MOTIVAZIONI E CONTENUTI DELLE SCELTE DI VOTO NELLE ELEZIONI POLITICHE 2008 - Roma, 29 aprile 2008
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CENSIS
MOTIVAZIONI E CONTENUTI
DELLE SCELTE DI VOTO
NELLE ELEZIONI POLITICHE 2008
Roma, 29 aprile 2008INDICE
Voglia di governo, ansia di sviluppo Pag. 1
1. I flussi elettorali “ 3
1.1. Come sono variati i voti fra 2006 e 2008 “ 3
1.2. Più voti al Centro-destra da altri schieramenti “ 5
1.3. Il profilo socio-economico degli elettori dei principali
partiti “ 8
2. Il rapporto con la campagna elettorale e la politica “ 11
3. Cosa si aspettano dal futuro ” 2299141_08
VOGLIA DI GOVERNO, ANSIA DI SVILUPPO
Alta partecipazione, ma meno convinta del recente passato sulle
conseguenze reali del voto, spostamenti importanti di consenso soprattutto
tra i partiti di una stessa coalizione e declino del richiamo di ideali e valori
come ragione del voto, ritorno del leader come mobilitatore di consenso e
voglia di porre termine alla litigiosità tra i partiti conferendo lo scettro
del governo a chi vince: questi, in estrema sintesi, i principali risultati su
motivazioni e contenuti delle scelte elettorali emersi dall’indagine sulle
opinioni di 2.000 elettori realizzata dal Censis all’uscita dei seggi in
occasione delle recenti elezioni politiche.
Una campagna elettorale tiepida ha comunque deciso la collocazione di
poco meno di un terzo dei consensi, in particolare dei più giovani che,
rispetto alle generazioni precedenti, si mostrano molto più pragmatici nella
scelta.
Se il momento elettorale riesce ancora ad attirare gli italiani, malgrado le
ondate di critica della politica degli ultimi tempi, tuttavia per circa un
quarto degli elettori nella quotidianità della loro esistenza il rapporto con
la politica ha un carattere patologico, è scambio di favori, richiesta di
soluzione di problemi personali che, altrimenti, non sarebbero in grado di
risolvere.
Soprattutto nei comuni più piccoli e al centro-sud, dalle emergenze sanitarie
alla ricerca di un posto di lavoro sino all’accelerazione delle pratiche della
pensione, è emersa l’abitudine a rivolgersi ad un politico per risolvere un
problema, e spesso, per vedere tutelato un proprio diritto.
E’ una torsione evidente della politica e delle istituzioni, che chiama in
causa non solo il meccanismo di costruzione del consenso dei partiti che
passa anche attraverso l’uso spregiudicato delle risorse pubbliche, ma
l’approccio dei cittadini alla ricerca di scorciatoie per avere ciò che, spesso,
spetterebbe di diritto.
Il dato segnala come politica e società finiscano per rispecchiarsi,
contribuendo in modo diverso al reiterarsi della stessa patologia, che
sostituisce ai meccanismi trasparenti del mercato o dell’azione pubblica,
l’intreccio perverso di interessi parziali e di uso dell’accesso privilegiato alle
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risorse pubbliche. Va ovviamente sottolineato che questa fenomenologia
della politica come scambio riguarda una minoranza, sia pure robusta, di
italiani, e tuttavia esercita un influsso negativo molto ampio se solo si pensa
alle polemiche legate all’ondata di antipolitica o a quelle sulle oligarchie e i
privilegi partitici.
Dai dati, poi, si rileva che dalla prossima legislatura, in particolare dal
governo, gli italiani, fortemente condizionati dalla percezione di
vulnerabilità socioeconomica di cui l’erosione del potere d’acquisto è in
questo momento l’espressione più manifesta, si aspettano non tanto e non
solo una riforma della politica e delle istituzioni, quanto interventi
razionalizzatori sulla spesa pubblica.
Spicca, ad esempio, come nel tempo sia cresciuta la quota di elettori che
chiede maggiori investimenti pubblici nelle infrastrutture e anche nei
servizi pubblici essenziali come trasporti e rifiuti; così pure, in una
elezione in cui il localismo come orizzonte politico di costruzione del
consenso elettorale è stato dominante, spicca la richiesta crescente di
potenziare il ruolo dello Stato centrale, garante dell’equilibrio tra le varie
parti del Paese.
