Open Source e ricostruzione archeologica: l'eseprienza del Cineca per il progetto Museo della Città

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Open Source e ricostruzione archeologica: l'eseprienza del Cineca per il progetto Museo della Città
Open Source e ricostruzione archeologica: l'eseprienza del
                            Cineca per il progetto Museo della Città

                                                  Micaela Spigarolo, Antonella Guidazzoli

                                                     spigarol@cs.unibo.it, a.guidazzoli@cineca.it

Copyright © 2011 Micaela Spigarolo
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Open Source e ricostruzione archeologica: l'eseprienza del Cineca per il progetto Museo della Città
CH e nuove tecnologie

                                         Interattività
                       L'utente e' reso protagonista di una personale esperienza

                                         Cultural Heritage

                                 Logica del data base (Manovich)
        Nuove vie di condivisione del sapere secondo un modello sempre più affine a
               quello di produzione e distribuzione del software open source

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CH e nuove tecnologie

                       PASSAGGIO DAL FILOLOGICO ALL'EMOZIONALE
                         DEMOCRATIZZAZIONE DELL'OPERA D'ARTE

                                Modellazione 3D
                            Agevola la comprensione del messaggio
                           appartenente a ciascuna opera d'arte in quanto
                           segno;
                            Si rende oggetto di scambio e studio

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Musei nella Città
                                     www.genusbononiae.it

      Riunire in un percorso interculturale comune (artistico e museale) alcuni edifici del centro
                     storico di Bologna, restaurati e recuperati all’uso pubblico.

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Il progetto MDC
                                          Museo della Città
                                      Cortometraggio 3D stereoscopico
                       Impiego di ricostruzioni 3D filologicamente corrette per
                             raccontare il `big bang' della storia di Bologna

                            C om
                                 it
                           scien ato
                                tifico

                              20
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Sfida comunicativa

  Numerosi i modelli di cui era gia' in possessa il Cineca, frutto di precedenti
  collaborazioni con l'Universita', ma anche con CNR Itabc, il settore Cultura del
  comune e i Musei civici.

                         Tessere intorno a queste ricostruzioni una narrazione che fungesse da
                            espediente per trasmettere allo spettatore il contenuto culturale

                                                                       massimo
                                      minimo                        apprendimento
                                       sforzo                        significativo
                                     cognitivo

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Sfida comunicativa

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Sfida implementativa
            Gestione della pipeline tradizionale di produzione di un cortometraggio 3D

     ➢ Selezionare il software piu' indicato e farlo dialogare

✔ Prodotti generati dalle varie fasi di produzione della pipeline
✔ Modelli eterogenei gia' in possesso del Cineca

      ➢ Realizzare strumenti di dialogo e collaborazione per
      coordinare le maestranze esterne
                          Consentire l'implementazione degli asset (qualsaisi elemento
 ✔ www.lilliwood.eu                      costituente uno scenario 3D) con il software più consono alle
 ✔ www.sparkde.com                       esigenze specifiche dell'IT interna all'azienda astraendo,
                                         invece, a più alto livello le fasi della pipeline di produzione.

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Sfida implementativa
                                        specifiche di progetto

       ➢ Integrare la gestione dei vincoli filologici nel processo di
        produzione della pipeline tradizionale di un filmato 3D;

               AMBIENTAZIONI          = ricostruzioni filologiche supportate dalle fonti

                       Stretto contatto con                           Continuo feedback
                            gli STORICI                                 degli esperti

       ➢ Determinare un modalità di produzione dei modelli volta al
        riutilizzo

                                              uno stesso modello puo' essere impiegato per numerose
               Esperienze                      differenti esperienze a seconda dello specifico messaggio
             MEANING-DRIVEN                    connesso all'opera d'arte in quanto segno si voglia
                                               trasmettere attraverso l'eseprienza .
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La scelta Open Source
                       ➢ Abbattimento dei costi

                       ➢ Ottima reperibilità e buona compatibilità
                       ➢ Possibilità di fare affidamento su di una
                       ricca community di sviluppatori

 COMUNICAZIONE           Possibilita' di esportare in numerosi formati
                         insieme a una buona compatibilità
 FORMATI APERTI          Essere sempre in grado di riutilizzare il
                         modello
                         Apprendere conoscenze immediatamente
                         riutilizzabili

 ACCESSO AL CODICE       Essere sempre in grado di far fronte ai
                         problemi
  SUPPORTO ALLA          valorizzazione dell'apporto del singolo per il
 COLLABORAZIONE          bene comune (filosofia hacker del dono)
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Architettura della Partecipazione (O'Reilly)
                              www.oreillynet.com/lpt/wlg/3017

Approccio del progetto MDC
    come Open Project
         di Blender

      Modelli
 filologicamente
      corretti

                                          Interdisciplinarità

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Open Source
                                      pipeline tradizionale

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                       Grass Gis
                                                                 Blender

           MeshLab

                       Arc 3D
                                   Qgis

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Ubuntu
                                 Distribuzione Linux nata nel 2004
                                        e basata su Debian

➢ Focalizza sull'utente
➢ Massimizza facilità di utilizzo
➢ Comprende oltre 30˙000 software liberi
dell'universo Linux

                 Xubuntu

                       Lubuntu
                                 Remote Desktop

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Blender
                                           www.blender.org
                       Insieme integrato di strumenti per la creazione di un’ampia
                                        gamma di contenuti 3D.                     Phyton scripting

                                           ANIMAZIONE

       SCENOGRAFIE

                                                                          COMPOSITING
                                                                                     ILLUMINAZIONE

                                    PERSONAGGI

                          RENDERING
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The Gimp
                       Es. di mock-up realizzato dall’Art Director del cortometraggio
                                               Enrico Valenza

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City Engine
                                Modellazione procedurale

                               regole

                  Dati Gis e
                  fotopiani

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                                                                  Blender16
Open Source
                                 pipeline integrata

       Aggiunta di un sotto albero al repository di gestione degli asset
         per la gestione del MATERIALE DI RIFERIMENTO per le
                                          FONTI
                       De visu                             Feedback di
                                                             esperti
                                    Bibliografia
                                        ➢ Reperimento di fonti con motori di ricerca, in primis
                                        Google e Bing;
                                        ➢ Reperimento di immagini e foto mediante Google
                                        Immagini;
                                        ➢ Confronto di mappe e location grazie a Google Maps e
                                        Bing Maps;
                                        ➢ Interrogazione di Wiki ed altre enciclopedie online;
                                        ➢ Uso di Wikimapia per effettuare dei match tra le
                                        location e le relative informazioni storiche.

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Architettura del repository
                                                    integrato
PER LA GESTIONE DELLE FONTI
 SOTTOALBEROINTEGRATO

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Cloud computing
                           Servizi di supporto alla collaborazione

MSwindows 7               repository                          NFS
   SVN                      SVN                               Spam
         Lilliwood                     Cineca                        Spark DE

               Asset 1                           Asset 2             Asset 3

                                                INDIRECTION LAYER

                                        ASSETS LIFE CYCLE MANAGEMENT

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Google Docs
                  Implementa una forma di cloud che consente di realizzare
             documenti con un’interfaccia (Open) Office like (documenti di testo
             e fogli di calcolo nei formati .doc, .odt e .pdf; presentazioni, fogli di
                                   calcolo e moduli HTML).

