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Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli RELAZIONE GENERALE FASCICOLO 6 INDICATORI DI EVENTO E RISORSE DI PROTEZIONE CIVILE Giugno 2021 Pag. 1 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Pag. 2 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Indice Indice .............................................................................................................................................................. 3 A. 3. Indicatori di evento e sistema di risposta di protezione civile ......................................................... 5 A. 3. 1. Aree di emergenza ............................................................................................................... 5 A. 3. 2. Sistema di allertamento ....................................................................................................... 6 A. 3. 2. 1. Sistema di Allertamento per il Rischio Idraulico e Idrogeologico ............................... 6 A. 3. 2. 2. Sistema di Allertamento per il Rischio Incendi Boschivi ........................................... 18 A. 3. 2. 3. Sistema di Allertamento per il Rischio Vulcanico ..................................................... 33 A. 3. 2. 4. Sistema di Allertamento per il Rischio Maremoto ................................................... 41 A. 3. 2. 5. Sistema di Allertamento per il Rischio Incidente Aereo……………………………………... 51 A. 3. 3. Risorse materiali e mezzi ................................................................................................... 53 A. 3. 3. 1 Addetti........................................................................................................................ 53 A. 3. 3. 2 Automezzi................................................................................................................... 54 A. 3. 3. 3 Dotazioni di mezzi e materiali .................................................................................... 55 A. 3. 3. 4 Telecomunicazioni...................................................................................................... 57 Pag. 3 di 57
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Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. A. 3. Indicatori di evento e sistema di risposta di protezione civile A. 3. 1. Aree di emergenza Per ciò che concerne le aree di protezione civile, vengono di seguito individuate, le aree di emergenza che si distinguono in aree di attesa, aree di accoglienza/ricovero ed aree di ammassamento soccorsi. Si definiscono aree di attesa, i luoghi di prima accoglienza per la popolazione evacuata, immediatamente dopo l’evento calamitoso, o, in modo preventivo, successivamente alla segnalazione della fase di preallarme. In tali aree, la popolazione, in attesa di ritornare nelle proprie case (eventi di breve durata – inferiore alle 8 ore) o di essere ricoverate in strutture adeguate (emergenze di durata superiore alle 8 ore) riceverà le prime informazioni sull'evento e i primi generi di conforto. I criteri da seguire per l’individuazione delle aree di attesa sono: Posizionamento in zone sicure, esterne alle aree a rischio; Facilità di raggiungimento attraverso percorsi sicuri; Facilità di accesso da parte dei mezzi di soccorso. In generale si possono utilizzare piazze, slarghi, parcheggi, spazi pubblici o privati ritenuti idonei. Sono segnalate sulla cartografia e devono altresì essere indicate con adeguata segnaletica sul territorio. Si definiscono aree di ricovero o accoglienza per la popolazione luoghi al chiuso in grado di accogliere la popolazione allontanata dalle proprie abitazioni per tempi medio-lunghi. Tali aree sono preferibilmente strutture esistenti, al coperto, idonee ad accogliere la popolazione (alberghi, scuole, palestre, ecc. ).Qualora non fossero disponibili, si possono allestire: • Tendopoli;1 • Insediamenti abitativi di emergenza (casette prefabbricate). 2 Al fine di individuare tali aree i criteri da seguire sono i seguenti: Numero di persone potenzialmente a rischio; Posizionamento in zone sicure, esterne alle zone a rischio; Vicinanza ad una viabilità principale ed ai servizi essenziali (acqua, luce, e smaltimento acque reflue). Tali aree sono segnalate sulla cartografia e devono essere indicate con adeguata segnaletica sul territorio. Le aree di ricovero, estratte dai Piani Comunali di Emergenza sono riportate nella cartografia allegata (solo le aree scoperte). Le aree di ammassamento dei soccorritori sono zone del territorio metropolitano nelle quali è possibile concentrare tutti i soccorritori ed i mezzi necessari per l’emergenza, sia comunali, sia quelli eventualmente 1 Tale tipo di ricovero sono utilizzate per grandi emergenze (eventi di tipo B o C) con tempi di permanenza della popolazione evacuate anche di alcuni mesi. 2 Le case prefabbricate di norma sono utilizzate per emergenze con tempi di permanenza della popolazione evacuata nei luoghi di accoglienza maggiori di 3 mesi. Pag. 5 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. provenienti da fuori area. Rappresentano il primo orientamento e contatto dei soccorritori con il territorio. Tali aree devono essere predisposte in zona strategica sulla viabilità principale o, comunque, essere facilmente raggiungibili, anche con mezzi di grandi dimensioni, possibilmente non all’interno del centro abitato e, ovviamente, in zone non soggette a rischio incombente. L’area scelta è indicata sulla cartografia e deve essere segnalata con adeguata segnaletica sul territorio. Le aree di ammassamento sono riportate nella cartografia allegata. A. 3. 