Agli italiani è evidente la cesura che esiste tra il momento elettorale in cui il
consenso si condensa localmente anche, e forse soprattutto, come reazione
verso dinamiche socioeconomiche montanti (si pensi all’immigrazione e
all’insicurezza diffusa), e il governo dei fenomeni (globalizzazione, crescita,
grandi infrastrutture) non può che esercitarsi su dimensioni nazionali e
addirittura internazionali.
Anche se più disincantati rispetto al recente passato e tuttora preoccupati per
le difficoltà, reali e/o percepite, nel fronteggiare il costo della vita, gli
elettori, che hanno delineato un vincitore preciso nella recente tornata
elettorale, si aspettano iniziative per un uso più razionale della spesa
pubblica capace di migliorare aspetti di contesto vitali per la qualità della
vita e la capacità competitiva dei rispettivi territori.
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1. I FLUSSI ELETTORALI
1.1. Come sono variati i voti fra 2006 e 2008
Per poter meglio comprendere il notevole cambiamento avvenuto
nell’elettorato si è, innanzitutto, ricostruito anche attraverso opportune stime
il quadro sintetico delle quantità in gioco.
I votanti sono diminuiti del 4,5%, pari a circa 1.701.000 elettori in meno
rispetto a quelli che votarono per la Camera dei Deputati nel 2006 (i dati si
riferiscono al solo voto in Italia) (tab. 1).
Le più significative variazioni rispetto al 2006 riguardano la coalizione
“Silvio Berlusconi”, dove circa 1.001.000 voti in meno del Popolo delle
Libertà sono ampiamente compensati dall’incremento della Lega Nord e dal
MPA che totalizzano circa 1.687.000 voti in più. Il saldo quindi è di circa
686.000 voti in più, pari a +4,2%.
La coalizione “Walter Veltroni” guadagna complessivamente circa 383.000
voti, pari al 2,9%, ma come saldo fra 333.000 voti in meno del Partito
Democratico e i 717.000 voti in più dell’Italia dei valori.
Gli altri due partiti maggiori perdono consensi in misura assai pronunciata la
Sinistra Arcobaleno (-2.774.000 voti pari a –71,2%) e significativa l’Unione
di Centro (-530.000 voti, pari a –20,5%).
Pur nella mobilità delle alleanze, la stima effettuata dal Censis (tab. 1)
consente di dare una dimensione quantitativa alla valutazione di flussi
elettorali (ovvero “per chi avevano votato nel 2006 gli elettori dei diversi
partiti del 2008”).
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Tab. 1 - Elezioni della Camera dei deputati - Elettori a confronto per Partito votato - Confronto
2006-2008 (v.a in migliaia, val. % e differenze)
2008 2006 Differenza '06-'08
v.a. % v.a. % Assoluta %
Coalizione "Silvio Berlusconi"
Il Popolo delle Libertà 13.629 37,4 14.630 (1) 38,3 -1.001 -6,8
Lega Nord 3.025 8,3 1.748 (2) 4,6 1.277 73,1
Mov. Aut. All. per il Sud 410 1,1 - - 410 -
Totale 17.064 46,8 16.378 42,9 686 4,2
Coalizione "Walter Veltroni"
Partito Democratico 12.093 33,2 12.426 (3) 32,6 -333 -2,7
L'Italia dei Valori 1.594 4,4 877 2,3 717 81,7
Totale 13.687 37,5 13.303 34,9 383 2,9
Unione di Centro 2.050 5,6 2.580 6,8 -530 -20,5
La Sinistra Arcobaleno 1.124 3,1 3.898 (4) 10,2 -2.774 -71,2
Altri 2.527 6,9 1.993 5,2 534 26,8
TOTALE VOTANTI 36.452 100,0 38.153 100,0 -1.701 -4,5
(1) Comprende Forza Italia, Alleanza Nazionale, Democrazia Cristiana-Nuovo PSI, Alternativa
Sociale e Partito dei pensionati
(2) Comprende Movimento per l'Autonomia All. per il Sud
(3) Comprende l'Ulivo e metà de La Rosa nel Pugno
(4) Comprende Rifondazione Comunista, Comunisti italiani, Federazione dei Verdi
Fonte: elaborazione Censis su dati Ministero dell'Interno
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1.2. Più voti al Centro-destra da altri schieramenti
L’analisi dei flussi nelle due elezioni politiche del 2006 e del 2008 mette in
luce che, fatto 100 l’elettorato del 2008 di ciascuna coalizione:
- nel Centro sinistra oltre il 93% aveva già espresso il proprio consenso
nel 2006, il 3% aveva votato per la Casa della libertà e lo 0,8% per l’Udc,
mentre il 2,9% aveva votato scheda bianca o nulla o si era astenuto (tab.
