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Piano Metropolitano di Protezione Civile

   Città Metropolitana di Napoli                Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C.

     Piano Metropolitano di Protezione Civile
                           Città Metropolitana di Napoli

                                 RELAZIONE GENERALE
                                     FASCICOLO 6
                  INDICATORI DI EVENTO E RISORSE DI PROTEZIONE CIVILE

                                           Giugno 2021

                                                                                               Pag. 1 di 57
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Indice
  Indice .............................................................................................................................................................. 3
     A. 3. Indicatori di evento e sistema di risposta di protezione civile ......................................................... 5
            A. 3. 1. Aree di emergenza ............................................................................................................... 5
            A. 3. 2. Sistema di allertamento ....................................................................................................... 6
                  A. 3. 2. 1. Sistema di Allertamento per il Rischio Idraulico e Idrogeologico ............................... 6
                  A. 3. 2. 2. Sistema di Allertamento per il Rischio Incendi Boschivi ........................................... 18
                  A. 3. 2. 3. Sistema di Allertamento per il Rischio Vulcanico ..................................................... 33
                  A. 3. 2. 4. Sistema di Allertamento per il Rischio Maremoto ................................................... 41
                  A. 3. 2. 5. Sistema di Allertamento per il Rischio Incidente Aereo……………………………………... 51
            A. 3. 3. Risorse materiali e mezzi ................................................................................................... 53
                 A. 3. 3. 1 Addetti........................................................................................................................ 53
                 A. 3. 3. 2 Automezzi................................................................................................................... 54
                 A. 3. 3. 3 Dotazioni di mezzi e materiali .................................................................................... 55
                 A. 3. 3. 4 Telecomunicazioni...................................................................................................... 57

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A. 3. Indicatori di evento e sistema di risposta di protezione civile
A. 3. 1. Aree di emergenza
Per ciò che concerne le aree di protezione civile, vengono di seguito individuate, le aree di emergenza che si
distinguono in aree di attesa, aree di accoglienza/ricovero ed aree di ammassamento soccorsi.

Si definiscono aree di attesa, i luoghi di prima accoglienza per la popolazione evacuata, immediatamente
dopo l’evento calamitoso, o, in modo preventivo, successivamente alla segnalazione della fase di
preallarme.

In tali aree, la popolazione, in attesa di ritornare nelle proprie case (eventi di breve durata – inferiore alle 8
ore) o di essere ricoverate in strutture adeguate (emergenze di durata superiore alle 8 ore) riceverà le
prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto.

I criteri da seguire per l’individuazione delle aree di attesa sono:

          Posizionamento in zone sicure, esterne alle aree a rischio;
          Facilità di raggiungimento attraverso percorsi sicuri;
          Facilità di accesso da parte dei mezzi di soccorso.

In generale si possono utilizzare piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati ritenuti idonei.

Sono segnalate sulla cartografia e devono altresì essere indicate con adeguata segnaletica sul territorio.

Si definiscono aree di ricovero o accoglienza per la popolazione luoghi al chiuso in grado di accogliere la
popolazione allontanata dalle proprie abitazioni per tempi medio-lunghi.

Tali aree sono preferibilmente strutture esistenti, al coperto, idonee ad accogliere la popolazione (alberghi,
scuole, palestre, ecc. ).Qualora non fossero disponibili, si possono allestire:

      •    Tendopoli;1
      •    Insediamenti abitativi di emergenza (casette prefabbricate). 2

Al fine di individuare tali aree i criteri da seguire sono i seguenti:

        Numero di persone potenzialmente a rischio;
        Posizionamento in zone sicure, esterne alle zone a rischio;
        Vicinanza ad una viabilità principale ed ai servizi essenziali (acqua, luce, e smaltimento acque
         reflue).
Tali aree sono segnalate sulla cartografia e devono essere indicate con adeguata segnaletica sul territorio.

Le aree di ricovero, estratte dai Piani Comunali di Emergenza sono riportate nella cartografia allegata (solo
le aree scoperte).

Le aree di ammassamento dei soccorritori sono zone del territorio metropolitano nelle quali è possibile
concentrare tutti i soccorritori ed i mezzi necessari per l’emergenza, sia comunali, sia quelli eventualmente

1
 Tale tipo di ricovero sono utilizzate per grandi emergenze (eventi di tipo B o C) con tempi di permanenza della popolazione evacuate anche di
alcuni mesi.
2
 Le case prefabbricate di norma sono utilizzate per emergenze con tempi di permanenza della popolazione evacuata nei luoghi di accoglienza
maggiori di 3 mesi.
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provenienti da fuori area. Rappresentano il primo orientamento e contatto dei soccorritori con il territorio.
Tali aree devono essere predisposte in zona strategica sulla viabilità principale o, comunque, essere
facilmente raggiungibili, anche con mezzi di grandi dimensioni, possibilmente non all’interno del centro
abitato e, ovviamente, in zone non soggette a rischio incombente.

L’area scelta è indicata sulla cartografia e deve essere segnalata con adeguata segnaletica sul territorio.

Le aree di ammassamento sono riportate nella cartografia allegata.

A. 3. 2. Sistema di allertamento
La gestione del sistema di allertamento è assicurata dal Dipartimento della Protezione Civile e dalle Regioni
attraverso la rete dei Centri Funzionali. La rete dei Centri Funzionali è costituita da un Centro Funzionale
Centrale (CFC) presso il Dipartimento della Protezione Civile e dai Centri Funzionali Decentrati (CFD) presso
le Regioni.

Il Centro Funzionale Decentrato (CFD) presso la Regione Campania

Il Centro Funzionale Decentrato provvede, ai sensi delle DD. GR.n. 6940/2001 e 1262/2003 e del D. P. G. R.
n. 299/2005, all'elaborazione sistematica delle previsioni meteorologiche sul territorio regionale e alla
valutazione degli effetti al suolo indotti dagli eventi meteorologici attesi e/o in atto.

Quotidianamente, sulla base dei dati e dei modelli analizzati, viene emesso il bollettino meteorologico
regionale a fini di protezione civile, validato e trasmesso alla contigua Sala Operativa Regionale Unificata e
da questa diffuso a tutti i circa 600 soggetti istituzionali, facenti parte del sistema integrato di protezione
civile (Dipartimento della Protezione Civile, amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, settori
regionali ed enti locali, gestori dei servizi e delle infrastrutture, etc. ).

In presenza di particolari situazioni meteorologiche, stimate sulla base dell'analisi degli output della
modellistica previsionale numerica, il CFD provvede all'emissione di specifici avvisi di protezione civile,
relativi alle criticità previste in relazione all'insorgere di condizioni di rischio per la popolazione
(idrogeologico, idraulico, meteomarino, da ondate di calore, etc. ).

