Pianeta Terra, 15 Marzo 2019: Greta Thunberg e 1.600.000 attivisti di "Fridays for Future" hanno marciato per il clima - SCISCIANO NOTIZIE

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Pianeta Terra, 15 Marzo 2019:
Greta Thunberg e 1.600.000
attivisti di “Fridays for
Future” hanno marciato per il
clima
Napoli, 22 Marzo – Una ragazzina svedese, dall’agosto
scorso, sta “mettendo paura” al mondo, quella che lei stessa
sta sentendo. Il suo nome è Greta Thundberg, 16 anni di età
quest’anno. La studentessa ha parlato alla “UN COP24”, cioè
la “24th Conference of the Parties to the United Nations
Framework Convention on Climate Change”, tenutosi dal 2 al
16 dicembre 2018 a Katowice in Polonia, in nome del “Climate
Justice Now”. Qui il suo commovente discorso
https://www.youtube.com/watch?v=oDZWpmYj38U        ,    come
pubblicato il 17 dicembre 2018 da sarasjodin.com .

Greta fa paura, perché punta sull’azione immediata di
ognuno, di singoli ed organizzazioni, apparati e nazioni, di
popoli e culture: ma che sia adesso, Now! Perché non c’è più
tempo da perdere.

Non è allarmismo. Non è esagerazione. Non è propaganda. Il
mondo scientifico con l’ultimo report dell’Ipcc, il
prestigioso organismo scientifico dell’Onu, competente anche
in riscaldamento globale, indica misure tassative da
adottare entro dodici anni affinché l’umanità non attraversi
il punto di non ritorno. Ora bisogna agire. Tutti
responsabilmente.

E, come ha riflettuto Greta, al vertice delle Nazioni Unite
sui cambiamenti climatici, se pochi bambini hanno smosso la
situazione mondiale, «then imagine what we could all do
together if we really wanted to. But to do that, we have to
speak clearly, no matter how uncomfortable that may be” e
quindi “immaginiamo cosa potremmo fare tutti insieme se lo
volessimo davvero. Ma per farlo, dobbiamo parlare
chiaramente, non importa quanto possa essere scomodo».

Il 25 gennaio 2019, nella giornata conclusiva del “World
Economic Forum”, WEF, di Davos in Svizzera, davanti ai
leader di tutto il mondo Greta Thundberg ha affermato:
«Adults keep saying we owe it to the young people, to give
them hope. But I don’t want your hope. I don’t want you to
be hopeful. I want you to panic. I want you to feel the fear
I feel every day. I want you to act. I want you to act as
you would in a crisis. I want you to act as if the house was
on fire, because it is”. Cioè, “gli adulti continuano a dire
che lo dobbiamo ai giovani, per dar loro speranza. Ma non
voglio la vostra speranza. Non voglio che voi siate pieni di
speranza. Io voglio farvi prendere dal panico. Voglio che
voi sentiate la paura che io provo ogni giorno. Voglio che
voi agiate. Voglio che agiate come fareste in caso di crisi.
Voglio che voi agiate come se la casa fosse in fiamme.
Perché lo è».

Lo scorso 21 febbraio all’evento “Civil Society for
rEUnaissance” dell’EESC, European Economic and Social
Committee, Greta ha ancora osservato che «some people say
that we are fighting for our future, but that is not true.
We are not fighting for our future, we are fighting for
everyone’s future. And if you think that we should be in
school instead, then we suggest that you take our place in
the streets striking from your work. Or better yet, join us
so it can speed up the process”. Vale a dire che “alcuni
dicono che stiamo combattendo per il nostro futuro, ma non è
vero. Noi non stiamo combattendo per il nostro futuro, noi
stiamo combattendo per il futuro di tutti. E se pensate che
dovremmo andare a scuola, allora vi suggeriamo di prendere
il nostro posto nelle strade a scioperare. O meglio ancora,
unitevi a noi in modo che si possa accelerare questo
processo».

Ed è per questa urgenza che il 15 marzo 2019, in più di 100
Paesi, percorrendo le strade di circa 1700 città dei cinque
continenti, un milione di scolari e studenti ha marciato in
sintonia con “Fridays for Future”, primo “Global Climate
Strike”, ritrovandosi nella battaglia ambientalista da
Stoccolma a Bruxelles, da Madrid a Parigi, da Roma a
Berlino, da Belfast a Londra, da Bangkok a Città del Capo,
da Shangai a Delhy, da Beirut a Gerusalemme, da Nelson a
Sidney, da Washington a Ottawa, da Helsinky a Mosca, per
la salvaguardia della Nostra Madre Terra.

Un flash visuale è reso nel sintetico video “Students around
the world go on climate strike” del quotidiano inglese, “The
Guardian” nella sua international edition sul web
all’indirizzo
https://www.theguardian.com/environment/video/2019/mar/15/st
udents-around-the-world-go-on-climate-strike-video .