2);
- la coalizione di Centro-destra ha invece l’83,9% di elettori che gli hanno
rinnovato il consenso, il 12,6% che aveva votato per la coalizione
opposta, il 2,2% per l’Udc e l’1,1% si era astenuto o aveva votato scheda
bianca o nulla;
- nell’elettorato dell’Udc solo il 18,3% rappresenta elettori che avevano
dato il proprio consenso all’Udc nel 2006, il 24,7% proviene dalla Casa
delle Libertà e ben il 57% dall’ex Unione.
In pratica, i flussi indicano una consistente fuoriuscita di elettori dal centro
sinistra, intercettata dalla coalizione del centro destra e anche dall’Udc. La
capacità del Centro Sinistra di attirare ex-votanti della coalizione opposta,
così come la sua capacità di mobilitare elettori che nel 2006 non avevano
espresso un voto, non è riuscita a compensare la fuga di consenso verso gli
avversari, sia quelli tradizionali del centro-destra che in misura maggiore
verso l’Udc, il cui elettorato maggioritariamente proviene dall’Unione, con
tutta probabilità dall’area di Centro del Centro-sinistra.
I fatti più rilevanti riguardano il quasi raddoppio di consenso alla Lega
Nord, l’aumento consistente dei consensi all’Italia dei Valori e la riduzione
a meno di un terzo dell’elettorato della Sinistra Arcobaleno.
L’attuale elettorato della Lega è composto per il 43,3% di persone che
avevano votato per questo partito alle elezioni del 2006, mentre ben il
56,7% è fatto di elettori che avevano votato per altri soggetti. In particolare,
il 27,5% aveva dato il suo consenso a due dei partiti componenti l’attuale
Popolo delle Libertà (Forza Italia e Alleanza Nazionale), il 20,4% aveva
dato il suo consenso a Ulivo + Rosa nel Pugno + i socialisti, mentre l’8,7%
si era addirittura schierato con gli attuali componenti della Sinistra
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arcobaleno (Rifondazione Comunista, Comunisti italiani e Verdi) ed un
residuale 0,1% è arrivato da altri soggetti (tab. 3).
Tab. 2 - I flussi tra le coalizioni: come hanno votato nel 2006 gli elettori (in Italia) 2008 di
ciascuna coalizione, per la Camera dei Deputati (val. %)
Coalizione 2008
Partito Democratico/L'Italia Il Popolo delle Libertà/ Unione di Centro
dei Valori-Lista di Pietro Lega Nord/ Autonomia Sud
COALIZIONE 2006
Unione/Centro Sinistra 93,3 12,6 57,0
Casa delle Libertà/Centro Destra 3,0 83,9 24,7
Unione di Centro 0,8 2,2 18,3
Altro - 0,2 -
Bianca/ nulla/ astenuto 2,9 1,1 -
Totale 100,0 100,0 100,0
Fonte: indagine Censis, 2008
L’elettorato dell’Italia dei Valori è composto dal 29% di elettori che ha
confermato il proprio consenso rispetto al 2006, del 37,3% che aveva votato
per l’Ulivo, del 12,9% che aveva votato per uno dei partiti dell’attuale
Sinistra Arcobaleno e da un residuale 4% che aveva votato per Forza Italia o
Alleanza Nazionale.
