NORD Il futuro dell'Area Nord - Gruppo di Progetto Meccatronica - Comune di ...

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La Nostra Città

              NORD
Il futuro dell’Area Nord
    Gruppo di Progetto Meccatronica

             Piano di Sviluppo Operativo
             del Polo della Meccatronica
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               Indice
PREMESSA

1.   Executive Summary

2.   Principali fasi e attività svolte dal gruppo di progetto
     Fase 1: Analisi e diagnosi della competenza distintiva
     Fase 2: Pianificazione e programmazione obiettivi e strategie
     Fase 3: Individuazione azioni e progetti di sviluppo
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                Premessa
Il 19 marzo 2010 con gli Stati Generali “Il futuro dell’Area Nord” ha preso ufficialmente
avvio il percorso di governance territoriale. In seguito alla presentazione del Masterplan
sono stati attivati i gruppi di progetto per la costruzione del Piano d’azione: tre gruppi
sulle competenze distintive (Educazione, Energia ed Edilizia Sostenibile, Meccatronica) e
un gruppo trasversale dedicato a Infrastrutture e Progetti Urbani.

   1.   Educazione: Gruppo di Progetto coordinato da Reggio Children
   2.   Energia ed Edilizia Sostenibile: Gruppo di Progetto coordinato da IREN
   3.   Meccatronica: Gruppo di Progetto coordinato dal Club Meccatronica
   4.   Infrastrutture e Progetti Urbani: gruppo di progetto coordinato
        dall’Amministrazione Comunale.

Il lavoro si è articolato in 3 Fasi.

Fase 1 (maggio - ottobre 2010):
analisi e diagnosi della competenza distintiva
I gruppi di progetto hanno affrontato questa fase con tempi e modalità differenti.
    1. Reggio Children ha presentato come base di lavoro un documento aperto,
        di volta in volta implementato con il contributo del gruppo;
    2. Iren ha presentato gli ambiti progettuali strategici e sulla base di questi avviato
        una serie di contatti con enti e aziende del territorio;
    3. Club Meccatronica ha iniziato i lavori commissionando un’ampia ricerca
        sul settore a Reggio Emilia e contestualmente formato il gruppo di progetto.

Fase 2 (novembre 2010 - giugno 2011):
pianificazione e programmazione obiettivi e strategie
   1. Reggio Children ha diviso il gruppo di progetto in due sottogruppi: il primo si è
        focalizzato sullo sviluppo del piano strategico della competenza, il secondo sullo
        sviluppo del piano industriale della srl da specificare e individuare puntualmente
        nella terza fase;
   2. Iren ha definito un primo set di proposte progettuali da approfondire nella terza
        fase individuando alcuni ambiti di sviluppo e potenziali partnership;
   3. Club Meccatronica ha presentato i risultati della ricerca e dell’analisi fatta a valle
        di essa. Di conseguenza ha elaborato le possibili linee progettuali da specificare
        e individuare puntualmente nella terza fase.

Queste fasi hanno avuto un primo momento di sintesi il 25 Ottobre 2010 con il wor-
kshop tenuto con Howard Gardner e la presentazione dello stato dei lavori dei gruppi
di progetto alla città (conferenza stampa); un secondo momento di sintesi il 30 Giugno
2011 con il workshop tenuto con Romano Prodi e la presentazione stato dei lavori dei
gruppi di progetto.
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    Fase 3 (luglio 2011 - aprile 2012):
    individuazione azioni e progetti di sviluppo
    Definizione puntuale dei progetti e loro presentazione in un incontro di restituzione
    pubblica del lavoro dei gruppi sulle competenze strategiche distintive. Attraverso una
    serie di incontri con cittadini, stakeholder, imprese del territorio verranno illustrati e pre-
    sentati i progetti operativi di sviluppo delle tre competenze distintive.

    L’Amministrazione Comunale ha svolto un lavoro di orientamento, mediazione e alline-
    amento tra le tre competenze strategiche distintive che ha portato al conseguimento di
    tre risultati:
        - la strutturazione di un nuovo sistema di governance: per Reggio Children la nascita
          della Fondazione Reggio Children Centro Loris Malaguzzi, per Iren la costituzione
          della società Iren Rinnovabili, per il Club Meccatronica la sua indicazione di dare
          vita al Polo Meccatronica di Reggio Emilia da parte di Reggio Emilia Innovazione;
        - la manifestazione d’interesse da parte delle tre competenze strategiche distintive a
          investire sui propri centri di ricerca (il Centro Internazionale Loris Malaguzzi,
          il Centro di Ricerca Altervis, e il Polo Meccatronica - REI - Reggio Emilia Innovazione);
        - la volontà da parte delle tre competenze strategiche distintive di posizionare e
          sviluppare le loro sedi e i loro centri di ricerca nell’“Area Reggiane” come il
          luogo strategico per sviluppare le proprie competenze distintive e creare importanti
          sinergie. Si tratta di fatto della conferma a proseguire la costituzione del Parco della
          Conoscenza, Innovazione e Creatività.
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      1              Executive Summary
Il presente Rapporto racchiude gli spunti di riflessione che il Gruppo di progetto sul-
la Meccatronica1 porta all’attenzione dell’Amministrazione comunale di Reggio Emilia,
in relazione al percorso di esplorazione lanciato con gli Stati Generali sull’Area Nord,
nel marzo 2010.

All’interno di tale scenario, il presente documento amplia e approfondisce un percorso
conoscitivo che il Club Meccatronica ha intrapreso negli ultimi dieci anni, con il fine di
mappare la competenza distintiva “Meccatronica” all’interno del tessuto produttivo locale.

La meccatronica è una capacità distintiva del tessuto industriale locale in quanto è frutto
dell’accumulazione di conoscenze tacite e codificate che si sono create negli anni, all’in-
terno delle imprese del distretto ed oggi rappresenta un patrimonio su cui poter costru-
ire ulteriori avanzamenti tecnologici.

Si è voluto introdurre, con il presente lavoro, un modello di lettura dell’universo della
meccatronica, maggiormente incentrato sulle diverse funzionalità dei prodotti realizzati
dalle aziende del territorio. Le 300 imprese analizzate2 sono imprese con una produzione
meccatronica e sono state distribuite su 6 comparti:
    - Agrimeccatronica (trattrici e macchine agricole, macchine per giardinaggio, macchine
      per l’irrigazione e protezione colture);
    - Robotica industriale (automotive /garage equipment - attrezzature per autofficine,
      macchine utensili e attrezzature di produzione, packaging/material handling, logistica,
      imballaggio, movimentazione);
    - Mobilità sostenibile (componenti e sistemi per veicoli elettrici, ibridi e sistemi audio
      e infotainement - antenne, altoparlanti, navigatori, allarmi);
    - Amusement parks (attrezzature e macchine per parchi giochi);
    - Home appliances (elettrodomestici per cottura e refrigerazione, elettrodomestici per
      la pulizia, sistemi di riscaldamento, servoscale, montascale);
    - Componentistica (trasmissione di potenza, idraulica, componenti elettrici ed
      elettronici, automazione, software).
Queste 300 aziende detengono un valore complessivo di ricavi nel 2009 di oltre 6 mi-
liardi di euro, ovvero il 19% del totale del valore delle imprese reggiane con bilanci regi-
strati sulla banca dati AIDA (esclusa l’agricoltura) e rappresentano, in media, il 7% delle
imprese attive nei rispettivi comparti.