Greta Thunberg, alla sua trentesima settimana di sciopero,
presente al corteo di Stoccolma del 15 marzo 2019, ha
affermato: «We have only been born into this world, we are
going to have to live with this crisis our whole lives. So
will our children and grandchildren and coming generations.
We are not going to accept this. We are striking because we
want a future and we are going to carry on”. Cioè: “Siamo
nati in questo mondo, dovremo convivere con questa crisi per
tutta la vita. Così saranno i nostri figli, i nostri nipoti
e le generazioni future. Non accetteremo questo. Scioperiamo
perché vogliamo un futuro e continueremo farlo». Per lo
stesso motivo anche in Italia, seconda nazione per numero di
adesioni, dopo la Germania e prima degli Stati Uniti sono
state organizzate oltre 180 manifestazioni, al “Fridays for
Future”, da Milano a Torino, da Genova a Roma, da Napoli a
Bari, da Palermo a Cagliari e in tanti altri posti, da Nord
a Sud della penisola.

Per il sociologo Antonio Castaldo di IESUS, Istituto Europeo
di Scienze Umane e Sociali, «Siamo con Greta Thunberg.
L’attività antropica che inquina terra, aria ed acqua,
deforestizza, cementifica ed impermeabilizza sottraendo ogni
anno sempre più suolo agricolo, trovando deleterio alleato
nello stravolto clima sta accelerando il nostro passo verso
la sesta estinzione di massa. Nell’anno 2100, se non si pone
un drastico freno alle emissioni di anidride carbonica,
secondo gli scienziati del Massachusetts Institute of
Technology MIT, nello studio guidato dal professore Daniel
Rothman, verrà superata la “soglia di catastrofe”. La Terra
dunque è sulla via di un irreparabile disastro ecologico. E
per la sola Italia, e soltanto per il dissesto
idrogeologico, i dati dello specifico rapporto ISPRA 2018,
ci dicono che sono a rischio frane: il 2,2% della
Popolazione nazionale 1.281.970 abitanti; l’1,7% delle
industrie e dei servizi, 82.948; il 5,8% dei beni culturali,
11.712; il 3,8% degli edifici, 550.723; il 2,2% delle
famiglie, 538.034. Mentre a rischio alluvioni risultano
essere: il 10,4%, 6.183.364 abitanti; il 12,4%, delle
industrie e dei servizi, 596.254; il 15,3% dei beni
culturali, 31.137; il 9,3% degli edifici, 1.351.578; il
10,8%, delle famiglie 2.648.499.     Per quanto riguarda i
Comuni, su una superficie nazionale di 302.066 Kmq, il 16% è
mappato nelle Classi a maggiore pericolosità».

La straordinaria giornata coordinata da Fridays for the
Future, dello scorso 15 marzo, ha visto marciare oltre
1.600.000 giovani studenti, in più di 300 città di tutti
continenti, che in più di 40 lingue diverse hanno lanciato,
forte e chiaro il messaggio ai leader mondiali affinché si
intervenga subito concretamente per il clima sulla Terra e
per il futuro dei giovani come si legge sul sito.
https://350.org .

Greta Thunberg, dalla sua pagina personale su fb
https://www.facebook.com/gretathunbergsweden/photos/a.733630
957004727/793436521024170/?type=3     così conclude la sua
riflessione all’indomani della grande marcia del 15 marzo:
«We need a whole new way of thinking. The political system
that you have created is all about competition. You cheat
when you can because all that matters is to win. To get
power. That must come to an end. We must stop competing with
each other. We need to start cooperating and sharing the
remaining resources of this planet in a fair way. We need to
start living within the planetary boundaries, focus on
equity and take a few steps back for the sake of all living
species. We are just passing on the words of the science.
Our only demand is that you start listening to it. And then
start acting. So please stop asking your children for the
answers to your own mess”. Vale a dire: «Abbiamo bisogno di
un modo di pensare completamente nuovo. Il sistema politico
creato riguarda la competizione. Puoi imbrogliare quando
puoi perché tutto ciò che conta è vincere. Per ottenere il
potere. Questo deve finire. Dobbiamo smettere di competere
l’uno con l’altro. Dobbiamo iniziare a cooperare e
condividere le risorse rimanenti di questo pianeta in modo
equo. Dobbiamo iniziare a vivere entro i confini planetari,
concentrarci sull’equità e fare qualche passo indietro per
il bene di tutte le specie viventi. Stiamo solo trasmettendo
le parole della scienza. La nostra unica richiesta è che si
inizi ad ascoltarle. E poi si inizi ad agire. Quindi per
favore smettete di chiedere ai vostri figli le risposte ai
vostri stessi sbagli».
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