PROGRAMMA ELETTORALE del candidato alla carica di Sindaco Paride Tatti e della lista collegata "Sinistra per Limbiate"

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PROGRAMMA ELETTORALE
                       del candidato alla carica di Sindaco Paride Tatti
                        e della lista collegata “Sinistra per Limbiate”

In molti pensano che parlare di destra e di sinistra oggi non abbia più molto senso. Alcuni candidati
sindaco di Limbiate si propongono al di sopra delle parti politiche — né di destra, né di sinistra.
Sostengono che per amministrare una città basti ragionare in termini di efficienza come un
imprenditore, con la prudenza di un buon padre di famiglia e che non serva schierarsi.
Non siamo d’accordo. La politica prima di tutto è scelta e giudizio. Ma non si può scegliere o
giudicare senza schierarsi.
In realtà, presentarsi come candidato né di destra né di sinistra è soltanto una mera strategia politica,
per cercare il consenso di tanti cittadini sfiduciati e pessimisti.
Se uno di questi candidati però diventasse sindaco, dovrà pur scegliere dove investire o tagliare le
risorse pubbliche, se occuparsi del diritto alla casa e come, se occuparsi dei servizi sociali e come,
se prediligere la scuola pubblica e come, eccetera. In tutti i casi, egli dovrà scegliere e si rivolgerà ai
consiglieri comunali per avere sostegno e voti.
Noi siamo convinti che destra e sinistra siano distinzioni generali che servono ancora a orientare
elettori ed eletti, nonostante l’attuale confusione dei partiti nazionali che non aiuta a distinguere.
Destra e sinistra sono due modi di scegliere e giudicare differenti e opposti, per questo non
interscambiabili. La sinistra è orientata verso scelte amministrative volte a risolvere i bisogni
primari e ad includere quanti più possibile nel godimento del benessere generale. La destra, invece
favorisce l’interesse di pochi in possesso di capitale, credendo che ciò possa giovare alla
maggioranza.
Quella attuale è una divisione molto più approssimativa e meno evidente rispetto alle vecchie
ideologie del passato, ma abbastanza chiara e corrispondente a due modi di intendere e di
amministrare il bene pubblico.

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LIMBIATE IN TESTA
           PROGRAMMA AMMINISTRATIVO 2016 - 2021

La Limbiate alla quale vogliamo dedicare il nostro impegno è una città che si ispira alla vita di ogni
essere umano. Alla promozione e valorizzazione dei suoi tempi, dell’essere giovane, adulto e
anziano. Il nostro impegno amministrativo si ispira ai principi Repubblicani, libertari e antifascisti
sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana, dalla Carta Europea, dal suo Statuto e condivide
quanto sancito dalla dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.

Vogliamo costruire una Limbiate che integri i suoi obiettivi amministrativi con la volontà dei
cittadini.

Vogliamo affermare la centralità della persona umana e la sua dignità.

Vogliamo rilanciare il concetto di comunità per riuscire a promuovere i diritti di cittadinanza ed
escludere qualsiasi forma di discriminazione ed esclusione.

Vogliamo promuovere la comunità limbiatese e il suo patrimonio storico- culturale e sociale,
avendo come unico obiettivo l'interesse pubblico, la tutela dell'ambiente e del territorio.

                             Giovani e pari opportunità
Ormai non si contano più le generazioni che a Limbiate hanno chiesto un luogo di aggregazione
giovanile. Riteniamo che bisognerebbe puntare ad averne più di uno. Pensiamo che questo sia un
obiettivo non più rinviabile.
Nella nostra azione amministrativa sosterremo, con l’intento della sua realizzazione, il progetto dei
giovani di Limbiate “Alla ricerca del santo CRAL” e dell’Associazione Brucaliffo con “Nuovi
sPazi”.
Un obiettivo primario è riconoscere Mombello come luogo da riabilitare per l’attività sociale e
l'incontro, coniugando il suo passato storico con le esigenze della componente giovanile.

                               Le persone innanzi tutto
Da un ventennio il dibattito politico a Limbiate è incentrato su un solo tema: come gestire il
territorio. Come Guelfi e Ghibellini, politici e amministratori si sono divisi in due fazioni opposte:
da una parte quelli che scommettono sui piani attuativi d’iniziativa privata per aumentare gli
investimenti pubblici attraverso gli oneri di urbanizzazione; dall’altra quelli che predicano
sostenibilità ambientale e consumo di suolo zero come criteri irrinunciabili di buon governo del
territorio. Nessuna forza politica fa più battaglie sui diritti e sui bisogni delle persone.
Sfratti, disoccupazione, anziani, disabili, minori, istruzione e educazione, sono gli argomenti che ci
stanno veramente a cuore. Quello che ci proponiamo come forza di sinistra è di riportare le persone
e le famiglie al centro del progetto di governo del nostro comune.

Un’agenzia per la casa

Il tema dell'emergenza abitativa pone inevitabilmente la necessità di coordinare le azioni in atto da
parte dell'amministrazione comunale in favore delle famiglie che vivono una situazione di difficoltà
connessa alla mancanza di alloggio.

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A tale scopo vogliamo creare un’agenzia per la casa che rappresenti un luogo di “Governance”
delle politiche abitative sul territorio comunale con l’obiettivo di far crescere il comparto
dell’affitto.

Nello specifico l’agenzia dovrà:

      fungere da cabina di regia cittadina delle politiche abitative con la partecipazione di tutti gli
       attori interessati (sindacati, inquilini e rappresentanti, proprietari, cooperative,
       amministratori di condominio ecc.) con il coordinamento dell’amministrazione comunale;
      offrire percorsi di accompagnamento sociale e educativi, rivolti a nuclei familiari con
       disagio abitativo attraverso una progettualità individualizzata (Patto Sociale) che individua
       obiettivi da perseguire, impegni, azioni concordate e monitoraggio;
      offrire servizi per la promozione dell'affitto concordato o in ogni caso ridotto rispetto ai
       valori di mercato;
      gestire le assegnazioni di alloggi ERP (bandi, graduatorie provvisorie e definitive, nuove
       assegnazioni), di contributi (FSA, contributi comunali, progettazioni e contribuzioni
       specifiche) in modo integrato;
      costituire, presidiare e aggiornare periodicamente un “Osservatorio Casa Pubblico”;
      sperimentare progetti innovativi d’intervento sul mercato dell’affitto in grado di favorire
       l’accesso alla casa dei ceti in difficoltà, la c.d. “area grigia” di chi non è abbastanza povero
       per le case pubbliche, ma non abbastanza ricco per comperarsi la casa;
      definire progetti, in collaborazione con partner istituzionali (altri enti pubblici, provincia,
       città metropolitana, regione, ministeri) o del terzo settore per l’attivazione di azioni
       sperimentali anche attraverso la partecipazione a bandi di finanziamento;
      implementare gli strumenti d’intervento economico per il sostegno degli affitti.

