RREELLAAZZIIOONNEE GGEEOOLLOOGGIICCAA - TERRITORIO COMUNALE DI VILLA DI BRIANO
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Comune di Villa di Briano
Smistamento: AREA_TECNICA_VIGILANZA Regione Campania
Prt.G.0005319/2021 - U - 24/05/2021 13:52:56 Data: 24/05/2021 14:47:11, PG/2021/0279988
PDF conforme al D.P.C.M. del 22 febbraio 2013
TERRITORIO COMUNALE DI VILLA DI BRIANO
Provincia di Caserta
U.O.D. GENIO CIVILE DI CASERTA
Parere ex art.89 D.P.R. 380/01 e art.15 L.R. 9/83
Rilasciato con D.D. n. 56 del 12/07/2021
Elaborato n. 23 di 40
Il Responsabile del Procedimento
F.to digitalmente Geol. Vincenzo Siviero
RELAZIONE GEOLOGICA
PROGETTO
STUDIO GEOLOGICO RELATIVO AL P.U.C.
DATA: MARZO 2019
COMMITTENTE: AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VILLA DI BRIANO
Studio Tecnico Professionale di Geologia
Dott. Geologo Dario Letizia Il GEOLOGO
Corso Umberto I°, n° 236 - C.a.p. 81033 Dott. Dario Letizia
Casal di Principe (CE) - Cell. 338 6156086
P.e.c.: letizia.dario@epap.sicurezzapostale.it
E-mail:letiziadario@libero.it
____________________
Firmato digitalmente da: silvio luigi cecoro Firmato digitalmente da
Motivo: Parere ex art 89 DPR 380/01 e art
15 LR 9/83
Luogo: Villa di Briano Dario Letizia
Data: 20/05/2021 17:30:07
CN = Letizia Dario
T = GEOLOGO
C = IT
Regione Campania
Data: 24/05/2021 14:47:11, PG/2021/0279988
Indice
1. Premessa pag. 03
2. Inquadramento geologico del territorio comunale pag. 06
3. Fase programmatica pag. 13
4. Sismica pag. 14
5. Conclusioni pag. 17
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Corso Umberto I° n. 236 – 81033 Casal di Principe (CE)
Cell. 338 6156086 E-mail:letiziadario@libero.it
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___ 1. Premessa ___
A seguito dell’incarico conferitomi dall’Amministrazione Comunale di Villa di Briano, Via
L. Santagata – CAP 81030, VILLA DI BRIANO (CE), Codice Fiscale 81002090611, Partita
IVA 01836330611, il sottoscritto Dott. Geol. Dario Letizia, iscritto all’Albo dell’Ordine dei
Geologi della Regione Campania al n°2201, ha redatto la presente Relazione Geologica di
Inquadramento Generale costituita complessivamente da 18 pagine (incluso figure ed
allegati). Essa definisce il programma delle azioni da svolgere, per inquadrare al meglio le
caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e sismiche per il progetto
di:“STUDIO GEOLOGICO RELATIVO AL PIANO URBANISTICO COMUNALE
(P.U.C.)”. In questa fase preliminare si creano i presupposti per generare successivamente
tutto il necessario, al fine di ottemperare quanto richiesto dalle leggi vigenti in materia
urbanistica ed assetto del territorio.
Inquadramento Geografico:
o Coordinate geografiche COMUNE VILLA DI BRIANO (WGS84):
Lat. 41.0010; Long. 14.1630;
o Carta Schema Geologico dell’Appennino Meridionale (figura 1);
o Carta Geologica della Campania 1:250.000 (figura 2);
La prima fase di lavoro affrontata, è stata quella di provvedere all’individuazione e raccolta
dei dati geologici disponibili oggi. Si è pertanto provveduto alla visione di tutte le notizie
inerenti al precedente Studio Geologico Generale allegato al P.R.G. del Comune di Villa di
Briano, redatto nel 2003 ed integrato nel 2006;
Inoltre si sono effettuate le seguenti indagini:
ricerca bibliografica di dettaglio e raccolta di dati da Internet;
diversi rilevamenti geologici, atti ad individuare la vastità del territorio da indagare.
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Figura 1 - Schema Geologico dell'Appennino Meridionale (2018).
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Figura 2 - Stralcio Carta Geologica della Campania 1:250.000 (2018).