L'applicazione risiede sulla `nuvola ed è                                      Il suo utilizzo non
   accessibile da remoto attraverso un                                     richiede l'installazione di
                                                                               alcun software sul
         qualsiasi browser web.                                                 computer locale.

    Nemmeno i dati risiedono
       in locale ma come
      l’applicazione, sulla                      Non si tratta di una applicazione che lavori
            `nuvola’.                                             da remoto,

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Rapid SVN
                       E' un software open source per il controllo di versione.
                                            Consente di:

                                ➢ tenere traccia di chi sta modificando che cosa;
                                ➢ unire le modifiche una volta complete;
                                ➢ segnalare eventuali conflitti;
                                ➢ tenere una copia di ogni precedente versione e fare
                                in modo che sia facilmente recuperabile.

                                  Box verdi = rappresentano la versione ufficiale detta trunk
                                  Box gialli = contributi dei singoli utenti alla versione che si sono
                                  copiati dal trunk.

                                  ✔ Tali contributi vengono elaborati dai singoli sviluppatori in copie
                                  temporanee del trunk, dette branches.
                                  ✔ Quando un contributo viene fuso con il trunk principale, si dice
                                  che viene effettuato il Merge del branch.

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Il Blog

                           https://rvn05.plx.cineca.it:12001/php/MDC/portal/wordpress/

                                                   Tutorial di Blender
                                                   Relazioni interne
                                                   Link a documentazione di
                                                  interesse generale
                                                   Messaggistica
                                                  sull'avanzamento del progetto

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Google docs e comunità online

                                                      www.ubuntu-it.org

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Conclusioni

 Il presente lavoro ha mostrato problematiche e necessità di impiego di una pipeline open
 source nell'esperienza del progetto Cineca MDC inerente la realizzazione di un
 cortometraggio steroscopico 3D per raccontare la storia di Bologna.
 Questo ha reso necessario l'individuazione non solo del software più adatto per la pipeline
 tradizionale di produzione di un filmato 3D stereo ma anche per implementare le peculiarità
 specifiche del progetto, prime fra tutte l'inserimento dei vincoli filologici nel processo di
 produzione e la l’impiego di una modalità di realizzazione delle ricostruzioni 3D volta al
 riutilizzo
  In questa sfida, l’open source ha fornito gli strumenti più adeguati per corrispondere anche alle
  esigenze di cominicazione e coordinamento del progetto.
  In particolar modo, ha evidenziato nuove interessanti vie di impiego dei paradigmi emergenti
  (e.g. virtualizzazione e Cloud computing) in ambito distribuito come supporto alla
  collaborazione e al processo di sviluppo comunitario (sempre piu' affine in qualsiasi
  ambito del sapere al modello di implementazione e distribuzione del software open source)
  In questo versante si dirigono gli sviluppi futuri: (i) integrazione degli strumenti di cloud in
  un'interfaccia insieme a una (ii) forma di virtualizzazione per l'accesso al sottolabero del
  repository inerente le fonti per consentirne la customizzazione della vista indipendentemente
  dall'organizzazione in memoria; (iii) automatizzazione della gestione del ciclo di vita degli asset
  nell'astrazione ad alto livello.
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Bibliografia

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(3) Nu.Me., A cura di Bocchi F. - Smurra R. “La storia della città per il museo virtuale di Bologna”,
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WEB3D”. In Proceedings of the 14th International Conference on 3D Web Technology (Web3D '09),
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(5) Costruttivismo e Apprendimento Significativo”,
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(6) F. Latrive, “Sul buon uso della pirateria. Proprietà intellettuale e libero accesso nell'ecosistema
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Heidelberg, 2010, pp.409-21
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Linkografia

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    (2) Blender, URL: http://www.blender.org
    (3) the GIMP, URL: http://www.gimp.org
    (4) Grass, URL: http://grass.fbk.eu
    (5) Qgis, URL: http://www.qgis.org
    (6) MeshLab, URL: http://meshlab.sourceforge.net
    (7) Arch3D, URL: http://www.arc3d.be
    (8) Debian, URL: http://www.debian.org
    (9) Inkscape, URL: http://inkscape.org/index.php?lang=it
    (10) Xubuntu, URL: http://www.xubuntu.org/
    (11) Lubuntu, URL: http://lubuntu.net/
    (12) Phyton, URL: http://www.python.it
    (13) City Engine, URL: http://www.procedural.com/cityengine/features.html
    (14) Google, URL: http://www.google.it/
    (15) Bing, URL: http://it.bing.com/
    (16) Google maps, URL: http://maps.google.it/
    (17) Bing maps: URL: http://www.bing.com/maps/
    (18) Wikimapia, URL: http://wikimapia.org
    (19) Rapid SVN, URL: http://rapidsvn.tigris.org/
    (20) Subversion svn, URL: http://subversion.tigris.org/
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Open Source e ricostruzione archeologica: l'eseprienza del
                                       Cineca per il progetto Museo della Città

                                                             Micaela Spigarolo, Antonella Guidazzoli

                                                                spigarol@cs.unibo.it, a.guidazzoli@cineca.it

           Copyright © 2011 Micaela Spigarolo
           Permission is granted to copy, distribute and/or modify this document
          spigarol@cs.unibo.it                                                   under the
                                                                              Cineca    MDCtermsproject
                                                                                                 of the GNU Free Documentation               1
           License, Version 1.2 or any later version published by the Free Software Foundation; with no Invariant Sections,
           no Front-Cover Texts, and no Back-Cover Texts. A copy of the license can be found at: http://www.gnu.org/licenses/fdl.html#TOC1

Questo intervento illustra la filiera open source impiegata nel progetto Cineca MDC- museo della
cità per la realizzazione di un cortometraggio 3D stereoscopico che ha l'obiettivo di raccontare la
storia della città attraverso i secoli. Fatta eccezione per il singolo caso di City Engine che useremo
per mostrare come software proprietario possa comunque essere integrato all'interno di una
pipeline open, evidenzieremo le caratteristiche che hanno reso ciascun software idoneo ad essere
impiegato in una simile formula di produzione che sottende due sfide: comunicativa (l'impiego di
una narrazione come espediente per trasmettere cultura) e al tempo stesso implementativa. Non si è
trattato, infatti, soltanto di individuare il software migliore per la produzione in termini generali ma
anche quelli che meglio corrispondessero alle esigenze specifiche di progetto.