2. Sistema di allertamento La gestione del sistema di allertamento è assicurata dal Dipartimento della Protezione Civile e dalle Regioni attraverso la rete dei Centri Funzionali. La rete dei Centri Funzionali è costituita da un Centro Funzionale Centrale (CFC) presso il Dipartimento della Protezione Civile e dai Centri Funzionali Decentrati (CFD) presso le Regioni. Il Centro Funzionale Decentrato (CFD) presso la Regione Campania Il Centro Funzionale Decentrato provvede, ai sensi delle DD. GR.n. 6940/2001 e 1262/2003 e del D. P. G. R. n. 299/2005, all'elaborazione sistematica delle previsioni meteorologiche sul territorio regionale e alla valutazione degli effetti al suolo indotti dagli eventi meteorologici attesi e/o in atto. Quotidianamente, sulla base dei dati e dei modelli analizzati, viene emesso il bollettino meteorologico regionale a fini di protezione civile, validato e trasmesso alla contigua Sala Operativa Regionale Unificata e da questa diffuso a tutti i circa 600 soggetti istituzionali, facenti parte del sistema integrato di protezione civile (Dipartimento della Protezione Civile, amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, settori regionali ed enti locali, gestori dei servizi e delle infrastrutture, etc. ). In presenza di particolari situazioni meteorologiche, stimate sulla base dell'analisi degli output della modellistica previsionale numerica, il CFD provvede all'emissione di specifici avvisi di protezione civile, relativi alle criticità previste in relazione all'insorgere di condizioni di rischio per la popolazione (idrogeologico, idraulico, meteomarino, da ondate di calore, etc. ). Nelle fasi di allertamento del sistema di protezione civile, il CFD controlla H24 l'evoluzione della situazione meteorologica, attraverso il monitoraggio in tempo reale delle grandezze significative, individuate ai fini della valutazione dell'entità del rischio e dei potenziali danni attesi sul territorio. La Regione Campania è dotata di proprie e condivise procedure di allertamento del sistema di protezione civile ai diversi livelli territoriali regionale, provinciale e comunale ed è autorizzata ad emettere autonomamente bollettini e avvisi per il rischio idraulico e rischio frane e per il rischio incendi di interfaccia relativamente al proprio territorio di competenza. A. 3. 2. 1. Sistema di Allertamento per il Rischio Idraulico e Idrogeologico La Regione Campania con un Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 299 del 30 giugno 2005 ha definito il Sistema di Allertamento Regionale per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile, determinando ruoli e compiti delle strutture regionali di protezione civile nell’ambito delle procedure Pag. 6 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. di previsione e prevenzione del rischio idrogeologico per il territorio regionale (pubblicato sul BURC numero speciale del 1 agosto 2005). Con Circolare prot. N. Ria/0007117 del 10/02/2016 il Capo Dipartimento della Protezione Civile ha impartito indicazioni operative recanti “Metodi e criteri per l’omogeneizzazione dei messaggi del Sistema di allertamento nazionale per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico e della risposta del sistema di protezione civile”. A seguito di ciò la Regione Campania, con Decreto del Presidente della Giunta n. 245 del 01/08/2017, ha adeguato il Sistema Regionale di Allertamento per il rischio idrogeologico e idraulico, adottato in Campania con D. P. G. R. n. 299/2005. Nel documento sono riportati solo gli elementi più significativi, di maggiore rilevanza in relazione all’adeguamento del sistema di allertamento regionale, con riferimento alle variazioni dell'assetto organizzativo del Centro Funzionale Decentrato e alla rimodulazione delle procedure operative (attività e compiti) e di comunicazione (modulistica utilizzata per gli avvisi regionali di avverse condizioni meteorologiche e di criticità idrogeologica e idraulica), rese necessaria ai fini del recepimento e attuazione dei contenuti degli allegati 1 e 2 alle richiamate indicazioni operative del Capo Dipartimento della Protezione Civile, rispettivamente denominati “Indicazioni per l’omogeneizzazione dei messaggi del Sistema di allertamento nazionale: livelli di criticità e di allerta e relativi scenari d’evento” e “Indicazioni per l’omogeneizzazione della risposta del sistema di protezione civile: attivazione delle fasi operative”. DEFINIZIONI Ai fini delle attività del Sistema di allertamento si definiscono: Criticità idraulica: rischio derivante da piene e alluvioni che interessano i corsi d'acqua del reticolo maggiore, per i quali è possibile effettuare una previsione dell'evoluzione degli eventi sulla base del monitoraggio strumentale dei livelli idrici. Nelle comunicazioni, la valutazione del rischio si può sintetizzare in “ALLERTA GIALLA – ARANCIONE - ROSSA IDRAULICA”. Criticità idrogeologica: rischio derivante da fenomeni puntuali quali frane, ruscellamenti in area urbana, piene e alluvioni che interessano i corsi d'acqua minori per i quali non è possibile effettuare una previsione dell'evoluzione degli eventi sulla base del monitoraggio strumentale dei livelli idrici. Nelle comunicazioni, la valutazione del rischio si può sintetizzare in “ALLERTA GIALLA - ARANCIONE - ROSSA IDROGEOLOGICA”. Criticità idrogeologica per temporali: rischio derivante da fenomeni meteorologici caratterizzati da elevata incertezza previsionale in termini di localizzazione, tempistica e intensità. L'allerta viene emessa in funzione della probabilità di accadimento del fenomeno, della presenza di una forzante meteo più o meno riconoscibile e della probabile persistenza dei fenomeni. All'incertezza della previsione si associa inoltre la difficoltà di disporre in tempo utile di dati di monitoraggio strumentali per aggiornare la previsione degli scenari d'evento. Allo stato attuale, non sono prevedibili con sufficiente accuratezza ai fini dell'allertamento, gli eventi pluviometrici intensi di breve durata, che riguardano porzioni di territorio limitate a poche decine di chilometri quadrati e che risultano critici per il reticolo idrografico minore e per le reti fognarie. Per tali motivi la pianificazione di emergenza comunale deve prevedere una attività di presidio territoriale e un’analisi, ancorché speditiva, dei punti critici sul territorio comunale. Pag. 7 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Il massimo livello di allerta previsto per i temporali è quello arancione. Non è previsto un codice di allerta rosso specifico per i temporali perché tali fenomeni, in questo caso, sono associati a condizioni meteo perturbate intense e diffuse che già caratterizzano lo scenario di criticità idrogeologica rossa. Anche gli effetti e i danni prodotti sono gli stessi. Nelle comunicazioni, la valutazione del rischio si può sintetizzare in “ALLERTA GIALLA - ARANCIONE PER TEMPORALI”. RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DEI LIVELLI Dl ALLERTA Se per una stessa zona d'allerta sono valutati differenti scenari d'evento (temporali, idraulico e idrogeologico), sulla mappa del bollettino viene convenzionalmente rappresentato Io scenario con il livello di allerta più gravoso. Figura 80 – Livelli di Allerta: verde e gialla Pag. 8 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Figura 81 – Livelli di allerta:arancione e rossa Pag. 9 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Le