IMU, CIA: DECRETO DEBITI PA NASCONDE MANNAIA DA 700MLN - Agricolae

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IMU, CIA: DECRETO DEBITI PA NASCONDE MANNAIA DA 700MLN - Agricolae
IMU, CIA: DECRETO DEBITI PA
NASCONDE MANNAIA DA 700MLN
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atori dipendenti e i pensionati rischiano di pagare oltre 700
milioni di euro in più per l’Imu. A determinare questa nuova
“mannaia” sono le nuove norme contenute nel recente decreto
(dl 35/13) che sblocca i debiti della Pubblica
amministrazione. Un provvedimento che nasconde un ulteriore e
gravoso appesantimento degli oneri amministrativi e
burocratici per i cittadini. Un esborso che si raddoppia se si
calcolano i costi che dovranno sostenere anche le imprese. A
denunciarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che,
facendosi carico dei disagi evidenziati dal proprio Centro di
Assistenza fiscale (Caf-Cia), stigmatizza le modifiche
apportate che ancora una volta sono tese a semplificare o ad
agevolare il lavoro degli enti a discapito dei contribuenti.
Oltre alla pretesa di obbligare i cittadini a fare due calcoli
distinti per il versamento dell’imposta, prima in acconto e
poi a saldo per l’Imu, la Cia contesta il fatto che è stata
lasciata mano libera ai comuni per modificare, nel corso
dell’anno, le aliquote senza alcuna limitazione. In questo
modo, si raddoppiano gli oneri amministrativi a carico dei
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cittadini e delle imprese. Il decreto sblocca debiti,
riscrivendo il comma 13 bis dell’articolo 13 del dl 201/11,
infatti, non solo ha posticipato al 16 maggio la scadenza
della pubblicazione di delibere -regolamenti comunali sul
portale del federalismo fiscale, ma -aggiunge la Cia- ha
modificato anche il sistema di calcolo delle rate dell’Imu. A
seguito delle modifiche introdotte, la prima rata (con
scadenza 17/06/2013) deve essere pagata in base alle aliquote
e detrazioni delle delibere/regolamenti pubblicati sul portale
del federalismo fiscale entro il 16 maggio 2013; in caso di
mancata pubblicazione entro tale data, il versamento della
prima rata -sottolinea la Cia- è determinato in misura pari al
50 per cento dell’Imu dovuta sulla base delle
aliquote/detrazione dell’anno precedente. La seconda rata (con
scadenza 16/12/2013) -ricorda ancora la Cia- deve essere
eseguita, a saldo dell’imposta dovuta per l’intero anno, in
base alle aliquote e detrazioni delle delibere-regolamenti
pubblicati sul portale del federalismo fiscale entro il 16
novembre 2013; in caso di mancata pubblicazione entro la data
fissata, si applicano le delibere/regolamenti pubblicati entro
il 16 maggio dell’anno di riferimento, oppure in mancanza,
quelli adottati l’anno precedente. I comuni hanno, quindi, la
facoltà di inserire ulteriori delibere per modificare le
aliquote in sede di seconda rata e il contribuente -avverte la
Cia- sarà tenuto a verificare questa opzione prima di
procedere al pagamento del saldo, vedendosi peraltro preclusa
la possibilità di pagare l’Imu in un’unica soluzione. Tale
macchinoso sistema di calcolo, oltre ad essere prevedibile
fonte di numerosi errori, crea notevoli disagi per i
contribuenti, i quali -sostiene la Cia- non solo non possono
ottenere il servizio di liquidazione dell’Imu in sede di
assistenza fiscale per la redazione del modello 730 (come,
invece, avveniva per l’Ici), ma non potranno contare su
tariffe di elaborazioni Imu inferiori, stante la mole di
lavoro che viene riversata sui soggetti deputati a fornire
loro assistenza fiscale.
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PESCA, COLDIRETTI: IL PESCE
ITALIANO E’ GIA’ FINITO