Riguardo a dove siano andati i voti della Sinistra Radicale, dai flussi
emerge che, di coloro che nel 2006 avevano espresso il proprio consenso a
Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani e Verdi (e hanno espresso il
voto nel 2008), oltre il 37% si sono accasati nel Partito Democratico, il
19,3% sono rimasti nella Sinistra Arcobaleno, ben il 16,2% si sono spostati
verso il Popolo delle Libertà, il 5,6% ha scelto l’Italia dei Valori, il 3,9% la
Lega Nord e poco meno del 18% hanno votato altri partiti, oppure scheda
bianca/nulla. Una migrazione sparsa del consenso del 2006, con addirittura
una quota superiore al 20% che è saltata nella coalizione di centro-destra
(tab. 4).
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Tab. 3 - Come avevano votato nel 2006 gli elettori che nel 2008 hanno votato per la Lega Nord
(Camera dei Deputati) (val. %)
Partiti votati nel 2006 Val. %
Lega Nord 43,3
FI +AN 27,5
Ulivo + Rosa + Socialisti 20,4
Rifondazione Comunista + Comunisti Italiani + Verdi 8,7
Altro 0,1
Totale elettori Lega Nord 100,0
Fonte: indagine Censis, 2008
Tab. 4 - Come hanno votato nel 2008 gli elettori che nel 2006 avevano votato Sinistra
Radicale (Camera dei Deputati) (val. %)
Partiti votati nel 2008 Val. %
Partito Democratico 37,2
Sinistra Arcobaleno 19,3
Italia dei Valori 5,6
Lega 3,9
Popolo della Libertà 16,2
Altro 17,8
Totale 100,0
Fonte: indagine Censis, 2008
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1.3. Il profilo socio-economico degli elettori dei principali
partiti
Il Partito democratico ha un elettorato con una più consistente presenza
femminile (le donne sono il 54,7% dei suoi elettori), è inoltre più alta
rispetto agli altri partiti sia la presenza di giovani che sono il 18% del suo
elettorato (ben il 35,6% dei giovani ha votato per questo partito), che,
soprattutto, quella degli anziani (sono il 29,5% del suo elettorato), ed è
maggiore la presenza di elettori che fanno parte di coppie con figli.
Riguardo al titolo di studio tra gli elettori sono più presenti quelli con bassa
scolarità (il 30,9% ha al massimo la licenza elementare), mentre
geograficamente il partito risulta più radicato nell’area centrale, e più in
specifico, nelle città con oltre 100 mila abitanti (33% del proprio elettorato).
La consistente presenza di anziani determina il forte insediamento elettorale
tra i pensionati (sono oltre il 29% dell’elettorato), mentre sono i dipendenti
pubblici e privati le professioni più rappresentate. Oltre il 41% degli elettori
si attribuisce un livello di reddito basso (tab. 5).
Il Popolo delle Libertà: c’è equilibrio nel suo elettorato tra i sessi, come
classe di età prevalgono i 30-44enni che sono il 33,9% dell’elettorato, più
presenti rispetto agli altri partiti risultano i single (sono oltre un quarto dei
suoi elettori), mentre per titolo di studio gli elettori risultano piuttosto
equidistribuiti tra la media inferiore, il diploma e la laurea, mentre sono
meno presenti coloro che hanno scolarità più bassa.
Sul piano geografico pesa molto l’elettorato meridionale e, più in
particolare, i residenti nelle città tra 5 e 30 mila abitanti (il 37,3% del suo
elettorato) e quelli residenti in città tra 30 e 100 mila abitanti (il 26,3%, dato
che si stacca di quasi cinque punti percentuali da quello medio).
Quasi il 41% degli elettori è occupato a tempo indeterminato e più alta
rispetto alla media è la presenza di casalinghe (oltre il 16%, sono il 14,5%
del totale); le professioni che più si sono riconosciute in questo nuovo
partito sono gli imprenditori e i liberi professionisti (sono il 22,6% del suo
elettorato, mentre sono il 13% nel totale), nonché i commercianti e gli
artigiani (sono oltre il 17%, di contro al 13,9% nel totale).
