PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA

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PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA
PROPOSTE E INTEGRAZIONI ATTO AZIENDALE ASP COSENZA

SERVIZIO SANITARIO E COVID 19
Il Servizio Sanitario Nazionale è frutto di una lunga elaborazione che ha trovato il
punto fondante nell’universalismo e nella riduzione delle diseguaglianze dei singoli
cittadini, rispetto alle richieste di salute e indipendentemente dal valore economico
di ciascuno. Le profonde crisi economiche e sociali degli ultimi venti anni hanno di
fatto falcidiato i presupposti della grande riforma e unitamente ai processi di
aziendalizzazione - a cui ha fatto seguito la nascita delle Aziende Ospedaliere e delle
Aziende Sanitarie – hanno inferto un grave colpo all’ organizzazione del Sistema
determinandone un progressivo depauperamento in risorse umane e strutturali.
In seguito poi all’invecchiamento progressivo della popolazione, all’allungarsi delle
aspettative di vita, ad un cattivo stile di vita con progressivo incremento di patologie
quali diabete, obesità etc., la domanda di salute si è tradotta in una richiesta di presa
in carico di una grande epidemia di cronicità. La contestuale desertificazione dei
presidi territoriali ha reso inevasa la richiesta di presa in carico da parte delle stesse
strutture territoriali e, pertanto, tale domanda si è imperiosamente riversata
all’interno degli ospedali accentuandone la criticità organizzativa. Da qui i fenomeni
di intasamento dei pronto soccorso e delle corsie, l’allungamento dei tempi di attesa,
l’esclusione di strati sempre più ampi di popolazione dall’accesso alle cure. Nei fatti,
si è materializzata, a distanza di oltre 40 anni dalla riforma sanitaria, un processo di
diseguaglianza progressiva.
Il Covid 19 sta mettendo a nudo proprio questo nervo scoperto della sanità italiana e,
soprattutto, calabrese: se da un lato è cosa giusta nell’interesse di tutti mettere a
posto i conti, e pretendere una spesa efficiente, dall’altro ciò non deve avvenire a
scapito delle prossimità delle cure che genera sicurezza nei cittadini. Questa crisi
pandemica può essere occasione per ripensare il sistema, passando dalla sanità delle
prestazioni alla sanità di prossimità portando, in qualche modo, l’ospedale nelle case
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con la logica della sanità d’iniziativa attivando quella scelta verso il digitale presente
nel “PNRR”.
Con i Fondi degli “Obiettivi di Piano” è importante sperimentare una piattaforma
informatica per la gestione in remoto delle cronicità (Malattie cardiovascolari,
Diabete, Malattie renali, Malattie respiratorie, malattie degenerative del Sistema
Nervoso Centrale e Periferico, Demenze ecc) offrendo l’uso di tale piattaforma agli
specialisti, ai medici di medicina generale, ai medici di continuità assistenziale in una
sorta di rete Ospedale-Territorio.
ATTO AZIENDALE: LA VISION
Come abbiamo già detto in precedenti documenti l’Atto Aziendale, che definisce la
mission e la visione della tutela della salute in un determinato territorio, è una grande
occasione per ridefinire il rapporto tra cittadini ed Ente favorendo quella sanità di
prossimità e d’iniziativa prevista dagli “Accordi Stato Regioni”, dalla L.77/20 e infine
dal “Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” (PNRR).
Purtroppo nei DCA 31/21 e 33/21 “Linee Guida Regionali per l’adozione degli Atti
Aziendali” non si riscontra quella visione riformatrice necessaria a rinnovare
l’organizzazione della sanità calabrese, ma una visione economicista che, in questi
ultimi 11 anni, ha aggravato l’erogazione delle prestazioni sanitarie ai calabresi
producendo, tra l’altro, una mobilità passiva di oltre 300 milioni di euro.
Pertanto, anche lo stesso Atto Aziendale dell’ASP di Cosenza, approvato con le
delibere n°271 dell’8 aprile 2021 e n°309 del 12 aprile 2021, disattende a precedenti
norme regionali e nazionali la cui applicazione reclamiamo con forza con questo
sintetico documento. Inoltre nell’’Atto manca un impegno a recuperare i ritardi
nell’assunzione del Personale e ad una revisione del “fabbisogno” dello stesso anche
alla luce delle problematiche evidenziate dalla pandemia da COVID 19, tenuto conto
del finanziamento previsto dalla L. 181/2021 e dei precedenti fondi. Un’emergenza
nelle emergenze dell’Azienda, per carenza di Personale, è il Dipartimento di salute
mentale che nel corso degli anni si è svuotato nonostante ci sia stato un incremento
degli assistiti per 1.000 residenti pari a 21,31 nettamente superiore al valore di
riferimento nazionale pari a 10,82.
   1) La Partecipazione –
      Nell’apprezzare l’istituzione del “Comitato Consultivo Aziendale degli utenti”
      d’ora in poi la Consulta, e la “Consulta dei Consultori Familiari”, purtroppo
      dobbiamo riscontrare l’assenza della “Consulta del Dipartimento di salute
      mentale” prevista dal DPGR 31/2013 di cui ne chiediamo l’attuazione.
La Consulta rappresenta la fondamentale interfaccia delle cittadine/dei
   cittadini, che assumono un ruolo nella gestione della propria salute; non più
   meri destinatari di un servizio, come utenti finali, ma parte attiva nel processo
   di costruzione e nelle modalità di erogazione dei servizi stessi. Al fine di elevare
   il livello qualitativo dei servizi la Consulta:
   - assicura, dal lato della domanda, i controlli di qualità dei percorsi di accesso
         ai servizi;
   - promuove l'utilizzo di indicatori di qualità dei servizi dal lato dell'utente,
         definiti a livello regionale che tengano conto di specificità locali;
   - sperimenta indicatori di qualità che tengano conto di specificità locali;
   - sperimenta modalità di raccolta e analisi dei segnali di disservizio.