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comincia a mangiare quello importato. E’ Impresa Pesca
Coldiretti a lanciare l’allarme sulla accresciuta dipendenza
dall’estero per i consumi di pesce con il grado di
autosufficienza dell’Italia che è sceso dal 32,8 per cento al
30,2 per cento negli ultimi due anni secondo il report di
Ocean2012. Rispetto allo scorso anno le disponibilità
nazionali di pesce – sottolinea la Impresa Pesca Coldiretti –
si è esaurita con una settimana di anticipo a conferma delle
crescenti difficoltà che devono affrontare i pescatori
italiani che impiegano circa 13.500 imbarcazioni nella
raccolta soprattutto di alici, vongole, sardine, naselli,
gamberi bianchi, seppie, pannocchie, triglie, pesce spada e
sugarelli. La classifica delle produzioni per volume di
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fatturato – precisa Impresa pesca Coldiretti invece
primeggiare il nasello, davanti ad alici, seppie, gamberi
bianchi, scampi, pesce spada, gamberi rossi, vongole,
pannocchie e sogliole. ll deficit nazionale – denuncia Impresa
Pesca Coldiretti – potrebbe ulteriormente aumentare per
effetto della crisi che ha determinato un riduzione dei prezzi
di vendita ed un aumento dei costi di produzione che per circa
la meta sono rappresentati dal gasolio mentre si fa sempre più
grave la stretta creditizia delle banche. La forbice tra
prezzo all’origine e prezzo al consumo – ricorda Coldiretti
Impresa Pesca – si e sempre più allargata. Mediamente su ogni
euro del prezzo al consumo agli operatori di settore sono
destinati solo 25 centesimi. Secondo elaborazioni Impresa
Pesca Coldiretti su dati Ismea, anche per effetto della crisi,
il consumo domestico di prodotti ittici è diminuito
complessivamente dell’1,5 per cento nel 2012. In calo,
soprattutto, gli acquisti di pesce fresco, scesi del 3 per
cento rispetto allo scorso anno ed in particolare di alici
(-9,9 per cento), calamari (-8 per cento) e vongole. Ad
aumentare le difficoltà il fatto che due pesci su tre
consumati in Italia provengono dall’estero, ma attualmente la
legge sull’etichettatura prevede la sola indicazione della
zona di pesca che peraltro non è prevista obbligatoriamente
per il pesce servito al ristorante. Secondo Impresa Pesca
Coldiretti solo rendendo obbligatoria l’etichettatura
d’origine potrà essere garantita piena trasparenza rispetto
alla situazione attuale in cui si moltiplicano i casi di pesce
straniero spacciato per italiano. Basta pensare al pangasio
del Mekong, venduto come cernia, fino al polpo del Vietnam
spacciato per nostrano. Ma – denuncia Coldiretti – ci sono
anche l’halibut atlantico spacciato per sogliola, il dentice
dalla Mauritania e le vongole turche, mentre i gamberetti sono
spesso targati Cina, Argentina, Mozambico o, ancora, lo stesso
Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con
antibiotici che in Europa è vietato in quanto pericoloso per
la salute.
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COLDIRETTI: PROVA COSTUME
FALLITA PER 4 ITALIANI SU 10.
7,7 MLN A DIETA
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tume è fallita per oltre quattro italiani su dieci (32 per
cento) che risultano sovrappeso o addirittura obesi (11 per
cento), con una netta prevalenza degli uomini rispetto alle
donne. E’ quanto afferma la Coldiretti nel fare un bilancio
del primo assaggio di caldo che ha portato nel week end molti
italiani a scoprirsi al mare, al lago o nelle aree verdi delle
città. Il ritardo dell’arrivo della primavera che è stata
segnata fino ad ora da pioggia e basse temperature ha favorito
l’accumulo di peso con circa 7,7 milioni di italiani degli
italiani che si mettono a dieta per recuperare un gradevole
aspetto fisico.