ROCCE VULCANICHE
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___ 2. Inquadramento geologico del territorio comunale ___
GEOLOGIA
Il territorio comunale di Villa di Briano ricade nell'area centro-occidentale della Piana
Campana, a Sud del Fiume Volturno, da cui dista mediamente dai 3 ai 5 Km. A Nord confina
con il territorio comunale di S. Tammaro, ad Ovest con quello di Casal di Principe, a Sud-
Ovest con quelli di San Cipriano d'Aversa e Casapesenna, a Sud con il territorio di San
Marcellino ed infine ad Est con Frignano.
Figura 3 – Schema Geologico della Piana Campana “Assetti stratigrafici - strutturali”;
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La Piana Campana rappresenta un grande graben, delimitato a Nord dal Roccamonfina e dal Monte Massico, a Nord-Est dai massicci carbonatici dei Monti Tifatini, a Sud-
Ovest dai complessi vulcanici dei Campi Flegrei e del Somma-Vesuvio e ad Ovest dal mare Tirreno. Tale graben, probabilmente individuatosi durante il pliocene superiore, è
andato soggetto durante il Quaternario ad un pronunciato sprofondamento attraverso una serie di dislocazioni tettoniche (faglie), a seguito degli intensi fenomeni tettonici
distensivi successivi alla surrezione della catena Appenninica. La struttura generale è ben riconoscibile ai bordi della pianura, ove si osservano faglie orientate NE-SW e NW-
SE, che determinano il graduale sprofondamento delle rocce carbonatiche, appartenenti a due distinte unità tettoniche sovrapposte affioranti tutt’intorno al graben, ricoperto
da notevoli spessori di depositi alluvionali e vulcanici quaternari (3000 m accertati nella parte centrale). Lungo queste dislocazioni tettoniche si sono impostati i fenomeni
vulcanici dell’area Flegrea, del Roccamonfina e del Somma-Vesuvio; sono questi i responsabili della formazione delle potenti coltri piroclastiche che hanno riempito la
depressione strutturale.
Figura 4 - Carta Geologica schematica “Piana Campana” - redatta I.N.G.V. Osservatorio Vesuviano.
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La geologia della zona di intervento è tipica della Pianura Campana, trattandosi di terreni
Olocenici e Pleistocenici caratterizzati da depositi piroclastici indifferenziati, provenienti dai
vari centri eruttivi dei Campi Flegrei. Dall’esame dei principali prodotti affioranti, le
vulcaniti flegree sono state divise in tre periodi di attività: I Periodo flegreo, II Periodo
flegreo e III Periodo flegreo (il più recente). Le formazioni più importanti che possono
riscontrarsi nelle zone circostanti ai Campi Flegrei ed al Napoletano sono rappresentate dalla
“Ignimbrite Campana”, dal tufo giallo napoletano (II Periodo) e dalle piroclastiti dello stesso
periodo. Le Ignimbriti rappresentano formazioni vulcaniche molto diffuse, sono infatti degli
estesi depositi derivanti da emissioni provenienti da fratture rettilinee di origine tettoniche
sotto forma di “Nube ignimbritica”. Infatti il materiale espulso era avvolto in una spessa
guaina di gas che gli conferiva una mobilità elevata. Logicamente era solo la porzione
cineritica più fine che riusciva a raggiungere le zone più distali dai centri di emissione. Nella
fase di deposizione, nelle parti basse della formazione si ha pertanto una saldatura delle
schegge vetrose ancora plastiche che, per il peso, si modellano sui litici e cristalli, dando una
struttura pseudofluidale. Nella zona periferica del banco e verso l’alto invece, si ha un
graduale passaggio a prodotti cineritici fini ed incoerenti. Poiché nella giacitura, l’Ignimbrite
campana è sottoposta ai prodotti del II Periodo flegreo, essa viene attribuita al I Periodo.
Comincia ad emergere nella parte Nord dei Campi Flegrei e diventa sempre più visibile nelle
zone più distanti dove appunto termina con i sovrastanti prodotti del II e III Periodo Flegreo.
