CAMBIA L'ITALIA, CAMBIA LA SCUOLA - LE RIFORME E IL PIERALLI
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CAMBIA L’ITALIA, CAMBIA LA SCUOLA LE RIFORME E IL PIERALLI
LA QUESTIONE Lo sviluppo della scuola nell’età contemporanea è frutto non solo dell’opera di pedagogisti, educatori e innovatori che apprendono e diffondono pratiche via via più efficaci, ma scaturisce anche da una progressiva maturazione dell’intervento amministrativo e normativo delle Stato che a partire dal XVIII secolo comincia a considerare quello scolastico come un settore strategico sia per la crescita economica e civile, sia per un miglior controllo sociale e politico.
LO SCENARIO La storia della scuola superiore italiana va letta attraverso le vicende che a partire dall’Unità portano allo sforzo delle prime classi dirigenti di servirsi della scuola per abbattere il tasso di analfabetismo e realizzare così progressivamente un’effettiva unificazione sociale ed economica del Paese. A questo aspetto si sovrappone quello relativo al rapporto tra scuola di base e questione sociale.
IL CONTESTO STORICO Storicamente l’Italia sta vivendo la nuova fase post- unitaria: sotto il profilo scolastico il problema maggiore consiste nel fornire agli Italiani un grado minimo di istruzione e di coscienza civile, per porli in condizione di partecipare consapevolmente alla vita del Paese.
IL PRIMO CENSIMENTO Il primo censimento post-unitario (1861) testimonia che l’Italia ha un tasso globale di analfabetismo pari al 75%, un dato simile a quello della Francia di un secolo prima. A monte di questa situazione, che presenta ampie differenze a tutto svantaggio del Centro-Sud, delle campagne e delle donne, è rintracciabile la scarsa diffusione dell’istruzione elementare, frutto di una politica dell’educazione precedentemente indirizzata soprattutto agli ordini superiori.
IL PRIMO INTERVENTO LEGISLATIVO Il primo intervento legislativo sulla scuola italiana è costituito dall’estensione al Regno d’Italia del decreto promulgato per il solo Regno di Sardegna il 13 novembre 1859, su iniziativa del Ministro dell’Istruzione Gabrio Casati. Esteso a tutto il territorio nazionale parallelamente al progredire del processo di unificazione, tale decreto viene redatto nella consapevolezza di dovervi presto apportare delle modifiche, alla luce delle molteplici caratteristiche che differenziano le Regioni d’Italia. Ciò in realtà non avviene, e la Legge Casati resterà fino al 1923 il provvedimento fondamentale di ordinamento della scuola italiana.
LA PATENTE DI IDONEITA’ Per quanto riguarda i diversi ordini di scuola, la Legge Casati stabilisce l’obbligatorietà e gratuità dell’istruzione elementare di due gradi, inferiore e superiore, mentre per quanto concerne il maestro, si stabilisce che >, redatti a cura delle amministrazioni comunali: viene così istituita una “scuola normale” per abilitare all’insegnamento, che al termine dell’iter formativo teorico prevede un periodo di tirocinio.
LA NOSTRA SCUOLA E LA RIFORMA CASATI La nostra scuola può considerarsi una trasformazione delle scuole di Metodo, che esistevano anche nel Lombardo-Veneto. Con il Decreto 20 giugno 1858 n. 2878 tali Scuole si chiamarono Scuole Normali, vero e proprio corso di studi, denominazione presa dalla legislazione francese. Il 13 marzo 1859 la Legge Casati dispose che si istituissero nove Scuole Normali in Italia, tre nei vecchi Stati Sardi e sei nelle altre Provincie di recente annesse allo Stato Italiano.
LA SCUOLA NORMALE DI PERUGIA Il 10 novembre 1860 il Marchese G. Napoleone Pepoli, Commissario Generale per l'Umbria, emanò il Decreto n. 151 in forza del quale venivano istituite in Perugia una Scuola Normale Maschile ed una Femminile. Le due Scuole erano ufficialmente fondate, ma iniziarono a funzionare regolarmente nell'anno 1861-62. L’istruzione non poteva essere né un privilegio, né un beneficio ma un diritto inalienabile destinato a combattere la superstizione, l’ignoranza e l’analfabetismo(87%).
