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RELAZIONE TECNICA - INTEGRAZIONE VOLONTARIA - Committente: Società Agricola Ronconi e C. s.s. Piazza Eugenio di Savoia, 10 37020 Sant’Anna D’Alfaedo (VR) Oggetto: Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene per il progetto di adeguamento tecnologico con ristrutturazione dell’allevamento zootecnico per suini da ingrasso sito in località Prevaldesca a Valeggio sul Mincio Data: 10/12/2020 Numero di pagine: 37 Redatto da: Studio Agenti Fisici di Tatiana S. Moia Via A. Mantovani, 13 37045 Legnago (VR) P.IVA 01990140350 Tel. +39 3923246363 E-Mail: studio@agentifisici.it Tecnico:
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 1 SOMMARIO PREMESSA 2 1 DESCRIZIONE INTERVENTO 4 2 INQUADRAMENTO LEGISLATIVO 7 2.1. ZONIZZAZIONE REGIONALE 7 2.2. VALORI LIMITE 8 2.3. POLVERI SOTTILI E FINI (PM10, PM2,5) 10 2.4. ODORI 11 3 INDICAZIONI SULLA QUALITÁ DELL’ARIA 12 4 MODELLO DI CALCOLO 14 4.1. DATI DI INPUT 15 4.2. DATI GEOFISICI 15 5 DATI METEREOLOGICI 17 6 DESCRIZIONE DELLE SORGENTI DI EMISSIONE 21 6.1. DETERMINAZIONE POLVERI SOTTILI 22 6.2. DETERMINAZIONE EMISSIONI ODORIGENE 24 7 DEFINIZIONE AREA DI STUDIO E RICETTORI 27 8 STIMA DEGLI IMPATTI 30 8.1. POLVERI SOTTILI 30 8.2. ODORI 33 9 CONCLUSIONI 36 10 PROPOSTA PIANO DI MONITORAGGIO ATMOSFERA 37
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 2 PREMESSA In questo documento si presenta l’indagine ambientale in riferimento alla componente inquinamento atmosferico con uno studio modellistico di valutazione diffusionale di ricaduta di polveri ed emissioni odorigene elaborata in merito al progetto di adeguamento tecnologico con ristrutturazione di un allevamento per suini da ingrasso sito in località Prevaldesca a Valeggio sul Mincio (VR). La pratica viene redatta per conto della Società Agricola Ronconi e C. s.s. in qualità proprietario dell’allevamento. L’analisi viene svolta ad integrazione delle richieste pervenute dal Comitato tecnico provinciale per la Valutazione di Impatto Ambientale in merito al progetto di cui in oggetto. Tutte le informazioni sono desunte dallo Studio Preliminare Ambientale redatto per la Verifica di Assoggettabilità VIA dal dottore agronomo Luca Crema. Nel presente rapporto tecnico si riportano i risultati dello studio della ricaduta al suolo delle polveri e delle emissioni odorigene legate alla configurazione futura prevista dell’allevamento. I parametri delle polveri (sottili e fini) assunti come valori limite per la valutazione della qualità dell’aria si riferiscono al D.Lgs. 155/2010. Seppur a livello nazionale non esistano al giorno d’oggi limiti per le emissioni odorigene, quantificare la concentrazione di odore emessa è di fondamentale importanza per un allevamento al fine di conoscere l’impatto olfattivo che lo stesso provoca sul territorio circostante, così da poter pianificare un adeguato piano di monitoraggio presso le posizioni di maggior interesse. Scopo del presente elaborato è quindi quello di verificare l’impatto potenziale dell’impianto ai sensi delle disposizioni della D.g.r. della Regione Lombardia del 15/02/2012 n. IX/3018. La valutazione viene svolta secondo le disposizioni riportate nel documento di Orientamento operativo per la valutazione dell’impatto odorigeno nelle istruttorie di Valutazione Impatto Ambientale e Assorggettaibilità approvate da Arpav il 29/01/2020. L’area in esame (evidenziata in giallo nella successiva Figura 1) è collocata in un contesto agricolo, collocato a sud – ovest del territorio comunale di Valeggio Sul Mincio (VR) e prossimo al territorio provinciale di Mantova, che dista all’incirca 400 m in direzione ovest. L’analisi del sito in esame ha consentito la definizione del dominio meteorologico mediante l’individuazione delle principali stazioni meteo presenti nei dintorni e l’acquisizione dei parametri di micrometereologia necessari. Mediante il software Calmet si è proceduto alla ricostruzione del campo meteo 3D considerando l’orografia del sito, per poi estrapolare i dati specifici della cella oggetto di studio (dove sorge l’allevamento in esame). Si è poi proceduto alla definizione dei ricettori discreti. A nord dell’allevamento sorgono i più vicini ambienti abitativi: si tratta dell’abitazione annessa all’allevamento (ricettore R1) e di due abitazioni collegate ad un allevamento adiacente (ricettori R2 - R3). Tutt’intorno sono stati identificati ulteriori edifici abitativi nel territorio di Valeggio sul Mincio e in provincia di Mantova. Infine si è proceduto alla simulazione con il software Calpuff per poi calcolare i valori orari medi e il 98% percentile come rappresentazione a linee di isolivello olfattometrico per valutare la popolazione interessata alle emissioni odorigene. A completamento è stata svolta anche la valutazione dei livelli medi per le polveri sottili.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 3 Figura 1 Vista aerea di inquadramento dell’area studiata.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 4 1 DESCRIZIONE INTERVENTO L’adeguamento tecnologico verrà realizzato previa demolizione di una parte dell’allevamento obsoleto, mantenendo e ampliando due dei capannoni principali, già oggetto di un adeguamento precedente (capannoni 6a-7a). Le strutture agricolo-produttive di cui l’azienda dispone sono composte dai seguenti fabbricati (a riferimento si veda la seguente Figura 2): - piccolo deposito adibito a ripostiglio (codice 2) - cabina Enel dismessa - locale compressore (cod.10-11) - mangimificio (cod. 13a e 13b) - deposito fieno (cod. 13c) - deposito agricolo con sala di alimentazione (cod.14) - strutture di allevamento degli animali (cod. 3, 4, 5, 6a, 6b, 7a, 7b, 9 e 12) - abitazione di proprietà dei soci d’azienda (cod. 1). Figura 2 Planimetria stato attuale. Il progetto prevede il recupero di parte delle superfici stabulabili perse con le demolizioni, attraverso la realizzazione di una nuova struttura di allevamento (cod.15) da realizzarsi sul sedime delle attuali strutture 9, 10 e 11, e parzialmente della 12, e attraverso il prolungamento sul lato Sud delle strutture 6a e 7a (porzioni 6c e 7c). A riferimento si veda la alla pagina seguente.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 5 Figura 3 Planimetria futuro. Lo schema di allevamento adottato sarà del tipo tutto pieno-tutto vuoto, con vuoto sanitario di 15 gg a seguito dello scarico animali pronti alla macellazione. I giorni previsti per l’accasamento (accrescimento) sono pari a 210 giorni La pavimentazione dei box sarà del tipo totalmente fessurata (PTF) e costituita da lastre di calcestruzzo: l’allontanamento delle deiezioni sarà eseguito con tecnica vacuum system (con valvole di fondo), attraverso le canalizzazioni del sottogrigliato. L’alimentazione prevede l’adozione di una dieta multifase e l’uso di mangimi con promotori della digestione. I liquami sono e saranno convogliati in pozzetti di raccolta e successivamente defluiscono in una vasca interrata esistente, suddivisa in tre settori. Sulle tre vasche è presente una copertura leggera di stoccaggio con paglia (spessore qualche centimetro). Figura 4 Copertura con materiale leggero (paglia) delle vasche liquami.