Fasi operative dei piani di emergenza a vari livelli territoriali sono denominate: Fase di attenzione, Fase di preallarme e Fase di allarme. La correlazione tra Fase operativa e allerta non è automatica; in ogni caso, un livello di allerta gialla/arancione prevede l’attivazione diretta almeno della Fase di attenzione e in caso di un livello di allerta rossa almeno della Fase di preallarme. I sistemi locali, ciascuno per l’ambito di propria competenza, valutano l’opportunità di attivare direttamente – o successivamente, all’approssimarsi dei fenomeni – la Fase di preallarme o di allarme, in considerazione dello scenario previsto, della probabilità di accadimento dei fenomeni, della distanza temporale dall’effettivo verificarsi della previsione e delle capacità di risposta complessive del proprio sistema di Protezione Civile. L’attivazione della Fase operativa, a seguito dell’emanazione di un livello di allerta – valutazione di criticità ordinaria, moderata o elevata (cfr. Direttiva PCM 27 febbraio 2004 e s. m. i. ), che corrispondono quindi rispettivamente ai codici colore giallo, arancione, rosso – quindi, non avviene in maniera automatica, ma deve essere dichiarata dai soggetti responsabili delle pianificazioni e delle procedure ai diversi livelli territoriali, anche sulla base della situazione contingente. Parimenti deve essere formalizzato il rientro a una Fase operativa inferiore e/o la cessazione dell’attivazione, quando venga valutato che la situazione sia tale da permettere una riduzione e/o il rientro dell’attività verso condizioni di normalità. Le Fasi operative descritte sono riferibili sostanzialmente al caso in cui si ha una previsione dell’evento e sono, generalmente, consequenziali. Tuttavia ove si manifestasse una situazione che richieda l’attivazione del sistema di protezione civile, il responsabile della gestione dell’emergenza attiverà, con immediatezza, le risorse necessarie per attuare gli interventi finalizzati al contrasto degli effetti dell’evento in atto. Tali situazioni devono essere comunicate tempestivamente agli enti sovraordinati e alle altre amministrazioni che possono essere interessate dall’evento. FASI OPERATIVE ‐ PRINCIPALI AZIONI Nel seguito vengono descritte, in sintesi, le principali attività da prevedere in ciascuna Fase operativa per i vari livelli istituzionali così come riportate nell’allegato 2 della Circolare del Capo Dipartimento della Protezione Civile prot. N. Ria/0007117 del 10/02/2016. Vengono ribadite le attivazioni minime della Fase di attenzione per allerta gialla/arancione e della Fase di preallarme in caso di allerta rossa. In termini di “Risposta Operativa” del sistema di protezione civile il quadro delineato nel documento è da considerare di carattere generale e non di dettaglio, né esaustivo se commisurato al complesso delle attivazioni che caratterizzano la gestione di un evento emergenziale. Le attività riportate in ciascuna Fase devono considerarsi aggiuntive o rafforzative di quelle già messe in atto nelle Fasi precedenti. Il passaggio da una Fase operativa ad una Fase superiore, ovvero ad una inferiore, viene disposto dal soggetto responsabile dell’attività di protezione civile, anche sulla base delle valutazioni operative e delle comunicazioni provenienti dal sistema di allertamento. Fase Operativa di Attenzione La Fase di Attenzione si attiva direttamente a seguito dell’emanazione di livello di allerta gialla o arancione e, su valutazione, anche in assenza di allerta. Pag. 10 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Livello Regione (monitoraggio e sorveglianza, condivisione delle informazioni, verifica delle procedure, verifica della disponibilità del volontariato regionale e delle risorse logistiche). Essa è caratterizzata da attività di monitoraggio e sorveglianza dei fenomeni e dalla verifica e predisposizione delle misure eventualmente da attivare ove la situazione lo richieda attraverso le proprie strutture preposte: CFD e la Sala Operativa. Livello provinciale attraverso le competenze di Prefettura‐UTG e Provincia/Città metropolitana (attivazione del flusso delle informazioni, monitoraggio sul territorio, verifica delle procedure di pianificazione). Attiva il flusso delle informazioni con la Sala operativa regionale e i Comuni interessati dall’allertamento, la verifica della reperibilità del personale, il monitoraggio della situazione per verificare eventuali necessità di supporto ai Comuni. Livello comunale e intercomunale (attivazione del flusso delle informazioni, monitoraggio sul territorio, verifica della procedure di pianificazione, informazione alla popolazione, verifica della disponibilità del volontariato comunale e delle risorse logistiche). È caratterizzata dall’attivazione del flusso delle informazioni con la Sala operativa regionale, la Prefettura ‐ UTG e la Provincia (secondo le modalità e le procedure stabilite da normativa/indicazioni regionali vigenti), a seguito della ricezione del messaggio di allertamento, dalla verifica della reperibilità dei componenti del COC e del restante personale coinvolto nella eventuale gestione delle attività e nel monitoraggio dei punti critici presenti sul territorio di competenza. Viene valutata l’opportunità di attivare il presidio territoriale comunale, ove costituito. L’attivazione della Fase operativa viene comunicata alla popolazione dando informazione sui principali comportamenti di prevenzione e di autoprotezione, utilizzando le modalità definite nella pianificazione di emergenza. Fase Operativa di Preallarme La Fase di Preallarme si attiva direttamente a seguito della emanazione di livello di allerta rossa, e su valutazione per i livelli di allerta inferiori Livello Regione (monitoraggio sorveglianza, predisposizione ed eventuale attivazione delle risorse). Tale Fase è caratterizzata, dalle attività di monitoraggio e sorveglianza dei fenomeni previsti o in atto – con la diffusione dei relativi aggiornamenti –e dall'attivazione di misure necessarie, sia di carattere preventivo, sia per la gestione di eventuali effetti sul territorio(interruzioni o limitazioni stradali, effetti localizzati. . . ). Livello provinciale attraverso le competenze di Prefettura‐UTG e Provincia/Città Metropolitana (monitoraggio del territorio, predisposizione ed eventuale attivazione delle risorse). Prevede la valutazione dell'attivazione del CCS (Centro di Coordinamento dei Soccorsi) per il coordinamento delle attività finalizzate alla predisposizione ed eventuale attivazione di misure preventive