PINO PUGLISI 3P1 - Edu.lascuola
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PINO PUGLISI 3P1 Don Puglisi è stato un sacerdote esemplare, dedito specialmente alla pastorale giovanile. Educando i ragazzi secondo il Vangelo vissuto li sottraeva alla malavita e così questa ha cercato di sconfiggerlo uccidendolo. In realtà però è lui che ha vinto con Cristo risorto. (Papa Francesco, 26 maggio 2013) Un martire moderno Le parole pronunciate da papa Francesco ci introducono alla conoscenza di Pino Puglisi, un uomo coraggioso che, guidato dalla passione per i giovani e per la sua città, ha saputo vivere il Vangelo fino in fondo, con coerenza e amore. La sua morte violenta per mano della mafia non segna La morte e la beatificazione È il 15 settembre 1993 la fine di tutto ma, per un cristiano, segna l’inizio di un quando don Pino viene ucciso con diversi colpi spara- modo nuovo di accompagnare i passi di pace e ti alla nuca; le sue ultime parole, accompagnate da un di giustizia degli uomini e delle donne della Terra. sorriso, sono: «me lo aspettavo». È il giorno del suo Un quartiere difficile Nato a Palermo il 15 settem- compleanno: aveva appena compiuto 56 anni. bre 1937, Giuseppe Puglisi diventa prete nel 1960: da Il suo corpo è sepolto nel Duomo di Palermo perché allora il suo impegno è prevalentemente rivolto alla molti possano imparare dal suo insegnamento: la promozione e alla formazione dei giovani. Chiesa, infatti, lo ha riconosciuto come martire, il pri- Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San mo martire ucciso dalla mafia. Gaetano, nel quartiere Brancaccio di Palermo, con- Don Giuseppe Puglisi è ricordato ogni anno il 21 mar- trollato dalla criminalità organizzata dei fratelli zo nella Giornata della Memoria e dell’Impegno Graviano, capi-mafia legati alla famiglia del boss di Libera, la rete di associazioni contro le mafie, che Leoluca Bagarella. È un ambiente difficile, dove il il primo giorno di primavera legge il lungo elenco dei degrado urbano lascia spazio all’insoddisfazione, nomi delle vittime innocenti di mafia. alla povertà, alla costante tentazione di scegliere la via facile della criminalità e della logica mafiosa per ottenere protezione e denaro. L’attività con i ragazzi e in parrocchia Per molti ra- gazzi i mafiosi rappresentano un modello, talvol- ta degli idoli, suscitando ammirazione e desiderio di emulazione. Don Pino propone modelli alternativi di vita e di umanità, denunciando con coraggio dal- la chiesa e dalla piazza della chiesa i reati commessi dalla mafia, contrari alla logica del Vangelo e della fede cristiana. Padre Pino Puglisi durante una manifestazione a Palermo. 1. 3P: Così lo chiamavano i suoi studenti: Pino Puglisi Padre. 40 © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino
IL PERSONAGGIO Ciò che inferno non è L’inferno di Brancaccio Don Pino Puglisi è stato il che si è lanciata dal decimo piano con un ombrello professore di religione dello scrittore Alessandro in mano, perché all’inferno non voleva più starci e D’Avenia che a lui ha dedicato il suo libro Ciò che in- sperava che un angelo l’afferrasse prima dell’asfal- ferno non è. Dalle pagine di questo testo emerge la to. Inferno è l’amore possibile ma mai inaugurato. descrizione del quartiere Brancaccio a Palermo nel Inferno è odiare la verità, perché amarla ti coste- 1993, dove don Pino ha offerto ai giovani un modello rebbe la vita [...]. Inferno è non vedere più l’inferno possibile di vita autentica. – in questa città dove governano due demoni, mi- Persino il nome sembra il dispregiativo di una pa- seria e ignoranza [...] l’inferno esiste ed è pieno. rola di per sé rapace: “branco” – è luogo dell’infer- Non è al di là, ma al di qua, con mappe e indirizzi. no: inferno sono gli enormi palazzi di cemento, al- (adattamento da A. D’Avenia, Ciò che inferno non è, Mondadori 2016) veari screpolati e abbandonati dalla bellezza, che fanno di cemento l’anima di chi li abita [...]