1 Coordinato dal Club Meccatronica promosso dall'Associazione Industriali di Reggio Emilia che riunisce 75 aziende.
  Il lavoro di ricerca è stato svolto dal centro di Ricerca Antares (www.centro-antares.net).

2 Il dataset delle 300 imprese è frutto di una analisi della base associativa dell’Associazione Industriali di Reggio Emilia e
   delle basi associative di altre associazioni di rappresentanza del territorio. Per queste ultime la consultazione è avvenuta
   limitatamente alle basi dati disponibili online. Per tutte le imprese selezionate è stata condotto un esame sui rispettivi
   siti internet volto ad individuare le caratteristiche dei prodotti e tecnologiche dell’impresa.
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    Il progetto di sviluppo delle competenze distintive della meccatronica di Reggio Emilia
    si articola sui seguenti obiettivi:
        • Potenziare le basi di conoscenza delle imprese locali;
        • Aumentare la capacità di innovazione dell’intero sistema economico;
        • Aumentare la dotazione di capitale umano tecnico;
        • Delineare linee progettuali prioritarie per il potenziamento del distretto (es. nuovi
          materiali, robotica, mobilità);
        • Costruire un sistema di trasferimento tecnologico collegato con la Rete Alta Tecnologia
          dell’Emilia Romagna;
        • Creare un Tecnopolo come hub di conoscenza nel quale connettersi con la ricerca
          internazionale, favorire il trasferimento tecnologico, l’incubazione di impresa,
          ospitare laboratori di testing e dimostrazione.

    Questo percorso è condotto avendo come riferimento l’esigenza di contribuire al raffor-
    zamento di identità di un luogo: l’area delle “Area Reggiane”, un luogo “storico” dell’in-
    dustria della città. Qui, l’opportunità offerta dall’Accordo con la regione Emilia Romagna
    per la creazione di un Tecnopolo dedicato principalmente alla meccatronica si inserisce
    nel disegno che il Comune intende portare avanti con il Piano di Riqualificazione urbana
    delle Reggiane.

    La prospettiva offerta dal presente lavoro verte soprattutto sul ruolo della “conoscenza
    tecnologica”, sia tacita che codificata, che esiste nel territorio di Reggio Emilia e illustra
    come questo patrimonio può diventare la base per una nuova cultura dell’innovazione,
    non solo da parte delle imprese, ma anche di tutta la città. É infatti centrale rispetto allo
    scenario che si tratteggia nel presente documento l’idea che, ancor prima dell’innovazio-
    ne, occorra potenziare ed allargare la capacità di mettere in collegamento conoscenze,
    saperi, competenze e aspettative di cambiamento.

    Un tema di riflessione per poter pensare a Reggio Emilia come nodo di innovazione e di
    tecnologia è la presenza di una dualità nel sistema di innovazione locale.

    Come recentemente illustrato nel Rapporto Innovazione 2011 della CCIAA di Reggio
    Emilia, il 95% del sistema produttivo di Reggio Emilia continua ad essere caratterizzato
    da una ridotta dimensione di impresa (sotto i 10 addetti), di cui il 60% non ha introdotto
    alcuna innovazione negli ultimi tre anni. Questa quota aumenta (al 66%) prendendo a
    riferimento aziende di piccola dimensione con scarsi sbocchi commerciali.

    Accanto ad una leadership meccatronica esiste, pertanto, un tessuto industriale che deve
    compiere passi importanti verso una maggiore cultura dell’innovazione.

    Il pericolo di un debole collegamento con il territorio nasce dal fatto che la meccatronica
    rappresenta una base di conoscenza evoluta del distretto meccanico che non coinvolge
    però tutte le imprese locali. L’evoluzione resta un processo incrementale e questo riduce
    il rischio di veri e propri “strappi” tra linguaggi e routines delle aziende. Tuttavia occorre
    lavorare per rafforzare la capacità delle imprese locali di pensare all’innovazione come
    opportunità di crescita e consolidamento e far sì che lo sviluppo di nuovi prodotti e nuo-
    ve soluzioni avvenga con il più ampio coinvolgimento possibile del distretto meccanico.

    Le condizioni di partenza per pensare al territorio reggiano come nodo tecnologico ci
    sono.
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L’Emilia Romagna è uno dei territori maggiormente specializzati in Europa in ingegneria
meccanica ed è la seconda regione italiana (dopo il Piemonte) a detenere la più alta per-
centuale di brevetti di ingegneria meccanica per milione di abitanti.
Reggio Emilia è la quinta provincia italiana per valore aggiunto industriale pro-capite in
Italia (è l’88esima in Europa).
Tra le città italiane con un tessuto industriale incentrato sulla meccanica/meccatronica,
tuttavia, Reggio Emilia detiene il più alto indice di specializzazione. Tale concentrazione
si accompagna anche ad un alto indice di specializzazione della meccanica per le impre-
se sopra i 200 addetti.

Occorre, tuttavia, confrontarsi con i sistemi regionali evoluti di innovazione a livello
europeo per migliorare le capacità del sistema locale. Esempi virtuosi possono arrivare
dalla Germania (Baden Wurttemberg), Regno Unito (Lincolnshire), Svezia (Scania).

Ovviamente ogni modello regionale è frutto di peculiarità e di evoluzioni difficilmente
ripetibili altrove. Lavorare su benchmark internazionali serve soprattutto per estrapolare
i fattori riproducibili di quei modelli: attivazione di una filiera tecnica (formazione-indu-
stria-ricerca); concentrazione delle capacità di ricerca su una specializzazione regionale;
interazione aperta e costante tra industria e università all’interno di forti cornici istitu-
zionali di indirizzo.

É altresì evidente che, laddove in altre regioni europee un driver di rilievo di tali pro-
cessi è rappresentato dalla presenza di grandi imprese multinazionali, a Reggio Emilia la
capacità tecnologica risulta più diffusa e benché la dimensione media della leadership
meccatronica sia più alta della media provinciale (144 addetti medi contro 2,3 dell’intera
economia provinciale), non esiste il ruolo prevalente di una sola impresa: ciò rende la
sfida dell’innovazione più stimolante ed anche più complessa.

Da un indagine svolta su un campione di 64 imprese meccatroniche, il presente lavoro
porta ulteriori approfondimenti alla conoscenza di questa capacità distintiva locale.

Innanzitutto, gli ambiti tecnologici principali in cui si muovono le imprese della mecca-
tronica reggiana sono:
   • Automazione, robotica e sistemi di controllo;
   • Materiali innovativi;
   • Monitoraggio e diagnostica;
   • Interazione uomo macchina per fini di sicurezza;
   • Sistemi idraulici industriali.

La frontiera di ricerca delle imprese meccatroniche è molto diversificata. In molti casi è
una realtà su cui le imprese stanno già operando (75% dei casi). Si tratta - anche a livel-
lo di singole imprese - di più percorsi collocati in differenti stadi di sviluppo. In alcuni,
le idee sono alla fase embrionale, a livello di fattibilità di mercato, in altri il percorso è
più avanzato e si parla di progettazione, prototipazione e ingegnerizzazione, in altri casi
ancora, la fase è a livello produttivo perché l’azienda ha introitato i bisogni espressi dal
mercato e si è già spinta ad adottare le soluzioni innovative.