L’Ignimbrite campana è caratterizzata da pomici nere in matrice cineritica-grigiastra e a
seconda della consistenza e della tessitura si può distinguere in: Cinerazzo con una tessitura
caotica e incoerente, che si rinviene nelle parti alte della formazione e forma una fascia sottile
nella parte bassa; Tufo con una tessitura ancora caotica anche se mostra gradi di litificazione
più avanzati; Tufo pipernoide e piperno che presentano un grado di litificazione notevole e le
pomici inglobate mostrano una tendenza all’eutassicità. Al II Periodo flegreo è da attribuire
invece il tufo giallo napoletano. E’ questa la formazione che per la sua grande estensione
areale risulta essere la più importante. Essa forma l’ossatura di diversi rilievi esistenti nella
zona napoletana con uno spessore che a volte può superare i 100 metri ma che comunque è
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molto variabile, essendosi depositato su superfici erose di formazione del I Periodo. Presenta
una tessitura a laminazioni incrociate indicante una rielaborazione dei prodotti esplosivi nella
giacitura attuale. Il tufo giallo napoletano passa verso l’alto della formazione a materiale
incoerente (comunemente conosciuto col nome di pozzolana) superando un termine
litologicamente intermedio detto “mappamonte”. La presenza pozzolanica diventa comunque
predominante nelle zone sempre più distanti dai Campi Flegrei, finché con l’allontanamento
si passa ad una facies marginale formata essenzialmente da straterelli di pomici e di ceneri.
GEOMORFOLOGIA
Villa di Briano, dal punto di vista morfologico, si presenta uniformemente pianeggiante. Le
acque si convogliano, per naturale pendenza, da Sud-Est a Nord-Ovest tramite canali più o
meno grandi (detti cavoni) venutisi a formare nel tempo in modo naturale e alcuni di essi
segnano i confini territoriali. Il territorio comprende diversi pozzi perenni, che servono
all’uomo per le pratiche agrarie; in essi la falda si rinviene a profondità piuttosto variabili e
decrescenti a partire dal centro abitato verso la zona dei Regi Lagni. Si fa rilevare comunque
che nella zona, in tempi antichi, venivano prelevati dal sottosuolo materiali per le costruzioni,
in modo particolare veniva sfruttato il tufo che possiede una consistenza litoide notevole. Tali
prelievi avvenivano mediante scavi per lo più di cave verticali che, ad una certa profondità, si
diramavano orizzontalmente, pur non essendo infrequenti casi di prelievi di materiali con
sistemi di cave a cielo aperto. Allo stato attuale in superficie non sono rimasti segni di tali
scavi, né di caverne, né di pozzi essendo stati gli stessi ricoperti con materiale di riporto.
IDROGEOLOGIA
Dal punto di vista idrogeologico nell'area distinguiamo un ruscellamento superficiale ed una
circolazione idrica profonda. L'aliquota delle precipitazioni atmosferiche che non
infiltrandosi nel terreno rimane in prossimità della superficie, costituisce il cosiddetto
“ruscellamento superficiale”. Esso si organizza in un reticolo idrografico più o meno fitto a
seconda del grado di permeabilità della roccia e della pendenza del territorio. Il tipo di
permeabilità che caratterizza i materiali sciolti dell’area è per “porosità”: il passaggio
dell’acqua gravifica avviene attraverso i vuoti tra i clasti del terreno. Il grado di permeabilità
delle piroclastiti sciolte risulta molto variabile sia orizzontalmente che verticalmente essendo
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dipendente dai passaggi granulometrici orizzontali e verticali ed in particolare, dalla
percentuale di materiale più sottile che, infiltrandosi nei vuoti, riduce enormemente la
permeabilità. Il tipo di permeabilità della tufite è invece per fessurazione e per porosità
primaria residua ed il grado di permeabilità risulta basso. Dalla consultazione dei sondaggi
eseguiti sul territorio comunale, è stato rilevato che la quota media della falda idrica
superficiale oscilla tra i 5 metri (in prossimità dei Regi Lagni a Nord) ed oltre i 20 metri di
profondità dal p.c. (in direzione Sud-Est).
Figura 5 - Carta Idrogeologica della Piana Campana (2007).
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Figura 6 – Corpi Idrici Sotterranei “CISS” (1:600.000).
