo a quelli già beatificati o canonizzati. Lo Spirito Santo riversa santità dappertutto nel santo popolo fedele di Dio, perché «Dio volle santificare e salvare gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse secondo la verità e lo servisse nella santità». Tutti siedono 3
Lettore 2: Dalla Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo, Apostolo. (1 Cor 12, 1.4-14. 27-31) Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio lasciarvi nell’ignoranza. Vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; 6vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune: a uno infatti, per mezzo dello Spirito, viene dato il linguaggio di sapienza; a un altro invece, dallo stesso Spirito, il linguaggio di conoscenza; a uno, nello stesso Spirito, la fede; a un altro, nell’unico Spirito, il dono delle guarigioni; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di discernere gli spiriti; a un altro la varietà delle lingue; a un altro l’interpretazione delle lingue. Ma tutte queste cose le opera l’unico e medesimo Spirito, distribuendole a ciascuno come vuole. Come infatti il corpo è uno solo e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito. E infatti il corpo non è formato da un membro solo, ma da molte membra. Ora voi siete corpo di Cristo e, ognuno secondo la propria parte, sue membra. Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi ci sono i miracoli, quindi il dono delle guarigioni, di assistere, di governare, di parlare varie lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano? Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. E allora, vi mostro la via più sublime. Canto: Inno alla Carità Se parlassi tutte le lingue della terra, ma l'amore non ho, 4
sono un bronzo echeggiante un cembalo sonante. Avessi pur la profezia conoscessi tutta la scienza Possedessi una fede da trasportar le montagne ma l'amore non ho, sono un niente, perché un uomo non è uomo se non ama (2 v.). Distribuissi ai poveri i miei beni e il mio corpo dessi alle fiamme, ma se l'amore non ho, niente mi giova. Passeranno le profezie taceranno tutte le lingue la scienza un giorno finirà, ma l'amore mai tramonterà, perché tutto, tutto crede, tutto spera, tutto scusa, tutto soffre, non va in cerca del suo ma gode della verità. Sant’Allucio Lettore 3: Allucio nacque nella seconda metà dell’XI secolo (1070 circa) da una famiglia di piccoli possidenti e allevatori. In Campugliano, nel Campo di Pescia, restaurò ed ampliò l’ospedale dei Santi Luca ed Ercolano martire, nel quale riunì un piccolo gruppo di uomini con i quali, per amore di Dio, si mise a servizio dei poveri e dei viandanti. Costruì inoltre ospedali e chiese nella zona dell’Arno e nella vicina Lucchesia. Compose una pericolosa discordia tra Ravenna e Faenza e liberò, con la sua fama di santità, prigionieri di guerra. Collaborò con i vescovi locali da cui era sinceramente stimato: visse nella penitenza e nella devozione eucaristica. Morì il 23 Ottobre 1134 a Campugliano e fu sepolto nel cimitero comune. Nel 1344 il vescovo di Lucca Guglielmo, dopo una indagine accurata, ne riconobbe la santità: le sue ossa vennero raccolte e 5
composte in un sarcofago, successivamente traslato all’Oratorio del Molinaccio e quindi, dal 1793, venerate nella chiesa cattedrale di Pescia. Nel 1994 è dichiarato con-Patrono della Diocesi di Pescia. Lettore 4: Dalla Antica vita di Sant’Allucio (XIV Sec.) «Incomincia la vita del beato Allucio confessore. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Allucio, servo di Dio, sollecito provveditore dei poveri di Cristo, in onore di Cristo e di tutti i santi, a ristoro dei poveri, riedificò l'ospedale di Campugliano che a quel tempo era abbandonato; e qui eresse una chiesa in onore di san Luca evangelista e di san Ercolano martire, e in questo medesimo ospizio raccolse molti fratelli che per amore di Dio avevano rinunciato a possessi, a mogli o a figli, e a tutti gli altri loro comodi (…). Anche presso l’Arno, sulla strada pubblica, eresse un altro ospedale, in cui tutti i giorni molti poveri sono ristorati. Presso questo ospedale il fiume era profondo, dove molti pellegrini si trovavano in pericolo; ma egli, dirigendo una lettera al vescovo di Firenze perché facesse qui edificare un ponte, scoprì che alcuni nobili di quelle parti guadagnavano molto con il traghetto e con il trasporto degli uomini, e non permettevano che qui fosse edificato un ponte. Ma Allucio placò quegli uomini, persuadendoli con le sue dolci e blande parole; e così permisero che fosse edificato un ponte. Perciò egli fu l'istitutore e il principio del ponte sull'Arno. E veramente fu chiamato Allucio, perché il suo modo di vivere e di trattare attirò e avvinse a sé molti uomini. E la vita di lui e il suo tratto erano mirabilmente divulgate per tutta la Tuscia e per la maggior parte della Lombardia, nonché per la Marca fino a Ravenna, a Venezia e fino ad Ancona". Dopo un breve silenzio ci si alza in piedi. Preghiera a Sant’Allucio Cel. Sant’Allucio, nostro patrono, a te siamo stati affidati perché ci aiuti a essere testimoni di fede e di preghiera. A te, che ogni giorno hai amato cibarti 6
del Corpo e del Sangue di Cristo, rivolgiamo la nostra supplica Tutti: Insegnaci ad essere Chiesa accogliente umile e a servizio degli altri, dei poveri, dei deboli, degli emarginati e degli ultimi. Insegnaci a vivere la carità la misericordia e il perdono Senza chiedere nulla in cambio. Insegnaci a diventare costruttori di pace che gettano ponti che raggiungono e uniscono Affinché nelle nostre comunità e nelle nostre famiglie regni la presenza di Cristo, senza discordie e divisioni. Insegnaci a lasciare il superfluo, a rinunciare a noi stessi, per diventare immagine di comunione nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Cel. Sant’Allucio prega il Padre per noi affinché il nostro cuore si converta e la nostra vita sia nel mondo la presenza vivente di Gesù. Tutti: Amen Tutti siedono Carlo Acutis Lettore 5: Carlo Acutis nacque a Londra il 3 maggio 1991, i suoi genitori Andrea Acutis e Antonia Salzano, esponenti dell'alta borghesia milanese, si trovavano temporaneamente là per motivi di lavoro. Quando Carlo aveva tre anni, nel 1994 tornarono in Italia e si stabilirono a Milano. 7
Da piccolo visse la fede in ogni aspetto della sua vita: a soli sette anni, con la Prima comunione, ricevuta con un permesso speciale, iniziò il suo amore per l'Eucaristia, che chiamava «La mia autostrada per il Cielo». La sua devozione, rivolta in particolare, oltre che all'Eucaristia, alla Madonna, lo portava quotidianamente a partecipare alla messa e a recitare il Rosario A Milano frequenta le elementari e le medie presso le suore Marcelline e il liceo classico presso l'Istituto Leone XIII, gestito dai Gesuiti. La sua fu un'adolescenza normale, dove c'era spazio per gli affetti familiari e l'amicizia. Alla socievolezza si univa in lui un innato amore per il prossimo. Carlo dimostrava una grande inclinazione per l'informatica, ma il fulcro della sua giornata era la partecipazione quotidiana alla Celebrazione Eucaristica: ogni giorno riceveva la comunione e recitava il Rosario. Il suo punto di riferimento erano Gesù e Maria. Per far conoscere l’importanza dell’Eucaristia ideò la mostra sui miracoli eucaristici che fu sponsorizzata dall'Istituto San Clemente I Papa e Martire, che viene ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta. Nel 2006, all'inizio di ottobre, si ammalò improvvisamente di una gravissima forma di leucemia: è nato al cielo il 12 di ottobre. Domani, nel corso di una solenne celebrazione, ad Assisi, dove è sepolto, sarà dichiarato Beato. Lettore 6: Da una testimonianza su Carlo Acutis di Monsignor Dario Edoardo Viganò Carlo Acutis era un mago del computer e dell'informatica, aveva capito che la santità non consiste nell'occupare un posto in una nicchia, ma nella ricerca quotidiana di felicità, nel desiderio di donarsi senza compensi, fuggendo la tentazione di trasformare una vocazione in un ruolo, la vita cristiana in un'abitudine. 8