e degli interventi in caso di peggioramento della situazione. Livello comunale (monitoraggio sul territorio ‐ presidio territoriale, attivazione del Centro Operativo Comunale ‐ COC, predisposizione delle risorse, informazione alla popolazione). Pag. 11 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Prevede l’attivazione del COC, anche in forma ridotta, il coordinamento delle prime azioni in stretto raccordo con gli altri centri operativi attivati nonché con gli enti sovraordinati (Prefettura‐UTG, Provincia, Regione). Garantisce l’informazione alla popolazione e l'attivazione e la gestione di misure preventive e/o necessarie per il contrasto di eventuali effetti sul territorio (interruzioni o limitazioni stradali, effetti localizzati...). Inoltre prevede la predisposizione delle misure di gestione di emergenza che potrà presentarsi ove i fenomeni e/o gli effetti evolvessero negativamente. Fase Operativa di Allarme La Fase di allarme si attiva su valutazione per i diversi livelli di allerta o direttamente qualora l’evento si manifesti in maniera improvvisa. Livello Regione (monitoraggio e sorveglianza, valutazione delle esigenze, attivazione e gestione delle risorse regionali). Si prevede l'attivazione dell’intero sistema regionale di protezione civile sia al fine di predisporre misure preventive sia, se necessario, per la gestione delle risorse regionali in coordinamento e in supporto alle strutture attivate sul territorio(Centri di coordinamento). Il CFD e la Sala operativa provvedono ad acquisire il quadro organico della situazione in atto. Livello provinciale attraverso le competenze di Prefettura‐UTG e Provincia/Città Metropolitana (monitoraggio sul territorio, attivazione dei Centri di coordinamento, controllo della viabilità e della rete ferroviaria, delle reti delle infrastrutture e servizi, evacuazione, soccorso ed assistenza della popolazione). Attiva, ove non già operativo, il CCS. Consiste nell’attuazione delle misure preventive e/o necessarie alla gestione dell’emergenza a supporto dei Comuni per l’evento previsto o in atto. Livello comunale (monitoraggio sul territorio – presidio territoriale, evacuazione, soccorso, assistenza ed informazione alla popolazione). Prevede la piena operatività del sistema comunale di protezione civile, sia in previsione di evento sia in caso di evento in atto, in stretto raccordo con gli altri centri operativi attivati. Le attività da porre in essere dal livello regionale per le diverse fasi operative sono ulteriormente dettagliate nell’allegato A del Decreto del Presidente della Giunta n. 245 del 01/08/2017. Il sistema di allerta regionale si attua attraverso: una fase di previsione meteorologica, costituita dalla valutazione della situazione meteorologica e della stima degli effetti che tale situazione può determinare sull’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente; una fase di monitoraggio articolata in: 1. osservazione qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale, meteoidrologico ed idrogeologico in atto; 2. previsione a breve dei relativi effetti attraverso modellistica inizializzata da misure raccolte in tempo reale. Pag. 12 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Per quanto attiene al primo punto, la Regione Campania emette quotidianamente entro le ore 10,30, per tutto l’anno, attraverso il Centro Funzionale per la previsione meteorologica e il monitoraggio meteoidropluviometrico e delle frane, un Bollettino Previsionale delle condizioni meteorologiche regionali con validità di 72 ore. Tali previsioni vengono effettuate per ambiti territoriali, ovvero zone di allerta, significativamente omogenee circa l’atteso manifestarsi della tipologia e severità degli eventi meteoidrologici intensi e dei relativi effetti. Le zone di allerta di interesse per la Regione Campania sono 8: Zona 1 Piana Campana, Napoli, Isole, Area Vesuviana; Zona 2 Alto Volturno e Matese; Zona 3 Penisola sorrentino-amalfitana, Monti di Sarno e Monti Picentini; Zona 4 Alta Irpinia e Sannio; Zona 5 Tusciano e Alto Sele; Zona 6 Piana Sele e Alto Cilento; Zona 7 Tanagro; Zona 8 Basso Cilento. Il territorio della città metropolitana di Napoli è compreso nelle zone di allerta 1 e 3. Il Centro Funzionale può successivamente emettere un "Avviso regionale di allerta per previste condizioni meteorologiche avverse ai fini di protezione civile per il rischio meteo-idrogeologico e idraulico" se sono previste possibili criticità nel territorio regionale per l’intensità e la persistenza degli eventi meteorologici attesi. L'Avviso regionale di allerta, emesso dal Centro Funzionale, viene adottato dalla S.O.R.U. per l’attivazione delle fasi operative (attenzione, preallarme, allarme), corrispettive dei livelli di allerta emessi, convenzionalmente corrispondenti ai codici colore previsti dal vigente ordinamento (giallo, arancione, Pag. 13 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. rosso) nel territorio della Regione Campania. Vengono indicate anche le tipologie di evento, gli scenari di rischio e le Zona di Allerta. L’Avviso è emesso normalmente entro le ore 15,00. Di seguito un esempio di Avviso: Pag. 14 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Per quanto attiene al rischio legato a nevicate e gelate, il CFD emette anche un Avviso Regionale di Allerta per previste Condizioni Meteo Avverse per neve con specifiche indicazioni (zona di allerta, fenomeni rilevanti principali, scenari d’evento ed effetti al suolo). Per la gestione delle problematiche derivanti da queste tipologie di eventi, come anticipato nel fascicolo 2 al capitolo A.2.1.1 Rischio eventi meteo avversi, si fa riferimento al Piano operativo per la gestione coordinata delle emergenze in materia di viabilità connesse al rischio neve emesso dalla Prefettura di Napoli(edizione aggiornata 2021) con l’obiettivo di definire, pianificare e coordinare le iniziative da adottare per la gestione delle situazioni di crisi durante la stagione invernale lungo le arterie stradali, sia autostradali che di viabilità ordinaria correlate, ricadenti nell’area metropolitana di Napoli. Il fine è quello di garantire una circolazione ordinata e sicura, ed interventi immediati in caso di crisi del traffico o di gravi sinistri stradali connessi alle precipitazioni nevose che comportino blocchi della circolazione veicolare. La procedura è, quindi, volta a garantire l’attuazione di idonee misure preventive e di intervento, nonché percorsi alternativi, in conformità agli indirizzi definiti da Viabilità