La ricerca interna è il canale prevalentemente utilizzato dalle imprese e in coerenza con
quanto affermato, fra i fabbisogni principali segnalati dalle stesse per il raggiungimen-
to della frontiera tecnologica stabilita, il potenziamento della ricerca e sviluppo interni
all’azienda rimane la priorità più rilevante. L’acquisizione di risorse umane altamente
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    specializzate e il potenziamento/ricerca di fornitori specializzati rappresentano altri due
    elementi di notevole rilevanza in termini di fabbisogni.

    All’interno della rilevazione condotta con un campione di 64 imprese, nell’ambito del
    presente lavoro, è emerso che esiste l’esigenza di potere vedere potenziate alcune aree
    di ricerca sul territorio, con particolare attenzione al tema dei materiali innovativi.

    É partendo da questo tipo di esigenze dichiarate che si può individuare la migliore confi-
    gurazione per un modello efficace di trasferimento tecnologico da abbinare allo sviluppo
    del futuro Tecnopolo.

    Se da una parte il Tecnopolo può essere concepito come un “condominio”, occorre che i
    locatari siano ben sintonizzati sulla sfida globale che è insita nell’avanzamento delle basi
    di conoscenza delle imprese locali e nella diffusione di conoscenza sul territorio.

    Prendere spunto da altri casi europei di recupero di aree brownfield (ex aree industriali)
    è importante, ma occorre saper riconoscere anche il sistema di relazioni e di ricerca che
    quelle esperienze detengono.
    Un esempio è fornito dal Parco tecnologico di Zurigo che seppur intrigante come sce-
    nario per il tecnopolo reggiano è inserito in un contesto di ricerca di livello mondiale.

    Il Tecnopolo reggiano deve saper costruire un solido sistema di relazioni e di ricerca per
    diventare un vero hub tecnologico.

    A differenza del modello lineare che presupponeva una segmentazione netta e conse-
    quenziale tra attività di ricerca dei laboratori, applicazione della ricerca in azienda e
    sviluppo delle applicazioni, si è andata sviluppando la consapevolezza nell’ultimo ven-
    tennio che il modo con cui la conoscenza passa dalla ricerca all’applicazione è spesso
    circolare e presuppone una interazione costante tra diversi soggetti all’interno dell’azien-
    da e soprattutto tra l’azienda e soggetti esterni (laboratori di ricerca, enti di intermedia-
    zione, ecc.). Questa costante interazione si basa sulle capacità che l’azienda possiede di
    inventare, trasformare gli input, assorbire conoscenza dall’esterno, trasferire conoscenza
    verso l’esterno.

    Questo approccio al trasferimento tecnologico implica una serie di conseguenze:
      - costante scambio tra aziende, laboratori e clienti sul tipo di output (open innovation);
      - presuppone che le aziende non pensino all’università come ad un “fornitore a
        catalogo”, bensì come partner strategico di sviluppo;
      - capacità da parte dell’azienda di gestire questo processo complesso (knowledge
        management);
      - progetti strategici di collaborative research per prototipare e testare prodotti,
        materiali, ecc.

    Occorre, a questo fine, rafforzare la “filiera di conoscenza” che lega la formazione tecni-
    ca, l’Università e gli enti di intermediazione come Reggio Emilia Innovazione.

    Sul lato del capitale umano esistono molti timori. I dati relativi alla formazione secon-
    daria e a quella superiore universitaria, offrono una fotografia di una specializzazione
    ancora forte che sta subendo delle erosioni sul lato della partecipazione dei giovani e sul
    lato della capacità delle imprese di assorbire profili avanzati: si tratta di due temi centrali
    per pensare ad un rilancio del sistema di innovazione locale in chiave tecnologica.
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Reggio Emilia, tuttavia, detiene eccellenze nell’ambito formativo. Gli Istituti tecnici In-
dustriali ne sono un esempio. Anche la Facoltà di Ingegneria detiene conoscenze e un
patrimonio di relazioni di rango mondiale. Per lo sviluppo di un futuro sistema di diffu-
sione tecnologica, è fondamentale prendere atto dell’enorme potenziale di ricerca e del
relativo network che detiene la Facoltà di Ingegneria. Questa può consolidarsi sul terri-
torio, infatti, migliorando l’intensità e la qualità degli scambi collaborativi con il tessuto
industriale a livello provinciale e regionale.
L’esiguità dei volumi attuali di trasferimento tecnologico (calcolati come progetti di tra-
sferimento in essere tra Università e imprese3) potrebbe essere corretta, lavorando su
temi strategici di ricerca di carattere territoriale, ma allo stesso tempo ampliando la base
di domanda potenziale di tecnologia

All’interno di questo lavoro, in virtù degli stimoli accumulati durante i diversi confronti
con gli attori del territorio, è maturata la consapevolezza che le azioni per un processo
efficace ed efficiente di diffusione della conoscenza debbano tenere in considerazione i
seguenti elementi:
    - è fondamentale nella futura configurazione per un sistema di trasferimento e
      diffusione della conoscenza il ruolo del gatekeeper (ovvero chi è chiamato a
      svolgere l’effettivo ruolo di mediazione);
    - è importante concentrare gli ambiti di scambio tra imprese ed università su alcuni
      progetti strategici;
    - è importante distinguere funzionalmente all’interno della nuova configurazione tra
      servizi di base (testing, prove di laboratorio, ecc.) e servizi avanzati (trasferimento
      tecnologico), ma occorre lasciare ad una unica regia complessiva l’intero processo
      di trasferimento e diffusione.

Alla luce di tutte le considerazioni maturate nel presente percorso è possibile definire
alcune “linee guida” per il futuro Hub dell’innovazione della meccatronica:

    • Creare il Polo della Meccatronica di Reggio Emilia gestito da REI - Reggio Emilia
      Innovazione per coordinare e promuovere tutti i progetti relativi alla meccatronica;
    • Favorire la concentrazione accanto al Tecnopolo delle attività di ricerca e di trasfe-
      rimento tecnologico; per fare questo occorre attrezzare spazi per laboratori di
      ricerca di imprese private (manifatturiere e di servizi avanzati) e trasferire i laboratori
      e la sede di Reggio Emilia Innovazione - REI;
    • Condividere e realizzare un nuovo modello di trasferimento tecnologico (progetto
      unitario tra Università e REI di gestione delle diverse tipologie di laboratori e
      progetti di ricerca applicata) al fine di aumentare il numero di contratti di ricerca tra
      imprese del territorio e l’Università;
    • Progettare e realizzare singoli progetti di ricerca collaborativa e laboratori applicativi
      sui seguenti temi: applicazioni avanzate per la meccanica agricola, nuovi materiali,
      robotica, mobilità sostenibile e sui temi delle frontiere tecnologiche indicate dalle
      imprese nei questionari;
    • Creazione di un incubatore per imprese innovative presso l’“Area Reggiane”, concen-
      trando progetti e iniziative già oggi operative (Spinner, Inmentor, Spin off universi-
      tari, ecc.);

3 Con riferimento ad una ricostruzione dei contratti principali attivati tra il 2008 ed il 2010.
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        • Progetto di promozione delle competenze meccatroniche reggiane (vedi esperienza
          “Into mech - Mechatronic Excellence from Piemonte”, promossa dalla Camera di
          Commercio di Torino per valorizzare e mettere in contatto le aziende del cluster con
          potenziali clienti a livello internazionale, www.intomech.it);
        • Sviluppare progetti congiunti tra Istituti tecnici, Università e Imprese nel campo della
          Meccatronica (per favorire l’utilizzo di laboratori, promuovere stage, ecc...) e progetti
          di orientamento per rafforzare il numero di studenti ad indirizzo tecnico;
        • Aumentare il numero di studenti e docenti di Ingegneria Meccatronica con
          particolare riferimento a livello internazionale (aumentare capacità di attrazione)
          attraverso, ad esempio, la realizzazione di un Master sulle Tecnologie Mec-
          catroniche, seminari, finanziamento di borse di studio, progetti internazionali di
          ricerca, con l’obiettivo di diventare il più importante corso di laurea in Italia.