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 6 La ventilazione delle strutture è di tipo naturale. A lato dei fabbricati sono presenti ampie superfici finestrate con apertura a vasistas, da cui l’area entra, per poi venire espulsa per effetto camino dai camini di ventilazione centrali. I camini di ventilazione degli edifici sono piccole porzioni della struttura (aree < 0,5 mq) che si sollevano dal fabbricato, per circa 30 cm, e che permettono il deflusso dell’area all’esterno, lungo le quattro superfici laterali (copertura in lamiera cieca e fissa). Figura 5 Identificazione aree apribili in copertura agli edifici esistenti. Allo stato attuale il flusso annuale è di 354 mezzi/anno, pari a circa 1 mezzo/gg, a seguito dell’intervento il traffico subirà una riduzione con un flusso pari a 279 mezzi/anno, pari a circa 1 mezzo ogni 1,3 gg.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 7 2 INQUADRAMENTO LEGISLATIVO La norma quadro in materia di controllo dell’inquinamento atmosferico è rappresentata dal Decreto Legislativo n. 155/2010, che n.155/2010 contiene le definizioni di valore limite, valore obiettivo, soglia di informazione e di allarme, livelli critici, obiettivi a lungo termine e valori obiettivo. Il Decreto individua l’elenco degli inquinanti per i quali è obbligatorio il monitoraggio (NO2, NOx, SO2, CO, O3, PM10, PM2.5, Benzene, Benzo(a)pirene, Piombo, Arsenico, Cadmio, Nichel, Mercurio, precursori dell'ozono) e stabilisce le modalità della trasmissione e i contenuti delle informazioni sullo stato della qualità dell’aria, da inviare al Ministero dell’Ambiente. Il provvedimento individua nelle Regioni le autorità competenti per effettuare la valutazione della qualità dell’aria e per la redazione dei Piani di Risanamento della qualità dell'aria nelle aree nelle quali sono stati superati i valori limite. Sono stabilite anche le modalità per la realizzazione o l'adeguamento delle reti di monitoraggio della qualità dell'aria (Allegato V e IX). L'allegato VI del decreto contiene i metodi di riferimento per la determinazione degli inquinanti. Gli allegati VII e XI, XII, XIII e XIV riportano i valori limite, i livelli critici, gli obiettivi a lungo termine e i valori obiettivo rispetto ai quali effettuare la valutazione dello stato della qualità dell'aria. Successivamente sono stati emanati il DM Ambiente 29 novembre 2012 che, in attuazione del Decreto Legislativo n.155/2010, individua le stazioni speciali di misurazione della qualità dell'aria, il Decreto Legislativo n.250/2012 che modifica ed integra il Decreto Legislativo n.155/2010 definendo anche il metodo di riferimento per la misurazione dei composti organici volatili, il DM Ambiente 22 febbraio 2013 che stabilisce il formato per la trasmissione del progetto di adeguamento della rete di monitoraggio e il DM Ambiente 13 marzo 2013 che individua le stazioni per le quali deve essere calcolato l'indice di esposizione media per il PM2,5. Il DM 5 maggio 2015 definisce i metodi di valutazione delle stazioni di misurazione della qualità dell’aria di cui all’articolo 6 del Decreto Legislativo n.155/2010. In particolare, in allegato I, è descritto il metodo di campionamento e di analisi da applicare in relazione alle concentrazioni di massa totale e per speciazione chimica del materiale particolato PM10 e PM2.5, mentre in allegato II è riportato il metodo di campionamento e di analisi da applicare per gli idrocarburi policiclici aromatici diversi dal benzo(a)pirene. Il DM 26 gennaio 2017 modifica ulteriormente il Decreto Legislativo n.155/2010, recependo i contenuti della Direttiva 1480/2015 in materia di metodi di riferimento per la determinazione degli inquinanti, procedure per la garanzia di qualità per le reti e la comunicazione dei dati rilevati e in materia di scelta e documentazione dei siti di monitoraggio. 2.1. ZONIZZAZIONE REGIONALE La valutazione della qualità dell’aria si effettua mediante la verifica del rispetto dei valori limite degli inquinanti, ma anche attraverso la conoscenza delle sorgenti di emissione e della loro dislocazione sul territorio, tenendo conto dell’orografia, delle condizioni meteoclimatiche, della distribuzione della popolazione, degli insediamenti produttivi. La valutazione della distribuzione spaziale delle fonti di pressione fornisce elementi utili ai fini dell’individuazione delle zone del territorio regionale con regime di qualità dell’aria omogeneo per stato e pressione. Il Decreto Legislativo n. 155/2010 stabilisce che le Regioni redigano un progetto di riesame della zonizzazione del territorio regionale sulla base dei criteri individuati in Appendice I al decreto stesso. La precedente zonizzazione era stata approvata con Deliberazione della Giunta Regionale del Veneto n. 3195/2006. Il progetto di riesame della zonizzazione della Regione Veneto, in ottemperanza alle disposizioni del Decreto Legislativo n.155/2010, è stato redatto da ARPAV - Servizio Osservatorio Aria, in accordo con l'Unità Complessa Tutela Atmosfera, ed è stato approvato con Delibera della Giunta Regionale del Veneto n° 2130 del 23/10/2012.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 8 La metodologia utilizzata per la zonizzazione del territorio ha visto l’individuazione di 5 agglomerati, (aree con popolazione residente superiore a 250.000 abitanti), e la successiva individuazione di 4 zone sulla base della meteorologia e della climatologia regionale (a riferimento si veda la Figura 6). L’area oggetto di studio rientra nell’agglomerato IT0513 afferente alla Pianura e Capoluogo bassa pianura. Figura 6 Zonizzazione regionale del Veneto. 2.2. VALORI LIMITE La normativa di riferimento in materia di qualità dell’aria è costituita dal D.Lgs. 155/2010, come modificato dal D.Lgs. 250/2012, dal D.M. 5 maggio 2015 e dal D.M. 26 gennaio 2017. Tale decreto regolamenta i livelli in aria ambiente di biossido di zolfo (SO2), biossido di azoto (NO2), ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO), particolato (PM10 e PM2.5), piombo (Pb) benzene (C6H6), oltre alle concentrazioni di ozono (O3) e ai livelli nel particolato PM10 di cadmio (Cd), nichel (Ni), arsenico (As) e Benzo(a)pirene (BaP). Il quadro dei valori limite previsti dal Decreto è riassunto in Figura 7.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 9 Figura 7 Valori limite per la protezione della salute umana e della vegetazione (D.Lgs. 155/2010 e s.m.i.).
