NOVEMBRE - DICEMBRE 2020 - Buone Feste !
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2 INDICE: COPERTINA ....................................................................................................................... pag.1 EDITORIALE -Il “Piano Straordinario” che i ragazzi si attendono............................................................... pag.3 POLITICHE SOCIO SANITARIE - L’educatore professionale e il costo della cura .................................................................. pag.5 - L’importanza del pronto soccorso psicologico per l’operatore sanitario ............................ pag.8 TERRITORIO - Divagazioni nell’acqua limacciosa ..................................................................................... pag.10 ADOLESCENZA -Integrarsi per non disintegrare. Integrazione socio sanitaria nel lavoro d’equipe in adolescenza ..................................................................................... pag.13 EVENTI -Recensione evento “L’adolescenza e i gruppi” ................................................................... pag.19 RECENSIONI - L’educatore geografo dell’umano. Accompagnare famiglie con bambini in situazione di vulnerabilità, di Tuggia Marco ........................................................................................ pag.21 - Preferisco il paradiso - San Filippo Neri, di Giacomo Campiotti ......................................... pag.22 APPROFONDIMENTI SCIENTIFICI - Maltrattamento infanzia in Italia, alto e amplificato dall’emergenza Covid19 ..................... pag.23 SOMMARIO ........................................................................................................................ pag.25 E-mail: comunicazione@retemaranatha.it In copertina immagine di stokpic da Pixabay
3 Image by Cheryl Holt from Pixabay IL “PIANO STRAORDINARIO” CHE I RAGAZZI SI ATTENDONO Qualche settimana fa abbiamo celebrato la “Si…, il diritto deve essere garantito ma, poi…, Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e bisogna vedere se ci sono le risorse” - spesso dell'adolescenza, una ricorrenza che ricorda, sentiamo dire. qualora ce lo fossimo dimenticato, il fatto che anche i bambini sono soggetti aventi diritti civili, In queste settimane saremo nuovamente chiamati sociali, politici, culturali ed economici. alla prova dei fatti tra le dichiarazioni di principio e la necessità di fare delle scelte di politiche In questa occasione il Gruppo CRC (Convention coerenti. L’occasione ci viene offerta on the Rights of the Child ) che nel 2020 compie dall’elaborazione del Piano di Zona 2021. Per i 20 anni, ha pubblicato l’11° Rapporto di meno pratici il Piano di Zona è una sorta di “piano monitoraggio della Convenzione sui diritti regolatore” che dopo aver analizzato i bisogni di dell’infanzia e dell’adolescenza, che allarga lo una comunità, di un territorio, sentiti i soggetti sguardo sull’impatto della pandemia sui quasi 10 preposti e le principali agenzie educative, milioni di bambini e adolescenti che vivono in stabilisce la “quantità” e la “qualità” delle risorse Italia. La crisi ha portato alla luce, aggravandole e da mettere in campo per rispondervi in maniera dilatandole, le criticità che le 100 associazioni del adeguata. Si è detto che quello del prossimo anno network continuano a rilevare da anni: l’assenza sarà un “piano straordinario” data la situazione dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza nella emergenziale che stiamo vivendo ma, noi cultura politico-amministrativa e nell’agenda sappiamo, che l’emergenza non ha fatto altro che politica e la mancanza di un coordinamento “togliere il velo” e rendere più chiare le note efficace in tale ambito. L’analisi si chiude come carenze di questi anni. Criticità più volte segnalate sempre con delle raccomandazioni rivolte alle dal Tavolo veneto “Un Welfare per i minori”, attivo istituzioni competenti per facilitare il cambiamento su questi temi da oltre dieci anni, una rete di enti e e fornire suggerimenti su come superare le associazioni che aggrega coordinamenti criticità. rappresentativi di centinaia di realtà venete del sociale, del volontariato, del mondo professionale Viviamo costantemente una profonda e della scuola. Educatori, medici, insegnanti, dissociazione. Da una parte solleciti nelle psicologi, assistenti sociali, avvocati, animatori, dichiarazioni di principio sulle quali, nella maggior volontari, docenti universitari, amministratori parte dei casi siamo tutti d’accordo, ma dall’altra locali, famiglie e cittadini che quotidianamente profondamente inadempienti nelle scelte che si vivono a stretto contatto con i bambini e i giovani traducono in programmi, servizi, politiche di largo che abitano le nostre città. respiro. Ora potremmo dire che un diritto diventa tale nella misura in cui non ci può essere negato o Considerando l’importanza del futuro Piano di addirittura tolto, diminuito, assoggettato alle “leggi Zona per la Programmazione sociale e dell’economia”, dei bilanci. sociosanitaria dei prossimi anni e la complessità-
4 vastità delle “politiche” inerenti i bisogni sociali e di Diventa necessario un Piano Regionale per la assistenza sociosanitaria dei minori d’età-genitori- Tutela e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva donne-famiglie, è stata predisposta una “Guida con una programmazione anche per progettare il ripristino di opportunità socio-educative che in pratica” a schede per la partecipazione al tavolo questa fase sono soppresse. tematico Famiglia, infanzia, adolescenza, minori, La violenza alle donne è stata inserita nell’area donne e giovani. Un documento diretto ai soggetti “Povertà e inclusione sociale”, ma, più che decisori, sindaci e amministratori dei nostri disseminare il territorio di “sportelli famiglia”, fuori comuni, che ha il pregio di sottolineare le criticità “sistema” dovrebbe essere previsto un ma, soprattutto, articola in maniera puntuale e potenziamento delle attività di prevenzione nei competente alcune proposte/richieste sia sul piano Consultori Familiari, ora del tutto insufficiente, dove accede la maggior parte delle situazioni di dei contenuti che sul metodo di lavoro. conflittualità familiare anche con episodi di Alcuni aspetti rilevanti riguardano l’emergenza che violenza fisica e psicologica. stiamo vivendo. Oggi assistiamo ad un aggravamento della Entrare nel merito di questi aspetti con scelte condizione minorile derivante dalla pandemia. coraggiose e di potenziamento per promuovere il Bambini e ragazzi che stanno convivendo con diritto alla crescita e alla cura dei nostri ragazzi, é restrizioni inspiegabili per i più piccoli e diventa urgente e, sicuramente, il miglior modo per sempre più dannosa la mancanza di cure per celebrare la Giornata internazionale per i diritti quelli con disagi, disturbi psichici e dell'infanzia e dell’adolescenza. comportamentali. Vanno, quindi garantiti i servizi di “Tutela Minori” e devono essere rispettate le “prestazioni assistenziali sociosanitarie” (Livelli Gigi Nardetto Essenziali Assistenza, di cui agli art. 24, 25, 32), di competenza del Servizio Sanitario Nazionale a livello distrettuale con tutte le misure previste per i minori a rischio o in situazione di pregiudizio e grave disagio familiare.