Nelle fasi di allertamento del sistema di protezione civile, il CFD controlla H24 l'evoluzione della situazione
meteorologica, attraverso il monitoraggio in tempo reale delle grandezze significative, individuate ai fini
della valutazione dell'entità del rischio e dei potenziali danni attesi sul territorio.

La Regione Campania è dotata di proprie e condivise procedure di allertamento del sistema di protezione
civile ai diversi livelli territoriali regionale, provinciale e comunale ed è autorizzata ad emettere
autonomamente bollettini e avvisi per il rischio idraulico e rischio frane e per il rischio incendi di interfaccia
relativamente al proprio territorio di competenza.

A. 3. 2. 1. Sistema di Allertamento per il Rischio Idraulico e Idrogeologico
La Regione Campania con un Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 299 del 30 giugno 2005 ha
definito il Sistema di Allertamento Regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione
civile, determinando ruoli e compiti delle strutture regionali di protezione civile nell’ambito delle procedure
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di previsione e prevenzione del rischio idrogeologico per il territorio regionale (pubblicato sul BURC numero
speciale del 1 agosto 2005).

Con Circolare prot. N. Ria/0007117 del 10/02/2016 il Capo Dipartimento della Protezione Civile ha
impartito indicazioni operative recanti “Metodi e criteri per l’omogeneizzazione dei messaggi del Sistema di
allertamento nazionale per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico e della risposta del sistema di
protezione civile”.

A seguito di ciò la Regione Campania, con Decreto del Presidente della Giunta n. 245 del 01/08/2017, ha
adeguato il Sistema Regionale di Allertamento per il rischio idrogeologico e idraulico, adottato in Campania
con D. P. G. R. n. 299/2005. Nel documento sono riportati solo gli elementi più significativi, di maggiore
rilevanza in relazione all’adeguamento del sistema di allertamento regionale, con riferimento alle variazioni
dell'assetto organizzativo del Centro Funzionale Decentrato e alla rimodulazione delle procedure operative
(attività e compiti) e di comunicazione (modulistica utilizzata per gli avvisi regionali di avverse condizioni
meteorologiche e di criticità idrogeologica e idraulica), rese necessaria ai fini del recepimento e attuazione
dei contenuti degli allegati 1 e 2 alle richiamate indicazioni operative del Capo Dipartimento della
Protezione Civile, rispettivamente denominati “Indicazioni per l’omogeneizzazione dei messaggi del Sistema
di allertamento nazionale: livelli di criticità e di allerta e relativi scenari d’evento” e “Indicazioni per
l’omogeneizzazione della risposta del sistema di protezione civile: attivazione delle fasi operative”.

DEFINIZIONI

Ai fini delle attività del Sistema di allertamento si definiscono:
Criticità idraulica: rischio derivante da piene e alluvioni che interessano i corsi d'acqua del reticolo
maggiore, per i quali è possibile effettuare una previsione dell'evoluzione degli eventi sulla base del
monitoraggio strumentale dei livelli idrici.
Nelle comunicazioni, la valutazione del rischio si può sintetizzare in “ALLERTA GIALLA – ARANCIONE - ROSSA
IDRAULICA”.
Criticità idrogeologica: rischio derivante da fenomeni puntuali quali frane, ruscellamenti in area urbana,
piene e alluvioni che interessano i corsi d'acqua minori per i quali non è possibile effettuare una previsione
dell'evoluzione degli eventi sulla base del monitoraggio strumentale dei livelli idrici.
Nelle comunicazioni, la valutazione del rischio si può sintetizzare in “ALLERTA GIALLA - ARANCIONE - ROSSA
IDROGEOLOGICA”.
Criticità idrogeologica per temporali: rischio derivante da fenomeni meteorologici caratterizzati da elevata
incertezza previsionale in termini di localizzazione, tempistica e intensità. L'allerta viene emessa in funzione
della probabilità di accadimento del fenomeno, della presenza di una forzante meteo più o meno
riconoscibile e della probabile persistenza dei fenomeni. All'incertezza della previsione si associa inoltre la
difficoltà di disporre in tempo utile di dati di monitoraggio strumentali per aggiornare la previsione degli
scenari d'evento.
Allo stato attuale, non sono prevedibili con sufficiente accuratezza ai fini dell'allertamento, gli eventi
pluviometrici intensi di breve durata, che riguardano porzioni di territorio limitate a poche decine di
chilometri quadrati e che risultano critici per il reticolo idrografico minore e per le reti fognarie. Per tali
motivi la pianificazione di emergenza comunale deve prevedere una attività di presidio territoriale e
un’analisi, ancorché speditiva, dei punti critici sul territorio comunale.

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Il massimo livello di allerta previsto per i temporali è quello arancione. Non è previsto un codice di allerta
rosso specifico per i temporali perché tali fenomeni, in questo caso, sono associati a condizioni meteo
perturbate intense e diffuse che già caratterizzano lo scenario di criticità idrogeologica rossa. Anche gli
effetti e i danni prodotti sono gli stessi. Nelle comunicazioni, la valutazione del rischio si può sintetizzare in
“ALLERTA GIALLA - ARANCIONE PER TEMPORALI”.

RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI LIVELLI Dl ALLERTA

Se per una stessa zona d'allerta sono valutati differenti scenari d'evento (temporali, idraulico e
idrogeologico), sulla mappa del bollettino viene convenzionalmente rappresentato Io scenario con il livello
di allerta più gravoso.

                                      Figura 80 – Livelli di Allerta: verde e gialla

                                                                                                              Pag. 8 di 57
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                                    Figura 81 – Livelli di allerta:arancione e rossa
                                                                                                            Pag. 9 di 57
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Le Fasi operative dei piani di emergenza a vari livelli territoriali sono denominate: Fase di attenzione, Fase
di preallarme e Fase di allarme.

La correlazione tra Fase operativa e allerta non è automatica; in ogni caso, un livello di allerta
gialla/arancione prevede l’attivazione diretta almeno della Fase di attenzione e in caso di un livello di allerta
rossa almeno della Fase di preallarme. I sistemi locali, ciascuno per l’ambito di propria competenza,
valutano l’opportunità di attivare direttamente – o successivamente, all’approssimarsi dei fenomeni – la
Fase di preallarme o di allarme, in considerazione dello scenario previsto, della probabilità di accadimento
dei fenomeni, della distanza temporale dall’effettivo verificarsi della previsione e delle capacità di risposta
complessive del proprio sistema di Protezione Civile.

