THE OPEN QUANTUM LEAP - Luca Pozzoli Denis Lupo Chiara Scattone WHITEPAPER - NTT Data
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The Open Banking quantum leap TABLE OF CONTENTS Executive Summary 03 La genesi dell'Open Banking 05 Le origini della tecnologia API nel segmento finanziario 05 La spinta normativa 08 Open Banking UK 09 Il Regolamento eIDAS sull'identità elettronica 12 PSD2 e GDPR 15 La API economy e la sua declinazione "Open Banking" 16 From "going on line" to "being digital" 16 La nuova catena del valore dei servizi finanziari 20 Value proposition 24 L'avvento delle Fintech 31 Lo spazio occupato dai nuovi player 34 L'innovazione introdotta dalle Fintech 37 Il nuovo Business game 38 Quali sono le "core competences" richieste ai partecipanti al Data Business game 40 Data Business game: realtà o ipotesi? 42 AISP - Quale la sfida normativa per vincere il Data Business game 42 Glossario 45 —2
The Open Banking quantum leap Tavola 1. Dalla tecnologia a nuovi modelli di business EXECUTIVE 05 SUMMARY 08 All’interno del segmento finanziario, nel corso di questi ultimi anni si sta osservando un notevole fermento che sta portando innovazione in un settore che, a causa del credit crunch, era ormai concentrato più sul cost cutting 16 che sull’innovazione di prodotto. Oltre alla rivoluzione digitale endogena lanciata dai più grandi gruppi bancari che vedono nella creazione di realtà 20 digitali aventi una propria esposizione sul mercato (talvolta con un brand "alternativo" a quello della banca 24 d'origine) il veicolo per catturare i clienti digitali, si sta concretizzando una valida alternativa agli Incumbent grazie al lancio di numerose realtà denominate Fintech che fanno della tecnologia e della capacità di trasformare i processi finanziari il loro core business. 31 Questa trasformazione è attivata non solo dalla voglia dei “digital addicted” di vivere l’esperienza bancaria secondo i paradigmi presenti nei settori dell’entertainment e del 34 vivere social che li circonda, ma anche da un percorso legislativo che vede nell’abbattimento delle barriere d’ingresso normativo uno dei cardini della competizione delle Fintech verso 38 gli Incumbent. —3
The Open Banking quantum leap L’API economy che obbliga gli Incumbent ad aprirsi e collaborare con i TPP è il cardine non solo tecnologico di questa trasformazione, ma rivoluziona anche il modo in cui la banca dovrà a breve cominciare a concepire il proprio modello distributivo e a definire i prodotti e i servizi creati per la generazione dei ricavi, Sembra ragionevole pensare che, mentre gli OTT/TPP tendono a coprire la catena del valore degli Incumbent finanziari (es. la componente del pagamento), sia ragionevole che quest’ultimi comincino a pensare come occupare lo spazio degli OTT/TPP inizialmente concentrato sul soddisfacimento dei bisogni del cliente. È dunque possibile non solo ipotizzare una nuova catena del valore dei servizi finanziari dove l’Incumbent potrebbe decidere di competere, ma anche ipotizzare degli scenari operativi bidimensionali, basati sul modello distributivo dei prodotti/servizi finanziari e sulla capacità di creare ed erogare i prodotti/servizi finanziari con cui identificarsi e procedere nel piano di change management. Comprendere il modello operativo e di vendita di queste Fintech aiuta anche a capire come queste scelgano di focalizzarsi (ad es. nel processo di acquisto) su singoli segmenti della catena del valore dei servizi finanziari e ipotizzare su quali aree di sviluppo gli Incumbent, nei prossimi anni, si troveranno a fronteggiare i nuovi player finanziari. In ambito PSD2 si è fin da subito discusso su quale potesse essere il modello dei ricavi dei futuri AISP e PISP. Sembra difficile comprendere come i servizi a loro riservati possano risultare competitivi in un mercato che, per taluni, ha già raggiunto la fase della “commodity” nella quale i costi operativi, derivanti non solo dalla compliance, stanno erodendo profitti ritenuti già marginali. È quindi ragionevole ipotizzare che questi nuovi soggetti PSD2 andranno a giocare un nuovo Business game legato alla valorizzazione dell’enorme mole di dati che saranno raccolti durante la fase di account aggregation, di payment initiation o attraverso altri “core services”. È all’interno di questo Business game che AISP e PISP riteniamo possano, con gli stringenti vincoli imposti dal Legislatore in materia di tutela della privacy, incentrare i propri servizi a valore aggiunto non solo valorizzando i dati raccolti, ma anche monetizzando le informazioni raccolte secondo un meccanismo win-win che porti anche alla compartecipazione dei ricavi con l’utente proprietario dei dati. —4
The Open Banking quantum leap L A GENESI DELL'OPEN BANKING Le origini della tecnologia API nel segmento finanziario Nel corso degli ultimi anni si è assistito, anche all’interno del segmento finanziario, allo sviluppo di soluzioni basate su web services e quindi sullo scambio, tramite queste interfacce (con le quali viene permessa, attraverso l’utilizzo dello standard XML, l’interazione secondo operazioni descritte all’interno dell'interfaccia), di dati disponibili all’interno di differenti reti non appartenenti allo stesso dominio. L’utilizzo d’interfacce “aperte” di comunicazione ha generato, nella cultura tradizionalmente chiusa degli operatori finanziari, il desiderio o la necessità di spostarsi verso il mondo “interoperabile" anche per questi operatori tradizionalmente preoccupati delle possibili violazioni che questo modo di operare necessariamente implica. Questo approccio ha non solo consentito alle Istituzioni finanziarie di superare le tradizionali diffidenze legate alla complessità di mantenere un elevato grado di sicurezza all’interno del proprio sistema pur in presenza di sistemi aperti, ma al contempo ha facilitato l'introduzione di nuove modalità di comunicazione in grado di avviare un dialogo controllato con le terze parti. Una simile “apertura” ha permesso così di superare l’oramai “desueta” equazione: sicurezza uguale limitazione fisica degli accessi ai sistemi banca. Tavola 2. Cosa significa "Open" —5