     Le indicazioni finali di questo lavoro di ricerca si sviluppano su 4 assi di intervento:
        • la configurazione di un progetto di trasferimento tecnologico e di diffusione di
          conoscenza, a partire dal progetto Tecnopolo;
        • lo sviluppo di un progetto di marketing territoriale;
        • il potenziamento della filiera della conoscenza;
        • la creazione di un hub dell’innovazione e del Polo della Meccatronica.
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    2           Principali fasi e attività svolte
                dal gruppo di progetto
Marzo 2010: relazione di Aimone Storchi, Presidente Club Meccatronica, agli Stati
Generali 2010

Ottobre 2010: presentazione, in occasione del workshop con Howard Gardner, di un
Position Paper sulla competenza meccatronica a Reggio Emilia, come documento base di
analisi e diagnosi per i lavori del gruppo di progetto

Novembre 2010: Avvio di una ricerca in collaborazione con Antares volta a realizzare una
“mappa” analitica e ragionata di tutte le competenze e le attività riconducibili all’innovazione
della meccanica in senso meccatronico presenti sul territorio o in fase di costituzione.
   a) Elaborazione database aziende del distretto meccatronica, schede su risorse
       locali, cluster nazionali e internazionali della Meccatronica, analisi dei 6 principali
       settori applicativi delle tecnologie Meccatroniche a Reggio Emilia (Agrimeccatronica,
       Macchine e Attrezzature di produzione/Robotica, Mobilità, Componentistica, Elettro-
       domestici, Attrezzature Parchi gioco);
   b) Invio Questionario (inviati a 200 imprese, raccolti 70), Focus group e Interviste con
       aziende di IRE, API, CNA e Confartigianato
   c) Interviste con rappresentanti attori locali (Universita, Scuole, REI, ecc... ).
       Totale: 10 incontri realizzati

Costituzione e incontri del gruppo di progetto
  1° incontro plenario del Gruppo di lavoro: Dicembre 2010
  2° incontro plenario del Gruppo di lavoro: Aprile 2011
  3° incontro plenario del Gruppo di lavoro: Giugno 2011

Componenti del Gruppo, i rappresentanti dei seguenti attori locali:
  - Comune di Reggio Emilia;
  - Provincia di Reggio Emilia;
  - Camera di Commercio;
  - Confapi;
  - Confartigianato;
  - CNA;
  - Altri Esperti (Aster, ecc.);
  - Reggio Emilia Innovazione;
  - Università di Modena e Reggio Emilia;
  - Istituti Tecnici.

Giugno 2011: presentazione dei risultati della ricerca e della prime linee progettuali in
occasione del workshop con Romano Prodi.

Luglio 2011 - Aprile 2012: approfondimento degli ambiti progettuali e definizione
puntuale dei progetti per lo sviluppo della competenza distintiva. Restituzione alla città
del risultato del lavoro del Gruppo di Progetto attraverso una serie di incontri con cittadini,
stakeholder e imprese del territorio.
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     A conclusione del lavoro di indagine e ricerca è stato predisposto un report finale dal titolo
     “La meccatronica a Reggio Emilia: da distretto industriale a nodo di conoscenze, capacità
     e reti” che sarà consultabile su www.meccatronica.org e www.comune.re.it.

     FASE 1 - Analisi e diagnosi della competenza distintiva
     Il Club Meccatronica, promosso da Industriali Reggio Emilia, è nato nel 2003 e nel corso
     degli anni ha operato lungo tre filoni d’attività. Il primo, è costituito dal confronto tra
     imprenditori e tecnici finalizzato non solo all’informazione e allo scambio d’esperienze,
     ma anche alla promozione di progetti di ricerca condivisi con l’Università. Il secondo,
     è la predisposizione di una fitta rete di relazioni capaci di connetterci con territori che
     condividono il crescente orientamento meccatronico. Il terzo e ultimo ambito di lavoro,
     è una significativa attività di studio e di promozione della tecnologia meccatronica intesa
     come variabile da cui dipende il futuro di una parte significativa dell’industria meccanica
     nazionale. In questi anni sono state prodotte diverse ricerche sulla parte del sistema
     produttivo reggiano interessata dall’evoluzione meccatronica.
     Tale impegno fa di Reggio Emilia il distretto produttivo nazionale dove maggiore è stato
     lo sforzo di interpretazione dei percorsi evolutivi della meccanica.

                      L’EVOLUZIONE DEL DISTRETTO DI REGGIO EMILIA
                          anni ’70         anni ’80           anni ’90     anni ’00

     Meccanica

                           1.868            3.467              3.190        3.502
                          imprese          imprese            imprese      imprese

                                             Inizio
                                     della specializzazione

     Meccatronica

                                                                             300
                                                                           imprese

     Nonostante il peso delle attività manifatturiere, il valore dell’export e la presenza di società
     quotate in borsa o di multinazionali tascabili, la nostra provincia e il suo Capoluogo, sono
     realtà di dimensioni medio piccole. Un sistema locale nel quale manca la massa critica
     presente, al contrario, in un numero limitato di altre aree europee. Si tratta di un dato
     oggettivo dal quale non si può prescindere nel momento in cui ci si accinge a definire
     una pianificazione strategica di lungo periodo riferita all’innovazione. Una politica che
     deve, necessariamente, considerare due elementi: il primo, è che la meccatronica a Reggio
     Emilia rappresenta oggi un orientamento tecnico emergente riguardante un numero
     significativo, ma ancora contenuto di imprese capofila; il secondo, è che lo sviluppo
     delle conoscenze meccatroniche è, per sua natura, diffuso e disperso nel mondo, con
     picchi di concentrazione nei luoghi dove si producono automobili.
13

Molta dell’evoluzione e della trasformazione della meccanica reggiana degli ultimi anni
è avvenuta, soprattutto, come risposta a sollecitazioni provenienti dal mercato sia sotto
forma di richiesta esplicita di adattamento e perfezionamento dei prodotti da parte dei
clienti, sia come risposta nei confronti dei competitor considerati come il principale
fattore di cambiamento.
Esiste un importante elemento di evoluzione interna alle imprese legato alla capacità di
intervenire, in modo costante e incrementale, nella progettazione di nuove architetture
di prodotto sulla base della tecnologia disponibile e delle collaborazioni esterne
attivabili. Negli anni precedenti la crisi avviatasi nel 2008 le quote di mercato derivanti
da prodotti emergenti risultavano in espansione sia sul mercato europeo che su quello
extraeuropeo. Un dato che conferma la trasformazione tecnologica - posta alla base del
riposizionamento competitivo delle imprese sui mercati mondiali - che ha seguito tre
processi contestuali:
    - upgrading tecnologico;
    - nuovo ciclo di vita dei prodotti;
    - esigenza di servizi in tempo reale.