La Direzione della Scuola Normale Maschile fu affidata al Prof. Giovanni Pennacchi. Il Prof. Cecchini, Ispettore degli studi primari per l'Umbria, in data 26 ottobre 1861 portava a conoscenza del popolo le norme di iscrizione alle due Scuole e la data di inizio del loro funzionamento.
CONVITTO SCOLASTICO MASCHILE E FEMMINILE Nello stesso atto di notificazione si aggiunge che il Consiglio Provinciale ed il Comune di Perugia istituiscono, inerenti alla Scuola Maschile ed alla Scuola Femminile, due Convitti in cui, dietro la retribuzione di venticinque lire mensili, vengono accolti, secondo le norme enunciate nel Capo XVII del Regolamento sulle Scuole Normali 24 giugno 1860, quegli alunni e quelle alunne che “amassero di profittarne”. Nel primo anno è pronto il solo Convitto Femminile e nel successivo verrà aperto anche il Convitto Maschile.
IL CORSO DI STUDI Il corso per gli aspiranti maschi e per le aspiranti femmine consisteva in tre anni per chi desiderasse insegnare in ambo i gradi dell'istruzione elementare, cioè nel grado inferiore ed in quello superiore; in due anni per coloro che desiderassero insegnare nel solo primo grado dell'istruzione elementare, cioè nel grado inferiore, 1a e 2a classe, programmi A e B annessi al regolamento 15 settembre 1860.
LA SCUOLA NORMALE MASCHILE La Scuola Normale Maschile fu sistemata nei locali del Convento di San Domenico ed iniziò il suo funzionamento nell'anno scolastico 1861-62 con una sola classe, comprendente dieci alunni.
LA SCUOLA NORMALE FEMMINILE La Scuola Normale Femminile ebbe nella sede nell'ex- convento di Santo Spirito, in via del Parione, sede ora del Liceo Linguistico. Dagli atti rinvenuti nell'Archivio, il Comune di Perugia, prima di valersi del diritto di proprietà, sembra che pagasse l'affitto annuo di scudi ottantaquattro e cinquantanove baiocchi. La Scuola occupò il piano posto sotto al livello stradale e cioè quello dove è oggi l'Aula Magna, mentre il piano terreno ed il primo piano, cioè i due piani superiori, furono occupati dall'annesso Convitto.
IL TIROCINIO Il 2 luglio 1864, poi, il Direttore della Scuola Normale Femminile avanzò al Comune la richiesta di annettere una Scuola Elementare per gli esercizi pedagogici, pratici, cioè una Scuola Elementare di Tirocinio. Nel novembre la proposta fu accolta dal Consiglio Comunale e nel maggio 1865 fu affisso il manifesto riguardante tale istituzione. Così con l'anno 1865-66 la Scuola Elementare iniziò il suo funzionamento.
SCUOLA E COSCIENZA CIVICA La cronistoria dell'Istituto accenna in detto anno agli eroismi dei giovani, che lasciano le aule scolastiche e come volontari si recano a combattere contro gli Austriaci per la redenzione nazionale. Nei registri di classe figurano scritte frasi semplici, ma di grande significato morale: «L'allievo lascia la Scuola e parte fra i volontari a combattere il nemico secolare dell'Italia».
In mancanza della Scuola di Tirocinio a San Severo, venivano condotti nell'Istituto gli allievi delle Scuole Elementari per assistere alle lezioni. I più assidui fra questi uditori erano premiati con libretti di risparmio. Ciò ebbe termine nel 1880,quando il Comune istituì presso la Scuola, quella elementare di Tirocinio e il Preside ne diventava il Direttore.
