Dipartimento per le pari opportunità
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I.C. Ceretolo – Casalecchio di Reno (Bologna) STEM - Science Technology Engineering Mathematics Dipartimento per le pari opportunità Anno di realizzazione: 2020-2021 Classi coinvolte: 3A, 3B, 3C, 3D – 4A, 4B, 4C, 4D Esperti coinvolti: Francesca Mantovani e Giacomo Bergonzini Insegnanti referenti: Stefania Tidona, Alessandra Gherla Insegnanti partecipanti: Maria Attanasio, Silvia Neri, Maria Domenica Rossi, Enza Sarto, Roberta Venturi, Stefania Tamberi. Il progetto, finanziato dal Ministero delle Pari Opportunità, ha coinvolto 8 classi dei plessi Viganò e Tovoli per 9 incontri di due ore ciascuno. Hanno partecipato ai laboratori circa 180 alunni e alunne.
1. Il metodo scientifico sperimentale. Esperienze di galleggiamento. Nella prima giornata della scienza abbiamo affrontato con gli alunni e le alunne la figura storica di Galileo Galilei e abbiamo studiato le fasi del metodo scientifico sperimentale, che sono state poi approfondite nel laboratorio con gli esperti. Durante le attività laboratoriali abbiamo applicato le fasi del metodo scientifico sperimentale all’indagine sul galleggiamento di oggetti nell’acqua. La domanda di partenza è stata: cosa influenza il galleggiamento di un corpo? Fasi del metodo Cosa abbiamo fatto in classe? scientifico 1. Osservazione 1. Alcuni galleggiano e altri no 2. Formulare domande 2. Perché? 3. Formulare ipotesi 3.1 Alcuni/e compagni/e fanno ipotesi* sull’essere pesante o leggero, pieno/vuoto, avere/non avere dei buchi (TIPO DI MATERIALE). 3.2 Alcuni/e compagni/e fanno ipotesi* sull'essere piatto o tondo dei materiali (FORMA DEL MATERIALE). 4. Fare esperimenti e 4.1. Facciamo esprimenti che riguardino solo il TIPO DI MATERIALE raccogliere i dati e non la loro forma 4.2 Facciamo esprimenti che riguardino solo la FORMA DEL MATERIALE e non il tipo di materiale. 5. Formulo una 5.1 Il tipo di materiale influenza il galleggiamento. conclusione/legge 5.1.1. Il confronto tra il materiale che immergiamo (acqua, sabbia, polistirolo) con il materiale in cui è immerso (acqua) influenza il galleggiamento. 5.2 La forma di un oggetto influenza il galleggiamento. 3. *IPOTESI DI ALCUNI/E COMPAGNI/E - Dipende dal peso: galleggia perché è più leggero dell’acqua. - Alcuni oggetti hanno dell’aria dentro, sono più leggeri. - Alcuni materiali si impregnano d’acqua e altri no. - Se l’oggetto è troppo pesante l’acqua non lo riesce a far galleggiare con la sua spinta. - Se l’oggetto è pieno va a fondo, se è vuoto galleggia. - Un oggetto grande, ma piatto, galleggia. - Se l’oggetto ha dei buchi si riempie d’acqua e affonda - Se l’oggetto è grande sposta tanta acqua quindi apre un buco nell’acqua e affonda.