Tutela e sostegno alle capacità genitoriali

Uno degli oneri più gravosi per i bilanci dei servizi sociali deriva dall’inserimento di minori in
strutture protette con decreto disposto dall’autorità giudiziaria.

Occorre porsi come obiettivo primario un complessivo lavoro, a livello preventivo, di sostegno alla
genitorialità e al ruolo educativo della famiglia, per ridurre nel tempo la necessità di risposta
riparativa del servizio sociale rispetto alla problematica minorile.

Fermo restando il ricorso a “comunità-alloggio” e centri di pronto intervento a tutela del benessere
fisico e psichico dei minori in caso di necessità e bisogno improrogabile, intendiamo ampliare e
rinforzare la gamma degli interventi e dei servizi territoriali di prevenzione quali la comunità
leggera e l’assistenza domiciliari minori.

La nostra proposta è di destinare una struttura appositamente individuata sul territorio di Limbiate
all’accoglienza, durante le ore diurne non interessate da attività scolastiche (cosiddetta “comunità
leggera”), di quei minori che evidenziano situazioni di disagio personale e familiare medio, per cui
si può ancora intervenire con un progetto educativo individualizzato senza dover ricorrere
all’allontanamento dalla famiglia di origine, garantendo loro il necessario supporto e
accompagnamento alla crescita e costruendo con l’assistente sociale di riferimento e la famiglia del
minore stesso un progetto di accoglienza, il più possibile condiviso.

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Per le ore non interessate dal servizio di “comunità leggera”, la stessa struttura potrà essere
utilizzata per la realizzazione di ulteriori proposte a favore d’interventi educativi che abbiano come
destinatari principali le famiglie limbiatesi (non solo quelle seguite dai servizi sociali), in un’ottica
più ampia di sostegno alla genitorialità e al ruolo familiare.

Nell’ambito dei servizi di tutela, in considerazione della recente normativa che sottolinea sempre di
più il diritto del minore a una famiglia (tanto da orientarsi, anche rispetto alla risposta residenziale
verso la necessità di approntare comunità di tipo familiare) risulta di estremo interesse ed
opportunità incentivare la risorsa “affido” familiare.

Riteniamo moralmente vincolante che la compartecipazione dei genitori per l’inserimento dei
minori in strutture residenziali, prevista dall’art. 48 del nuovo regolamento di ambito, non rimanga
lettera morta, in quanto con l’allontanamento del minore non viene meno l’obbligo dei genitori al
mantenimento del figlio.

Fondo perequativo di sostegno al reddito

Intendiamo progettare e realizzare forme di sostegno a famiglie in difficoltà lavorativa (sotto forma
di risorse economiche, voucher o servizi), attraverso un fondo messo a disposizione da parte
dell'amministrazione comunale e alimentato dalla fiscalità locale con politiche di redistribuzione dei
redditi: chi ha di più deve aiutare chi ha di meno.

Social Market

Occorre elaborare interventi che si propongono di contribuire a realizzare un argine alla deriva
sociale rappresentata da una fase d’impoverimento progressivo di molte famiglie italiane e
limbiatesi dovuto a perdita di lavoro, di un evento spiazzante o a causa di una significativa
riduzione del reddito.

Prendendo spunto da un’iniziativa dell’associazione Terza Settimana, gruppo torinese che sta
esportando in tutta Italia la proposta degli empori sociali, vogliamo dare vita in partnership con
associazioni e cooperative del territorio al progetto di un supermercato solidale più conosciuto col
nome di social market, dove le famiglie di Limbiate, almeno quelle selezionate dai servizi sociali,
dai centri di ascolto, dalle associazioni di volontariato, potranno fare la spesa a prezzi calmierati
oppure gratuitamente.

Il social market non è solo un punto vendita ma un vero e proprio presidio sociale, che risponde alla
logica della solidarietà e della beneficenza generativa, e non a quella del guadagno, un momento
d’incontro, un’occasione di dialogo tra volontari, amministrazioni, enti e nuovi poveri. Le famiglie
inviate dagli enti accreditati possono così scegliere e ritirare prodotti di prima necessità acquistati
direttamente dalla grande distribuzione o partecipando ad un gruppo di acquisto collettivo. Tutto
all’insegna della sobrietà, ma con l’opportunità di accedere ad un corretto ed equilibrato apporto
alimentare, in un circuito chiuso senza finalità commerciali e limitatamente alle persone in stato di
reale bisogno.

Pranzo della domenica

È una piccola iniziativa che potremmo definire “di sollievo”. Rivolta in modo particolare a famiglie
con bambini.

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Con questa iniziativa si vuole rispondere al bisogno delle famiglie di sentirsi ancora parte di un
tessuto sociale e relazionale nonostante le difficoltà economiche. Il comune in collaborazione con i
ristoranti del territorio offre una possibilità alle famiglie con la presenza di minori - selezionate dal
servizio sociale - di pranzare una domenica al mese con un costo simbolico di € 1,00 a persona.
Sarà un’occasione per le famiglie di trascorrere una domenica insieme ad altri in un clima di festa
ma soprattutto di serenità.

Tavolo delle povertà

Altra azione rilevante riguarderà la messa a sistema d’interventi di aiuto per il contrasto alla
povertà, grazie alla sinergia con il terzo settore territoriale. Il contesto di confronto e di progetto
sarà un Tavolo di rete per la produzione di attività progettuali e sperimentali. Le linee di azione
principali di questo tavolo riguarderanno: distribuzioni di aiuti alimentari tramite la rete del
volontariato esistente, messa a sistema di una rete informativa in grado di conoscere i destinatari
delle azioni di aiuto, percorsi di carattere educativo attraverso progettazioni specifiche e azioni
mirate, gestite direttamente o indirettamente per il tramite di associazioni territoriali. Le risorse
necessarie potranno essere recuperate dalla partecipazione a bandi, concorsi ed altre forme di
fundraising.

Integrazione, inclusione e convivenza

Non si può pensare di affrontare il tema dell’immigrazione solo con politiche per la sicurezza,
ignorando che la precondizione per una serena convivenza in una società sempre più diversificata e
complessa è l’integrazione.

Tale riflessione riguarda e coinvolge tutti i residenti, italiani e stranieri, le forze sociali, economiche
e politiche del territorio: l’obiettivo è sviluppare una politica organica e trasversale per
l’immigrazione, un sistema integrato per la sicurezza urbana, realizzare interventi volti a combattere
l’esclusione sociale di fasce deboli di popolazione e trovare risposte adeguate ai loro bisogni.