ASSUNTA PIERALLI Con Decreto del 4 gennaio 1891 la Scuola Normale Femminile venne intitolata al nome di Assunta Pieralli, la poetessa nata a Lippiano nel 1807 e morta a Perugia nel 1865. Con decreto del 5 febbraio 1892 anche la Scuola Normale Maschile ebbe la sua denominazione e venne intitolata a Ignazio Danti, matematico e astronomo domenicano (Perugia 1536 – Alatri 1586)
IL GIARDINO D'INFANZIA Nel 1891-92 fu fondato il Giardino d'Infanzia, al quale potevano essere iscritti non più di quaranta bambini. Il sistema educativo si rifaceva nel nome e nel metodo a quello di Froebel.
CORSO SPECIALE PER MAESTRI E DIRETTRICI DEI GIARDINI D’INFANZIA Nel 1892-93, dopo la fondazione del Giardino d'Infanzia, fu istituito pure nella Scuola Normale un Corso speciale per Maestri e Direttrici dei Giardini d'Infanzia.
LA SCUOLA COMPLEMENTARE Nel 1896-97, in seguito alla Legge 12 luglio 1896 n. 293, ebbe inizio la Scuola Complementare triennale in sostituzione del Corso Preparatorio triennale. Naturalmente la Scuola Complementare ebbe un ordinamento e programmi meglio rispondenti ai fini che si proponeva. Il ventesimo secolo trovò le due Scuole, quella Maschile e quella Femminile, ben organizzate e funzionali.
“LA MANCATA RIFORMA CREDARO” Il Governo, che si era impegnato a presentare un disegno di legge sulle Scuole Normali non corrispose all'impegno e solo nel 1911 il Ministro Credaro si occupò della Riforma, che richiese due anni e mezzo di lavoro. Il progetto di Riforma fu presentato al Senato il 26 febbraio 1914, ma la caduta del Ministero e poi la prima guerra mondiale impedirono che il progetto diventasse legge. Inoltre, con legge 21 luglio 1911 n. 861 furono creati alcuni corsi magistrali di due anni in aggiunta ai ginnasi isolati (scuole con tre anni di ginnasio ma che non avevano il quarto e il quinto). Essi, però, furono soppressi nel 1923 con la Riforma Gentile.
LA GUERRA 1915-18 Quando nel 1915 fu dichiarata dall'Italia la guerra all'Austria, molti giovani lasciarono i banchi della Scuola per servire la Patria e così fecero pure gli studenti della Scuola Normale Maschile ed i docenti giovani delle due scuole. Negli anni 1916-17-18-19 da cinquantatré iscritti si passò a venticinque e poi a sette e sei alunni.
LA RIFORMA GENTILE Superata la bufera della guerra, le due Scuole, Normale maschile e Normale femminile, ripresero il loro regolare funzionamento. Con la Riforma Gentile iniziò la loro trasformazione nell'Istituto Magistrale misto, articolato nel corso inferiore di quattro anni (grado preparatorio paragonabile alla nostra scuola media) ed in quello superiore di tre anni. Fu soppresso il tirocinio e con esso le scuole elementari, annesse a questo scopo all'Istituto.
NASCE L’ISTITUTO MAGISTRALE Con il Decreto 6 maggio 1925 n. 1054 (titolo 1 - Capo V) la Scuola Complementare e la Scuola Normale dettero origine all'Istituto Magistrale. La Riforma dette luogo all'introduzione nei programmi di insegnamento della lingua latina sul modello gentiliano del Liceo Classico con l’assorbimento della pedagogia e la centralità della filosofia.
Le materie di insegnamento furono: filosofia e pedagogia, lingua italiana, storia, matematica e fisica, scienze naturali, chimica, geografia ed igiene, disegno, musica e canto, strumento musicale (facoltativo): violino, harmonium, pianoforte. Nel corso inferiore la lingua francese poté essere sostituita anche dall'inglese, dal tedesco o dallo spagnolo, a seconda delle sedi.
La Pedagogia venne inquadrata nella Filosofia: infatti i problemi didattici e quelli dell'educazione morale si ritennero «non proponibili e risolvibili altrimenti che in sede filosoficaa. La Riforma mise inoltre il Latino a disposizione di tutti, dal momento che sulla cultura latina era fondata anche la nostra.