In altri termini, è aumentata la quota di elettronica insita nel prodotto e, parallelamente,
è aumentata anche l’esigenza del cliente finale di ricevere informazioni in “tempo reale”
su eventuali problemi del prodotto e sulle sue prestazioni. Accanto a tutto ciò l’upgrading
tecnologico ha determinato non solo la ridefinizione del ciclo di vita dei prodotti, ma
anche un’ulteriore esigenza di assistenza e servizio di cui si devono far carico le imprese.
Oltre la metà delle aziende reggiane analizzate da Antares nel 2004 e 2007 ha attribuito
fondamentale importanza ai processi di ricerca - condotti al proprio interno - finalizzati
allo sviluppo di know-how e di nuove soluzioni. Solo in subordine le imprese sviluppano
le proprie soluzioni grazie a conoscenze esterne di fornitori, clienti e laboratori di ricerca.
Un insieme di cose che attesta il ruolo dei processi di ricerca e sviluppo interni ponendo
in rilievo la dotazione di capitale umano altamente specializzato. Un dato, quest’ultimo,
che rimanda alla criticità di reperire risorse umane adeguate a sostenere nel tempo tale
performance.

Le imprese meccatroniche reggiane producono componenti, sistemi e sottosistemi per
applicazioni industriali di vari settori per clienti internazionali (macchine operatrici,
macchine automatiche, cantieristica, logistica industriale, automobilistico, ecc.). A questo
proposito va evidenziata la crescente richiesta - avanzata dai grandi clienti - di una maggior
prossimità (produzione in loco) ai mercati in espansione come Cina, India o Brasile.
La sfida dei prossimi anni sarà, da una parte, assecondare le specifiche richieste di
delocalizzazione avanzate dalla primaria clientela e, dall’altra, saper gestire - anche da
parte della subfornitura - la qualità del prodotto, la velocità di risposta e l’adattamento
ai mercati mondiali emergenti, mantenendo inalterata - nell’equazione dei costi - la
presenza sul territorio di Reggio Emilia.

Grazie ai lavori di analisi e ricerca intrapresi negli anni scorsi e promossi dal Club
Meccatronica oggi abbiamo dei punti di partenza in relazione alla sfida posta in premessa:
   - La meccatronica a Reggio Emilia, Identità e caratteristiche di un distretto industriale
     (a cura di Antares, 2004);
   - Repertorio delle imprese attive all’interno del distretto della meccatronica di Reggio
     Emilia (a cura del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria dell’Università
     di Modena e Reggio Emilia, 2005);
   - Produzioni e competenze distintive. Meccatronica e traiettorie di sviluppo. Imprese,
     competenze, dimensione locale (a cura di Antares, 2007).
14

     Da questi lavori si possono sostanzialmente estrapolare questi elementi di conoscenza
     e distinzione:
        1. il “cuore” della meccatronica reggiana non rappresenta più del 5% del totale
             imprese del distretto industriale di Reggio Emilia ufficialmente mappato da
             ISTAT (proporzione che sale al 10% se si considerano le imprese che fanno
             componenti meccatronici);
        2. la meccatronica reggiana, soprattutto all’interno delle imprese leader, non è una
             semplice integrazione di tecnologie, ma una vera e propria “fusione”, implicando
             quindi processi di progettazione complessa in cui meccanica, elettronica e
             informatica sono parti imprescindibili del funzionamento dei componenti e dei
             prodotti finiti (Antares, 2004; Freddi, 2009; Ciapetti, 2010). Questa “fusione”,
             oggi presente su una tradizione ancora fortemente meccanica, è scontata
             soprattutto nelle tendenze di tecnologie future che richiederanno una vera e
             propria “ingegneria meccatronica” (DISMI, 2005);
        3. la leadership industriale del territorio è fortemente correlata ad una elevata
             capacità di esportazione (Antares, 2004 e 2007), soprattutto in particolari settori
             come quello dell’oleodinamica (DISMI, 2005). La destinazione dell’export è
             ancora fortemente incardinata sull’Europa (Antares, 2007 e DISMI, 2005) ma si
             registra una importante capacità dinamica a posizionarsi su nuovi mercati
             internazionali ogni qual volta si registra un indebolimento di destinazioni
             tradizionali (Antares, 2007);
        4. le top 25 della meccatronica hanno elevate capacità di adattamento competitivo
             sui mercati internazionali (Antares, 2007). La meccatronica reggiana è
             sostanzialmente un sistema ad elevata capacità di assorbimento di conoscenze
             esterne e di adattamento ad input di mercato e da parte di clienti finali (Antares,
             2007);
        5. é indubbia l’elevata capacità di R&D delle imprese meccatroniche (in media del
             3% del fatturato per le imprese leader), in virtù di esigenze di fusione tecnologica
             sopra ricordate e di competenze distintive maturate all’interno delle stesse
             imprese (Antares, 2004 e 2007). Il rendimento di tale capacità di ricerca non è
             sempre costante sia a causa di alternanza di cicli di progettazione e produzione
             all’interno delle aziende, sia a causa delle caratteristiche delle competenze dei
             laboratori interni alle imprese che uniscono appunto capacità di ricerca con
             capacità di produzione. La fonte di conoscenza è soprattutto quella industriale
             (clienti e mercato e solo in minor parte quella della ricerca universitaria);
        6. le imprese della meccatronica si distinguono per una elevata capacità di
             internalizzare le fasi di progettazione e produzione (Antares, 2007);
        7. il radicamento territoriale delle imprese leader della meccatronica è polarizzato
             tra imprese con forte radicamento (in termini di legami con fornitori locali) e
             imprese con debole radicamento. Il lavoro condotto nel 2007 da Antares ci
             consegnava una fotografia divisa al 50% tra i due comportamenti.

     Il pericolo di un debole collegamento con il territorio nasce dal fatto che la meccatronica
     rappresenta una base di conoscenza evoluta del distretto meccanico che non coinvolge
     però tutte le imprese locali. L’evoluzione resta un processo incrementale e questo riduce
     il rischio di veri e propri “strappi” tra linguaggi e routine delle aziende. Tuttavia occorre
     lavorare per rafforzare la capacità delle imprese locali di pensare all’innovazione come
     opportunità di crescita e consolidamento e far sì che lo sviluppo di nuovi prodotti e nuove
     soluzioni avvenga con il più ampio coinvolgimento possibile del distretto meccanico.
15

Una prima discontinuità. Una prima proposta concreta:
Si è voluto introdurre, con il presente lavoro, un modello di lettura dell’universo della
meccatronica, maggiormente incentrato sulle diverse funzionalità dei prodotti realizzati
dalle aziende del territorio. Le 300 imprese analizzate4 sono imprese con una produzione
meccatronica e sono state distribuite su 6 comparti:
   - Agrimeccatronica (trattrici e macchine agricole, macchine per giardinaggio, macchine
     per l’irrigazione e protezione colture);
   - Robotica industriale (automotive /garage equipment - attrezzature per autofficine,
     macchine utensili e attrezzature di produzione, packaging/material handling, logistica,
     imballaggio, movimentazione);
   - Mobilità sostenibile (componenti e sistemi per veicoli elettrici, ibridi e sistemi audio
     e infotainement - antenne, altoparlanti, navigatori, allarmi);
   - Amusement parks (attrezzature e macchine per parchi giochi);
   - Home appliances (elettrodomestici, cottura, refrigerazione, elettrodomestici per
     la pulizia, sistemi di riscaldamento, servoscale, montascale);
   - Componentistica (trasmissione di potenza, idraulica, componenti elettrici ed
     elettronici, automazione, software).