5 Image by congerdesign from Pixabay L’EDUCATORE PROFESSIONALE E IL COSTO DELLA CURA L’educatore professionale è l’operatore sociale e la Compassion Fatigue (Olivato, 2016; Benson & sanitario in grado di attuare specifici interventi Magraith, 2005). educativi e riabilitativi ed esprime la sua La Compassion Fatigue professionalità nell’ambito di progetti terapeutici elaborati all’interno di un équipe multidisciplinare Per Compassion Fatigue si intende il costo della al fine di promuovere uno sviluppo equilibrato della cura nelle professioni d’aiuto che si occupano di personalità dei soggetti in difficoltà, nonché il loro persone colpite da gravi malattie, lutti o disastri e inserimento o reinserimento nella comunità si definisce come uno degli effetti a lungo termine (Decreto 8 ottobre 1998, n.520). L’educatore di molteplici e ripetute esperienze di compassione, professionale, per poter costruire una relazione una sorta di saturazione della possibilità di com- educativa nonché un’alleanza terapeutica, deve patire con l’altro che provoca un esaurimento entrare in relazione con la persona che gli è stata profondo a livello cognitivo, emozionale, affidata mediante un atteggiamento connotato comportamentale, spirituale, psicosomatico, di dall’empatia e deve possedere una sufficiente performance lavorativa e delle relazioni umane consapevolezza delle proprie risorse personali (Fingley, 1995; Yassen, 1995). I sentimenti di adattive, nonché delle sue strategie di coping profonda comprensione e partecipazione per la necessarie per fronteggiare lo stress nello persona che soffre, seguiti dal tentativo di svolgimento di un lavoro caratterizzato dalla com- eliminarne la causa o a diminuirne la sofferenza, passione (intesa come partecipazione all’altrui possono portare ad un accumulo di stress da sentire e patire) cui segue il rischio di compassione che il professionista non riesce più a coinvolgimento emotivo. Per empatia si intende la sopportare (Palestini et al, 2009; Radey & Figley, capacità di percepire, senza giudizi, il mondo 2007). È importante saper prevenire la interiore dell’utente come se fosse il proprio, Compassion Fatigue, nonché riconoscerla e attraverso la comprensione dei suoi sentimenti attuare di conseguenza specifici interventi dato (Sabo, 2006). Diversamente, la compassione che, come afferma Stamm, la Compassion viene definita appunto come consapevolezza, da Fatigue “è una conseguenza indesiderata, parte del professionista, della sofferenza provata naturale, prevedibile, evitabile ma anche curabile” dall’utente che ha preso in carico, nonché il suo (Hooper.,et al., 2010). desiderio di attuare azioni per poterla alleviare, percependo ciò che la persona prova in quel I fattori di rischio della Compassion Fatigue momento (Sabo, 2006). Se tali atteggiamenti Gli educatori professionali che soffrono di empatici e la predisposizione alla compassione Compassion Fatigue rischiano di diventare sono elementi fondamentali nella professione inefficaci durante lo svolgimento della propria dell’Educatore Professionale, è proprio attraverso attività lavorativa, proprio perché hanno difficoltà a la loro espressione che l’operatore si espone al relazionarsi empaticamente con gli utenti poiché rischio di sviluppare una serie di disturbi sul piano inconsapevolmente attuano un progressivo emotivo, psicologico, comportamentale e distanziamento emotivo dall’altro in quanto identitario definiti come disturbi vicari: uno tra tutti paziente (Jacobson, 2006). I fattori di rischio che
6 incidono sullo sviluppo della Compassion Fatigue difficoltà o in condizioni di malattia, sentendosi sono legati alla scarsa cura di sé, al rifiuto o alla utile e capace di svolgere quel compito (Bobbo, mancanza di strumenti per poter gestire e 2015; Figley; 1995). In letteratura vengono controllare i fattori di stress che trovano origine individuate alcune strategie che possono essere nello svolgimento del lavoro, alla mancanza di utilizzate per massimizzare la Compassion soddisfazione nell’esercizio della propria Satisfaction e per prevenire quindi la Compassion professione nonché la presenza di esperienze Fatigue. In particolare, Yassen (1995) ha traumatiche personali non risolte o rielaborate elaborato il Modello Ecologico di prevenzione, nel (Fingley, 1995; Yoder, 2010). Altri fattori che quale rientrano diverse strategie di tutela possono contribuire alla comparsa della dell’equilibrio psicologico ed emotivo (Self-Care Compassion Fatigue sono la presenza di disturbi Strategies): per il professionista è infatti d’ansia o dell’umore, strategie di coping importante riuscire a prendersi cura di sé disfunzionali e disadattive, la giovane età del attraverso, per esempio, lo svolgimento di un professionista, nonché il lavorare da molti anni regolare esercizio fisico, l’espressione spirituale nello stesso ambito o reparto (Rossi., et al, 2012; (all’interno di un culto strutturato o no), il contatto Newell & MacNeil, 2010; Van Hook & Rothenberg, con la natura o il volontariato. È inoltre importante 2009). Inoltre, nello sviluppo della Compassion che sia capace di chiedere aiuto nei momenti di Fatigue possono incidere le dinamiche difficoltà, nonché di sapersi porre dei limiti di organizzative, come una scarsa collaborazione tra tempo e di impiego delle proprie risorse mentali, colleghi, una cattiva gestione dei ruoli all’interno fisiche e psicologiche. Yassen (1995) inoltre dell’unità operativa, turni di lavoro troppo sottolinea l’importanza di una gestione orientata e stancanti, nonché l’ambito lavorativo nel quale oculata dell’organizzazione del lavoro, la l’educatore professionale lavora e l’età dei pazienti programmazione di una supervisione attenta e presi in carico, nello specifico bambini e competente a disposizione degli operatori esposti adolescenti rappresentano una tipologia di utenti al rischio, nonché un piano completo di maggiormente rischiosa (Maytum, 2004). formazione continua riguardante questi temi. Inoltre, altri autori propongono una valutazione Tra le conseguenze più evidenti della Compassion continua e capillare dei livelli di stress raggiunti Fatigue è possibile riscontrare nel professionista dagli operatori attraverso test dedicati, nonché la una generale diminuzione di sentimenti positivi, predisposizione di un piano a livello aziendale che l’incremento dell’insoddisfazione nel lavoro e si occupi di gestire possibili casi di Compassion sentimenti di perdita di speranza, nonché Fatigue (Mc Cammon & Jackson Allison, 1995; l’esaurimento psicologico ed emozionale e il Dunning, 1990). Risulta quindi importante possibile manifestarsi di condotte devianti, tra cui garantire un ambiente lavorativo sano che l’uso di droghe e l’abuso di alcool (Jacobson, preveda carichi di lavoro adeguati, responsabilità 2006). In altri casi il professionista decide di eque e un piano strategico di turnazione ritmica lasciare il proprio posto di lavoro o ricercare nuove degli operatori da settori maggiormente stressanti occasioni lavorative che non prevedano il ad ambienti meno faticosi dal punto di vista coinvolgimento diretto con i pazienti (Davis & emotivo. Inoltre, è importante promuovere percorsi Palladino, 2011; Figley, 2002). di supervisione e