LA GUERRA 1940-45 Con lo scoppio della 2a guerra mondiale i locali furono requisiti quasi tutti per ospitare gli internati, gli ebrei, i cinesi, gli slavi, ecc.. Il 13 giugno 1944, in seguito ad un bombardamento aereo, qualche bomba esplose a pochissimi metri dall’Istituto. Nella settimana a seguire conflitti a fuoco si svolsero nell’istituto e nelle sue vicinanze. Nonostante ciò la scuola forse più torturata di Perugia durante la guerra è riuscita a salvare, più di tutte le altre, il materiale didattico, scientifico, bibliografico e di arredamento.
IL PRESIDE CAPPUCCILLI Infatti il Preside Cappuccilli fece costruire dei divisori in muratura fra i locali occupati e i pochissimi liberi. In seguito dispose che tutto il materiale scientifico, bibliografico, circa settecento banchi, quaranta cattedre, una quarantina di lavagne fosse riunito nell'Aula Magna fecendone murare tutti gli ingressi. Evitò così che detto materiale fosse bruciato, o in ogni modo distrutto, o venduto dagli occupanti.
I PROGRAMMI DEL 1945 Con la collaborazione degli Alleati, concretatasi nella persona di Carlton Washburne allievo di John Dewey, facente parte della commissione istituita dal ministro Guido De Ruggiero il 28 luglio 1944, nascono i programmi del 1945 (D.M. del 9 febbraio n.459 e D.L.gt 24 maggio n.549) per la scuola elementare ed anche materna. Il fine della scuola fu posto " nel rifare la coscienza e l'anima delle nuove generazioni", associando le forze della cultura a quelle del lavoro in senso attivistico e preparando i ragazzi alla vita civile.
CAMBIA LA SOCIETA’ CAMBIA LA SCUOLA Esiste nella società una domanda di formazione rivolta al sociale e alla comprensione delle differenze individuali. Le discipline delle Scienze Umane acquistano una connotazione non solo professionalizzante.
CIRCOLARE MINISTERIALE 11 FEBBRAIO 1991, N. 27 OGGETTO: SPERIMENTAZIONI AD INDIRIZZO LINGUISITICO E PEDAGOGICO
La crescente espansione delle domande sia di sperimentazioni globali che parziali ha indotto il Ministero a promuovere un vasto confronto con tutte le scuole coinvolte nei processi di innovazione, al fine di enucleare - attraverso successivi momenti di verifica - gli equilibri curricolari ed organizzativi ottimali per ciascun tipo di sperimentazione.
DAL MAGISTRALE AL LICEO L'istituto magistrale e la scuola magistrale aggiorna attraverso venti anni di sperimentazioni e didattiche curricolari i contenuti e promuove nel contempo una prospettiva più aperta alle scienze umane e sociali. Il curricolo diventa quinquennale e apre l’accesso a tutte le facoltà universitarie.
LE SPERIMENTAZIONI CURRICOLARI La maxisperimentazione è stata attivata dall’anno scolastico 1988/89 con tre indirizzi: Psico-pedagogico,linguistico e pedagogico musicale. Si è trattato di una trasformazione strutturale con reimpostazione epistemologica delle materie di studio gia’ presenti e l’introduzione di nuove.
L’elemento caratterizzante è l’attenzione alla dimensione della metodologia della ricerca. Da sottolineare l’introduzione di aree progettuali fondate sulla didattica laboratoriale (NUCLEI OPERATIVI) con compiti di realtà.
DECRETO INTERMINISTERIALE 10 MARZO 1997 Ha soppresso il corso di studi ordinario dell’Istituto e della Scuola Magistrale. Ha previsto l’istituzione sperimentale di una nuova tipologia di istituto di istruzione secondaria di secondo grado. NUOVI ISTITUTI LICEO DELLE SCIENZE SOCIALI LICEO DELLE SCIENZE DELLA FORMAZIONE
LE SCIENZE SOCIALI Il Liceo delle Scienze Sociali è una Sperimentazione avviata dal Ministero della Pubblica Istruzione, con l'idea di creare un indirizzo di scuola secondaria centrato sullo studio della società. L’Italia si uniforma allo standard della formazione europea che prevede già un corso di Social studies. Si rivolge a studenti che intendono accedere ad una formazione culturale centrata sullo studio della contemporaneità, da completare in ambito universitario.