Non si accontentava della mediocrità, per questo aveva messo al centro della sua vita l'essenziale: Parola di Dio e Pane di vita. Eucaristia e computer, adorazione e libri di scuola, Rosario e Facebook mi spingono a immaginare questo ragazzo di 15 anni patrono del web e protettore di tutti i cybernauti. La santità era il ritornello del suo inno alla vita, il suo obiettivo, la ragione che lo faceva rimanere in modo diverso sui banchi di scuola, in pizzeria con gli amici o in piazzetta per la partita di pallone. Il suo kit per diventare santi era: la Messa ogni giorno, la Comunione, il Rosario, una porzione giornaliera di Bibbia, un po' di adorazione eucaristica, la confessione settimanale, la disponibilità a rinunciare a qualcosa per gli altri. Riempiva la sua giornata di una vorticosa attività: con i ragazzi del catechismo, con i poveri della mensa Caritas, con i bambini dell'oratorio. Tra un impegno e l'altro trovava il tempo per suonare il sassofono, giocare a pallone, progettare programmi al computer, divertirsi con i videogiochi, guardare i film polizieschi, girare filmini con un cast speciale composto dai suoi cani e gatti e anche studiare frequentando con profitto il liceo milanese Leone XIII. Come dice Papa Francesco “I santi sono persone come noi, che prima di raggiungere la gloria del cielo hanno vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e speranze... nel volto dei fratelli più piccoli hanno veduto il volto di Dio e ora lo contemplano faccia a faccia nella sua bellezza gloriosa” Dopo un breve silenzio si alterna il canto del ritornello ad alcune frasi di Carlo Acutis. Rit. Misericordia Domini in aeternum cantabo “Essere sempre unito a Gesù, ecco il mio programma di vita. Non io ma Dio” Rit. Misericordia Domini in aeternum cantabo “Tutti nascono originali, ma molti muoiono come fotocopie. La tristezza è lo sguardo rivolto verso sé stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio.” 9
Rit. Misericordia Domini in aeternum cantabo “Gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano invece della bellezza della propria anima.” Rit. Misericordia Domini in aeternum cantabo “L’Eucaristia è la mia autostrada per il Cielo!» «Più Eucaristia riceveremo e più diventeremo simili a Gesù e già su questa terra pregusteremo il Paradiso. Si va diritti in Paradiso, se ci si accosta tutti i giorni all’Eucaristia.” Rit. Misericordia Domini in aeternum cantabo “La conversione non è altro che lo spostare lo sguardo dal basso verso l’alto, basta un semplice movimento degli occhi. Il Rosario è la scala più corta per salire in Cielo”. Rit. Misericordia Domini in aeternum cantabo Ci si alza in piedi Preghiera a Carlo Acutis Tutti: O Padre, ti ringraziamo perché ci hai donato la testimonianza ardente, del giovane Servo di Dio Carlo Acutis, che domani la Chiesa proclamerà Beato, che dell’Eucaristia fece il centro della sua vita e la forza del suo quotidiano impegno perché anche gli altri Ti amassero sopra ogni cosa. Conferma la mia Fede, alimenta la mia Speranza, rinvigorisci la mia Carità, a immagine del giovane Carlo, che, crescendo in queste virtù, ora vive presso di Te. Concedimi la grazia di cui tanto ho bisogno... Ciascuno, in silenzio, prega per le proprie intenzioni. 10