. L’infer- Una battaglia contro l’inferno «L’inferno è il posto in no è fame mai soddisfatta di pane e di parole. Infer- cui lo spazio per i desideri è già tutto occupato» scrive no è un bambino sfregiato da fuori verso dentro, D’Avenia nel suo libro. Eppure l’inferno si può sconfig- dalla pelle fino al cuore [...]. Inferno è Maria, madre gere, non è imbattibile, non è un accidente che ti capita a sedici anni, prostituta a ventidue. Inferno è Salva- e contro cui non puoi fare niente perché l’amore lo di- tore, che ha poco pane per i figli e per la vergogna strugge: «Togli l’amore e avrai l’inferno, mi dicevi, don quel poco se lo beve [...]. Inferno sono vie senza al- Pino. Metti l’amore e avrai ciò che inferno non è. L’amo- beri e scuole e panchine su cui parlare. Inferno re è difendere la vita dalla morte. Ogni tipo di morte». sono strade da cui non si vedono le stelle, perché È questa la scommessa di don Pino, una sommessa non è concesso alzare gli occhi. Inferno è una fami- vincente nonostante le apparenze, perché alla fine l’a- glia che decide chi e che cosa sarai. Inferno è la more trionferà, perché senza amore non solo la città, consapevolezza fredda della disperazione altrui. In- ma il cuore dell’uomo inaridisce. ferno è farla pagare agli altri perché sentano il sa- Per questo la mafia con la sua logica della violenza pore amaro che mastichiamo [...]. Inferno è Caterina non vincerà. Una scena del film Alla luce del sole, che racconta la vita e il martirio di padre Puglisi. © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino 41
Il magistero della Chiesa contro le mafie Negli ultimi decenni anche la Chiesa e il suo magiste- hai sentito parlare di processioni dedicate alla Ma- ro hanno preso posizioni molto dure nei confron- donna o ad alcuni santi che non sono state tenute ti delle mafie, fino a proporre la scomunica per i ma- per evitare che le persone si fermassero in segno di fiosi, come fece Giovanni Paolo II. omaggio di fronte alle case dei boss mafiosi. Si trat- Alle parole sono seguite anche alcune azioni e se- ta di segnali per dire che chi è cristiano non può gni che hanno rotto tradizioni antichissime che seguire logiche e metodi mafiosi, come sostiene coinvolgevano le stesse celebrazioni religiose: forse papa Francesco. Convertitevi al vero Dio Non si può credere in Dio ed essere mafiosi. Chi è mafioso non vive da cristiano, perché bestemmia con la vita il nome di Dio-amore. Oggi abbiamo bisogno di uomini e di donne di amore, non di uomini e donne di onore; di servizio, non di sopraffazione. Abbiamo bisogno di camminare insieme, non di rincorrere il potere. Se la litania mafiosa è: «Tu non sai chi sono io», quella cristiana è: «Io ho bisogno di te». Se la minaccia ma- fiosa è: «Tu me la pagherai», la preghiera cristiana è: «Signore, aiutami ad amare». Perciò ai mafiosi dico: cambiate, fratelli e sorelle! Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi. Tu sai, voi sapete, che «il sudario non ha tasche». Voi non potrete portare niente con voi. Convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo, cari fratelli e sorelle! Io dico a voi, ma- fiosi: se non fate questo, la vostra stessa vita andrà persa e sarà la peggiore delle sconfitte. (dall’omelia della messa celebrata da papa Francesco a Palermo il 15 settembre 2018, in occasione del XXV anniversario della morte di don Pino Puglisi) Papa Francesco celebra a Palermo la messa in memoria di don Pino Puglisi, 15 settembre 2018. 42 © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino
IL TEMA Riflettere e interpretare Una dura presa di posizione di Giovanni Paolo II Carissimi, non si dimentica facilmente una tale celebrazione, in questa Valle, sullo sfondo dei templi: templi provenienti dal perio- do greco che esprimono questa grande cultura e questa grande arte ed anche questa religiosità, i templi che sono testimoni oggi della nostra celebrazione eucaristica. E uno ha avuto nome di “Concordia”: ecco, sia questo nome emblematico, sia profetico. Che sia concordia in questa vo- stra terra! Concordia senza morti, senza assassinati, senza paure, senza minacce, senza vittime! Che sia concordia! Questa concordia, questa pace a cui aspira ogni popolo e ogni persona umana e ogni famiglia! Dopo tanti tempi di sofferenze avete finalmente un diritto a vivere nella pace. E questi che sono colpevoli di disturbare questa pace, que- sti che portano sulle loro coscienze tante vittime umane, de- vono capire, devono capire che non si permette uccidere innocenti! Dio ha detto una volta: «Non uccidere»: non può uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, mafia, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio! (Papa Giovanni Paolo II, 9 maggio 1993) Giovanni Paolo II ha pronunciato questo discorso nella Valle dei Templi in Sicilia al termine dell’omelia. Si tratta di un duro monito, fatto “a braccio”, contro la criminalità organizzata e la mafia. Identifica il periodo in cui fu fatto e ricostruisci il contesto; in particolare informati sulle circostanze della morte di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino, poi rispondi. • Chi sono Giovanni Falcone e Paolo Borsellino? • Quando è morto don Puglisi? • Alle morti di chi fa riferimento il Papa nel suo discorso? • Pensi che nei primi anni Novanta la lotta alla mafia fosse appoggiata da grandi movimenti? • Parlando dei mafiosi, su che cosa si sofferma papa Francesco nel 2018? • Quali differenze ti sembra di poter sottolineare nei discorsi dei due Pontefici? Il Vangelo di Gesù propone logiche totalmente differenti rispetto a quelle che sostengono le mafie. Il magistero della Chiesa progressivamente ricorda con sempre maggior durezza che chi vive nelle logiche del potere, del dominio sull’altro, della malavita, dell’uccisione e della vendetta non può dirsi cristiano. © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino 43
Riflettere e argomentare Papa Benedetto XVI si rivolge ai giovani Non abbiate paura di contrastare il male! Insieme sarete come una foresta che cresce, forse silenziosa, ma capace di dare frutto, di portare vita e di rinnovare in modo profondo la vostra terra! Non cedete alle suggestioni della mafia, che è una strada di morte, incompatibile con il Vangelo. (Papa Benedetto XVI, 3 ottobre 2010) Queste parole sono state pronunciate da papa Benedetto XVI a Palermo, durante il suo incontro con i giovani siciliani. Il Papa qui sembra fare riferimento a un antico monito della filosofia cinese: «Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce». Cercate di approfondire il tema posto dal Papa. Ecco alcuni spunti su cui riflettere. • Come si può combattere la mafia? • Perché la mafia non è compatibile con il Vangelo? Confrontare e argomentare Papa Francesco si scaglia contro i mafiosi Coloro che nella loro vita hanno questa strada di male, i mafiosi, non sono in comunione con Dio: sono scomunicati. […] Quando non si adora il Signore si diventa adoratori del male, come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza. (Papa Francesco, 21 giugno 2014) Ai mafiosi dico: cambiate! […] Smettete di pensare a voi stessi e ai vostri soldi, convertitevi al vero Dio di Gesù Cristo. Altrimenti la vostra vita andrà persa. […] Chi è mafioso non vive da cristiano perché bestemmia con la vita il nome di Dio. […] Oggi abbiamo bisogno di uomini di amore, non di uomini di onore; di servizio, non di sopraffazione. (Papa Francesco, 15 settembre 2018) Papa Francesco nella sua omelia sulla Piana di Sibari, in Calabria, il 21 giugno 2014 arrivò a scomunicare – e fu il primo Papa a farlo – i mafiosi. Successivamente, a 25 anni dalla morte di padre Puglisi, in occasione della commemorazione a Palermo il 15 settembre 2018, addirittura “gridò” le parole che hai letto. • Quali elementi emergono dai discorsi dei diversi Papi? • Individua alcune somiglianze e alcune differenze. • Prova ad argomentare: come mai la Chiesa interviene con tanta forza contro le mafie? 