di metariflessione, attraverso i Promuovere la Compassion Satisfaction per quali favorire l’apprendimento di strategie di self- prevenire la Compassion Fatigue care e la riflessione del professionista rispetto alle proprie strategie di coping, lo sviluppo di una Per Compassion Satisfaction si intende la propria consapevolezza sulle proprie potenzialità e sensazione e la percezione che il professionista limiti e accompagnarlo nel trovare un equilibrio tra prova nello svolgere un buon lavoro, ossia la l’impegno e il desiderio di occuparsi degli altri e la soddisfazione che sente nel momento in cui necessità di occuparsi anche di sé stessi. Questo esercita la sua professione. L’educatore perché soltanto raggiungendo una piena professionale, in questo caso, percepisce che la soddisfazione nell’esercizio della propria sua presenza, i suoi gesti e le sue parole di professione sarà possibile per ogni operatore compassione sono significative per l’altro che mantenere o recuperare quell’integrità personale soffre. La Compassion Satisfaction appartiene che permette di mantenere un equilibrio emotivo all’operatore che sente di vivere il proprio lavoro in sia nella sfera personale che professionale. modo pieno e realizzato, provando piacere nell’avere un ruolo a contatto con persone in Un caso particolare: uno studio osservazionale
7 sugli studenti del corso di laurea triennale in È fondamentale, inoltre, favorire l’acquisizione di Educazione Professionale durante il tirocinio specifiche Social skills che permettano al formativo professionista, prima studente, uno scambio arricchente con altri colleghi o esperti, e che gli Nel luglio 2018 è stata realizzata una indagine consentano allo stesso tempo di rapportarsi osservazionale che visto il coinvolgimento di 103 efficacemente con il paziente (Bobbo, 2018; studenti del corso di studi in Educazione Bottaro, 2019). Concludendo, risulta importante professionale dell’Università degli Studi di Padova, garantire un processo di accompagnamento rivolto di cui 30 iscritti al primo anno (29,1%), 30 del agli educatori professionali, al fine di favorire la secondo anno (29,1%) e 43 del terzo anno capacità di tollerare l’incertezza e la frustrazione (41,8%). Gli studenti erano 11 maschi (10,7%) e che possono provare durante lo svolgimento della 92 femmine (89,3%). L’età media degli studenti professione e sostenerli nel saper gestire era 22,09 (DS 2,67, min 20 e max 39). Il 15,5% eventuali incidenti critici che possono insorgere degli studenti svolgeva il tirocinio nell’ambito delle (Bobbo, 2018; Bottaro; 2019). dipendenze, il 22,3% nell’ambito della disabilità adulta, il 12,6% nell’ambito degli anziani con deficit Chiara Bottaro, Educatrice Professionale cognitivi, il 20,4% nell’ambito di utenti adulti con Dottoressa magistrale in Scienze Riabilitative delle deficit psichici, il 2,9% nell’ambito della malattia Professioni Sanitarie cronica, il 21,4% nell’ambito della disabilità o disagio nell’età evolutiva, l’1,9% nell’ambito della Bibliografia di riferimento neuropsichiatria infantile e infine il 2,9% in altri AA.VV. (2010). Il “Core Competence” dell’educatore professionale. ambiti non meglio specificati. La maggioranza Edizioni Unicopli, Milano. degli studenti non lavorava e studiava Benson, J., & Magraith, K. (2005). Compassion fatigue and burnout: the contemporaneamente (61,2%), ma aveva role of Balint groups. Australian family physician, 34(6), 497. esperienze di volontariato (61.2%). È stato scelto Bobbo N (2018). Il tutoring per la formazione in ambito sanitario: competenze e strategie per la formazione delle identità professionali, di utilizzare il test ProQol Versione 5, un Studium Educationis, 1(1):142-151. questionario self-report composto da trenta item Bobbo Natascia (2015) La fatica della cura. Cleup, Padova. che prevede una modalità di risposta con una Bottaro C. Compassion Satisfaction e disturbi vicari tra gli studenti di scala Likert a sei livelli (0=mai, 1=raramente, Educazione Professionale durante il loro tirocinio formativo. Uno studio 2=poche volte, 3= piuttosto spesso, 4= spesso, 5= osservazionale come punto di partenza per l’implementazione delle azioni didattiche e di tutoring future. Journal of Health Care Education in molto spesso) (Bride et al, 2007) e i cui risultati Practice. Padova University Press. 2019 hanno una validità basata sulla frequenza Davis, K. C., & Palladino, J. M. (2011). Compassion Fatigue among temporale di somministrazione. Tale questionario Secondary Special Education Teachers: A Case Study about Job Stress and Burnout. Online Submission, 1:1-68. permette di misurare e quindi conoscere i livelli di Dunning C. (1990). Mental health sequelae in disaster workers: prevention Compassion Satisfaction, di Burnout e di and intervention, International Journal of Mental Health, 19 (2):91-103. Compassion Fatigue. Dai risultati è emerso che il Figley, C. R. (2002). Compassion fatigue: Psychotherapists' chronic lack 21,36% degli studenti coinvolti in questo studio era of self-care. Journal of Clinical Psychology, 58(11): 1433-1441. a rischio di sviluppare Compassion Fatigue. Tra Figley C. R (editor) (1995). Compassion Fatigue. Coping with Secondary questi, l’età media era di 21.71 anni (±1.419), si Traumatic Stress Disorder in those who treat traumatized, Routledge, New York, London. trattava di studenti iscritti prevalentemente al Jacobson, J. M. (2006). Compassion fatigue, compassion satisfaction, and secondo anno (47,6%) e che svolgevano il burnout: Reactions among employee assistance professionals providing tirocinio nell’ambito dei servizi psichiatrici per workplace crisis intervention and disaster management services. Journal of Workplace Behavioral Health, 21(3-4): 133-152. adulti. Maytum J.C., Heiman M.B. Garwick A.W. (2004). Compassion Fatigue Conclusioni and burnout in nurses who work with children with chronic conditions and their families. Journal of Pediatric Health Care, 18:171-179. Visti i risultati dell’indagine presentata, si può Mc Cammon S.L., Jackson A.E. (1995). Debriefing and treating quindi dedurre quanto sia importante, fin dalla emergency workers; in Fingley C. R (editor) Compassion Fatigue. Coping with Secondary Traumatic Stress Disorder in those who treat traumatized, preparazione universitaria e durante tutta la Routledge, New York, London, pp. 115-129. carriera professionale, favorire negli educatori Newell, J. M., & MacNeil, G. A. (2010). Professional burnout, vicarious professionale l’acquisizione di specifiche Self-Care trauma, secondary traumatic stress, and compassion fatigue. Best Practices in Mental Health, 6(2): 57-68. Skills al fine di tutelarli dal rischio di sviluppare Olivato, D. (2016). L’Educatore Professionale tra Compassion Fatigue e disordini vicari (come la Compassion Fatigue e/o Compassion Satisfaction. Burnout) a cui una professione d’aiuto in ambito Palestini, L., Prati, G., Pietrantoni, L., & Cicognani, E. (2009). La qualità socio-sanitario inevitabilmente espone (Bobbo, della vita professionale nel lavoro di soccorso: Un contributo alla 2018; Bottaro 2019). validazione italiana della Professional Quality of Life Scale (ProQOL). Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale 15(2): 205-227.
