PERCORSO ZEN Ritrovare il contatto con la natura riscoprire ciò che ogni popolo primitivo intrinsecamente sa e che ogni sciamano insegna da ...

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PERCORSO ZEN Ritrovare il contatto con la natura riscoprire ciò che ogni popolo primitivo intrinsecamente sa e che ogni sciamano insegna da ...
PERCORSO ZEN
    Ritrovare il contatto con la natura
 riscoprire ciò che ogni popolo primitivo
intrinsecamente sa e che ogni sciamano
       insegna da migliaia di anni.
PERCORSO ZEN Ritrovare il contatto con la natura riscoprire ciò che ogni popolo primitivo intrinsecamente sa e che ogni sciamano insegna da ...
PROGETTO REALIZZATO DA:
           Raffaele Bonaspetti
proprietario Agriturismo Dimora Bolsone
    anno 2020 - Tutti i diritti riservati
PERCORSO ZEN Ritrovare il contatto con la natura riscoprire ciò che ogni popolo primitivo intrinsecamente sa e che ogni sciamano insegna da ...
Tutti sappiamo che passeggiare a piedi fa
bene al corpo, ma allo spirito?
Si, per lo spirito dovrebbe essere ancora
più importante, ma spesso così non è.

Camminare deve essere un piacere, dare
benessere e salute sia al fisico che allo
spirito, con questo desiderio abbiamo
creato un percorso che si prefigge tutto
questo, il primo passo è riprendere a
camminare a piedi scalzi, come faceva-
mo da bambini.

I benefici che ne trarremo sono molti ma
il primo sarà quello di ritrovare le sensa-
zioni dimenticate che il nostro organi-
smo riconoscerà come naturali, quindi
sane.

L’importante però è che tutte le nostre
attività, tutto ciò che faremo, si svolga in
piena consapevolezza. Camminare pre-
stando attenzione alla forma del terreno,
alla sua natura, erba, terra, foglie, sassi,
acqua, umidità, temperatura, fango, mu-
schio, sarà una esperienza nuova, tutta
da scoprire.

Corpo e mente sono indissolubili, ciò che
fa bene all’uno dovrebbe far bene anche
all’altro ma purtroppo a volte non è cosi,
noi desideriamo che invece lo sia. E’ sor-
prendente quante sensazioni la pianta
dei piedi è in grado di captare, a piedi
scalzi si scoprirà un’esplosione di sensi.

Prova a fermarti e godere ciò che ti circon-
da, il canto di un uccello, il rumore di una
piccola cascata, la brezza, il tepore del
sole, la fuga di una lucertola, ascoltare i
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rumori del silenzio, prova ad immaginar-
ti senza corpo, sei in un luogo dove non ci
sei, nessuno ti vede, nessuno ti può
vedere neanche te stesso, sei in assoluto
silenzio, sei senza corpo, ti guardi in giro,
vedrai quante cose potrai osservare, ti
sentirai in un mondo nuovo, sconosciu-
to, noterai e vedrai piccole cose scono-
sciute che non avevi mai notato, che
nemmeno immaginavi, insomma che
forse avevi guardato cento volte ma mai
viste.

Poi, per uscire, comincia a guardarti le
mani, i piedi scalzi e, mano a mano, usci-
rai dalla tua piccola trance per riprende-
re lentamente e delicatamente il tuo
viaggio.

Potrai meditare o meglio, svuotare la tua
mente.

Non sarà facile ma con un po’ di eserci-
zio potrai riuscirci, potrai concentrarti
su ciò che ti circonda, ascoltare i loro
suoni, i tuoi piedi che avanzano lenta-
mente, ti potrai guardare a proseguire
come se tu fossi un altro te stesso, grada-
tamente, lentamente potrai riuscirci.