Oggi l’immigrazione rappresenta uno degli effetti del più generale processo di globalizzazione
economica, che va governato come indicano le direttive europee per promuovere comunità
sostenibili, fondate sulla coesione sociale. Non esiste un modello di “città multiculturale” uguale
per tutti, che possa essere utilizzato anche a Limbiate: è la città stessa che in base alla sua storia, il
suo passato più o meno recente, e soprattutto il sentire dei suoi cittadini, vecchi e nuovi, deve
costruire un proprio modello per essere dinamica e flessibile, capace di progredire tenendo sotto
controllo le forme di discriminazione che accompagnano, da sempre, i processi migratori, gli
atteggiamenti di allarmismo, chiusura e pregiudizio nei confronti di alcune situazioni o fasce
sociali.

All’interno delle politiche per l’integrazione si posizionano in modo centrale i temi della socialità e
del contrasto ai pregiudizi, la realizzazione di progetti per aumentare la conoscenza dei diritti e dei
doveri e favorire il senso di responsabilità nei nuovi e vecchi cittadini. Temi strategici nella vita
della comunità locale, per le sensibilità personali e sociali che toccano, per gli equilibri di sentire
sociale che spostano, comunque decisivi nello sviluppo di quella città aperta, solidale e sicura che
intendiamo portare avanti.

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Formazione al lavoro e percorsi lavorativi protetti per disabili

La Giunta De Luca ha annunciato con enfasi che porterà sul territorio comunale i servizi di
formazione e orientamento al lavoro forniti da Afol di Monza e Brianza, concedendo in comodato
d'uso all'Agenzia di Formazione e Lavoro brianzola i locali dell’ex scuola di Via Buozzi.

Una scelta illogica e contraddittoria. Illogica perché Limbiate è già socia da molti anni di un’altra
AFOL (prima AFOL Milano Nord Ovest, oggi AFOL Metropolitana), che eroga gli stessi servizi a
Limbiate, in Via Monte Grappa a Mombello; contraddittoria perché l’amministrazione uscente ha
sempre dichiarato che Limbiate deve uscire dalla provincia di Monza e Brianza per entrare nella
città Metropolitana di Milano.

La nostra proposta invece è di trasferire l’AFOL Metropolitana dalla sede periferica di Mombello a
quella più centrale e funzionale di Via Buozzi puntando sul rilancio della formazione al lavoro.

Questo ci darebbe, inoltre, l’opportunità di sperimentare, in sinergia con AFOL e/o con privato
sociale competente in materia, l’apertura all’interno dei locali di Via Buozzi anche di un polo di
formazione al lavoro per la disabilità lieve, in uscita dai contesti scolastici. Tale offerta (oggi
assente) risulta indispensabile e propedeutica ad un successivo percorso d’inserimento lavorativo
che possa avere esito positivo. Si tratta, infatti, di garantire un supporto intermedio e preparatorio al
ragazzo con disabilità, in uscita da percorsi scolastico - formativi (mediamente tra i 17 e i 18 anni),
che sviluppi competenze propedeutiche all’inserimento lavorativo.

Infatti, per ragazzi con disabilità il passaggio dalla scuola all’eventuale inserimento tout court nel
mondo lavorativo attraverso un servizio d’inserimento senza tale propedeutico “cuscinetto” è spesso
a rischio di fallimento.

Sostegno alla domiciliarità anziani

Vogliamo potenziare l’offerta di servizi ed interventi a sostegno della domiciliarità (assistenza
domiciliare, CDI, telesoccorso, buoni sociali per sostenere l’anziano e la famiglia che se ne prende
cura). Le scelte saranno comunque definite a livello di ambito distrettuale, considerato il flusso di
finanziamento da regione a piani di zona e in quel contesto sarà possibile concorrere alla
definizione delle linee d’ambito d’intervento, che per i servizi comunali devono continuare a
garantire rispetto alla popolazione anziana non autosufficiente le situazioni maggiormente
compromesse in termini di rete sociale e familiare.

Rispetto al sostegno comunale alle realtà dell’associazionismo e del privato sociale territoriale, in
un momento di razionalizzazione della spesa pubblica, la priorità è sostenere interventi di
particolare rilevanza per il sostegno alla domiciliarità, quali i supporti al volontariato che operi
principalmente a favore della popolazione anziana con interventi di sostegno/compagnia e
accompagnamenti presso enti/servizi (soprattutto sanitari) e servizio di prossimità.

Servizi per l’autonomia

La disabilità richiede (a differenza della fragilità per anzianità) pensieri ed interventi fin dall’età
precoce e proiettati nella costruzione della relazione e della vita adulta autonoma, anche dalla
famiglia d’origine. Perciò è importante intervenire fin dall’età precoce con interventi di tipo
educativo (nei servizi all’infanzia, nella scuola, nei contesti di relazione/aggregazione extra-
scolastici) finalizzati alla relazione ed integrazione e acquisizione di autonomie.

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Sicuramente la risposta educativa in ambito scolastico ed extrascolastico per minori con disabilità
medio gravi, utilizzata come intervento a partire dall’età precoce, è uno degli strumenti più adeguati
ed indispensabili ad un progressivo ed armonico percorso di integrazione e stimolo alla relazione.

A fronte di una massiccia domanda d’intervento educativo in ambito scolastico occorre fare uno
sforzo economico per attivazione d’interventi in contesto extra-scolastico, che sono imprescindibili
nelle progettualità d’integrazione sociale/relazionale dei minori/giovani con medie e gravi
disabilità.

Vogliamo implementare gli interventi socio-educativi territoriali (cse, sfa, laboratori protetti, ecc.).
È necessariamente in crescita il bisogno di interventi “di passaggio” dall’età/contesto scolastico a
quello post-scolastico per i disabili giovani e verso l’età adulta, attraverso i quali portare avanti
(dopo l’investimento in età precoce) gli interventi di sostegno a favore delle situazioni di maggiore
complessiva fragilità per disabilità, che non possono avere una soluzione verso una forma di
relativa autonomia. La ricerca delle offerte educative più adeguate e al contempo realisticamente
raggiungibili (per vicinanza/raggiungibilità effettiva a cura degli utenti) ma anche sostenibili
economicamente, a cura dell’amministrazione o delle famiglie (in tutto o in parte), richiede di
trovare strategie per una messa a sistema della composita offerta territoriale (istituzionale e del terzo
settore) che persegua tali obiettivi (servizi educativi, offerta ricreativa, servizi diurni, laboratori
sulle autonomie).

È necessario valorizzare la collaborazione col privato sociale che orienti la propria attività nel
creare residenzialità leggera, nel senso di percorsi per la vita autonoma (protetta) della disabilità
adulta (il “dopo di noi” durante noi), e offerta socio-educativa territoriale (es. sfa, laboratori
autonomie ecc.) sostenendo tali percorsi anche a mezzo di risorse strutturali a ciò destinate.