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 10 2.3. POLVERI SOTTILI E FINI (PM10, PM2,5) Con il termine polveri sottili, o PM10, si indica la componente del particolato atmosferico con diametro aerodinamico inferiore a 10 µm. Il PM2.5 è quella frazione del PM10 che ha un diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm, e costituisce circa il 60-70% del PM10 nel nostro territorio: viene indicato come “frazione respirabile” delle polveri poiché, a causa delle sue ridotte dimensioni, penetra fino agli alveoli polmonari. Invece, la frazione più grossolana del PM10, pur venendo inalata, rimane confinata alla parte più esterna del tratto respiratorio, fermandosi al naso e alla laringe. Le polveri sottili sono un insieme alquanto eterogeneo di composti che in parte derivano dall’emissione diretta causata da attività antropiche quali traffico, industria, riscaldamento. Tuttavia, si stima che la maggior parte di esse, più dell’80%, sia di origine secondaria, cioè non venga emessa direttamente, ma sia prodotta da reazioni chimico- fisiche che avvengono in atmosfera e coinvolgono altri inquinanti come i composti organici volatili, l’ammoniaca, gli ossidi di azoto, gli ossidi di zolfo. Grazie alle ridotte dimensioni, le particelle di PM10 possono rimanere in atmosfera per periodi di tempo anche relativamente lunghi prima di subire il processo di dilavamento o sedimentazione. Non è quindi possibile mettere in relazione la concentrazione di PM10 misurata localmente con una o più precise fonti emissive, poiché essa è il risultato di un complesso insieme di fenomeni che implicano l’emissione di sostanze inquinanti, il loro ricombinarsi e coagularsi in atmosfera, il trasporto dovuto alle dinamiche dei bassi strati dell’atmosfera: questo spiega la diffusione pressoché omogenea del PM10 sul nostro territorio. Gli effetti sanitari principali dell’esposizione, sia a breve sia a lungo termine, alle polveri sottili sono disturbi respiratori. Una attenzione particolare è rivolta negli ultimi anni agli studi sulla componente più sottile delle polveri, in quanto le particelle più fini possono veicolare sostanze tossiche in grado di raggiungere gli alveoli polmonari, dando origine a problemi di tipo cardiovascolare. Recentemente sono emerse evidenze di un possibile legame anche con altre malattie croniche come il diabete (WHO, Review of evidence on health aspects of air pollution – REVIHAAP project: final technical report, 2013). Gli studi epidemiologici indicano che non vi è una soglia di concentrazione al di sotto della quale non si manifestino effetti negativi sulla salute in conseguenza all’esposizione alle polveri sottili: di conseguenza è auspicabile ridurne le concentrazioni quanto più possibile. Le stime di rischio di mortalità precoce per esposizioni a lungo termine indicano un aumento della mortalità giornaliera del 4% per ogni incremento della concentrazione media (su 24 ore) di PM10 di 10 µg/m3 (WHO, 2016).
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 11 2.4. ODORI Lo studio di diffusione odorigena verrà svolto secondo le indicazione contenute nell’Allegato 1 alla Linea Guida della Regione Lombardia relativa alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno (DGR 15 febbraio 2012 – n. IX/3018). Tale normativa regionale esprime in termini quantitativi le procedure da adottare e gli indicatori di riferimento per la valutazione delle emissioni odorigene e fa riferimento a valori di tollerabilità all’odore come espresso nella successiva Tabella. I valori sono espressi in termini di ouE/m3, ovvero unità olfattometriche al metro cubo. Tale unità di misura rappresenta il numero di diluizioni necessarie affinché il 50% degli esaminatori non avverta più l’odore del campione analizzato. Tabella 1 Indicatori di riferimento per la valutazione delle emissioni odorigene adottati nello studio. Sostanza Indicatore Valori di riferimento 1 UO/m3 = odore percepito dal 50% della popolazione 98° percentile del valore di picco 3 UO/m3 = odore percepito dal Odore orario valutato su base annuale 85% della popolazione 5 UO/m3 = odore percepito dal 90-95% della popolazione NOTA: Gli indicatori di riferimento elencati in tabella si riferiscono al solo valore di concentrazione della sostanza odorigena e non tengono in considerazione altre caratteristiche della percezione dell’odore quali: • Intensità (debole/forte) • Tono edonico (gradevole/sgradevole) • Qualità (associazione a odore noto). Si sottolinea inoltre che la valutazione viene svolta secondo le disposizioni riportate nel documento di Orientamento operativo per la valutazione dell’impatto odorigeno nelle istruttorie di Valutazione Impatto Ambientale e Assorggettaibilità approvate da Arpav il 29/01/2020.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 12 3 INDICAZIONI SULLA QUALITÁ DELL’ARIA La descrizione dello stato attuale della qualità dell’aria prende a riferimento i risultati pubblicati per il particolato atmosferico PM10 per ‘anno 2019 dal sito Arpav (https://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/aria/pm10_statistiche- annuali) e la Relazione regionale della qualità dell’aria ai sensi della L.R. n. 11/2001 art. 81 – Anno di riferimento 2009, redatta da Arpav. Figura 8 Stazioni della rete di monitoraggio appartenenti al programma di valutazione. Per quanto riguarda lo stato della qualità dell'aria, in particolare in relazione al PM10, il 2019 è stato un anno in linea con i precedenti, in particolare il 2016 e il 2016. Nella prima parte dell'anno si sono registrati numerosi periodi di stabilità atmosferica che hanno contribuito all'incremento del numero complessivo dei superamenti del valore limite giornaliero rispetto all'anno precedente. I superamenti del valore limite giornaliero si sono concentrati tra la seconda metà di gennaio e la metà del mese di marzo. L'autunno è stato caratterizzato, invece, da numerosi episodi di instabilità atmosferica; tali condizioni meteorologiche hanno favorito la dispersione degli inquinanti nei bassi strati dell'atmosfera. Tabella 2 Sintesi degli indicatori di PM10 (g/m3) anno 2019. Dalla tabella si può osservare che l'indicatore più critico per il PM10 è il valore limite giornaliero (50 µg/m3), che risulta superato per più di 35 giorni all'anno in tutte le centraline, fatta eccezione per Boscochiesanuova. Per quanto riguarda le medie annuali, il valore limite (40 µg/m3) risulta rispettato in tutte le centraline.