Al tuo “risveglio” proverai una leggera
sensazione di ebrezza come se tu avessi
bevuto un calice di natura senza alcool.
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Dal libro “CAMMINARE A PIEDI NUDI”
                         di Philippe Lahille
             “Lo shinrin-yoku o bagno nella foresta”

I giapponesi si dedicano sempre più a questa terapia e il concetto si
sta sviluppando anche presso di noi. Si tratta di immergersi nei
boschi, di ritrovare il contatto con la natura e gli alberi, di comunica-
re ed essere in comunione con loro, di abbracciarli per percepirne la
presenza e captarne l’energia e anche di camminare a piedi nudi per
riconnettersi con la terra e radicarsi in essa. Accarezzare la corteccia,
toccare il muschio, sentire l’humus, ascoltare gli uccelli o il silenzio,
inalare l’aria carica di un ossigeno del tutto nuovo, appena prodotto
dagli alberi e mai respirato da nessun altro. Ascoltare il fremito delle
foglie nel vento.

Perché questa immersione nei boschi è tanto benefica e ricercata?
Il bosco è la nostra casa, la nostra dimora primigenia, il nostro bioto-
po primordiale in quanto cugini delle grandi scimmie. Noi provenia-
mo dalla foresta. Ciascuna delle nostre cellule serba il ricordo di
questa origine. Sebbene in seguito abbiamo lasciato la foresta per la
savana, la savana per il cemento, il ricordo della foresta permane in
noi e continua a ossessionarci… talvolta fino a incuterci paura di
quanto ce ne siamo allontanati.

Queste occasioni sono veri e propri ritorni alle origini, nel senso pri-
mario del termine. Abbiamo dimenticato di poter comunicare con gli
animali e con gli alberi. Eppure da alcuni decenni vengono condotte
numerose ricerche scientifiche sulla sensibilità e sulle comunicazioni
delle piante. Crediamo di scoprire, ma non facciamo altro che risco-
prire ciò che ogni popolo primitivo intrinsecamente sa e che ogni
sciamano insegna da migliaia di anni.
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ACQUA E FANGO
Lungo il percorso troverete un ruscel-    Arrivati al ruscello se avete le scarpe
lo, è il ruscello dell'Acqua Pazza. Il    toglietele ed entrate nell'acqua o im-
nome gli fu dato da Gabriele D'An-        mergetevi i piedi seduti sul bordo,
nunzio il noto poeta che visse qui a      godrete dell'acqua pura del ruscello, si
Gardone nel suo Vittoriale.               pura perché nasce appena sopra il
                                          luogo dove siete, all'interno della
Il nome del ruscello gli venne attribu-   nostra proprietà.
ito perché il corso d'acqua scende
libero e vigoroso con cascate e casca-    Poco sotto troverete due piccoli
telle, mai imbrigliato, ciò in contrap-   laghetti colmi di fango argilloso,
posizione all'altro ruscello, chiamato    entrate, sguazzare nel fango rappre-
dell'Acqua Saggia, che pure attraver-     senta la trasgressione suprema. E'
sa Bolsone, che all'interno del Vitto-    sporco, disgustoso, la melma penetra
riale da vita alle numerose fontane       fra le dita, ricopre il collo del piede.
con zampilli e giochi d'acqua, insom-
ma un ruscello di acqua “addomesti-       Quando si estrae il piede dal fango il
cata” che D'Annunzio chiamò Saggia        rumore di suzione che si sente è terri-
in contrapposizione a quella Pazza        bile e poi i piedi diventano neri, è una
nella quale state ora immergendo i        cosa fantastica da praticare senza
piedi.                                    alcuna remora. E' il bambino che sal-
                                          tava a piedi nudi nelle pozzanghere
                                          che rinasce in noi. Nel ruscello che
                                          forma il laghetto potrete risciacquarvi
                                          dopo l'esperienza.
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SDRAIARSI
                   E ASPETTARE

Quanto tempo è che non vi sdraiate sull'erba,
schiena al suolo occhi al cielo?
Anche se l'avete fatto di recente rifatelo con la
consapevolezza che il nostro mondo è unico e
dobbiamo tutelarlo, che ogni luogo è diverso ma
che siamo indissolubilmente legati.

