IMU, CIA: DECRETO DEBITI PA NASCONDE MANNAIA DA 700MLN - Agricolae
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IMU, CIA: DECRETO DEBITI PA NASCONDE MANNAIA DA 700MLN Un’al tra amara sorpr esa per i contr ibuen ti itali ani. I lavor atori dipendenti e i pensionati rischiano di pagare oltre 700 milioni di euro in più per l’Imu. A determinare questa nuova “mannaia” sono le nuove norme contenute nel recente decreto (dl 35/13) che sblocca i debiti della Pubblica amministrazione. Un provvedimento che nasconde un ulteriore e gravoso appesantimento degli oneri amministrativi e burocratici per i cittadini. Un esborso che si raddoppia se si calcolano i costi che dovranno sostenere anche le imprese. A denunciarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori che, facendosi carico dei disagi evidenziati dal proprio Centro di Assistenza fiscale (Caf-Cia), stigmatizza le modifiche apportate che ancora una volta sono tese a semplificare o ad agevolare il lavoro degli enti a discapito dei contribuenti. Oltre alla pretesa di obbligare i cittadini a fare due calcoli distinti per il versamento dell’imposta, prima in acconto e poi a saldo per l’Imu, la Cia contesta il fatto che è stata lasciata mano libera ai comuni per modificare, nel corso dell’anno, le aliquote senza alcuna limitazione. In questo modo, si raddoppiano gli oneri amministrativi a carico dei
cittadini e delle imprese. Il decreto sblocca debiti, riscrivendo il comma 13 bis dell’articolo 13 del dl 201/11, infatti, non solo ha posticipato al 16 maggio la scadenza della pubblicazione di delibere -regolamenti comunali sul portale del federalismo fiscale, ma -aggiunge la Cia- ha modificato anche il sistema di calcolo delle rate dell’Imu. A seguito delle modifiche introdotte, la prima rata (con scadenza 17/06/2013) deve essere pagata in base alle aliquote e detrazioni delle delibere/regolamenti pubblicati sul portale del federalismo fiscale entro il 16 maggio 2013; in caso di mancata pubblicazione entro tale data, il versamento della prima rata -sottolinea la Cia- è determinato in misura pari al 50 per cento dell’Imu dovuta sulla base delle aliquote/detrazione dell’anno precedente. La seconda rata (con scadenza 16/12/2013) -ricorda ancora la Cia- deve essere eseguita, a saldo dell’imposta dovuta per l’intero anno, in base alle aliquote e detrazioni delle delibere-regolamenti pubblicati sul portale del federalismo fiscale entro il 16 novembre 2013; in caso di mancata pubblicazione entro la data fissata, si applicano le delibere/regolamenti pubblicati entro il 16 maggio dell’anno di riferimento, oppure in mancanza, quelli adottati l’anno precedente. I comuni hanno, quindi, la facoltà di inserire ulteriori delibere per modificare le aliquote in sede di seconda rata e il contribuente -avverte la Cia- sarà tenuto a verificare questa opzione prima di procedere al pagamento del saldo, vedendosi peraltro preclusa la possibilità di pagare l’Imu in un’unica soluzione. Tale macchinoso sistema di calcolo, oltre ad essere prevedibile fonte di numerosi errori, crea notevoli disagi per i contribuenti, i quali -sostiene la Cia- non solo non possono ottenere il servizio di liquidazione dell’Imu in sede di assistenza fiscale per la redazione del modello 730 (come, invece, avveniva per l’Ici), ma non potranno contare su tariffe di elaborazioni Imu inferiori, stante la mole di lavoro che viene riversata sui soggetti deputati a fornire loro assistenza fiscale.