Queste 300 aziende detengono un valore complessivo di ricavi nel 2009 di oltre 6
miliardi di euro, ovvero il 19% del totale del valore delle imprese reggiane con bilanci
registrati sulla banca dati AIDA (esclusa l’agricoltura) e rappresentano, in media, il 7%
delle imprese attive nei rispettivi comparti.

In questo modo possiamo passare dal concetto della Meccatronica (concetto trasversale che
non identifica un settore) all’indicazione e valorizzazione dei principali settori che offrono
componenti e soluzioni meccatroniche e che caratterizzano Reggio Emilia nel mondo.

                Caratteristiche dei 6 comparti della meccatronica reggiana
                                                Dipendenti Ultimo
                              N. imprese                                Addetti medi
                                                    Anno Disp.
 agrimeccatronica                  17                  4.150                267
 robotica industriale             103                  6.387                66
 mobilità sostenibile              18                  2.561                142
 amusement parks                   14                   189                 15
 home appliances                   16                  4.475                280
 components                       132                 10.049                92
 Totale                           300                 27.811               144

                                       Fonte: elaborazione Antares su dati AIDA

4 Il dataset delle 300 imprese è frutto di una analisi della base associativa dell’Associazione Industriali di Reggio Emilia e
   delle basi associative di altre associazioni di rappresentanza del territorio. Per queste ultime la consultazione è avvenuta
   limitatamente alle basi dati disponibili online. Per tutte le imprese selezionate è stata condotto un esame sui rispettivi
   siti internet volto ad individuare le caratteristiche dei prodotti e tecnologiche dell’impresa.
16

                  LA MECCATRONICA COME SISTEMA INDUSTRIALE COMPLESSO

                                             3% del fatturato delle imprese di capitali presenti nella provincia di Reggio Emilia.
     Agrimeccatronica                        Numero medio di addetti: 266
                                             Alta concentrazione e alta maturità del settore.

                                             6% del fatturato delle imprese di capitali presenti nella provincia di Reggio Emilia.
     Robotica industriale                    Numero medio di addetti: 266
                                             Bassa concentrazione e bassa maturità del settore

                                             2% del fatturato delle imprese di capitali presenti nella provincia di Reggio Emilia.
     Mobilità sostenibile e
                                             Numero medio di addetti: 142
     intelligente
                                             Medio-alta concentrazione e media maturità del settore

                                             0,01% del fatturato delle imprese di capitali presenti nella provincia di Reggio Emilia.
     Amusement Park                          Numero medio di addetti: 15
                                             Bassa concentrazione e bassa maturità del settore

                                             3% del fatturato delle imprese di capitali presenti nella provincia di Reggio Emilia.
     Home appliances                         Numero medio di addetti: 280
                                             Alta concentrazione e alta maturità del settore

                                             6% del fatturato delle imprese di capitali presenti nella provincia di Reggio Emilia.
      Componentistica                        Numero medio di addetti: 266
                                             Bassa concentrazione e bassa maturità del settore

                   Censite oltre 300 imprese con una dimostrata produzione meccatronica, distribuite su 6 comparti,
                                  per un valore complessivo di ricavi nel 2009 di oltre 6 miliardi di euro

     L’industria meccanica e meccatronica reggiana evidenzia un’elevata competitività misurata -
     prima della crisi - sia attraverso le sue crescenti quote di mercato che attraverso la capacità
     di adeguare e trasformare i propri prodotti con nuove soluzioni tecnologiche. Si può
     affermare che le imprese reggiane del comparto producono valore in maniera direttamente
     proporzionale al grado di “conoscenza” disponibile al proprio interno, in termini sia di
     progettazione che di produzione. Il successo della meccanica reggiana si è basato nell’ultimo
     decennio su questa capacità di produrre innovazione a partire della conoscenza interna.

     L’analisi svolta permette di sintetizzare facendo ricorso allo schema SWOT5:

     1. I fattori distintivi del sistema di innovazione di Reggio Emilia:

     Forza
      - Presenza di una diffusa base di conoscenza meccanica;
      - Presenza di una base di conoscenza avanzata meccatronica;
      - Leadership meccatronica collegata ad alta intensità di ricerca interna delle imprese
        ed alta internazionalizzazione.

     Debolezza
      - Alta percentuale di imprese di piccole dimensioni che non innovano.

     Opportunità
      - Puntare sul Tecnopolo per rilanciare il trasferimento tecnologico come progetto di
        collegamento tra le basi di conoscenza presenti sul territorio;
      - Sistema diffuso di medie imprese.

     5 L’analisi SWOT nasce come strumento di valutazione organizzativa e si incentra sui punti di forza, debolezza, opportunità
        e minacce di istituzioni, enti e processi. Va interpretata nel modo seguente: Punti di forza = risorsa; Punti di debolezza =
        limitazione; Minacce = situazione sfavorevole; Opportunità = situazione favorevole.
17

Minacce
 - Presenza di un sistema duale di innovazione senza programmi di collegamento e di
   estensione della conoscenza.

2. Le caratteristiche della meccatronica reggiana:

Forza
 - Capacità di ricerca interna alle aziende;
 - Presenza di molteplici frontiere di ricerca in fase avanzata di sviluppo.

Debolezza
 - Limitata dotazione di risorse umane per rafforzare la ricerca interna.

Opportunità
 - Maggiore interazione tra aziende e università;
 - Progetti di collaborative research tra imprese e università sul tema dei nuovi materiali;
 - Realizzazione nuovi laboratori di prove e testing;
 - Richiesta dei fornitori di co-progettazione con i committenti;
 - Potenziamento della ricerca locale soprattutto per nuovi materiali.

Minacce
 - Rischio di un distaccamento dei committenti dalla fornitura locale;
 - Richiesta di velocità da parte dei committenti ai fornitori (senza un progetto di coordi-
   namento sulla crescita complessiva delle basi di conoscenza delle imprese fornitrici).

3. Il modello di trasferimento tecnologico di Reggio Emilia:

Forza
 - esistenza di una base di conoscenza avanzata delle imprese leader;
 - buon livello di R&D delle imprese leader;
 - conoscenza e percorsi di ricerca applicata del DISMI;
 - percorsi di ricerca collaborativa tra imprese e univesrità (si veda esempio dei laboratori
   sul bando distretti tecnologici dell’Emilia Romagna);
 - relazioni internazionali Università e imprese;
 - gruppi di ricerca tra Università e imprese (es. distretti tecnologici);
 - laboratori REI;
 - Capacità formativa di Istituti tecnici (es. Nobili).

Debolezza
 - assenza di una cultura diffusa dell’innovazione;
 - assenza di un modello condiviso di trasferimento tecnologico;
 - basso numero di diplomati tecnici e di laureati in meccatronica;
 - scarso appeal (anche per ragioni logistiche) dell’Università per studenti e docenti stranieri;
 - Tecnopolo, Campus universitario e REI non sono collocati in una unica sede fisica.