L’attivazione della Fase operativa, a seguito dell’emanazione di un livello di allerta – valutazione di criticità
ordinaria, moderata o elevata (cfr. Direttiva PCM 27 febbraio 2004 e s. m. i. ), che corrispondono quindi
rispettivamente ai codici colore giallo, arancione, rosso – quindi, non avviene in maniera automatica, ma
deve essere dichiarata dai soggetti responsabili delle pianificazioni e delle procedure ai diversi livelli
territoriali, anche sulla base della situazione contingente. Parimenti deve essere formalizzato il rientro a
una Fase operativa inferiore e/o la cessazione dell’attivazione, quando venga valutato che la situazione sia
tale da permettere una riduzione e/o il rientro dell’attività verso condizioni di normalità.

Le Fasi operative descritte sono riferibili sostanzialmente al caso in cui si ha una previsione dell’evento e
sono, generalmente, consequenziali. Tuttavia ove si manifestasse una situazione che richieda l’attivazione
del sistema di protezione civile, il responsabile della gestione dell’emergenza attiverà, con immediatezza, le
risorse necessarie per attuare gli interventi finalizzati al contrasto degli effetti dell’evento in atto. Tali
situazioni devono essere comunicate tempestivamente agli enti sovraordinati e alle altre amministrazioni
che possono essere interessate dall’evento.

FASI OPERATIVE ‐ PRINCIPALI AZIONI

Nel seguito vengono descritte, in sintesi, le principali attività da prevedere in ciascuna Fase operativa per i
vari livelli istituzionali così come riportate nell’allegato 2 della Circolare del Capo Dipartimento della
Protezione Civile prot. N. Ria/0007117 del 10/02/2016.

Vengono ribadite le attivazioni minime della Fase di attenzione per allerta gialla/arancione e della Fase di
preallarme in caso di allerta rossa.

In termini di “Risposta Operativa” del sistema di protezione civile il quadro delineato nel documento è da
considerare di carattere generale e non di dettaglio, né esaustivo se commisurato al complesso delle
attivazioni che caratterizzano la gestione di un evento emergenziale.

Le attività riportate in ciascuna Fase devono considerarsi aggiuntive o rafforzative di quelle già messe in
atto nelle Fasi precedenti. Il passaggio da una Fase operativa ad una Fase superiore, ovvero ad una
inferiore, viene disposto dal soggetto responsabile dell’attività di protezione civile, anche sulla base delle
valutazioni operative e delle comunicazioni provenienti dal sistema di allertamento.

Fase Operativa di Attenzione

La Fase di Attenzione si attiva direttamente a seguito dell’emanazione di livello di allerta gialla o arancione
e, su valutazione, anche in assenza di allerta.

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Livello Regione
(monitoraggio e sorveglianza, condivisione delle informazioni, verifica delle procedure, verifica della
disponibilità del volontariato regionale e delle risorse logistiche). Essa è caratterizzata da attività di
monitoraggio e sorveglianza dei fenomeni e dalla verifica e predisposizione delle misure eventualmente da
attivare ove la situazione lo richieda attraverso le proprie strutture preposte: CFD e la Sala Operativa.

Livello provinciale attraverso le competenze di Prefettura‐UTG e Provincia/Città metropolitana
(attivazione del flusso delle informazioni, monitoraggio sul territorio, verifica delle procedure di
pianificazione). Attiva il flusso delle informazioni con la Sala operativa regionale e i Comuni interessati
dall’allertamento, la verifica della reperibilità del personale, il monitoraggio della situazione per verificare
eventuali necessità di supporto ai Comuni.

Livello comunale e intercomunale
(attivazione del flusso delle informazioni, monitoraggio sul territorio, verifica della procedure di
pianificazione, informazione alla popolazione, verifica della disponibilità del volontariato comunale e delle
risorse logistiche).
È caratterizzata dall’attivazione del flusso delle informazioni con la Sala operativa regionale, la Prefettura ‐
UTG e la Provincia (secondo le modalità e le procedure stabilite da normativa/indicazioni regionali vigenti),
a seguito della ricezione del messaggio di allertamento, dalla verifica della reperibilità dei componenti del
COC e del restante personale coinvolto nella eventuale gestione delle attività e nel monitoraggio dei punti
critici presenti sul territorio di competenza. Viene valutata l’opportunità di attivare il presidio territoriale
comunale, ove costituito. L’attivazione della Fase operativa viene comunicata alla popolazione dando
informazione sui principali comportamenti di prevenzione e di autoprotezione, utilizzando le modalità
definite nella pianificazione di emergenza.

Fase Operativa di Preallarme

La Fase di Preallarme si attiva direttamente a seguito della emanazione di livello di allerta rossa, e su
valutazione per i livelli di allerta inferiori

Livello Regione
(monitoraggio sorveglianza, predisposizione ed eventuale attivazione delle risorse). Tale Fase è
caratterizzata, dalle attività di monitoraggio e sorveglianza dei fenomeni previsti o in atto – con la
diffusione dei relativi aggiornamenti –e dall'attivazione di misure necessarie, sia di carattere preventivo, sia
per la gestione di eventuali effetti sul territorio(interruzioni o limitazioni stradali, effetti localizzati. . . ).

Livello provinciale attraverso le competenze di Prefettura‐UTG e Provincia/Città Metropolitana
(monitoraggio del territorio, predisposizione ed eventuale attivazione delle risorse). Prevede la valutazione
dell'attivazione del CCS (Centro di Coordinamento dei Soccorsi) per il coordinamento delle attività
finalizzate alla predisposizione ed eventuale attivazione di misure preventive e degli interventi in caso di
peggioramento della situazione.

Livello comunale
(monitoraggio sul territorio ‐ presidio territoriale, attivazione del Centro Operativo Comunale ‐ COC,
predisposizione delle risorse, informazione alla popolazione).
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Prevede l’attivazione del COC, anche in forma ridotta, il coordinamento delle prime azioni in stretto
raccordo con gli altri centri operativi attivati nonché con gli enti sovraordinati (Prefettura‐UTG, Provincia,
Regione). Garantisce l’informazione alla popolazione e l'attivazione e la gestione di misure preventive e/o
necessarie per il contrasto di eventuali effetti sul territorio (interruzioni o limitazioni stradali, effetti
localizzati...). Inoltre prevede la predisposizione delle misure di gestione di emergenza che potrà
presentarsi ove i fenomeni e/o gli effetti evolvessero negativamente.

Fase Operativa di Allarme

La Fase di allarme si attiva su valutazione per i diversi livelli di allerta o direttamente qualora l’evento si
manifesti in maniera improvvisa.