La situazione è dunque preoccupante anche se per la prima
volta dopo decenni si è registrata – sottolinea la Coldiretti
– una inversione di tendenza sotto la pressione della crisi:
in Italia nell’ultimo triennio si è verificato un
significativo calo del numero di cittadini in sovrappeso di
mezzo punto percentuale, con oltre 250mila persone che hanno
stretto la cinghia dei pantaloni e sono ora in perfetta forma.

Con l’arrivo della bella stagione il duro confronto con la
realtà non manca tuttavia – continua la Coldiretti – di
spingere molti altri ad un aumento dell’esercizio fisico e al
consumo di prodotti come la frutta e la verdura
particolarmente indicati per recuperare la forma fisica
perduta. Uno stile di vita piu’ piu’ attento alla salute che –
precisa la Coldiretti – è da molti trascurato durante il
periodo invernale con il 40,3 per cento degli italiani che si
comporta in modo sedentario mentre solo il 18,4 per cento
mangia frutta e verdura almeno quattro volte al giorno secondo
le regole della sana alimentazione durante l’anno, secondo
l’ultimo rapporto Istat/Cnel sul benessere.

L’arrivo della bella stagione è quindi un momento di svolta
per circa 16,9 milioni di italiani che dichiarano di seguire
una dieta e di questi ben 7,7 milioni che dichiara di farlo
regolarmente secondo l’ultimo rapporto Coldiretti/Censis, con
un profondo cambiamento delle abitudini alimentari ed una
intensificazione dell’attività sportiva.

Se – continua la Coldiretti – è scontro tra le diverse
proposte dei dietologi per affrontare il sovrappeso,
tisanoreica, dissociata, del sondino e Dukan, sono invece
unanimemente riconosciuti i benefici della dieta mediterranea.
I suoi prodotti base, a partire dal consumo di frutta e
verdura, possono aiutare – spiega la Coldiretti – a recuperare
la forma perduta ma sono anche considerati indiscutibilmente
come essenziali per garantire una buona salute soprattutto per
la crescita nelle giovani generazioni. Pane, pasta, frutta,
verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino
consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli
italiani – conclude la Coldiretti – di conquistare fino ad ora
il record della longevità con una vita media di 79,4 anni per
gli uomini e di 84,5 per le donne, tra le piu’ elevate al
mondo.

com

AGRICOLTURA, CONFCOOPERATIVE:
AGGREGAZIONE UNICA VIA DI
SVILUPPO
                                         “Per            dare
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                                         italiana     bisogna
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                                         vogliamo evitare che
migliaia di aziende agricole chiudano ogni anno, il progetto
più serio, l’unica possibilità di ridare sviluppo al comparto
rimane a nostro avviso l’organizzazione in filiera, che tenga
insieme cioè le fasi della produzione, trasformazione e
vendita”. Lo ha detto il Presidente di Confcooperative
Maurizio Gardini nel suo intervento conclusivo al convegno
promosso dall’Op Ortofruit Italia per festeggiare il decennale
della cooperativa. “Le soluzioni che la cooperazione indica
non sono prese di posizioni aprioristiche – ha spiegato
Gardini – dal momento che è lo scenario stesso in cui operiamo
che ci indica le strade obbligate che abbiamo davanti. Uno
scenario che è contraddistinto dall’aumento della competizione
da un lato (nel mondo c’è un maggior numero di paesi che
producono e vendono) e dal drastico calo dei consumi interni
dall’altro, sintomo di una crisi esasperata”. “Allora le
risposte a questa situazione, lo voglio ribadire ancora una
volta – ha proseguito Gardini – non sono il mercato locale, né
quello nazionale. Con ciò non intendo dire che entrambi vadano
abbandonati, ma che se non ci apriamo ad intercettare la
domanda di consumi dei paesi lontani, non saremo in grado di
garantire più redditività alle nostre aziende. Stante il
drastico crollo dei consumi interni, quanti sostenevano che il
mercato locale fosse la vera sfida dell’agricoltura italiana
del futuro, dovrebbero venire a testata bassa a chiedere
scusa”. Come sarà l’agricoltura italiana nei prossimi dieci
anni? Per Gardini ancora una volta la risposta sta tutta
nell’analisi dei numeri. L’ultimo Censimento dell’agricoltura
dell’Istat ci ha consegnato una fotografia in cui operano
complessivamente poco più di un milione e mezzo di aziende, di
cui oltre la metà sono sotto i due ettari (“aziende familiari
e sottodimensionate che corrono il concreto rischio nei
prossimi anni di scomparire”) – ed altre 500mila lavorano
superfici in media di 7-8 ettari.