Stop al nuovo ISEE

L’indennità di accompagnamento è un sostegno per i disabili e non può essere conteggiata
nell’ISEE come uno stipendio.

Così ha sentenziato il consiglio di stato bocciando la posizione del governo Renzi sul nuovo ISEE.
La scorsa primavera l’esecutivo si era appellato ai giudici amministrativi in seguito alle sentenze del
Tar del Lazio, che avevano accolto i ricorsi delle associazioni dei portatori di handicap contro il
nuovo sistema di calcolo che somma le pensioni di invalidità al reddito. Facendo perdere il diritto
ad altri importanti benefici.

In assenza di correttivi da parte del governo che recepiscano le sentenze del Tar del Lazio, ci
impegniamo con i cittadini che dovranno presentare l’ISEE per accedere a servizi assistenziali o a
benefici comunali, a non tenere in considerazione ai fini del calcolo dell’indicatore della situazione
economica equivalente i trattamenti indennitari o risarcitori percepiti dai disabili a causa della loro
accertata invalidità e volti ad attenuare tal oggettiva situazione di svantaggio.

Diritto allo studio

Tutti gli attuali interventi rivolti alle scuole del territorio per garantire il diritto allo studio (sia gli
interventi rivolti alla generalità delle scuole del territorio e dell’utenza, come previsto nelle
normative e nei regolamenti scolastici, sia i servizi individuali, a supporto dell’attività educativa e
didattica) verranno mantenuti, riletti e potenziati alla luce dei cambiamenti sociali. Rafforzare la
collaborazione tra dirigenze scolastiche e servizi scolastici comunali attraverso anche incontri
periodici costanti tra scuole di ogni ordine e grado e amministrazione comunale. Proponiamo di

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istituire un servizio progetti per la scuola e orientamento. Le funzioni e le aree di intervento del
servizio saranno definite secondo le seguenti linee: collaborazione integrata e stabile con gli uffici e
servizi del comune che si occupano di politiche giovanili, attività culturali, attività sociali anche
finalizzate all’ottenimento di risorse aggiuntive attraverso la partecipazione a bandi di
progettazione; il servizio sarà in grado di elaborare progettazioni anche al fine di partecipare a bandi
e ad altre forme di concorso sia per il comune sia per le scuole del territorio; ciò sulla base di
specifici accordi che prevedano la messa a disposizione da parte del Comune delle competenze
necessarie; azioni di informazione e consulenza orientativa rivolte sia alle famiglie sia agli studenti
frequentanti le classi seconde e terze della scuola secondaria di primo grado. Gli operatori
realizzeranno laboratori in ogni classe seconda e terza delle scuole secondarie di I grado del
territorio e attiveranno uno sportello aperto a studenti e famiglie. Verrà anche garantito un servizio
di riorientamento per gli studenti del biennio della scuola di secondo grado, inseriti in percorsi
d’istruzione e formazione a rischio di dispersione o abbandono, giovani che per diversi motivi non
risultano inseriti in percorsi d’istruzione, formazione o apprendistato; ampliare la rete con le
agenzie territoriali che hanno a vario titolo competenza in tema di orientamento scolastico e
continuità educativa; redazione e aggiornamento di una guida territoriale di orientamento e
dell’aggiornamento del sito comunale con informazioni relative a calendario, scuole aperte e
microinserimenti; elaborazione del “Quaderno delle attività” che è una raccolta d’idee, progetti e
proposte con cui offrire stimoli didattici per accompagnare i ragazzi nel percorso per una
cittadinanza attiva e solidale. Il Quaderno non prevede costi diretti per le classi in quanto buona
parte della proposta formativa è offerta gratuitamente dalle associazioni ed enti del territorio,
mentre una parte è finanziata da diversi settori dell’amministrazione.

L'amministrazione comunale sosterrà e finanzierà progetti di formazione per il personale docente
sul tema del disagio scolastico, concordando con i dirigenti scolastici i progetti ai quali contribuire
economicamente, curandone l’omogeneità e la condivisione tra tutte le dirigenze, e ne verificherà
gli esiti e l’efficacia. In funzione del mutato quadro normativo che prevede una particolare
attenzione nell'area dell'apprendimento della didattica di ragazze e ragazzi con alcuni fattori di
specifica difficoltà (raggruppati sotto l'acronimo BES, Bisogni Educativi Speciali),
l'amministrazione comunale intende costituire uno stabile gruppo di lavoro tecnico che coinvolga,
sotto il coordinamento dei servizi per la scuola, i diversi operatori dell'ente che hanno competenza e
titolarità a trattare il tema: educatori nell'area della disabilità, pedagogista.

Tale gruppo potrà essere l'interfaccia tecnico per interloquire con le scuole per approfondire
eventuali argomenti sollevati dalla scuola su questo tema.

Implementare l’erogazione di assegni di studio a favore di studenti di Limbiate delle secondarie di
primo e di secondo grado in base a bando e regolamento che combini merito scolastico e valore
ISEE.

         La Scuola è il luogo dove la società si forma e cresce
Le questioni che maggiormente ci preoccupano sono l'evasione e l'abbandono scolastico oltre che il
successo formativo e i livelli di istruzione di chi vive a Limbiate.

Per capire queste dinamiche sociali riteniamo sia quanto mai necessario avviare un'indagine
indipendente sul livello di istruzione dei cittadini, elaborando dati soggettivi e individuando
comunità e quartieri di riferimento.
L'obiettivo che ci poniamo è la creazione di un Osservatorio Cittadino a cui intervengano le diverse
componenti dei Consigli di Istituto dei vari Istituti Comprensivi, i Comitati e Associazioni dei
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Genitori e i volontari che intendano impegnarsi in questo percorso (Cittadini, genitori di alunni
immigrati e nomadi). L’osservatorio sarà costituito da un massimo di 10/12 unità, volto ad
organizzare dei “Focus Group” per il continuo monitoraggio del successo formativo dei cittadini
delle scuole limbiatesi.

La scuola in ogni quartiere

La principale conquista di civiltà di Limbiate è l’aver generato negli anni una “scuola diffusa”: una
scuola dell'infanzia e una scuola elementare per ogni quartiere e tre scuole medie sul territorio.
Riteniamo irrinunciabile e non modificabile questa conquista. Intendiamo completarla e sostenerla
con la realizzazione di una scuola media, per la definizione dei tre istituti comprensivi, al Villaggio
Giovi.