com PESCA, COLDIRETTI: IL PESCE ITALIANO E’ GIA’ FINITO E’ scattato il Fish dependenc e day giorno in cui si è tecnicame nte esaurito il pesce “Made in Italy” e si comincia a mangiare quello importato. E’ Impresa Pesca Coldiretti a lanciare l’allarme sulla accresciuta dipendenza dall’estero per i consumi di pesce con il grado di autosufficienza dell’Italia che è sceso dal 32,8 per cento al 30,2 per cento negli ultimi due anni secondo il report di Ocean2012. Rispetto allo scorso anno le disponibilità nazionali di pesce – sottolinea la Impresa Pesca Coldiretti – si è esaurita con una settimana di anticipo a conferma delle crescenti difficoltà che devono affrontare i pescatori italiani che impiegano circa 13.500 imbarcazioni nella raccolta soprattutto di alici, vongole, sardine, naselli, gamberi bianchi, seppie, pannocchie, triglie, pesce spada e sugarelli. La classifica delle produzioni per volume di
fatturato – precisa Impresa pesca Coldiretti invece primeggiare il nasello, davanti ad alici, seppie, gamberi bianchi, scampi, pesce spada, gamberi rossi, vongole, pannocchie e sogliole. ll deficit nazionale – denuncia Impresa Pesca Coldiretti – potrebbe ulteriormente aumentare per effetto della crisi che ha determinato un riduzione dei prezzi di vendita ed un aumento dei costi di produzione che per circa la meta sono rappresentati dal gasolio mentre si fa sempre più grave la stretta creditizia delle banche. La forbice tra prezzo all’origine e prezzo al consumo – ricorda Coldiretti Impresa Pesca – si e sempre più allargata. Mediamente su ogni euro del prezzo al consumo agli operatori di settore sono destinati solo 25 centesimi. Secondo elaborazioni Impresa Pesca Coldiretti su dati Ismea, anche per effetto della crisi, il consumo domestico di prodotti ittici è diminuito complessivamente dell’1,5 per cento nel 2012. In calo, soprattutto, gli acquisti di pesce fresco, scesi del 3 per cento rispetto allo scorso anno ed in particolare di alici (-9,9 per cento), calamari (-8 per cento) e vongole. Ad aumentare le difficoltà il fatto che due pesci su tre consumati in Italia provengono dall’estero, ma attualmente la legge sull’etichettatura prevede la sola indicazione della zona di pesca che peraltro non è prevista obbligatoriamente per il pesce servito al ristorante. Secondo Impresa Pesca Coldiretti solo rendendo obbligatoria l’etichettatura d’origine potrà essere garantita piena trasparenza rispetto alla situazione attuale in cui si moltiplicano i casi di pesce straniero spacciato per italiano. Basta pensare al pangasio del Mekong, venduto come cernia, fino al polpo del Vietnam spacciato per nostrano. Ma – denuncia Coldiretti – ci sono anche l’halibut atlantico spacciato per sogliola, il dentice dalla Mauritania e le vongole turche, mentre i gamberetti sono spesso targati Cina, Argentina, Mozambico o, ancora, lo stesso Vietnam, dove peraltro è permesso un trattamento con antibiotici che in Europa è vietato in quanto pericoloso per la salute.