44 © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino
IL TEMA Riflettere e argomentare LIBERA Associazioni, nomi e numeri contro le mafie Democrazia e solidarietà non sono parole, belle ma astratte: sono due compi- ti che, con fatica e grande determinazione, ogni giorno ognuno di noi, par- tendo dal proprio specifico, cerca di costruire. Ed è proprio a partire da que- sta pratica che abbiamo imparato quanto centrale sia la legalità per realizzare quei valori. Senza legalità non c’è democrazia. Senza legalità la solidarietà rischia di ridursi a carità, a fatto di “buon cuore”, a pur preziosa generosità, ovvero a sentimenti, più che a pratiche capaci di incidere sulla realtà per tra- sformarla, capaci di costruire giustizia. E se non c’è giustizia non c’è democrazia. La legalità è dunque una precondi- zione perché i valori si inverino nella vita concreta della gente, di ognuno di noi, della società. La legalità è, infatti, la prima barriera contro la sopraffazio- ne, contro l’arroganza dei forti. È lo strumento che tutela i deboli, le vittime della prepotenza e della violenza. Educare alla legalità vuol dire educare alla democrazia e alla solidarietà, dun- que alla giustizia. La legalità è la partecipazione dei cittadini alla vita sociale, è rispetto reciproco e collaborazione tra istituzioni e cittadini, è condivisione delle regole e del loro fondamento. La legalità, quindi, è cultura della partecipazione e senso dello Stato. (Don Luigi Ciotti, 14 luglio 1994) Nel 1994 nasce l’associazione Libera, che si propone di combattere le mafie. Quella che hai letto è una parte del discorso pronunciato da Don Luigi Ciotti, il fondatore, in occasione della presentazione dell’associazione. • Quali elementi puoi evidenziare nel discorso di don Ciotti sulla legalità? • Che cosa possiamo fare noi per contrastare la malavita? Che cosa potresti suggerire? • Immagina di dover illustrare il contenuto di questo discorso ad alcuni bambini della scuola primaria. Che cosa diresti? Ricorda che gli esempi pratici e le storie per i bambini sono sempre molto efficaci. Per approfondire l’argomento puoi vedere i film seguenti. • La mafia uccide solo d’estate, regia di Pif (Italia 2013) • I cento passi, regia di Marco Tullio Giordana (Italia 2000) Don Luigi Ciotti. © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino 45
La Costituzione: un formidabile testo antimafia Leggiamo che cosa dice don Ciotti a proposito della realizzare a fondo la sua dignità e libertà di essere Costituzione: «Un noi corale potrebbe sconfiggere, umano» (don L. Ciotti, prefazione a G. Bianco – oltre alle organizzazioni criminali, la mentalità che le G. Gatti, La legalità del noi, Città Nuova 2013). ha prodotte. Come costruirlo? Basterebbe mettere in Nella Costituzione esistono tre valori e principi fon- pratica il disegno etico, politico e istituzionale della damentali che la mentalità mafiosa rifiuta: nostra Costituzione, il più formidabile dei testi ■ la libertà antimafia. Pagine dove la legalità, lungi dall’essere ■ l’uguaglianza declinata in modo astratto, si fonda sulla corre- ■ la solidarietà. sponsabilità delle istituzioni e dei cittadini nella Infatti: tutela del bene comune della democrazia. E dove ■ la mafia non rispetta le regole e si