   Si allega in calce al presente documento uno schema esemplificativo della
   articolazione e del funzionamento della Consulta.*

2) L’Integrazione con l’A.O. Annunziata-Mariano Santo
   A) È necessario dare esecuzione al DCA 137/20 “Prevenzione Screening” al fine
   di garantire ai cittadini il percorso assistenziale per l’accesso alle prestazioni di
   screening oncologici per la diagnosi precoce del carcinoma della mammella,
   della cervice dell’utero e del colon-retto previsti nei LEA.
   B) È indispensabile coordinare gli interventi di “Chirurgia Senologica” alfine di
   conseguire un volume di interventi pari al valore minimo di riferimento >135
   per garantire la qualità e la tempestività delle prestazioni, riducendo, infine la
   mobilità passiva.
   C) Bisogna prevedere un percorso dettagliato di “Dimissione Protetta” del
   paziente dal Presidio Ospedaliero alle “Strutture Sanitarie Territoriali.

3) Il Dipartimento Materno Infantile
   Garantire l’attività sul territorio dei 22 Consultori Familiari, DPGR 28del
   21/3/2012, tenendo conto del parametro di legge pari a un Consultorio ogni
   25.000 abitanti nelle Aree a forte densità di popolazione e uno ogni 20.000 nelle
   Aree a bassa intensità; inoltre è fondamentale ripristinare l’Unità Operativa
   Complessa di Coordinamento dei Consultori in quanto attività caratterizzata
   da alta integrazione sociosanitaria nonché Università e Azienda Ospedaliera di
   Cosenza, Pediatri di libera scelta e MMG . Nella declaratoria delle funzioni del
   Consultorio non è sufficientemente esplicitato il “percorso nascita, fascia 0-6
   anni (decreto legislativo n. 65 del 2017 e «Ministero della salute: Investire
   precocemente in salute: azioni e strategie nei primi mille giorni di vita»
documento approvato nel mese di gennaio 2020 dalla Conferenza Stato-
regioni).
I Consultori Familiari istituiti (L.405/77) garantiscono la tutela della salute della
donna e delle sue relazioni in tutte le fasi della vita con riferimento alle possibili
espressioni della sessualità, alle scelte di procreazione cosciente e responsabile
anche in riferimento alla prevenzione dell’I.V.G. (L. 194/78) all’assistenza alla
gravidanza fisiologica, alla prevenzione e trattamento delle patologie materno
–fetali, alla prevenzione della depressione nel post partum, alla prevenzione
del maltrattamento intrafamiliare (P.O.M.I.1998/2000 e DPCM 24/11/2017
“Linee guida nazionali in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle
donne vittime di violenza.”). I C.F. attivano progetti di assistenza domiciliare
puerperale, rete sanitaria ospedaliera-territoriale e sociale per il rientro a
domicilio della madre e del neonato, con lo scopo di sostenere le fasce
socialmente più deboli, promuovere l’allattamento al seno, favorire il migliore
inserimento del nuovo nato nel nucleo familiare. Garantiscono sostegno
psicologico con interventi rivolti ai singoli alle coppie e ai gruppi per una
genitorialità consapevole sia essa naturale, affidataria, adottiva, (legge n.
184/83) medicalmente assistita. Attivano programmi di prevenzione dei tumori
della sfera genitale femminile e di interventi per l’età post-fertile (art. 3 della
legge 11/01/2018 ). In aderenza al piano d’azione del Governo Italiano per
l’Infanzia e l’Adolescenza 2016/17 in collaborazione con enti locali e scolastici,
in attuazione dei Piani di zona, propone punti di ascolto di consulenza
psicologica e sociale, super visione alle situazioni difficili in famiglia, con