In particolar modo, il progetto ha raccolto le sfide sollevate oggi dalle potenzialità offerte dalle
nuove tecnologie non solo per lo studio ma anche e soprattutto per la divulgazione dei contenuti in
ambito storico e archeologico.
CH e nuove tecnologie

                                                  Interattività
                                L'utente e' reso protagonista di una personale esperienza

                                                  Cultural Heritage

                                          Logica del data base (Manovich)
                 Nuove vie di condivisione del sapere secondo un modello sempre più affine a
                        quello di produzione e distribuzione del software open source

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Le possibilità offerte dall'ICT e il diffondersi di tecnologia COTS (Commodity Off the
Shelf) aprono oggi nuove opportunità per la divulgazione e la fruizione della Cultural
Heritage (CH).

Se da una parte l'interattività, peculiarità del mezzo, determina per l'utente la possibilità
di essere reso protagonista di una personale esperienza, la digitalizzazione dei
vecchi media introduce anche una nuova logica del database (Manovich (1))
nell'accesso all'informazione, aprendo, così, nuove vie di condivisione del sapere
secondo un modello sempre più affine a quello di produzione e distribuzione del
software open source:

● creazione di community di sviluppo e libera partecipazione da parte dei singoli,
● diminuzione dei tempi di accesso ai risultati,
● condivisione in forma di oggetti del sapere,

● sviluppo del software cablato sulle reali esigenze determinate dalla community di

utlizzo.
CH e nuove tecnologie

                                PASSAGGIO DAL FILOLOGICO ALL'EMOZIONALE
                                  DEMOCRATIZZAZIONE DELL'OPERA D'ARTE

                                         Modellazione 3D
                                     Agevola la comprensione del messaggio
                                    appartenente a ciascuna opera d'arte in quanto
                                    segno;
                                     Si rende oggetto di scambio e studio

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In questo processo di passaggio dal filologico all'emozionale e al tempo stesso di
democratizzazione dell'opera d'arte, la modellazione 3D funge da ponte tra
divulgazione e studio.

● Agevola la comprensione del messaggio collegato a ciascun opera d'arte in quanto
segno (Antinucci (2)) e al tempo stesso

●si rende oggetto di scambio e studio per gli addetti ai lavori, avvalendosi del principio
per cui `il visivo si spiega da solo' (ovvero, tutto ciò che è visivo può essere meglio
spiegato da qualcosa a sua volta di visivo).
Musei nella Città
                                              www.genusbononiae.it

               Riunire in un percorso interculturale comune (artistico e museale) alcuni edifici del centro
                              storico di Bologna, restaurati e recuperati all’uso pubblico.

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In questo contesto si inserisce il progetto Cineca MDC, acronio per Museo della Città,
che fa capo all'iniziativa Genus Bononiae Musei nella Città, patrocinata dalla Fondazione
Cassa di Risparmio di Bologna e che nasce con l’intento di riunire in un percorso
interculturale comune (artistico e museale) alcuni edifici del centro storico di Bologna,
restaurati e recuperati all’uso pubblico.

Viene chiesto al Cineca di realizzare un filmato 3D stereoscopico che racconti la storia di
Bologna nelle sue tappe fondamentali e che fin da subito si decide di porre al centro del
percorso museale del palazzo che sarà dedicato appunto alla storia della città: palazzo
Pepoli vecchio. Il tema del filmato viene fissato nella frase: “Il big bang della storia di
Bologna” e l'importanza comunicativa che viene ad esso attribuita è fin da subito
sottolineata dalla commissione in parallelo (sempre al Cineca) della sala immersiva che
sarà interamente dedicata alla sua proiezione.
Il progetto MDC
                                                    Museo della Città
                                                Cortometraggio 3D stereoscopico
                                 Impiego di ricostruzioni 3D filologicamente corrette per
                                       raccontare il `big bang' della storia di Bologna

                                      Co m
                                           it
                                     scien ato
                                          tifico

                                        20
                                     pero
                                          nse
                                        2
                                      anni

                                  Spar
                                         k DE

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Il progetto ha impegnato per due anni un team di circa venti persone appartenenti a gruppi
eterogenei (lo staf del Cineca si è avvalso della collaborazione di Spark D.E. -
www.sparkde.com/intro.html per l'animazione e Lilliwood -www.lilliwood.eu, per la stereoscopia)
nella realizzazione di un cortometraggio 3D stereo che raccontasse la storia della città di Bologna a
partire da modelli filologicamente corretti.

Il filmato mostrerà, pertanto, Bologna attraverso i secoli come molto presumibilmente storici e
archeologi concordano che fosse. Si tratta della sfida, per altro già altre volte raccolta dal Cineca
(Nu.Me. (3), ViSMan (7)), di ricostruire ambientazioni 3D filologicamente corrette ma che in
questo caso sono state impiegate come set per un cortometraggio.
Sfida comunicativa

            Numerosi i modelli di cui era gia' in possessa il Cineca, frutto di precedenti
            collaborazioni con l'Universita', ma anche con CNR Itabc, il settore Cultura del
            comune e i Musei civici.

                                   Tessere intorno a queste ricostruzioni una narrazione che fungesse da
                                      espediente per trasmettere allo spettatore il contenuto culturale

                                                                                 massimo
                                                minimo                        apprendimento
                                                 sforzo                        significativo
                                               cognitivo

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Proprio l'esperienza del Cineca nella ricostruzione archeologica ha consentito di selezionare gli
strumenti più adatti per affrontare quella che si è ben presto rivelata una duplice sfida: di
divulgazione di contenuti e insieme di realizzazione dei modelli.

Numerosi i modelli gia' in possesso del Cineca, frutto di precedenti collaborazioni con l'Università,
ma anche con il CNR Itabc (4), il settore Cultura del comune e i Musei civici.

Dal punto di vista comunicativo, l'idea è stata quella di tessere intorno a queste ricostruzioni una
narrazione che fungesse da espediente per trasmettere allo spettatore il contenuto culturale con il
minimo sforzo cognitivo ma il massimo risultato in termini di apprendimento significativo
(nell’accezione costruttivista del termine (5)).
Sfida comunicativa

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Le ambientazioni assumono, dunque, importanza pari al personaggio protagonista, l'etrusco Apa,
che funge da filo conduttore del racconto e che possiede anch'esso radici filologiche. Esso è stato
infatti desunto dai rilievi su un'antica situla etrusca conservata nel museo archeologico della città
Sfida implementativa
                         Gestione della pipeline tradizionale di produzione di un cortometraggio 3D

                  ➢ Selezionare il software piu' indicato e farlo dialogare

            ✔ Prodotti generati dalle varie fasi di produzione della pipeline
            ✔ Modelli eterogenei gia' in possesso del Cineca

                   ➢ Realizzare strumenti di dialogo e collaborazione per
                   coordinare le maestranze esterne
                                       Consentire l'implementazione degli asset (qualsaisi elemento
             ✔ www.lilliwood.eu                       costituente uno scenario 3D) con il software più consono alle
             ✔ www.sparkde.com                        esigenze specifiche dell'IT interna all'azienda astraendo,
                                                      invece, a più alto livello le fasi della pipeline di produzione.