È un quadro contraddistinto, ha commentato il presidente di
Confcooperative, “da una frammentazione del tessuto produttivo
che non ci porta da nessuna parte e che ha invece una sola
strada davanti, l’integrazione. È questa la tesi che come
cooperazione portiamo avanti da anni e che sosteniamo e
difendiamo sia a livello nazionale che a livello comunitario,
grazie ad una azione di lobbying che spesso ci vede impegnati
insieme ad altri grandi paesi produttori europei”. “Noi
all’Europa chiediamo – ha dichiarato Gardini – che si
costruisca uno sviluppo dell’agricoltura intorno allo
strumento    principe    dell’integrazione     che   è   l’OP
(organizzazione di produttori), ma non quelle fittizie o “di
carta”, bensì solo quelle che hanno la disponibilità fisica
del prodotto e che lo commercializzano tutti i giorni
dell’anno”. “Se l’Europa procedesse a smantellare l’attuale
sistema di aiuti del comparto ortofrutticolo che fa perno
sulle OP – così ancora Gardini – il comparto subirebbe un
colpo letale e rischierebbe di scomparire”. Gardini ha anche
difeso il sistema di aiuti percepiti dalle Op ortofrutticole.
“Negli ultimi 10 anni – ha precisato – al sistema
ortofrutticolo organizzato sono arrivati complessivamente 1,5
miliardi di euro. Ora rispetto ai 50 miliardi di euro di cui
il nostro Paese complessivamente ha beneficiato si può forse
dire che le OP abbiano fatto poco? Certamente no, se solo si
pensa al prezioso lavoro che esse svolgono ad esempio per
aprire nuove rotte di mercato in Corea e Canada per kiwi e
mele, con risultati che vanno a beneficio dell’intero
sistema”. “Non si può dire che siano spese con lo stesso
livello di efficienza – ha concluso Gardini – le risorse
comunitarie che le aziende percepiscono attraverso la forma
dei cosiddetti ‘aiuti diretti’. Alcuni di questi aiuti
arrivano in alto, ad un sistema di aziende che potrebbero
anche farne a meno, altri invece hanno come beneficiari un
numero complessivo di oltre 500.000 aziende, dando vita a
complessi apparati burocratici per la compilazione delle
richieste di aiuti e la gestione della pratica. Qualcuno ha
mai evidenziato quanto costi alle casse dello Stato la
gestione di un fascicolo aziendale e a quanto ammonti il
contributo che riceve la singola azienda?”

com
METEO: COLDIRETTI, PRIMAVERA
RITARDATA TAGLIA 10% RACCOLTI
L’atteso arrivo del bel tempo consente finalmente l’accesso
dei trattori nei campi allagati per le precipitazioni record
che hanno fatto crollare anche del 10 per cento le previsioni
dei raccolti nelle campagne del nord Italia dove nel mese di
marzo è caduto il triplo della pioggia con effetti disastrosi
sulle semine e sui trapianti delle piantine per tutte le
colture, dal mais al pomodoro alle verdure. E’ quanto emerge
da un monitoraggio della Coldiretti sulla base delle
rilevazioni Isac Cnr che hanno evidenziato complessivamente in
Italia un aumento a marzo del 60 per cento delle
precipitazioni, ma con punte del 300 per cento nel nord est,
rispetto alla media di riferimento 1971- 2000. L’inizio della
primavera – sottolinea la Coldiretti – è stato infatti
contraddistinto da piovosita’ eccezionalmente abbondante che
ha fatto si’ che le semine di bietola, patata, foraggere,
mais, sorghi, pomodoro ed altre orticole siano in forte
ritardo e questo influirà notevolmente sulle produzioni al
momento del raccolto. A questo si aggiungono i danni provocati
dalle frane e dagli smottamenti a seguito dei temporali delle
ultime settimane che hanno minacciato anche l’attivita’
vitivinicola e la coltivazione degli ulivi. Unico dato
positivo il fatto che – conclude la Coldiretti – la situazione
di piogge prolungate ha consentito di ricaricare le falde ed i
bacini e dovrebbe quindi essere scongiurato il rischio della
siccità estiva nei mesi di luglio ed agosto quando si
concentra la domanda di acqua per la crescita delle colture.