8 L’IMPORTANZA DEL PRONTO SOCCORSO PSICOLOGICO PER L’OPERATORE SANITARIO La recente epidemia COVID-19 ha messo in La “sindrome del burnout” descritta per la prima evidenza quanto sia fondamentale assistere con volta negli anni 1970 da da H. Freudenberger tra un supporto psicologico tempestivo non solo le gli operatori di un reparto di igiene mentale è un vittime di eventi emergenziali, ma anche i tipo specifico di disagio psicofisico connesso al soccorritori/operatori, essi stessi soggetti ad un lavoro che interessa, in varia misura, diversi rischio più o meno elevato di sviluppare disturbi operatori e professionisti che sono impegnati psicologici-psichiatrici. quotidianamente e ripetutamente in attività che Secondo il Centro di Ricerca EngageMinds Hub implicano le relazioni interpersonali, quando viene dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, campus gravemente compromessa la possibilità di di Milano- in collaborazione con la Società Italiana scaricare le tensioni accumulate. di Management e Leadership in Medicina (Simm) Mentre il burnout rivolge l’attenzione e con il Segretariato Italiano Giovani Medici (Sigm) maggiormente all’esito sulle prestazioni lavorative, - sette operatori sanitari su dieci, cioè il 70%, è stata descritta un’altra sindrome, la compassion impegnati nel fronteggiare l'emergenza Covid-19 fatigue, più centrata sui vissuti e ad esordio più nelle Regioni italiane più colpite dall'epidemia da rapido. Coronavirus hanno mostrato sintomi di burnout. La compassion fatigue (CF) è stata chiamata Addirittura nove su dieci hanno dichiarato di avere anche “costo della cura”, quasi il prezzo emotivo avvertito, nei mesi più drammatici dell'emergenza da pagare per coloro che si prendono cura degli sanitaria, sintomi di stress psico-fisico. Il 65% dei altri e si manifesta con stanchezza emotiva e rispondenti ha dichiarato di essersi sentito più fisica, umore depresso e bassa performance irritabile del normale, il 62% di avere avuto lavorativa. Ne è stato individuato anche un maggiori difficoltà ad addormentarsi, poco meno contrappeso costruttivo la compassion del 50% di aver sofferto di incubi notturni, circa il satisfaction. 45% di aver avuto crisi di pianto e il 35% Altre due sindromi Secondary traumatic stress palpitazioni. Per quanto riguarda lo stress (STS) e il Trauma vicario (VT) hanno a che fare lavorativo, un operatore sanitario su tre mostra entrambe con la capacità di contagio dei traumi segni di alto esaurimento emotivo (la sensazione sugli operatori sanitari che vi sono esposti per di essere emotivamente svuotati, logorati ed ragioni di soccorso o cura. Presentano lo stesso esausti) e uno su quattro moderati livelli di corredo sintomatologico del disturbo post depersonalizzazione (ovvero, la tendenza ad traumatico da stress, tuttavia il Trauma vicario essere cinici, trattare gli altri in maniera presenta solo un sottotipo di sintomi ossia i impersonale o come "oggetti", sentirsi indifferenti cambiamenti negativi nel tono dell’umore mentre rispetto ai pazienti e ai loro familiari). mancano le altre caratteristiche più floride del Secondo INAIL “la situazione di emergenza Disturbo post traumatico da stress. espone il personale sanitario a una serie di fattori Infine abbiamo il Disturbo acuto da stress (ASD) e di rischio specifici e legati alla cura del paziente il Disturbo post traumatico da stress (PTSD) contagiato, ma anche a cambiamenti sostanziali descritte nel DSM-V che presentano la stessa nel lavoro per quanto riguarda gli aspetti costellazione sintomatologica (iperattivazione organizzativi, relazionali e relativi alla sicurezza, fisiologica, evitamento, sintomi dissociativi, umore che contribuiscono all’accrescimento di stress negativo) che, nel primo caso, si manifesta con psico-fisico”. una durata breve, mentre nel secondo parliamo di Il prolungarsi nel tempo dell’emergenza sanitaria una vera e propria cronicizzazione. Si presentano può portare ad un aumento di pressione e paura e quando le situazioni traumatiche vengono vissute comportare una cronicizzazione dello stress legato direttamente ossia quando l’operatore si è trovato al lavoro, che, se prolungato nel tempo e a contatto con la morte altrui o in pericolo di morte accompagnato da elevata intensità, può esso stesso. determinare un esaurimento delle risorse Molto spesso in situazioni di maxi-emergenza e psicologiche e in alcuni casi favorire l’emergenza catastrofi è stato descritto un forte impatto del burnout. psichico sui soccorritori e le sintomatologie rilevate
9 saranno probabilmente superate nella maggior di intervento nella psicologia dell’emergenza”, ed. parte dei casi spontaneamente, senza necessità di Franco Angeli). interventi terapeutici specialistici. Tuttavia anche Certamente la pandemia COVID-19 è stato un gli operatori più esperti in determinate circostanze evento particolarmente dirompente per gli personali e/o situazionali possono trovarsi coinvolti operatori soprattutto perché le sue caratteristiche e diventare vulnerabili. Il coinvolgimento di hanno limitato i fattori protettivi che di norma bambini, la morte di colleghi, le gravi mutilazioni agiscono come ammortizzatori, quali il supporto dei corpi delle vittime, i fallimenti nella missione di sociale e la impossibilità di utilizzare tutta la soccorso, le scelte difficili possono da sole o gamma delle strategie di coping personali e incrociandosi con fasi di vita personale collettive. Inoltre alcune caratteristiche caratterizzate da particolare fragilità fare da dell’emergenza stessa come l’invisibilità, la sua detonatori. diffusione nello spazio e nel tempo hanno Il Pronto soccorso psicologico è un intervento costituito importanti fattori aggravanti. fortemente raccomandato da OMS come primo Nell’infografica viene descritta la finestra di approccio alla crisi e va proprio nella direzione di opportunità per questo intervento che andrebbe gestire meglio lo stress iniziale prevenendo o somministrato non appena l’operatore avverte i mitigandone le degenerazioni patologiche e primi segnali di stress quali demotivazione, ansia, indirizzare il processo di