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D'altro canto, l'impegno implementativo si e' principalmente declinato in due forme:

●   da una parte, la gestione della pipeline tradizionale di progetto:
      ●  non si è trattato solo di selezionare il software più adatto ma di farlo anche dialogare nei
         vari formati in uscita.
         ●   I programmi, per esempio, per la modellazione del terreno (Grass) e della città (City
             Engine) nelle varie epoche storiche così come dati provenienti da sistemi informativi o
             acquisiti tramite scansione laser (per esempio, il Nettuno) dovevano essere integrati nei
             set (file .blend di Blemder) insieme ai numerosi modelli di cui era già in possesso il
             Cineca

      ●   Strumenti di dialogo e collaborazione sono stati inoltre necessari per coordinare le
          maestranze che si sono unite al Cineca nell'obiettivo comune.
          ●  Si voleva, cioè, consentire a ciascun gruppo di produrre internamente gli asset (qualsaisi
             elemento costituente uno scenario 3D) con il software più consono alle esigenze della
             specifica IT interna astraendo, invece, a più alto livello le fasi della pipeline di
             produzione.
Sfida implementativa
                                                   specifiche di progetto

                  ➢ Integrare la gestione dei vincoli filologici nel processo di
                   produzione della pipeline tradizionale di un filmato 3D;

                          AMBIENTAZIONI          = ricostruzioni filologiche supportate dalle fonti

                                  Stretto contatto con                           Continuo feedback
                                       gli STORICI                                 degli esperti

                  ➢ Determinare un modalità di produzione dei modelli volta al
                   riutilizzo

                                                         uno stesso modello puo' essere impiegato per numerose
                          Esperienze                      differenti esperienze a seconda dello specifico messaggio
                        MEANING-DRIVEN                    connesso all'opera d'arte in quanto segno si voglia
                                                          trasmettere attraverso l'eseprienza .
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Parallelamente, è stato necessario selezionare gli strumenti migliori per affrontare le sfide
specifiche del progetto:

       ●    (i) integrare la gestione dei vincoli filologici nel processo di produzione della pipeline
           tradizionale di un filmato 3D;
       ●   (ii) determinare un modalità di produzione dei modelli volta al riutilizzo.

           ●     Come già accennato, infatti, le ambientazioni sono ricostruzioni filologiche
                 supportate dalle fonti e realizzate insieme agli storici con un continuo feedback degli
                 esperti e insieme del regista, cercando di coniugare il rigore scientifico e le esigenze
                 della storia.
           ●     In secondo luogo, esperienze come quelle realizzate da progetto (ovvero l'impiego
                 del visivo per trasmettere il messaggio connesso all'oggetto d'arte in quanto segno
                 riducendo lo sforzo cognitivo e al tempo stesso determinando apprendimento
                 significativo nell'accezione costruttivista del termine) sono fortemente meaning-
                 driven. Gli stessi modelli possono determinare numerose differenti esperienze a
                 seconda dello specifico messaggio che si vuole trasmettere.
La scelta Open Source
                                     ➢ Abbattimento dei costi

                                     ➢ Ottima reperibilità e buona compatibilità
                                     ➢ Possibilità di fare affidamento su di una
                                     ricca community di sviluppatori

           COMUNICAZIONE               Possibilita' di esportare in numerosi formati
                                       insieme a una buona compatibilità
           FORMATI APERTI              Essere sempre in grado di riutilizzare il
                                       modello
                                       Apprendere conoscenze immediatamente
                                       riutilizzabili
           ACCESSO AL CODICE           Essere sempre in grado di far fronte ai
                                       problemi
            SUPPORTO ALLA              valorizzazione dell'apporto del singolo per il
           COLLABORAZIONE              bene comune (filosofia hacker del dono)
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In questo contesto, la scelta open source ha fornito gli strumenti più adatti
● non solo per gestire la pipeline di produzione (Blender innanzi tutto ma anche the Gimp,

Grass, etc.)
● ma anche per affrontare quelle specifiche di progetto (integrazione della gestione dei

vincoli filologici all'interno della pipeline di produzione tradizionale e realizzazione dei
modelli volta al riutilizzo).

A peculiarità quali:

●  possibilità di far fronte alle difficoltà aggiungendo le nuove funzionalità necessarie
● ottima reperibilità e buona compatibilità
● possibilità di fare affidamento su di una ricca community di sviluppatori

 si sono aggiunte le funzionalità specifiche per affrontare le sfide del progetto.
●  La possibilità di esportare in numerosi formati insieme a una buona compatibilità
mantenuta dall'open source ha consentito di affrontare il probelma della comunicazione tra
software.
     ●  La possibilità di esportare in formati compatibili ha inoltre consentito di integrare
        nella catena di produzione open anche software proprietario come City Engine, di cui
        non si è potuto fare a meno poiché non esiste ancora alternativa open altrettanto
        valida.
● L'impiego di formati aperti garantisce, inoltre, di essere sempre in grado di riutilizzare il

modello. Non si dimentichino, infine, le possibilità offerte dalla virtualizzazione (appliance
di macchine virtuali) contro l'aging del software.
● La scelta open si è, inoltre, rivelata valido supporto alla collaborazione nel processo

produttivo. Tramite Google docs è stato possibile utilizzare la formula del cloud computing
per gestire il ciclo di vita degli asset indipendentemente dai singoli strumenti di produzione.
● Come valore aggiunto, l'open source ha, infine, incentivato l'implementazione di strumenti

per valorizzare e massimizzare lo sforzo del singolo a supporto del gruppo.
     ●  Per tale ragione, parallelamente al processo di produzione, sono stati sviluppati
        strumenti di collaborazione quali un Blog e la condivisione di documenti in formato
        Google docs.
Architettura della Partecipazione (O'Reilly)
                                          www.oreillynet.com/lpt/wlg/3017

            Approccio del progetto MDC
                come Open Project
                     di Blender

                  Modelli
             filologicamente
                  corretti

                                                      Interdisciplinarità

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L'approccio Open di base del progetto e' frutto dell'esperienza del Cineca nel campo delle ricostruzioni
acheologiche, e ha introdotto come valore aggiunto l'attitudine a un processo di sviluppo che tenesse conto
parallelamente dello sviluppo di quello che O'Reilly definisce Architettura della partecipazione e che a suo
parere rappresenta la carettristica oggi maggiormente significativi per l'opens ource piuttosto che la stessa
condivisione di codice.

Sull'esempio degli open project di Blender, perciò, anche il progetto MDC è stato affrontato come l'occasione per
studiare sul campo, ovvero all'interno di una pipeline di produzione reale, gli strumenti e le funzionalità
interessanti in termini generali: (i) allo studio di una modalià per l'integrazione dei vincoli filologici all'interno di
una pipeline di produzione di un cortometraggio 3D stereoscopico si affianca la finalità di (ii) individuare una forma di
implementazione dei modelli che ne favorisca il riutilizzo.

Il progetto ha, pertanto, sotteso la sfida di coinvolgere molteplici maestranze anche eterogenee avvalendosi del
principio per cui “a ognuno il suo mestiere”. Si intende, in tal modo, valorizzato lo specifico apporto di ciascuno sulla
base delle competenze specifiche acquisite nella propria disciplina al fine di metterlo a disposizione dell'obiettivo
comune.