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 13 Figura 9 Concentrazione media annuale di PM10 anno 2019. Nella successiva figura è evidenziato il valore limite (linea rossa) del particolato PM2,5 pari a 25 µg/m3. Figura 10 Concentrazione media annua del particolato PM2,5 anno 2019. Si può osservare che il valore limite (25 µg/m3), rispettato nella centralina di Verona.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 14 4 MODELLO DI CALCOLO Il modello utilizzato per lo svolgimento dei calcoli di diffusione è il sistema diffusivo CALPUFF (versione 1.12.1 rilasciata da Maind Srl) sviluppato da Earth Tech Inc. su richiesta del California Air Resources Board (CARB) e del U.S. Environmental Protection Agency (US EPA). Il sistema è costituito dai seguenti modelli: CALMET: Preprocessore meteorologico per la preparazione dei campi di vento dinamici, tridimensionale e a divergenza nulla per il modello CALPUFF. I campi meteorologici vengono ricostruiti a partire da dati di superficie e da dati profilometrici in presenza di orografia complessa; CALPUFF: Modello diffusivo lagrangiano a puff gaussiani. Il modello permette di studiare la diffusione tridimensionale dinamica della diffusione di inquinanti emessi da diverse tipologie di sorgenti (puntuali, areali, volumetriche e lineari); il modello può essere utilizzato in presenza di situazioni di calma di vento; CALPOST: Programma di post processamento dei risultati di concentrazione e deposizione ottenuti da CALPUFF Il sistema CALPUFF è complessivamente un modello diffusivo tridimensionale non stazionario multi sorgente. CALMET è processore meteorologico del sistema che permette la ricostruzione del campo meteo tridimensionale dinamico all’interno del dominio di studio partendo da dati misurati da più stazioni meteorologiche sia di superficie che profilometriche considerando le caratteristiche geomorfologiche dell’area (orografia complessa, caratteristiche di uso del suolo, presenza di calme di vento ed effetti termici particolari) consentendo la valutazione delle traiettorie fluidodinamiche lungo le quali verranno trasportati i “puff” di inquinante emessi dalle varie sorgenti emissive. CALMET inoltre fornisce la valutazione di tutte le variabili micro meteorologiche necessarie per definire la distribuzione spaziale oraria dello stato di stabilità atmosferica permettendo la valutazione della diffusione degli inquinanti all’interno dei puff emessi considerando gli effetti della turbolenza atmosferica. CALPUFF è un modello di dispersione atmosferica non stazionario a puff. È adatto alla simulazione della dispersione di emissioni da sorgenti industriali, anche multiple. Permette di calcolare la deposizione secca e umida, gli effetti di scia dovuti agli edifici, la dispersione da sorgenti puntiformi, areali o volumetriche, l'innalzamento graduale del pennacchio in funzione della distanza dalla sorgente, l'influenza dell'orografia del suolo sulla dispersione, la dispersione in casi di venti deboli o assenti. I coefficienti di dispersione sono calcolali utilizzando i parametri di turbolenza (u*, w*, LMO) calcolati da CALMET, anziché dalle classi di stabilità Pasquill-Gifford-Turner. In CALPUFF la turbolenza è quindi descritta da funzioni continue anziché discrete ed in termini di convettivita e/o stabilità del PBL (Planetry Boundary Layer). Durante i periodi in cui lo strato limite ha struttura convettiva, la distribuzione delle concentrazioni all'interno di ogni singolo puff è gaussiana sui piani orizzontali, ma asimmetrica sui piani verticali, cioè tiene conto della asimmetria della funzione di distribuzione di probabilità delle velocità verticali. In altre parole, il modello simula gli effetti sulla dispersione dovuti ai moti ascendenti e discendenti dell’aria tipici delle ore più calde della giornata e dovuti ai vortici di grande scala. CALPOST è il programma normalmente utilizzato per il dal sistema per il post processamento delle serie orarie di concentrazioni calcolata dal CALPUFF; per questo studio CALPOST è stato sostituito dal post processore “RunAnalyzer” sviluppato da MAIND S.r.l. /3/ che, contrariamente a CALPOST, permette la valutazione del 98-esimo percentile delle concentrazioni di picco orarie come richiesto dalla normativa di riferimento adottata nello studio. Il sistema CALPUFF è uno dei "preferred models" adottati ufficialmente da US EPA per la valutazione della qualità dell'aria come da "Appendix W part 51 - Guideline on Air Quality Models. Federal Register, Vol. 68, NO. 72, Tuesday, April 15,2003/Rules and Regulation). Le caratteristiche complessive del sistema CALPUFF lo rendono compatibile con le specifiche UNI 10796:2000 scheda 4 tipologia 3.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 15 Il modello CALPUFF è il modello indicato per l’esecuzione di studi di diffusione odorigena nella (DGR 15 febbraio 2012 – n. IX/3018) della Regione Lombardia recanti le Linee Guida relativa alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno. 4.1. DATI DI INPUT I modelli di dispersione utilizzano complicati algoritmi per simulare il trasporto e le cinetiche degli inquinanti negli strati inferiori dell'atmosfera maggiormente interessati all'inquinamento. Per conseguire tale obiettivo, i modelli necessitano di dati di ingresso suddivisibili nelle seguenti categorie: • dati geofisici: dati orografici e di uso del suolo del dominio di calcolo, • dati meteorologici: serie orarie di dati di superficie e di profili verticali, • dati emissivi: caratteristiche geometriche e localizzazione delle sorgenti emissive, concentrazione dell’odore e flusso di massa. 