Livello Regione
(monitoraggio e sorveglianza, valutazione delle esigenze, attivazione e gestione delle risorse regionali). Si
prevede l'attivazione dell’intero sistema regionale di protezione civile sia al fine di predisporre misure
preventive sia, se necessario, per la gestione delle risorse regionali in coordinamento e in supporto alle
strutture attivate sul territorio(Centri di coordinamento). Il CFD e la Sala operativa provvedono ad acquisire
il quadro organico della situazione in atto.

Livello provinciale attraverso le competenze di Prefettura‐UTG e Provincia/Città Metropolitana
 (monitoraggio sul territorio, attivazione dei Centri di coordinamento, controllo della viabilità e della rete
ferroviaria, delle reti delle infrastrutture e servizi, evacuazione, soccorso ed assistenza della popolazione).
Attiva, ove non già operativo, il CCS. Consiste nell’attuazione delle misure preventive e/o necessarie alla
gestione dell’emergenza a supporto dei Comuni per l’evento previsto o in atto.

Livello comunale
(monitoraggio sul territorio – presidio territoriale, evacuazione, soccorso, assistenza ed informazione alla
popolazione).
Prevede la piena operatività del sistema comunale di protezione civile, sia in previsione di evento sia in caso
di evento in atto, in stretto raccordo con gli altri centri operativi attivati.

Le attività da porre in essere dal livello regionale per le diverse fasi operative sono ulteriormente
dettagliate nell’allegato A del Decreto del Presidente della Giunta n. 245 del 01/08/2017.

Il sistema di allerta regionale si attua attraverso:
       una fase di previsione meteorologica, costituita dalla valutazione della situazione meteorologica e
         della stima degli effetti che tale situazione può determinare sull’integrità della vita, dei beni, degli
         insediamenti e dell’ambiente;

       una fase di monitoraggio articolata in:

                1. osservazione qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale, meteoidrologico ed
                   idrogeologico in atto;
                2. previsione a breve dei relativi effetti attraverso modellistica inizializzata da misure
                   raccolte in tempo reale.

                                                                                                        Pag. 12 di 57
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    Città Metropolitana di Napoli                         Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C.

Per quanto attiene al primo punto, la Regione Campania emette quotidianamente entro le ore 10,30, per
tutto l’anno, attraverso il Centro Funzionale per la previsione meteorologica e il monitoraggio
meteoidropluviometrico e delle frane, un Bollettino Previsionale delle condizioni meteorologiche regionali
con validità di 72 ore.

Tali previsioni vengono effettuate per ambiti territoriali, ovvero zone di allerta, significativamente
omogenee circa l’atteso manifestarsi della tipologia e severità degli eventi meteoidrologici intensi e dei
relativi effetti.

Le zone di allerta di interesse per la Regione Campania sono 8: Zona 1 Piana Campana, Napoli, Isole, Area
Vesuviana; Zona 2 Alto Volturno e Matese; Zona 3 Penisola sorrentino-amalfitana, Monti di Sarno e Monti
Picentini; Zona 4 Alta Irpinia e Sannio; Zona 5 Tusciano e Alto Sele; Zona 6 Piana Sele e Alto Cilento; Zona 7
Tanagro; Zona 8 Basso Cilento.

Il territorio della città metropolitana di Napoli è compreso nelle zone di allerta 1 e 3.

Il Centro Funzionale può successivamente emettere un "Avviso regionale di allerta per previste condizioni
meteorologiche avverse ai fini di protezione civile per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico" se sono
previste possibili criticità nel territorio regionale per l’intensità e la persistenza degli eventi meteorologici
attesi. L'Avviso regionale di allerta, emesso dal Centro Funzionale, viene adottato dalla S.O.R.U. per
l’attivazione delle fasi operative (attenzione, preallarme, allarme), corrispettive dei livelli di allerta emessi,
convenzionalmente corrispondenti ai codici colore previsti dal vigente ordinamento (giallo, arancione,

                                                                                                        Pag. 13 di 57
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    Città Metropolitana di Napoli                      Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C.

rosso) nel territorio della Regione Campania. Vengono indicate anche le tipologie di evento, gli scenari di
rischio e le Zona di Allerta. L’Avviso è emesso normalmente entro le ore 15,00. Di seguito un esempio di
Avviso:

                                                                                                     Pag. 14 di 57
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Per quanto attiene al rischio legato a nevicate e gelate, il CFD emette anche un Avviso Regionale di Allerta
per previste Condizioni Meteo Avverse per neve con specifiche indicazioni (zona di allerta, fenomeni
rilevanti principali, scenari d’evento ed effetti al suolo).

Per la gestione delle problematiche derivanti da queste tipologie di eventi, come anticipato nel fascicolo 2
al capitolo A.2.1.1 Rischio eventi meteo avversi, si fa riferimento al Piano operativo per la gestione
coordinata delle emergenze in materia di viabilità connesse al rischio neve emesso dalla Prefettura di
Napoli(edizione aggiornata 2021) con l’obiettivo di definire, pianificare e coordinare le iniziative da
adottare per la gestione delle situazioni di crisi durante la stagione invernale lungo le arterie stradali, sia
autostradali che di viabilità ordinaria correlate, ricadenti nell’area metropolitana di Napoli. Il fine è quello di
garantire una circolazione ordinata e sicura, ed interventi immediati in caso di crisi del traffico o di gravi
sinistri stradali connessi alle precipitazioni nevose che comportino blocchi della circolazione veicolare. La
procedura è, quindi, volta a garantire l’attuazione di idonee misure preventive e di intervento, nonché
percorsi alternativi, in conformità agli indirizzi definiti da Viabilità Italia, al fine di affrontare l’emergenza, fin
dal primo insorgere.

Il piano diventa operativo nel momento in cui la Prefettura di Napoli trasmette l'avviso regionale di allerta,
emesso dal Centro Funzionale della Regione Campania e trasmesso dalla S.O.R.U., con specifiche
avvertenze per precipitazioni nevose di particolare intensità, (già inviato ai Comuni dalla predetta Regione),
agli Enti, ai Comandi delle Forze di Polizia ed alle strutture operative interessate. In relazione all'evoluzione
delle condizioni meteo, il Piano prevede ulteriori fasi operative in cui tutti i soggetti coinvolti attueranno le
azioni previste.

A tal fine è stato richiamato il “Codice di allerta neve” definito da A.I.S.C.A.T., e condiviso dal Ministero
dell’Interno, di seguito riportato, quale sistema univoco e tempestivo di comunicazione, che consentirà a
tutti i soggetti coinvolti nella gestione degli eventi di integrare e ottimizzare in maniera simultanea ed in
tempo reale le azioni da intraprendere con la corrispondente classificazione delle diverse fasi
dell’emergenza e i relativi interventi tecnici da realizzare in sede autostradale.