sostituisce allo Stato il “noi” non è mai inteso come mera somma d’indivi- ■ la mafia nega l’uguaglianza e i diritti di ognuno dui, ma come insieme delle loro relazioni, tessuto so- ■ la mafia è solo apparentemente solidale, ma il suo ciale a partire dal quale ciascuno di noi può trovare e aiuto comporta omertà, silenzio e complicità. Art. 2 della Costituzione Art. 3 della Costituzione La Repubblica riconosce e garanti- Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla sce i diritti inviolabili dell’uomo, sia legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opi- come singolo sia nelle formazioni nioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Re- sociali ove si svolge la sua perso- pubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, li- nalità, e richiede l’adempimento mitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il dei doveri inderogabili di solida- pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti rietà politica, economica e sociale. i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Role playing Situazioni difficili In coppia. Scegliete una delle situazioni che vi proponiamo e provate a simulare un’intervista. Uno di voi racconterà la sua storia, l’altro farà le domande. 1. Sei un volontario della Caritas e porti aiuto ai migranti che lavorano nei campi. Conosci un immigrato fuggito dalla guerra, non ha documenti e l’unico lavoro che ha trovato è quello nei campi a raccogliere frutta e ortaggi, senza contratto. Sai che chi lo sfrutta è legato alla mafia, ma se denunci la situazione di illegalità, quest’uomo perderà il lavoro e verrà considerato clandestino. Che cosa decidi di fare? 2. Sei una mamma sola e disoccupata in un quartiere povero di Palermo, i tuoi figli sono ragazzini e passano tutto il giorno fuori. Le prospettive di lavoro anche per loro, in futuro, non sembrano ideali. Da qualche giorno portano qualche euro a casa, ma non sai come se li procurano. Chiedi loro spiegazioni o lasci correre? 3. Sei un insegnante di educazione fisica in una scuola di periferia di una grande città: ti rendi conto che i tuoi studenti hanno contatti con la criminalità e commettono piccoli reati. Cerchi di fare qualcosa per loro oppure non ti vuoi immischiare? 46 © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino
EDUCAZIONE CIVICA Pensiero critico La legalità nella vita quotidiana Vi proponiamo un lavoro per ragionare sulla legalità nella quotidianità della vita. 1. In modo individuale rispondete innanzitutto al questionario. QUALCHE QUANTO SEI LEGALE? VOLTA SI NO 1 Se assisti a un furto, intervieni? 2 Quando acquisti qualcosa, chiedi lo scontrino fiscale? 3 Restituisci i prestiti che chiedi ai tuoi compagni? 4 Danneggi le cose (a scuola, sul pullman, nella metro ecc.)? 5 Scrivi sui muri o dove capita? 6 Se assisti a un atto vandalico, intervieni? 7 Ti piace fare il “lupo”, essere prepotente con gli altri? 8 Prendi da Internet i compiti già svolti? 9 Entri al cinema o vai su un mezzo pubblico senza pagare il biglietto? 10 Hai mai comperato oggetti “taroccati”? 11 Hai scaricato film o musica senza pagare i diritti? 12 Hai mai gettato una bottiglia di plastica nel contenitore dei rifiuti indifferenziati? 2. Ci sono comportamenti che tendiamo a non considerare illegali, per esempio scaricare film senza comperarli, non pagare il biglietto dell’autobus ecc. e che invece sottintendono un vago atteggiamento di “non legalità” che tende a trovare giustificazione, a legittimare ciò che legittimo non è. Ora provate a illuminare queste “zone d’ombra” discutendo tra voi: • avete risposto affermativamente alle domande 10, 11? Chiedetevi: che cosa c’entro io con il riciclo della merce rubata? • avete risposto affermativamente alle domande 3, 8, 9, 12? Chiedetevi: che cosa c’entro io con il furto? • avete risposto affermativamente alle domande 1, 6? Chiedetevi: che cosa ho a che fare io con atteggiamenti di omertà e complicità? • avete risposto affermativamente alla domanda 2? Chiedetevi: che cosa c’entro io con l’evasione fiscale? • avete risposto affermativamente alle domande 4, 5, 7? Chiedetevi: che cosa c’entro io con il bullismo? 