Molti alunni nel passaggio tra scuola primaria e secondaria decidono di abbandonare Limbiate e
recarsi nei comuni limitrofi per continuare la propria istruzione. E’ necessario investire sulla scuola
diffusa e sulle relazioni che questa può mettere in atto con le associazioni del territorio per limitare
questo fenomeno. Metterla in relazione con le strutture pubbliche destinate al tempo libero e alla
cultura è uno dei punti forza che abbiamo per combattere l'abbandono e l'evasione scolastica.

Vogliamo aumentare la qualità della scuola pubblica, investendo sui suoi plessi e aumentando i
livelli qualitativi degli ambienti interni ed esterni.

Per la gestione della spesa pubblica e rendere sostenibile la gestione di tutti i plessi scolastici,
riteniamo necessario investire sul miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici e degli
impianti elettrici e termici.

La Scuola è il punto centrale dell’azione amministrativa per una forza di Sinistra. In essa si forma la
società del futuro ed è importante che sia il più possibile al passo con i tempi e con le esigenze di
una società in continua e rapida evoluzione.
Non si intende certo una Scuola “tecnicistica” o “settoriale”, al contrario, la Scuola deve essere in
grado di offrire un ventaglio di opportunità formative che vada oltre il mero programma didattico
Ministeriale. Dobbiamo cercare di dare risposte sempre più adeguate a quel che è il fabbisogno
formativo delle future generazioni.
Immaginiamo una realtà che possa far sperimentare ai ragazzi ed ai bambini attività che sviluppino
percorsi formativi performanti che prevedano un insieme di teoria e laboratorio per il
conseguimento di certificazioni che andranno ad arricchire la dote formativa degli studenti.
Certificazioni che possono spaziare dalle lingue straniere , al latino, allo sport, all’Information
Technology, artistiche o musicali.
L’amministrazione può, e deve, svolgere un ruolo importante nel ricercare – creare – implementare
sinergie, relazioni con le realtà presenti sul territorio. Si pensi al centro sportivo ed alla piscina, al
teatro, o all’associazione bandistica Corinna Bruni; realtà già a portata di mano che potrebbero (e in
parte già avviene) aiutare le Scuole ad aumentare e/o integrare l’ Offerta Formativa.
Immaginiamo dei percorsi che abbiano inizio dalle Elementari (e magari anche dalle Materne) che
permettano ai più piccoli di approcciarsi, con la leggerezza del gioco, a discipline quali la musica, il
teatro, lo sport, si pensi ad esempio ai corsi di nuoto nelle scuole elementari. Proseguendo poi
l’approfondimento alle Medie, con modalità più strutturate. Qui i ragazzi potrebbero trovare
un’offerta ancora più ricca e adatta ad un’età scolare più adulta.
Le Medie sono un passaggio fondamentale nella vita di uno studente; è infatti al 3° anno di questo
ciclo che egli dovrà scegliere l’indirizzo degli studi a seguire. Questa scelta determinerà, nel bene o
nel male, il suo futuro di cittadino. Un’Offerta Formativa ben strutturata negli anni che precedono
questo momento topico potrà dare maggior consapevolezza ai ragazzi su quel che dovrà essere il

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loro cammino. Questo porterà, ovviamente, ad un innalzamento del livello di istruzione delle future
generazioni.

Oggi registriamo una situazione critica, siamo in presenza di una tale riduzione di utenza costante
negli anni che non trova spiegazione plausibile con il calo demografico. Se prendiamo gli iscritti
alle materne e li confrontiamo con gli iscritti alla prima classe delle Medie vediamo subito la
marcata flessione dei numeri. Siamo in presenza di un dimezzamento netto delle sezioni della
Leonardo da Vinci e ad una contrazione nella Verga. Il fenomeno, cosa ancor più preoccupante,
inizia a intaccare anche l’elementare Cartesio. Questo non è accettabile !
Una Città come Limbiate non può permettersi fughe di studenti a favore di centri minori come
Varedo o Senago. Anche Palazzolo, ultimamente, rientra nelle mete scelte dagli “studenti
pendolari”. Limbiate non deve crescere unicamente in metri cubi e numero di popolazione, ma deve
crescere anche nei servizi erogati e nella loro qualità.
In questa partita puntiamo al sostegno organizzativo – logistico – progettuale – economico al fine di
aiutare la Scuola Limbiatese a mettere in campo tutti quegli strumenti che diano sempre più qualità
e lustro agli Istituti Comprensivi che debbono divenire riferimento nel territorio.
Il Comune non dovrà occuparsi prevalentemente della mera parte strutturale dei plessi scolastici,
bensì dovrà instaurare – consolidare – implementare una solida relazione, duratura nel tempo, con i
dirigenti scolastici, con docenti e non, e genitori volta a rideterminare l’Offerta Formativa
complessiva. Sarà fondamentale la collaborazione di tutti i cittadini, genitori in primis.
Un punto da tener ben presente è la copertura del territorio; ossia far in modo che la Scuola
Pubblica sia presente in ogni quartiere. Da troppo tempo esiste (o meglio subiamo) nel vederci
costretti ad una sussidiarietà assai onerosa con enti privati o fondazioni, che erogano il servizio
scolastico essenziale a causa dell’assenza di strutture pubbliche. Bisogna uscire dalle sussidiarietà
“obbligate”, puntare al Pubblico di Qualità e tenere a bada gli “appetiti” degli appalti esterni dei
servizi. Gli Asili Nido comunali, anche in collaborazione con la Regione, dovranno essere gestiti
dall'Ente Locale e dovranno aumentare la copertura del servizio sino ai livelli proposti dal Trattato
di Lisbona.
La nostra visione è quella delle scuole nei quartieri e non di accentramenti in plessi enormi. I
quartieri devono vivere e non svuotarsi. Dobbiamo dunque valorizzare i plessi esistenti rendendoli
più funzionali. E’ certo che vi sono interventi davvero impegnativi che richiedono somme
considerevoli (ad esempio sostituzione degli infissi di interi plessi) e non sarà certo semplice
reperire i fondi per intervenire, ma è altrettanto certo che ci sono una serie di interventi di
riqualificazione che non comportano necessariamente costi eccessivi. Ci si riferisce, ad esempio, a
lavori che vanno dall’ordinaria manutenzione che, a dispetto della ridotta entità del lavoro, vedono
forti ritardi nell’adempimento. Ovvero un presidio scarso sulla quotidianità del “minuto
mantenimento”.
Non si vuole certo accusare i lavoratori preposti alla gestione della manutenzione, conoscendo le
carenze di organico e i budget esigui assegnati, non si possono avere pretese.
La politica è dunque chiamata ad operare delle scelte: rivedere i capitoli di spesa e rideterminare le
priorità ricercando una rinnovata armonia con il personale preposto, condizione, questa, che
porterebbe, già di per sé, a migliori risultati. Ricercare collaborazione e sintonia anche con le
famiglie degli studenti agevolando il più possibile l’aiuto spontaneo e gratuito che sempre più
genitori si sentono di offrire.
Vi sono poi capitoli trasversali come la sinergia tra mondo della scuola e servizi sociali che devono
avere come fine l’aiuto ed il sostegno agli studenti diversamente abili. Fare in modo che la
condizione di diversità non porti ad avere anche ad una diversità nel servizio fruito.
In poche parole, la Scuola deve essere il perno su cui tutta la città e la sua società deve ruotare. Si è
già detto che la Scuola è il laboratorio dove vengono forgiati i cittadini di domani e sbagliare questo
processo determina l’involuzione della società.