com
CRISI, COLDIRETTI: GITE AL
VIA MA PARTE MENO DI 1
STUDENTE SU 3
Neanche uno studente su tre parteciperà quest’anno alle gite
scolastiche che iniziano con l’arrivo della bella stagione. E’
quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la crisi ha
colpito anche il turismo scolastico con un taglio delle
partenze, la scelta di mete piu’ vicine e il minor tempo di
permanenza. Per effetto delle difficoltà economiche delle
famiglie e della riduzione dei fondi per la scuola si stima
che quest’anno – sottolinea la Coldiretti – ci sarà un calo di
almeno il 20 per cento rispetto ai 930mila studenti delle
scuole superiori che nell’anno scolastico 2011/2012 hanno
partecipato a una gita scolastica, secondo l’ osservatorio sul
turismo scolastico del Touring Club Italiano.

In molti casi – continua la Coldiretti – sono gli stessi
genitori a chiedere di eliminare le uscite extrascolastiche
durante l’anno per contenere le spese ma anche per evitare
discriminazioni tra i ragazzi che non possono piu’ permettersi
di partecipare. Ma una vera scure – precisa la Coldiretti – è
rappresentata da una crescente indisponibilità dei docenti che
non si vedono piu’ riconosciuta l’indennità di missione
nonostante debbano caricarsi di una pesante responsabilità,
come dimostrano i ripetuti e gravi episodi di cronaca. Il
risultato non è solo la drastica riduzione dei viaggi ma –
sostiene la Coldiretti – anche un radicale cambiamento delle
destinazioni che privilegiano in misura crescente le
escursioni mordi e fuggi in giornata. Per tagliare i costi
nella stragrande maggioranza dei casi si dice addio alla
pizzeria o al ristorante e si ritorna praticamente ovunque al
pranzo al sacco spesso preparato direttamente dalla scuola o a
casa dai genitori. Diversa è anche la scelta del souvenir del
viaggio con la sostituzioni di statuine, gadget e magliette
con prodotti tipici del luogo visitato come formaggi, salumi,
miele, sott’oli o vino da portare ai genitori. Non è una caso
che negli anni della crisi i turisti italiani e stranieri
hanno aumentato la spesa per vino e alimenti che fa registrare
un incremento record del 43 per cento negli ultimi quattro
anni per un valore di 10,1 miliardi, in netta controtendenza
con il calo fatto registrare da tutte le altre voci secondo le
elaborazioni Coldiretti su dati Isnart.

In questo contesto un vero boom si registra per il turismo
ecologico ed ambientale come dimostra il fatto nei parchi e
nelle aree protette il 20 per cento dei visitatori sono
proprio i giovani in gita scolastica. Una scelta giustificata
dai costi contenuti, dall’elevato valore educativo e dalla
pluralità di mete disponibili senza dover percorrere grandi
distanze, in un Paese come l’Italia puo’ contare su ben 871 i
parchi e aree naturali protette che coprono ben il 10 per
cento del territorio nazionale.