3. Al termine dell’attività, provate a tirare le fila del vostro lavoro. • È importante essere coscienti dei propri comportamenti o si può “lasciar correre”? • Che cosa significa essere responsabili di sé? • Che cosa vuol dire essere complici di illegalità? © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino 47
Simulazione 1 Partendo dal lavoro sulla legalità che hai sviluppato in classe, costruisci un percorso o scrivi una tesina che ti permetta di collegare alcune discipline scolastiche in modo unitario. Ricerca testi, documenti, immagini, video, canzoni, testimonianze che af- frontino da prospettive diverse questo tema. I tuoi insegnanti ti aiuteranno a individuare i collegamenti più funzionali. Noi te ne suggeriamo alcuni. Italiano • Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia Musica • Cuore di Jovanotti (la canzone scritta dopo Scienze • I problemi della “terra l’attentato nel quale morirono il giudice Falcone, dei fuochi” (inquinamento dell’aria la sua compagna e gli uomini della scorta a Capaci) e della terra) • Pensa di Fabrizio Moro • Le mafie e l’inquinamento • I cento passi dei Modena City Ramblers ambientale • La colonna sonora del film Il padrino Arte • Il museo sulla mafia di Salemi, dedicato Geografia • La diffusione a Leonardo Sciascia LE MAFIE delle mafie (mafia, E LA LEGALITÀ camorra, sacra corona unita, ‘ndrangheta) in Italia • Le mafie straniere Storia • La nascita delle mafie e il sorgere dello Stato italiano • La questione meridionale • Le “donne della mafia” Inglese • La nascita della mafia • Il maxiprocesso di Palermo e americana gli attentati del 1992 e del 1993 Suggerimenti per l’elaborato finale Nel caso tu scelga le mafie e le associazioni che le com- battono come argomento principale per il tuo elabora- to finale, in alternativa alla presentazione con slide, ti consigliamo di usare Google Maps per realizzare una mappa interattiva con le regioni dove le mafie sono più presenti ma anche dove è forte la lotta alla criminalità organizzata. Con Google maps in modalità creativa potrai circoscrivere le regioni italiane e ar- ricchire ogni selezione con immagini, vi- deo e testi. Inoltre puoi creare dei collega- menti tra le mafie italiane e quelle di altre parti del mondo. MAKE 48 © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino
VERSO L’ESAME PREPAR ARSI AL COLL OQUIO Simulazione 2 Prima del colloquio d’esame potrebbero esserti consegnati alcuni docu- menti (video, testo, immagini) che dovrai collegare per realizzare una breve esposizione orale sul tema della legalità. Hai 30 minuti per preparare il tuo discorso. Testo Questo testo è tratto dal romanzo Per questo mi chiamo Giovanni, ispirato alla figura di Giovanni Falcone. Qui un papà spiega al figlio come può prosperare la mafia anche all’interno di uno stato regolato da leggi giuste. • Ritieni che l’esempio sia efficace? Qual è la riflessione che vuole stimolare il papà? La tua classe è una piccola città di ventisette abitanti, gui- ventato gli dia i tuoi cinque euro. E tutti i tuoi compagni data dalla maestra, che detta le regole, dice cosa bisogna di classe fanno lo stesso. Tutti tranne uno, che chiamiamo fare, dà buoni voti a chi fa bene i compiti, punisce chi Simone. Lui non ha paura, non paga, ma un giorno To- arriva in ritardo o non si comporta bene. […] La maestra nio, che è più grande e più forte, gli lega le stringhe delle ha il compito di far rispettare la legge. scarpe e