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Al di là delle fredde nozioni dei libri di testo gli studenti si sentono distanti dai luoghi in cui la
politica si traduce in azione legislativa. Penso a quanti sia capitata l’occasione di poter visitare
un’aula consiliare, una sede Comunale o Regionale. Al fine di coniugare nozioni didattiche a
esperienza pratica, per avvicinare i giovani alla Pubblica Amministrazione e per renderla
comprensibile, vogliamo realizzare in stretta collaborazione con le scuole il Consiglio Comunale
dei Ragazzi e delle Ragazze.

                                    Cultura e tradizioni
Limbiate è una realtà relativamente grande con poli culturali sparsi, associazioni autonome attive in
diversi ambiti, come tante isole operanti e a sé stanti. L’impressione che ha il cittadino e chi vive
nei dintorni è che vi sia un’evidente mancanza di coesione culturale e sociale. L’obiettivo è creare
un legame tra le diverse fonti di cultura, unificare questa realtà in un’unica esperienza, dove anche
la componente giovanile possa ritrovarsi, fare esperienze e condividere il proprio vissuto.
In primis vorrei focalizzare l’attenzione sulla biblioteca comunale, che ha sede nella Villa Mella.
Questa è già attiva con il gruppo di lettura, le serate dedicate alla discussione di temi letterari attuali
e all’incontro con autori. Ha bisogno di una riqualificazione a livello strutturale che prevede la
concessione o la creazione di nuovi spazi da poter gestire in autonomia. Il fine è quello di soddisfare
il bacino d’utenza sempre più crescente e poter garantire un servizio migliore ed efficiente. La
proposta è quella di spostare uffici o enti addetti ad altri servizi e fare della biblioteca civica e della
Villa Mella un unico polo culturale. Mantenendo il contesto “storico” ammodernare ali dell’edificio
dismesse. Modello da seguire sono molte nuove biblioteche di Monza e Brianza o del Consorzio di
Nord Ovest diventate veri e propri centri polifunzionali a servizio degli studenti.
Un altro punto d’interesse è il teatro collocato in una zona “periferica” della città, rispetto al centro
del paese. Considerando il fatto che Limbiate non possiede un centro che possa definirsi tale, la
posizione del teatro è comunque al di fuori del contesto urbano. Per problemi amministrativi viene
gestito in parte dal comune e in parte da compagnie private che di volta in volta ne vincono
l’appalto. Questo fatto influenza i vari spettacoli in programma motivo per cui la sua gestione
dovrebbe essere ad appannaggio del comune, che vincoli chi ne detiene l’appalto a scegliere per
l’interesse locale. Maggiormente integrato nel tessuto urbano e più “a portata d’uomo” perché il
cittadino se ne senta partecipe. Oltre ad accogliere compagnie locali, il teatro potrebbe essere
utilizzato anche dalle scuole del paese per spettacoli o iniziative didattiche varie (“sinergia tra teatro
e scuola”).
La biblioteca e il teatro come due entità da valorizzare e tenere in costante comunicazione tra loro
con interscambio di iniziative.
Limbiate è sede di residenze storiche. Molte di queste in stato di abbandono o inaccessibili per via
di lavori di restauro mai intrapresi. L’iniziativa “Ville aperte” che si svolge una o due volte l’anno
organizza visite guidate curate dal personale del comune o della biblioteca stessa permettendo alla
popolazione cittadina e non, di apprezzare questi siti. Il problema però è legato alla gestione di
queste ville; alcune infatti appartengono al comune di residenza – Limbiate appunto- e altre alla
provincia. Tra queste Villa Crivelli, non ultima per importanza storica, già sede napoleonica e in
passato centro di ricerca botanica. Nel mese di giugno viene fatta la rievocazione storica del
passaggio delle truppe napoleoniche e del matrimonio della famiglia imperiale. Nell’edificio hanno
sede le aule della scuola agraria e nel mese di maggio, con la conclusione dell’anno scolastico, gli
studenti offrono ai partecipanti a Sagraria una visita guidata della residenza. Un’occasione per farla
conoscere e raccogliere qualche fondo per il suo mantenimento.
Trovare un accordo tra gli enti concomitanti e creare interesse per il passato storico del paese
potenziale punto di attrattiva non solo locale, ma anche esterna per la posizione che occupa. In
generale occorrerebbe una riqualificazione di tutto il “polo” di Mombello dove sono presenti
strutture in disuso (v. progetto giovani “Santo Cral”).
Un altro punto da valorizzare è il centro sportivo, posto in una posizione “periferica”. Promuovere
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iniziative che coinvolgano le società sportive e consentire alle scuole in prossimità di usufruirne per
attività motorie didattiche.
Come ultima cosa suggerisco un volantino che segnali le iniziative culturali mensili proposte, che
venga recapitato nella posta dei singoli cittadini. Un invito a che questi siano partecipi e al corrente
di quanto propone il comune e un “promemoria” per chi lavora fuori dal paese.
Oltre a sistemare e riorganizzare i poli culturali limbiatesi, la necessità di nuove iniziative in ambito
comunale, attività finalizzate ad avvicinare il cittadino alla vita del paese. Da qui la proposta di
corsi.
PROPOSTA CORSI COMUNE LIMBIATE: perché devo andare a Milano, se ho il corso “a
portata di mano”?
     CORSO DI EDUCAZIONE STRADALE e CIVICA = insegnare il rispetto del territorio e
         del paese, oltreché il rispetto dell’altro, l’accoglienza.
     CORSO DI FOTOGRAFIA (circolo fotografico) .
     OPEN DAY = come “guidare” i ragazzi alla scelta della scuola.
     GRUPPI DI ASCOLTO. Parliamo insieme delle problematiche legate al lavoro, allo stress,
         alla depressione per “sentirsi meno soli”.

Per giovani e “meno giovani”:

      CORSO DI ECONOMIA DOMESTICA (cucina, cucito)
      GINNASTICA POSTURALE per giovani e anziani.
      CORSO DI GIARDINAGGIO e CURA DEL VERDE (sommozzatori della terra)
      “Guerrilla Gardening” per la riqualificazione di aree dismesse.