    CODICE             STATO           TIPOLOGIA EVENTO                  STATO                          CONTENUTO
 ALLERTANEVE        DELL’EVENTO                                        DEILUOGHI                   DELL’INFORMAZIONE
                                                                                                        ALL’UTENZA
                                       Sono previste                                                  PREVISTANEVE
      ZERO                             precipitazioni nevose                                          Svincolo inizio
                                       sul territorio              Situazione della              (o dopo svincolo inizio)
        O            NON CRITICO
                                       provinciale.                viabilità                           Svincolo fine
     BIANCO
                                                                   ancora normale                (o“ CATENE A BORDO”)
                                       Le condizioni di            Ad evento in atto, la                    NEVE
      VERDE             POCOC          viabilità sono              condizione di criticità             Svincolo inizio
                      RITICO           perturbate                  della viabilità è              (o dopo svincolo inizio)
                                       dall'evento.                gestibile con gli                    Svincolo fine
                                                                   strumenti ordinari.            (o “CATENE A BORDO”)

                                                                                                             Pag. 15 di 57
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                                                                   Condizione della                         NEVE
                                     Si aggravano le               viabilità perturbata,               Svincolo inizio
                                     condizioni di criticità       ma ancora gestibile            (o dopo svincolo inizio)
     GIALLO      MEDIAMENTE          della viabilità.              dagli organi di polizia e            Svincolo fine
                 CRITICO                                           dagli enti gestori             (o “CATENE A BORDO”)
                                                                   nonché dalle strutture
                                                                   operative di soccorso
                                                                   tecnico.
                                     La circolazione è             La viabilità è gravemente        NEVE INTENSA
                                     bloccata ma non si            condizionata e per           Dopo svincolo inizio (fino
                                     prevede che                   fronteggiare la crisi è           svincolo fine)
     ROSSO               CRITICO     l'interruzione si             necessario il
                                     protragga nel tempo           coinvolgimento d’altri
                                     tanto da suggerire            soggetti competenti a
                                     deviazioni                    Livello locale
                                     La condizione di              La situazione di criticità        NEVE INTENSA
                                     criticità non è               non è più gestibile con        Dopo svincolo inizio (o
                                     risolvibile in tempi          il coordinamento delle          dopo svincolo fine)
                          MOLTO      brevi ed è necessaria         risorse locali                  POSSIBILI BLOCCHI
      NERO               CRITICO     la deviazione dei flussi
                                     di traffico, oltre
                                     all’adozione di misure
                                     Di assistenza

Il C. O.A. (Centro Operativo Autostradale), in base all’evoluzione della precipitazione nevosa e alle
condizioni di traffico, diramerà a mezzo p. e. c. o mail, e prima ancora con messaggio telefonico, le relative
comunicazioni dello stato di criticità in caso di neve, contenente i codici, agli Enti e alle Istituzioni
territorialmente competenti (Prefettura di Napoli e le Prefetture delle altre province interessate dalla
previsione di neve, Autorità Marittima, Polizia di Frontiera, Autorità Portuale e Polizia Locale dei Comuni
coinvolti), che quindi saranno costantemente aggiornate al variare del codice di allerta neve o
dell’estensione delle tratte autostradali soggette alla precipitazione.

Inoltre, a seconda della propria competenza, ciascun Ente fornirà informazioni di riscontro in ordine alla
situazione reale sul territorio ed ai risultati dell’attività intrapresa in modo da offrire al C.O.V. (Comitato
Operativo per la Viabilità) il più ampio quadro possibile.

Per ognuno dei cinque livelli o Codici di allerta (bianco, verde, giallo, rosso, nero) sono stati individuati i
compiti, i livelli di responsabilità, i tempi di impiego del personale e dei mezzi spazzaneve e spargisale per
ogni Ente gestore, l’attivazione del volontariato, di aree di ricovero per i mezzi e centri di alloggio
temporanei per le persone bloccate dagli eventi avversi.

Al fine di definire un ordine di priorità degli interventi per ogni singolo codice di allertamento, si
identificano, come segue, le seguenti fasi dell’evento:

- ATTENZIONE (codice bianco e verde)

- ALLERTA (codice giallo)

- CRISI (codice rosso)

– EMERGENZA (codice nero)
                                                                                                             Pag. 16 di 57
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Nell'ambito di tale pianificazione il Prefetto, se necessario, convoca il C. O.V. (Comitato Operativo Viabilità)
allo scopo di coordinare le attività dei soggetti interessati a garantire gli spostamenti in caso di crisi della
viabilità dovuta ad eventi meteorologici o calamitosi in genere, avvalendosi di quelli stabiliti nella
composizione stretta, ovvero allargata ai rappresentanti di altri enti e strutture operative ritenute
necessarie in relazione alle specifiche situazioni emergenziali, dandone comunicazione a Viabilità Italia.

Tale Comitato, istituito ai sensi del Decreto del Ministero dell'Interno 27. 01. 2005, rappresenta
l'articolazione periferica del Centro di Coordinamento Nazionale (Viabilità Italia) ed è istituito presso ogni
Prefettura con il compito di disporre gli interventi operativi per fronteggiare le situazioni di crisi.

Il Comitato Operativo per la Viabilità, istituito con decreto del Prefetto di Napoli del 10. 11. 2020, è
coordinato da un funzionario designato dal Prefetto, ed è composto dai rappresentanti della Sezione Polizia
Stradale di Napoli, del Comando Provinciale Carabinieri e del Comando Provinciale Vigili del Fuoco; qualora
se ne ravvisi la necessità potrà essere integrato con il Centro Operativo Autostradale (COA),Comando
Provinciale Guardia di Finanza, Città Metropolitana di Napoli, ANAS Area Compartimentale Campania,
Società Autostrade Meridionali spa, Autostrade per l'Italia 6° Tronco, Società Tangenziale di Napoli spa,
Comune di Napoli.

Il Comitato può comunque avvalersi della collaborazione di altre amministrazioni ed enti il cui apporto è
ritenuto necessario per l'esercizio delle funzioni assegnate.

Ai sensi dell’art 4 c. 1 del DM 15. 11. 2011 di modifica al DM 27. 01. 2005,in occasione di eventi
emergenziali di protezione civile, restano ferme le disposizioni di cui alla normativa vigente in materia di
attribuzioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione civile.