particolare riferimento ai problemi connessi al maltrattamento e abuso; al
disagio e ai problemi dell’adolescenza e dell’ infanzia, per i bambini immigrati
alla integrazione in comunità; programmi finalizzati alla educazione alla salute;
attiva interventi specifici per il riconoscimento e le prime cure per
problematiche correnti di natura psichica e psico -sociale.
Si propone l’istituzione di un’Unità funzionale interdipartimentale Materno
infantile (Consultori-Neuro-Psichiatria-Infantile-Riabilitazione) di collegamento
con il Dipartimento Salute mentale e Dipendenze e quello di Prevenzione. Tale
Unità è finalizzata alla costruzione di procedure e protocolli definiti e integrati
che possano facilitare i percorsi di cura dei cittadini nelle patologie e disabilita
dello sviluppo dai primi anni di vita fino ai 14-25 anni, di integrazione con i
pediatri di famiglia, nonché una programmazione coordinata delle azioni di
prevenzione per la promozione di stili di vita sani e benessere psicologico (Piano
Nazionale Prevenzione 2020-25; Piano Nazionale Cronicità LEA 2017; Piano
Nazionale Ripresa Resilienza M6C1 (PNRR) -: Reti di prossimità, strutture e
   telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale).
   In tal senso, considerate le prestazioni professionali sanitarie dello psicologo,
   previste per legge, nei Servizi Territoriali del Dipartimento Materno infantile e
   nei percorsi di prevenzione diagnosi cura e riabilitazione, si propone
   l’attivazione un’Unità Operativa di Psicologia , come del resto già prevista con
   Delibera n 3736 del 1.9. 2009, tenuto conto dell’Accordo Stato-Regioni del 17-
   01 -2019 “Strutturare tra scuola e salute un percorso congiunto e continuativo
   …”; Art. 31 del D.L. 22 marzo 2021, n. 41 “c.d. Decreto sostegni” – “Misure per
   favorire l’attività didattica e per il recupero delle competenze e della socialità
   delle studentesse e degli studenti nell’emergenza Covid-19; legge 176 del 2020
   ”… Al fine di garantire la salute e il benessere psicologico individuale e collettivo
   nell'eccezionale situazione causata dall'epidemia da COVID-19 e di assicurare
   le prestazioni psicologiche, anche domiciliari, ai cittadini e agli operatori
   sanitari, di ottimizzare e razionalizzare le risorse professionali degli psicologi
   dipendenti e convenzionati nonché di garantire le attività previste dai livelli
   essenziali di assistenza (LEA)”; in sede di Conferenza Stato Regioni del 6 agosto
   2020,, è stata sancita l’ Intesa (repertorio n. 127/CSR ai sensi dell’art. 8, comma
   6 della Legge 5 giugno 2003, n. 131)concernente il “Piano Nazionale della
   Prevenzione (PNP) 2020-2025” “Indirizzi di policy integrate per la Scuola che
   promuove salute” elaborato dal Ministero della Salute e dal Ministero
   dell’Istruzione, nonché adottato con Accordo tra Governo, del 17.01.2019.
4) La RETE delle Demenze
   La provincia di Cosenza presenta ad oggi un numero di casi prevalenti di
   “Demenza Conclamata” stimati intorno agli 11.000 a cui devono sommarsi i
   circa 12.000 casi di “Deterioramento Cognitivo Minimo”. Ciò comporta la
   necessità della costruzione di una rete integrata per le demenze e la
   realizzazione di una gestione integrata riorganizzando i “Centri per il
   deterioramento cognitivo e le demenze” (CDCD), con la presenza, anche, di
   equipe multiprofessionali sulla base della numerosità epidemiologica attesa e
   la definizione di un PDTAR che preveda l’integrazione dei percorsi assistenziali:
   MMG, CDCD, Centri Diurni, ADP, ADI, Hospice.