Si tratta di una metodologia che il Cineca ha standardizzato nel tempo e dalla quale non è più pensabile prescindere
oggi a meno di rischiare di perdere in significatività della proposta.

Oggi, infatti, in ambito scientifico così come umanistico non è più possibile prescindere dalle nuove tecnologie né
tanto meno poter sapere tutto di tutto. Per essere significativi e proporre soluzioni che durino nel tempo occorre
avvalersi del contributo di maestranze specifiche che trovano nel gruppo il supporto e la comunità di intenti che
possano convogliare lo sforzo di ciascuno nel raggiungimento del risultato finale.

Questa attitudine non solo è supportata dall'istinto insito nell'uomo a costituirsi in comunità (di cui oggi si fanno
portavoce le social network) ma anche e soprattutto trova riscontro nelle nuove teorie sull'apprendimento che vedono
la costruzione della conoscenza principalmente come un atto sociale (costruttivismo (5)).

Questo sta accomunando i vari tipi di sapere a una modalità di creazione e divulgazione affine a quella che caratterizza
la distribuzione del software open source: sviluppo del sapere “cooperativo, decentralizzato e fondato sul libero
accesso alle risorse comuni a tutti” (F. Latrive (6)).
Questa forma di collaborazione che O’Reilly definisce Architettura della partecipazione e che a suo parreresta
diventando caratteristica dell’open source più significativa rispetto alla condivisione stessa del codice, consente al
singolo di trovare nella comunità il supporto e le motivazioni per raggiungere obiettivi che diversamente gli sarebbero
preclusi.
Open Source
                                                pipeline tradizionale

                                                                                     The Gimp

                                 Grass Gis
                                                                           Blender

                     MeshLab

                                 Arc 3D
                                             Qgis

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 Forniamo qui una breve panoramica sul software open source impiegato nella pipeline di
produzione tradizionale di un filmato 3D: in particolare, parleremo di Blender.

Di seguito, illustreremo problematiche e opportunità offerte, invece, dall'open source per
affrontare la duplice sfida sottesa dal progetto: integrare la pipeline di produzione tradizionale
con i vincolil filologici e insieme determinare una modalità di produzione dei modelli volta al
riuso.

Infine, faremo un breve cenno al valore aggiunto al progetto dall’impiego di software open
source in termini di supporto al lavoro di gruppo.

L'ultima slide fornira' alcune conclusioni e le previsioni per il lavoro futuro.

I software impiegati nella pipeline di produzione MDC sono prevalentemente Ubuntu Linux
come piattaforma e Blender e The GIMP come applicativi. Intorno ad essi gravitanostrumenti
come Grass e Qgis per la ricostruzione dei terreni a partire dalle georeferenziazioni; MeshLab e
Arch 3D per la gestione dei dati acquisiti tramite scanner (p.e. Il Nettuno e la famosa situla).
Approfondiamo qui di seguito l’impiego e gli specifici contributi nella pipeline di produzione
solo per i primi tre.
Ubuntu
                                           Distribuzione Linux nata nel 2004
                                                  e basata su Debian

          ➢ Focalizza sull'utente
          ➢ Massimizza facilità di utilizzo
          ➢ Comprende oltre 30˙000 software liberi
          dell'universo Linux

                           Xubuntu

                                 Lubuntu
                                           Remote Desktop

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Ubuntu è una distribuzione linux nata nel 2004, basata su Debian, che si focalizza sull'utente e
sulla facilità di utilizzo. È corredata da un'ampia gamma di applicazioni libere, le quali sono
scaricabili ed installabili gratuitamente e senza alcuna procedura di configurazione: sono presenti
oltre 30.000 pacchetti software liberi dell'universo Linux, tra cui programmi come Inkscape
(grafica vettoriale), GIMP (fotoritocco), Blender (grafica 3D) e molti altri. Per tale motivo
Ubuntu è stata la piattaforma principale su cui è stato sviluppato il progetto.

Il sistema operativo Ubuntu Linux, inoltre, con le sue derivate Xubuntu e Lubuntu, preferite
grazie all’utilizzo di gestori desktop più performanti e leggeri, hanno consentito di far fronte
all’aging rendendo nuovamente utilizzabili macchine con sistemi hardware datati al fine, ad
esempio, di creare network-renderfarm per Blender per i test di rendering parziali e in alternativa
alla renderfarm di progetto.

Ricordiamo infine le funzionalita', integrate nella piattaforma, offerte da strumenti come Ubuntu
One per la memorizzazione di file ovunque accessibili sulla rete e Remote desktop che ha
consentito di utilizzare attraverso un'interfaccia unificata piu' macchine fisiche come se si
trattasse di un'unica risorsa..
Blender
                                                     www.blender.org
                                 Insieme integrato di strumenti per la creazione di un’ampia
                                                  gamma di contenuti 3D.                     Phyton scripting

                                                     ANIMAZIONE

                 SCENOGRAFIE

                                                                                    COMPOSITING
                                                                                               ILLUMINAZIONE

                                              PERSONAGGI

                                    RENDERING
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Blender è il software maggiormente impiegato nel progetto MDC non solo per la creazione delle
scenografie e dei personaggi ma anche per l’animazione, l’illuminazione, il rendering e il
compositing. Tutte queste operazioni possono essere performate all’interno di questo potente
tool. Blender, infatti, non è soltanto un programma di modellazione 3D ma consente anche
rigging, animazione, compositing e rendering di immagini tridimensionali. Dispone, inoltre, di
funzionalità per mappature UV, simulazioni di fluidi, di rivestimenti, di particelle, altre
simulazioni non lineari e creazione di applicazioni/giochi 3D. È disponibile per vari sistemi
operativi, tra cui: Microsoft Windows, Mac OS X, Linux.

Blender è, insomma, dotato di un robusto insieme di funzionalità paragonabili, per caratteristiche
e complessità, ad altri noti programmi proprietari per la modellazione 3D come Softimage XSI,
Cinema 4D, 3D Studio Max, LightWave 3D e Maya. Tra le funzionalità di Blender vi è anche
l'utilizzo di raytracing e la possibilità di customizzarne il comportamento tramire script (in
linguaggio Python). E proprio avvalendosi di questa capacità è stato possibile implementare una
versione del programma che comprendesse le funzionalità della camera stereo (stereo target e
stereo distance) per le riprese in stereoscopia. La peculiarità di accesso al codice ha inoltre
consentito di ricompilare il programma per poterlo integrare nel cluster di super calcolatori del
Cineca al fine di realizzare la renderfarm che ha renderizzato appunto l'intero filmato.
The Gimp
                                   Es. di mock-up realizzato dall’Art Director del cortometraggio
                                                           Enrico Valenza

            spigarol@cs.unibo.it                            Cineca MDC project                               15