4.2. DATI GEOFISICI L’input geofisico è costituito dalla descrizione delle caratteristiche orografiche e di uso del suolo del dominio spaziale utilizzato per la ricostruzione del campo meteorologico orario tridimensionale che verrà utilizzato per il calcolo diffusivo. Tale campo meteorologico viene ricostruito dal processore meteorologico CALMET che congloba tali caratteristiche geofisiche ai valori delle variabili meteorologiche disponibili nell’area attraverso opportune tecniche di interpolazione. Per poter ricostruire al meglio la caratterizzazione meteoclimatica dell’area in funzione della sua geomorfologia è in genere conveniente definire la dimensione del dominio meteorologico più grande di quello sarà poi il dominio di calcolo diffusivo; la dimensione del dominio meteorologico dovrà essere tale da conglobare le caratteristiche orografiche predominanti dell’area con una risoluzione spaziale alla scala geomorfologica locale. In questo caso è stato considerato un dominio meteorologico costituito da un’area di 20x20 km2 centrata sull’impianto in esame con le seguenti caratteristiche. Descrizione del dominio meteo (attenzione che non coincide in genere con il dominio diffusivo) Coordinate origine del dominio (angolo Sud - Ovest) dominio meteo XUTM [fuso 32 WGS84] = 624434.00 m E [gradi "E] YUTM [fuso 32 WGS84] = 5010345.00 m N [gradi "N] Risoluzione orizzontale (dimensioni griglia) dx = dy = 1000 m Risoluzione verticale (quota livelli verticali) 0-20-50-100-200-500-1000-2000-4000 m sul livello del suolo
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 16 Coordinate posizione di riferimento del centro dell’allevamento: XUTM [fuso 32 WGS84] = 634832.63 m E [gradi "E] YUTM [fuso 32 WGS84] = 5020982.36 m N [gradi "N] Cella (11,11) Figura 11 Dominio di calcolo meteorologico.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 17 5 DATI METEREOLOGICI Per l’applicazione del modello CALPUFF sull’area si è fatta la scelta di utilizzare un campo meteorologico tridimensionale, relativamente all’ultimo anno meteorologico completo (anno 2019) in grado di ricostruire una meteorologia dinamica corrispondente alle caratteristiche geomorfologiche locali. Per la ricostruzione del campo meteorologico tridimensionale all'interno del dominio di calcolo, relativamente all'intervallo temporale dello studio, il modello CALMET richiede la presenza di almeno una serie oraria completa dei seguenti dati di superficie: • velocità del vento (m/s) • direzione di provenienza del vento (o da nord) • temperatura aria (o C) • pressione atmosferica (mbar) • copertura del cielo (decimi) • altezza della base delle nubi (centinaia di piedi) • precipitazione (mm/h) (opzionale – non richiesta nel caso degli odori) almeno una serie completa con frequenza almeno di 12 ore di profili verticali di: • velocità del vento (m/s) • direzione di provenienza del vento (o da nord) • temperatura aria (o C) • pressione atmosferica (mbar). I dati utilizzati sono stati ricostruiti per l’area descritta attraverso un’elaborazione “mass consistent” sul dominio tridimensionale effettuata con il modello meteorologico CALMET con le risoluzioni (orizzontali e verticali) indicate nella pagina precedente, dei dati rilevati nelle stazioni SYNOP ICAO (International Civil Aviation Organization) di superficie e profilometriche presenti sul territorio nazionale e dei dati rilevati nelle stazioni locali sito-specifiche se disponibili. Il modello CALMET ricostruisce per interpolazione 3D “mass consistent”, pesata sull’inverso del quadrato della distanza, un campo iniziale tridimensionale (FIRST GUESS) che viene modificato per incorporare gli effetti geomorfologici ed orografici del sito in esame alla risoluzione spaziale richiesta (campo meteo STEP 1); il processo di interpolazione avviene per strati orizzontali, l’interazione tra i vari strati orizzontali viene definita attraverso opportuni fattori di BIAS che permettono di pesare strato per strato l’influenza dei dati di superficie rispetto ai dati profilometrici (es: nel primo strato verticale adiacente al terreno che va da 0 a 20 metri sul suolo in genere viene azzerato il peso del profilo verticale rispetto a quello delle stazioni di superficie mentre negli strati verticali superiori al primo viene gradatamente aumentato il peso dei dati profilometrici rispetto a quelli di superficie fino ad azzerare il peso di questi ultimi dopo alcune centinaia di metri dal suolo). Sul campo meteo (STEP 1) così definito vengono infine reinserite le osservabili misurate per ottenere il campo finale (STEP 2) all’interno del quale in questo modo vengono recuperate le informazioni sito-specifiche delle misure meteo. Per informazioni più dettagliate sul funzionamento del preprocessore CALMET si deve fare riferimento alla documentazione originale del modello al seguente link (http://www.src.com/calpuff/download/MMS_Files/MMS2006_Volume2_CALMET_Preprocessors.pdf).
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 18 Le stazioni metereologiche utilizzate sono le seguenti: Stazioni sinottiche: o Stazione di superficie Synop Icao (per dati sinottici, copertura nuvolosa e altezza nubi); Villafranza LIPX 160900 (45.396°N – 10.889°E) o Stazioni radiosondaggi Synop Icao: o 16045 – Udine Rivolto profilo (45.970000°N-13.049994°E) o 16080 – Linate profilo (45.430°N-9.30°E) Stazioni sito specifiche da reti regionali provinciali: o Villafranca di Verona (45.3717 °N – 10.8329°E), altezza palo 5 m, rete Arpa Veneto. Nelle immagini seguenti viene riportata la posizione delle stazioni meteorologiche utilizzate per la ricostruzione del campo meteorologico sull’area richiesta. Figura 12 Stazione di superficie utilizzate. Figura 13 Stazioni di superficie e profilometriche utilizzate.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 19 Si osserva che nella ricostruzione del dominio meteorologico non viene impiegata la stazione Arpa Veneto presente a Valeggio sul Mincio in quanto la sua attuale collocazione la fa risultare meno indicata per la ricostruzione dei dati meteo rispetto alla stazione Arpa Veneto di Villafranca. L’estrapolazione dei dati meteo 3D per la cella oggetto di simulazione è riportata di seguito. Di seguito si presenta l’esito per la temperatura con valori mensili minimi – medi - massimi. L’intervallo termico varia da – 6,58 °C a 37,18°C, con una media annuale di 14,37 °C. Tabella 3 Analisi temperature. La piovosità mensile è analizzata di seguito con valori medi, massimi e cumulata. Tabella 4 Analisi precipitazione.