5) Le Case della Salute (CdS)
   I gravi ritardi accumulati (oltre 10 anni) nell’attivare le CdS hanno privato i
   cittadini di usufruire di una fondamentale “Struttura Sanitaria Territoriale” che
   implementasse la “sanità di prossimità” e di poter utilizzare i finanziamenti
   finalizzati per l’acquisto delle apparecchiature sanitarie. Nell’Atto non sono
dettagliate le funzioni che devono essere svolte nelle singole CdS: i posti letto
   territoriali con riferimento ai bisogni di salute (Disturbi del comportamento
   alimentare - Salute Mentale ecc.), l’integrazione sociosanitaria con i Comuni, la
   figura dell’infermiere di comunità, l’infrastruttura informatica, la
   strumentazione polispecialistica, il Punto Unico di Accesso (PUA ), il Centro
   diurno, la centralità delle “ Cure Domiciliari” e molto altro. Rammentiamo che
   le CdS come le future “Case della Comunità” e gli stessi “Ospedali di Comunità”,
   colpevolmente non menzionati nelle “ Linee Guida degli Atti Aziendali” del
   Commissario per il “ Piano di rientro”, rappresentano un tassello importante
   della riforma della sanità territoriale in quanto “strutture che erogano cure
   intermedie” tra il domicilio e l’Ospedale con la possibilità di 2 moduli di 20 posti
   letto ciascuno. Finalmente si stanno attivando le AFT h 12 gestite dai MMG, ma
   riteniamo che bisogna accelerare l’implementazione nel territorio delle AFT e
   delle UCCP nelle CdS che garantiranno assistenza h 24 impegnando i Medici di
   Medicina Generale, gli Specialisti Ambulatoriali Interni e i Medici di Continuità
   Assistenziale impegnati in azioni di medicina d’iniziativa attinenti al “Piano
   Nazionale della Cronicità”.

6) L’Emergenza-Urgenza
   Il mancato adempimento ai LEA con il rispetto dei tempi del soccorso e i
   drammatici eventi di queste ultime settimane impone un dettagliato
   approfondimento dell’organizzazione del Servizio e della attivazione
   dell’Elisoccorso notturno con un impegno a superare le gravi carenze del
   personale e dei diritti di questi che nell’Atto è assente.

7) La RETE Territoriale dei Laboratori di Patologia Clinica
   Il continuo e provvidenziale ricorso alla “Virologia” dell’A.O. Pugliese Ciaccio sta
   consentendo la processazione dei Tamponi COVID 19 che l’Azienda Sanitaria
   con il solo Laboratorio del Presidio Ospedaliero di Rossano-Corigliano ed il
   Servizio di Virologia dell’Annunziata non sono stati in grado di garantire.
   Pertanto alfine di attivare un servizio efficiente è necessario potenziare la
   “Rete” dei Laboratori di Analisi dei Presidi Ospedalieri di Rossano/Corigliano,
   Castrovillari e di Cetraro/Paola prevedendo l’istituzione di 3 Unità Operative
   Complesse e istituire un collegamento in rete con gli altri Laboratori sul modello
   dei Servizi Trasfusionali.

8) La Riabilitazione
Marginale e parcellizzata, necessita di un governo dipartimentale, di PDTAR e
   di un impegno straordinario soprattutto per le patologie di sviluppo (disabilità
   intellettiva, autismo, pluriminorazione, ecc.) che non hanno solo bisogno di
   prestazioni di psicomotricità e logopedia ma richiedono continuità e intensità
   di intervento, approccio multidimensionale (ICF-CY), accompagnamento delle
   famiglie attualmente gravate da costi economici e sociali insopportabili,
   elaborazione di profili di funzionamento e accompagnamento per i circa 4000
   alunni certificati della provincia di Cosenza. Per i maggiorenni servono, nei SSM,
   moduli operativi integrati sociosanitari, orientati all’inserimento lavorativo,
   sociale e alla vita indipendente per non creare un esercito di non
   autosufficienti. Le figure di riabilitazione vanno inserite nei coordinamenti
   distrettuali, nel SITRO, nelle UVM, assunte in numero sufficiente curandone la
   formazione continua all’appropriatezza.
9) Le Malattie Reumatiche
   Nel “Cronich Model Care” la Reumatologia è una branca indispensabile per la
   presa in carico del paziente che necessita del coordinamento di una equipe
   multidisciplinare (mmg, reumatologo, fisiatra, ortopedico, oculista, neurologo,
   cardiologo, infermiere di prossimità ecc.) che definisca una serie di PDTA legati
   alle patologie reumatologiche (Artriti, spondiloartriti, AR, Sclerodermie, Lupus,
   connettivi, ecc,) da implementare sul Territorio. Purtroppo riscontriamo
   nell’Atto Aziendale una assenza di riferimenti alle norme regionali (L.R. 11/2004
   Obiettivo salute3.7, Le Malattie Reumatiche, DCA 30/16, DCA 119/17 e DCA
   88/19) e la mancata attuazione della Rete Reumatologica Regionale (DCA
   119/17). Inoltre una delle criticità da superare per la realizzazione di una
   risposta efficace alle problematiche delle malattie reumatiche è dovuta alla
   carenza di reumatologi per cui proponiamo la presenza di 1 reumatologo in
   ogni Unità Complessa di Cure Primarie (UCCP) dell’ASP.