4.1 Indaghiamo il tipo di materiale Dopo aver ipotizzato il galleggiamento o l’affondamento di alcuni oggetti del nostro astuccio: matita, gomma, colla, temperino, verifichiamo sperimentalmente il loro comportamento. colla matita gomma temperino Poi vengono riempiti alcuni palloncini con materiali diversi (sabbia, polistirolo, acqua) per verificare il galleggiamento dei materiali indipendentemente dalla loro forma, che è uguale per tutti i palloncini. Ipotesi Verifica Sabbia Non galleggia 17 Non galleggia bambini/e Galleggia 6 bambini/e Polistirolo Galleggia 20 Galleggia bambini/e Non galleggia 4 bambini/e Acqua Galleggia 14 Rimane circa a metà. Non va a fondo come la sabbia, non bambini/e galleggia come il polistirolo. Non galleggia 9 bambini/e L’esperimento verifica che il materiale che contiene aria (polistirolo) galleggia. Conclusione: il tipo di materiale influenza il galleggiamento. 4.1.1 Indaghiamo il rapporto con il liquido in cui il materiale è immerso Perché l’acqua rimane circa a metà? Perché nel palloncino c’è lo stesso materiale (acqua) in cui è immerso (acqua)
Conclusione: il confronto tra il materiale che immergiamo (acqua, sabbia, polistirolo) e il materiale in cui è immerso (acqua) influenza il galleggiamento. 4.2 Indaghiamo la forma del materiale Facciamo due palline di pongo: una ha la forma di pallina, una ha la forma di una barchetta Ipotesi Verifica Pallina di pongo Non galleggia 18 bambini/e Non galleggia Galleggia 5 bambini/e Barchetta di pongo Galleggia 19 bambini/e Galleggia Non galleggia 4 bambini/e Conclusione: anche la forma di un oggetto influenza il galleggiamento 2. Proprietà fisiche e chimiche della materia. Nella seconda giornata della scienza abbiamo affrontato con gli alunni e le alunne il tema della materia nella sua composizione chimica (atomi e molecole) e nelle sue proprietà fisiche (peso, volume). Durante le attività laboratoriali abbiamo approfondito questi argomenti grazie alla realizzazione di esperimenti e di modellini esplicativi. Nella prima attività laboratoriale abbiamo realizzato con pongo e stuzzicadenti dei modellini tridimensionali delle molecole di: - Acqua - Ossigeno - Anidride carbonica - Metano - Cloruro di sodio (sale da cucina) ACQUA ANIDRIDE CARDONICA METANO CLORURO DI SODIO OSSIGENO
Abbiamo ricavato la struttura delle molecola partendo dalla formula chimica, prevedendo quanti legami avesse ogni atomo, come fosse la posizione degli atomi rispetto agli altri, quanto forti o deboli fossero i legami tra di loro. • Le proprietà fisiche della materia sono proprie di un particolare tipo di materia. Tra le proprietà fisiche della materia abbiamo indagato quella del volume. Esperimento: immergiamo una pallina di pongo nell’acqua, dopo aver segnato con un pennarello il livello iniziale. Dopo l’immersione della pallina, osserviamo che il livello dell’acqua si è alzato. Le molecole di acqua hanno dei legami, ma deboli, quindi le molecole dell’acqua si spostano per lasciare spazio alla pallina, che occupa lo spazio precedentemente occupato dall’acqua. Anche l’aria ha un volume? Occupa uno spazio? Esperimento: immergiamo in un contenitore pieno d’acqua un bicchiere capovolto, dove sul fondo è stato appoggiato un pezzo di carta asciutta. Cosa mi aspetto che succeda? La carta si bagna? Rimane asciutta? La carta rimane asciutta perché tra essa e l’acqua c’è uno strato d’aria che ha permesso alla carta di non entrare in contatto con la carta quindi anche l’aria occupa uno spazio, • Le proprietà chimiche della materia sono quelle che osserviamo quando metto in relazione una materia con un altro tipo di materia. Esperimento: immergiamo una monetina di rame nell’aceto e dopo 24 ore osserviamo che perde il colore scuro e torna ad essere brillante perché l’aceto reagisce con il rame togliendo la patina scura che si forma sulle monete. Esperimento: immergiamo del sale fino nell’acqua. Dopo qualche minuto osserviamo che il sale si è sciolto, infatti nell’acqua i legami del cloruro di sodio si rompono e quindi gli atomi del cloruro di sodio si muovono liberi tra le molecole di acqua. Esperimento: in una bottiglia mettiamo l’aceto e riempiamo un palloncino con del bicarbonato. Infiliamo l’apertura del palloncino nel collo della bottiglia e rovesciamo il bicarbonato nell’aceto. Aceto e bicarbonato reagiscono facendo una schiuma bianca e liberando anidride carbonica che va a gonfiare il palloncino. In una reazione chimica i reagenti sono gli elementi di partenza (nel caso dell’ultimo esperimento, aria, bicarbonato, aceto sono i reagenti) mentre i prodotti sono gli elementi che si producono dopo la reazione (nel nostro caso acetato di sodio, acqua e anidride carbonica che ha gonfiato il palloncino sono i prodotti). I gas occupano tutto lo spazio disponibile quindi