Italia, al fine di affrontare l’emergenza, fin dal primo insorgere. Il piano diventa operativo nel momento in cui la Prefettura di Napoli trasmette l'avviso regionale di allerta, emesso dal Centro Funzionale della Regione Campania e trasmesso dalla S.O.R.U., con specifiche avvertenze per precipitazioni nevose di particolare intensità, (già inviato ai Comuni dalla predetta Regione), agli Enti, ai Comandi delle Forze di Polizia ed alle strutture operative interessate. In relazione all'evoluzione delle condizioni meteo, il Piano prevede ulteriori fasi operative in cui tutti i soggetti coinvolti attueranno le azioni previste. A tal fine è stato richiamato il “Codice di allerta neve” definito da A.I.S.C.A.T., e condiviso dal Ministero dell’Interno, di seguito riportato, quale sistema univoco e tempestivo di comunicazione, che consentirà a tutti i soggetti coinvolti nella gestione degli eventi di integrare e ottimizzare in maniera simultanea ed in tempo reale le azioni da intraprendere con la corrispondente classificazione delle diverse fasi dell’emergenza e i relativi interventi tecnici da realizzare in sede autostradale. CODICE STATO TIPOLOGIA EVENTO STATO CONTENUTO ALLERTANEVE DELL’EVENTO DEILUOGHI DELL’INFORMAZIONE ALL’UTENZA Sono previste PREVISTANEVE ZERO precipitazioni nevose Svincolo inizio sul territorio Situazione della (o dopo svincolo inizio) O NON CRITICO provinciale. viabilità Svincolo fine BIANCO ancora normale (o“ CATENE A BORDO”) Le condizioni di Ad evento in atto, la NEVE VERDE POCOC viabilità sono condizione di criticità Svincolo inizio RITICO perturbate della viabilità è (o dopo svincolo inizio) dall'evento. gestibile con gli Svincolo fine strumenti ordinari. (o “CATENE A BORDO”) Pag. 15 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Condizione della NEVE Si aggravano le viabilità perturbata, Svincolo inizio condizioni di criticità ma ancora gestibile (o dopo svincolo inizio) GIALLO MEDIAMENTE della viabilità. dagli organi di polizia e Svincolo fine CRITICO dagli enti gestori (o “CATENE A BORDO”) nonché dalle strutture operative di soccorso tecnico. La circolazione è La viabilità è gravemente NEVE INTENSA bloccata ma non si condizionata e per Dopo svincolo inizio (fino prevede che fronteggiare la crisi è svincolo fine) ROSSO CRITICO l'interruzione si necessario il protragga nel tempo coinvolgimento d’altri tanto da suggerire soggetti competenti a deviazioni Livello locale La condizione di La situazione di criticità NEVE INTENSA criticità non è non è più gestibile con Dopo svincolo inizio (o risolvibile in tempi il coordinamento delle dopo svincolo fine) MOLTO brevi ed è necessaria risorse locali POSSIBILI BLOCCHI NERO CRITICO la deviazione dei flussi di traffico, oltre all’adozione di misure Di assistenza Il C. O.A. (Centro Operativo Autostradale), in base all’evoluzione della precipitazione nevosa e alle condizioni di traffico, diramerà a mezzo p. e. c. o mail, e prima ancora con messaggio telefonico, le relative comunicazioni dello stato di criticità in caso di neve, contenente i codici, agli Enti e alle Istituzioni territorialmente competenti (Prefettura di Napoli e le Prefetture delle altre province interessate dalla previsione di neve, Autorità Marittima, Polizia di Frontiera, Autorità Portuale e Polizia Locale dei Comuni coinvolti), che quindi saranno costantemente aggiornate al variare del codice di allerta neve o dell’estensione delle tratte autostradali soggette alla precipitazione. Inoltre, a seconda della propria competenza, ciascun Ente fornirà informazioni di riscontro in ordine alla situazione reale sul territorio ed ai risultati dell’attività intrapresa in modo da offrire al C.O.V. (Comitato Operativo per la Viabilità) il più ampio quadro possibile. Per ognuno dei cinque livelli o Codici di allerta (bianco, verde, giallo, rosso, nero) sono stati individuati i compiti, i livelli di responsabilità, i tempi di impiego del personale e dei mezzi spazzaneve e spargisale per ogni Ente gestore, l’attivazione del volontariato, di aree di ricovero per i mezzi e centri di alloggio temporanei per le persone bloccate dagli eventi avversi. Al fine di definire un ordine di priorità degli interventi per ogni singolo codice di allertamento, si identificano, come segue, le seguenti fasi dell’evento: - ATTENZIONE (codice bianco e verde) - ALLERTA (codice giallo) - CRISI (codice rosso) – EMERGENZA (codice nero) Pag. 16 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Nell'ambito di tale pianificazione il Prefetto, se necessario, convoca il C. O.V. (Comitato Operativo Viabilità) allo scopo di coordinare le attività dei soggetti interessati a garantire gli spostamenti in caso di crisi della viabilità dovuta ad eventi meteorologici o calamitosi in genere, avvalendosi di quelli stabiliti nella composizione stretta, ovvero allargata ai rappresentanti di altri enti e strutture operative ritenute necessarie in relazione alle specifiche situazioni emergenziali, dandone comunicazione a Viabilità Italia. Tale Comitato, istituito ai sensi del Decreto del Ministero dell'Interno 27. 01. 2005, rappresenta l'articolazione periferica del Centro di Coordinamento Nazionale (Viabilità Italia) ed è istituito presso ogni Prefettura con il compito di disporre gli interventi operativi per fronteggiare le situazioni di crisi. Il Comitato Operativo per la Viabilità, istituito con decreto del Prefetto di Napoli del 10. 11. 2020, è coordinato da un funzionario designato dal Prefetto, ed è composto dai rappresentanti della Sezione Polizia Stradale di Napoli, del Comando Provinciale Carabinieri e del Comando Provinciale Vigili del Fuoco; qualora se ne ravvisi la necessità potrà essere integrato con il Centro Operativo Autostradale (COA),Comando Provinciale Guardia di Finanza, Città Metropolitana di Napoli, ANAS Area Compartimentale Campania, Società Autostrade Meridionali spa, Autostrade per l'Italia 6° Tronco, Società Tangenziale di Napoli spa, Comune di Napoli. Il Comitato può comunque avvalersi della collaborazione di altre amministrazioni ed enti il cui apporto è ritenuto necessario per l'esercizio delle funzioni assegnate. Ai sensi dell’art 4 c. 1 del DM 15. 11. 2011 di modifica al DM 27. 01. 