10)      La “RETE Ospedaliera”
   Riscontriamo, purtroppo, che il Decreto del Ministero della Salute del 2 aprile
   2015, n° 70 “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e
   quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera” e il DCA n°64/2016 di
   approvazione della “ Rete Ospedaliera”, ancora una volta, non sono applicati
   nel Servizio Sanitario Regionale e nell’ Azienda Sanitaria di Cosenza, infatti la
   dotazione complessiva di posti letto in Calabria risulta pari a 2,82 per 1.000
   residenti: la dotazione per le acuzie è di 2,36 per 1.000 residenti, quella per post
   acuzie è pari a circa lo 0,46 per 1.000 residenti.
Chiediamo, con forza, che sia applicato, non sulla carta, almeno, il DCA 64/2016
      che prevede una dotazione complessiva di posti letto pari al 3,28 per 1.000
      residenti garantendo il ruolo centrale della spedalità pubblica e una equa
      distribuzione dei posti letto nella provincia. Già troppo tempo si è perduto nella
      applicazione della sentenza del Consiglio di Stato che ha stabilito che fossero
      riattivati i Presidi Ospedalieri di Trebisacce e Praia a Mare, chiediamo con forza
      che siano riattivati subito! Inoltre riteniamo importante che la riorganizzazione
      della “Rete Ospedaliera” integri tra di loro gli ospedali.
11)   Le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA)
      Il Decreto Legge n°34/2020 prevedeva che fosse attivata 1 USCA ogni 50.000
      residenti, inspiegabilmente l’Ordinanza n°25 del 29/03/2020 del Presidente
      della Giunta ha previsto per l’ASP di Cosenza 11 USCA contro le 12 dell’ASP di
      Reggio Cal. Anche alla luce degli oltre 7.000 cosentini in “Isolamento
      Domiciliare” e dei compiti assegnati alle USCA, chiediamo che siano attivate 14
      USCA ben distribuite nel Territorio.

  12)       La tutela della salute degli anziani
      Nell’Atto Aziendale manca un disegno complessivo ed unitario di rinnovamento
      del sistema dei servizi con una visione alternativa di prossimità della sanità
      territoriale; infatti non viene scalfito il modello fondato sul ricovero nelle RSA,
      nonostante questo modello abbia mostrato enormi limiti, in special modo, in
      questo momento pandemico. Questa tipologia assistenziale spesso non
      risponde ai bisogni di salute degli anziani e, inoltre, ha costi elevati con rette
      altissime che possono essere convertite in investimenti su servizi che
      garantiscano la qualità delle prestazioni con equipe multiprofessionali che
      curino la persona nel proprio contesto di vita con il sostegno dei servizi
      domiciliari e territoriali. Pertanto le RSA non possono rappresentare l’unica
      risposta, ma al fine di mantenere l’anziano in famiglia deve essere potenziata
      l’Assistenza Semiresidenziale tramite l’attivazione di “Centri Diurni” ben
      distribuiti sul Territorio. Inoltre è necessario programmare tutti quegli
      interventi che possono favorire un “invecchiamento attivo” per migliorare il
      benessere psicofisico della persona. Infine, tenendo conto del “PNRR” bisogna
      che l’atto aziendale si rapporti, sin d’ora, con le future “Case della Comunità”
      realizzando una forte integrazione fra gli operatori sanitari e le Istituzioni, fra
      sociale e sanità con un coinvolgimento delle famiglie, delle Associazioni di
      volontariato e delle parti sociali perché si attivi un “controllo sociale”
      sull’organizzazione e sulla qualità delle prestazioni erogate.
13)       I 5 Distretti
   Non convince la proposta di ridurre il numero dei Distretti istituendo il Distretto
   Unico dello Jonio tenuto conto di una popolazione di 166.691 abitanti, delle
   condizioni orografiche dei 38 Comuni afferenti e soprattutto dei 120 Km di
   viabilità di collegamento (Statale 106) altamente a rischio di mortalità e
   incidentalità. Inoltre ricordiamo che il Distretto è una articolazione territoriale
   dell’Azienda che deve garantire alla popolazione residente l’accesso ai servizi e
   alle prestazioni di tipo sanitario e sociosanitario secondo criteri di
   appropriatezza, equità e, soprattutto, di accessibilità che in questo caso non è
   pienamente garantita. Pertanto chiediamo il mantenimento dei 6 Distretti con
   una nuova delimitazione territoriale.
   14) La “Rete di Radiologia”
   La chiusura di molti ospedali nell’Asp di Cosenza ha comportato, tra l’altro, la
   scomparsa dei Servizi di radiologia incrementando il privato accreditato;
   poiché, finalmente c’è una nuova attenzione (PNRR/ Ospedali di Comunità)
   verso la sanità territoriale è fondamentale garantire i nodi di una “Rete
   Radiologica” con alcuni punti di forza in apparecchiature e personale presso la
   Casa della Salute di San Marco Argentano, i presidi ospedalieri di Rossano-
   Corigliano e Cetraro, inoltre troviamo inspiegabile che la radiologia della Casa
   della Salute di Cariati, pur avendo 2 ecografi, 1 mammografo, 1
   ortopantomografo ed altre apparecchiature, per carenza di personale sia
   praticamente inutilizzata . Quando parliamo di “Rete” non possiamo non
   pensare al sistema RIS/PACS che in una Regione di 1 milione e 900 mila abitanti
   dovrebbe essere da tempo una unica realtà, se desideriamo affrontare il futuro
   ormai imminente di una medicina sempre più personalizzata e di precisione,
   con l’applicazione della intelligenza artificiale a servizio di un modello di sanità
   digitale.
*SCHEMA DI FUNZIONAMENTO Consulta
Con riferimento alle funzioni richiamate al punto 1) la Consulta, ha il compito
di verificare il grado di coinvolgimento delle Aziende nel miglioramento della
qualità della comunicazione col cittadino nei seguenti ambiti:
- attuazione di metodologie di rilevazione della qualità dal lato dell'utente,
    anche attraverso formalizzati collegamenti con I'URP;
- realizzazione di iniziative di rilevazione della soddisfazione dell'utenza;
- realizzazione di iniziative di educazione e promozione della salute e di
    protezione dal rischio;
- l'attuazione di proposte di miglioramento conseguenti all'analisi e la
    valutazione dei processi aziendali che determinano insoddisfazione
    dell'utenza;
- aggiornamento della Carta dei Servizi aziendale e mantenimento degli
    impegni assunti dall'Azienda nella Carta dei Servizi.