l’anidride carbonica prodotta in più è andata a gonfiare il palloncino che essendo elastico si è espanso. 3. L’acqua: proprietà chimiche e fisiche dell’acqua. Nel terzo laboratorio abbiamo ripreso l’argomento dell’acqua: abbiamo ricordato che la molecola dell’acqua è formata da due atomi d’idrogeno e uno di ossigeno e abbiamo visto praticamente con palline di pongo che lo stato dell’acqua dipende da come le molecole d’acqua si dispongono tra di loro. Prima i/le bimbi/e hanno costruito 12 molecole d’acqua con pongo colorato, poi abbiamo analizzato le diverse disposizioni delle molecole. Costruzione delle Stato gassoso: le Stato liquido: abbassando Stato solido: abbassando molecole molecole d’acqua sono la temperatura il vapore ancora la temperatura il lontane e libere di si condensa e diventa una liquido si solidifica e muoversi in tutto lo gocciolina d’acqua. Le diventa ghiaccio. Le spazio. molecole si avvicinano, si molecole si legano tra di VAPORE ACQUEO toccano, ma non hanno loro, in una particolare una forma precisa. disposizione ad anello. ACQUA GHIACCIO
Grazie alle domande di alcuni bimbi/e è stato possibile approfondire alcuni argomenti legati al ghiaccio: Cosa c’è dentro l’anello nella disposizione delle molecole del ghiaccio? Il ghiaccio al suo interno ha sempre un po’ di aria, per questo motivo galleggia sull’acqua. Ad esempio, il cubetto di ghiaccio galleggia nella bibita. Perchè il lago si ghiaccia in superficie e non tutto? La presenza dell’aria nel ghiaccio superficiale protegge l’acqua che c’è sotto dal raffreddarsi ancora di più e non la fa ghiacciare. La stessa cosa succede negli igloo: i muri di ghiaccio sono freddi, ma fanno da isolanti all’interno dell’igloo e impediscono che si raffreddi ancora di più. Se raffreddiamo il vapore acqueo si condensa e torna ad essere acqua allo stato liquido. Se mettiamo un pentolino pieno d’acqua sul fuoco vediamo che dopo un po' l’acqua scaldata evapora e fa un po' di fumo (vapore acqueo), se però incontra il freddo del coperchio condensa e si formano sul coperchio delle goccioline d’acqua. Quando un solido diventa un gas senza passare dallo stato liquido, sublima (processo di sublimazione). Quando un gas diventa un solido senza passare dallo stato liquido, brina (processo di brinamento). Abbiamo approfondito l’argomento della brina, che non era conosciuto da tutti/e, attraverso foto specifiche.
Il fenomeno della traspirazione negli esseri viventi. L’acqua nel suo ciclo (passaggi di stato) passa anche attraverso gli esseri viventi. Tutti gli esseri viventi trattengono un po’ di acqua, ma poi la rimandano fuori, attraverso la traspirazione. Una piantina è stata annaffiata, messa dentro un sacchetto di plastica e poi fuori dalla finestra. Con l’abbassamento della temperatura il vapore emesso dalla piantina, attraverso la traspirazione, si condensa sul sacchetto, che dopo un po’ si appanna. Sono goccioline d’acqua emesse dalla pianta. 4. L’acqua: proprietà dell’acqua: la capillarità e la tensione superficiale Nel quarto laboratorio abbiamo approfondito ulteriormente l’argomento dell’acqua e in particolare della capillarità, introducendo l’attività con una domanda: l’acqua sale verso l’alto? Quando? Alcune bimbe e bimbi si sono sbizzarriti con risposte che prendevano in esame ad esempio le onde del mare oppure l’acqua della pentola che bolle, quindi sono stati condotti a ragionare più su ciò che succede alle piante: come fa l’acqua delle piante ad andare dal terreno dove è contenuta fino alla foglia più in alto della chioma? Nelle piante non c’è una pompa che fa salire l’acqua, quindi come sale? Come fa l’albero ad assorbire l’acqua? Esperimento: cinque barattolini pieni d’acqua sono stati collegati da fogli di carta assorbente arrotolati su se stessi. tre barattoli sono pieni di acqua colorata (rossa, blu e gialla) e sono alternati a barattolini vuoti. I bicchieri sono disposti uno di fianco all’altro in riga e i quattro fogli di carta assorbente sono arrotolati per poi essere disposti a formare un ponte tra due bicchieri vicini, immergendo le due estremità nell’acqua dell’uno e dell’altro. Dopo un paio d’ore si osserva che l’acqua colorata risale la carta assorbente riempiendo i bicchieri vuoti e mescolando i colori: i due bicchieri vuoti saranno riempiti per capillarità di acqua viola, dall’unione di rosso e blu, e di acqua verde, dal giallo e blu.
