PROGRAMMA DELLA CES PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2019 - UN'EUROPA PIÙ GIUSTA ED EQUA PER I LAVORATORI - ETUC

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UN’EUROPA PIÙ
GIUSTA ED EQUA
PER I LAVORATORI

PROGRAMMA DELLA
CES PER LE ELEZIONI
EUROPEE DEL 2019

EUROPEAN TRADE UNION CONFEDERATION
1.   Le elezioni europee del 23-26 maggio 2019 saranno decisive per i lavoratori.
         Il nuovo Parlamento europeo può rendere l’UE un luogo migliore o minare la
         cooperazione europea costruita nel corso di molti anni.

2.       La Confederazione europea dei sindacati (CES) – che rappresenta circa 45 milio-
         ni di lavoratori di 90 sindacati in 38 paesi - ritiene che sia possibile un’Europa più
         giusta ed equa per i lavoratori, basata sulla democrazia e la giustizia sociale, su
         occupazione di qualità e retribuzioni più elevate, e su una transizione social-
         mente giusta ed equa verso un’economia digitale a basse emissioni di carbo-
         nio. Ciò dovrebbe essere la base di un nuovo contratto sociale per l’Europa.

3.       Una contrattazione collettiva più forte e più diffusa - negoziati tra sindacati e datori
         di lavoro - il dialogo sociale e la partecipazione dei lavoratori in ogni Stato membro
         dell’UE è essenziale per conseguire l’obiettivo di un’Europa più giusta e di maggio-
         re democrazia.

4.       La CES invita tutti i membri del sindacato e tutti i cittadini a recarsi alle urne
         per le elezioni europee ed a votare partiti e candidati che sostengano le ri-
         vendicazioni sindacali e creino un futuro migliore per donne e uomini, giova-
         ni ed anziani in Europa.

         LA CRISI HA LASCIATO CICATRICI
         PROFONDE
5.       La crisi ha lasciato ferite e cicatrici profonde sui lavoratori. Le retribuzioni di molti
         lavoratori valgono meno oggi rispetto a dieci anni fa. I servizi pubblici sono stati
         ridotti e lo stesso dicasi per i diritti delle persone. La lenta ripresa economica e la
         diminuzione della disoccupazione devono ancora far sentire i loro benefici per
         molti lavoratori.

6.       I lavoratori sono comprensibilmente disillusi. Le crescenti disuguaglianze, la man-
         canza di posti di lavoro sicuri e ben retribuiti, la globalizzazione non regolamenta-
         ta, la mancanza di un approccio giusto e coordinato dell’UE in tema di migrazioni
         e cambiamenti climatici hanno creato incertezza e paura. L’Unione europea sta
         affrontando una reazione negativa nei confronti dell’austerità e della deregola-
         mentazione che ha aggravato la crisi per lavoratori, pensionati e giovani. Ciò ha
         alimentato la crescita delle forze nazionaliste, anti-europee e di estrema destra.

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UN’EUROPA PIÙ GIUSTA ED EQUA
      PER I LAVORATORI
 7.   Il cambiamento è possibile. L’Europa può essere una forza di progresso so-
      ciale. Il nazionalismo non offre alcuna soluzione ai problemi che ci troviamo
      oggi ad affrontare – né al potere monopolistico né all’elusione fiscale delle
      imprese multinazionali, ai bassi salari ed alla povertà, ai cambiamenti clima-
      tici, all’inquinamento o alla lotta al terrorismo. Insieme, l’UE e gli Stati mem-
      bri hanno il potere di garantire che tutti ricevano un’equa parte della ricchez-
      za che contribuiscono a creare.

8.    La CES ha spinto i leader dell’UE a cambiare radicalmente le politiche e già si
      possono notare alcuni miglioramenti. Dopo una forte pressione sindacale, l’UE
      ha creato un nuovo piano di investimenti, adottato il “Pilastro europeo dei diritti
      sociali”, presentato nuove iniziative legislative per migliorare le condizioni di
      lavoro e compiuto progressi verso politiche economiche più sostenibili. Si tratta
      di cambiamenti importanti, sebbene non sufficienti, e l’UE deve spingersi molto
      oltre - verso un nuovo “contratto sociale” che garantisca a tutti i cittadini una
      società più giusta e più equa con reali opportunità per tutti.