com COLDIRETTI: PROVA COSTUME FALLITA PER 4 ITALIANI SU 10. 7,7 MLN A DIETA L a p r i m a p r o v a c o s tume è fallita per oltre quattro italiani su dieci (32 per cento) che risultano sovrappeso o addirittura obesi (11 per cento), con una netta prevalenza degli uomini rispetto alle donne. E’ quanto afferma la Coldiretti nel fare un bilancio del primo assaggio di caldo che ha portato nel week end molti italiani a scoprirsi al mare, al lago o nelle aree verdi delle città. Il ritardo dell’arrivo della primavera che è stata segnata fino ad ora da pioggia e basse temperature ha favorito l’accumulo di peso con circa 7,7 milioni di italiani degli italiani che si mettono a dieta per recuperare un gradevole
aspetto fisico. La situazione è dunque preoccupante anche se per la prima volta dopo decenni si è registrata – sottolinea la Coldiretti – una inversione di tendenza sotto la pressione della crisi: in Italia nell’ultimo triennio si è verificato un significativo calo del numero di cittadini in sovrappeso di mezzo punto percentuale, con oltre 250mila persone che hanno stretto la cinghia dei pantaloni e sono ora in perfetta forma. Con l’arrivo della bella stagione il duro confronto con la realtà non manca tuttavia – continua la Coldiretti – di spingere molti altri ad un aumento dell’esercizio fisico e al consumo di prodotti come la frutta e la verdura particolarmente indicati per recuperare la forma fisica perduta. Uno stile di vita piu’ piu’ attento alla salute che – precisa la Coldiretti – è da molti trascurato durante il periodo invernale con il 40,3 per cento degli italiani che si comporta in modo sedentario mentre solo il 18,4 per cento mangia frutta e verdura almeno quattro volte al giorno secondo le regole della sana alimentazione durante l’anno, secondo l’ultimo rapporto Istat/Cnel sul benessere. L’arrivo della bella stagione è quindi un momento di svolta per circa 16,9 milioni di italiani che dichiarano di seguire una dieta e di questi ben 7,7 milioni che dichiara di farlo regolarmente secondo l’ultimo rapporto Coldiretti/Censis, con un profondo cambiamento delle abitudini alimentari ed una intensificazione dell’attività sportiva. Se – continua la Coldiretti – è scontro tra le diverse proposte dei dietologi per affrontare il sovrappeso, tisanoreica, dissociata, del sondino e Dukan, sono invece unanimemente riconosciuti i benefici della dieta mediterranea. I suoi prodotti base, a partire dal consumo di frutta e verdura, possono aiutare – spiega la Coldiretti – a recuperare la forma perduta ma sono anche considerati indiscutibilmente come essenziali per garantire una buona salute soprattutto per
la crescita nelle giovani generazioni. Pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli italiani – conclude la Coldiretti – di conquistare fino ad ora il record della longevità con una vita media di 79,4 anni per gli uomini e di 84,5 per le donne, tra le piu’ elevate al mondo. com AGRICOLTURA, CONFCOOPERATIVE: AGGREGAZIONE UNICA VIA DI SVILUPPO “Per dare competitività e futuro all’agricoltura italiana bisogna creare soluzioni economiche che diano più reddito ai produttori. Se vogliamo evitare che migliaia di aziende agricole chiudano ogni anno, il progetto più serio, l’unica possibilità di ridare sviluppo al comparto rimane a nostro avviso l’organizzazione in filiera, che tenga insieme cioè le fasi della produzione, trasformazione e vendita”. Lo ha detto il Presidente di Confcooperative Maurizio Gardini nel suo intervento conclusivo al convegno promosso dall’Op Ortofruit Italia per festeggiare il decennale