lo butta giù dalle scale. Tonio dovrebbe essere Mettiamo il caso che un giorno uno studente, chiamiamo- punito, ma la maestra non può farlo perchè non ha visto lo Tonio, si presenta e ti ordina «dammi i soldi che hai in la scena e chi l’ha vista sta zitto per paura. tasca». Non è giusto. Allora tu vai dalla maestra per farti Così Tonio può continuare a mettersi in tasca soldi non suoi. difendere. Lei ne dice quattro a Tonio. Tonio ci riprova. Tu Il risultato è che nella tua classe ora esistono due leggi: torni dalla maestra. La maestra porta Tonio dal preside quella giusta, della maestra, l’unica che dovrebbe valere; che lo sospende per una settimana dalla scuola. È stata e quella di Tonio, illegale, la legge del più forte. […] applicata la legge e tu sei stato difeso giustamente. Il trionfo della legge di Tonio è quello che è successo in Mettiamo invece che tu non vada dalla maestra, ma spa- Sicilia. (adattamento da L. Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, Rizzoli 2012) Immagine Video Questa fotografia riporta un manifesto che con Il video che ti viene proposto racconta una frase semplice chiarisce un concetto basilare l’esperienza di tanti giovani imbarcati nella lotta alle mafie. Prova a spiegare con sulla “nave della legalità” opportune argomentazioni. per dire il loro no alle mafie e alla mentalità mafiosa. • Quale significato e quale valore hanno, secondo te, manifestazioni come queste? VIDEO © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino 49
INDICAZIONI PER IL DOCENTE La legalità e la lotta alle mafie OBIETTIVI ■ Combattere l’illegalità e formare uomini e cittadini è compito di ogni educatore, di ogni docente come emerge dalle normative che riguardano la scuola e che coinvolgono anche i docenti di Religione. «Un ma- estro accorto e sensibile forma coscienze capaci di resistere alla piovra mafiosa più di qualsiasi altro» (G. M. Bregantini, in Il nostro Sud in un Paese – reciprocamente – solidale, Città Nuova 2010). ■ Aiutare gli studenti a riflettere sul fatto che «la legalità si deve praticare a tutti i livelli e, dunque, anche nel nostro piccolo mondo quotidiano. Nella vita scolastica legalità vuol dire rispetto per le regole, rispetto dei compagni, specie di quelli più deboli e, soprattutto, rispetto degli insegnanti. A ciò si aggiunga un altro fondamentale valore: quello della solidarietà, la capacità di stare al fianco di chi ha maggiori difficoltà». (G. Napolitano, Discorso delll’inaugurazione dell’anno scolastico 2012/13). METODOLOGIA Approfondire i temi della legalità e della lotta alle mafie attraverso documenti e alcune grandi figure: non solo don Puglisi, ma anche quelle che emergono, per esempio, dal film La mafia uccide solo d’estate o da ricerche e nomi che gli studenti possono conoscere. Questa Unità di lavoro apre a diversi percorsi possibili e a diverse metodologie. ■ Si possono leggere e discutere testi, alla ricerca di figure che hanno vissuto la lotta alla mafia e ne sono divenuti testimoni. ■ Si può proporre la visione di film o filmati storici (come quelli delle stragi di Capaci e di via D’Amelio). ■ Si può avviare una ricerca sulla legalità e su ciò che avviene a scuola e intorno a noi attraverso interviste, questionari ecc. ■ Si può fare una indagine sui beni confiscati alle mafie, magari scoprendo che alcuni sono vicini a noi; op- pure una indagine sui quotidiani locali per vedere quanto la mentalità e le azioni mafiose sono diffuse. APPROFONDIMENTI ■ Una riflessione importante da sollecitare negli studenti è quella che riguarda l’indifferenza, l’omertà che, in vari modi, riguarda tutti noi. Quante volte non abbiamo fatto ciò che potevamo fare? Per un cristiano questa indifferenza diventa “omissione” ed è ritenuta un “peccato”. ■ Paolo Borsellino affermava l’importanza che la lotta alla mafia fosse un’azione che coinvolgeva tutti, in particolare i giovani. Le sue parole possono essere discusse e approfondite nel gruppo classe, così come è interessante approfondire la sua vicenda umana e professionale. La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvol- gesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità. (P. Borsellino, Discorso alla veglia per Giovanni Falcone, Palermo, 23 giugno 1992) 50 © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino