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 20 Di seguito si riporta la rosa dei venti che consente di associare l’analisi della direzione e della velocità di provenienza del vento. Figura 14 Rosa dei venti.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 21 6 DESCRIZIONE DELLE SORGENTI DI EMISSIONE L’analisi ha l’obiettivo di verificare l’impatto atmosferico presso le aree circostanti l’allevamento, con particolare riferimento al vicino territorio della Provincia di Mantova, che si trova a circa 450 m in direzione ovest dall’allevamento. Gli inquinanti presi a riferimento sono le polveri e le emissioni odorigene, per le quali si intendono identificare, oltre che le ricadute, le posizioni di maggior impatto in corrispondenza delle abitazioni. Il principale contributo emissivo derivante dall’allevamento studiato è determinato dai locali di stabulazione dei suini e dallo stoccaggio liquami. In relazione alle emissioni di polveri derivanti dal traffico indotto si osserva come il contributo sia già oggi trascurabile (pari a circa un mezzo al giorno), e come verrà comunque ridotto per lo stato futuro a un mezzo ogni 1,3 giorni circa. L’analisi prende in considerazione lo scenario futuro in modo da poter fornire le indicazioni necessarie per la predisposizione di un piano di monitoraggio atsmoferico. Presso l’allevamento saranno quindi presenti tre edifici di stabulazione, ovvero l’edificio 6a e il suo ampliamento 6c, l’edificio 7a e il suo ampliamento 7c e il nuovo edificio 15 (in sostituzione del vecchio edificio 9). Le sorgenti emissive considerate nei calcoli corrispondono ai camini di ventilazione presenti in copertura alle strutture di stabulazione, come riassunto nella successiva Tabella 5 e visibile in Figura 15. Queste vengono trattate come sorgenti puntiformi a tiraggio naturale. Il modello di calcolo prevede una opzione per considerare l’effetto di sorgenti emissive puntiformi dotate di copertura, come nel caso in esame, che riduce il momento verticale del flusso di massa. Nella modellizzazione sono inoltre stati introdotti i tre edifici dell’allevamento per la valutazione dell’effetto building downwash. Tabella 5 Sorgenti puntiformi: camini di ventilazione. NUMERO SORGENTI (CAMINI STRUTTURA SIGLA VENTILAZIONE) 6a 9 S6.1÷S6.9 6c 3 S6.10÷S6.12 7a 9 S7.1÷S7.9 7c 3 S7.10÷S7.12 9 -- > 15 7 S15.0÷S15.7
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 22 Figura 15 Sorgenti puntiformi: camini di ventilazione. Le tre vasche liquami sono state considerate come tre sorgenti areali di estensione pari alla loro superficie. Per la determinazione del fattore di emissione viene considerata la presenza della copertura sulle vasche con uno strato di paglia, come meglio precisato di seguito. 6.1. DETERMINAZIONE POLVERI SOTTILI Nelle successive tabelle si riportano i calcoli dei fattori di emissione delle polveri sottili derivanti dalla stabulazione dei suini. Tali fattori combinati con il numero di capi ha fornito i dati di input del software di calcolo. Nella Tabella 6 sono riportati i fattori di emissione specifici per la stabulazione dei suini, desunti dalla versione “EMEP/EEA Guidebook 2016” ed estratti dal Rapporto Ispra 223/2015. Il fattore impiegato nei calcoli è quello relativo alla categoria swine (fattering pigs) per le PM10. Per quanto riguarda la frazione fine, ovvero le PM2,5, si procede con delle considerazioni, alla luce di quanto emerso dalla letteratura. Nella versione “EMEP/EEA Guidebook 2016”, come si evince dalla successiva Tabella 6, per la categoria swine (fattering pigs) le PM2,5 rappresentano il 5% rispetto alle corrispondenti PM10.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 23 Nella pubblicazione “Emissioni di ammoniaca, metano e protossido di azoto e concentrazione di polveri in due differenti allevamenti di suini all’ingrasso” di Claudio Fabbri, Marcella Guarino, Laura Valli, Pierluigi Navarotto e Annamaria Costa, emerge come per il sistema vacuum la percentuale di polveri fini vari tra il 26% e il 57% a seconda della stagionalità rispetto a quella delle corrispondenti polveri sottili. Tabella 6 Estratto del Rapporto Ispra 223/2015. Si procede quindi al calcolo dei fattori di emissione impiegati come input nella modellizzazione, riassunti nella successiva Tabella 7.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 24 Tabella 7 Fattori emissione studio modellistico – PM10. N. CAPI EMISSIONE PER EMISSIONE PER N. EMISSIONE PER STRUTTURA SIGLA FUTURO CAPO (g/s) STRUTTURA (g/s) SORGENTI SORGENTE (g/s) 6a 1110 4,43937E-06 0,00492770 9 S6.1÷S6.9 0,00054752 6c 336 4,43937E-06 0,00149163 3 S6.10÷S6.12 0,00049721 7a 1110 4,43937E-06 0,00492770 9 S7.1÷S7.9 0,00054752 7c 336 4,43937E-06 0,00149163 3 S7.10÷S7.12 0,00049721 9 -- > 15 570 4,43937E-06 0,00253044 7 S15.0÷S15.7 0,00036149 6.2. DETERMINAZIONE EMISSIONI ODORIGENE Nelle successive tabelle si riportano i calcoli delle emissioni odorigene derivanti dalla stabulazione dei suini e dalle vasche liquami. Per la stabulazione dei suini si considera un dato di concentrazione che viene modulato dalla portata dei camini di ventilazione, al fine di ottenere il flusso di massa. Per le vasche liquami si considera un flusso di massa areale che poi il software estende a tutta la superficie delle vasche. I dati così ottenuti forniscono l’input del software di calcolo. Nella Tabella 8 sono riportate le concentrazioni di odore desunte dall’articolo “Allevamenti zootecnici ed emissioni di odori” di Laura Valli, pubblicato sulla rivista Professione allevatore numero 9 del 20 maggio 2013. Il fattore impiegato nei calcoli è quello dei suini all’ingrasso con sistema di stabulazione PTF-VS (pavimento totalmente fessurato con vacuum system). Nella successiva Tabella 9 si riporta l’estratto delle “Best available techniques (BAT) reference document for the intensive rearing of poultry or pigs” 2017, da cui desumere il dato emissivo tedesco per le vasche liquami, considerato come di prassi associabile all’emissione di liquami per metro quadro. Tabella 8 Estratto articolo Allevamenti zootecnici ed emissioni di odori.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 25 Tabella 9 Estratto Bref 2017. Tabella 10 Riduzioni degli odori per liquami suini (fonte CRPA).
