PROGETTO "CHAT SI GIRA" - L'ARCOBALENO ON LINE Scuola elementare Gandhi
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PROGETTO «CHAT SI GIRA» L’ARCOBALENO ON LINE Scuola elementare Gandhi Classe 1E MODULO C –D – E Il progetto «Chat si gira», in fase di attuazione presso la scuola elementare Gandhi per l’anno scolastico 2002/2003, è nato con l’intento di ridurre la distanza fisica che intercorre tra la scuola e l’abitazione di M., alunno iscritto alla prima elementare, impossibilitato a frequentare l’attività scolastica, in classe con i compagni, per motivi di salute. Questa realtà, non unica nel panorama scolastico nazionale, trova soluzioni concrete presso la scuola di Laives (BZ), grazie alla volontà degli operatori coinvolti di creare un «ponte, un tramite, un contatto», un arcobaleno appunto, tra due luoghi fisicamente distanti ma in pratica in interazione virtuale quotidiana. Grazie all’impiego delle nuove tecnologie, nonché di un sistema avanzato di videoconferenza Polycom, è possibile permettere la partecipazione attiva, seppur virtuale, di M. con la sua classe, creando le condizioni per poter entrare in relazione con i compagni ogni qualvolta l’attività didattica lo richieda e lo consenta. In questo modo M. assume nelle attività scolastiche un ruolo attivo all’interno del gruppo classe con cui si mette in relazione quotidianamente. Tutto ciò è importante ad un’età in cui il confronto e la socializzazione con i coetanei diventano presupposti fondamentali per una crescita globale. Questa è la grande sfida degli insegnanti e assistenti coinvolti: avvalersi dell’uso della tecnologia per abbattere una distanza, che altrimenti sarebbe invalicabile; permettere a tutti la socializzazione e la relazione e, nello stesso tempo,
garantire il superamento degli scogli che s’incontrano nel dover comunicare ed imparare attraverso un video piuttosto che di persona. Infatti, numerose sono le difficoltà iniziali legate alla gestione di un progetto che implica l’uso di apparecchiature tecnologiche e nello stesso tempo richiede massima attenzione ad ogni dettaglio nel corso di una comunicazione, in cui si deve sollecitare, da una parte un atteggiamento di collaborazione costante degli alunni presenti, e dall’altra una partecipazione attiva di M. dalla sua abitazione. Presupposto base degli insegnanti dunque è la capacità di mediare la comunicazione sincrona a distanza tra la classe e M. e contemporaneamente il saper gestire l’apparato tecnologico che richiede un minimo di conoscenze tecniche ed informatiche, soprattutto nella risoluzione improvvisa di problemi pratici che la situazione nel complesso impone. La luminosità della classe, l’audio, il volume, la collocazione del microfono, eventuali rumori di sottofondo, le interruzioni frequenti e quant’altro sono variabili da considerare per un collegamento chiaro ed efficace. La presenza dell’assistente scolastico a domicilio, che si reca a casa del bambino quotidianamente, è condizione essenziale per garantire il superamento delle problematiche, ma soprattutto per assicurare che l’attività didattica svolta a casa proceda di pari passo con quella svolta in classe. I collegamenti, dunque, vengono costantemente dosati e monitorati dall’insegnante che, in base alle esigenze del bambino e della classe, variano sia in termini di tempo che sulla base delle attività proposte. La prima fase della mattina è dedicata ad un breve confronto tra i compagni della classe. Si tratta dell’«accoglienza», un momento in cui i bambini possono esprimere i loro pensieri, condividere le loro esperienze e venire a conoscenza delle attività proposte dall’insegnante per il corso della mattinata scolastica (la stradina della giornata). L’insegnante presente in classe si occupa di stabilire il collegamento tra scuola e casa e, dopo pochi secondi, la discussione inizia con la presenza virtuale di M. nello schermo che da casa telecomanda la telecamera sull’interlocutore del momento. Si procede poi con l’attività didattica che può svolgersi con varie modalità: l’insegnante di classe richiama l’attenzione dei bambini in relazione ad uno specifico argomento e M. interviene ogni qualvolta ha qualcosa da dire; i lavori svolti in coppia o in gruppo si rivelano piuttosto indicati perché l’interazione virtuale spesso si concretizza in un prodotto finito, comune e condiviso. M. da casa può, attraverso la telecamera, focalizzare ogni angolo della classe, dalla data scritta alla lavagna al quaderno del compagno con il quale, per esempio, può procedere ad una reciproca correzione ortografica. Di prassi, dopo aver esplicitato i criteri dei lavori da svolgere in un momento comune, sia gli alunni in classe che M. a casa lavorano in autonomia dall’insegnante. Questi ed altri strumenti metodologici fanno comunque parte della modalità di lavoro del team di insegnanti e assistenti, a prescindere dalla particolare situazione di questa classe. La metodologia dell’«autovalutazione», in effetti, si integra benissimo con l’esigenza di operare in videoconferenza.