Girate il viso. Annusate il profumo della terra,
provate l'esperienza di vedere il mondo da una
angolazione diversa, dall'altezza dell'erba, si
tratta di un punto di vista completamente diver-
so da quello che siamo abituati a vedere tutti i
giorni, ma il mondo è sempre quello, è quello dei
piccoli, è sempre lo stesso mondo che ci contiene
tutti!
Guardate il cielo, le chiome delle piante, le
nuvole con la loro forma e direzione. Respirate
profondamente e, perché no? Esprimete un desi-
derio. Potete anche masticare un filo d'erba e
sentirne il sapore e, se è un po' rigido, pulirvi i
denti. Gioia pura.
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LUOGHI E PIANTE
MAGICI
Durante il percorso incontrerete            Alle centinaia di migliaia, se non mi-
luoghi simbolo, carichi di sacralità e      lioni, di foglie che la pianta nutre rego-
di forza, con po' di esercizio impare-      larmente, ma le piante comunicano,
rete a percepirla.                          percepiscono i colori, sentono se le
Ho chiamato nel titolo questi luoghi        toccate, risolvono problemi, i loro pro-
magici ma di magico in realtà non vi        blemi naturalmente, e sono la nostra
è nulla.                                    fonte di vita sia per l'ossigeno come
Le piante sono un concentrato di            per il nutrimento.
energia, pensate alla forza necessaria
per far arrivare la linfa che parte dalle   Non voglio qui dilungarmi su questo
radici sino alla punta di un cipresso       argomento che ci porterebbe molto
alto 40mt, per non parlare delle            lontano, ma, se volete, potremo seder-
sequoie che possono superare i              ci all'ombra di una pianta e parlarne.
100mt.
                                            Ritornando a noi i luoghi di cui voglio
                                            parlarvi sono due e due le piante.

                                            Potrete trovarne anche voi sia di
                                            luoghi come di piante ed eleggerli a
                                            luogo o pianta sacre personale. Sia i
                                            luoghi come le piante di cui vi parlerò
                                            verranno indicati con segnali di colore
                                            diverso.
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Il primo riguarda una pianta di carrubo
                                          che si trova al centro della sosta che
                                          porta il suo nome.

                                          La pianta fa scendere i suoi rami sino a
                                          terra, entra e cerca la sua protezione,
                                          appoggiate con la schiena al suo tronco,
                                          rilassati, socchiudi gli occhi e fatti avvol-
                                          gere dal senso di pace che la pianta di da,
                                          non vergognarti, svuotati da tutto, all'in-
                                          terno delle sue verdi braccia nessuno ti
                                          vedrà, quando uscirai ti girerà un po' la
                                          testa, a me fa questo effetto.

                                          Una curiosità. Sapevi che i semi delle car-
                                          rube (i frutti del carrubo, buoni e dolci da
                                          mangiare) hanno tutti lo stesso peso
                                          anche se di diverse dimensioni ed erano
                                          stati presi quali unità di misura del carato
Li vicino, al centro del Piano delle      (diamante) al quale hanno dato il nome?
Streghe, esiste un bellissimo bian-
cospino, quando fiorisce a maggio è
una grande palla di neve, i fiori poi
si trasformano in piccole bacche
rosse, cibo diletto degli uccelli.

Per me è una pianta molto impor-
tante, la conosco sin da quando era
piccola e l'ho protetta contro i denti
di una ruspa.

Anche questa pianta porta i rami
sino a tera in segno di protezione
per chi si avventura sotto le sue
chiome, è bellissimo stare li sotto,
seduti, schiena contro il tronco, l'ef-
fetto è quello descritto per il carru-
bo, ma se avrete la fortuna di starci
in maggio quando è tutto fiorito
proverete una sensazione che non
dimenticherete mai.
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Una piccola curiosità. La nostra pianta è
un biancospino, bianco per il colore dei
suoi fiori e spino per le acute spine che
porta sui rami, ma la nostra pianta è una
pianta gentile, si carica di innumerevoli
fiori bianchi ma i suoi rami non portano
spine.