Al fine di adempiere alle proprie funzioni la Consulta sviluppa le seguenti azioni:
- esame di documenti e normativa,
- espressione di pareri
- attivazione di gruppi di lavoro ad obiettivo
- confronto con esperti
- partecipazione ad attività formative interne o rivolte ad utenti
- promozione e realizzazione di incontri con i cittadini sui progetti della
     Consulta e sui risultati raggiunti con la propria attività
- partecipazione alla definizione dei bisogni di salute della popolazione e alla
     progettazione di servizi
- partecipazione ad attività aziendali di indagine della soddisfazione dei
     cittadini;
- promozione e realizzazione di attività di verifica autogestite (indicatori ex
     art. 14, impegni Carta dei servizi ecc.)
- partecipazione al monitoraggio dei segnali di disservizio e rilevazione di
     criticità emergenti
- proposte di progetti di miglioramento e collaborazione alla loro
     realizzazione
- promozione di progetti di umanizzazione dei servizi
- partecipazione alla definizione, alla rilevazione e all'analisi di indicatori
     aziendali per la valutazione della qualità dal lato dell'utente.
Per la realizzazione delle attività programmate può essere richiesto il supporto
dei servizi aziendali. Tutti i membri della Consulta sono tenuti a collaborare alla
piena attuazione delle decisioni assunte.

Piano annuale delle attività
La/Il Presidente elabora entro un mese dall'insediamento, e successivamente entro il primo
trimestre di ogni anno, il piano annuale delle attività da svolgere che viene sottoposto
all'approvazione della Consulta. Il piano è suscettibile di modifiche in caso di necessità e
viene trasmesso alla/al Direttore del Distretto o alla/al Direttore generale aziendale.

Composizione
Ai sensi dell… la composizione della Consulta deve prevedere una partecipazione
maggioritaria di componenti appartenenti ad associazioni di volontariato e di difesa dei
diritti degli utenti, operanti in campo sanitario e sociosanitario, iscritte al Registro Provinciale
e/o Regionale del Volontariato, o comunque riconosciute da Enti Istituzionali, e la
partecipazione di membri designati dall'Azienda sanitaria, scelti tra il personale sanitario e
amministrativo.
È opportuno che nella componente aziendale della Consulta sia sempre presente la/il
responsabile dell'URP per facilitare la realizzazione dei progetti proposti dalla Consulta ed
accolti dall'azienda.
Deve essere assicurata la partecipazione di una/un Medico di medicina Generale/Pediatra di
libera scelta e di una/un rappresentante della/del Sindaco o della Conferenza sociale e
sanitaria territoriale.
La composizione può inoltre essere integrata prevedendo la partecipazione di ulteriori
organizzazioni in difesa dei diritti degli utenti radicate sul territorio, esperti o rappresentati
dei cittadini per la trattazione di argomenti specifici.
Sulla base di valutazioni di opportunità, effettuate congiuntamente dalla Direzione aziendale
distrettuale e dalla Consulta possono partecipare alle attività del Consulta esperte/i con
competenza specifica in materia di volontariato, di qualità dei servizi, di informazione e
comunicazione.