      DEMOCRAZIA
9.    La democrazia è a rischio a causa degli estremisti, all’interno dell’UE, ai no-
      stri confini ed oltre. La CES chiede un’azione dell’UE per difendere la demo-
      crazia ed i principi democratici, i diritti sindacali ed i diritti delle donne, non-
      ché per sostenere lo stato di diritto, applicare tolleranza zero con riferimento
      ai discorsi che incitano all’odio, migliorare la partecipazione democratica e
      preservare il diritto delle persone, dei sindacati e della società civile ad effet-
      tuare campagne per l’interesse pubblico.

10.   La democrazia deve andare al di là del voto e comprendere il coinvolgimento
      reale nelle decisioni politiche e la partecipazione democratica nella società e
      sul posto di lavoro. I governi nazionali devono smettere di addossare all’’UE la
      colpa di decisioni sbagliate che i governi hanno imposto al di fuori del corret-
      to processo decisionale democratico dell’UE.

11.   Un solido dialogo sociale e un’efficace contrattazione collettiva, soprattutto
      a livello di settore, sono strumenti essenziali della democrazia economica e
      sociale. Il diritto dei lavoratori di essere informati e consultati e di partecipare
      ai cambiamenti sul lavoro deve essere rafforzato, anche tramite i Comitati
      aziendali europei (CAE).

12.   L’UE deve inserire nel Trattato UE un Protocollo in tema di progresso sociale
      per dare ai diritti sociali priorità rispetto alle libertà economiche.

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OCCUPAZIONE DI QUALITÀ
      E RETRIBUZIONI PIÙ ELEVATE
13.   L’Europa ha bisogno di nuove politiche economiche per stimolare la crescita
      a beneficio di tutti, non soltanto di pochi. Devono essere attuate riforme eco-
      nomiche progressiste e sostenibili, rendendo il “Semestre“ della politica eco-
      nomica europea più equo e più sociale, rilanciando gli investimenti pubblici e
      privati, creando strumenti per proteggere i lavoratori dalla crisi economica e
      dagli shock. Le riforme del bilancio dell’UE, dell’unione monetaria e della poli-
      tica economica devono garantire che la giustizia sociale vada di pari passo con
      la competitività economica.

14.   Sono necessari sistemi fiscali più equi e progressivi per redistribuire la ricchez-
      za, finanziare i servizi pubblici e la protezione sociale ed affrontare i problemi
      sociali causati dalla globalizzazione, dalla decarbonizzazione e dalla digitaliz-
      zazione. Sistemi fiscali efficienti devono prevenire l’evasione e l’elusione fiscale
      delle imprese in modo adeguato ed equo.

15.   Tutti i lavoratori europei meritano un aumento salariale per colmare i diva-
      ri retributivi e promuovere la crescita e la competitività sostenibili. Abbiamo
      bisogno di una migliore distribuzione della ricchezza e di una convergenza
      salariale verso l’alto per la giustizia sociale e per affrontare le crescenti disu-
      guaglianze. È inaccettabile che i profitti e la produttività non siano redistribuiti
      ai lavoratori che li hanno generati, specialmente nei paesi caratterizzati da
      basso salari e colpiti da una massiccia fuga di cervelli che crea disillusione nei
      confronti dell’Unione europea. Lavori dello stesso valore dovrebbero essere re-
      tribuiti allo stesso modo in tutta Europa, in tutti i settori e sia per le donne che
      per gli uomini.

16.   La soluzione per aumentare le retribuzioni e migliorare il tenore di vita e le
      condizioni di lavoro per tutti è la contrattazione collettiva: negoziati tra datori
      di lavoro e sindacati per retribuzioni e condizioni di lavoro eque, in particola-
      re a livello aziendale in ogni settore e paese. Ciò richiede che la legislazione
      nazionale e dell’UE rafforzi la capacità e la forza delle parti sociali, consenta di
      negoziare ed attuare contratti collettivi e di estendere la loro applicazione a
      tutti i lavoratori.