A inizio laboratorio… Dopo 2 ore… L’acqua va in un senso ma torna anche indietro? L’acqua si muove in una direzione finché entrambi i vasetti non arriveranno allo stesso livello acqua, a quel punto l’acqua smetterà di muoversi. Per il principio della capillarità, l’acqua tende a riempire tutti gli spazi che trova, non solo verso il basso, ma in tutte le direzioni, quindi anche verso l’alto. I canali nel tronco degli alberi funzionano come i “ponti” di carta assorbente, sono degli spazi vuoti e lunghi che l’acqua riesce ad occupare, anche salendo verso l’alto. Osserviamo questo fenomeno anche con un’altra attività: ogni bambino/a riceve un fiore in cui colorare i petali, al centro disegna un’ape, poi deve piegare ogni petalo verso il centro in modo tale da nascondere l’ape. Infine deve appoggiare il fiore sulla superficie dell’acqua. Dopo qualche minuto i petali del fiore si aprono completamente, lasciando vedere l’ape al centro. Come ha fatto l’acqua ad aprire i petali del fiore? Alcune risposte dei/lle bimbi/e • L’acqua ha riempito i buchini del foglio e li ha resi più pesanti. • L’acqua è salita fino alla punta del petalo e lo ha reso più pesante. • Ma non può averlo appesantito, altrimenti i petali non si sarebbero alzati. Concludiamo che l’acqua ha riempito ogni spazio all’interno del foglio e l’ha riportato nella sua posizione originale, cioè nella posizione stesa.
Per introdurre l’argomento della tensione superficiale siamo partiti dalle immagini dell’insetto gerride appoggiato sull’acqua. Non sta galleggiando perchè nessuna parte del suo corpo è immersa nell’acqua. Questo insetto, ma anche una piuma o una foglia sono talmente leggeri che non galleggiano nemmeno, rimangono appoggiati sulla superficie dell’acqua. Perché? L’acqua è fatta da tante molecole che un po’ si avvicinano e si allontanano, ma sulla superficie le molecole si tengono strette più saldamente, a creare una sorta di pellicola, che riesce a non far affondare gli oggetti molto leggeri. Osserviamo questo fenomeno anche con un altro esperimento: mettiamo nell’acqua dell’origano che, essendo leggero si comporta come l’insetto gerride e rimane sospeso in superficie. Osserviamo che alcune sostanze invece riescono a rompere la tensione superficiale. Mettiamo, ad esempio, una goccia di sapone nell’acqua in mezzo all’origano. Cosa succede all’origano? Alcune ipotesi: • l’origano affonda • l’origano di sposta verso le pareti della vaschetta • Il sapone fa allontanare l’origano La goccia di sapone in effetti fa allontanare l’origano che si sposta verso le pareti della vaschetta, perchè il sapone ha la capacità di spezzare la tensione superficiale. Il sapone si è sciolto, spezzando la tensione superficiale in quel punto e l’origano si è mosso perchè è rimasto legato alla tensione superficiale rimasta, cioè quella lontana dalla goccia, è stato “tirato” verso il bordo.