The GIMP (GNU Image Manipulator Program) è un software professionale di fotoritocco ed elaborazione di
immagini 2D. Esso supporta gli addons ed i plugins, così da estendere in modo teoricamente illimitato le proprie
potenzialità e funzioni. All'interno del progetto MDC, un software di tale calibro è stato utilizzato necessariamente al
fine di elaborare le texture per renderle adattabili alle mesh 3D e credibili in termini di ripetibilità. Tale potente
strumento, ancor prima di avere una resa finale o una scena pronta alla quale applicare colori ed immagini, ha
permesso, inoltre, di effettuare alcuni studi sui colori e sui layout finali mediante mockup, cioè raffigurazioni
fittizie delle scene finali, create con strumenti differenti da quelli dell'elaborazione vera e propria, utili a “rendere
l'idea” e utilizzate come linea guida per l'immediatamente successiva creazione della scena rappresentata. La slide
mostra un esempio di mock-up realizzato dall’Art Director del cortometraggio Enrico Valenza partendo da scene 3D
grezze. In tal modo, ancor prima di intraprendere la modellazione, si è potuto visualizzare il risultato che si
intendeva raggiungere in termini di resa, atmosfera, impatto e cromìa.

Grazie ai giochi di colore, il software permette di ottenere un layout base sul quale adattarsi per la creazione delle
scene effettive. Gimp, infatti, mediante l’ausilio di speciali strumenti cromatici e tavolette grafiche, ha permesso in
maniera relativamente facile la creazione di scene diurne e notturne d’effetto.

Attualmente The GIMP si trova in una versione stabile 2.6.x, ed una versione in sviluppo (la 2.7.x che convoglierà il
suo development nella futura 2.8). Quest'ultima introduce notevoli miglioramenti e funzionalità, di modo tale da
uniformarsi a software professionali come Photoshop e Paint Shop Pro. Oltre ad essere ampliato il comparto
funzionale, vengono implementate funzionalità studiate per la UserExperience e che quindi abbracciano tutta la UI:
dalla presentazione dei comandi, alla immediatezza di alcune funzioni(VD SINONIMI). Il software, pur soffrendo
qualche lacuna in termini di supporto e controlli della cromia avanzata per la stampa digitale o la tipo/seri-grafia,
può essere definito come professionale nell'implementazione delle sue altre peculiarità. Ultimo aspetto da non
tralasciare, trattandosi di un programma free e open source è modificabile ed estendibile a piacimento, in ogni sua
forma e non solo mediante l'aggiunta con addons o plugins. In mancanza di una funzione necessaria ai fini del
cortometraggio, tale possibilità consentirebbe l'implementazione da parte del comparto informatico, di qualsivoglia
modifica o miglioramento. Le modifiche solitamente impiegano molto tempo e risorse, in quanto si andrebbe ad
editare il core del programma, spesso molto complesso e poco comprensibile ai non addetti ai lavori; per nostra
fortuna il programma non presenta lacune e, nello specifico, viene incontro alle nostre esigenze senza problemi di
sorta.
City Engine
                                          Modellazione procedurale

                                         regole

                            Dati Gis e
                            fotopiani

          spigarol@cs.unibo.it                         Cineca MDC project
                                                                                      Blender16

CityEngine è l'unico strumento proprietario inserito nella pipeline di produzione. Non ci
dilungheremo ad illustrarne le funzionalità in termini generali ma illustreremo come si è inserito
nella pipeline di produzine del progetto MDC.

City Engine consente, attraverso l’elaborazione procedurale di mappe reali e dati gis, di ricostruire
interi spazi urbani in pochi semplici passi. Questo ha permesso di realizzare ricostruzioni della
città di Bologna attuale, nonché di quella medievale e di alcune evoluzioni tra le varie epoche che
fosse fedele ad un modello o ad uno studio effettuato a monte.
La peculiarità del software in questione, infatti, è quella di permettere una malleabilità totale del
modello procedurale, anche a partire da dati GIS (Geographic(al) Information System), vale a dire
un sistema che consente l'acquisizione, la registrazione, l'analisi, la visualizzazione e la
restituzione di informazioni derivanti da dati geografici (geo-riferiti). Ottenuti i dati georeferenziati
storici e quelli attuali, riguardanti le principali strade, gli edifici chiave del complesso urbano e, se
disponibile, anche la vegetazione presente, il software si occupa semi-automaticamente, guidato
mediante un semplice linguaggio di programmazione interno, della creazione delle costruzioni,
delle strade storicamente fedeli e di tutto ciò che caratterizzava effettivamente la città. Successive
manipolazioni dei dati GIS, portano all’aggiornamento da parte del programma delle zone
interessate da modifiche, riprocessando e ricalcolando i parametri per adattare le costruzioni ed il
resto. Modifiche peculiari, mosse ad esempio dalla collaborazione di studiosi e programmatori,
possono riguardare costruzioni chiave da inserire in zone ben definite. In tali casi CityEngine dà
spazio alle personalizzazioni ed a tali rifacimenti, adattandosi a qualunque tipo di modifica
intrapresa. Attualmente non esiste alternativa open altrettanto potente.
Non esiste attualmente tecnologia open che consenta funzionalità simili né tanto meno equivalenti
a quelle appena descritte.

Pur trattandosi di software proprietario, City Engine è potuto entrare a far parte della pipeline di
produzione del progetto perché è stato possibile esportarne i risultati in formato obj, a sua volta
importabile dentro a Blender.
Open Source
                                           pipeline integrata

                 Aggiunta di un sotto albero al repository di gestione degli asset
                   per la gestione del MATERIALE DI RIFERIMENTO per le
                                                    FONTI
                                 De visu                             Feedback di
                                                                       esperti
                                              Bibliografia
                                                  ➢ Reperimento di fonti con motori di ricerca, in primis
                                                  Google e Bing;
                                                  ➢ Reperimento di immagini e foto mediante Google
                                                  Immagini;
                                                  ➢ Confronto di mappe e location grazie a Google Maps e
                                                  Bing Maps;
                                                  ➢ Interrogazione di Wiki ed altre enciclopedie online;
                                                  ➢ Uso di Wikimapia per effettuare dei match tra le
                                                  location e le relative informazioni storiche.

          spigarol@cs.unibo.it                 Cineca MDC project                                  17

Una conseguenza diretta della gestione dei vincoli filologici si ripercuote sull’implementazione
( e gestione) del repository (deposito centralizzato dei file) tradizionale per la lavorazione e il
mantenimento degli asset (ovvero, qualsiasi elemento costituente uno scenario 3D).

L’intento filologico delle ricostruzioni, infatti, implica una modellazione basata su materiale di
riferimento accurato che tradizionalmente si basa sulla conoscenza dell’oggetto (preferibilmente),
sulla conoscenza indiretta acquisita tramite il confronto diretto con esperti del settore o il
reperimento di testi.