      TRANSIZONI GIUSTE ED EQUE
17.   Le transizioni parallele verso un’economia digitale ed a basse emissioni di
      carbonio devono essere gestite in modo tale che nessuno resti indietro. E’ ne-
      cessaria di una nuova politica industriale dell’UE per creare nuovi posti di lavoro
      ed opportunità e per garantire che il diritto della concorrenza ed il diritto socie-
      tario dell’UE non prevalgano sui diritti dei lavoratori e sui diritti sociali e sindacali.
      Maggiore democrazia sul posto di lavoro contribuirebbe anche a conseguire un
      cambiamento socialmente equo.

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      Ciò significa prevedere ed anticipare i cambiamenti ed aiutare i lavoratori
      colpiti da interruzioni e trasformazioni del lavoro causate dalla decarbonizza-
      zione, dalla digitalizzazione, dall’automazione e dalla globalizzazione. I lavo-
      ratori devono avere voce in capitolo in merito al modo in cui l’occupazione
      sta cambiando ed ottenere un forte sostegno quando i posti di lavoro sono
      minacciati, tramite investimenti pubblici e privati, dialogo sociale, contratta-
      zione collettiva e politiche di formazione adeguate.

19.   Ciò significa garantire che tutti i lavoratori atipici e precari, nelle piattaforme
      e nell’economia dei lavoretti (la cosiddetta “gig economy”), nonché nei settori
      più tradizionali, ivi compresi i lavoratori autonomi, possano avere retribuzio-
      ni dignitose, parità di accesso a un’adeguata protezione sociale e gli stessi
      diritti degli altri lavoratori, anche quello di entrare a far parte di un sindacato
      e quello della contrattazione collettiva.

      GIUSTIZIA SOCIALE
20.   L’UE deve ricostruire il suo modello sociale, attuando appieno il “Pilastro eu-
      ropeo dei diritti sociali” a livello europeo e nazionale. Ciò deve comprendere
      il diritto ad istruzione e formazione permanente di qualità, a salute e sicurez-
      za sul lavoro, a condizioni di lavoro eque, a retribuzioni eque, ad occupazione
      stabile e sicura, all’uguaglianza di genere, all’equilibrio tra vita e lavoro ed a
      servizi pubblici di qualità. L’accesso a sistemi di protezione sociale adeguati,
      a pensioni eque, ad alloggio e servizi sociali deve essere garantito a tutti, su
      base paritaria in termini di contributi e benefici. Tutto ciò deve avvenire tra-
      mite il coinvolgimento dei lavoratori e dei loro sindacati a tutti i livelli.

21.   Il fenomeno migratorio deve essere gestito in modo che i diritti umani sia-
      no tutelati, che tutte le persone abbiano pari trattamento sul lavoro e nella
      società e che lo sfruttamento abbia fine. Dobbiamo lavorare insieme in tutta
      Europa per l’integrazione e l’inclusione dei migranti, a beneficio di tutti. Garan-
      tire un’equa mobilità a tutti i lavoratori dell’UE e dei paesi terzi e combattere il
      dumping sociale deve essere una priorità.

22.   Le politiche commerciali e di globalizzazione dell’UE devono essere più eque
      e dare maggiore risalto ai diritti sociali e non soltanto servire gli interessi delle
      imprese multinazionali. L’UE deve contribuire all’attuazione degli Obiettivi di
      sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite - tra cui eliminazione della povertà,
      lavoro dignitoso, riduzione delle disuguaglianze ed uguaglianza di genere - in
      Europa e nel resto del mondo. Questi Obiettivi devono dare forma a tutte le
      politiche dell’UE, sia a livello “nazionale” che internazionale.

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23.   L’UE dovrà adoperarsi per rafforzare l’impegno mondiale nei confronti della
      cooperazione internazionale, anche sostenendo la democrazia in seno alle
      Nazioni Unite ed all’OIL, nonché per rendere gli altri organismi internazionali
      più democratici e promuovere la giustizia sociale.

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