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Tab. 5 – Identikit degli elettori dei principali partiti, 2008 (val. %)
Partito Il Popolo Unione di Lega Totale
Democratico delle Libertà Centro
GENERE
Maschio 45,3 49,0 35,6 59,5 48,6
Femmina 54,7 51,0 64,4 40,5 51,4
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
ETÀ
18-29 anni 18,0 15,2 18,1 15,8 16,8
30-44 anni 24,1 33,9 19,9 36,3 29,5
45-64 anni 28,4 31,6 34,8 31,2 30,2
Oltre 64 anni 29,5 19,3 27,2 16,7 23,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
TIPOLOGIA FAMILIARE
Single 17,0 25,3 24,1 30,6 22,0
Coppia senza figli 18,6 15,6 19,2 15,1 17,8
Coppia con figli 59,0 54,3 54,6 47,7 54,8
Monogenitore 4,2 2,8 1,8 4,9 3,4
Famiglia allargata 1,2 2,0 0,3 1,7 2,0
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
TITOLO DI STUDIO
Nessuno/scuola elementare 30,9 23,5 35,6 16,0 26,5
Media inferiore 24,7 31,2 34,5 39,6 30,6
Diploma/qualifica professionale 33,7 34,5 24,3 38,3 33,1
Laurea/specializzazione 10,6 10,8 5,6 6,1 9,8
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
CONDIZIONE PROFESSIONALE
Occupato a tempo indeterminato/stabilmente 34,1 40,8 30,8 38,2 36,7
Occupato a tempo determinato 8,6 7,0 16,1 5,4 8,3
Disoccupato, CIG, liste di mobilità 3,7 3,6 1,6 4,3 3,7
In cerca di prima occupazione 2,2 2,8 2,3 0,1 2,3
Studente 7,1 5,9 1,7 3,1 6,4
Casalinga 14,5 16,1 15,9 14,5 14,5
Pensionato 29,3 21,3 30,2 32,1 26,5
Altra condizione non professionale 0,5 2,5 1,4 2,3 1,6
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
PROFESSIONE ESERCITATA
Imprenditore/libero professionista 7,3 22,6 3,5 8,9 13,0
Commerciante/artigiano/agricoltore 9,4 17,3 6,7 15,3 13,9
Dip. Pubblico – Dirigente, quadro, professore
6,7 6,6 2,2 5,9
universitario
Altro dipendente pubblico 17,0 12,3 18,5 10,3 14,5
Dip. privato-dirigente, quadro 4,9 4,6 5,3 7,3 5,0
Altro dipendente privato 32,8 22,9 31,7 34,8 28,1
Altra professione 21,9 13,7 32,1 23,4 19,6
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
AMPIEZZA DEMOGRAFICA DEL COMUNE DI RESIDENZA
Fino a 5 mila abitanti 15,7 14,9 24,6 36,3 17,7
5-30 mila abitanti 32,5 37,3 41,9 43,5 37,2
30-100 mila abitanti 18,8 26,3 21,4 11,5 21,8
Oltre 100 mila abitanti 33,0 21,5 12,1 8,7 23,3
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0
Fonte: indagine Censis, 2008
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La Lega: ha un elettorato a forte componente maschile (il 59,5% dei suoi
elettori), sono più presenti i 30-44enni (sono oltre il 36% del suo elettorato),
molto alta la componente di single (il 30,6% di contro ad una media del
22%), così come risulta che i possessori del titolo di media inferiore e del
diploma sono molto più presenti.
I residenti nei Comuni fino a 5 mila abitanti (oltre il 36% dell’elettorato di
contro al 17,7% nel totale) e quelli nei comuni tra 5 e 30 mila abitanti (il
43,5% dell’elettorato, è il 37,2% nel totale) sono la componente essenziale
in termini di localizzazione territoriale.
Consistente la presenza dei pensionati (oltre il 32% di contro al 26% della
media), e riguardo alla professione va segnalata la presenze dei dipendenti
delle imprese private (quasi il 35% di contro al 28% degli altri partiti) e, in
misura minore, dei commercianti e artigiani (15,3% dell’elettorato leghista,
13,9% della media). È particolarmente significativa la presenza di elettori
che definiscono il loro livello economico come medio (il 58%, di contro ad
una media del 52,8%).