Confidiamo in Te, Padre, e nel Tuo amatissimo Figlio Gesù, in Maria Vergine, nostra dolcissima Madre, e nell’intercessione del Tuo Servo Carlo Acutis. Amen. Tutti siedono Daniela Benedetti Spadoni Lettore 7: Daniela Benedetti nasce a Borgo a Buggiano il 27 ottobre 1966. A diciotto anni entra a far parte del Gruppo Pastorale Giovanile della Diocesi di Pescia dove approfondisce sempre di più la fede cristiana ricevuta fin da bambina e si dedica al servizio dei fratelli invalidi e ad altre opere di carità. Dopo l’esame di maturità sceglie di dedicarsi a tempo pieno al volontariato presso la rilegatoria “Solidarietà e Servizio” di Massa e Cozzile e ne diviene il punto di riferimento per circa tre anni. Nel frattempo si sposa e dopo qualche tempo ha la gioia di diventare mamma. Col marito Patrizio entra a far parte del gruppo diocesano di sposi “Cana” dove partecipa ai ritiri spirituali, alla meditazione del Vangelo, parla ai corsi di preparazione al sacramento del matrimonio organizzati in Diocesi, sta vicino a coppie in difficoltà, ospita in casa propria persone che ne hanno bisogno. Queste attività trovano la loro sorgente nel rapporto profondo, costante che incessantemente Daniela cerca con Gesù e Maria in modo più possibile nascosto, spesso mettendosi in ginocchio a pregare nel cuore della notte. È sempre molto attenta a non lasciarsi sfuggire ogni occasione per offrire i propri disagi e piccole sofferenze per amore di Dio e il bene delle anime. Il 29 Settembre 1993, durante la notte si sveglia con dolori lancinanti: portata d’urgenza all’ospedale le è diagnosticata una metastasi al fegato, incurabile. La malattia procede velocissima: si reca col marito a Lourdes per affidare i suoi figli alla Madonna. Tornata a casa vede le sue condizioni deteriorarsi rapidamente. Nei due mesi di vita che le rimangono, affronta con fortezza i dolori che neppure la morfina riesce a lenire e l’addome dilatato a dismisura dalla 11
malattia. Trae forza dal continuo rapporto con Dio, dall’ Eucaristia giornaliera, dalla Confessione con il suo padre spirituale, dalla recita quotidiana del Rosario insieme alle molte persone che vengono nella sua camera ogni giorno, attirate dalla serenità e dalla fede che vi si respira. Sceglie con Patrizio la prima lettura e il salmo per la celebrazione delle esequie (Cantico dei Cantici e Salmo 15 Proteggimi o Dio) e non lascia altre disposizioni per il suo funerale e la tomba. Esprime solo il desiderio, una volta defunta, di essere vestita con l’abito nuziale per poter andare incontro allo Sposo tanto amato. Nasce al Cielo il 28 Febbraio 1994. Vengono rese alcune testimonianze di persone che hanno conosciuto Daniela. Canto: Ora che sei con me Ho cercato piangendo il mio amore l’ho cercato gridando alla luna l’ho cercato per tutta la notte l’ho chiamato svegliando le stelle. Ma un bel giorno la pioggia è cessata e i fiori sono apparsi nei campi io correndo l’ho visto passare tra le spighe ancora verdi del grano. L’ho trovato tra i papaveri rossi e nel canto di tutti gli uccelli sulle ali di rondini in festa che giocava col soffio del vento. Mi ha portato i migliori profumi e il calore di un fuoco che arde ha affrontato le piene dei fiumi è passato attraverso l’inverno. Ora che sei con me non ti lascerò mai ora che sei con me non ti perderò più. 12
Ho cercato piangendo il mio amore l’ho cercato gridando alla luna l’ho cercato per tutta la notte l’ho chiamato svegliando le stelle. L’ho trovato nel canto del mare nei colori più belli del giorno nella tenera luce del sole e nel suono di mille canzoni. Ora che sei con me non ti lascerò mai ora che sei con me non ti perderò più. Il Celebrante tiene una breve Omelia. Terminata l’omelia ci si alza in piedi. PRESENTAZIONE AL VESCOVO DELLA RICHIESTA UFFICIALE PER INTRODURRE LA CAUSA DI CANONIZZAZIONE Alcuni rappresentanti del Centro Giovanile Diocesano e del Gruppo Sposi “Cana” fanno la richiesta di introdurre la fase diocesana del processo canonico per il riconoscimento delle virtù eroiche di Daniela. Un Rappresentante: Reverendissimo Padre, siamo un gruppo di fedeli che negli anni dal 1982 al 1994 hanno fatto parte del gruppo di volontariato e preghiera della diocesi di Pescia denominato “Centro