Quaderno di viaggio Medellin, 23 aprile 2018 - Ger Onlus, Bambini ...

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Quaderno di viaggio Medellin, 23 aprile 2018 - Ger Onlus, Bambini ...
Quaderno di viaggio
                           Medellin, 23 aprile 2018

                                                                                         Medellin, 23/04/2018

Tra pochi giorni sarò rientrata in Italia.

Rieccomi davanti a questo foglio bianco per cercare di trasmettere quello che ho vissuto in questi mesi,
tempo che è trascorso così rapido…
Vorrei essere più brava in tal senso, vorrei si riuscisse a percepire ogni mia emozione ma nulla sarebbe
come viverla in prima persona.
È ciò che auguro a ognuno di voi amici che incontrerete queste mie parole. Viaggi così aggiungono un senso
profondo al nostro Esistere su questa Terra.
                                                 In alcuni momenti mi sono chiesta se io abbia fatto
                                                 abbastanza poi ricordo a me stessa che certo è importante
                                                 ciò che facciamo ma lo è soprattutto come noi siamo.
                                                 Mi è tornato così un pensiero che facevo un po’ di tempo fa:
                                                 “Non ho ancora capito cosa voglio fare da grande ma so
                                                 come voglio ESSERE”.
                                                 Lo confermo giorno dopo giorno ed è per questo che sto
                                                 camminando sulla mia strada.
                                                 A volte inciampo, a volte le paure mi assalgono ma ho la
                                                 certezza che se ogni passo ha la giusta intenzione per un
                                                 bene più grande il cammino verrà pian piano rivelato.
È che a volte la sicurezza in me vacilla poi accadono miracoli che mi riportano a ciò che È…

Un giorno una delle ragazzine ormai adolescente stava facendo un compito, un semplice disegno di
puntinismo che necessita “solo” di pazienza.
Si lamentava della difficoltà e così ha ampliato la questione all’intera esistenza, quant’è dura, i compiti, i
doveri, tutto insomma.
Pensavo agli ostacoli della vita…
Capisco che ognuno abbia la sua percezione a riguardo e non posso pretendere che lei pensi con la mia
testa né esperienza quindi non volevo giudicare il suo pensiero.
Ho cercato di farle capire quanto in fondo non fosse così arduo quel compito; si trattava di dare spazio alla
fantasia. Le difficoltà nella Vita sarebbero state ben altre.
Lei: “cosa c’è di bello?”
“Ad esempio che tu questo foglio lo puoi vedere e toccare.” E le ho ricordato tutte le cose meravigliose che
può fare così come le piccole grandi motivazioni per essere grati.
                                                          Nella semplicità risiedono verità e bellezza.

                                                        Qualche giorno dopo è arrivata a scuola e mi è
                                                        venuta incontro abbracciandomi.
                                                        “Guarda, tu non sai cos’è successo! Io non so cos’è
                                                        successo ma dall’altro giorno quando abbiamo
                                                        parlato sento un’energia nuova e faccio le cose più
                                                        volentieri. Grazie!”.
                                                        Sinceramente non ricordavo bene le mie parole, ho
                                                        solo lasciato venire fuori il mio modo di essere.

La relazione e il vero ascolto sono dunque una via fondamentale per portare la quiete nei cuori dei nostri
bambini e Giuseppe, Liliana, Yomara e ogni altro collaboratore si dedica a questo con infinita empatia.
Essi sentono, percepiscono, ricordano più di quanto possiamo pensare. Quello che stiamo dando verrà
impresso in loro e magari salterà fuori tra qualche anno nel momento più impensato.

Ger Onlus – www.geronlus.org                                                                            Pag. 1
Quaderno di viaggio Medellin, 23 aprile 2018 - Ger Onlus, Bambini ...
Bisogna avere pazienza. È come quando si pianta un seme; avrà bisogno del suo tempo per germogliare ma
con le giuste attenzioni nascerà e crescerà forte.