Unione di centro: questo soggetto politico presenta un elettorato piuttosto
femminilizzato, abbastanza spalmato tra le diverse classi di età, nonché
quote di single e coppie senza figli lievemente più alte rispetto alle medie.
Partito dall’insediamento elettorale molto meridionale, con una robusta
presenza di residenti nei comuni fino a 5 mila abitanti (il 24,6%
dell’elettorato di contro al 17,7% del totale), e in quelli tra 5 mila e 30 mila
abitanti (quasi il 42% di contro al 37,2% di media). Gli occupati a tempo
determinato (oltre il 16% quando è circa l’8% del totale) e i pensionati (con
il 30,2%) sono due componenti forti, così come i dipendenti pubblici e
privati e le persone che definiscono basso il loro livello di reddito (il 47,7%
di contro al 33,2% di media).
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2. IL RAPPORTO CON LA CAMPAGNA ELETTORALE E
LA POLITICA
Quali sono state le principali motivazioni di voto capaci di spiegare, almeno
in parte, anche i flussi descritti?
In primo luogo si consideri che, ancora una volta, i dati indicano che la
campagna elettorale ha influito su una quota di elettori vicina a un terzo
del totale (il 32%, tab. 6), e anche questa volta la coalizione di centro
sinistra ha potuto contare su una quota più elevata di persone che aveva
deciso di dargli il suo consenso già prima della campagna elettorale (il
76,4%), mentre le coalizione di centro destra e quella dell’Unione di centro,
al contrario, hanno conquistato quote più consistenti di elettori grazie alla
campagna elettorale: il 34,2% il centro destra ed il 54,1% l’Unione di centro
(tab. 7).
È rimasta alta la quota di giovani che ha scelto in campagna elettorale (quasi
il 43%, +1,6% rispetto al 2006), è aumentata quella degli uomini (+5,4%
rispetto al 2006) e, soprattutto, quella tra i residenti al Sud-isole (+4,2%).
Il 45% degli intervistati nelle recenti elezioni ha dichiarato di avere scelto
sulla base della identificazione con i valori e gli ideali dello schieramento
che ha votato, con una riduzione di 4,6 punti percentuali rispetto al 2006; a
crescere in misura molto significativa è il peso del leader passato dal 13,7%
del 2006 al 19,5% del 2008, il valore più elevato in assoluto dal 1996, e il
richiamo ai comportamenti assunti dallo schieramento votato negli ultimi
anni cresciuto dall’8,3% al 12,3% (tab. 8).
E’ crollato, invece, il richiamo ai programmi più convincenti passato dal
23,1% del 2006 al 16,1% del 2008.
Il ritorno del leader (che nel Popolo delle Libertà è stata la motivazione
prevalente per il 24,5% degli elettori) è probabilmente uno degli effetti di
una campagna elettorale condotta anche dai partiti più piccoli all’insegna di
una presonalizzazione estrema. In complesso il 22,8% degli elettori della
coalizione di Centro-destra sono stati attratti dal leader, mentre il valore
scende al 17,4% per il Centro-sinistra. Sui programmi si è discusso ben
poco, sicuramente molto meno delle tre precedenti campagne elettorali
quando il welfare nel 1996, la sicurezza nel 2001 e le proposte di abolizione
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dell’Ici sulla prima casa nel 2006 erano diventati temi chiave della contesa.
Si è manifestato un interesse leggermente superiore nell’offerta del Centro-
sinistra rispetto a quella del Centro-destra (tab. 9).
Quali sono le motivazioni di voto delle tipologie sociali più importanti
individuate (tab. 10)?
Tra i giovani il peso di valori e ideali si è ridotto drasticamente rispetto al
1996 (-8,6%), ma soprattutto rispetto alle elezioni del 2006 dove ben il
53,3% (oltre –11%) aveva richiamato la comunanza ideale; le nuove
generazioni che hanno avuto accesso al voto negli ultimi anni appaiono
molto più mosse da motivazioni pragmatiche o di valutazione della capacità
del leader rispetto a quelle precedenti.