La vera novità degli ultimi anni sono però le fattorie
didattiche che si sono moltiplicate nelle campagne diventando
le mete piu’ gettonate delle gite organizzate soprattutto
nelle scuole primarie. Secondo il censimento della Coldiretti
con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca sono presenti in Italia 1300 fattorie didattiche
autorizzate dove gli alunni delle scuole elementari e medie
possono trascorre una giornata all’aria aperta a diretto
contatto con le coltivazioni e gli animali, che in molti non
hanno mai visto. Si tratta secondo la Coldiretti di una
pedagogia viva dell’”imparare facendo” attraverso attività
pratiche ed esperienze dirette come seminare, raccogliere,
trasformare, manipolare e creare che privilegia il contatto
con il reale attraverso l’incontro con il mondo animale e
vegetale.

com
CONFCOOPERATIVE: AVICOLTURA
MODELLO FILIERA AGGREGATA
“L’agroalimentare non avrà futuro e non ha neanche un presente
se resta privo di una organizzazione di filiera. Il settore
avicolo è in tal senso uno straordinario esempio di
aggregazione, che ha saputo coniugare qualità, efficienza ed
innovazione”. Lo ha detto il Presidente di Fedagri-
Confcooperative Maurizio Gardini nel suo intervento conclusivo
al convegno Cooperazione ed avicoltura, qualità ed innovazione
svoltosi oggi a Forlì nell’ambito della Fieravicola. “La
filiera delle carni avicole – ha proseguito Gardini – ha
conosciuto una rapida evoluzione, caratterizzata dalla
massiccia uscita dal mercato a partire dagli anni 70 di
imprese più marginalizzate e dalla conseguente polarizzazione
intorno ad alcuni grandi player dai numeri importanti, che si
sono specializzati prevalentemente nelle innovazioni
produttive. Oggi il comparto è un modello di filiera
organizzata, che fattura complessivamente oltre 5,75 miliardi
di euro, in larga parte (4,5 miliardi) realizzato dalle oltre
31 cooperative e 550 soci aderenti a Fedagri, che danno lavoro
a ben 10.000 addetti”.

C’è una strada tuttavia che secondo Gardini il settore può
percorrere per recuperare ancora margini di efficienza: andare
oltre il mercato interno, intercettando consumi fuori
dall’Italia, ciò “nonostante i problemi degli alti costi o
della shelf life che sono in ogni caso comuni anche ad altri
settori orientati all’export come il vino e l’ortofrutta”.
L’assessore regionale Tiberio Rabboni ha sottolineato
“l’attitudine della forma cooperativa ad integrare i vari
anelli delle filiere produttive e a portare avanti processi di
innovazione nella stessa filiera”. Rabboni ha inoltre
evidenziato la possibilità che dalla prossima programmazione
2014-2020 anche le cooperative possano accedere alla dotazione
finanziaria prevista dallo sviluppo rurale per accedere a
finanziamenti per la ristrutturazione delle linee produttive,
l’ammodernamento degli stabilimenti e del benessere animale.
Il rappresentante di Confcooperative presso il Copa cogeca
Gianluca Bagnara ha infine sottolineato l’importanza per le
imprese di riuscire a garantire tutto il controllo della
filiera, con investimenti – che partano dall’ambiente e
arrivino fino alla trasformazione e alla comunicazione –
insieme alla necessità che venga rispettato il principio di
reciprocità, ossia l’obbligo per tutte le imprese, dal nord
Europa al Sudamerica, di lavorare rispettando le stesse
regole.