Non mi stanco di dire che ogni bambino avrebbe bisogno di attenzioni focalizzate.
A volte non si può immaginare cosa succede fuori dalla casa di accoglienza quando rientrano nelle case.
Ci sono molte situazioni in cui essi non vengono seguiti in maniera adeguata quindi a volte arrivano e si
percepisce che qualcosa non va. Hanno rabbia dentro che esplode in maniera incontrollata.
Un giorno uno di loro per un nonnulla si è messo a calciare il cancello d’ingresso con impeto furioso.
Digrignava i denti, lo sguardo corrucciato, faceva versi e una tal confusione che è uscito il vicinato a vedere
cosa stava succedendo.
                                       Liliana ha tentato di comunicare con lui ma non c’è stato nulla da
                                       fare.
                                       Lo abbiamo lasciato sfogare poi è stato sospeso qualche giorno.
                                       Quando è rientrato era ovviamente arrabbiato con tutti.
                                       Ciò che ho notato in alcuni di loro è che non accettano di essere
                                       corretti né ripresi figuriamoci castigati.
                                       Muso lungo fin per terra e chiusura totale.
                                       Ed è qui che la grazia del Signore si è fatta carne tramite
                                       quell’empatia di cui parlavo prima.

                                       Stavamo uscendo per una commissione e Liliana ha deciso di portare
                                       il bambino con noi.
                                       Si è seduto davanti e durante il tragitto ha provato nuovamente a
                                       parlargli. A volte le azioni correttive o piccole punizioni senza
                                       spiegazioni non hanno effetto positivo quindi è bene cercare di far
                                       comprendere.
                                       Così ha fatto lei con la giusta fermezza ma anche con una grande
                                       accoglienza, l’accoglienza tipica della madre nel suo senso più
                                       profondo, madre che ascolta, che accudisce e che vuole solo il bene
                                       del bambino.
Magari la rabbia era ancora in lui ma si è pian piano placata. Il piccolo si è lasciato andare appoggiandosi a
lei e chiuso gli occhi si è addormentato.

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Quaderno di viaggio Medellin, 23 aprile 2018 - Ger Onlus, Bambini ...
Osservo ogni bambino, il suo modo di essere e voler apparire, comportarsi e parlare e penso alla parola
povertà a cui noi li colleghiamo.
Generalmente si pensa che le popolazioni più indigenti che vivono in zone disagiate necessitino soprattutto
di beni materiali quali cibo, vestiti, materiale didattico.
                                                            In alcune zone del mondo è così ma qua ad
                                                            esempio, il consumismo si è fatto largo
                                                            diffondendosi a macchia d’olio e a prezzi
                                                            stracciati anche tra la gente che vive nelle
                                                            baracche.

                                                                  Sicuramente tutto aiuta considerando che
                                                                  l’associazione non è a scopo di lucro e vive di
                                                                  donazioni e volontariato ma in questa terra la
                                                                  parola povertà è anche sinonimo di
                                                                  negazione di opportunità e scelte essenziali
                                                                  per lo sviluppo umano causate spesso da una
                                                                  mancanza di coscienza interiore, autostima e
                                                                  forza di volontà.

L’essere umano rimane nel suo piccolo mondo senza lottare per dare un senso maggiore alle sue giornate.
La povertà diventa dunque una condizione che a mia opinione dovrebbe spingere chi la prova ad una
reazione coraggiosa come il detto: “Aiutati che il ciel ti aiuta”.
Ciascuno dovrebbe prendersi la responsabilità per cercare di trasformarsi ma non è semplice e qua alla casa
dei bambini si cerca di aiutare anche in questo senso, gli stessi piccoli e parallelamente sensibilizzando i loro
genitori con cui ci si incontra e si condivide il percorso.