recupero. insonnia, rabbia, frustrazione, stanchezza cronica Il “Pronto soccorso psicologico potrebbe che sono spesso accompagnati da un fastidioso aumentare la percentuale di remissioni spontanee corredo somatico. post trauma e migliorare significativamente il Dopo una disamina delle condizioni generali e grado di benessere… Intervenire nella fase di delle risorse lo psicologo valuterà la necessità di codifica, consolidamento, immagazzinamento e un invio psicologico specialistico oppure orienterà primo recupero dell’esperienza traumatica, l’utente ad interventi psicosociali di bassa soglia di significa avere la possibilità di operare tipo individuale, familiare o comunitario. sull’esperienza soggettiva del ricordo prima che i L’intervento psicosociale potrebbe contemplare contenuti traumatici si siano cristallizzati. Inoltre anche azioni di miglioramento del clima tempi e i modi del ristabilimento delle condizioni di organizzativo o dei problemi situazionali legati alle sicurezza e fiducia si saldano con le componenti condizioni operative nelle quali viene erogata la traumatiche e, a seconda di come vengono prestazione lavorativa o volontaria. condotti, possono gravare o alleggerire significativamente le condizioni psichiche della Anna Sozzi, Psicologa psicoterapeuta vittima.” (Il primo colloquio in emergenza E. Vicepresidente SIPEM SoS Federazione Pedrelli, A. Sozzi in (a cura di) C. Iacolino Membro della Consulta del volontariato del “Dall’emergenza alla normalità. Strategie e modelli Dipartimento Nazionale della Protezione civile ANNA SOZZI Problemi Psicologa psicoterapeuta personali Problemi Problemi (conflitti familiari, preoccupazioni per la situazionali organizzativi salute propria e di propri (turni, sicurezza, n di (conflitti, clima vittime e loro congiunti o amici, organizzativo, caratteristiche, difficoltà separazioni, lutti, carichi precarietà,…) familiari, work life di fornire aiuto, scarsa preparazione…) balance) Trauma, burn out, compassion fatigue timeline PRIMO SOCCORSO PSICOLOGICO Intervento psicologico specialistico Intervento psicosociale Supporto Azioni di welfare (individuale, familiare, comunitario) farmacologico
10 DIVAGAZIONI NELL’ACQUA LIMACCIOSA “Se finisco fuori strada, è perché qui succede Richard Sennet, che “il significato profondo continuamente, con tante strade fatte d’acqua. dell’autonomia non sta – come in genere si Da queste pagine, in altre parole, potrà non pensa- nella capacità di separarsi dagli altri, venir fuori un racconto, una storia, bensì il fluire ma in quella di percepire gli altri, di stabilire di un’acqua limacciosa “nella stagione sbagliata una relazione che è -al tempo stesso- dell’anno”. A volte appare azzurra, a volte grigia identificazione e differenziazione. Questo o bruna; invariabilmente è fredda e non comporta che gli individui riuniti intorno a questa potabile. Il motivo per cui mi ingegno a filtrarla è relazione accettano il fatto che non riusciranno a che contiene tanti riflessi, tra i quali il mio. comprendersi reciprocamente in modo integrale, (Brodskij, 1991) in modo trasparente. Rimane sempre uno spazio di incomprensione, una zona opaca: l’accettare che non si possano comprendere cose dell’altro L’articolo che segue è il frutto delle riflessioni di tre garantisce l’eguaglianza nella relazione. operatori (Francesca Cimbaro, assistente sociale L’autonomia presuppone connessione ed area minori, Marco Parente - comunità Fatima, estraneità, vicinanza e impersonalità. (…) Ai OSMC -, Stella Avelli -Comunità Murialdo-) che fondatori del welfare (…) sembrava irrazionale seguono dei fratelli adolescenti, collocati fuori fornire risorse senza precise indicazioni sul loro famiglia, ognuno in una diversa comunità. Sono impiego, ma il risultato fu che l’amministrazione stati i ragazzi a imporci di seguire “il fluire non imparò ad ammettere un’autonomia in coloro dell’acqua limacciosa” spesso sbagliata delle loro che serviva.” (Boarelli, 2019). Forti di tali vite, imponendoci di sbrogliare i loro riflessi convinzioni, non ci siamo posti né tra noi operatori attraverso un lavoro complesso, fluido, denso di né con i ragazzi come “gli esperti risolutori” sfumature mai uguali tra loro, spesso “indigeribile”, poiché: “Gli esperti sono disabilitanti anche ma sempre partecipato con una parte di noi a tal perché il loro intervento sempre più pervasivo punto che noi stessi rientriamo nel racconto, pur impedisce la trasmissione dei saperi informali e relegato a non essere visto perché racconta “chi delle competenze tra generazioni diverse, viene visto a fatica perché è nato nella parte meno all’interno della famiglia e delle strutture luminosa del mondo e rischia di vivere tutta la vita comunitarie, tra pari e spinge ai margini della nella sua parte più oscura”. considerazione pubblica gli ideali di indipendenza, autodeterminazione, autosufficienza.” (Boarelli, Il lavoro che ci ha guidato e continua a guidarci è il 2019). costante tentativo di rimuovere gli ostacoli che impediscono ai ragazzi che seguiamo di Più propriamente riteniamo che sia utile porsi, sperimentare il loro percorso di vita perchè “se come sostiene Ivan Illich (ibidem) nella anche fosse la stagione sbagliata dell’anno (…) dimensione di quella che definisce “la società contiene tanti riflessi, tra i quali il mio”. A tal conviviale cioè la società in cui lo strumento proposito Mauro Boarelli infatti afferma, in relazione moderno sia utilizzabile dalla persona integrata all’idea neoliberista del merito: “Tutti possono con la collettività, e non riservato a un corpo di gareggiare nella competizione per avere successo specialisti che lo tiene sotto il proprio controllo”. E nella vita, nessuno ne è formalmente escluso a in questo non abbiamo mai avuto timore né tra causa delle sue origini sociali, ma la gara è noi né con i ragazzi di attraversare il conflitto truccata, perché le condizioni di partenza sono evitando logiche manichee e cercando di disuguali e i sostenitori del merito non si continuare a visualizzare, pur focalizzandoci su preoccupano di rimuovere gli ostacoli che danno ogni singolo progetto, la complessità del sistema origine a questa disparità (Boarelli, 2019).” relazionale all’interno del quale siamo chiamati a Rimozione degli ostacoli non significa abbandonare lavorare, perché “Il conflitto è parte integrante la componente del “mio riflesso” né per i ragazzi né dell’esperienza sociale. E’attraverso il conflitto per noi operatori perché, sempre seguendo le che gli individui e i gruppi sociali costituiscono riflessioni di Boarelli questi afferma, citando una dimensione storica, mutano se stessi nel
