QUARESIMA 2019 - Arcidiocesi di Pisa

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QUARESIMA 2019 - Arcidiocesi di Pisa
Arcidiocesi di Pisa – Centro Pastorale «Evangelizzazione e Catechesi»
Materiale Animazione Quaresima 2019

                        QUARESIMA 2019
   M ATERIALE A NIMAZIONE                    PER    G RUPPI       DI    C ATECHISMO

                                                                                Allegati

A LLEGATO 1

Lo spaccapietre
C'era una volta un povero spaccapietre che col sole o con la pioggia passava la giornata a
spezzar sassi sul ciglio della strada. «Ah, se potessi essere un gran signore», pensò un
giorno, «mi riposerei finalmente». C'era per aria un Genio, che lo udì. «Sia esaudito il tuo
desiderio!», gli disse.
Detto fatto. Il povero spaccapietre si trovò di colpo in un bel palazzo, servito da uno
stuolo di domestici. Poteva riposare a suo agio...
Ma un giorno lo spaccapietre ebbe l'idea di levar gli occhi al cielo, e vide ciò che forse non
aveva guardato mai: il Sole! «Ah, se potessi diventare il Sole!», sospirò. «Non avrei
neppure il fastidio di vedermi intorno tutti quei domestici». Anche questa volta il Genio
buono lo volle far contento: «Sia come vuoi!», gli disse.
Ma quando l'uomo fu diventato il Sole, ecco che una nube venne a passargli innanzi,
offuscando il suo splendore. «Potessi essere una Nuvola!», pensò. «Una nuvola è persino
più potente del Sole».
Ma esaudito che fu, soffiò il Vento, che ridusse a brandelli le nuvole nel ciclo.
«Vorrei essere il Vento che travolge ogni cosa!». E il Genio compiacente di nuovo lo
esaudì.
Ma, divenuto Vento impetuoso e violento, incontrò la Montagna che resiste anche al
Vento.
Trasformato in Montagna, si accorse che qualcuno gli spezzava la base a colpi di piccone.
«Ah, poter esser quello che spezza le montagne!». E per l'ultima volta, il Genio lo esaudì.
Così lo Spaccapietre si ritrovò di nuovo sul ciglio della strada, nella sua prima forma di
umile operaio. Né mai d'allora in poi si lagnò più.

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Gratuitamente date
Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina
con un foglietto in mano. Con aria stranamente ufficiale il bambino pose il pezzo di carta
alla mamma, che si asciugò le mani con il grembiule e lesse quanto vi era scritto:
"Per aver strappato le erbacce dal vialetto: 1 Euro
Per aver riordinato la mia cameretta: 1,50 Euro
Per essere andato a comprare il latte: 0,50 Euro
Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): 3 Euro
Per aver preso due volte "ottimo" a scuola: 2 Euro
Per aver portato fuori l'immondizia tutte le sere: 1 Euro
Totale: 9 Euro".
La mamma fissò il figlio negli occhi teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese
una biro e, sul retro del foglietto, scrisse:
"Per averti portato in grembo 9 mesi: 0 Euro
Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: 0 Euro
Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: 0 Euro
Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: 0 Euro
Per tutto quello che ti ho insegnato giorno dopo giorno: 0 Euro
Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, le cene, e i panini che ti ho preparato: 0 Euro
Per la vita che ti do ogni giorno: 0 Euro".
Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio. Quando il
bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero
capolino nei suoi occhi. Girò il foglio e sul suo conto scrisse: "Pagato". Poi saltò al collo
della madre e la sommerse di baci.

I vestiti nuovi dell’imperatore
C’era una volta un imperatore che spendeva tutti i suoi soldi in magnifici vestiti .
Un giorno giunsero nel regno due imbroglioni che si spacciarono per tessitori
professionisti.
Dissero che erano capaci di tessere una stoffa magica: solo gli intelligenti e coloro che
erano degni di ricoprire la loro carica potevano vederla.
A quelle parole il re si entusiasmò subito moltissimo, e fornì ai due sarti tutto l’occorrente
che avevano chiesto: tanti sacchi di filo d’oro, sete in gran quantità, e bottoni in