PULIAMO INSIEME LA CITTA’ = prendere coscienza del fatto che il paese è nostro, come la
nostra casa va pulito e curato, perché appartiene a tutti noi.

INCONTRI CON LA PROTEZIONE CIVILE => Capire come opera la Protezione Civile sul
territorio e come operano i servizi di Sicurezza e le forze dell’ordine. Guide domenicali nel parco
delle Groane, simulazioni di soccorso di Vigili del Fuoco.

CONOSCERE E CAPIRE IL COMUNE I SERVIZI OFFERTI DAL COMUNE => a chi devo
rivolgermi in caso di necessità. => gruppi scolastici in visita al comune per vedere come opera
l’Ente.

                          SOCIETÀ E ACCOGLIENZA
Oggi siamo in presenza di tensioni sociali dovute ad un progressivo impoverimento dei cittadini. Un
impoverimento iniziato dal 2008 e che vede oggi la sua conclamazione più evidente in milioni di
ore di cassa integrazione, disoccupazione e inoccupazione.
Tutto questo, insieme ad un arretramento dello stato sociale e all'impoverimento dell'azione di
Welfare crea una miscela esplosiva che trova il suo innesco nella guerra dei più bisognosi contro i
più poveri e nella ricerca di un capro espiatorio: il diverso e lo straniero.

I cittadini vedono messi in discussione i loro diritti fondamentali, il diritto alla casa e al lavoro e
contrappongono la loro condizione a quella di migranti disperati in fuga da guerre, fame e dittature.

Questa moltitudine disperata è, per alcuni, il perfetto obiettivo su cui proiettare la responsabilità di
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un fallimento dei meccanismi dell’attuale società.

Una finanza sempre più aggressiva e cinica che distrugge lavoro e beni reali in nome di denaro
virtuale da far girare in rete quasi fosse un’enorme “slot machine planetaria”. Si hanno sempre più
fenomeni di intolleranza a cui si fatica a dare risposte o soluzioni. Dato che alla base di tutto ciò c’è
la non conoscenza dell’altro, è essenziale trovare quelle sinergie che diano, o quanto meno cerchino
di dare, delle risposte e riempire le lacune. Sempre nel solco di ciò che sino ad ora si è esposto si
potrebbe pensare, come un filo conduttore che, passando da tematiche e problematiche differenti,
cerca, con la medesima logica, di depotenziare il problema.

Negli ultimi anni Limbiate è entrata a pieno titolo nella rete di accoglienza per i richiedenti asilo.
Crediamo nell’accoglienza come valore e soprattutto crediamo che possa contribuire alla crescita
della coesione sociale del territorio. Per fare questo e per aiutare i cittadini a comprendere realmente
i fenomeni migratori, è necessario che il centro per richiedenti asilo entri a far parte di una rete con i
servizi, le associazioni del territorio e la scuola, evitando così che venga percepito come un luogo a
se. La necessità di creare sinergie con il tessuto sociale limbiatese va nella duplice direzione di
evitare l’isolamento e favorire l’incontro. Ci sono già a Limbiate realtà del terzo settore che
lavorano da anni sul tema dell’inclusione, il Comune dovrebbe fare da aggregatore nel costruire una
rete di soggetti che possa rendere la popolazione consapevole che l’accoglienza, se gestita in
modalità organica, è solamente un bene per il territorio e i suoi abitanti.

Coinvolgere i cittadini più giovani per promuovere la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione è
per noi un obiettivo primario. Dobbiamo far incontrare il mondo della scuola con il mondo
dell’accoglienza che da supporto al migrante, assistendo il suo inserimento nella società e
promuovendo di fatto l'integrazione. Pensare ad una collaborazione che non sia un accessorio da far
vivere nelle ore “esterne” alla didattica bensì un percorso che stia dentro ad essa come fossero ore
di educazione civica in cui i docenti e i responsabili dell’associazione collaborano per strutturare un
percorso che porti alla conoscenza di esperienze di vita reali e tangibili di persone che la vulgata
chiama indistintamente “extracomunitari” ma che sono Uomini e Donne con la propria cultura, le
loro fatiche e le loro speranze.

                              Beni comuni e sostenibilità
La tutela ambientale è per noi un aspetto fondamentale. Con i mezzi propri dell'Ente Locale
adotteremo tutte le misure necessarie a contrastare i fenomeni di inquinamento atmosferico,
acustico e delle acque.

La questione ambientale significa anche ripensare il governo della mobilità e della sua connessione
con l’assetto insediativo, la possibilità di muoversi dentro e fuori la grande regione urbana,
utilizzando il mezzo pubblico, usando tecnologie sostenibili e a basso costo, rappresenta un nuovo e
decisivo profilo di cittadinanza per tutta la popolazione urbana (residenti e non). Significa anche
impostare un sistema della mobilità a rete (soprattutto quella ciclabile) e avviare un profonda
riflessione di quella cittadina, riorganizzando i vincoli infrastrutturali che gravano sul territorio.
Come è necessaria una riflessione sulle condizioni della grande viabilità in considerazione del ruolo
di nodo critico rivestito da questo territorio. In particolare sulla mobilità continueremo il nostro
impegno per il mantenimento della linea del Tram Limbiate – Milano.

Limbiate è un paese che necessità di crescere sotto l'aspetto economico. Sosterremo uno sviluppo
socio-economico che valorizzi il suo territorio e i suoi beni comuni come risorse limitate da
tramandare alle generazioni future.
Proporremo ai protagonisti dello sviluppo limbiatese di recepire la compatibilità e la sostenibilità
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ecologica come matrice di crescita collettiva, incentivando e promuovendo comportamenti e stili di
vita orientati all'educazione ambientale.

Urbanistica, urbanizzazione e qualità degli spazi pubblici

Vogliamo incentivare attraverso i mezzi a disposizione dell'Ente Locale il riuso e il recupero di ciò
che è già costruito per evitare l’ulteriore consumo di suolo. La questione delle quantità
volumetriche nel tessuto urbano consolidato non sarà considerata una questione ideale, il limite
verrà posto dalla realizzazione dei servizi per abitante e dalla quantità e qualità degli spazi pubblici
nel rispetto degli attuali parametri approvati da Piano di Governo del Territorio. Ogni intervento di
trasformazione contribuirà alla rigenerazione di una rete commerciale di prossimità ormai rarefatta
e morente.

Realizzeremo un nuovo Regolamento edilizio volto al risparmio energetico e alla bio-edilizia che
tenga conto dei colori e dei materiali che hanno dato forma a Limbiate.