Il Comitato non interviene nelle ipotesi in cui le situazioni di crisi possono essere regolarmente affrontate
con le procedure ordinarie e le strutture territoriali competenti in materia di viabilità e sicurezza stradale,
nonchè in occasioni di eventi di protezione civile in cui andranno ad operare gli uffici, gli enti e le
disposizioni di cui al D. Lgs. 2 gennaio 2018, n. 1 Codice della Protezione Civile.

Link piano neve:

http://www. prefettura. it/FILES/AllegatiPag/1221/2021__PIANO_NEVE_AGGIORNATO. pdf

                                                                                                       Pag. 17 di 57
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        A. 3. 2. 2. Sistema di Allertamento per il Rischio Incendi Boschivi
Di seguito si illustrano gli enti coinvolti nella Lotta Attiva agli Incendi boschivi con le relative competenze, il
sistema di allertamento, gli stati di allertamento per le strutture regionali, il coordinamento, gli interventi di
interfaccia nelle zone urbanizzate e la catena di comando e controllo, così come delineato nel citato “Piano
regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi
boschivi 2020-2022”redatto dalla Regione Campania nel giugno 2020, approvato con Delibera della Giunta
Regionale n. 282 del 09. 06. 2020.

Il coordinamento di tutte le attività è assicurato da Regione Campania in relazione a quanto definito dalla L.
353/2000 e alla L. R. 12/2017. in sintesi, in ambito regionale, alla luce delle modifiche ordinamentali, allo
STAFF 50 18 92 Protezione Civile, Emergenza e post-emergenza, sono state attribuite le competenze
inerenti al coordinamento e concorso per il contrasto al fenomeno degli incendi boschivi e alle UU. OO. DD.
Genio Civile – Presidio Protezione Civile di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno quelle relative alle
attività di contrasto agli incendi boschivi. Le attività di coordinamento e concorso per il contrasto sono
gestite operativamente, a livello centrale, dalla Sala Operativa Regionale Unificata – S.O.R.U., incardinata
nello STAFF Protezione Civile, che assicura i compiti e le funzioni di Sala Operativa Unificata Permanente (S.
O. U. P. R. ) per il rischio incendi boschivi e di interfaccia. Le attività di contrasto sono operativamente
assicurate dalle S.O.U.P.P. incardinate presso le UU. OO. DD. del Genio Civile di Avellino, Benevento,
Caserta, Napoli e Salerno ovvero dalla Sale Operative Provinciali Integrate (SOPI), se costituite ai sensi della
legge regionale 22 maggio 2017, n. 12.

Regione Campania
La Direzione Generale per i Lavori Pubblici e Protezione Civile è chiamata ad assolvere i seguenti compiti:
     pianificazione A. I. B.
     attività di previsione, prevenzione e lotta attiva per gli incendi boschivi, compreso il coordinamento
        dei soggetti coinvolti a seguito di convenzioni e/o accordi
     sottoscrizione delle convenzioni con gli Enti e soggetti che concorrono alle attività (Carabinieri
        Forestale e Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco)
     attività di concorso per il contrasto agli incendi di interfaccia
     organizzazione e utilizzo del volontariato
     attività di salvaguardia e tutela della popolazione da rischi e danni derivanti da incendi di interfaccia
        e boschivi
     dichiarazione, ai sensi dell’art. 75 del reg. regionale n. 28 settembre 2017, del periodo di massima
        pericolosità per gli incendi boschivi
     attività derivanti dall’Accordo Quadro con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco approvato con
        Delibera di G. R. n. 222 del 20/05/2019.

Durante il periodo di massima pericolosità per gli incendi boschivi la Direzione assicura le attività di
previsione attraverso il Centro Funzionale Decentrato, che analizza le condizioni di rischio per il territorio
regionale.

Il Centro Funzionale Decentrato
Il Centro Funzionale Decentrato provvede all’elaborazione delle previsioni meteorologiche e alla
valutazione degli effetti al suolo, con la conseguente emissione quotidiana del bollettino meteorologico
                                                                                                         Pag. 18 di 57
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regionale a fini di protezione civile diffuso dalla S.O.R.U. a circa 600 soggetti istituzionali, facenti parte del
sistema integrato di protezione civile (Dipartimento della Protezione Civile, amministrazioni centrali e
periferiche dello Stato, settori regionali ed enti locali, gestori dei servizi e delle infrastrutture, etc. ).

In presenza di particolari situazioni meteorologiche, stimate dall’analisi degli output della modellistica
previsionale numerica, il CFD provvede all’emissione di specifici avvisi di allerta idrometeorologica, relativi
alle criticità previste in relazione all’insorgere di condizioni di rischio per la popolazione, ai fini
dell’attivazione da parte della S.O.R.U. delle fasi operative del sistema regionale di protezione civile
(attenzione, preallarme, allarme), corrispettive degli stati di allerta adottati per le criticità attese e/o in atto
sul territorio regionale (livelli di criticità con associati codici colore giallo, arancione, rosso).

Nelle fasi di allertamento del sistema di protezione civile il CFD provvede al monitoraggio in tempo reale
delle grandezze significative e all’evoluzione delle condizioni di vento e temperatura sul territorio regionale.

In relazione al rischio incendi boschivi e di interfaccia, il CFD, per tutto il periodo di massima pericolosità
dichiarato dal Presidente della Giunta Regionale, analizzato il bollettino di suscettività messo a disposizione
dal DPC e delle previsioni contenute nel bollettino meteorologico regionale, valuta le condizioni
meteorologiche in atto e/o previste nel breve termine (fino a 72 ore), con particolare riferimento ai campi
di vento, all’umidità relativa dell’aria e alla temperatura, ed elabora e trasmette alla Sala Operativa
Regionale Unificata (S.O.R.U.)ogni informazione utile all’individuazione delle criticità attese connesse alle
condizioni meteo in atto e previste, con un apposito documento, denominato: “Informativa regionale sugli
incendi boschivi”.

La Sala Operativa Regionale Unificata
La Sala Operativa Regionale Unificata (S.O.R.U.),che ingloba nel proprio interno la S.O.U.P.R. (Sala Operativa
Unificata Permanente Regionale), è una struttura incardinata nello Staff 50 18 92 Protezione Civile -
Emergenza e Post Emergenza preposta ad assicurare il coordinamento e la gestione, sull’intero territorio
regionale, di tutte le situazioni di crisi o di emergenza, nell’arco delle 24 ore, tutti i giorni, festivi compresi,
con reperibilità dei dipendenti regionali, avvalendosi, in caso di necessità, anche dei rappresentanti dei VV.
F. , degli Enti Locali e delle associazioni del Volontariato di protezione civile.