Opportunità
 - realizzazione del Tecnopolo;
 - designazione degli spazi del tecnopolo e possibilità di indirizzo al PRU reggiane;
 - lavorare su concentrazione fisica delle strutture di ricerca;
 - Individuazione di aree tematiche prioritarie (“autostrade”) su cui organizzare “gruppi di
   progetto” Università-REI-imprese;
18

       - definizione di un nuovo assetto organizzativo e di management per una nuova struttura
         condivisa di trasferimento tecnologico;
       - accordi con banche e private equity per progetti innovativi di ricerca, start-up e spin-off;
       - nascita di nuovi servizi (es. digitali).

     Minacce
      - aumento della distanza tra imprese leader e imprese subfornitrici;
      - rischio di indebolimento del ruolo dell’Università sul territorio;
      - rischio di fallimento progetto di Reggio Emilia come “città dei saperi” a forte vocazione
        tecnologica;
      - indebolimento di progetti di start-up e spin-off;
      - rischio Tecnopolo come “struttura isolata all’interno di un’area non riqualificata”.

     RISULTATI INDAGINE SU IMPRESE

     I Principali Fabbisogni tecnologici delle imprese
     La presente fase esige che si compia un passo verso una definizione specifica dei fabbi-
     sogni e delle competenze delle imprese coinvolte in processi e prodotti meccatronici, in
     rapporto con l’offerta tecnologica dell’Università.

     Sappiamo che esiste un portafoglio tecnologico che si sta trasformando in virtù dell’adat-
     tamento che le imprese attuano di fronte alle richieste del mercato ed alle evoluzioni tec-
     nologiche globali. Questa velocità di trasformazione non è elevatissima (stimata da Antares
     nel 2007 in media al 7% della produzione ogni 3 anni)6 ed è stata mappata, nel 2005, in
     termini di trend tecnologici.

                  Scenario delle competenze tecnologiche delle imprese meccatroniche reggiane
      Tecnologie in diminuzione                     Tecnologie in crescita                    Tecnologie emergenti
      Ingegneria dell’automazione                  Ingegneria dei materiali                   Materiali meccatronici;
           Ingegneria elettrica                    Ingegneria meccatronica                    Automazione, Robotica
               /elettronica                                                                   e Sistemi di Controllo;
         Ingegneria Informatica                                                               Attuatori Direct Drive;
         Ingegneria meccanica/                                                             Azionamenti Fault-tolerant;
               industriale                                                                     MEMS (Micro Electro
                                                                                               Mechanical Systems);
                                                                                             Intelligenza Ambientale:
                                                                                           Servizi Software Distribuiti
                                                                                               e Visione artificiale;
                                                                                                Interazione Uomo-
                                                                                           Macchina (Human-Machine
                                                                                               Interaction) per fini
                                                                                                    di sicurezza;
                                                                                           Sistemi idraulici industriali;
                                                                                           Diagnostica e monitoraggio
                                                                                               di macchine rotanti
                                                                                               ed isolamento delle
                                                                                                     vibrazioni
                                                        Fonte: Unimore, 2005

     6 Dato un portafoglio di prodotti emergenti sul fatturato le imprese leader meccatroniche dichiarano questo tasso medio
       come tasso di sostituzione dei propri prodotti tradizionali ogni tre anni. Ci sono tuttavia imprese in cui questa sostituzione
       arriva a toccare anche un terzo del portafoglio prodotti ogni triennio.
19

Il tema dei materiali e quello della “integrazione meccatronica” nell’ingegneria dei prodotti
sono i due orientamenti centrali che già nel 2005 venivano riconosciuti come centrali per
la meccatronica reggiana.

Con il presente lavoro si è proceduto ad aggiornare tale mappa partendo da due domande,
poste ad un campione di circa 70 imprese7 meccatroniche. La prima domanda è: “in quali
dei seguenti ambiti tecnologici avete avviato progetti di innovazione o investito negli ulti-
mi anni?”. La seconda domanda è: “qual è l’ambito di ricerca tecnologica che considerate
di frontiera per i vostri prodotti nei prossimi 5 anni?8”.

Campione di imprese: 64
Dimensione media: 234 addetti (min: 6; max: 1276)
35 producono prevalentemente prodotti finiti
26 producono prevalentemente parti complesse, sistemi, componenti9

Queste due dimensioni (l’ambito tecnologico attuale e la frontiera di ricerca) dovrebbero
permettere di distinguere tra capacità attuali e filoni di ricerca su cui intervenire anche con
azioni di accompagnamento e mediazione tecnologica e di verificare la coerenza tra offerta
e domanda di ricerca.

                               Principali ambiti tecnologici (risposte delle imprese)
       Automazione, robotica e sistemi di controllo                                                   43
                    Materiali innovativi                                                              26
               Monitoraggio e diagnostica                                                             23
     Interazione uomo macchina per fini di sicurezza                                                   16
                Sistemi idraulici industriali                                                         14

La frontiera di ricerca in molti casi è una realtà su cui le imprese stanno già operando
(75% dei casi). Si tratta - anche a livello di singole imprese - di più percorsi colloca-
ti in differenti stadi di sviluppo. In alcuni, le idee sono alla fase embrionale, a livello
di fattibilità di mercato, in altri il percorso è più avanzato e si parla di progettazione,
prototipazione e ingegnerizzazione, in altri casi ancora, la fase è a livello produttivo per-
ché l’azienda ha introitato i bisogni espressi dal mercato e si è già spinta ad adottare le
soluzioni innovative.

7 Selezionato all’interno delle 300 presentate nella sezione precedente.
8 All’interno di questo lavoro per “frontiera di ricerca” si intende il campo di ricerca e/o di sviluppo applicativo più avanzato
  all’interno di un’impresa. L’elenco completo delle frontiere di ricerca delle 64 imprese intervistate è elaborato a parte e non
  è contenuto nella presente sintesi.
9 Tre aziende dichiarano produzioni equamente distribuite tra produzioni finite e componenti.
20

                        GLI AMBITI TECNOLOGICI PRIORITARI PER REGGIO EMILIA

                                                                                 DISTRETTO TECNOLOGICO REGIONALE AUTOMOTIVE
          Automazione robotica
           sistemi di controllo                                                  Laboratorio per Sistemi Ibridi Elettrici Retrofit (SIER)
                                                                                 Capofila: Landi Renzo SpA
                                                                                 Partner: Lamborghini SpA

           Materiali innovativi                                                  DISTRETTO TECONOLGICO REGIONALE ROBOTICA
                                                                                 Laboratorio del distretto tecnologico per la robotica mobile
                                                                                 Capofila: Electric 80 SpA
                                                                                 Partner: Emak SpA, Motor Power Company Srl,
                Monitoraggio                                                                Tellur Rota SpA, Adel System Srl,
                e diagnostica                                                               Zivan Srl

                                                                                 DISTRETTO TECNOLOGICO REGIONALE MECCANICA AGRICOLA
           Riduzioni consumi                                                     Laboratorio Isotractor del distretto meccanica agricola
               energetici                                                        Capofila: Ognibene SpA
                                                                                 Partner: Argo Tractors SpA, Walvoil SpA,
     L’ambito dei materiali innovativi è quello su cui                                     Comer Industries SpA, Cobo SpA,
     il sistema locale deve investire maggiormente                                         Arag Srl, Re:lab Srl

     Ambiti tecnologici prioritari in cui negli ultimi                           Collegamento tematico con distretti tecnologici riconosciuti
     anni sono stati avviati progetti segnalati                                  dalla Regione Emilia Romagna a valere sul primo "bando
     dal campione di imprese meccatroniche.                                      distretti tecnologici 2010".