Pastorale Giovanile” e del gruppo famiglie diocesano “Cana” o persone che hanno partecipato a iniziative di questi gruppi attraverso i quali hanno conosciuto e frequentato Daniela Benedetti Spadoni, condividendo molti momenti di vita comune, sia nell’impegno di volontariato, sia nelle giornate e nei ritiri di preghiera, che nelle settimane di vacanze e di campi scuola; hanno potuto conoscere, attraverso i suoi gesti, atteggiamenti, scelte di vita, la sua fede e l'amore verso Dio e i fratelli; hanno visto la sua dedizione come sposa e madre, sempre al servizio di Dio e desiderosa di piacerGli; sono stati testimoni di come ha vissuto con fede e serenità la sua malattia e la morte, gioiosa nell'offrire la propria vita per la salvezza degli altri; 13
pertanto chiedono di iniziare l’istruttoria per la beatificazione di Daniela, convinti della sua santità e dell’efficacia della sua intercessione presso il Signore. Viene consegnata la petizione al Presidente del Capitolo della Cattedrale, Rappresentante del Vescovo. Preghiera di S.E. Rev.ma Mons. Roberto Filippini Vescovo di Pescia Tutti: Tu sia benedetto Padre Santo, fonte di ogni santità, per i doni meravigliosi di cui hai colmato l a tua figlia Daniela, nostra sorella. Grazie per la sua fede semplice e profonda che ha maturato nella Chiesa. Grazie per la sua carità generosa, discreta e delicata, verso le persone disabili. Ti ringraziamo per la sua vocazione al Matrimonio a cui ha risposto con amore e tenerezza verso lo sposo e con materno affetto verso i figli, costruendo una famiglia armoniosa e sensibile ai bisogni altrui, accogliente e ospitale, caldo rifugio nel freddo del mondo. Grazie ancora per la sua pazienza, per la gentilezza del tratto e per il suo sorriso, frammento luminoso di cielo, per i suoi silenzi assorti nell’ascolto degli altri e di Te. Grazie per la sua preghiera intensa e incessante, per la comunione intima con il Tuo Figlio e per la devozione sincera e fedele a Maria. 14
Padre, ti ringraziamo soprattutto il coraggio e l’abbandono fiducioso con cui Daniela ha affrontato la malattia e la sofferenza, trasformando il dolore in dono d’amore, per la salvezza degli altri, chicco di grano che si macera e porta molto frutto. Guardiamo commossi al suo Calvario dietro a Gesù e con Gesù, lo Sposo amato, fino ad abbracciarlo sulla croce per mai più lasciarlo. Ti preghiamo o Padre: che la tua Chiesa possa riconoscere le grandi opere che hai compiuto in lei e possa presto additarla ai fedeli come modello di vita santa e sicura avvocata presso il Tuo cuore. Amen C. Il Signore, che effonde il suo Spirito sulla sua Chiesa e si manifesta a noi attraverso la testimonianza semplice e quotidiana dei “santi della porta accanto”, sia sempre con voi. T. E con il tuo Spirito. C. E vi doni la sua pace Dio Onnipotente, Padre, e Figlio e Spirito Santo. T. Amen. C. Nel nome del Signore, andate in pace. T. Rendiamo grazie a Dio. Durante il canto finale viene consegnato un ricordo della veglia. Canto finale: Le tue meraviglie Ora lascia, o Signore, che io vada in pace perché ho visto le tue meraviglie. Il tuo popolo in festa per le strade correrà a portare le tue meraviglie! 15
La tua presenza ha riempito d’amore le nostre vite, le nostre giornate in te una sola anima un solo cuore siamo noi con te la luce risplende splende più chiara che ma. Ora lascia, o Signore, che io vada in pace perché ho visto le tue meraviglie. Il tuo popolo in festa per le strade correrà a portare le tue meraviglie! La tua presenza ha inondato d’amore le nostre vite, le nostre giornate fra la tua gente resterai per sempre vivo in mezzo a noi fino ai confini del tempo così ci accompagnerai. Ora lascia, o Signore, che io vada in pace perché ho visto le tue meraviglie. Il tuo popolo in festa per le strade correrà a portare le tue meraviglie! 16
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