The Open Banking quantum leap Tavola 3. Il boom delle Fintech Nel frattempo alcune iniziative (rif. GITHub recentemente acquisita da Microsoft) sviluppatesi all’interno della comunità web hanno permesso, anche per le grandi organizzazioni bancarie, di cominciare ad aprire e a condividere informazioni attingendo ad esperienze e collaborazioni diverse. Sono quindi nate, a partire dalla seconda metà di inizio secolo, numerose realtà (come start up, divisioni di aziende tecnologiche, ecc) che facendo leva sulle potenzialità offerte dalla tecnologia e sulla progressiva digitalizzazione dei consumatori finali, si sono proposte come alternativa ai tradizionali partner bancari (le c.d street banks). Di recente denominate come Fintech1, queste nuove realtà hanno quasi tutte adottato il “modello delle open API” come veicolo tecnologico per ottenere e condividere, a un costo contenuto rispetto alle tradizionali attività di systems integration, informazioni utili ai fini dell’erogazione di nuovi servizi a valore aggiunto (VAS). Le dimensioni delle Fintech, negli ultimi 4 anni hanno cominciato ad essere rilevanti (sia in termini di numerosità che di capillarità di servizi offerti) consentendo di affacciarsi ben oltre i mercati reputati inizialmente come di nicchia. 1 Con il termine Fintech (abbreviazione delle due parole Financial Technology) si intendono quelle realtà che operano all’interno della comunità finanziaria offrendo prodotti e servizi facendo leva sulle più avanzate tecnologie digitali. Per il carattere distintivo che esprimono sia in termini di management che di modello operativo e di approccio al mercato, il segmento è costituito principalmente da Aziende di recente costituzione e che fanno dell’eccellenza ICT il punto di forza con cui contrapporsi con le realtà finanziarie già esistenti (Incumbent) —6
The Open Banking quantum leap Ciò è testimoniato dal rilevante apporto di capitali che esse sono in grado di attrarre2 quantificato in 27,4 miliardi di dollari finanziati nel 2017 dal segmento Venture Capital. Il valore è ancora più interessante se si considera il solo mercato UK che nel giro di un anno, raccogliendo quasi 3,4 miliardi di dollari, ha quasi quadruplicato quanto raccolto del 2016. Soprattutto in Europa il legislatore ha quindi ritenuto opportuno regolare un mercato non ancora e non sempre presidiato dai singoli Stati membri, sia per ragioni di sviluppo della competitività che per definire uno schema normativo che permettesse di operare, in maniera trasparente e uniforme all’interno dello spazio economico europeo (SEE). 2 "Venture capital investment in FinTech reaches record $27.4 billion high" www.consultancy.uk —7
The Open Banking quantum leap La spinta normativa Nel contesto normativo appare sensato prefigurare a breve la nascita di nuove realtà il cui core business sia quello di gestire in maniera controllata (da parte dei clienti e non di provider come Facebook, Google, …) e sicura (i Trusted services normati da eIDAS) i dati dei clienti. In base alle attività a cui sono rivolti è ragionevole pensare ad un nuovo cluster del settore Fintech. Il legame tra economia, occupazione e ricchezza di un Paese è ormai indissolubilmente, legato fin dagli anni ’30 del secolo scorso, non solo all’intraprendenza di forze provenienti dal settore privato, ma anche da quanto il Legislatore voglia ritagliarsi uno spazio più o meno da protagonista nelle vicende economiche. Con la costituzione dell’Unione Europea gli interventi del Legislatore comunitario sono cresciuti sia per il progressivo ampliarsi della dimensione geografica (oggi un’impresa può certificarsi in uno Stato Membro e operare al contempo in tutto il mercato europeo) che per l’impatto sul business che essi producono (una normativa europea spesso risente marginalmente delle singole pressioni di gruppi nazionali). La spinta normativa risulta quindi oggi più che mai un possibile stimolo per lo sviluppo di settori dell’economia di un Paese, così proprio sull’onda normativa inaugurata dal Legislatore europeo pochi anni fa, il Governo britannico, tradizionalmente aperto alla competizione, ha intrapreso un percorso normativo con l’obiettivo di stimolare un settore ritenuto presidiato oramai da tempo da un oligopolio molto potente, completamente chiuso a una reale competizione tra i diversi operatori già presenti nel mercato (Fintech, Istituzioni Finanziari, Incumbent). —8
The Open Banking quantum leap Open Banking UK Il 13 gennaio 2018 non è entrata in vigore all’interno della Comunità europea solo la direttiva PSD2, ma in Gran Bretagna anche la nuova direttiva Open Banking, ovvero la versione UK della Seconda Direttiva Europea sui Servizi di Pagamento (o PSD2). Di seguito si vuole dare un contributo su quanto svolto dal Governo britannico in quanto esso di fatto vuole sostanziare la nostra tesi per la quale l’approccio all’Open Banking deve essere visto secondo tre direttrici: una tecnologica (quella ricordata nel paragrafo precedente), una normativa (illustrata qui di seguito) e quella relativa ai processi di business (affrontata in un paragrafo successivo). Pur avendo gli stessi principi cardine, esistono alcune differenze tra le due normative, legate soprattutto al modo di esprimere il concetto di “apertura del mercato verso le terze parti”, il cui accesso al mercato finanziario è ora, di fatto, per le banche e le società di minore entità una realtà molto difficile. La differenza tra le due normative consiste dunque nella modalità di apertura dei servizi e dei dati bancari degli utenti alle terze parti: se la direttiva europea PSD2 richiede tale apertura alle terze parti senza precisare uno standard di riferimento (mettendo gli Incumbent quindi nella posizione di definirne un set a loro gradito), l’Open Banking britannico invece lo impone attraverso l’adozione di precisi formati standard a cui gli attuali provider si dovranno necessariamente adeguare. La versione UK si presenta pertanto decisamente più semplice di quella europea, e capace di promuovere uno sviluppo più agevole alle Fintech e alle divisioni tecnologiche delle banche nella creazione di nuovi prodotti innovativi. —9
The Open Banking quantum leap Molto si è scritto sul percorso di adozione della PSD2 e sulla concreta opportunità che in breve tempo possa essere il “cavallo di troia” per la competizione finanziaria europea. Traendo insegnamento dal percorso europeo, la Gran Bretagna ha invece deciso di intraprendere un percorso “accelerato” convinta che questo potesse rappresentare un ulteriore “motore” per la spinta occupazionale. L’Open Banking britannico, entrato in vigore a gennaio, prevede un percorso attuativo scandito in diverse tappe, la prima delle quali è partita a marzo 2018, mentre le successive si susseguiranno nei prossimi due anni3 . Ma qual è stato il percorso perseguito dal governo UK per arrivare alla promulgazione della direttiva? Nell’agosto del 2016 la CMA (Competition and Markets Authority’s), l’autorità garante della concorrenza e dei mercati, ha pubblicato il report finale su uno studio sul mercato bancario del settore retail, da cui era emerso come le maggiori e più antiche banche del Regno Unito fossero assolutamente predominanti e preponderanti sul mercato rispetto alle nuove e più piccole realtà bancarie, che invece si mostravano molto "affaticate", trovandosi in grandi difficoltà nell’acquisire piccole parti del mercato retail, detenuto per lo più dalle 9 maggiori banche nazionali. Il mercato UK si mostrava decisamente sbilanciato a vantaggio di poche banche oligopoliste che imponevano prezzi alti e servizi finanziari tradizionali alla clientela, impendendole di fatto di accedere a servizi innovativi e a prezzi più contenuti e competitivi. Era chiara l’esigenza di garantire alla clientela e a tutti gli operatori del mercato, una maggiore concorrenza e un’apertura verso servizi più tecnologici non più offerti solamente dalle banche. Per affrontare questo problema la CMA ha deciso di implementare un pacchetto di riforme in grado di assicurare ai consumatori benefici dalle innovazioni tecnologiche e dai nuovi soggetti emergenti nel mercato, ora capaci di competere in maniera più equa. 3 "What is Open Banking and PSD2? WIRED explains" www.wired.co.uk "CMA paves the way for Open Banking revolution" www.gov.uk — 10