     Fabbisogni delle imprese meccatroniche
     Sulla base dei dati raccolti, la ricerca interna è il canale prevalentemente utilizzato dalle
     imprese e in coerenza con quanto affermato, fra i fabbisogni principali segnalati dalle im-
     prese per il raggiungimento della frontiera tecnologica, il potenziamento della ricerca e
     sviluppo interni all’azienda rimane la priorità più rilevante.
     L’acquisizione di risorse umane altamente specializzate e il potenziamento/ricerca di forni-
     tori specializzati rappresentano altri due elementi di notevole rilevanza.

                   Fabbisogni delle imprese per il raggiungimento della frontiera tecnologica.
                Media dei punteggi ottenuti da ciascuna voce (1=priorità nulla, 5=massima priorità).

      5

      4         3,72                3,63
                                                     3,47
                                                                        3,26
                                                                                             3,05
      3                                                                                                           2,85
                                                                                                                                      2,71

                                                                                                                                                         1,95
      2

      1

      0
           Potenziamento         Acquisizione       Fornitori       Collaborazioni        Sviluppo di        Investimento in     Collaborazioni
             della ricerca     di risorse umane   specializzati      con centri di     progetti congiunti   nuovi macchinari/       con centri
          e sviluppo interni       altamente                      ricerca/università   con altre imprese        tecnologie      di ricerca privati
              all’azienda        specializzate                                                                di produzione                          Investimento in
                                                                                                                                                     nuovi spazi fisici

                                                                  Elaborazioni Antares
21

In particolare, per quanto riguarda i rapporti di filiera, in molti casi ci si trova di fronte ad
imprese che assumo un duplice ruolo: quello di committenti e quello di fornitori. Questo è
dovuto al fatto che parte delle imprese intervistate realizzano sistemi complessi che vanno
inseriti in prodotti finali e che per la loro realizzazione, necessitano di forniture di vario
tipo.
Nella loro veste di committenti, le imprese hanno fornito alcune indicazioni che possono
essere raccolte per rafforzare il legame con le imprese del territorio, ma prima di entrare
nel merito, occorre evidenziare la natura (locale, regionale, nazionale o internazionale)
della subfornitura.
Alla luce delle informazioni raccolte, i rapporti con la subfornitura locale sono ancora im-
portanti: il 32% delle imprese (18 in valori assoluti) si rapporta con imprese della subforni-
tura a livello prevalentemente locale10. Se estendiamo i confini locali all’ambito regionale,
il dato sale a circa il 40%, questo significa che 22 imprese su 56 hanno oltre il 50% dei
subfornitori collocati in Emilia-Romagna.
Il dato conferma i risultati emersi nella precedente ricerca11, in cui, pur sottolineando il
rischio di un allontanamento dei committenti dalla fornitura locale, specialmente per le
produzioni emergenti, questi in molti casi rimanevano ancorati alle imprese locali in virtù
di caratteristiche imprescindibili quali qualità, fiducia e specializzazione.

                    Imprese intervistate e distribuzione territoriale della subfornitura

        Imprese
    con subfornitura                                                                     Imprese
       distribuita                                                                   con subfornitura
    omogeneamente                                                                    prevalemtemente
     fra più ambiti                                                                       locale
         33,9%                                                                            32,2%

                                                                                                Imprese
                                                                                           con subfornitura
                                                                                           prevalemtemente
          Imprese
                                                                                               regionale
      con subfornitura                                     Imprese                               7,1%
      prevalemtemente                                 con subfornitura
       internazionale                                 prevalemtemente
      (fuori dall’Italia)                                 nazionale
           10,7%                                       (fuori regione)
                                                            16,1%

                                              Elaborazioni Antares

Attualmente il rischio di distacco tra imprese leader e subfornitura locale non è scon-
giurato; la specializzazione prevalentemente meccanica della subfornitura pone le
imprese di fronte alla competizione dei paesi emergenti, in grado di fornire semilavo-
rati e componenti a costi estremamente concorrenziali. Ma le variabili fiducia, qualità,
specializzazione e vicinanza - in particolare - non vanno sottovalutate.

10 Prevalente significa 50% e oltre delle imprese segnalate.
11 “Meccatronica e traiettorie di Sviluppo. Imprese, competenze, dimensione locale” a cura di Antares, Associazione
  Industriali di Reggio Emilia, anno 2007.
22

     É per questo che, visti i tempi sempre più ristretti del time to market la necessità principale
     delle aziende committenti è legata alla riduzione dei tempi di risposta da parte della catena
     della fornitura alle sollecitazioni del mercato. Al di là della logica del migliore prezzo, in-
     fatti, l’arma vincente sembra essere quella della velocità di adattamento alle sollecitazioni.
     In questo caso, un miglioramento dell’organizzazione interna da parte dei fornitori, unito
     alla naturale prossimità geografica può giocare un ruolo determinante nel rafforzamento
     del legame fra committenza e subfornitura locale.
     A questa variabile chiave, vanno aggiunte anche la necessità di sviluppare progetti inno-
     vativi assieme al committente e di investire in formazione e in ricerca. Tutti segnali che
     puntano ad un’emancipazione complessiva della fornitura che deve avere un ruolo più
     attivo all’interno della filiera.

                                Imprese committenti: caratteristiche richieste ai fornitori.
                    Media dei punteggi ottenuti da ciascuna voce (1=priorità nulla, 5=massima priorità).

     Localizzarsi insieme a noi a ridosso dei nostri clienti internazionali

                                     Gestire funzioni di capo commessa

                            Progettare autonomamente le parti richieste

                                         Adottare certificazioni di qualità

                                                  Fornire parti complesse

                                                Trattare materiali speciali

               Condividere con noi le informazioni in modo più veloce

               Investire in nuovi macchinari e tecnologie di produzione

                                                       Investire in ricerca

                     Investire in formazione (risorse umane qualificate)

                                   Sviluppare con noi progetti innovativi

      Rispondere alle nostre sollecitazioni (produttive) in minor tempo

                                                                              0           0,5     1       1,5    2       2,5    3       3,5    4       4,5

                                                                                      Elaborazioni Antares

     La collaborazione orientata allo sviluppo congiunto di progetti innovativi trova corrispon-
     denza anche fra gli elementi selezionati dalle imprese nella loro veste di fornitori. Queste
     chiedono una maggiore compartecipazione nello sviluppo di progetti innovativi, una ra-
     zionalizzazione delle commesse orientata verso la fornitura locale (richiedere localmente
     parti complesse) e una condivisione delle informazioni in modo più veloce.

                              Imprese della fornitura: caratteristiche richieste ai committenti.
                    Media dei punteggi ottenuti da ciascuna voce (1=priorità nulla, 5=massima priorità).

                                Richiedere localmente trattamenti speciali

     Aiutarci ad investire in nuovi macchinari e tecnologie di produzione

           Aiutarci ad investire in formazione (risorse umane qualificate)

                                            Aiutarci ad investire in ricerca

                 Condividere con noi le informazioni in modo più veloce

                   Richiedere localmente parti complesse e co-progettate

                                    Sviluppare con noi progetti innovativi

                                                                                  0        0,5        1    1,5       2    2,5       3    3,5       4    4,5

                                                                                      Elaborazioni Antares
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