Il curricolo degli studi ha impianto scientifico e ha come caratterizzanti gli insegnamenti di: Antropologia culturale, Diritto, Economia, Psicologia, Sociologia, Statistica. Insieme alle altre discipline, il percorso di studi mira alla formazione di cittadini consapevoli di sé e del pluralismo culturale che segna le società complesse dei nostri giorni. Attività curricolare specifica è –nel triennio conclusivo- la frequenza di periodi di stage formativo, organizzati a contatto e in collaborazione con organismi che operano nel territorio in attività e con competenze professionali affini all’indirizzo.
In sintesi ecco le novità rispetto alla sperimentazione del corso Psicopedagogico: - eliminazione della lingua LATINA e introduzione della seconda lingua - introduzione di DIRITTO ed ECONOMIA in tutto il quinquennio - forte presenza della materia di indirizzo: le scienze sociali - le compresenze: storia-diritto, diritto-scienze sociali, scienze naturali, scienze sociali, linguaggi multimediali – italiano
LICEO DELLE SCIENZE DELLA FORMAZIONE Questo corso di cinque anni, in continuità con il ruolo culturale e formativo che l’Istituto Magistrale ha rappresentato nella scuola italiana, sviluppa competenze nel campo della formazione assicurando una preparazione culturale equilibrata tra le aree umanistica, scientifica ed artistico – espressiva. A tale scopo, accanto ad un’Area di equivalenza con discipline comuni a tutti i bienni delle scuole secondarie superiori, è prevista un’Area di indirizzo specifica che propone sia discipline esplicitamente caratterizzanti pedagogia e psicologia, sia formative in senso lato sul piano della comunicazione (arte, musica) e dell’appartenenza culturale (latino).
Sia nel biennio che nel triennio sono previste ore di codocenza per garantire una migliore integrazione disciplinare. Attività curricolare specifica sono nel triennio conclusivo i progetti-stages che hanno avuto lo scopo di favorire lo sviluppo delle competenze specifiche dell’indirizzo nei settori della formazione.
In particolare i progetti-stages hanno lo scopo di consentire l’osservazione dei luoghi di lavoro visitati, di favorire una riflessione su se stessi, sulle proprie capacità e propensioni oltre ad avere la possibilità di verificare le proprie capacità relazionali, sociali e comunicative, indispensabili per la gestione delle relazioni nei settori della formazione, nelle situazioni di aiuto, di confronto e di collaborazione. Da qui emerge l’importanza dello stage come momento di orientamento ed auto-orientamento.
IL LICEO LINGUISTICO - Nato nel 199/91 come corso sperimentale ad orientamento liceale - Prosegue nell’anno 1995/96 come Circ. 27/91 - Diventa Liceo Con la Riforma Gelmini nell’anno 2010/11
LE FINALITA’ l’acquisizione di competenze linguistico-comunicative di livello medio-alto la formazione degli studenti come cittadini d’Europa il recupero delle radici storiche europee l’apertura e il confronto critico con le culture di cui si studia la lingua l’acquisizione di un metodo di studio liceale, inteso come interazione pluridisciplinare
IL LICEO È CARATTERIZZATO DA: presenza tra le discipline di tre lingue comunitarie significative, compresenza di docenti di madrelingua soggiorni linguistici e scambi di classi progetti per il potenziamento delle lingue oggetto di studio
Il Liceo Linguistico consente di proseguire gli studi in tutti i settori, in particolare permette di accedere: alle professioni della comunicazione: interpreti, traduttori, mediatori culturali alle professioni del turismo: tour operator, mediatori commerciali, organizzatori di eventi alle professioni della formazione: insegnanti di lingue nelle diverse specializzazioni
CAMBIA LA SCUOLA CAMBIA IL PIERALLI Antichi maestri Nuove professioni “Buon compleanno Pieralli!”
ANNO SCOLASTICO 2011/2012 CLASSE 5 F ALESSANDRA POLIDORI MATTIA TOSCANO
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