Anche alcune goccioline d’acqua su una monetina di rame ci permette di osservare la tensione superficiale. Perchè la goccia d’acqua rimane sulla monetina e non straborda? Si è formata la tensione superficiale sulla goccia. In conclusione, un’ultima attività mostra ai bimbi e alle bimbe che anche la temperatura fa muovere l’acqua, sia dall’alto verso il basso, che viceversa. Due vasetti di vetro sono riempiti fino all’orlo: uno è pieno di acqua fredda colorata di blu e uno è pieno di acqua calda colorata di rosso. Quando vengono sovrapposti, l’acqua calda e rossa tende a salire mentre quella blu e fredda tende a scendere. Alla fine dei movimenti, la temperatura nel barattoli è tiepida in entrambi Questo fenomeno avviene perché, se aumenta la temperatura, le molecole “hanno caldo” e tendono ad allontanarsi. L’acqua calda è un po’ più leggera e tende a salire, mentre l’acqua fredda è un po’ più pesante e tende a scendere. Se nel mare l’acqua in superficie si è raffreddata tende a scendere e quella più calda a salire: in questo modo si formano dei “venti dentro al mare”, cioè le correnti marine. Lo stesso fenomeno succede infatti anche con l’aria, quando si formano i venti. 5. Aria: volume, peso e pressione atmosferica (classi quarte). Nella quinta giornata della scienza abbiamo affrontato con gli alunni e le alunne il tema dell’aria. Dopo aver introdotto i diversi stati della materia, ci siamo soffermati sullo stato gassoso e sulle sue caratteristiche. Abbiamo approfondito la composizione dell’aria, il ruolo dell’ossigeno per gli esseri viventi e sulle caratteristiche fisiche, soprattutto volume e peso, per concludere con alcuni esperimenti sulla pressione atmosferica. Gli esperimenti hanno riguardato soprattutto questi ultimi tre argomenti.
L’aria vuole il suo spazio. Esperimento: Nella situazione a. l’acqua riesce a scendere perché l’aria esce dallo spazio che c’è tra l’imbuto e il collo della bottiglia. Quando questo spazio viene otturato dal pongo, l’acqua non riesce a scendere (situazione b.), perché lo spazio all’interno della bottiglia è già occupato ARIA dall’aria. L’aria ha un peso Esperimento: • Gonfiamo due palloncini in modo uguale, con la stessa quantità d’aria e li attacchiamo ad una gruccia che funziona da bilancia. I due palloncini fanno rimanere la bilancia in equilibrio, quindi hanno lo stesso peso. • Un palloncino viene fatto scoppiare. La bilancia non è più in equilibrio e si sposta dalla parte del palloncino gonfio, perché il palloncino gonfio pesa di più di quello sgonfio. L’aria ha un peso. L’aria ci regala i suoni: quando il palloncino scoppia fa un suono. • Noi sentiamo le parole perché le corde vocali fanno vibrare le molecole dell’aria presenti nella gola, questa vibrazione viene trasmessa alle molecole dell’aria esterna facendo propagare il suono. • Sulla Luna, dove non c’è aria, lo scoppio del palloncino non lo sentiamo. Possiamo avvicinare le molecole dell’aria? L’aria è comprimibile? Esperimento: Ogni bambina/o riceve una siringa per verificare sperimentalmente questa ipotesi. Alcune risposte delle/dei bimbe/i: • sì, ma rimangono staccate. • no, perchè anche loro occupano uno spazio. • sì può fare, ma fino ad un certo punto.
Apriamo lo stantuffo e con il dito chiudiamo il buchino della siringa e intrappoliamo l’aria nella siringa. Se proviamo a spingere lo stantuffo, questo avanza di un po’, ma non riesco a spingerlo del tutto. Appena lascio lo stantuffo torna aperto. Posso comprimere l’aria, avvicinare le sue molecole, ma fino a un certo punto. Spingiamo lo stantuffo fino in fondo, chiudiamo il buchino con i dito e proviamo a riaprirlo. Anche in questo caso lo stantuffo si apre, ma solo un po’. L’aria vuole il suo spazio quindi possiamo avvicinare o allontanare le sue molecole, ma solo fino a un certo punto. La pressione atmosferica Esperimento: usando solo una cannuccia, dobbiamo travasare l’acqua da un bicchiere pieno a un altro vuoto. Dopo aver fatto diverse prove, qualcuno capisce che dopo aver immerso la cannuccia, bisogna tappare la sua parte superiore, spostarla nell’altro bicchiere e stappare. La pressione atmosferica preme in tutte le direzioni. Tappando con il dito l'estremità superiore, l'acqua non esce perché il suo peso è inferiore alla pressione atmosferica che preme dal basso. Se invece tolgo il dito la pressione preme sull'acqua nella cannuccia anche dall'alto e così l'acqua, a causa del suo peso, fuoriesce. Esperimento: riempiamo un bicchiere pieno d’acqua fino all’orlo e lo chiudiamo con una cartolina. Per rifare l’esperimento a casa è necessario che il bordo del bicchiere sia liscio, pari, senza onde, che il bicchiere sia colmo e che la cartolina sia plastificata. Quando giro il bicchiere, l’acqua non cade. Perché? La pressione atmosferica spinge la cartolina contro il bordo del bicchiere, contrastando la forza esercitata dal peso dall'acqua.