Componenti appartenenti al volontariato/difesa dei diritti
Le/I componenti effettivi o supplenti devono:
- essere individuati fra le/i socie/i di associazioni che dimostrino, in modo documentabile, la
loro attività in campo sanitario e/o socio sanitario;
- essere proposte/i dalle rispettive associazioni secondo modalità concordate a livello
aziendale;
Non possono far parte della Consulta per la parte del volontariato/difesa dei diritti coloro
che:
- hanno rapporti di lavoro, a qualsiasi titolo, o rapporti economici personali con l'Azienda
sanitaria presso cui è istituito la Consulta;
- sono stati elette/i in organi istituzionali;
- pur appartenendo al volontariato/difesa dei diritti sono dirigenti, amministratore/i,
collaboratrici/ori di Aziende sanitarie regionali, di IRCCS di diritto pubblico, di strutture
sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private.

Nomina dei componenti della Consulta
Le/I componenti effettive/i o supplenti appartenenti al volontariato o ad organizzazioni di
difesa dei diritti delle e degli utenti sono designati dalle rispettive organizzazioni di
appartenenza. Le designazioni sono trasmesse formalmente alla/al Direttore generale
aziendale/Direttore del distretto.
I componenti effettivi o supplenti di parte pubblica sono nominati dal Direttore generale,
Direttore del distretto.
La/ il Direttore generale/Direttore del distretto nomina con proprio atto la Consulta nelle
sue due componenti: la parte del volontariato/difesa di diritti e la parte pubblica.

Sono organi della Consulta la/il Presidente e la/il Vice Presidente:
la/il Presidente deve essere individuato fra i rappresentanti del volontariato,
la/il Vice Presidente viene individuato fra tutti i componenti.
La Consulta può costituire un Consiglio di Presidenza composto da Presidente, Vice
Presidente e tre componenti per deliberare su argomenti urgenti con successiva ratifica da
parte della Consulta.
Elezione, durata degli incarichi e decadenza degli organi

Elezione
Nella seduta di insediamento, convocata dalla/dal Direttore generale/Direttore del distretto
dell'Azienda sanitaria o loro delegati, vengono eletti la/il Presidente e la/il Vice Presidente,
di norma con voto diretto segreto, a maggioranza semplice delle degli aventi diritto al voto
(componenti effettivi).

Durata in carica
Le cariche di Presidente e Vice Presidente hanno durata biennale salvo volontarie dimissioni
e sono rinnovabili una sola volta.

Revoca e decadenza degli organi
La Consulta può revocare gli incarichi della/del Presidente e/o della/del Vicepresidente in
apposita seduta, su proposta di almeno 2/3 dei componenti effettivi.
L'incarico è revocato con le stesse modalità previste per l'elezione: di norma con voto diretto
segreto, a maggioranza semplice degli aventi diritto al voto (componenti effettivi).
La/Il Presidente e la/il Vice Presidente decadono anche per revoca di rappresentanza da
parte delle organizzazioni di appartenenza.

Decadenza e ricostituzione della Consulta
La Consulta decade in caso di dimissioni della metà delle/dei suoi componenti effettivi o per
altre motivazioni specificatamente individuate e definite dal regolamento aziendale.
L’Azienda/distretto deve provvedere alla ricostituzione della Consulta decaduto.
Rinnovo della Consulta
Per consentire I'ingresso di nuove energie ed esperienze il regolamento deve prevedere i
tempi per il rinnovo dell'intero Consulta, (ad es. ogni 3 anni).

Durata in carica e decadenza della/del componente
Il regolamento può definire la durata dell'incarico della/del componente della Consulta. È
utile definire il numero massimo dei mandati (ad esempio "L'incarico di componente ha
durata triennale salvo volontarie dimissioni ed è rinnovabile tino ad un massimo di tre
mandati").