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madreperla che quei due furboni posero in due grosse borse e le nascosero.
Montarono due telai e cominciarono a far finta di lavorare .
Il mattino dopo, l’imperatore inviò il suo più fidato ministro a vedere come procedevano i
lavori:
-Se lui vedrà il vestito lo potrò vedere anch’io e non farò la figura dello sciocco, pensava
l’imperatore molto preoccupato.
Ma il ministro non vide niente:
-Forse sono stupido o non all’altezza della mia carica? Bé, fingerò!!!
E infatti cominciò a lodare i due tessitori e il loro prodotto.
Quando arrivò a palazzo raccontò all’imperatore che aveva visto la stoffa più bella del
mondo.
Così rassicurato il giorno dopo si presentò di persona.
Entrò nella sala e non vide niente:
-Forse sono stupido o non all’altezza della mia carica? Bé, fingerò!
E non si sprecò in mielosissimi complimenti , e così anche tutto il suo seguito, tanto che
gli proposero di indossare quella magnificenza il giorno dopo per la parata solenne.
I due imbroglioni fecero finta di lavorare sodo per tutta la notte e il giorno dopo si
presentarono a palazzo per far indossare al re il vestito magico.
-Re , lei non sa che leggerezza questa stoffa
-Ohhh sento , sembra di indossare un vestito fatto di aria!
-Ecco, stia attenti alla giacca, la indossi bene!
E così via finchè il re fu … vestito.
Nelle piazze e nelle strade tutto il popolo era curioso di vedere l’ imperatore .
Ma quando scese tutti lo videro in mutande, ma nessuno ovviamente disse niente.
Finché un bambino gridò:
-Guarda papà l’imperatore è nudo
E tutti riconobbero che lo era veramente!

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A LLEGATO 2: VEDI PROSSIMA PAGINA

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A LLEGATO 3 : PER IL CATECHISTA

VITA CRISTIANA…

L’incontro è pensato con un primo momento introduttivo dove si proietta l’immagine in
Allegato 4 e si chiede ai ragazzi tutti insieme di dire liberamente secondo loro cosa
rappresenta, provando ad indovinare il titolo. Si possono scrivere le parole dette su un
cartellone.
Il quadro s’intitola “Il silenzio” ed è di Luisella Zuccotti, insegnante di educazione artistica
che collabora come scenografa con diverse compagnie teatrali di persone non udenti.
Sarà interessante scoprire che il silenzio è qui raffigurato con delle mani tese verso noi
osservatori. Il silenzio è non rumore, ma anche momento fecondo di pace, d’incontro, di
natura che parla, di mani che comunicano; un’occasione in cui far caso a cose a cui di
solito non badiamo, in cui gli altri sensi hanno più spazio per manifestarsi. Probabilmente
un bambino avrebbe provato a indovinare con titoli diversi da quelli pensati dai ragazzi.

Si legge il brano.

Mc 10, 13-16
Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al
vedere questo, s'indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo
impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non
accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e
ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

Si commenta il brano: di seguito una traccia per la preparazione dei catechisti.

Gesù sconcerta sempre con il suo modo di fare e di parlare. Si discosta dalla mentalità
comune che vedeva i bambini insignificanti dal punto di vista sociale. Gli apostoli non li
vogliono attorno a lui, nel mondo degli "adulti": non farebbero che disturbare. Gesù
invece ha tutto un altro atteggiamento davanti ai bambini: li chiama, li stringe a sé,

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stende le mani su di loro, li benedice, li pone addirittura come modello ai suoi discepoli.
Rende i bambini professori degli adulti.
Ma perché il regno di Dio appartiene a chi assomiglia ad un bambino? Si può fare una
riflessione su tre livelli:

   • Perché il bambino si abbandona fiducioso al padre e alla madre: crede al loro
     amore. Quando è nelle loro braccia si sente sicuro, non ha paura di niente. Anche
     quando attorno a sé avverte che c’è un pericolo, gli basta stringersi ancora più
     forte al papà o alla mamma che subito si sente protetto. A volte lo stesso papà
     sembra porlo in posizioni difficili, per rendere più emozionante un salto, ad
     esempio. Anche allora il bambino si lancia fiducioso. Il cristiano autentico, come il
     bambino, crede all’amore di Dio, si getta in braccio al Padre celeste, pone in lui
     una fiducia illimitata; niente gli fa più paura perché non si sente mai solo. Anche
     nelle prove crede all’amore di Dio, crede che tutto quello che succede è per il suo
     bene. Ha una preoccupazione? La confida al Padre e con la fiducia del bambino è
     sicuro che egli risolverà tutto. Come un bambino si abbandona completamente a
     lui, senza fare calcoli.