della cooperativa. “Le soluzioni che la cooperazione indica non sono prese di posizioni aprioristiche – ha spiegato Gardini – dal momento che è lo scenario stesso in cui operiamo che ci indica le strade obbligate che abbiamo davanti. Uno scenario che è contraddistinto dall’aumento della competizione da un lato (nel mondo c’è un maggior numero di paesi che producono e vendono) e dal drastico calo dei consumi interni dall’altro, sintomo di una crisi esasperata”. “Allora le risposte a questa situazione, lo voglio ribadire ancora una volta – ha proseguito Gardini – non sono il mercato locale, né quello nazionale. Con ciò non intendo dire che entrambi vadano abbandonati, ma che se non ci apriamo ad intercettare la domanda di consumi dei paesi lontani, non saremo in grado di garantire più redditività alle nostre aziende. Stante il drastico crollo dei consumi interni, quanti sostenevano che il mercato locale fosse la vera sfida dell’agricoltura italiana del futuro, dovrebbero venire a testata bassa a chiedere scusa”. Come sarà l’agricoltura italiana nei prossimi dieci anni? Per Gardini ancora una volta la risposta sta tutta nell’analisi dei numeri. L’ultimo Censimento dell’agricoltura dell’Istat ci ha consegnato una fotografia in cui operano complessivamente poco più di un milione e mezzo di aziende, di cui oltre la metà sono sotto i due ettari (“aziende familiari e sottodimensionate che corrono il concreto rischio nei prossimi anni di scomparire”) – ed altre 500mila lavorano superfici in media di 7-8 ettari. È un quadro contraddistinto, ha commentato il presidente di Confcooperative, “da una frammentazione del tessuto produttivo che non ci porta da nessuna parte e che ha invece una sola strada davanti, l’integrazione. È questa la tesi che come cooperazione portiamo avanti da anni e che sosteniamo e difendiamo sia a livello nazionale che a livello comunitario, grazie ad una azione di lobbying che spesso ci vede impegnati insieme ad altri grandi paesi produttori europei”. “Noi all’Europa chiediamo – ha dichiarato Gardini – che si costruisca uno sviluppo dell’agricoltura intorno allo
strumento principe dell’integrazione che è l’OP (organizzazione di produttori), ma non quelle fittizie o “di carta”, bensì solo quelle che hanno la disponibilità fisica del prodotto e che lo commercializzano tutti i giorni dell’anno”. “Se l’Europa procedesse a smantellare l’attuale sistema di aiuti del comparto ortofrutticolo che fa perno sulle OP – così ancora Gardini – il comparto subirebbe un colpo letale e rischierebbe di scomparire”. Gardini ha anche difeso il sistema di aiuti percepiti dalle Op ortofrutticole. “Negli ultimi 10 anni – ha precisato – al sistema ortofrutticolo organizzato sono arrivati complessivamente 1,5 miliardi di euro. Ora rispetto ai 50 miliardi di euro di cui il nostro Paese complessivamente ha beneficiato si può forse dire che le OP abbiano fatto poco? Certamente no, se solo si pensa al prezioso lavoro che esse svolgono ad esempio per aprire nuove rotte di mercato in Corea e Canada per kiwi e mele, con risultati che vanno a beneficio dell’intero sistema”. “Non si può dire che siano spese con lo stesso livello di efficienza – ha concluso Gardini – le risorse comunitarie che le aziende percepiscono attraverso la forma dei cosiddetti ‘aiuti diretti’. Alcuni di questi aiuti arrivano in alto, ad un sistema di aziende che potrebbero anche farne a meno, altri invece hanno come beneficiari un numero complessivo di oltre 500.000 aziende, dando vita a complessi apparati burocratici per la compilazione delle richieste di aiuti e la gestione della pratica. Qualcuno ha mai evidenziato quanto costi alle casse dello Stato la gestione di un fascicolo aziendale e a quanto ammonti il contributo che riceve la singola azienda?” com