Appena sopra il Piano delle Streghe vi è il
Boschetto dei Cipressi, il luogo più sacro
di Bolsone, difficile descriverlo, va vissu-
to. Si tratta di un piccolo dosso circonda-
to da annosi cipressi, qualcuno certa-
mente lo ha creato, non so chi, ma per
me è sempre stato così. I cipressi svetta-
no alti nel cielo e creano un tondo attor-
no al dosso. Regna sempre un delizioso
fresco, anche nei giorni più caldi, in ciò
favorito dalla leggera brezza che si inca-
nala nella valletta.

I colori sono molto belli, vanno dal verde
scuro dei cipressi che si stagliano nell'az-
zurro del cielo, dal morbido muschio sul
terreno ai cento colori dello scotano
nella sua veste autunnale, ma non è per
le pur magnifiche tonalità di verde che
questo luogo è magico ma per la sensa-
zione di pace che vi aleggia, e la si perce-
pisce, entra nella pelle e acqueta lo spiri-
to, sembra un luogo silenzioso ma non lo
è, il rumore dell'acqua che scorre, il
canto sommesso degli uccelli, un luogo
“speciale” che affascina, che ti prende, ti
tranquillizza. Qui intorno riposano tutti
i miei animali. E un giorno... Una corte-
sia, se sarete li con amici state in silenzio
o parlate a bassa voce, il luogo ve ne sarà
grato e vi ricompenserà parlandovi.
Più in basso, seguendo la dorsale in dire-
zione del lago, nascosto sotto un agglo-
merato di sassi murati nell'argilla ricor-
do di una morena del ghiacciaio che ha
formato il Lago di Garda vi è un covo che
è stato riparo di un eremita, si vedono
ancora i muri che delimitavano la picco-
la abitazione.

Il luogo si trova nascosto in un bosco di
latifoglie sopra i due laghetti, il rumore
delle piccole cascate fa da contorno.
LUOGHI E PIANTE
  MAGICI

Durante il percorso potrete fermarvi e
fare alcuni esercizi di stretching, ve ne
suggeriamo due, ma ovviamente ve ne
sono molti altri, appoggiatevi alla vostra
esperienza in materia.

Poggia l'avampiede su di una piccola
protuberanza (un ramo a terra, una
pietra o semplicemente la pendenza del
suolo) in modo che la parte anteriore
del piede sia rialzata. Chinati in avanti
cercando il più possibile di toccare con
le mani le dita dei piedi.

Siedi davanti a un albero con i piedi ben
appoggiati al tronco e inclina il busto in
avanti fino a toccarli. Ripeti questo mo-
vimento per dieci/venti volte.
IL PERCORSO
Il nostro percorso sarà evidenziato con
riquadri di legno colorati, verde per il per-
corso vero e proprio, marrone per i luoghi o
le piante di cui abbiamo parlato, ovvia-
mente nulla impedisce le “trasgressioni”
personali uscendo dal percorso proposto.
Lungo i ruscelli potrete mettere i vostri
piedi in acqua dove volete, i laghetti di
fango sono facilmente riconoscibili.

E PER FINIRE
Nelle uscite si possono alternare cammi-
nate con le scarpe o a piedi nudi, sarete voi
a valutare.
Quando toglierete le scarpe iniziate a
passo lento su terreni facili facendo atten-
zione al suolo e alle sue asperità, non stra-
fate, avvertirete le prime sensazioni, la
madre terra comincerà a parlarvi. In caso
di piedi doloranti a casa una bacinella di
acqua calda con una manciata di sale
grosso sarà la migliore soluzione.
OGNUNO DI NOI FA PARTE DELLA NATURA.
CHI NON RISPETTA LA NATURA NON RISPETTA SE STESSO!
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