Sottolineiamo, a tale proposito, come l'open source integri l'approccio tradizionale alle fonti (de
visu, bibliografia, incontro con eseprti) con gli strumenti messi a disposizione dai nuovi media.
In tal caso la tecnologia, capeggiata da Internet, fornisce possibilità di indagine storica alla portata
di tutti. Servizi come i motori di ricerca, le mappe online e tutte le fonti digitalizzate rappresentano
solo una minima parte delle possibilità offerte. I maggiori servizi utilizzati ai fini del corto sono
stati:

●Reperimento di fonti con motori di ricerca, in primis Google e Bing;
●Reperimento di immagini e foto mediante Google Immagini;
●Confronto di mappe e location grazie a Google Maps e Bing Maps;

●Interrogazione di Wiki ed altre enciclopedie online;

●Uso di Wikimapia per effettuare dei match tra le location e le relative informazioni storiche.

Tutto questo materiale deve essere mantenuto nel repository di progetto a cui si aggiunge un
sotto albero di filesystem inerente le fonti.
Architettura del repository
                                                       integrato
   PER LA GESTIONE DELLE FONTI
    SOTTOALBEROINTEGRATO

                       spigarol@cs.unibo.it           Cineca MDC project    18

Per il progetto MDC, il repository e' organizzato come
mostrato in questo slide.
Cloud computing
                                  Servizi di supporto alla collaborazione

       MSwindows 7               repository                          NFS
          SVN                      SVN                               Spam
                Lilliwood                     Cineca                        Spark DE

                      Asset 1                           Asset 2             Asset 3

                                                       INDIRECTION LAYER

                                               ASSETS LIFE CYCLE MANAGEMENT

          spigarol@cs.unibo.it                         Cineca MDC project                   19

L’aproccio al progetto MDC come open project ha evidenziato la necessità di implementare
servizi di supporto alla collaborazione. Come già accennato, infatti, il Cineca si è avvalso di
maestranze esterne per l’animazione (Spark DE) e la direzione della stereoscopia (Lilliwood).
Questo ha posto il problema di supportare la collaborazione tra team non solo eterogenei e
talvolta geograficamente distribuiti ma anche vincolati a strumenti di produzione appartenenti
alle specifiche IT a disposizione dei singoli gruppi.

Ciascuna di queste realtà, infatti, possedeva già una propria modalità di lavoro,talvolta imposta
dalla specifica IT di supporto già implementata dall'azienda.
Spark, per esempio, si appoggia su un software da lei implementato per la gestione della pipeline
che non è stato possibile portare in Cineca. Esso, infatti, era basato sull'impiego di NFS che presso
il Cineca non avrebbe potuto avere un impiego dedicato al progetto. Al Cineca si è pertanto
preferito adottare una soluzione basata su rapid SVN e un repository centralizzato su di un cluster
di super calcolo interno.

L'idea di base è stata quella di astrarre la pipeline di produzione tradizionale (ovvero, gestione del
ciclo di vita degli asset) al fine di consentire ai singoli gruppi coinvolti nel progetto di partecipare
alla produzione con gli strumenti più consoni alla IT cui erano più consoni a lavorare.
Occorreva, cioè, trovare un meccanismo che consentisse a ciascun team di implementare asset con
le tecnologie interne più consone, mantenendo a più alto livello la gestione del ciclo di vita degli
asset stessi.

Questo meccanismo è basato su una forma di cloud computing implementato attraverso gli
strumenti di google e che in prima istanza è stato gestito dai singoli utilizzatori ma che ci si
propone di automatizzare.

Approfondiamo qui di seguito caratteristiche e peculiarità del software open source utilizzato.
Google Docs
                            Implementa una forma di cloud che consente di realizzare
                       documenti con un’interfaccia (Open) Office like (documenti di testo
                       e fogli di calcolo nei formati .doc, .odt e .pdf; presentazioni, fogli di
                                             calcolo e moduli HTML).

          L'applicazione risiede sulla `nuvola ed è                                      Il suo utilizzo non
             accessibile da remoto attraverso un                                     richiede l'installazione di
                                                                                         alcun software sul
                   qualsiasi browser web.                                                 computer locale.

              Nemmeno i dati risiedono
                 in locale ma come
                l’applicazione, sulla                      Non si tratta di una applicazione che lavori
                      `nuvola’.                                             da remoto,

          spigarol@cs.unibo.it                         Cineca MDC project                                          20

Google docs implementa una forma di cloud che consente di realizzare documenti con
un’interfaccia (Open) Office like (documenti di testo e fogli di calcolo nei formati .doc, .odt e
.pdf; presentazioni, fogli di calcolo e moduli HTML). L'applicazione risiede sulla `nuvola’
(server Google da qualche parte nel mondo e raggiungibili tramite Internet) ed è accessibile da
remoto attraverso un qualsiasi browser web. Questo implica che il suo utilizzo non richiede
l'installazione di alcun software sul computer locale.

Diversamente da una applicazione che lavori da remoto, Google docs non salva nemmeno i dati in
locale che risiedono, insieme all’applicazione, sulla `nuvola’. Questo consente un alto grado di
condivisibilità dei file che non devono essere inviata ad eventuali altri utenti ma possono essere
appunto condivisi specificando diversi livelli di privilegio (sola lettura, accesso in scrittura ad
alcune parti o a tutto il documento) e di flessibilità nell’accesso che è consentito da un qualunque
computer da cui si sia in grado di stabilire un collegamento con la casella di posta.
All’interno del progetto MDC, i Google docs hanno assunto un’importanza rilevante
nell’organizzazione e nella logistica di progetto. Documenti di interesse generale per il progetto
(per esempio, i file di report delle riunione) sono stati condivisi come Google docs così da essere
visibili a tutti gli addetti ai lavori e ugualmente editabili. Questo ha ridotto al minimo la gestione e
lo scambio di file via altri mezzi, come mail o cartaceo, aumentando invece la chiarezza e l’ordine
del materiale a disposizione.

Alcuni file sono stati, inoltre, appositamente impiegati per coordinare le azioni del gruppo.
Attraverso Google docs si è potuto consentire a ciascun membro del progetto di essere messo a
conoscenza in tempo reale dei progressi e del punto effettivo in cui si trovano gli altri. Alcune
pagine erano personali e la condivisione in lettura rendeva visibile lo stato di avanzamento del
lavoro del singolo; altre erano condivise ed editabili da ciascun componente del gruppo e
servivano per realizzare il meccanismo di astrazione del ciclo di vita degli asset di cui si è
parlato all’inizio del paragrafo.
Rapid SVN
                                   E' un software open source per il controllo di versione.
                                                        Consente di:

                                            ➢ tenere traccia di chi sta modificando che cosa;
                                            ➢ unire le modifiche una volta complete;
                                            ➢ segnalare eventuali conflitti;
                                            ➢ tenere una copia di ogni precedente versione e fare
                                            in modo che sia facilmente recuperabile.

                                              Box verdi = rappresentano la versione ufficiale detta trunk
                                              Box gialli = contributi dei singoli utenti alla versione che si sono
                                              copiati dal trunk.