The Open Banking quantum leap Le misure pianificate dal CMA e che rientrano nel pacchetto di riforme introdotte dall’Open Banking, si basano su tre misure chiave: ●● l’accelerazione del cambiamento tecnologico nel settore retail UK richiedendo alle banche di implementare dall’inizio del 2018 soluzioni di Open Banking. Questa permetterà ai consumatori e alle piccole imprese di condividere i propri dati in sicurezza con le altre banche e con le terze parti, garantendo la gestione dei propri conti correnti presso molteplici provider in una singola APP e permettendo un maggiore controllo sui propri fondi e la comparazione tra vari prodotti sulla base delle singole necessità. ●● la pubblicazione da parte delle banche delle informazioni circa la qualità dei servizi offerti dai vari canali esposti al pubblico, come le filiali e i website, in maniera da garantire una maggiore trasparenza sulla qualità del servizio nei confronti della clientela. ●● la pubblicazione periodica nei confronti del pubblico di eventi (come la chiusura di una filiale) e/o di modifiche nelle spese a carico della clientela, in maniera da garantire agli utenti di verificare la convenienza dei servizi offerti ed eventualmente permettere loro di cambiare banca. Tuttavia si è dimostrato che il solo cambiamento del provider bancario comporta per la clientela inglese la possibilità di risparmiare fino a 92 sterline/anno mentre maggiori risparmi si potrebbero ottenere per gli utenti che ogni mese presentano scoperti di conto corrente, con valori fino a 180 sterline all’anno. Alasdair Smith, Chair of the retail banking investigation, ha dichiarato nell’illustrare le misure decise dal CMA: “Stiamo abbattendo le barriere che hanno reso troppo facile per le banche tradizionali mantenere i propri clienti. La nostra riforma incrementerà l’innovazione e la competizione in un settore le cui prestazioni sono cruciali per l’economica del Regno Unito. La nostra riforma centrale è il programma Open Banking per sfruttare i cambiamenti della tecnologia che abbiamo visto trasformare gli altri mercati. Vogliamo che i consumatori siano in grado di accedere a nuove e innovative APP che adatteranno servizi, informazioni e consigli sulle proprie necessità. Tutto questo è supportato da un ampio pacchetto di misure per migliorare il servizio di switch del conto corrente, per rendere più semplice per la piccola impresa fare acquisti e aprire nuovi conti o richiedere un finanziamento, e per vedere come la qualità del servizio offerto dalla propria banca sia comparabile con quello offerto da altri provider [...]”. — 11
The Open Banking quantum leap L’Open Banking dunque andrà a colpire soprattutto le 9 banche maggiori del Regno Unito – HSBC, Barclays, RBS, Santander, Bank of Ireland, Allied Irish Bank, Danske, Lloyds and Nationwide – costringendole a fornire i propri dati in formati sicuri e standardizzati e di condividerli con i nuovi soggetti autorizzati a operare nel mercato online. Tra i dati che si richiede di condividere e di aprire alle terze parti, vi sono sia semplici informazioni (es. la posizione delle filiali o i dettagli economici di alcuni prodotti finanziari offerti, che permettono agli utenti di comparare costi e servizi), sia, previo esplicito consenso da parte dell’utente, i dati concernenti le singole transazioni, le spese sostenute settimanalmente, le richieste di addebito diretto da parte dei fornitori di servizi (come le utenze). Lo scambio di queste informazioni permetterà alle terze parti tramite l’Open Banking di utilizzarle per creare nuovi prodotti e servizi per gli utenti. L’Open Banking pertanto altro non è che una strada per facilitare il data sharing4 . L’obiettivo dunque è quello, espresso da Imran Gulamhuseinwala, Trustee for CMA Open Banking, di “dare ai consumatori il totale controllo dei propri dati”. Il Regolamento eIDAS sull’identità elettronica In questi ultimi anni la spinta normativa del Legislatore europeo si è orientata verso la regolamentazione dei servizi sull’identità digitale. Oltre alla PSD2 e all’Open Banking che rientrano in questo trend evolutivo, un altro tassello è senza dubbio il Regolamento europeo 2014/910 sull’eIDAS, ovvero sull’identificazione elettronica e sui servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno. Gli obiettivi del Regolamento sono molteplici e mirano a realizzare una base comune e un ambiente giuridico europeo unitario e solido per garantire la sicurezza e l’affidabilità nelle interazioni elettroniche fra imprese, cittadini e autorità pubbliche, in modo da migliorare l'efficacia dei servizi elettronici pubblici e privati, nonché dell'ebusiness e del commercio elettronico. Un altro intento del Regolamento europeo è quello di consentire a tutti i cittadini degli Stati membri di utilizzare la propria identità elettronica per autenticarsi in un altro Stato e di attribuire agli Stati membri notificanti la responsabilità in merito ai sistemi d’identificazione e autenticazione riconosciuti dallo stesso. 4 "To change how you use money, Open Banking must break banks" www.wired.co.uk "Open Banking starts next week. Meet the man making it happen" www.wired.co.uk — 12
The Open Banking quantum leap Tavola 4. La spinta normativa Ovvero, il regolamento eIDAS permetterà a un cittadino europeo identificato elettronicamente (nel proprio Stato di residenza), di essere riconosciuto in qualsiasi altro stato d’Europa, basandosi sul principio del mutuo riconoscimento e accettazione di schemi di eID interoperabili, per il tramite di prestatori di servizi fiduciari (i cc.dd. “Trust Services”). Viene dunque istituito un nuovo soggetto, il Trust Services, il prestatore di servizi fiduciari, definito dal Regolamento come ”a natural or a legal person who provides one or more trust services either as a qualified or as a non-qualified trust service provider” (TSP) (Cap. 1 art. 3 comma 19). Ai TSP viene affidata la responsabilità di assicurare l’identificazione elettronica dei firmatari e dei servizi, attraverso l’utilizzo di meccanismi di autenticazione forte, certificati digitali e firme elettroniche. I TSP, per dirsi inoltre qualificati, devono essere riconosciuti da una Autorità Competente (un organo di governo e di vigilanza) per l’erogazione di servizi in ottica eIDAS e sono iscritti in un apposito elenco aggiornato e mantenuto dall’UE, la European Union Trusted List. Il Regolamento, e qui l’impatto sui servizi di pagamento elettronici è rilevante, stabilisce le norme relative ai servizi fiduciari, in particolare per le transazioni elettroniche e istituisce un quadro giuridico per le firme — 13