11 tempo e proiettano queste mutazioni su ciò che li l’evidenziazione delle differenze, sarà possibile circonda, ridefiniscono in continuazione le proprie identificare il nuovo punto di vista, non forme sfuggendo al pericolo sempre incombente di corrispondente alla giustapposizione, alla somma rimanere confinati entro identità fisse e immutabili, delle letture parziali, ma ad una rielaborazione schiacciati entro un eterno presente. (…) A collettiva che le comprende e le supera”. (Anna differenza del conflitto, lo scontro è modellato Maria Campanini, Ingrosso, 2006) intorno alla contrapposizione tra entità assolute, astratte, assunte a priori senza bisogno di Il nostro lavoro, quindi, si caratterizza per essere verifiche: il bene contro il male, la sicurezza contro un costante fattivo esercizio per “allentare le l’insicurezza, il nuovo contro il vecchio. Citando parentesi dell’io” come ben afferma Byung-Chul Mark Fischer, infatti, afferma che: “Nella logica Han citando Peter Handke: “H. contrappone alla dello scontro, le identità sono (…) ben distribuite, e stanchezza che non ha parole, non ha vita, che a noi non resta che subirne gli effetti o farcene divide, una stanchezza che si esprime, che vede scudo per reagire contro l’avversario. Nella logica e riconcilia. La stanchezza come “plus del minus del conflitto, al contrario, siamo costretti ad di Io” dischiude un tra, allentando le parentesi assumerci dei rischi, a inventare ipotesi e strategie dell’io. Non solo vedo l’altro, ma io sono anche d’azione con cui rispondere alle sfide impreviste l’Altro e “al tempo stesso l’Altro è me”. Il tra è uno della situazione.” (Boarelli, 2019) spazio della cortesia come in-differenza, in cui “niente e nessuno domina o è anche solo Abbiamo, infatti, più o meno consapevolmente, predominante.” Nel divenir-meno dell’io la forza ma, anzi, naturalmente, rivisitato costantemente le di gravità dell’essere si sposta dall’io al mondo. scelte agite, rendendole partecipi sia a noi stessi Mentre la stanchezza dell’io come stanchezza che ai ragazzi seguendo, inconsapevolmente, il solitaria è priva di mondo, nega il mondo, questa “principio della mano che nasconde” ossia, è una stanchezza fiduciosa del mondo”. Essa secondo quanto afferma Albert Hirschmann: “schiude” l’io, lo rende permeabile al mondo. “Scoprì, innanzitutto, che il successo dei progetti Produce una nuova “dualità” che nella stanchezza derivava in gran parte da quello che definì il solitaria è completamente annullata. Il soggetto principio della mano che nasconde” (…) perché “le vede ed è visto, tocca ed è toccato: “una scelte non avvengono esclusivamente sulla base stanchezza come frutto della disponibilità, anzi di un calcolo di razionalità economica” come appagamento dell’essere toccato e identificando il principio della mano che nasconde dell’essere io stesso capacità di toccare”. Questa come “un meccanismo di transizione attraverso il stanchezza rende per la prima volta possibile un quale coloro che devono assumere decisioni soffermarsi, un indugiare. Il Meno-io si esprime imparano ad affrontare il rischio. Imparano come un più-mondo.” (Han, 2012) Proprio attraverso l’errore, ed è l’errore che li induce cercando di perseguire tale Meno-io proviamo a all’azione.” (Boarelli, 2019) mantenere lo sguardo ampio sui progetti dei Siamo infatti convinti che “si debba andare invece minori che seguiamo, evitando il facile e comune nella direzione di un operatore che attraverso la scadimento in azioni di mera reazione al fine di descrizione della realtà costruisce connessioni, ricomprendere, costantemente, tutti i riflessi propone nuove forme possibili, ristruttura dell’io. Un io che dobbiamo continuare a significati, individua strategie d’azione. Un immaginare non per come sarà tra un mese, due operatore (…) che sia in grado di mettere in gioco mesi, un anno, ma per come dovrà essere le proprie mappe mentali e le proprie quando, alla maggiore età, per norma sociale, interpretazioni della realtà operando secondo uno sarà autonomo, identificandosi e differenziandosi. stile orientato alla reciprocità e alla capacità di Perché come ben dice un altro ragazzo che è inserirsi nei progetti in corso”. Perché (ibidem) “è stato inserito da adolescente in comunità molto diverso lavorare in un’ottica che si fida educativa: “ho sempre saputo che voi mi avevate esclusivamente della potenzialità risolutiva della in mente…non da qui a due mesi, ma da qui a tre risposta tecnica o sviluppare capacità di anni fino a quando sarei stato maggiorenne…è mobilitazione delle energie” operando “in una questo è stato fondamentale per me, perché prospettiva coevolutiva” in quanto “La migliore rete sapevo che mi avevate in testa e che vi che sostiene non è infatti quella che viene tessuta preoccupavate di me…questo mi ha permesso di intorno a un utente inconsapevole, ma quella che crescere e di fare le mie scelte”. lo vede informato e partecipe (…)”. Infatti Concludendo, quindi, non possiamo che “Attraverso lo scambio, il confronto, anche condividere, utilizzando le parole di Byung-Chul
12 Han che, per impedire che i ragazzi diventino muti “ciascuno nella sua personale stanchezza, non la BIBLIOGRAFIA nostra, ma la mia qui e la tua là (ibidem)”, non si possa che continuare a correre il rischio di non “vivere dell’eguale” perché “chi vive dell’eguale, Boarelli, M. (2019). Contro l'ideologia del merito. muore dell’eguale” (ibidem). Ed. Laterza. Brodskij, I. (1991). Fondamenta degli Incurabili. Francesca Cimbaro Ed. Adelphi. Han, B.-C. (2012). La Società della stanchezza. Ed. nottetempo. Ingrosso, M. (2006). La promozione del benessere sociale, Progetti e politiche nelle comunità locali. Ed. Franco Angeli. Image by Gerd Altmann from Pixabay