                                              ✔ Tali contributi vengono elaborati dai singoli sviluppatori in copie
                                              temporanee del trunk, dette branches.
                                              ✔ Quando un contributo viene fuso con il trunk principale, si dice
                                              che viene effettuato il Merge del branch.

            spigarol@cs.unibo.it                       Cineca MDC project                                        21

Il meccanismo di produzione interno al Cineca è stato prevalentemente basato sull’impiego di Subversion
(comunemente abbreviato in SVN ()), software open source per il controllo di versione. Pur trattandosi di un
progamma prevalentemente usato per la produzione di codice, la struttura e le caratteristiche lo rendono atto anche
alla gestione di altri tipi di file, ad esempio documentazione, manuali, e persino file binari (immagini). Per tale
ragione, SVN è stato impiegato nel progetto MDC per gestire la produzione degli asset all’interno dell’IT del
Cineca.

SVN consente il controllo di versione (tecnologia consigliabile, se non obbligatoria, in ogni progetto di medie-grandi
dimensioni) semplificando le problematiche durante le operazioni di salvataggio, di recupero di versioni precedenti, o
di confronto tra diverse versioni. Questo è particolarmente appetibile in un contesto come quello del progetto MDC
dove gli sviluppatori, grafici e programmatori sono molteplici e lavorano sui medesimi file.
SVN, infatti, automatizza compiti come:

● tenere traccia di chi sta modificando che cosa;
● unire le modifiche una volta complete;
● segnalare eventuali conflitti;
tenere una copia di ogni precedente versione e fare in modo che sia facilmente recuperabile.

Nella slide è mostrato un albero di lavoro “tipo” che può venirsi a creare quando si parla di Version Control. I box
verdi rappresentano la versione ufficiale detta trunk, i box gialli sono i contributi dei singoli utenti alla versione che
si sono copiati dal trunk. Tali contributi vengono elaborati dai singoli sviluppatori in copie temporanee del trunk,
dette branches. Quando un contributo viene fuso con il trunk principale, si dice che viene effettuato il Merge del
branch.

L’architettura adoperata dal Cineca per la modellazione degli asset prevede che localmente, ciascuno sviluppatore
acceda al repository attraverso RapidSVN, un client ad interfaccia grafica che utilizzano Subversion come strumento
per il controllo di versione. In tal modo, è possibile fare il checkout di porzioni del filesystem per lavorare in locale su
di esse e in seguito fare il commit dei fali modificati. Questo ha in realtà implementato una forma di approccio cloud
che consentiva ai singoli sviluppatory di accedere agli asset e lavorare su di essi da qualsiasi postazione che possedesse
il client svn installato.

Il repository MDC per il mantenimento degli asset è distribuito su svariati nodi del cluster Cineca plx ed ha visto
diversi aggiornamenti hardware, nonché trasferimenti e link di grosse quantità di dati. La metodologia di controllo di
versione adottata ha comunque permesso lo sviluppo senza problemi, tollerando anche la collaborazione
contemporanea su più files, senza permettere mai di sovrapporre il proprio lavoro a quello altrui.
Il Blog

                                                 https://rvn05.plx.cineca.it:12001/php/MDC/portal/wordpress/

                                                                         Tutorial di Blender
                                                                         Relazioni interne
                                                                         Link a documentazione di
                                                                        interesse generale
                                                                         Messaggistica
                                                                        sull'avanzamento del progetto

          spigarol@cs.unibo.it               Cineca MDC project                                         22

Il progetto in questione ha usufruito anche del supporto di un Blog: uno spazio internet pubblico,
dove i partecipanti al progetto hanno autorità di editing al fine di poter condividere idee,
comunicare e creare materiale di pubblica utilità.

Ciò è avvenuto principalmente mediante un Blog Wordpress: una piattaforma gratuita OpenSource
di CMS ( Content Management System ). Un CMS è un sistema di gestione dei contenuti
decentralizzato, che consente la creazione di “siti internet” e WebLog senza necessariamente
possedere conoscenze tecniche avanzate.

L’adozione di un “diario di bordo” web nel progetto MDC ha avuto una duplice funzione:
Da un lato è servito a dare visibilità online ed una sorta di “facciata” al progetto, mediante la
pubblicazione di news, locandine ed eventi importanti.

Dall’altro, gli stagisti, i laureandi e chiunque avesse qualcosa da aggiungere, appuntare o
semplicemente “fissare” da qualche parte, hanno potuto, con questo strumento, contribuire con il
proprio intervento mediante la pubblicazione di tutorial, guide e tricks che potessero servire a
tutti coloro che sono coinvolti nel progetto. In tal modo, inoltre, il blog stesso si aggiunge al
materiale gratuito composto da risorse e strumenti, creato da comunità grafiche online, di cui si
fara' cenno nelle prossime slide.
Google docs e comunità online

                                                                 www.ubuntu-it.org

          spigarol@cs.unibo.it              Cineca MDC project                           23

Un ulteriore scopo per cui sono stati adottati i Google Docs, è stato quello della possibilità di
brain storming: i docs si aggiornano in tempo reale e qualunque aggiunta di un partecipante viene
immediatamente trasmessa ed aggiornata in tutti i documenti aperti da altri.

Ciascun gruppo ha implementato gli asset secondo le modalità internamente più consone e il
ciclo di vita è stato astratto in un meccanismo fondato sul cloud messo a disposizione da Google
con i google documents.

Il mondo dell’informatica, inoltre, evolvendosi con notevole velocità, necessita di un supporto
continuo e decentralizzato. Non valgono più i vecchi paradigmi dello studio statico mediante
fonti, magari cartacee, che porta alla conoscenza assoluta su di un argomento. Le nuove
tecnologie necessitano ed allo stesso tempo hanno permesso un continuo aggiornamento delle
proprie competenze. Tale risultato è stato raggiungibile grazie all’avvento di Internet che, come
grande collegamento di rete, ha contribuito largamente alla creazione del concetto di comunità
online in tempi relativamente brevi. Tali comunità, nell'accezione comune del termine, sono
composte da un insieme di persone interessate ad un determinato argomento che corrispondono
tra loro attraverso una rete telematica, oggigiorno in prevalenza Internet, e le reti di telefonia,
costituendo una rete sociale con caratteristiche peculiari. I software open source, per merito
attribuibile ad internet, sono molto diffusi anche a livello non professionale e vengono rilasciati
con supporto e compatibilità verso una grande quatità di sistemi e configurazioni. Tale diffusione
capillare, ha portato alla necessità di documentazioni e di servizi di agglomerazione della
conoscenza, che hanno mosso i singoli utenti, all’auto-organizzazione in comunità internet
specifiche. Sistemi Open source come Ubuntu Linux ad esempio hanno documentazioni globali
attribuibili alla ditta distributrice del sistema, la Canonical, e comunità che forniscono
documentazioni locali, sparse in tutto il mondo, come ad esempio la prolifica comunità italiana,
rintracciabile all’indirizzo www.ubuntu-it.org, che ha tradotto e prodotto un grosso comparto
documentativo online, sotto forma di wiki. Questa mobilitazione ha creato, nel corso degli anni,
notevoli risorse online per software in uso in questo progetto quali Blender e The GIMP.
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