METEO: COLDIRETTI, PRIMAVERA RITARDATA TAGLIA 10% RACCOLTI L’atteso arrivo del bel tempo consente finalmente l’accesso dei trattori nei campi allagati per le precipitazioni record che hanno fatto crollare anche del 10 per cento le previsioni dei raccolti nelle campagne del nord Italia dove nel mese di marzo è caduto il triplo della pioggia con effetti disastrosi sulle semine e sui trapianti delle piantine per tutte le colture, dal mais al pomodoro alle verdure. E’ quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti sulla base delle rilevazioni Isac Cnr che hanno evidenziato complessivamente in Italia un aumento a marzo del 60 per cento delle precipitazioni, ma con punte del 300 per cento nel nord est, rispetto alla media di riferimento 1971- 2000. L’inizio della primavera – sottolinea la Coldiretti – è stato infatti contraddistinto da piovosita’ eccezionalmente abbondante che ha fatto si’ che le semine di bietola, patata, foraggere, mais, sorghi, pomodoro ed altre orticole siano in forte ritardo e questo influirà notevolmente sulle produzioni al momento del raccolto. A questo si aggiungono i danni provocati dalle frane e dagli smottamenti a seguito dei temporali delle ultime settimane che hanno minacciato anche l’attivita’ vitivinicola e la coltivazione degli ulivi. Unico dato positivo il fatto che – conclude la Coldiretti – la situazione di piogge prolungate ha consentito di ricaricare le falde ed i bacini e dovrebbe quindi essere scongiurato il rischio della siccità estiva nei mesi di luglio ed agosto quando si concentra la domanda di acqua per la crescita delle colture. com
CRISI, COLDIRETTI: GITE AL VIA MA PARTE MENO DI 1 STUDENTE SU 3 Neanche uno studente su tre parteciperà quest’anno alle gite scolastiche che iniziano con l’arrivo della bella stagione. E’ quanto afferma la Coldiretti nel sottolineare che la crisi ha colpito anche il turismo scolastico con un taglio delle partenze, la scelta di mete piu’ vicine e il minor tempo di permanenza. Per effetto delle difficoltà economiche delle famiglie e della riduzione dei fondi per la scuola si stima che quest’anno – sottolinea la Coldiretti – ci sarà un calo di almeno il 20 per cento rispetto ai 930mila studenti delle scuole superiori che nell’anno scolastico 2011/2012 hanno partecipato a una gita scolastica, secondo l’ osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club Italiano. In molti casi – continua la Coldiretti – sono gli stessi genitori a chiedere di eliminare le uscite extrascolastiche durante l’anno per contenere le spese ma anche per evitare discriminazioni tra i ragazzi che non possono piu’ permettersi di partecipare. Ma una vera scure – precisa la Coldiretti – è rappresentata da una crescente indisponibilità dei docenti che non si vedono piu’ riconosciuta l’indennità di missione nonostante debbano caricarsi di una pesante responsabilità, come dimostrano i ripetuti e gravi episodi di cronaca. Il risultato non è solo la drastica riduzione dei viaggi ma – sostiene la Coldiretti – anche un radicale cambiamento delle destinazioni che privilegiano in misura crescente le escursioni mordi e fuggi in giornata. Per tagliare i costi nella stragrande maggioranza dei casi si dice addio alla pizzeria o al ristorante e si ritorna praticamente ovunque al pranzo al sacco spesso preparato direttamente dalla scuola o a casa dai genitori. Diversa è anche la scelta del souvenir del viaggio con la sostituzioni di statuine, gadget e magliette
con prodotti tipici del luogo visitato come formaggi, salumi, miele, sott’oli o vino da portare ai genitori. Non è una caso che negli anni della crisi i turisti italiani e stranieri hanno aumentato la spesa per vino e alimenti che fa registrare un incremento record del 43 per cento negli ultimi quattro anni per un valore di 10,1 miliardi, in netta controtendenza con il calo fatto registrare da tutte le altre voci secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Isnart. In questo contesto un vero boom si registra per il turismo ecologico ed ambientale come dimostra il fatto nei parchi e nelle aree protette il 20 per cento dei visitatori sono proprio i giovani in gita scolastica. Una scelta giustificata dai costi contenuti, dall’elevato valore educativo e dalla pluralità di mete