In particolare per l’antincendio boschivo la S.O.R.U. svolge funzione di coordinamento delle S.O.P.I., alle
quali compete, in via principale ed esclusiva la gestione degli eventi incendiari. La S.O.R.U./S.O.U.P.R.
assicura, inoltre, i collegamenti e la circolazione dell’informazione tra i vari Enti coinvolti nella gestione
delle emergenze. Alla S.O.R.U./S.O.U.P.R. competono anche i compiti di coordinamento degli interventi
di tutti i mezzi aerei comunque a disposizione della Regione per l’intervento diretto sul fuoco.

Dal punto di vista operativo, il modello di intervento prevede che la gestione dell’evento sia di competenza
della Sala Operativa Provinciale Integrata (S.O.P.I./S.O.U.P.P.) competente per territorio che attiva la
squadra operativa (regionale, di SMA Campania, di Ente Delegato, dei VV. F.)più vicina al luogo dell’evento
e designa anche il DOS Direttore Operazioni di Spegnimento da inviare sul luogo dell’evento, quando le
condizioni lo richiedono, ovvero se la squadra intervenuta non risolve velocemente l’intervento (principio
d’incendio) o se l’evento incendiario richiede l’intervento di altre forze o mezzi per la risoluzione.

Le Sale Operative Provinciali Integrate
Le Sale Operative Provinciali Integrate (S.O.P.I.) sono il centro di coordinamento per il territorio di
competenza e sono funzionalmente dipendenti dalle relative U.O. D. – Genio Civile e Presidio di Protezione
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Civile. Le Sale Operative, nell'ambito del proprio territorio, hanno piena autonomia nella predisposizione
degli interventi di prevenzione e lotta ove non in contrasto con i compiti propri della Sala Operativa
Regionale. Le sale operative provinciali rappresentano il punto focale della attività di coordinamento di tutti
gli Enti ed Organizzazioni che partecipano alle attività di antincendio boschivo.
In particolare, a tali strutture sono affidati i seguenti compiti:
      raccolta e inoltro alle strutture territoriali delle segnalazioni incendi pervenute e loro immediata
          classificazione tra incendio di interfaccia o incendio rurale;
      inoltro alla S.O.R.U. di richieste di intervento dei mezzi aerei regionali e nazionali provenienti dal
          personale abilitato;
      coordinamento delle attività delle squadre operative e dei mezzi terrestri di tutti i soggetti
          partecipanti al Sistema A. I. B. ;
      attivazione, coordinamento, impiego e dislocazione delle unità delle Organizzazioni di Volontariato
          afferenti alla S.O.P.I.;
      provvedere, su proposta del Direttore delle Operazioni di Spegnimento (D.O.S.), ad inviare sui
          luoghi dell’incendio le squadre di Volontari e personale della Direzione;
      nel caso di incendio duraturo e di vasta estensione che minacci zone di interfaccia, chiedere
          l'attivazione delle opportune strutture di coordinamento dei soccorsi;
      contattare Enti o Amministrazioni per le problematiche connesse alle emergenze in atto;
      informare la S.O.R.U. in relazione a situazioni per cui occorre valutare l’eventuale disattivazione
          delle linee elettriche;
      collaborare con le forze di polizia;
      chiedere la chiusura temporanea di strade comunali, provinciali o statali;
      costituzione di unità speciali di intervento
      raccordare le amministrazioni delegate per la mobilità delle squadre di pronto intervento su incendi
          extra territoriali;
      raccogliere e trasmettere i dati giornalieri sugli eventi spenti ed in atto;
      programmare e coordinare il pattugliamento sul territorio;
      fornire informazioni dettagliate tramite strumentazione elettronica alla S.O.R.U. per la migliore
          valutazione dello scenario d’evento regionale;
      fornire informazioni alla S.O.R.U. in caso di incendi nei pressi del confine regionale.
L’intervento di una squadra (regionale, di SMA Campania, di Ente Delegato, dei VV. F.) su un incendio
boschivo deve essere disposto, in via ordinaria, sempre dalla S.O.P.I./S.O.U.P.P. competente per territorio.
La SOPI dispone l’attivazione di una squadra operativa, inviando la squadra più vicina al luogo dell’evento,
che ha l'obbligo di informare circa le attività in atto e della conclusione delle stesse e fornire i dati relativi
all'incendio oggetto dell'intervento. Le S.O.P.I./S.O.U.P.P., inoltre, tramite la S.O.R.U./S.O.U.P. R. , potranno
chiedere il concorso del Sistema Regionale di Protezione Civile per ogni altra eventuale necessità.

A livello territoriale la struttura regionale impegnata nelle attività di estinzione è il Centro Operativo
Territoriale, funzionalmente dipendente dalla U. O. D. Genio Civile – Presidio di Protezione Civile, che
interviene sugli incendi boschivi, sotto il coordinamento della competente S.O.P.I., con mezzi e uomini
propri. I C. O.T. sono dislocati su tutto il territorio regionale e strategicamente posizionati in zone
baricentriche rispetto al patrimonio boschivo a maggior rischio d'incendio. Durante il periodo di massima
pericolosità dagli incendi svolgono funzioni di supporto logistico per i mezzi speciali, e con il personale

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assegnato, integrano le attività di spegnimento delle squadre operative degli altri Enti e Amministrazioni. Il
D.O.S. potrà essere designato dalla S.O.P.I. di competenza ad assumere tale ruolo.

Nella mappa di seguito si riporta l’ubicazione sul territorio delle strutture di Regione Campania impegnate
nelle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi, incardinate nella DG Lavori
Pubblici e protezione civile ed in quella successiva quella delle strutture degli Enti Delegati.

                                            Figura 82 – Strutture regionali AIB

Gli Enti Delegati (Comunità Montane e Province)
Le funzioni di difesa del patrimonio boschivo della regione Campania dagli incendi boschivi sono assegnate
agli enti delegati Comunità Montane, Amministrazioni Provinciali e Città Metropolitana di Napoli.

In regione Campania sono individuate:

    -   n.20 Comunità Montane
    -   n.4 Province (Avellino, Benevento, Caserta e Salerno)
    -   Città Metropolitana di Napoli.

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Tutti gli enti su indicati, per meglio svolgere le attività di contrasto agli incendi boschivi, sono organizzati in
Centri Operativi Territoriali (COT) e Nuclei Operativi Territoriali (NOED).