The Open Banking quantum leap elettroniche, i sigilli elettronici, le validazioni temporali elettroniche, i documenti elettronici, i servizi elettronici di recapito certificato e i servizi relativi ai certificati di autenticazione di siti web. Il Regolamento difatti è suddiviso in due parti: l’identificazione elettronica e l’identificazione di servizi qualificati certificati. La prima indica il processo di identificazione elettronica del soggetto, sia persona fisica che giuridica, mentre la seconda certifica l’utilizzo di strumenti elettronici (come ad esempio un sito web) qualificati come sicuri e affidabili. Entrambi sono applicabili non esclusivamente a soggetti operanti nel mercato dei pagamenti. Tuttavia per i nuovi soggetti terzi introdotti dalla PSD2, le Linee Guida EBA sull’autorizzazione degli Istituti di Pagamento indicano gli elementi necessari affinché un nuovo Service provider possa essere autorizzato a operare come PISP – Payment Initiation Service Provider, CISP – Card Issuer Service Provider e – AISP – Account Information Service Provider – o come IMEL, e tra questi vi è in primo luogo l’accertamento dell’identità del richiedente. L’eIDAS in questo caso accerta e qualifica l’identificazione del Service Provider, e quindi suggella la reale identità dell’istituto anche nei confronti dei soggetti con i quali andrà a interagire, siano essi utenti (attraverso il certificato di autenticazione del sito web o dell’APP), siano essi Banche o altri Intermediari attraverso lo scambio reciproco dei certificati qualificati di eIDAS nella fase di mutua identificazione preliminare per l’accesso ai servizi esposti tramite API. L’eIDAS si inserisce dunque, come elemento qualificante la reale identità del soggetto nei confronti dei suoi stakeholder. Alla data della redazione del presente documento non sono state ancora completamente chiarite le modalità reali con le quali i nuovi certificati di eID potranno inserirsi nel contesto PSD2 dal momento che né l’EBA né gli Stati membri si sono ancora formalmente espressi sul loro utilizzo. Un primo tentativo di standardizzare il processo di identificazione tra Terze parti è stato promosso dall’ETSI, Organizzazione europea di Standard, senza però riuscire a trovare un processo condiviso e soddisfacente. — 14
The Open Banking quantum leap PSD2 e GDPR La spinta innovatrice del Regolatore europeo, oltre alla PSD2, l’Open Banking e l’eIDAS, ha dato vita al nuovo Regolamento sul Trattamento dei dati o GDPR – General Data Protection Regulation – che è entrato in vigore il 25 maggio 2018. Il nuovo GDPR così come la PSD2 e l’Open Banking avrà un impatto notevole nei confronti dei consumatori, generando nuovi diritti per gli uni e introducendo nuovi doveri sempre più stringenti nei confronti delle imprese, cui viene affidato l’obbligo di proteggere e tutelare i dati degli utenti. Tuttavia PSD2/Open Banking e GDPR appaiono essere quasi agli antipodi, poiché mentre la PSD2, e in particolar modo l’Open Banking, spingono verso l’apertura dei servizi e dei dati nei confronti delle Terze Parti, il GDPR afferma fermamente invece l’obbligo di tutela nell’utilizzo dei dati, imponendo dei limiti e condizioni all’utilizzo dei dati personali da parte di terzi5. Il GDPR inserisce, infatti, un cambio di contesto nella gestione dei dati personali, riportando al centro il possessore dei dati e garantendolo nella gestione e diffusione degli stessi. Questo sicuramente cambia le modalità con cui finora le Aziende hanno trattato dati personali, di contratto, di relazione obbligandole a rispettare le nuove regole GDPR anche se i recenti adeguamenti e la raccolta del relativo consenso, sono stati comunicati alla clientela con una modalità a dir poco sbrigativa da parte delle Aziende che intrattenevano in precedenza un rapporto digitale (comunicazione in una mail del cambio policy e richiesta di piena accettazione per continuare a fruire del servizio). Se si vuole accelerare lo sviluppo dell’Open banking appare evidente la necessità di trovare un modo per conciliare le esigenze normative di entrambe e di stabilire quale tra le due normative prevalga sull’altra in caso di conflitto. È con questa base normativa che le figure interne alle istituzioni finanziarie dovranno conciliare le crescenti esigenze di business votate alla valorizzazione dei dati come nuova fonte di ricavo. 5 RECONCILING PSD2 and GDPR - Practical guidance in changing markets Privacy Valley, Helena Verhagen paper commissioned by and prepared in consultation with the Dutch Payments Association March 2018 — 15
The Open Banking quantum leap L A API ECONOMY E LA SUA DECLINAZIONE “OPEN BANKING” From “going on line” to “being digital” La prima trasformazione digitale nell’ambito dei servizi finanziari è, come noto, stata avviata sotto l’impulso della “new economy”, introducendo attraverso il web un diverso modo di offrire “on line” alla clientela servizi bancari e lo sviluppo di nuove attività e processi fino ad allora preclusi (si pensi a servizi bancari dispositivi ora offerti H24). La rivoluzione digitale introdotta dal boom e dalla pervasività del mobile sta ora fornendo le basi per un’ulteriore revisione del modo di progettare e concepire prodotti e servizi finanziari a cui le già citate nuove Fintech guardano per offrire servizi in diretta competizione o attraverso una collaborazione (coopetition) con le Istituzioni Finanziarie. La clientela digitale chiede oggi anche all’Istituzione finanziaria di offrire soluzioni a elevata User eXperience e di rendere commodities prodotti e servizi finanziari sino a oggi considerati a valore aggiunto (quindi proposti al cliente con un pricing specifico) e di competere con i nuovi provider di servizi finanziari (TPP). I servizi dovendo ora essere disegnati “a misura del cliente” (si pensi all’esplosione delle società che propongono le tecniche di design thinking), semplici, intuitivi e basati su componenti riusabili ai fini di una riduzione del time to market sono ora possibili grazie all’utilizzo della tecnologia “open API” e alla possibilità di riutilizzare ed assemblare codice sviluppato dalle terze parti (TPP). L’avvento delle Fintech che stanno iniziando a erogare servizi bancari informativi e dispositivi pone quindi l’accento per le banche sulla necessità di differenziarsi anche attraverso servizi a valore aggiunto e con modelli organizzativi e di Information Technology che devono — 16