   • Il bambino non fa il male perché non lo conosce. Il bambino, perché non ha
     esperienza, va verso la vita con fiducia, come verso un’avventura sempre nuova. Il
     "bambino evangelico" mette tutto nella misericordia di Dio e, dimentico del
     passato, inizia ogni giorno una vita nuova, disponibile ai suggerimenti dello Spirito,
     sempre creativo. Il bambino non sa imparare a parlare da solo, ha bisogno di chi gli
     insegni. Il discepolo di Gesù non segue i propri ragionamenti, ma impara tutto dalla
     Parola di Dio fino a parlare e a vivere secondo il Vangelo.

   • Il bambino è portato ad imitare il proprio padre. Se gli si chiede cosa farà da grande
     spesso dice il mestiere del padre. Così il "bambino evangelico": imita il Padre
     celeste, che è l’Amore, ed ama come lui ama: ama tutti perché il Padre "fa sorgere
     il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli
     ingiusti"; ama per primo perché lui ci ha amato quando eravamo ancora peccatori;
     ama gratuitamente, senza interesse perché così fa Dio.

I bambini capiscono Gesù più dei dottori e dei sacerdoti, non giudicano, sono curiosi,
accolgono, hanno voglia di imparare e di conoscere anche le diversità. Quando cresciamo
si perdono i sentimenti puri per filtrare tutto con la razionalità, complicando e

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appesantendo tutto. Invece Gesù ci chiede di fare come i bambini, che con la loro
purezza e semplicità di cuore, imparano a relazionarsi col mondo usando i 5 sensi. Come
possiamo usare i 5 sensi da buoni cristiani?

Si consegna ai ragazzi la scheda di Allegato 5 con domande in preparazione alla
Riconciliazione, lasciando del tempo per il deserto personale.

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A LLEGATO 4

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A LLEGATO 5: PER I RAGAZZI

VITA CRISTIANA…

Mc 10, 13-16
Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i
discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e
disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me e non
glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. In verità vi dico: Chi non
accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso». E prendendoli fra le braccia e
ponendo le mani sopra di loro li benediceva.

LA VISTA

“Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere”. Quante volte abbiamo sentito questo
proverbio! Ma pensandoci bene… se c’è qualcuno che “non vuol vedere” vuol dire che in
realtà ci vede, non è cieco! Decide lui di non vedere! E perché uno dovrebbe decidere
volontariamente di non vedere? Perché spesso preferiamo guardare e non vedere.
Guardare presuppone una bella dose di non voglia e di superficialità, vuol dire fare il
minimo possibile, mentre vedere porta con sé il cuore e il desiderio di impegnarsi in
qualcosa o con qualcuno. Certo che è più facile guardare e non vedere!

   ü Quante volte ti capita di guardare in famiglia, i tuoi amici e far finta di non
     accorgerti dei problemi o di qualcuno che ha bisogno di te?
   ü Ti impegni a scuola e nello sport o ti limiti a guardare, a galleggiare?

A volte gli occhi parlano per noi anche se stiamo zitti: possiamo avere il sorriso sulle
labbra, ma gli occhi non mentono e mostrano la nostra sincera tristezza in un momento
no. Chi vede col cuore se ne accorge. Ma a volte diventiamo miopi…e forse in fondo ci
piace pure vedere un po’ sfuocato e far finta di nulla in tante situazioni, anche nel
rapporto che abbiamo con Gesù.

   ü Quando senti Gesù più vicino a te? Cosa fai per andargli incontro?
   ü Riesci a vedere Gesù nelle persone che incontri?

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IL TATTO

Questo senso coinvolge tutto il corpo, perché tutta la nostra pelle è tatto. In particolare
proviamo a pensare a quante cose possono esprimere le mani… una mano tesa verso
l’altro può essere un segno d’amicizia o uno schiaffo a seconda di come è rivolta, mani che
asciugano le lacrime, giunte in preghiera, chiuse in segno di minaccia o di paura. Il tatto
permette di creare, manipolare, toccare, fa parte delle relazioni che viviamo. I gesti che
facciamo sono il segno di ciò che proviamo.

   ü Le sensazioni sono accompagnate da sentimenti veri nei confronti delle persone
     oppure vivi di emozioni passeggere?