6. L’aria e i venti (classi quarte). Nel sesto laboratorio di scienze abbiamo continuato ad occuparci delle caratteristiche dell’aria e soprattutto di quelle che sono alla base del fenomeno dei venti. Nel primo esperimento abbiamo preso due contenitori, uno contiene acqua molto calda e l’altro acqua molto fredda. Nella prima fase una bottiglia di vetro chiusa da un palloncino viene messa nell’acqua calda. Viene chiesto ai/alle bimbi/e cosa si aspettano che succeda e alcuni/e rispondono che l’acqua calda farà gonfiare il palloncino. Infatti dopo circa 10 minuti il palloncino si gonfia d’aria. Tramite una serie di “perché?”, la classe arriva a capire che l’acqua calda gonfia il palloncino perchè l’aria calda sale perché è più leggera ed è più leggera perchè le molecole d’aria scaldate si allontanano e occupano più spazio. L’aria contenuta nella bottiglia, infatti, ha iniziato a dilatarsi: le molecole col caldo cominciano ad agitarsi e ad allontanarsi, occupando quindi uno spazio maggiore e gonfiando il palloncino. Nella seconda fase, la bottiglia di vetro chiusa dal palloncino gonfio viene messa nell’acqua ghiacciata. Il palloncino si sgonfia subito. Le molecole col freddo si sono riavvicinate, occupano meno spazio e non hanno più bisogno di occupare quello del palloncino. Il fenomeno dell’aria calda che sale e di quella più fredda che scende per occupare il posto lasciato libero dall’aria calda è alla base dello spostamento di grandi masse d’aria che generano i venti. La terra e il mare, ad esempio, si riscaldano e si raffreddano in modo diverso: la terra si riscalda e si raffredda molto più velocemente del mare. Di giorno l’aria vicino alla terra si riscalda molto velocemente e sale, venendo occupata da aria più fredda che viene dal mare (brezza di mare). Di notte invece l’aria sul mare è più calda rispetto a quella sulla terra quindi sale più velocemente e il suo posto viene occupato dall'aria che viene dalla terra (brezza di terra).
Nel secondo esperimento un contenitore viene riempito con un po’ d’acqua, colorata di verde e viene messa una candela accesa immersa nell’acqua. Inizialmente osserviamo il fenomeno della combustione: qualcosa che brucia (lo stoppino è il combustibile, e l’ossigeno dell’aria è il comburente). Cosa succede se copriamo la candela con un vasetto di vetro? Alcuni/e bimbi/e ipotizzano che il vasetto si appannerà, altri/e che la candela si spegnerà. La combustione ha consumato tutto l’ossigeno all'interno del vasetto e l’acqua ha occupato lo spazio precedentemente occupato dall’ossigeno ed è risalita all’interno del vasetto. Costruzione della girandola. Per sperimentare la capacità dell’aria di muovere gli oggetti i/le bimbi/e hanno costruito una girandola. L’esperimento del razzo Un palloncino gonfiato, ma non chiuso, viene fissato ad una cannuccia infilata dentro a una corda tesa. Quando il palloncino viene lasciato, si sgonfia velocemente e, come un razzo, raggiunge l’altra estremità della corda. Il palloncino è fatto di un materiale elastico e contrae l'aria all'interno del palloncino stesso. Quando si tiene l’imboccatura del palloncino chiusa, l' aria non ha un altro posto dove andare, quindi resta dentro al palloncino e ne mantiene la forma. Quando apriamo l’imboccatura del palloncino l'aria ha un posto dove andare, può uscire. L'aria esce dall’imboccatura del palloncino. Dal momento che l'aria ora si sta spostando (azione), anche il palloncino-razzo si muove, ma dalla parte opposta (reazione).