La difficoltà più grande in questa fase iniziale spesso è racchiusa nel dubbio di non riuscire a garantire quelle esperienze che, in una prima elementare, favoriscono la formazione del gruppo, la conoscenza di sé e dell’altro per un graduale superamento dell’egocentrismo, le esperienze formative, il tutoraggio tra i compagni e il lavoro cooperativo. Al fine di assicurare il massimo di esperienze anche a M. l’assistente scolastico porta a casa del bambino, settimanalmente, uno o più compagni della sua classe, per consolidare la conoscenza reciproca e per permettere il lavoro in coppia o nel piccolo gruppo. I brevi e rari momenti di presenza a scuola hanno permesso a M. di conoscere l’edificio, qualche regola comune e le modalità del reale contesto scolastico. Dunque, attraverso la presenza delle tecnologie di cui la scuola Gandhi dispone (scanner, fotocamera digitale, videocamera, masterizzatore ecc…), grazie all’acquisto da parte della Sovrintendenza scolastica della Provincia di Bolzano di Polycom (il moderno kit di videoconferenza), la supervisione tecnica del referente scolastico informatico provinciale, grazie alla stretta collaborazione dei genitori dell’alunno e del dirigente scolastico, gli insegnanti e assistenti coinvolti sono ora nelle condizioni per poter garantire l’inserimento di M. nel gruppo classe sia a livello relazionale che sul piano didattico. La reazione dei bambini ha superato ogni genere di aspettativa, poiché hanno dimostrato, sin da subito, notevole interesse e curiosità nei confronti di una novità alla quale hanno saputo adattarsi immediatamente, tanto che, la situazione è diventata abituale e la videoconferenza una condizione irrinunciabile. Di conseguenza i bambini sono inevitabilmente coinvolti nell’utilizzo delle tecnologie con le quali gradualmente stanno acquistando confidenza. La maggior parte di loro è in grado, per esempio, di condividere a distanza la lavagna grafica Paint con M. e in contemporanea realizzare un disegno, risultato della creatività di ognuno. Vi è inoltre la possibilità di inviare e ricevere File da un computer all’altro (scuola – casa), attraverso Net Meeting, quindi permettere la trasmissione simultanea di qualsiasi genere di dato, dalla presentazione in Power Point, all’immagine. I prodotti virtuali realizzati attraverso le attività cooperative, con l’uso dei due PC, vengono poi sistemati e organizzati in modo tale da costituire un quaderno virtuale composto da elaborazioni grafiche, storie e racconti condivisi. Per le attività scolastiche esterne alla classe, quali gite, recite, visite guidate, la soluzione, o meglio, il compromesso per stabilire la partecipazione di M. con i suoi compagni è stato più difficile da ottenere, ma non impossibile. Le gite e le visite guidate vengono documentate sottoforma di diapositive, elaborate e presentate attraverso Power Point, grazie alle quali M. viene a conoscenza delle cose viste dai suoi compagni. Per quanto riguarda invece la recita di Natale, svoltasi all’esterno della classe, dunque distante da Policom, l’assistente scolastico ha utilizzato la tradizionale video camera con cui filmare M..