UNITÀ DI LAVORO LAVORO COOP ER AT IVO ■ Può essere interessante riflettere anche su che cosa sia il coraggio e su che cosa sia la paura. Questo ap- proccio che coinvolge le nostre emozioni, il loro riconoscimento e la loro importanza nella nostra vita può prendere spunto da due frasi dei magistrati Falcone e Borsellino. È normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti. (P. Borsellino) Chi tace e piega la testa muore ogni volta che lo fa. Chi non tace muore una volta sola. (G. Falcone) ATTIVITÀ DA SVOLGERE IN CLASSE • Ascoltare e commentare la canzone Pensa di Fabrizio Moro sul tema della mafia. • Creare uno striscione da portare ad una manifestazione a favore della legalità. • Creare un gadget da distribuire nella stessa manifestazione. • Scrivere una serie di domande da porre ad un componente di un’associazione che combatte la mafia. • Inventare e realizzare un breve spot pubblicitario sulla legalità. • Realizzare un gioco di ruolo ambientato in un tribunale dove ci sono i giudici, la giuria e gli imputati. • Leggere qualche brano di questi libri e parlarne in classe insieme. Luigi Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, Rizzoli 2012 Giovanni è un bambino di Palermo. Per il suo decimo compleanno, lui e il papà trascorreranno la giornata insieme: il papà lo accompagna per le strade di Palermo e gli spiega l’origine del suo nome raccontandogli la storia di Giovanni Falcone. Il piccolo Giovanni scoprirà che cosa è la mafia e la lotta alla mafia, che può iniziare a combattere anche nelle piccole cose di tutti i giorni. Andrea Gentile, Volevo nascere vento, Mondadori 2014 Volevo nascere vento è un romanzo che si ispira a una vicenda vera. Protagonista è Rita Atria, una giovanissima testimone di giustizia proveniente da una famiglia mafiosa. Dopo aver perso il padre e il fratello nelle vendette tra cosche, Rita decide di collaborare con la giustizia e, grazie a Paolo Borsellino, scopre il valore della legalità. Quando il magistrato viene ucciso nell’attentato di via d’Amelio, Rita perde ogni speranza e si suicida. Non ha ancora compiuto 18 anni. Andrea Gentile e Maddalena Rostagno, Il suono di una sola mano, Il Saggiatore 2013 Questo libro parla della vita appassionante di Mauro Rostagno, un giornalista assassinato dalla mafia nel 1988. La voce che narra è quella di Maddalena, la figlia, che al tempo dell’agguato aveva appena 15 anni. La vita di Rostagno e della figlia Maddalena è avventurosa, perché si dipana tra centri sociali a Milano, soggiorni in India e progetti innovativi in Sicilia, dove Rostagno apre una comunità di recupero per tossicodipendenti e lavora nella televisione locale. La libertà con cui Rostagno accusa la mafia gli costerà la vita e cambierà per sempre quella di Maddalena. Roberto Saviano, La paranza dei bambini, Feltrinelli 2016 Questo romanzo narra la storia di dieci ragazzini napoletani che entrano a far parte della camorra. Attratti dal potere e dal denaro che la malavita offrono, i ragazzi sperimentano la vita criminale con le sue “leggi” barbare. In nome di una vita basata sull’apparenza e sulla volontà di sopraffazione, la “paranza” conoscerà la violenza e la morte. © 2020 by SEI - Società Editrice Internazionale - Torino 51
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