La crescita limbiatese è stata una crescita “senza governo”, e questa mancanza di orientamento
politico ha anche contribuito all’arretramento culturale della nostra società, all’affermarsi di una
logica “condominiale” o individualista nell’affrontare i problemi della città, all’emergere
strumentale della questione securitaria come terreno di conquista del consenso in una società
sempre più ripiegata, incerta sul futuro e quindi spaventata.
La morfologia dell’ambiente urbano contribuisce pesantemente alla formazione culturale degli
individui che lo vivono ed interviene nella modifica del paesaggio di Limbiate. Il paesaggio e le
linee visive ci permettono di riscontrare quotidianamente le nostre matrici culturali e l’appartenenza
ad un territorio. Queste sono questioni che formano la percezione che è alla base dell’essere
comunità.
Limbiate, oggi, è una città che si è trasformata in forma occasionale e segmentata, attraverso una
moltitudine di “episodi edilizi” che hanno investito le periferie, insinuandosi anche nelle zone
semicentrali; al di fuori di un progetto politico e urbanistico di riferimento, per quanto regolato per
parti e per singoli interventi, indirizzati per di più da logiche privatistiche e non collettive.
Tali interventi, anche in seguito all'approvazione del PGT, spesso hanno contribuito in misura
insufficiente a qualificare le dotazioni dei servizi urbani. Se è vero che la costruzione di una città
avviene sempre attraverso progetti parziali, questo sembra particolarmente vero per la Limbiate
degli ultimi quindici anni. La città è cambiata non perché vi fosse un disegno comune e condiviso,
ma perché l’iniziativa privata lo richiedeva.
E’ nostra ferma intenzione accompagnare questo processo operativamente riconsiderando questioni
fondamentali per il futuro della città, come per il tema di “Greenland” nel cuore del Parco delle
Groane, o come quello per la riduzioni dei forti impatti negativi che ricadranno dalle trasformazioni
urbanistiche previste sull’area della Snia Viscosa a Varedo, attraverso il necessario e giusto
richiamo, all’Amministrazione comunale confinante, per individuare concordemente le misure
mitigative o compensative da attivare.

Il primo passaggio culturale è pensare la città come bene comune, quindi un patrimonio non infinito
da tutelare e governare in modo da preservarlo per le generazioni future. In tale direzione bisogna
impegnarsi per caratterizzare un nuovo stile di governo, affinché vi sia una possibile urbanistica di
rispetto del territorio, una reale e concreta ecologia nella trasformazione del territorio ed una
allargata libertà di partecipazione nella proposizione e condivisione delle scelte che siano
socialmente sostenibili e ambientali.

Un secondo passaggio culturale riguarda l’attuale momento di grave crisi economica, il programma
di sviluppo del Comune non può e non deve fondarsi su politiche economiche volte all’alienazione

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del patrimonio pubblico – a favore del mondo economico privato (come è oramai prassi per molte
amministrazioni) – come unico elemento di salvezza in grado di risollevare lo stato economico
finanziario del bilancio pubblico. Tale erronea forma di riscatto non risulta altro che un lento e
pericoloso processo di impoverimento dell’assetto pubblico dei luoghi della città, a favore proprio
di proposte liberiste e neo-liberiste su cui si basano i devianti nonché “contemporanei” modelli di
pianificazione, responsabili della crisi economica che stiamo vivendo.
Il segno del cambiamento nelle questioni del territorio è quindi l’opposizione a forme estese di
alienazione e liberalizzazione non soltanto del territorio, ma anche delle competenze decisionali che
appartengono al comune, laddove le proposte privatistiche tendono a sostituirsi alla progettazione
urbanistica pubblica.
Questo significa iniziare ad immaginare un’idea di città che si fonda su concetti diversi da quelli
applicati sino ad oggi e rappresentare il cambiamento tanto sperato dai nostri concittadini. Ma il
cambiamento culturale deve diventare politico e ciò significa fissare principi generali che leghino
obiettivi sociali a una struttura spaziale definita da aspetti come le densità, le qualità edilizie e
urbanistiche, il tipo di godimento degli alloggi, il contesto ambientale generale. E far sì che i
principi non restino astratti, pura legittimazione programmatica, ma si traducano in tempi certi, in
qualità e quantità tangibili, secondo un programma che metta in primo piano le necessità più
urgenti, ad esempio i servizi, i trasporti pubblici ecc. Coinvolgendo di conseguenza in modo
equilibrato sia le risorse pubbliche che private in termini economici, progettuali, di ricerca.

La terza questione è quella della sostenibilità ambientale ed energetica. Realizzeremo un
Regolamento Edilizio che impegna la città e i suoi attori nell'utilizzo di nuove risorse energetiche e
tecnologiche. Questo significa farsi carico della costruzione di un nuovo e meno dissipativo
modello di sviluppo urbano. Non va scordato che una buona gestione dei bilanci energetici alla fine
si traduce in un intervento sociale, che riduce il carico delle bollette per gli abitanti. Ciò deve
avvenire prima di qualunque tipo di incentivo volumetrico o economico.

La quarta questione è quella sociale e dei servizi, che richiede ai governi urbani innovazioni
significative e politiche efficaci per contrastare la crescita delle disuguaglianze anche all’interno
della stessa Limbiate; disuguaglianze economiche, disuguaglianze di genere, etniche, generazionali,
tra ceti e gruppi sociali. Il grande tema che si pone è quello della coesione sociale e della coesione
territoriale attraverso la riproposizione del concetto di comunità.
Per il finanziamento dei servizi bisognerà provvedere a rimodulare il valore degli oneri di
urbanizzazione, non aggiornati dal 2007, mettendoli in stretta relazione con il piano dei servizi
facendo in modo di finanziare la città pubblica attraverso la libera iniziativa privata, non
concedendo più monetizzazioni.

Vogliamo incidere in modo significativo sugli effetti più critici generati dalle precedenti scelte
urbanistiche ed edificatorie. Le politiche dovranno rispondere alle esigenze di un più equilibrato
sviluppo urbanistico-territoriale di Limbiate, ad una maggiore apertura della città verso tutti i
Limbiatesi e di una migliore qualità della vita per i suoi cittadini e porsi l’obiettivo di costruire un
tessuto urbano non ghettizzato, sia sul versante funzionale che su quello sociale, inteso dal punto di
vista del reddito, delle fasce di età, della condizione professionale e culturale.

Come si vede la tematica è quella di individuare una corretta ed adeguata strategia di “governo del
territorio”, e non di “gestione del territorio”, in grado di integrare il ruolo della pubblica
amministrazione (comune), le esigenze della collettività e l’iniziativa privata.
Tale processo apre una sfida culturale per la società e l’economia ed è compito
dell’amministrazione favorire l’affermarsi di una diversa sensibilità sociale e ambientale capace di
informare e orientare una nuova stagione riformista nelle politiche pubbliche, che siano in forte
discontinuità con la precedente politica di stampo privatista.

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