Decadenza deIla/del componente
La/il componente che non partecipa alle riunioni e alle attività della consulta decade
dall'incarico. Il Regolamento aziendale deve indicare il numero massimo di assenze senza
giustificato motivo che comporta la decadenza, es. (5 assenze non giustificate). La/il
componente del Consulta decade anche per revoca di rappresentanza da parte
dell'organizzazione di appartenenza che I'ha nominato.
La/il componente decaduto deve essere sostituito.

Modalità di funzionamento
Segreteria: le funzioni di segreteria sono svolte da una/un collaboratore incaricato dalla
Direzione generale aziendale/Direzione del distretto. In particolare sono compiti della
segreteria la trasmissione delle convocazioni delle riunioni e delle comunicazioni, la tenuta
degli archivi, la compilazione dei verbali, la predisposizione di materiali occorrenti per i lavori
della Consulta, I'individuazione dei locali necessari allo svolgimento delle attività del
Consulta. La segreteria provvede, a cadenza almeno semestrale, agli adempimenti relativi ai
rimborsi, se dovuti, delle spese vive sostenute per la partecipazione alle sedute della
consulta e ad altre attività a carattere istituzionale rientranti nelle attività di competenza, se
adeguatamente documentate

Convocazione deIIe riunioni
La Consulta si riunisce su convocazione del Presidente/Vice presidente e, comunque, ogni
___ mesi. Può essere convocato altresì su richiesta di almeno un terzo dei suoi componenti.
Le convocazioni sono trasmesse dalla segreteria per iscritto (via mail) con almeno 10 gg. di
preavviso e con un preciso ordine del giorno; in caso di questioni urgenti o straordinarie, le
convocazioni avverranno con preavviso ridotto (3gg.) e secondo le modalità indicate dal
Consiglio di Presidenza (se costituito) oppure da ogni singolo componente (es. tramite
telefonata).
Alle riunioni della Consulta possono partecipare i componenti supplenti in sostituzione dei
componenti effettivi che abbiano comunicato alla segreteria, entro ____(stabilire un
congruo termine), l’impossibilità a presenziare. La mancata comunicazione di impedimento
entro il termine stabilito equivale ad assenza senza giustificato motivo.

Validità delle riunioni. Le riunioni sono valide in la convocazione con la presenza della metà
più uno dei componenti effettivi o supplenti, in 2a convocazione con la presenza di almeno
un terzo dei componenti stessi.
Verbale La segreteria cura la stesura del verbale, che deve essere redatto, in forma sintetica,
per ogni seduta. Nel verbale sono riportati: i presenti, gli assenti, gli assenti giustificati, gli
eventuali supplenti; gli argomenti all'ordine del giorno e le relative posizioni (suggerimenti e
proposte) assunte dalla Consulta. La Consulta, nella riunione successiva, approva il verbale,
che viene firmato dal Presidente e dalla Segreteria e da questa trasmesso alla Direzione
generale aziendale/distrettuale, per le valutazioni e gli eventuali provvedimenti di
competenza.
Gruppi di lavoro. II regolamento prevede la possibilità di costituire gruppi di lavoro su
tematiche specifiche. Le modalità di funzionamento del gruppo di lavoro saranno stabilite al
momento del suo insediamento.
Rispetto della riservatezza I componenti della Consulta sono tenuti al rispetto della
riservatezza sui dati di cui venissero a conoscenza nell'esercizio delle loro funzioni.

Comunità Competente
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Hanno collaborato alla stesura del documento:

Rubens Curia – Comunità Competente
Marina Simonetti – WWW_lacalabriavistadalledonne
Emira Chimenti – WWW_lacalabriavistadalledonne
Bianca Rende – WWW_lacalabriavistadalledonne
Angela Costabile – WWW_lacalabriavistadalledonne
Antonietta Giordano – WWW_lacalabriavistadalledonne
D.ssa Serafina Lavigna – WWW_lacalabriavistadalledonne
Maria Francesca Amendola - Società italiana alcologia sezione Calabria
Giacomina Durante – APMARR Ass. persone con malattie reumatiche e rare
Adriana De Luca - Associazione Gli altri dopo di noi-ODV
Giorgio Marcello - Associazione San Pancrazio
Massimo Gelli - Cooperativa Sociale R-accogliere
Piero Piersante - Associazione Per una nuova etica pubblica G. Dossetti
Elena Hoo - Associazione Auser - Università Popolare di Rende
Mario Viola - Comitato per la salute pubblica Esaro/Pollino
Stefania Fratto - Associazione Donne e Diritti
Sandra Innocente – Coop. Sociale Strade di casa
Silvia Puntillo – Associazione Regionale “Dall’osterica”
Nadia Gambilongo – Giardini di Eva – Mediterranean Media
Dr Renzo Bonofiglio
Dr Carlo Zanolini
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