2005,in occasione di eventi emergenziali di protezione civile, restano ferme le disposizioni di cui alla normativa vigente in materia di attribuzioni alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della protezione civile. Il Comitato non interviene nelle ipotesi in cui le situazioni di crisi possono essere regolarmente affrontate con le procedure ordinarie e le strutture territoriali competenti in materia di viabilità e sicurezza stradale, nonchè in occasioni di eventi di protezione civile in cui andranno ad operare gli uffici, gli enti e le disposizioni di cui al D. Lgs. 2 gennaio 2018, n. 1 Codice della Protezione Civile. Link piano neve: http://www. prefettura. it/FILES/AllegatiPag/1221/2021__PIANO_NEVE_AGGIORNATO. pdf Pag. 17 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. A. 3. 2. 2. Sistema di Allertamento per il Rischio Incendi Boschivi Di seguito si illustrano gli enti coinvolti nella Lotta Attiva agli Incendi boschivi con le relative competenze, il sistema di allertamento, gli stati di allertamento per le strutture regionali, il coordinamento, gli interventi di interfaccia nelle zone urbanizzate e la catena di comando e controllo, così come delineato nel citato “Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2020-2022”redatto dalla Regione Campania nel giugno 2020, approvato con Delibera della Giunta Regionale n. 282 del 09. 06. 2020. Il coordinamento di tutte le attività è assicurato da Regione Campania in relazione a quanto definito dalla L. 353/2000 e alla L. R. 12/2017. in sintesi, in ambito regionale, alla luce delle modifiche ordinamentali, allo STAFF 50 18 92 Protezione Civile, Emergenza e post-emergenza, sono state attribuite le competenze inerenti al coordinamento e concorso per il contrasto al fenomeno degli incendi boschivi e alle UU. OO. DD. Genio Civile – Presidio Protezione Civile di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno quelle relative alle attività di contrasto agli incendi boschivi. Le attività di coordinamento e concorso per il contrasto sono gestite operativamente, a livello centrale, dalla Sala Operativa Regionale Unificata – S.O.R.U., incardinata nello STAFF Protezione Civile, che assicura i compiti e le funzioni di Sala Operativa Unificata Permanente (S. O. U. P. R. ) per il rischio incendi boschivi e di interfaccia. Le attività di contrasto sono operativamente assicurate dalle S.O.U.P.P. incardinate presso le UU. OO. DD. del Genio Civile di Avellino, Benevento, Caserta, Napoli e Salerno ovvero dalla Sale Operative Provinciali Integrate (SOPI), se costituite ai sensi della legge regionale 22 maggio 2017, n. 12. Regione Campania La Direzione Generale per i Lavori Pubblici e Protezione Civile è chiamata ad assolvere i seguenti compiti: pianificazione A. I. B. attività di previsione, prevenzione e lotta attiva per gli incendi boschivi, compreso il coordinamento dei soggetti coinvolti a seguito di convenzioni e/o accordi sottoscrizione delle convenzioni con gli Enti e soggetti che concorrono alle attività (Carabinieri Forestale e Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco) attività di concorso per il contrasto agli incendi di interfaccia organizzazione e utilizzo del volontariato attività di salvaguardia e tutela della popolazione da rischi e danni derivanti da incendi di interfaccia e boschivi dichiarazione, ai sensi dell’art. 75 del reg. regionale n. 28 settembre 2017, del periodo di massima pericolosità per gli incendi boschivi attività derivanti dall’Accordo Quadro con il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco approvato con Delibera di G. R. n. 222 del 20/05/2019. Durante il periodo di massima pericolosità per gli incendi boschivi la Direzione assicura le attività di previsione attraverso il Centro Funzionale Decentrato, che analizza le condizioni di rischio per il territorio regionale. Il Centro Funzionale Decentrato Il Centro Funzionale Decentrato provvede all’elaborazione delle previsioni meteorologiche e alla valutazione degli effetti al suolo, con la conseguente emissione quotidiana del bollettino meteorologico Pag. 18 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. regionale a fini di protezione civile diffuso dalla S.O.R.U. a circa 600 soggetti istituzionali, facenti parte del sistema integrato di protezione civile (Dipartimento della Protezione Civile, amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, settori regionali ed enti locali, gestori dei servizi e delle infrastrutture, etc. ). In presenza di particolari situazioni meteorologiche, stimate dall’analisi degli output della modellistica previsionale numerica, il CFD provvede all’emissione di specifici avvisi di allerta idrometeorologica, relativi alle criticità previste in relazione all’insorgere di condizioni di rischio per la popolazione, ai fini dell’attivazione da parte della S.O.R.U. delle fasi operative del sistema regionale di protezione civile (attenzione, preallarme, allarme), corrispettive degli stati di allerta adottati per le criticità attese e/o in atto sul territorio regionale (livelli di criticità con associati codici colore giallo, arancione, rosso). Nelle fasi di allertamento del sistema di protezione civile il CFD provvede al monitoraggio in tempo reale delle grandezze significative e all’evoluzione delle condizioni di vento e temperatura sul territorio regionale. In relazione al rischio incendi boschivi e di interfaccia, il CFD, per tutto il periodo di massima pericolosità dichiarato dal Presidente della Giunta Regionale, analizzato il bollettino di suscettività messo a disposizione dal DPC e delle previsioni contenute nel bollettino meteorologico regionale, valuta le condizioni meteorologiche in atto e/o previste nel breve termine (fino a 72 ore), con particolare riferimento ai campi di vento, all’umidità relativa dell’aria e alla temperatura, ed elabora e trasmette alla Sala Operativa Regionale Unificata (S.O.R.U.)ogni informazione utile all’individuazione delle criticità attese connesse alle condizioni meteo in atto e previste, con un apposito documento, denominato: “Informativa regionale sugli incendi boschivi”. La Sala Operativa Regionale Unificata La Sala Operativa Regionale Unificata (S.O.R.U.),che ingloba nel proprio interno la S.O.U.P.R. (Sala Operativa Unificata Permanente Regionale), è una struttura incardinata nello Staff 50 18 92 Protezione Civile - Emergenza e Post Emergenza preposta ad assicurare il coordinamento e la gestione, sull’intero territorio regionale, di tutte le situazioni di crisi o di emergenza, nell’arco delle 24 ore, tutti i giorni, festivi compresi, con reperibilità dei dipendenti regionali, avvalendosi, in caso di necessità, anche dei rappresentanti dei VV. F. , degli Enti Locali e delle associazioni del Volontariato di protezione civile. In particolare per l’antincendio boschivo la S.O.R.U. svolge funzione di