The Open Banking quantum leap essere ripensati6 considerando che il modello “open banking” diventerà nei prossimi anni preponderante anche nei mercati considerati oggi in una fase definibile come di “Innovation trigger" in quanto guidata dalla spinta normativa più che da concrete esigenze di business. Al crescente aumento dell’offerta di prodotti finanziari in ambito digitale, le Istituzioni finanziarie stanno ora ipotizzando lo sviluppo di servizi a valore aggiunto che potrebbero essere ideati valorizzando l’enorme patrimonio informativo oggi disponibile7. A titolo di esempio, sotto l’influsso della nuova onda digitale anche il servizio di riconoscimento del cliente (KYC) potrebbe cominciare ad assumere una nuova valenza che, a fronte di un adeguamento dei processi esistenti, potrebbe supportare anche lo sviluppo di nuovi servizi e soluzioni digitali (es. onboarding digitale del cliente offerto ad altri partner della banca, servizi di scoring evoluti integrati alle informazioni presenti nei social, …) La richiesta del cliente “being digital” è quella di ricevere non più servizi “on line” omnicanale, ma servizi digitali personalizzati in linea con la propria quotidianità proiettandolo in un mondo dove l’operatore finanziario “ritaglia” giorno per giorno un vestito di servizi finanziari su misura. Ma se la richiesta del cliente è di essere digitale ("being digital") come l’Istituzione finanziaria dovrebbe innovarsi e trasformarsi per rispondere a questa richiesta su un diverso modo di concepire e offrire i propri prodotti e servizi finanziari? La sfida per l’Istituzione finanziaria sarà quindi quella di replicare questa esperienza digitale al proprio ambito di attività, consapevole di dover affrontare questo cambiamento integrando i sistemi attuali con altri eterogenei e forniti da TPP attraverso un’infrastruttura efficiente ma coerente con i propri bisogni e quelli del cliente in una logica win-win. Il mercato potenziale stimolato dall’open banking favorirà e alimenterà scenari di business sempre più dinamici ed evoluti. 6 Ciò impone per l’Istituzione finanziaria di ridefinire non solo i servizi in termini di proposizione tecnologica, ma anche di competere con costi operativi oggi difficilmente raggiungibili con l’attuale organizzazione. 7 Si pensi alla mole di dati disponibili nei sistemi banca e in costante aumento (le informazioni che è possibile raccogliere durante una semplice operazione di pagamento se ad essa è possibile definire chi, dove, quando e perché stia effettuando l’acquisto di un bene o di un servizio). — 17
The Open Banking quantum leap Tavola 5. La sfida per l'IT e le organizzazioni finanziarie Quale sarà dunque la sfida per IT e organizzazioni finanziarie? Processi e metodologie di sviluppo di soluzioni non possono tenere il passo con i nuovi trend di mercato delineando dei modelli IT orientati al servizio nei quali i modelli operativi vengono adeguati ad un contesto “IT intensive”. Le Istituzioni finanziarie (Finserv e Fintech) sono passate dai modelli 2-speed e bimodali a una diversa maturità individuando layers di interoperabilità (gateway), nuovi paradigmi di sviluppo (cloud oriented, Devops, microservizi) e sviluppando l’utilizzo di canali diversi per le stesse funzioni. Il confine tra i sistemi legacy e quelli di canale, ipotizzando uno schema di massima, oggi è mascherato dalla virtualizzazione dei servizi e dalla integrazione di servizi dove rimane centrale il problema di garantire sicurezza (nelle transazioni e nei dati) e dove occorre capire dove sono gestiti i master archive e come tracciarne l’evoluzione. L’architettura IT intensive diviene concreta nell’evoluzione di un Business sempre maggiormente dinamico, client-oriented e smart (Faster) e di un IT che, soprattutto in fase di transformation, deve sostenere il passo delle esigenze di nuovi servizi avanzate dal Business. Questo cambiamento non potrà riguardare esclusivamente gli elementi tecnologici all’interno dei comparti IT, — 18
The Open Banking quantum leap ma dovrà contemplare una trasformazione più ampia di carattere organizzativo/tecnologica, con un ripensamento complessivo di come "fare l’IT". Si tratta di reinterpretare il ruolo dell’Information Technology all’interno della banca, creando uno stretto legame tra IT e business nella fase strategica del concept dei prodotti e delle evoluzioni. I trend tecnologici IT intensive mostrano il fianco alle strutture di Governance che attualmente gestiscono l’IT le quali, ad oggi, non posseggono fra i loro mandati espliciti quello di seguire e gestire tutto il ciclo di vita delle API e di tutte le side activity ad esse connesse (security, compliance, monitoring, monetization, ecc…). In tale scenario organizzativo, la figura diafana del API Manager prende sempre più corpo divenendo, a tendere, strategica per l’IT e l’azienda in generale. L’API Manager, il cui scopo è presiedere la futura casella dell’API Governance, sarà uno dei facilitatori, insieme ai Business Analyst a prendere parte ai tavoli di pianificazione strategica aziendale; tavoli alle cui sedie saranno presenti sempre più utenti di Business con skills tecnici e utenti IT con skills di Business. Le pianificazioni inizieranno ineluttabilmente a divenire sempre più frequenti definendo obiettivi a medio-breve termine (gli obiettivi biennali, ad esempio, divengono evanescenti se sovrapposti a un mercato in continua e costante evoluzione). Il nuovo ruolo dell’IT come “Business Partner” implica un cambiamento dell’intera funzione: il CIO deve ripensare la propria struttura organizzativa e il proprio modello operativo. Non sono solo gli organigrammi e le responsabilità delle diverse figure IT a dover essere ridefinite: cambiano le regole d’ingaggio e di relazione con le funzioni di business, si adottano approcci diversi per lo sviluppo di nuove soluzioni (vertendo sempre più su prototipazione, velocità e agilità), cambia la distribuzione delle responsabilità nel presidio di alcune attività, tra il centro e la periferia, all’interno della stessa struttura IT o tra la funzione IT ed eventuali partner/outsourcer di riferimento. — 19
The Open Banking quantum leap La nuova catena del valore Come si è già avuto modo di ricordare, l’Open Banking è la definizione con cui viene rappresentato lo stadio di evoluzione del settore bancario nel contesto della API economy che ha investito l’intero mercato dei servizi in questi ultimi tre anni. Questa evoluzione è sostenuta e alimentata dalla modifica delle modalità di realizzazione tecnica dei servizi offerti dai provider presenti sul mercato che si stanno sempre più connotando come un assemblaggio di micro servizi in grado di mettere in comunicazione, e relazione i sistemi interni (back end) con le applicazioni di front end anche potenzialmente di fornitori terzi (TPP) In questo scenario le API (“open” se rivolte a front end esterni ai sistemi banca) rappresentano il tecnicismo con cui far fruire i servizi; parlare quindi di Open Banking e di API non è solo cambiare il punto di vista sulle modalità operative e sulle funzionalità con le quali l’istituzione finanziaria si pone verso l’esterno, ma è anche far evolvere l’infrastruttura e la tecnologia stessa su cui poggiano gli attuali servizi finanziari. L’API economy ha come fulcro la Customer eXperience e il suo concetto di single touchpoint, declinando questo paradigma anche al contesto finanziario si può evidenziare come anche per questo settore sia ormai avviata la competizione nella quale l'asticella dei clienti nel giudicare il grado di soddisfazione del provider viene sempre più posta quotidianamente in alto dall’avvento di nuovi Player specializzati. A breve nel contesto europeo soluzioni “Open Banking” e tecnologie di AI permetteranno il rapido trasferimento di denaro da un conto all'altro in base ad eventi definiti dall’utente (come ad esempio la presenza di un miglior tasso di interesse presente su un proprio conto corrente rispetto a un altro). L’Istituzione finanziaria si troverebbe a essere scelta più per la propria capacità di accesso digitale e per i servizi a valore aggiunto che è in grado di fornire, piuttosto che per la sua disponibilità di filiali (siano esse presidiate o automatiche). Questa appare la visione dei millennials così poco affezionati agli Incumbent nati con gli — 20