disponibili senza dover percorrere grandi distanze, in un Paese come l’Italia puo’ contare su ben 871 i parchi e aree naturali protette che coprono ben il 10 per cento del territorio nazionale. La vera novità degli ultimi anni sono però le fattorie didattiche che si sono moltiplicate nelle campagne diventando le mete piu’ gettonate delle gite organizzate soprattutto nelle scuole primarie. Secondo il censimento della Coldiretti con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sono presenti in Italia 1300 fattorie didattiche autorizzate dove gli alunni delle scuole elementari e medie possono trascorre una giornata all’aria aperta a diretto contatto con le coltivazioni e gli animali, che in molti non hanno mai visto. Si tratta secondo la Coldiretti di una pedagogia viva dell’”imparare facendo” attraverso attività pratiche ed esperienze dirette come seminare, raccogliere, trasformare, manipolare e creare che privilegia il contatto con il reale attraverso l’incontro con il mondo animale e vegetale. com
CONFCOOPERATIVE: AVICOLTURA MODELLO FILIERA AGGREGATA “L’agroalimentare non avrà futuro e non ha neanche un presente se resta privo di una organizzazione di filiera. Il settore avicolo è in tal senso uno straordinario esempio di aggregazione, che ha saputo coniugare qualità, efficienza ed innovazione”. Lo ha detto il Presidente di Fedagri- Confcooperative Maurizio Gardini nel suo intervento conclusivo al convegno Cooperazione ed avicoltura, qualità ed innovazione svoltosi oggi a Forlì nell’ambito della Fieravicola. “La filiera delle carni avicole – ha proseguito Gardini – ha conosciuto una rapida evoluzione, caratterizzata dalla massiccia uscita dal mercato a partire dagli anni 70 di imprese più marginalizzate e dalla conseguente polarizzazione intorno ad alcuni grandi player dai numeri importanti, che si sono specializzati prevalentemente nelle innovazioni produttive. Oggi il comparto è un modello di filiera organizzata, che fattura complessivamente oltre 5,75 miliardi di euro, in larga parte (4,5 miliardi) realizzato dalle oltre 31 cooperative e 550 soci aderenti a Fedagri, che danno lavoro a ben 10.000 addetti”. C’è una strada tuttavia che secondo Gardini il settore può percorrere per recuperare ancora margini di efficienza: andare oltre il mercato interno, intercettando consumi fuori dall’Italia, ciò “nonostante i problemi degli alti costi o della shelf life che sono in ogni caso comuni anche ad altri settori orientati all’export come il vino e l’ortofrutta”. L’assessore regionale Tiberio Rabboni ha sottolineato “l’attitudine della forma cooperativa ad integrare i vari anelli delle filiere produttive e a portare avanti processi di innovazione nella stessa filiera”. Rabboni ha inoltre
evidenziato la possibilità che dalla prossima programmazione 2014-2020 anche le cooperative possano accedere alla dotazione finanziaria prevista dallo sviluppo rurale per accedere a finanziamenti per la ristrutturazione delle linee produttive, l’ammodernamento degli stabilimenti e del benessere animale. Il rappresentante di Confcooperative presso il Copa cogeca Gianluca Bagnara ha infine sottolineato l’importanza per le imprese di riuscire a garantire tutto il controllo della filiera, con investimenti – che partano dall’ambiente e arrivino fino alla trasformazione e alla comunicazione – insieme alla necessità che venga rispettato il principio di reciprocità, ossia l’obbligo per tutte le imprese, dal nord Europa al Sudamerica, di lavorare rispettando le stesse regole. UNIONCAMERE: PARTE SIAFT, ALLA SCOPERTA PRODOTTI DEL SUD