coordinamento delle S.O.P.I., alle quali compete, in via principale ed esclusiva la gestione degli eventi incendiari. La S.O.R.U./S.O.U.P.R. assicura, inoltre, i collegamenti e la circolazione dell’informazione tra i vari Enti coinvolti nella gestione delle emergenze. Alla S.O.R.U./S.O.U.P.R. competono anche i compiti di coordinamento degli interventi di tutti i mezzi aerei comunque a disposizione della Regione per l’intervento diretto sul fuoco. Dal punto di vista operativo, il modello di intervento prevede che la gestione dell’evento sia di competenza della Sala Operativa Provinciale Integrata (S.O.P.I./S.O.U.P.P.) competente per territorio che attiva la squadra operativa (regionale, di SMA Campania, di Ente Delegato, dei VV. F.)più vicina al luogo dell’evento e designa anche il DOS Direttore Operazioni di Spegnimento da inviare sul luogo dell’evento, quando le condizioni lo richiedono, ovvero se la squadra intervenuta non risolve velocemente l’intervento (principio d’incendio) o se l’evento incendiario richiede l’intervento di altre forze o mezzi per la risoluzione. Le Sale Operative Provinciali Integrate Le Sale Operative Provinciali Integrate (S.O.P.I.) sono il centro di coordinamento per il territorio di competenza e sono funzionalmente dipendenti dalle relative U.O. D. – Genio Civile e Presidio di Protezione Pag. 19 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Civile. Le Sale Operative, nell'ambito del proprio territorio, hanno piena autonomia nella predisposizione degli interventi di prevenzione e lotta ove non in contrasto con i compiti propri della Sala Operativa Regionale. Le sale operative provinciali rappresentano il punto focale della attività di coordinamento di tutti gli Enti ed Organizzazioni che partecipano alle attività di antincendio boschivo. In particolare, a tali strutture sono affidati i seguenti compiti: raccolta e inoltro alle strutture territoriali delle segnalazioni incendi pervenute e loro immediata classificazione tra incendio di interfaccia o incendio rurale; inoltro alla S.O.R.U. di richieste di intervento dei mezzi aerei regionali e nazionali provenienti dal personale abilitato; coordinamento delle attività delle squadre operative e dei mezzi terrestri di tutti i soggetti partecipanti al Sistema A. I. B. ; attivazione, coordinamento, impiego e dislocazione delle unità delle Organizzazioni di Volontariato afferenti alla S.O.P.I.; provvedere, su proposta del Direttore delle Operazioni di Spegnimento (D.O.S.), ad inviare sui luoghi dell’incendio le squadre di Volontari e personale della Direzione; nel caso di incendio duraturo e di vasta estensione che minacci zone di interfaccia, chiedere l'attivazione delle opportune strutture di coordinamento dei soccorsi; contattare Enti o Amministrazioni per le problematiche connesse alle emergenze in atto; informare la S.O.R.U. in relazione a situazioni per cui occorre valutare l’eventuale disattivazione delle linee elettriche; collaborare con le forze di polizia; chiedere la chiusura temporanea di strade comunali, provinciali o statali; costituzione di unità speciali di intervento raccordare le amministrazioni delegate per la mobilità delle squadre di pronto intervento su incendi extra territoriali; raccogliere e trasmettere i dati giornalieri sugli eventi spenti ed in atto; programmare e coordinare il pattugliamento sul territorio; fornire informazioni dettagliate tramite strumentazione elettronica alla S.O.R.U. per la migliore valutazione dello scenario d’evento regionale; fornire informazioni alla S.O.R.U. in caso di incendi nei pressi del confine regionale. L’intervento di una squadra (regionale, di SMA Campania, di Ente Delegato, dei VV. F.) su un incendio boschivo deve essere disposto, in via ordinaria, sempre dalla S.O.P.I./S.O.U.P.P. competente per territorio. La SOPI dispone l’attivazione di una squadra operativa, inviando la squadra più vicina al luogo dell’evento, che ha l'obbligo di informare circa le attività in atto e della conclusione delle stesse e fornire i dati relativi all'incendio oggetto dell'intervento. Le S.O.P.I./S.O.U.P.P., inoltre, tramite la S.O.R.U./S.O.U.P. R. , potranno chiedere il concorso del Sistema Regionale di Protezione Civile per ogni altra eventuale necessità. A livello territoriale la struttura regionale impegnata nelle attività di estinzione è il Centro Operativo Territoriale, funzionalmente dipendente dalla U. O. D. Genio Civile – Presidio di Protezione Civile, che interviene sugli incendi boschivi, sotto il coordinamento della competente S.O.P.I., con mezzi e uomini propri. I C. O.T. sono dislocati su tutto il territorio regionale e strategicamente posizionati in zone baricentriche rispetto al patrimonio boschivo a maggior rischio d'incendio. Durante il periodo di massima pericolosità dagli incendi svolgono funzioni di supporto logistico per i mezzi speciali, e con il personale Pag. 20 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. assegnato, integrano le attività di spegnimento delle squadre operative degli altri Enti e Amministrazioni. Il D.O.S. potrà essere designato dalla S.O.P.I. di competenza ad assumere tale ruolo. Nella mappa di seguito si riporta l’ubicazione sul territorio delle strutture di Regione Campania impegnate nelle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva agli incendi boschivi, incardinate nella DG Lavori Pubblici e protezione civile ed in quella successiva quella delle strutture degli Enti Delegati. Figura 82 – Strutture regionali AIB Gli Enti Delegati (Comunità Montane e Province) Le funzioni di difesa del patrimonio boschivo della regione Campania dagli incendi boschivi sono assegnate agli enti delegati Comunità Montane, Amministrazioni Provinciali e Città Metropolitana di Napoli. In regione Campania sono individuate: - n.20 Comunità Montane - n.4 Province (Avellino, Benevento, Caserta e Salerno) - Città Metropolitana di Napoli. Pag. 21 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. Tutti gli enti su indicati, per meglio svolgere le attività di contrasto agli incendi boschivi, sono organizzati in Centri Operativi Territoriali (COT) e Nuclei Operativi Territoriali (NOED). I Centri Operativi degli Enti Delegati sono attivati dagli Enti Delegati nel periodo di massima pericolosità e dovranno garantire la presenza di almeno una squadra di pronto intervento per la lotta attiva al fuoco. Le competenze principali sono: piena responsabilità nella predisposizione degli interventi di prevenzione e lotta agli incendi boschivi fatte salve le competenze