Una sana istruzione è dunque fondamentale assieme a un’educazione ai valori.
Ci stanno accompagnando in questo processo anche alcuni volontari di diverse Università.
Fanno da supporto per attività in materie come psicologia, educazione speciale per alcuni che necessitano
di attenzioni focalizzate e la stessa lingua spagnola.
I bambini interagiscono in questa maniera con diverse figure adulte che si prendono cura di loro in maniera
attenta e premurosa.
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Quaderno di viaggio Medellin, 23 aprile 2018 - Ger Onlus, Bambini ...
Da loro possono prendere buon esempio e apprendere nuove conoscenze e non da ultimo si sentono
amati.
L’Amore assieme al rispetto e alla non violenza sono i tre valori fondamentali di un nuovo progetto iniziato
un paio di giorni fa. Di questo sono profondamente grata.
I bambini hanno iniziato un percorso di yoga e meditazione.
Ho avuto questo pensiero un po’ di tempo fa. So per esperienza diretta quanto sia potente per il benessere
psicofisico della persona.

Mi sono dunque attivata in tal senso trovando un’associazione che insegna quest’attività a titolo
completamente gratuito.
Il suo fondatore ha lasciato una vita sicura e un lavoro in una multinazionale per dedicarsi completamente
al servizio del prossimo e in maniera specifica ai bambini dei quartieri popolari più a rischio.
Si insegna loro ad entrare in contatto con la fonte di calma interiore che sarà poi necessaria a manifestare
le azioni nella vita quotidiana.

Se vogliamo un mondo di pace dobbiamo creare la pace dentro di noi.

In molte parti del mondo viene già insegnata nelle scuole e nelle carceri apportando benefici a più livelli,
psicologico ma anche fisico in quanto ci si ascolta di più aumentando la consapevolezza del nostro corpo e
iniziando a rispettarlo maggiormente.
Attraverso esercizi eseguiti in maniera anche leggera e giocosa imparano a essere nel momento presente
lasciando andare rabbia e tensioni che spesso impediscono loro di concentrarsi e focalizzare l’attenzione.
Vivono così un momento di tranquillità che li aiuta inoltre ad accrescere un senso di amor proprio e
autostima.
Sono strumenti che saranno utili per il resto della vita e che permetteranno loro di vivere in modo più
completo e cosciente.
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Molti bambini hanno difficoltà nello stare fermi o in silenzio, il che è una sfida.
Ci vuole una dose di extra pazienza ma la meditazione è un ottimo strumento perché diventino padroni
delle proprie energie e perché possano canalizzarle nel modo adeguato.

Abbiamo dunque fatto la prima lezione e Cristina la volontaria che si prenderà cura di loro è stata
amorevole e infinitamente disponibile.
Sedevo lì accanto cercando di aiutarla nel tranquillizzarli.
Alcuni sembravano davvero senza pace e disorientati. Mi sono avvicinata a uno di loro e gli ho appoggiato
una mano sulla pancia aiutandolo a calmare il respiro. Connessa a lui ho sentito tutto il suo tormento e mi
sono venute le lacrime.

Diceva il Dalai Lama: “Se ad ogni bambino insegnassimo a meditare, elimineremmo la violenza dal mondo
nel giro di una generazione”.

Mi spiace dunque che tra poco dovrò partire ma confido di cuore che questo programma continui con
entusiasmo e risultati proficui.
Questo seme è per me una benedizione.

Ogni giornata trascorsa assieme a questa grande famiglia è stata per me unica e la porterò sempre nel
cuore.
Servirebbero pagine e pagine per raccontare i dettagli vissuti ma soprattutto ogni emozione provata.
Porto nel cuore ogni parola, ogni abbraccio, sorriso e lacrima.

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Ringrazio infinitamente la fiducia che Ger Onlus mi ha concesso permettendomi di vivere questa
esperienza. Ringrazio dal profondo del cuore Giuseppe e Liliana per avermi accolta anche nella loro casa,
Yomara e tutti i collaboratori, volontari e amici con cui ho condiviso il mio tempo e non da ultimo ogni
piccolo angelo che ha avuto fiducia in me e mi ha aperto il suo cuore.

Vi voglio bene.

Ah dimenticavo…tornerò presto!
                                                                                           Barbara Gregorat

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