Non è scontato toccare fisicamente e lasciarsi toccare. E’ segno di intimità e di andare
verso l’altro. Le mani le usiamo per donare, per ricevere amore, per lavorare, per scrivere,
per abbracciare…
Prendersi per mano vuol dire affidarsi, proteggersi, lasciarsi andare; l’abbraccio sincero ci
fa sentire di essere in un posto rassicurante, caldo, accogliente, sicuro… per questo spesso
quando ci si abbraccia teniamo gli occhi chiusi, sentiamo che l’altro si sta prendendo cura
di noi.

   ü Sai lasciarti toccare dai problemi degli altri o sei insensibile e impassibile?
   ü Riesci a lasciarti andare ed affidarti a qualcun altro?
   ü Ti fidi di Dio da chiudere gli occhi nei momenti più difficili?

L’OLFATTO

Il naso è l’organo che più degli altri ci spinge ad agire al di là delle convinzioni della nostra
coscienza razionale, che troppo spesso prevale, spegnendo l’istinto. Il naso sente un odore
e sceglie. Fra gli organi di senso l’olfatto è il più arcaico e il più legato alle nostre origini
animali. Ciò significa che i messaggi olfattivi giungono al cervello integri, senza essere
filtrati attraverso strutture mediane di elaborazione, come la nostra razionalità, i nostri
pregiudizi. Bisogna avere naso per scegliere le cose buone.

   ü Hai naso per le cose importanti della vita?

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   ü Come cristiano riconosci e trasmetti i profumi e i sapori che rendono bella la vita?
     O sei un cristiano col muso?

   ü L’olfatto permette di riconoscere le cose senza entrarci direttamente in contatto.
     Prima ancora di vedere qualcuno o qualcosa talvolta è possibile percepirne l’odore.

   ü Riesci ad andare oltre ciò che vedi e provare a capire, conoscere, imparare prima di
     giudicare?

L’UDITO

L'udito è la prima cosa per costruire un buon rapporto di amicizia. Infatti se non si ascolta
l’altro non lo si può conoscere e di conseguenza non si può diventare suoi amici. Ascoltare
vuol dire capire quello che ci viene detto, imparare, farsi da parte, lasciare spazio all’altro
per permettere di parlare. Gesù che si fa per noi Parola che salva, ci ridona l’udito e ci
pone nuovamente in relazione con gli altri in un modo nuovo.

   ü Chi ascolti nella tua vita? Chi ti consiglia? I consigli sono utili o pesanti?
   ü Quando parli vorresti essere ascoltato? Sei disposto ad ascoltare quando
     qualcun’altro parla?

È importante mettersi in ascolto degli altri, per essere loro vicini o per lasciarsi provocare
dalle loro esperienze. Mettersi in ascolto dell’altro, vuol dire che in quel momento non c’è
niente e nessuno di più importante di chi ti sta davanti.

   ü Sai trovare spazi di silenzio oppure vivi nel frastuono riempiendo le giornate di
     qualsiasi attività, musica e social?
   ü Ritagli del tempo nelle tue giornate per ascoltare Gesù?
   ü Hai paura del silenzio?

IL GUSTO

Il gusto è il senso con cui riusciamo a differenziare i vari sapori. All’interno della bocca
abbiamo le papille gustative: alcune per riconoscere i sapori dolci, altre per quelli amari,
altre ancora per i salati. Un aspetto interessante è notare che non abbiamo papille che
riconoscono il non sapore, cioè le cose sciape che non sanno di nulla!

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   ü Riesci a distinguere il salato della tua vita da ciò che invece non le dà nulla per
     renderla migliore?
   ü Chi e cosa dà sapore alla tua vita? Di cosa invece pensi di poter fare a meno perché
     non sa di nulla?

Gesù ha voluto essere tra noi con l’Eucaristia, dove riviviamo ogni volta il pane da
mangiare e il vino da bere, segni reali del suo corpo e del suo sangue. Sono alimenti che
possiamo trovare ogni giorno sopra la nostra tavola, che rivelano la presenza semplice e
quotidiana di Gesù nella nostra vita. Gesù si lascia vedere, toccare… e gustare!

   ü Quante volte dai per scontato il pane in tavola o Gesù nella tua vita?
   ü Sai accontentarti e godere di ciò che hai o vorresti sempre di più e di diverso da ciò
     che già hai?

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