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 26 Si procede quindi al calcolo dei fattori di emissione delle sorgenti puntiformi impiegati come input nella modellizzazione, riassunti nella successiva Tabella 11. Tabella 11 Fattori emissione studio modellistico per sorgenti puntiformi – odori. CONCENTRAZIONE PORTATA FLUSSO DI STRUTTURA SIGLA ODORE (OUE/m3) CAMINO (m3/s) MASSA (OUE/s) 6a S6.1÷S6.9 474 0,10 47 6c S6.10÷S6.12 474 0,10 47 7a S7.1÷S7.9 474 0,10 47 7c S7.10÷S7.12 474 0,10 47 9 -- > 15 S15.0÷S15.7 474 0,10 47 Nella Tabella 10 alla pagina precedente sono riportati dei valori di riduzione degli odori per liquami suini desunti dalla pubblicazione “Manuale per la diffusione di tecnologie e sistemi di produzione più puliti nel settore zootecnico in Emilia Romagna” a cura di Ervet Emilia Romagna (2005). Nella pubblicazione si evidenzia come una quota rilevante delle emissioni proviene dalla fase di stoccaggio liquami, sottolineando come per i liquami non palabili sono state individuate e sperimentate due tipologie di mitigazione consistenti in coperture fisse o galleggianti. Per quanto riguarda le coperture galleggianti ne esistono fondamentalmente di due tipi, a base di membrane plastiche o in materiale organico. Tra i materiali di tipo organico, solitamente presenti nelle aziende zootecniche, si annovera la paglia. Questa, distribuita sulla superficie del liquame, forma uno strato (di qualche centimetro) più o meno compatto che riduce le emissioni in atmosfera. Con uno strato di paglia pari a 14 cm è possibile stimare una efficienza di riduzione degli odori pari al 61% per liquami suini. Alla luce di ciò, il fattore di emissione previsto per le vasche liquami, viene considerato ridotto al 50 %, abbassandosi da 3 OUE/s per metro quadro a 1,5 OUE/s per metro quadro. I valori impiegati sono riassunti nella successiva tabella. Tabella 12 Fattori emissione studio modellistico per sorgenti areali – odori. FLUSSO DI STRUTTURA SUPERFICIE (m2) MASSA (OUE/s) vasca 1 935 1,5 vasca 2 960 1,5 vasca 3 920 1,5
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 27 7 DEFINIZIONE AREA DI STUDIO E RICETTORI Per questa analisi è stato considerato come dominio di calcolo la medesima are corrispondente al dominio meteorologico, costituito da un’area di 20x20 km2 centrata sull’impianto in esame con le seguenti caratteristiche e definita in Figura 11. Per l’analisi di dettaglio sono stati individuati alcuni ricettori discreti, ubicati parte in provincia di Verona e parte in provincia di Mantova. I ricettori sono descritti nella successiva Tabella 13 e sono visibili nel dettaglio della Figura 16 per quanto riguarda la zona circostante l’allevamento e nella vista più ampia di Figura 17 per il territorio circostante. Tabella 13 Ricettori sensibili. Provincia Distanza Direzione rispetto Ricettore appartenenza dall’allevamento all’allevamento R1 Verona 70 m N R2 Verona 80 m N R3 Verona 110 m N R4 Verona 430 m N-O R5 Verona 470 m N-O R6 Verona 510 m N-O R7 Verona 480 m N R8 Verona 460 m S-E R9 Verona 440 m N-O R10 Verona 1 km N-E R11 Verona 1 km N-E R12 Verona 1 km N-E R13 Verona 680 m S-E R14 Verona 1,4 km S-O R15 Mantova 1,6 km S-O R16 Mantova 1,1 km S-O R17 Mantova 1,1 km S-O R18 Mantova 2,1 km O R19 Mantova 1,9 km O R20 Mantova 2,1 km O R21 Mantova 1,6 km N-O R22 Verona 1,5 km N-O R23 Verona 1,8 km N-O R24 Verona 1,3 km N
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 28 Figura 16 Vista aerea con ricettori limitrofi area allevamento.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 29 Figura 17 Vista aerea con identificazione dei ricettori abitativi.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 30 8 STIMA DEGLI IMPATTI La valutazione ha come obiettivo la determinazione della dispersione degli inquinanti in atmosfera in relazione a polveri ed emissioni odorigene, per le quali si intendono identificare, oltre che le ricadute, le posizioni di maggior impatto in corrispondenza delle abitazioni, in modo da predisporre un adeguato piano di monitoraggio. Si è quindi proceduto ad effettuare le modellizzazioni per i seguenti scenari: Scenario futuro: inquinante polveri, con sorgenti emissive le strutture di stabulazione, Scenario futuro: emissioni odorigene, con sorgenti emissive le strutture di stabulazione e le vasche liquami. 8.1. POLVERI SOTTILI Di seguito vengono riportati i risultati emersi nella simulazione svolta come mappatura a curve di isolivello e come valori puntuali presso i ricevitori discreti identificati, per lo scenario futuro studiato. Gli impatti evidenziano per lo scenario futuro delle concentrazioni inferiori a 0,8 g/m3 nella aree limitrofe all’allevamento. Presso i ricettori discreti definiti nei dintorni dell’area studiata si rileva un valore medio inferiore a 0,8 g/m3 presso i vicini ricettori R1 ÷ R3, che si abbassa al di sotto di 0,3 g/m3 presso i restanti ricettori R4 ÷ R8. Per le aree site in provincia di Mantova si osservano valori al di sotto degli 0,2 g/m3. Si deduce quindi che il contributo emesso dall’allevamento non porterà ad alcun incremento nell’ambiente circostante rispetto ai valori di fondo esistenti. Peraltro è necessario osservare che già adesso è presente l’allevamento e che l’intervento futuro non comporta l’introduzione di nuove emissioni in atmosfera. L’intervento in esame è tale quindi tale da non immettere nell’ambiente circostante un contributo significativo di questo inquinante. Rispetto alla frazione di polveri fini si osserva come già i ridotti valori di PM10 possano garantire l’esiguità dell’apporto delle PM2,5, che risultano quindi del tutto irrilevanti.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 31 Tabella 14 Concentrazione media annua PM10 – scenario futuro (g/m3). Provincia Ricettore Valore medio (g/m3) appartenenza R1 Verona 0,5963153 R2 Verona 0,7882704 R3 Verona 0,583604 R4 Verona 0,1108119 R5 Verona 0,1004688 R6 Verona 0,08539382 R7 Verona 0,09786299 R8 Verona 0,2229004 R9 Verona 0,1270517 R10 Verona 0,05110609 R11 Verona 0,058465 R12 Verona 0,05642101 R13 Verona 0,1976091 R14 Verona 0,04086116 R15 Mantova 0,02960397 R16 Mantova 0,05257789 R17 Mantova 0,05364216 R18 Mantova 0,01891758 R19 Mantova 0,01916333 R20 Mantova 0,01720373 R21 Mantova 0,02244323 R22 Verona 0,01523953 R23 Verona 0,01373938 R24 Verona 0,01497176
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 32 Figura 18 Concentrazione media annua PM10 – scenario futuro (g/m3). TAVOLA PM10