13 INTEGRARSI PER NON DISINTEGRARE Integrazione socio sanitaria nel lavoro d’equipe in adolescenza 1. La salute nella nostra società e in soprattutto sulle persone fragili: minorenni, disabili, adolescenza persone con sofferenza psichica o mentale, persone con problemi di dipendenza, anziani, Da diversi anni mi porto dietro un’immagine che soprattutto se non autosufficienti. presento quando cerco di far comprendere il senso e l’importanza dell’integrazione sociale e Anche nelle Regioni che si sono poste la sanitaria. Al centro un cerchio bianco con la parola questione, come in Veneto, dove fin SALUTE. Intorno sette cerchi, ognuno di un colore dall’approvazione della Legge 833/78 “Istituzione dell’arcobaleno, con dentro i “nomi” di altrettanti del servizio sanitario nazionale” è stata fatta la “sistemi” di relazioni che compongono ogni società scelta della delega delle competenze sociali dei organizzata, quindi anche la nostra: SANITÀ, Comuni alle Aziende ULSS, i rischi, da un lato di SOCIALE, FORMAZIONE E SCUOLA, LAVORO, una sanitarizzazione dei bisogni e dell’eccessiva AMBIENTE, FORMAZIONI SOCIALI, GIUSTIZIA medicalizzazione delle risposte, dall’altro della E LEGGE. deresponsabilizzazione dei Comuni, devono impegnare a monitorare l’organizzazione dei La SALUTE, “fondamentale diritto dell’individuo e servizi sanitari, sociali, sociosanitari e le effettive interesse della collettività” (art. 32 Costituzione) è modalità di integrazione rispetto alla centralità il “risultato”, la sintesi, di tutti i “sistemi”, come la della persona e dei suoi bisogni di salute. luce bianca è la “sintesi” dello spettro visibile dei colori. Rispetto all’adolescenza o, meglio, alle adolescenze, l’approccio alla salute che propongo, Ci deve essere coerenza tra tutti i sistemi che si caratterizza per diversi aspetti che vale la pena organizzano le relazioni tra le persone, i gruppi, le anche solo accennare. formazioni sociali, altrimenti la SALUTE, per ognuno e per tutti, non si mantiene, non si - Nelle diverse fasi dell’adolescenza il rapporto dei raggiunge, non si recupera. “cittadini in crescita” (come li chiamava Alfredo Particolare attenzione va posta alla integrazione Carlo Moro) con gli adulti in genere e con tra il sistema dei servizi sociali e il sistema dei istituzioni e servizi (sanitari, scolastici, sociali...) in servizi sanitari perché la persona è una... dove particolare è orientato alla diffidenza se non finiscono i bisogni sociali e cominciano i bisogni all’opposizione più o meno dichiarata. Il tema sanitari? o viceversa? Da 35 anni normative “salute”, come molti altri, è percepito e affrontato nazionali e scelte ragionali hanno spaccato e in modo molto diverso dalle/gli adolescenti e dagli divaricato competenze e responsabilità in questo adulti e, di conseguenza, la responsabilità di settore (il “sociale” ai Comuni, la “sanità” alle questi ultimi è anche quella di rispettare la Aziende Sanitarie) con conseguenze drammatiche persona nella costruzione della propria identità.
14 - L’adolescenza è il tempo “privilegiato” per sviluppare azioni che non siano solo l’esperienza del limite; di conseguenza, i dell’emergenza, dell’assistenza e della protezione, comportamenti “a rischio”, dal punto di vista del ma anche dello sviluppo della “normalità”, della corso di vita e dei “pericoli” come dal punto di vista promozione e del benessere.” (Da “Non solo della “cultura” del rischio... sono in diretta sfruttati e violenti”, 2001) relazione con il tema della “salute” in senso ampio. 2. Costruzione dell’identità in adolescenza D’altra parte c’è un nesso inscindibile tra “rischio” e “identità” che viene declinato in modi diversissimi Occuparsi dell’adolescenza non vuol dire (solo) dagli adolescenti, ma spesso rappresenta un preoccuparsi, ma comprendere i molteplici “piani” “fattore comune” da analizzare e comprendere per che si intersecano in questa fase della vita, poter accompagnare correttamente i percorsi di cercando di identificare non tanto “modelli” crescita. interpretativi, quanto una serie di “punti” da collegare in modo diverso, individualizzato, - È diffusa la convinzione che l’adolescenza sia rispetto alla situazione di ogni persona che si trova un’età “difficile” che spesso viene accostata in questa fase, in queste fasi, della vita. all’idea che sia una sorta di “malattia”, determinando polarizzazioni e generalizzazioni. È Come per il gioco di “unire i punti per indovinare la ancora attuale quanto si scriveva in un vecchio figura risultante”, si propongono una serie di rapporto sulla condizione dell’infanzia e “parole”/”punti” che possono aiutare ad orientarsi dell’adolescenza: “Occorre aver ben presente che nelle fasi dell’adolescenza rispetto ad alcuni ci sono anche altre infanzie e altre adolescenze. “piani”: Esse rappresentano, fortunatamente, la - Dimensioni prevalenti di “attenzione esistenziale” maggioranza delle situazioni. Non vi è solo il che tratteggiano una possibile transizione verso bambino abusato e violato, non solo il ragazzo l’età adulta. delle baby–gang (...); non solo il bambino “problema” ma anche quello “normale”; non solo il - Due dei molteplici piani dell’identità in bambino sfruttato ma anche quello che costruzione, quella “personale” e quella “sociale” abbastanza serenamente studia e gioca; non solo - I piani delle “criticità” e delle “potenzialità” per il bambino che soffre le carenze affettive e le non farsi sopraffare dalle prime e per essere aperti trascuratezze dei suoi genitori ma anche quello alle seconde. amato, seguito, sostenuto, stimolato dalla sua - Il piano delle “piste” di ricerca e di proposta, con famiglia. Ma se questo è vero è necessario da una una sequenza di “modalità di presenza” degli parte rimuovere dall’immaginario collettivo l’idea adulti che potrebbe riguardare anche i che l’infanzia e l’adolescenza siano solo un “professionisti”: compagnia, accompagnamento, problema al quale guardare con apprensione e in affiancamento... non sono alternative, ma posizione di sostanziale difesa e, dall’altra, complementari e, spesso, compresenti.