UNIONCAMERE: PARTE SIAFT,
ALLA SCOPERTA PRODOTTI DEL
SUD
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so il primo evento 2013 targato Siaft dedicato all’Agri Food
che permette alle piccole imprese del Sud Italia di entrare in
contatto con i mercati internazionali: Il SIAFT – B2B OLIO si
terrà il 16 e il 17 aprile presso la sede della Fondazione
Molise Cultura (Palazzo ex GIL) del capoluogo e sarà dedicato
ad un’eccellenza italiana, l’olio extravergine di oliva. Il
settore olio è rilevante anche per l’economia molisana per la
quale il suo export rappresenta un dato in crescita: rispetto
all’anno precedente, nel 2012 si è registrato un incremento
del 33% delle esportazioni, soprattutto verso America, Asia e
anche Europa. Il SIAFT (Southern Italy Agri Food and Tourism),
giunto quest’anno alla quarta edizione, è il progetto
sull’internazionalizzazione, finalizzato a promuovere le
realtà imprenditoriali del Centro Sud Italia, con un ventaglio
di azioni mirate tese a consolidare la posizione e l’immagine
dei prodotti d’eccellenza. L’iniziativa è promossa da
Unioncamere, con il supporto di Mondimpresa, cofinanziato dal
Ministero dello Sviluppo economico e organizzato da 18 Camere
di commercio del Centro-Sud Italia[1] con il supporto della
rete camerale estera. All’incontro SIAFT – B2B OLIO di
Campobasso parteciperanno 64 imprese del meridione, anche di
piccole dimensioni, che avranno l’opportunità di incontrare 16
buyers provenienti da tre diversi continenti (Francia,
Polonia, Germania, Canada e Giappone). La novità di Siaft 2013
è rappresentata dalla presenza di aziende “matricole” le quali
finora non avevano mai esportato o lo avevano fatto in modo
occasionale, ma che hanno adesso l’opportunità di essere
rappresentate sui più importanti mercati internazionali. A
introdurre i lavori di SIAFT – B2B OLIO interverranno Paolo di
Laura Frattura, Presidente della Regione Molise, Sandro
Pettinato, Vice Segretario Generale Unioncamere Italiana,
Amodio De Angelis Presidente Unioncamere Molise e Presidente
CCIAA di Campobasso.

CONFEURO:   DATI  ISMEA  SU
PREZZI   AGRICOLI   SEGNALE
IMPORTANTE PER SETTORE
I dati riportati da Ismea sui prezzi agricoli – dichiara il
presidente nazionale della Confeuro Rocco Tiso – possono
essere visti come una vera boccata d’ossigeno per l’intero
settore agroalimentare. L’indice ha fatto registrare un
incremento dell’1,1% su febbraio 2013 e del 10,2% rispetto a
marzo 2012. E’ su su questi binari che bisogna continuare a
viaggiare, con l’obbiettivo – continua Tiso – di riportare il
mercato agricolo agli standard che gli competono. Il lavoro
sui campi – prosegue Tiso – non può e non deve essere
svenduto, mentre troppo spesso gli operatori e i produttori
agricoli non hanno un corrispettivo economico adeguato,
soffrendo la morsa della recessione in atto e, non essendoci
alcuna tutela, molte aziende sono costrette a chiudere i
battenti. La ripresa economica – conclude Tiso – può ripartire
proprio dall’agricoltura; investire sulla sua modernizzazione
e predisporre incentivi in suo favore dovrebbero essere visti
come questioni etiche oltre che pratiche, invece troppo spesso
il comparto agricolo è stato messo da parte dalle istituzioni
in generale, che non ne hanno mai colto fino in fondo l’alto
valore economico e sociale.

red

INFLAZIONE, CONFAGRI: CALANO
QUOTAZIONI ORTAGGI E VERDURA.
MA PREZZO DA CAMPO A TAVOLA
QUINTUPLICA
All’ulteriore rallentamento dell’inflazione – (+0,2%) a marzo
rispetto al mese di febbraio – ha contribuito senz’altro la
diminuzione dei prezzi degli alimentari non lavorati (-0,2%)
ed in particolare di verdura e ortaggi (-2,3%). Lo ricorda il
Centro Studi di Confagricoltura analizzando i dati
sull’inflazione a marzo, diffusi oggi dall’Istat. “Vanno
monitorati    attentamente   i   mercati”,   sottolinea
Confagricoltura, che sollecita un riequilibrio delle
quotazioni nella filiera. “Seguendo il viaggio delle zucchine
dal campo alla tavola, effettuato ieri (11 aprile) si scopre
infatti che il produttore le ha vendute a 0,56 euro/kg, il
grossista a 0,89 euro/kg, ma sui banchi di vendita sono
arrivate, mediamente, a 2,55 euro/kg. In pratica il prezzo,
dal produttore al consumatore, è quintuplicato”.

red
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