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Figura 7 – Carta dei Sistemi Acquiferi sede di Corpi Idrici Sotterranei (1:600.000)
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___ 3. Fase programmatica ___
Nei prossimi mesi, si svolgeranno le seguenti azioni programmatiche per la richiesta di parere
sul Piano Urbanistico Comunale (P.U.C.), ai fini della verifica della compatibilità delle
rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio in virtù dell’art. 89
D.P.R. 380/01 - L.R. 9/83 - art. 13 L. 64/74 - D.M.17/01/18 - D.G.R. n. 5447/02 - n. 248/03 -
n. 816/04.
Dalle indagini svolte per il P.R.G. eseguite nel 2003 consistenti in:
n. 10 Sondaggi Geognostici a carotaggio continuo;
n. 10 Prove Geotecniche di Laboratorio;
n. 12 Prove penetrometriche statiche CPT;
n. 3 Down-Hole;
n. 10 Stendimenti sismici a rifrazione;
Dalle indagini integrative svolte per il P.R.G. eseguite nel 2006 consistenti in:
n. 4 Sondaggi Geognostici a carotaggio continuo spinti oltre i 30 m;
n. 4 Down-Hole;
S’intende ampliare la campagna d’indagine esplorativa attuale, con ulteriori indagini atte ad
integrare le mancanze conoscitive con tecnologie avanzate.
Le indagini da eseguire consistono in:
n. 2 Sondaggi Geognostici a carotaggio continuo spinti oltre i 30 m;
n. 5 prelievi di campioni indisturbati di terreno, con analisi di Laboratorio;
n. 5 Penetrometrie DPSH;
n. 10 S.P.T. (in foro di sondaggio);
n. 2 Down-Hole;
n. 10 HVSR;
n. 5 MASW;
Inoltre si dovranno realizzare le nuove Carte Tematiche consistenti in:
Carta ubicazione delle indagini 1:5000 (TAV. 1);
Carta Geolitologica 1:5000 (TAV. 2);
Carta Geomorfologica e della stabilità 1:5000 (TAV. 3);
Carta Idrogeologica 1:5000 (TAV. 4);
Carta della zonazione del territorio in prospettiva sismica 1:5000 –
Cartografia MOPS (TAV. 5);
Sezioni Geologiche (TAV. 6).
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___ 4. Sismica ___
Dalla delibera n°5447 del 7 Novembre 2002 Villa di Briano rientra nell'area dichiarata
sismicamente attiva di IIa Categoria (S=9 c=0,07). Tuttavia le Nuove Norme Tecniche per
le costruzioni (NTC - Approvate con Decreto Ministeriale 17 Gennaio 2018) e la NUOVA
CIRCOLARE (21 Gennaio 2019, n.7 C.S.LL.PP. Istruzioni per l'applicazione del Decreto
Ministeriale 17 Gennaio 2018, (GU Serie Generale n.35 del 11-02-2019 - Suppl. Ordinario n. 5), si
basano sulla:
Figura 8 – Mappa interattiva di Pericolosità sismica Comune di Villa di Briano e valori di ag (fonti INGV).
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Evento massimo atteso - valori medi Magnitudo Villa di Briano 6.180
Figura 9 – Evento massimo atteso (valori medi Magnitudo) – Ortofoto ubicativa centro abitato.
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___ 5. Conclusioni ___
La perizia effettuata nell’area di studio ha permesso di trarre le seguenti conclusioni:
Nei prossimi giorni si inizierà la stesura definitiva dello Studio Geologico allegato al
Piano Urbanistico Comunale ed in particolare si inizierà ad ampliare la campagna
d’indagine esplorativa attuale, con ulteriori indagini atte ad integrare le mancanze
conoscitive con tecniche e metodologie avanzate.
Si analizzeranno le vecchie carte dello Studio Geologico allegato al Piano Regolatore
Generale (anno 2003 e 2006) e se ne realizzeranno delle nuove Carte Tematiche in
relazione alle nuove risultanze.
Il tutto sarà svolto in linea con le normative attuali, ai fini della verifica della
compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni geomorfologiche del territorio
in virtù dell’art. 89 D.P.R. 380/01 - L.R. 9/83 - art. 13 L. 64/74 - D.M.17/01/18 - D.G.R.
n. 5447/02 - n. 248/03 - n. 816/04.
Tanto in adempimento del compito affidatomi. Casal di Principe (CE), lì MARZO 2019
Il GEOLOGO
Dott. Dario Letizia
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