15 Il rischio di “disintegrarsi” tra tutti questi, ed altri, adolescenti non sono, solo o tanto, “luoghi” fisici, “punti” è forte; la volontà e, forse, anche la ma “codici” e “canali” comunicativi, che si necessità di “integrare” anche “punti” distanti ed attraversano, accavallano, sovrappongono che gli incongruenti sono evidenti. adulti hanno dimenticato o non hanno mai conosciuto perché sono propri dei “tempi nuovi”. La non linearità della costruzione dell’identità, soprattutto in adolescenza, implica un approccio Le identità itineranti tracciano percorsi che sono: multidimensionale in chi ha a cuore la felicità ed il disomogenei... compresenti... discontinui... a volte futuro di queste persone; soprattutto nel caso di invisibili... se gli adulti, e soprattutto i un intervento sull’adolescenza, di tipo sociale, professionisti, che vogliono incontrarli, psicologico, terapeutico, educativo... questo non accompagnarli, affiancarli non si integrano il può che tradursi in un’azione multiprofessionale rischio è che le adolescenze, e soprattutto le integrata. persone che le vivono, si “disintegrino”. Gli adolescenti costruiscono “Identità Itineranti” 3. Adolescenze e salute che gli adulti possono “incontrare”, ma ad alcune L’“evoluzione” del concetto di salute da parte condizioni. dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è Per incontrare le identità itineranti occorre trovare particolarmente interessante se vista “dalla parte” gli “incroci” e i “crocevia” dove si “intrecciano” i delle e degli adolescenti. Nel 2006, con una percorsi delle e degli adolescenti: definizione certamente più realistica di quella del 1948 che indicava un improbabile “completo stato • dai disagi marginali all’assunzione della di benessere fisico, psichico e sociale” ha indicato categoria della “marginalità” come indicatore della la salute come una risultante di stili di vita, aspetti situazione giovanile; una marginalità più o meno e percezioni culturali ed età della persona. sopportata e subita anche in relazione alle opportunità che vengono offerte; La progressiva attenzione ad una visione sistemica, a partire da una concezione olistica • dall’autismo sociale all’omologazione in una dell’essere umano e della società, ha posto le basi “normalità radicale” che spinge comunque di una visione unitaria in cui come la persona è un all’isolamento. tutt’uno e non una somma di parti separate, così Quindi come risposta all’incertezza del presente e anche l’organizzazione sociale è considerata un di un futuro, che è visto in modo diverso dagli insieme unitario. Nel 1986 vengono considerati i adulti che stanno vicino alle e agli adolescenti, c’è “prerequisiti della salute” come quelle condizioni e spesso una “chiusura sociale”... ma anche il risorse iniziali in cui tutti devono essere messi per contrario: poter raggiungere il proprio “massimo” di salute; è • dalla voglia e paura di sé alla voglia e paura di proprio con la carta di Ottawa che si tracciano le “alterità sociale”; linee per la promozione della salute. • dalla “normalità”, passando per la “diversità” e a Su questa linea, successivamente, sono stati volte per la “devianza”, verso una “diversa identificati i “determinanti della salute” come i normalità”. fattori che influenzano lo stato di salute di un individuo e, più in generale, di un gruppo di Le “strade” e, quindi, gli “incroci” dove si possono persone, di una comunità, della popolazione. incontrare le identità itineranti delle e degli
16 Un’azione per la salute che tenga conto dei Commissione sui Determinanti Sociali della Salute determinati della salute, se è necessaria per tutti, dell’OMS, nel 2008, definisce una cornice risulta evidente che rispetto all’adolescenza si concettuale che si riferisce non solo ai fattori che caratterizza per alcuni tratti particolari. influenzano lo stato di salute degli individui e delle comunità (determinanti della salute), ma anche a In particolare, per agire conseguentemente, si quelli coinvolti nella diseguale distribuzione della ritiene necessario comprendere che: salute all’interno della popolazione (determinanti - storicamente molto poco possono agire le e gli delle diseguaglianze nella salute). Per questo lo adolescenti rispetto ai determinanti Socio- scrivente “rinomina” spesso i “determinanti della economici e Ambientali, mentre andrebbero colti e salute” come i “discriminanti della salute”... Anche valorizzati in questa logica la “nuova” per questo chi si occupa di infanzia e adolescenza consapevolezza e l’attivismo nel pretendere un deve assumere questa prospettiva come equilibrio tra la vita delle persone, le società e la orientamento generale e specifico, ponendo cioè natura; attenzione ad ogni singola situazione personale. - l’Accesso ai servizi da parte delle e degli Sulla necessità dell’adozione del modello bio- adolescenti risente del “sospetto” e della “sfiducia” psico-sociale per affrontare le tematiche della verso percorsi più o meno istituzionali stabiliti dagli salute la convinzione è abbastanza generalizzata adulti, per cui vengono privilegiate piste di ricerca e non si può e si deve tornare indietro dall’assunto autonome, trasversali e, non raramente, fondamentale che ogni condizione di salute o di provocatorie ed oppositive (ad esempio per tutta la malattia sia la conseguenza dell’interazione tra sfera del “loisir”); fattori biologici, psicologici e sociali. Ma si è andati - la questione degli Stili di vita, alla luce della avanti perché la “Commissione Salute” costruzione dell’identità e del ruolo che gioca il dell’Osservatorio Europeo su Sistemi e Politiche “rischio” in questo processo dovrebbe ammonire per la Salute, nel 2010, arriva a definire la salute dal giudicare o, peggio, sanzionare come “lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e sistematicamente i comportamenti “devianti” delle spirituale di benessere, che consente alle persone e degli adolescenti in questo ambito; sarebbe di raggiungere e mantenere il proprio potenziale conveniente trattare molti di questi segnali e personale nella società”. sintomi nell’ambito di un necessario “rischio Viene aggiunto un “quadrante” a quello che ora si educativo”. può individuare come un modello bio-psico-socio- spirituale. Viene riconosciuta importanza e Questo è tanto più vero se, riprendendo la attenzione alla sfera “immateriale”, alla dimensione della “marginalità” che, anche se in dimensione esistenziale, che diventa necessaria al modi ed intensità diverse, caratterizza tutte le pari delle altre per cercare di raggiungere un “adolescenze”, si tiene conto che la stessa benessere globale..e sappiamo tutti quanto questa
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