The Open Banking quantum leap sportelli8 tanto da far estremizzare in alcuni il desiderio di avere una Open economy senza banche ma anche senza quei limiti che invece oggi il Regolatore nazionale ed europeo impone nello sviluppo e nella fornitura di servizi finanziari da parte di operatori non bancari. Da parte dell’Istituzione finanziaria non si dovrebbe quindi più ricercare la “fedeltà” del cliente per massimizzarne la sua reddittività, ma predisporre la propria offerta commerciale come un set di strumenti e servizi in grado di rispondere ai bisogni naturalmente sempre mutevoli del cliente. 8 Rif. "Digital CX 2020 (NTT DATA): Cracking the Code on Data" – February 2018 (sample 1.102 consumers and 102 Financial Institutions) e NTT DATA whitepaper – dicembre 2017 “La Direttiva Comunitaria PSD2 accelererà la svolta digitale?” psd2.nttdataitalia.com — 21
The Open Banking quantum leap Questi bisogni possono essere semplificati lungo un’ipotetica nuova catena del valore dei servizi finanziari (quasi identificabile al generico processo di acquisto di un bene/servizio) e quindi legata ad un effettivo soddisfacimento di un bisogno del cliente, dove l’Open Banking potrebbe intervenire e anche diventare il motore con cui l’Istituzione finanziaria prova a incrementare il proprio portafoglio di prodotti/servizi non necessariamente finanziari, ma che siano in grado di assistere il cliente nella sua operatività quotidiana: 1. Il cliente manifesta un bisogno (attraverso comunicazioni mirate, pubblicità generiche, member get member, piani di education su temi non necessariamente finanziari, ….) 2. Raccoglie pertanto informazioni volte a indirizzare la sua scelta (utilizzando comparatori, forum, chat, social) 3. Effettua la scelta del prodotto / servizio 4. Acquisto – procede con l’acquisto corrispondendo l’importo negoziato con uno strumento di pagamento 5. Spedizione – uno o più provider logistici intervengono affinché la merce possa essere consegnata al cliente 6. Post vendita – questa fase può rappresentare la fine della catena del valore semplicemente disinteressandosi del cliente o supportandolo non solo nella verifica della qualità della merce ricevuta, ma coltivando la relazione ai fini di una customer satisfaction che rappresenti una nuova possibile opportunità di vendita Tavola 6. La customer satisfaction come presupposto per nuove opportunità di vendita — 22
The Open Banking quantum leap Gli attuali modelli operativi degli operatori finanziari tendono a presidiare digitalmente, per loro natura, la sola fase di acquisto9 o, limitatamente, la fase del post vendita anche se ancora attraverso i canali tradizionali. Si è già ricordato come Open Economy significhi per il cliente poter accedere ad un set di servizi e informazioni (ora distribuiti presso i diversi sistemi aziendali) tra loro interconnessi attraverso un unico punto di accesso ora identificato parzialmente nel tradizionale motore di ricerca (che rappresenta il punto di ingresso ad una generica informazione): con l’avvento dell’Open Banking e dell’integrazione con i TPP, per l’Istituzione finanziaria l’ambito potrebbe invece estendersi alle altre fasi. Il modello operativo e commerciale è evidentemente tutto da definire, ma identificando e collaborando con i provider specialisti degli altri anelli della catena (i TPP) e facendo leva sull’enorme patrimonio informativo disponibile (ogni acquisto presuppone un’operazione di pagamento che oggi viene ancora regolata, per la stragrande maggioranza dei casi, attraverso un canale bancario), sarà dunque possibile cominciare a competere anche con gli attuali Big player OTT (es. i motori di ricerca coprono al momento solo alcune parti della ipotizzata nuova catena del valore dei servizi finanziari in grado di soddisfare gli effettivi bisogni del cliente). 9 Il provider svolge un ruolo di primo piano per le sole fasi di incasso e pagamento, eventualmente fornendo servizi di fatturazione elettronica e nell’ambito della financial supply chain intervenendo nella fase di spedizione con un servizio di assicurazione pagamenti/merci — 23
The Open Banking quantum leap La Value proposition Le istituzioni finanziarie, con l’introduzione dell’Open Banking, si è detto devono ripensare non solo il proprio modello commerciale e organizzativo, ma anche quella parte dell’infrastruttura IT con cui erogano i prodotti e i servizi finanziari. Siamo solo all’inizio di questa vera e rilevante trasformazione digitale che consentirà al cliente di non considerarsi digitale semplicemente perché opera on line (“going on line”), ma perché è in grado di soddisfare la maggior parte dei propri bisogni attraverso una relazione privata della sua componente fisica. Solo se l’Istituzione finanziaria in virtù del proprio modello presente e del futuro “go to market” sarà in grado di ripensare il proprio modo di fare business, sarà in grado di raggiungere e servire i veri clienti digitali (“being digital”). Ma con quali modelli operativi possibili e con quale value proposition? Il cambiamento del contesto normativo introdotto dalla PSD2 sta portando ad una disintermediazione nel rapporto con la clientela e in virtù del quale NTT DATA aveva definito alla fine del 201610, sulla base delle esperienze raccolte durante le fasi iniziali dei primi progetti di adeguamento PSD2 svolti presso i clienti, dei possibili approcci per le Istituzioni finanziarie che avessero voluto andare oltre il tradizionale adeguamento normativo. Si erano prefigurati quattro percorsi: ●● Back to basics volto alla focalizzazione sul core business lasciando lo sviluppo di servizi avanzati ad altri PSP/TPP e all’avvio di un’attività interna, volta alla compliance prevista dalla normativa (adeguamento delle policy interne) e alla costruzione della sola soluzione “base” PSD2. ●● Bank as a platform dove l’istituzione finanziaria si doveva proporre al mercato fornendo un HUB tecnologico in grado di operare secondo le logiche richieste dalla PSD2 (“open API’s”) o creare un marketplace di API per enti terzi e collaborando/agendo contestualmente anche come competitor con gli altri PSP e TPP. Tutto ciò al fine di garantire al cliente una Customer eXperience di alto livello. ●● AISP dove per l’Istituzione finanziaria si suggeriva di entrare nel mercato integrando il business tradizionale con un nuovo segmento d’offerta incentrato su servizi prettamente informativi creati raccogliendo dati e informazioni presenti presso i sistemi informativi di altre realtà finanziarie e integrandoli con le informazioni già in proprio possesso. ●● PISP cavalcando l’innovazione in qualità di Leader e aggredendo il mercato offrendo servizi di pagamento dispositivi (bonifico domestico e internazionale) offerti esclusivamente in modalità digitale e costituiti da un’evoluzione delle API con una valenza che potesse spaziare dall’ambito domestico a quello europeo. 10 Rif. NTT DATA whitepaper “PSD2 DISCOVERY Come le istituzioni finanziarie possono ridefinire i servizi di pagamento” psd2.nttdata.com — 24