P a r t e d a C a m p o b a s so il primo evento 2013 targato Siaft dedicato all’Agri Food che permette alle piccole imprese del Sud Italia di entrare in contatto con i mercati internazionali: Il SIAFT – B2B OLIO si terrà il 16 e il 17 aprile presso la sede della Fondazione Molise Cultura (Palazzo ex GIL) del capoluogo e sarà dedicato ad un’eccellenza italiana, l’olio extravergine di oliva. Il settore olio è rilevante anche per l’economia molisana per la quale il suo export rappresenta un dato in crescita: rispetto all’anno precedente, nel 2012 si è registrato un incremento del 33% delle esportazioni, soprattutto verso America, Asia e anche Europa. Il SIAFT (Southern Italy Agri Food and Tourism), giunto quest’anno alla quarta edizione, è il progetto sull’internazionalizzazione, finalizzato a promuovere le realtà imprenditoriali del Centro Sud Italia, con un ventaglio di azioni mirate tese a consolidare la posizione e l’immagine dei prodotti d’eccellenza. L’iniziativa è promossa da Unioncamere, con il supporto di Mondimpresa, cofinanziato dal Ministero dello Sviluppo economico e organizzato da 18 Camere di commercio del Centro-Sud Italia[1] con il supporto della rete camerale estera. All’incontro SIAFT – B2B OLIO di Campobasso parteciperanno 64 imprese del meridione, anche di piccole dimensioni, che avranno l’opportunità di incontrare 16
buyers provenienti da tre diversi continenti (Francia, Polonia, Germania, Canada e Giappone). La novità di Siaft 2013 è rappresentata dalla presenza di aziende “matricole” le quali finora non avevano mai esportato o lo avevano fatto in modo occasionale, ma che hanno adesso l’opportunità di essere rappresentate sui più importanti mercati internazionali. A introdurre i lavori di SIAFT – B2B OLIO interverranno Paolo di Laura Frattura, Presidente della Regione Molise, Sandro Pettinato, Vice Segretario Generale Unioncamere Italiana, Amodio De Angelis Presidente Unioncamere Molise e Presidente CCIAA di Campobasso. CONFEURO: DATI ISMEA SU PREZZI AGRICOLI SEGNALE IMPORTANTE PER SETTORE I dati riportati da Ismea sui prezzi agricoli – dichiara il presidente nazionale della Confeuro Rocco Tiso – possono essere visti come una vera boccata d’ossigeno per l’intero settore agroalimentare. L’indice ha fatto registrare un incremento dell’1,1% su febbraio 2013 e del 10,2% rispetto a marzo 2012. E’ su su questi binari che bisogna continuare a viaggiare, con l’obbiettivo – continua Tiso – di riportare il mercato agricolo agli standard che gli competono. Il lavoro sui campi – prosegue Tiso – non può e non deve essere svenduto, mentre troppo spesso gli operatori e i produttori agricoli non hanno un corrispettivo economico adeguato, soffrendo la morsa della recessione in atto e, non essendoci alcuna tutela, molte aziende sono costrette a chiudere i battenti. La ripresa economica – conclude Tiso – può ripartire proprio dall’agricoltura; investire sulla sua modernizzazione
e predisporre incentivi in suo favore dovrebbero essere visti come questioni etiche oltre che pratiche, invece troppo spesso il comparto agricolo è stato messo da parte dalle istituzioni in generale, che non ne hanno mai colto fino in fondo l’alto valore economico e sociale. red INFLAZIONE, CONFAGRI: CALANO QUOTAZIONI ORTAGGI E VERDURA. MA PREZZO DA CAMPO A TAVOLA QUINTUPLICA All’ulteriore rallentamento dell’inflazione – (+0,2%) a marzo rispetto al mese di febbraio – ha contribuito senz’altro la diminuzione dei prezzi degli alimentari non lavorati (-0,2%) ed in particolare di verdura e ortaggi (-2,3%). Lo ricorda il Centro Studi di Confagricoltura analizzando i dati sull’inflazione a marzo, diffusi oggi dall’Istat. “Vanno monitorati attentamente i mercati”, sottolinea Confagricoltura, che sollecita un riequilibrio delle quotazioni nella filiera. “Seguendo il viaggio delle zucchine dal campo alla tavola, effettuato ieri (11 aprile) si scopre infatti che il produttore le ha vendute a 0,56 euro/kg, il grossista a 0,89 euro/kg, ma sui banchi di vendita sono arrivate, mediamente, a 2,55 euro/kg. In pratica il prezzo, dal produttore al consumatore, è quintuplicato”. red
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