I Centri Operativi degli Enti Delegati sono attivati dagli Enti Delegati nel periodo di massima pericolosità e
dovranno garantire la presenza di almeno una squadra di pronto intervento per la lotta attiva al fuoco. Le
competenze principali sono:

        piena responsabilità nella predisposizione degli interventi di prevenzione e lotta agli incendi
         boschivi fatte salve le competenze proprie delle U. O. D. Genio Civile – Presidio di Protezione Civile;
     attivare e mantenere i contatti con la S.O.P.I. competente per territorio per assolvere a tutte le
         problematiche che emergono durante il verificarsi di incendi boschivi;
     coordinamento dei propri Nuclei Operativi Delegati.
I Nuclei Operativi Enti Delegati (NOED) costituiscono le strutture operative degli Enti Delegati preposte ad
intervenire sugli incendi; hanno il compito di intervenire velocemente sulle aree colpite dal fuoco con
professionalità e mezzi adeguati, ed estinguere il fuoco nel più breve tempo possibile per limitare al
massimo il danno al patrimonio boschivo. Nella mappa di seguito si riporta l’ubicazione sul territorio delle
strutture degli Enti Delegati

                                            Figura 83 – Strutture Enti Delegati

SMA Campania
La SMA Campania è una società in house providing della Regione Campania, le cui attività sono finalizzate
alla prevenzione e contrasto degli incendi nelle aree boschive, al risanamento ambientale, al monitoraggio
del territorio, al riassetto idrogeologico, alla prevenzione e mitigazione dei rischi naturali ed antropici,
all’accrescimento del pregio ambientale, al potenziamento dell’azione di bonifica dei siti inquinati sul
territorio regionale, al miglioramento dei sistemi di gestione del rischio e di supporto alla pianificazione
strategica e territoriale, al miglioramento delle reti depurative. Il servizio di antincendio boschivo,

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rappresenta di fatto, unitamente al servizio di manutenzione boschiva e di prevenzione dei rischi naturali
antropici, l’attività principale della società regionale.

Per lo svolgimento del servizio AIB, la SMA Campania impiega il proprio personale dislocato presso unità
logistiche presenti su tutto il territorio regionale:
    • n.15 unità territoriali denominate Basi Territoriali ( di cui 5 ,Boscoreale, Gragnano, Ischia, Marano di
         Napoli, per il territorio della città metropolitana di Napoli);
    • n.5 Sale Operative provinciali Integrate (S.O.P.I.) e presso la Sala Operativa Regionale Unificata
         (S.O.R.U.), oltre che presso la Sala Operativa del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e
         Alburni a Vallo della Lucania, a supporto della SOPI Salerno;
    • presso gli uffici tecnico/amministrativi di Caserta e Napoli.

                                            Figura 84– Sedi Operative

I Vigili del Fuoco
Per la lotta attiva contro gli incendi boschivi, le singole Amministrazioni Regionali possono stipulare
apposite convenzioni con il Ministero dell’Interno per l’impiego di personale e mezzi del Corpo Nazionale
del Vigili del Fuoco.

La Regione Campania con Delibera di Giunta Regionale n. 222 del 20/05/2019 ha approvato l’”Accordo di
Programma Quadro tra l’Amministrazione Regionale e il Ministero dell’Interno - Dipartimento dei Vigili del
Fuoco, per la collaborazione in attività di protezione civile, tutela ambientale ed ecosistema, gestione dei

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rifiuti, soccorso sanitario e attività di ricerca nei settori della prevenzione e del monitoraggio dei rischi
relativamente al triennio 2019-2021”.

All’Accordo di Programma fa seguito apposita convenzione annuale per definire i termini e le modalità del
concorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco - Direzione Regionale Campania, alle attività di
spegnimento degli incendi boschivi, nell'ambito della pianificazione regionale di Protezione Civile per la
previsione, prevenzione e contrasto del rischi.

Il potenziamento del dispositivo di coordinamento e soccorso del Corpo Nazionale VV. F. si esplica
mediante l’approntamento di squadre VV. F. destinate all’antincendio boschivo, di unità DOS, nonché
eventualmente di presidi del personale VV. F. presso la SORU/SOUPR nel periodo a maggior rischio di
incendi boschivi, secondo il Piano Tecnico Organizzativo straordinario, concordato tra Direzione Regionale
VV. F. Campania e Direzione Generale per i Lavori Pubblici e la Protezione Civile della Regione Campania.

Sia le squadre aggiuntive che il personale DOS (Direttore operazioni spegnimento) dei Vigili del Fuoco
(quest’ultimo, se designato dalla S.O.P.I.), nel rispetto della normativa vigente, sono attivati e coordinati
dalle SOPI (Sale operative provinciali integrate) competenti per territorio e/o SORU (Sala Operativa
Regionale unificata). Può essere anche prevista, presso la S.O.R.U./S.O.U.P.R., la presenza di unità di
personale dei VV. F.

Per l'attività di coordinamento delle squadre AIB impegnate in scenari operativi classificati come “incendi di
interfaccia” e in collaborazione del DOS designato dalla SOPI/SOUPP, è prevista la presenza di n. 1 unità
ROS VV. F., con la squadra di competenza.

Le associazioni di volontariato di Protezione Civile
Il Volontariato è preposto a supportare prioritariamente le azioni di contrasto agli incendi d’interfaccia e di
soccorso alla popolazione in stretta collaborazione con i D.O.S. e con il personale della Protezione Civile
Regionale, i R.O.S. (Responsabili delle Operazioni di Soccorso) del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e dei
Sindaci dei Comuni interessati da situazioni emergenziali, in attuazione delle misure contenute nei rispettivi
PEC.

Apposite convenzioni regolano il concorso delle organizzazioni del volontariato di Protezione Civile
definendone i termini e le modalità necessarie per garantire capacità d’intervento operativo, sia in fase di
prevenzione che in caso di crisi e di emergenza. Le organizzazioni impegnate sono quelle che, nell’Elenco
territoriale della Campania di cui alla DGR 75/2015, hanno ottenuto il riconoscimento del Modulo
“Antincendio Boschivo e di Interfaccia” dimostrando di avere i requisiti necessari.

I carabinieri forestali
In data 2 maggio 2019, la Regione Campania ha sottoscritto con il Ministro per le Politiche Agricole,
Alimentari, Forestali e del Turismo una apposita convenzione “per l’impiego delle unità Carabinieri Forestali
nell’ambito delle materie di competenza regionale”.

In particolare, nell’ambito di tale accordo, si evidenziano alcune attività riconducibili alla prevenzione degli
incendi boschivi ed altre attività di protezione civile quali il concorso alla prevenzione degli incendi del
bosco e la prevenzione dei comportamenti pericolosi in materia d’incendi del bosco e la raccolta ed
elaborazione dei dati concernenti le aree percorse da fuoco.

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