proprie delle U. O. D. Genio Civile – Presidio di Protezione Civile; attivare e mantenere i contatti con la S.O.P.I. competente per territorio per assolvere a tutte le problematiche che emergono durante il verificarsi di incendi boschivi; coordinamento dei propri Nuclei Operativi Delegati. I Nuclei Operativi Enti Delegati (NOED) costituiscono le strutture operative degli Enti Delegati preposte ad intervenire sugli incendi; hanno il compito di intervenire velocemente sulle aree colpite dal fuoco con professionalità e mezzi adeguati, ed estinguere il fuoco nel più breve tempo possibile per limitare al massimo il danno al patrimonio boschivo. Nella mappa di seguito si riporta l’ubicazione sul territorio delle strutture degli Enti Delegati Figura 83 – Strutture Enti Delegati SMA Campania La SMA Campania è una società in house providing della Regione Campania, le cui attività sono finalizzate alla prevenzione e contrasto degli incendi nelle aree boschive, al risanamento ambientale, al monitoraggio del territorio, al riassetto idrogeologico, alla prevenzione e mitigazione dei rischi naturali ed antropici, all’accrescimento del pregio ambientale, al potenziamento dell’azione di bonifica dei siti inquinati sul territorio regionale, al miglioramento dei sistemi di gestione del rischio e di supporto alla pianificazione strategica e territoriale, al miglioramento delle reti depurative. Il servizio di antincendio boschivo, Pag. 22 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. rappresenta di fatto, unitamente al servizio di manutenzione boschiva e di prevenzione dei rischi naturali antropici, l’attività principale della società regionale. Per lo svolgimento del servizio AIB, la SMA Campania impiega il proprio personale dislocato presso unità logistiche presenti su tutto il territorio regionale: • n.15 unità territoriali denominate Basi Territoriali ( di cui 5 ,Boscoreale, Gragnano, Ischia, Marano di Napoli, per il territorio della città metropolitana di Napoli); • n.5 Sale Operative provinciali Integrate (S.O.P.I.) e presso la Sala Operativa Regionale Unificata (S.O.R.U.), oltre che presso la Sala Operativa del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni a Vallo della Lucania, a supporto della SOPI Salerno; • presso gli uffici tecnico/amministrativi di Caserta e Napoli. Figura 84– Sedi Operative I Vigili del Fuoco Per la lotta attiva contro gli incendi boschivi, le singole Amministrazioni Regionali possono stipulare apposite convenzioni con il Ministero dell’Interno per l’impiego di personale e mezzi del Corpo Nazionale del Vigili del Fuoco. La Regione Campania con Delibera di Giunta Regionale n. 222 del 20/05/2019 ha approvato l’”Accordo di Programma Quadro tra l’Amministrazione Regionale e il Ministero dell’Interno - Dipartimento dei Vigili del Fuoco, per la collaborazione in attività di protezione civile, tutela ambientale ed ecosistema, gestione dei Pag. 23 di 57
Piano Metropolitano di Protezione Civile Città Metropolitana di Napoli Fascicolo 6 - Indicatori di evento e risorse di P. C. rifiuti, soccorso sanitario e attività di ricerca nei settori della prevenzione e del monitoraggio dei rischi relativamente al triennio 2019-2021”. All’Accordo di Programma fa seguito apposita convenzione annuale per definire i termini e le modalità del concorso del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco - Direzione Regionale Campania, alle attività di spegnimento degli incendi boschivi, nell'ambito della pianificazione regionale di Protezione Civile per la previsione, prevenzione e contrasto del rischi. Il potenziamento del dispositivo di coordinamento e soccorso del Corpo Nazionale VV. F. si esplica mediante l’approntamento di squadre VV. F. destinate all’antincendio boschivo, di unità DOS, nonché eventualmente di presidi del personale VV. F. presso la SORU/SOUPR nel periodo a maggior rischio di incendi boschivi, secondo il Piano Tecnico Organizzativo straordinario, concordato tra Direzione Regionale VV. F. Campania e Direzione Generale per i Lavori Pubblici e la Protezione Civile della Regione Campania. Sia le squadre aggiuntive che il personale DOS (Direttore operazioni spegnimento) dei Vigili del Fuoco (quest’ultimo, se designato dalla S.O.P.I.), nel rispetto della normativa vigente, sono attivati e coordinati dalle SOPI (Sale operative provinciali integrate) competenti per territorio e/o SORU (Sala Operativa Regionale unificata). Può essere anche prevista, presso la S.O.R.U./S.O.U.P.R., la presenza di unità di personale dei VV. F. Per l'attività di coordinamento delle squadre AIB impegnate in scenari operativi classificati come “incendi di interfaccia” e in collaborazione del DOS designato dalla SOPI/SOUPP, è prevista la presenza di n. 1 unità ROS VV. F., con la squadra di competenza. Le associazioni di volontariato di Protezione Civile Il Volontariato è preposto a supportare prioritariamente le azioni di contrasto agli incendi d’interfaccia e di soccorso alla popolazione in stretta collaborazione con i D.O.S. e con il personale della Protezione Civile Regionale, i R.O.S. (Responsabili delle Operazioni di Soccorso) del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e dei Sindaci dei Comuni interessati da situazioni emergenziali, in attuazione delle misure contenute nei rispettivi PEC. Apposite convenzioni regolano il concorso delle organizzazioni del volontariato di Protezione Civile definendone i termini e le modalità necessarie per garantire capacità d’intervento operativo, sia in fase di prevenzione che in caso di crisi e di emergenza. Le organizzazioni impegnate sono quelle che, nell’Elenco territoriale della Campania di cui alla DGR 75/2015, hanno ottenuto il riconoscimento del Modulo “Antincendio Boschivo e di Interfaccia” dimostrando di avere i requisiti necessari. I carabinieri forestali In data 2 maggio 2019, la Regione Campania ha sottoscritto con il Ministro per le Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo una apposita convenzione “per l’impiego delle unità Carabinieri Forestali nell’ambito delle materie di competenza regionale”. In particolare, nell’ambito di tale accordo, si evidenziano alcune attività riconducibili alla prevenzione degli incendi boschivi ed altre attività di protezione civile quali il concorso alla prevenzione degli incendi del bosco e la prevenzione dei comportamenti pericolosi in materia d’incendi del bosco e la raccolta ed elaborazione dei dati concernenti le aree percorse da fuoco. Pag. 24 di 57
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