The Open Banking quantum leap A distanza di più di due anni e con la progressiva pubblicazione definitiva anche delle diverse normative secondarie (RTS12 , linee guida) o di altre correlate (GDPR, CMA Open Banking) si è ritenuto utile ripensare se questo modello potesse essere ancora applicabile in termini di completezza o potesse essere rivisto. Ad oggi quello che emerge e che possa essere semplicemente schematizzato sono dei modelli bidimensionali basati su: 1. il modello distributivo dei prodotti/servizi finanziari (TPP DISTRIBUTION vs INCUMBENT BANK DISTRIBUTION) 2. il creatore/erogatore effettivo dei prodotti/servizi finanziari (TPP PRODUCTS vs INCUMBENT BANK PRODUCTS) Questo porta a identificare, dal solo punto di vista degli Incumbent, quattro possibili scenari competitivi/cooperativi con cui veicolare una precisa value proposition verso i clienti finali. Ciascuno di essi comporta naturalmente rischi ed opportunità: dando per certa l’eventualità che il cliente scelga di interagire con le attuali istituzioni finanziarie solo attraverso TPP (OTT o Fintech) il rischio principale è quello di dover affrontare una decisa disintermediazione del cliente che potrebbe cogliere impreparati gli Incumbent, ma è anche possibile prevedere per loro nuove opportunità commerciali legati alla generazione di nuove fonti di ricavo per nuovi servizi e per un aumento di volumi legati all’incremento della base clienti portata dall’interazione, se concordata, con gli stessi TPP. 11 Gli RTS saranno effettivi a partire da settembre 2019, ma la fase di test a cui ciascuna banca dovrà partecipare richiede la disponibilità di un ambiente di test per TPP a partire da marzo 2019 — 25
The Open Banking quantum leap INCUMBENT fornitore end to end (assenza di una distribuzione dei prodotti tramite TPP): offre una gamma completa di servizi con integrazione API limitata con TPP (il TPP è un fornitore di servizi, ma che non agisce direttamente con i clienti finali). Tale opzione permette di selezionare i migliori player avendo successo laddove la banca Incumbent concentra le proprie energie su un segmento/prodotto di nicchia, in cui può differenziare i propri prodotti da quelli disponibili attraverso l'interfaccia del mercato (rif. l’approccio attuale adottato da molti card issuer nella gestione dei servizi Apple Pay) INCUMBENT come fornitore di prodotti di terzi (distribuzione dei prodotti dei TPP attraverso i propri canali): mantiene l’interfaccia con il cliente e rimane il principale punto di interazione per le sue finanze. Con un grado crescente distribuisce servizi innovativi creati da TPP’s, Incumbent competitor e limitando la commercializzazione dei propri prodotti e servizi a quelli tradizionali e core.i, FinTech). I clienti avranno vantaggi in termini di qualità, prezzo e gamma di prodotti. Per avere un vantaggio competitivo occorrerà utilizzare i dati raccolti dei clienti in modo efficace, adattare i prezzi, le proposte e l'esperienza dell'utente. INCUMBENT come gateway (distribuzione propri prodotti tramite TPP): rinuncia al controllo dell’interfaccia cliente e compete utilizzando i punti di forza dei suoi prodotti per ottenere l’accesso ai clienti attraverso piattaforme di terze parti e competitor. Questi prodotti saranno esposti a una maggior concorrenza rispetto a un mercato chiuso. Si dovrà inoltre tener conto anche di eventuali commissioni dovute all’accesso dell’istituzione finanziaria verso le piattaforme delle terze parti. INCUMBENT agisce come un’utility di commodities finanziarie: i TPP non ritengono profittevole creare queste tipologie di servizi, ma essendo componenti indispensabili e sui quali è richiesta una forte competenza richiesta dai diversi legislatori nazionali, la delegano ad un’Istituzione. Essa quindi non si occupa di fornire né l’interfaccia utente né i prodotti bancari “di punta”, ma preferisce guadagnare dalla fornitura di servizi di utilità alle interfacce bancarie (es. la banca offre l’utilizzo dei suoi gateway di pagamento ad altri fornitori o fornisce funzioni in background, i controlli Know your Customer (KYC) e Anti-Money Laundering (AML)). — 26
The Open Banking quantum leap Tavola 7. Value proposition: quattro possibili scenari competitivi/cooperativi Le Istituzioni finanziarie dovranno quindi scegliere tra il difendere la proprietà dell'interfaccia e il provare a svolgere un ruolo diverso nell'ecosistema bancario collaborando con i TPP ed ipotizzando anche di lasciare, sicuramente non nel breve periodo, ad essi in parte il rapporto con il cliente. Quest’ultima scelta potrebbe però comportare uno spostamento dei ricavi dall’attuale modello, basato sul margine d’interesse netto12, a un altro basato su commissioni o sulla quota di profitto con il TPP, in quanto il soggetto terzo dovrà corrispondere necessariamente una fee, se vorrà accedere all’infrastruttura dell’Incumbent. Sulla base di queste quattro opzioni potremmo ipotizzare tre modelli operativi per le nuove istituzioni finanziarie all’interno dell’ecosistema aperto dettato dalla tecnologia Open Banking. 12 È la differenza tra i ricavi espressi come la percentuale del totale degli impieghi e i costi espressi come la percentuale del capitale e dei depositi contratti dalla banca — 27