5. e 6. Il fiore e l’impollinazione (classi terze) Il laboratorio è partito con alcune domande ai bambini e alle bambine su • CHE COS’E’ UN FIORE? • A COSA SERVE UN FIORE? • COME E’ FATTO UN FIORE? • COME AVVIENE L’IMPOLLINAZIONE? La discussione di gruppo ha portato alla conclusione che il fiore non è una pianta, ma una parte della pianta, i fiori degli alberi non hanno nomi particolari, sono i fiori del ciliegio, della mela, del limone. La margherita, ad esempio, è un fiore, ma è anche un pezzettino della pianta verde (il ciuffetto che di solito vediamo) Il CICLO DELLA PIANTA prevede che dal seme nasca una pianta, poi nasce il fiore, poi il frutto, infine nel frutto ci sono i semi che permettono di riprodurre la pianta. Quindi il fiore serve a rigenerare una pianta. Per rendere più chiaro il concetto è stato presentato un modello del fiore e sono state osservate le sue parti tra cui ANTERE, STAMI e POLLINE e la parte centrale, l’OVARIO, contiene le cellule uovo dai quali nasceranno altri semi. Per comprendere l’impollinazione gli alunni e le alunne hanno potuto cimentarsi in due simulazioni: la dispersione grazie al vento (anemogama) e grazie agli insetti (entomogama).
Nel primo caso (anemogama) su due scovolini sono stati inseriti dei quadratini di velcro, cosparsi di farina di mais. Tenendo uno scovolino sopra l’altro e muovendolo con la mano, i bambini e le bambine hanno sperimentato la dispersione del polline da una pianta all’altra, che in natura avviene grazie all’azione del vento. Nella disperazione entomogama il polline è sparso nell’aria oppure grazie agli insetti che con le zampine toccano le antere, si sporcano di polline, volano in un’altra pianta e rilasciano il polline. Esso raggiunge le cellule uovo che si trasformano così in semi. L’ovario cresce si gonfia e diventa frutto. Dopo il fiore appassisce perché ha finito di essere utile alla pianta! Dopo l’osservazione e le simulazioni ogni bimbo/a ha costruito il proprio fiore con i seguenti materiali: una bottiglietta da 500 cl, una bottiglietta da 250 cl. Due fotocopie con i petali, una fotocopia con i sepali, due scovolini sottili a bambino.
7. e 8. Gli invertebrati: l’insetto stecco Per studiare gli argomenti relativi agli animali e in particolare agli invertebrati, la classe ha potuto osservare dal vero alcuni insetti stecco, ospitati in una teca. Ogni bambino/a ha potuto osservare gli animali da vicino, prenderli in mano e in alcune occasioni osservarne la muta. Usando degli scovolini marroni e degli occhietti mobili i bimbi hanno realizzato dei modellini di insetto stecco da portare a casa. Attraverso un power point realizzato dagli esperti, gli alunni e le alunne hanno approfondito le caratteristiche dell’insetto stecco e le sue strategie di difesa, tra cui il mimetismo.
9. Gli invertebrati: la società delle api L’ultimo incontro di approfondimento si è svolto nel giardino della scuola che ha ospitato un’arnia didattica. Le alunne e gli alunni hanno potuto osservare da vicino l’interno di un alveare: la struttura delle cellette all’interno del favo, la differenza tra le celle deputate alla custodia delle larve e al deposito del miele e la presenza del mielario, usato dagli apicoltori per estrarre il miele. Hanno potuto individuare l’ape regina, più grande e identificata dagli apicoltori con un pallino sul dorso e seguire in diretta la nascita di una piccola ape, che usciva dalla celletta. Hanno poi potuto toccare e annusare i favi e assaggiare il miele, estraendolo direttamente dal favo. Come ultima attività hanno realizzato una piccola candelina usando un foglio di cera d’api. Le diverse esperienze sono state arricchite dall’esperta, un’apicoltrice che ha spiegato ai bambine e alle bambine le caratteristiche principali della società delle api e la loro fondamentale importanza per l’ecosistema. La nascita di una piccola ape
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