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 33 8.2. ODORI Di seguito si procede alla presentazione dei risultati delle simulazioni intesi come valori medi orari su base annua di concentrazione delle OUE/m3 in ricaduta sul territorio con linee di isolivello. Come richiesto dalla D.g.r. della Regione Lombardia si presenta inoltre la isoconcentrazione delle OUE/m3 in ricaduta sul territorio in termini del 98°percentile come mappatura e ai ricettori discreti (i risultati espressi tengono già conto del peak-to-mean ratio pari a 2,3). Si riporta inoltre una tabella con i valori ottenuti per i ricettori discreti. L’area maggiormente interessata dall’impatto olfattivo è quella circostante l’allevamento, con particolare riferimento ai ricettori R1, R2 ed R3. Presso di essi risulta superata la soglia di 5 OUE/m3 per meno dello 0,5% delle ore in un anno, risulta superata la soglia di 3 OUE/m3 per 1% delle ore in un anno, e la soglia di 1 OUE/m3 per 8% delle ore in un anno. Nessun centro abitato ricade all’interno delle curve di isolivello di 5 OUE/m3 e 3 OUE/m3. Questo significa che le zone interessare da possibile molestia olfattiva riguardano edifici direttamente connessi con attività di allevamento in genere o agricole. Le aree maggiormente popolate sono interessate da impatti inferiori 1 OUE/m3. Il ricevitore circostante con il maggior superamento della soglia di 1 OUE/m3 è R8 per un tempo pari al 12% delle ore in un anno. Le aree territoriali della provincia di Mantova risultano interessate per due soli edifici in area agricola da livelli di picco di poco superiori alla soglia di 1 OUE/m3 per un numero di ore pari allo 0,3% in un anno, mentre tutti i piccoli centri abitativi presenti sono interessati da impatti inferiori 1 OUE/m3. Tabella 15 Concentrazioni 98° percentile. media oraria 98° percentile Ricettore Descrizione (OUE/m3) (OUE/m3) R1 Verona 0,119 7,82 R2 Verona 0,132 6,06 R3 Verona 0,113 5,30 R4 Verona 0,0389 3,25 R5 Verona 0,0355 3,01 R6 Verona 0,0312 3,19 R7 Verona 0,0374 2,83 R8 Verona 0,1470 3,48 R9 Verona 0,0409 2,82 R10 Verona 0,0270 1,29 R11 Verona 0,0246 1,25 R12 Verona 0,0232 1,32 R13 Verona 0,0135 3,03 R14 Verona 0,0261 0,963 R15 Mantova 0,0180 0,867 R16 Mantova 0,0293 1,20 R17 Mantova 0,0295 1,29 R18 Mantova 0,00826 0,579 R19 Mantova 0,00739 0,637 R20 Mantova 0,00650 0,570 R21 Mantova 0,00751 0,814 R22 Verona 0,00707 0,645 R23 Verona 0,00510 0,576 R24 Verona 0,00722 0,973
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 34 Figura 19 Mappa a linee di isolivello odorimetriche - media oraria (OUE/m3). TAVOLA MEDIA ODORI
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 35 Figura 20 Mappa a linee di isolivello odorimetriche - 98° percentile (OUE/m3). TAVOLA PICCO ODORI
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 36 9 CONCLUSIONI La presente relazione illustra l’esito dell’indagine sullo studio modellistico di valutazione diffusionale di ricaduta in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene elaborata in merito al progetto di adeguamento tecnologico con ristrutturazione di un allevamento per suini da ingrasso sito in località Prevaldesca a Valeggio sul Mincio (VR). La pratica viene redatta per conto della Società Agricola Ronconi e C. s.s. in qualità proprietario dell’allevamento. L’adeguamento tecnologico intende implementare le migliori tecnologie disponibili con i seguenti interventi: Riduzione del numero di capi attualmente autorizzato nella pratica AIA, passando dall’attuale potenzialità di 4.389 capi ai previsti 3.498 capi, Demolizione di strutture di allevamento che risultano tecnologicamente superate e non adeguabili alle MTD, realizzando le opere previste in adeguamento alle MTD, Strategie di alimentazione animale: adozione di una dieta multifase e uso di mangimi con promotori della digestione, Sistema di stabulazione: pavimento completamente fessurato e sistema di allontanamento delle deiezioni (vacuum system), Copertura vasche liquami con uno strato di paglia di spessore diversi centimetri (copertura leggera). Per le polveri sottili PM10 il valore di concentrazione media attorno all’allevamento studiato sarà inferiore agli 0,8 g/m3, indicando quindi che nell’ambiente circostante non viene immesso un contributo significativo di questo inquinante. Tale valore quindi non porta ad alcun incremento in relazione al livello di fondo presente, risultando di fatto trascurabile come apporto. La medesima considerazione si estende anche per il particolato PM2,5. Per le emissioni odorigene si rileva come l’impatto risulti circoscritto alle zone circostanti all’allevamento, con alcuni possibili superamenti della soglia di 5 OUE/m3 per poche ore all’anno. Nessun centro abitato ricade all’interno delle curve di isolivello di 5 OUE/m3 e 3 OUE/m3. Le aree territoriali della provincia di Mantova risultano interessate per due soli edifici in area agricola da livelli di picco di poco superiori alla soglia di 1 OUE/m3 per un numero di ore pari allo 0,3% in un anno, mentre tutti i piccoli centri abitativi presenti sono interessati da impatti inferiori a 1 OUE/m3. Si può quindi ritenere l’impatto trascurabile. In conclusione l’adozione delle migliori tecnologie e la diminuzione del numero di capi consente di prevedere per la situazione futura uno scenario che non presenta particolari criticità rispetto all’ambiente circostante, né tantomeno specifiche influenze sul vicino territorio della provincia di Mantova. L’allevamento peraltro risulta già esistente e in esercizio e, grazie alle migliorie prodotte, andrà ad abbassare la sua emissione di polveri ed odori rispetto al territorio circostante.
Valutazione modellistica di diffusione in atmosfera di polveri ed emissioni odorigene 37 10 PROPOSTA PIANO DI MONITORAGGIO ATMOSFERA Dato che gli impatti risultano circoscritti all’area dell’allevamento e alle zone immediatamente circostanti, l’analisi svolta conferma la validità delle posizioni di monitoraggio identificate nella “Proposta di piano di monitoraggio ambientale” presentato ad integrazione della Verifica di assoggettabilità VIA dallo Studio tecnico del dottore agronomo Luca Crema. Si identificano di seguito le posizioni di rilievo rappresentate da: FE1 fattore emissione ambienti di stabulazione: concentrazione odori interna, nei pressi del camino di ventilazione naturale posto in copertura, FE2 stoccaggio effluenti zootecnici: concentrazione odori su vasca liquami, Ricettore R1: concentrazione presso l’abitazione dell’allevamento, Ricettore Rconf: concentrazione presso il confine provinciale (direzione ovest rispetto all’allevameto). Tabella 16 Attività di monitoraggio atmosfera. Componente Punto di Parametro modalità frequenza ambientale campionamento Odori e parametri Fase esercizio (n. 1 campagna Atmosfera FE1, FE2, R1 e Rconf Prelievi puntuali microclimatici con attività a regime) Figura 21 Identificazione delle posizioni di monitoraggio atmosfera. Rconf
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