The Open Banking quantum leap La banca digitale è l’INCUMBENT fornitore end to end che decide di concentrarsi sul proprio core business aprendosi alle TPP laddove richiesto e mantenendo un focus su una gestione efficiente dei prodotti e dei servizi. Questo approccio non esclude un processo di digitalizzazione progressiva, acquistando anche prodotti digitali da altre terze parti, ma fa dell'efficienza operativa il proprio fattore critico di successo nel mercato in quanto il trade off costi vs benefici della API Economy non è vantaggioso per la tipologia di cliente servita. La banca inclusiva è un INCUMBENT che agendo come gateway fornendo anche i prodotti di terzi (TP) ha deciso di aderire all’API Economy attraverso un modello, seppur controllato, aperto. Il ruolo di partnership e di delega verso i TPP è più ampio rispetto a quello adottato dalla banca digitale (dove ai TPP è lasciato il solo ruolo di progettare i nuovi servizi e l’interfaccia, ma non di presentarsi anche in partnership verso il mercato). Rispetto alla nuova catena del valore dei servizi finanziari, identificata e definita nel capitolo precedente, l’Istituzione finanziaria si trova ad occupare aree (anelli) limitrofe a quelle nel quale è attualmente presente, lasciando alla terza parte la distribuzione dei prodotti anche se questa distribuzione è controllata attraverso i propri sistemi. Facendo una similitudine con le value proposition PSD2, pur ipotizzando anche la creazione di un marketplace aperto, esso ricalca quello definito come “bank as a platform. La banca shared è invece nello stesso tempo assimilabile a un INCUMBENT che agisce come gateway (la banca low cost) o, estremizzando, come utility in quanto attraverso la creazione di un ecosistema totalmente aperto e basato sull’utilizzo di un Marketplace improntato ai principi della API Economy, la banca tende ad occupare il maggior numero di anelli della catena del valore spaziando dalla scelta di far distribuire i propri prodotti a terzi o di offrire solo i servizi core bancari (es. accesso alla rete di regolamento contabile interbancario) lasciando che altri canali (quelli dei TPP o di altri Incumbent) e altri prodotti “inondino” il proprio mercato potenziale. Tavola 8. Tre modelli operativi per il futuro delle banche — 28
The Open Banking quantum leap Questo ultimo modo di operare per un Incumbent (offrire servizi in qualità di utility) sembra essere l’estrema ratio per dare una risposta ad un mercato dei servizi finanziari diventato estremamente competitivo, nel quale la disintermediazione degli OTT e dei TPP ha di fatto ridotto la capacità dell’Incumbent di essere in grado di innovare nell’ambito sia dei prodotti che nella gestione della relazione con il cliente. Questa concezione di banca come un’utility è evidentemente in antitesi con quella attuale: diventando una sorta di STD – struttura tecnica delegata – nell’erogazione di servizi, simile agli attuali fornitori di prodotti e servizi informativi bancari, la banca avrebbe un ruolo marginale al punto da potenzialmente ricalcare quanto nel 1994 Bill Gates, allora CEO di Microsoft, in un’intervista13 teorizzava sul paradigma dell’imprescindibilità dei servizi bancari, ma non delle Banche (“Banking is essential, Banks are not”) ipotizzando anche che questa trasformazione sarebbe stata compiuta in un futuro molto prossimo (“Banks are dinosaurs, they can be bypassed”). Tutti e tre gli approcci stimoleranno comunque la creazione e la distribuzione di prodotti non necessariamente finanziari (gli Incumbent abilitati dall'Open Banking, gli altri dalla Open Economy) arricchiti entrambi dall'enorme mole di dati che sono e saranno a breve resi disponibili dalla progressiva apertura dei sistemi aziendali. 13 Rif. Intervista rilasciata al magazine Newsweek nel luglio 1994 — 29
The Open Banking quantum leap Ma quale dovrebbe essere il ruolo dei dati nella API valore ai fini della sua condivisione, a fronte di un Economy e all'interno della comunità finanziaria? corrispettivo economico o di servizio, verso l’effettivo proprietario del dato. Si è già accennato che il ruolo dell’Open Banking sarà principalmente quello di fornire servizi in modalità Partendo da questo principio, quello che si può prefigurare accentrata della propria situazione finanziaria e che, grazie è un ruolo defilato per realtà di estrazione finanziaria nel l'accesso ai conti bancari, si stanno ipotizzando nuovi sapersi proporre al mercato con questo ruolo, in quanto servizi che potrebbero permettere la monetizzazione dei gli attuali modelli di vendita degli Incumbent sono tutti dati raccolti durante la fase di aggregazione dei conti. rivolti al calcolo e al contenimento del rischio di credito e non certo alla creazione di valore monetizzando le Questo processo è ora visto come leva per nuove fonti informazioni raccolte durante una transazione finanziaria. di ricavo necessarie per lo sviluppo di servizi PSD2, soprattutto per i nuovi operatori (AISP e PISP) che Siamo pertanto convinti che solo Fintech con mission dovrebbero “aggredire” il mercato ora presidiato dagli dedicate sapranno incontrare il favore del nuovo mercato Incumbent finanziari. della valorizzazione delle informazioni. Il modo con il quale questi nuovi operatori PSD2 È quindi ipotizzabile l’Istituzione finanziaria del futuro gestiranno i dati personali ha assunto un enorme interesse “Open Banking based” come una realtà che collabora da parte degli utenti, anche a causa dei recenti scandali; con Fintech (es. Trusted services normati da eIDAS) e ma se gli utenti acconsentiranno a concedere loro la altri partner per creare e utilizzare, secondo modalità propria fiducia per l’utilizzo dei propri dati questi nuovi intelligenti e controllate, i data lake delle abitudini dei operatori della Open Economy dovranno però ipotizzare, clienti e che possano poi supportarla, attraverso l'utilizzo per la fiducia a loro accordata nella gestione consapevole di strumenti di Analytics, di intelligenza artificiale, nella dei dati, la retrocessione di un seppur minimo valore costruzione di servizi ritagliati su misura per i propri clienti (economico o di servizi) ai clienti finali. finanziari. È lecito quindi cominciare a chiedersi come questi Siamo inoltre convinti che la chiusura di alcune aziende operatori, all’interno di questo nuovo “data business nel non voler fornire dati a soggetti terzi, se richiesto game”, sapranno impostare una strategia prima volta alla dai propri clienti, sarà percepita da questi come una valorizzazione del dato e, solo in un secondo momento, mancanza di trasparenza da cui essi potrebbero diffidare sulla sua monetizzazione. sull'effettivo utilizzo che queste aziende ne fanno, più che in una volontà di queste realtà aziendali nel preservarne effettivamente la privacy. Ma cosa s’intende per valorizzazione del dato ? 14 Per valorizzazione del dato intendiamo la possibilità di ottenere da esso informazioni15 utili sia per il cliente 14 Per dato si intende un valore tipicamente numerico che può essere proprietario del dato ai fini del soddisfacimento di un suo elaborato e/o trasformato da un elaboratore elettronico. Il dato bisogno sia per il responsabile trattamento affinché sia rappresenta l'oggetto specifico su cui intervenire per pervenire ad stabilito un proficuo rapporto win-win tra le parti. un’informazione. E’ importante distinguere tra il dato (un numero, una data, una parola...) e il significato che si può dare a tale dato, mettendolo È sulla base di questo principio che la open-economy in relazione con uno o più dati. dovrebbe partire con l'obiettivo di quantificare questo 15 Per informazione s’intende una relazione tra due o più dati — 30
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