In sede di spettacolo, le registrazioni casalinghe compiute sono state proiettate, grazie all’utilizzo di un videoregistratore, su un televisore in cui compariva, tra una scena e l’altra dei suoi compagni, M. nelle vesti di narratore. Grazie alla videoconferenza si è riusciti dunque a coinvolgere M. nei momenti di festa: l’arrivo di San Nicolò in classe, la festa di Natale, Halloween, San Martino, le feste di compleanno, le canzoni, la possibilità di seguire le lezioni di seconda lingua con l’insegnante e tutti quei momenti ludici che trasmettono l’entusiasmo di “andare a scuola”. Il progetto «Chat si gira» ha dato l’impulso agli insegnanti e assistenti coinvolti di approfondire e ampliare le tematiche relative alle nuove tecnologie di informazione e comunicazione e ai loro possibili impieghi ed applicazioni. È in programma, infatti, un contatto con una scuola elementare siciliana, nell’intento di permettere la socializzazione tra bambini distanti attraverso Web Cam, materiale fotografico/informativo e quant’altro. Progetto questo, le cui potenzialità, se sviluppate, oltre a permettere un’interazione virtuale sincrona a distanza, dunque una reciproca conoscenza tra coetanei basata sulla socializzazione, aprirebbe le porte alla realizzazione di percorsi didattici basati sulla cooperazione, collaborazione, condivisione in rete con scuole di altri territori. Il progetto «Chat si gira», realizzato per la prima volta nella scuola di Laives e per la terza nel territorio scolastico altoatesino, è stato e continua ad essere un’occasione notevolmente formativa per i soggetti coinvolti ma nello stesso tempo un percorso, le cui sottili dinamiche sono difficili da osservare e da tenere sotto controllo. Ciò che infatti si può riassumere come «assenza», o meglio necessità, è la collaborazione con una figura di riferimento in termini di supervisione, allo scopo di valorizzare a pieno il progetto, elencandone sia le prospettive che i limiti. Difatti il gruppo d’insegnanti e assistenti inizialmente ha lavorato, da una parte con molto entusiasmo e grandi ambizioni, dall’altra però facendo i conti con la realtà di una prima elementare, con bambini provenienti dalla scuola materna, alle prese con un nuovo ambiente, nuovi compagni ed insegnanti, nuove regole e tempi d’attenzione, insomma con tutto quel processo di costruzione e di esperienze importantissime. Pertanto i presupposti alla realizzazione di un progetto simile, secondo l’esperienza degli insegnanti e degli assistenti scolastici, si possono riassumere in: lavoro e sostegno d’equipe tra le figure coinvolte (insegnanti, assistenti scolastici agli alunni in situazione di handicap, dirigenza scolastica, tecnici e consulenti informatici, psicologa, medico, Sovrintendenza scolastica); apparato tecnologico funzionante; competenze e flessibilità.
Protagonisti coinvolti nel progetto: - Grasso Margherita (insegnante di classe) - Oberkofler Marion (insegnante di seconda lingua) - Zorzi M. Floria (insegnante di modulo) - La Rocca Davide (educatore/assistente – referente nuove tecnologie) - Zilotti Paolo (referente informatico – Sovrintendenza scolastica) - Lorenzi Paolo (Ispettore - Sovrintendenza scolastica) - Bertotti Bruna (insegnante di classe) - Sette Barbara (insegnante di classe) - Fogli Serena (assistenti scolastici agli alunni in situazione di handicap) - Rizzo Claudia (assistenti scolastici agli alunni in situazione di handicap) - Marina Daniela (tirocinante universitaria) Dirigente scolastico: - Dott.ssa Zambanini Rita Info: contattiscuola@supereva.it
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