Tab. 6 - Il peso della campagna elettorale nelle scelte di voto di alcune tipologie di elettori: confronto 2001-
2006-2008 (val. %)
2001 2006 2008
% che ha di cui non di cui % che ha di cui non di cui % che ha di cui non di cui
scelto in orientati* fuggitivi** scelto in orientati* fuggitivi** scelto in orientati* fuggitivi**
campagna campagna campagna
elettorale elettorale elettorale
Classe d’età
Giovani 34,7 25,1 9,6 41,2 24,5 16,7 42,8 24,1 18,6
Adulti 32,4 18,8 13,6 28,4 15,7 12,7 31,0 16,2 14,8
Anziani 27,4 17,5 9,9 31,1 17,2 13,9 27,3 17,7 9,6
Sesso
Donne 34,1 23 11,1 36 19,9 16,1 31,1 15,8 15,3
Uomini 29,1 16,8 12,3 27,4 15,9 11,5 32,8 20,3 12,5
Area geografica
Nord 35,1 21,4 13,7 35,7 19,7 16 31,0 15,9 15,2
Centro 20,7 11,7 9 25,3 13,7 11,6 28,9 16,0 12,9
Sud-isole 33,1 22,7 10,4 30,9 18,3 12,6 35,1 22,4 12,7
Totale 31,7 20 11,7 31,9 18 13,9 32,0 18,1 13,9
(*) elettori che non avevano un orientamento e lo hanno maturato grazie alla campagna elettorale
(**) elettori che avevano un orientamento di voto e l'hanno cambiato in campagna elettorale
Fonte: indagini Censis, 2001-2006-2008
12
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 7 - Motivazione della scelta dello schieramento da votare, per le due principali
coalizioni (val. %)
Coalizione
Partito Il Popolo Totale
Democratico/ delle Libertà/
L'Italia Lega Nord/
deiValori-Lista Autonomia
di Pietro Sud
E' stata chiara fin dall'inizio della campagna 76,4 65,8 68,0
elettorale
Avevo un orientamento che ho modificato 8,3 15,0 13,9
durante la campagna
Non avevo un orientamento e ho scelto 15,3 19,2 18,1
durante la campagna
Totale 100,0 100,0 100,0
Fonte: indagine Censis, 2008
Tab. 8 - Elemento che ha influito maggiormente nella scelta di voto: confronto 1996-
2001-2006-2008(val. %)
Quale elemento ha influito maggiormente 1996 2001 2006 2008 Diff. %
nella sua scelta di voto? 1996-2008
HO VOTATO LO SCHIERAMENTO:
- più vicino ai miei valori e ideali 48,4 49,3 49,6 45,0 -3,4
- con le proposte e i programmi più
convincenti 20,5 17,9 23,1 16,1 -4,4
- di cui ho apprezzato maggiormente i
comportamenti negli ultimi anni 7,3 8,1 8,3 12,3 +5,0
- il cui leader nazionale mi sembrava più
adatto a governare 18,2 19,1 13,7 19,5 +1,3
- nelle cui liste della mia circoscrizione
c’erano candidati che mi piacevano 5,6 5,6 5,3 7,1 +1,5
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 -
Fonte: indagine Censis 1996-2001-2006-2008
13
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 9 - Elemento che ha influito maggiormente nella scelta di voto, per le due principali
coalizioni (val. %)
Quale elemento ha influito maggiormente nella sua Coalizione
scelta di voto? Partito Il Popolo Totale
Democratico/ delle Libertà/
L'Italia Lega Nord/
deiValori- Autonomia
Lista di Pietro Sud
HO VOTATO LO SCHIERAMENTO:
- più vicino ai miei valori e ideali 52,4 43,8 45,0
- con le proposte e i programmi più convincenti 15,7 13,5 16,1
- di cui ho apprezzato maggiormente i 8,9 13,6 12,3
comportamenti negli ultimi anni
- il cui leader nazionale mi sembrava più adatto a 17,4 22,8 19,5
governare
- nelle cui liste della mia circoscrizione c’erano 5,6 6,3 7,1
candidati che mi piacevano
Totale 100,0 100,0 100,0
Fonte: indagine Censis, 2008
14
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 10 - Elettori che scelgono sulla base dei valori e delle idee: confronto 1996-2001-2006-
2008 (val. %, diff. ass. 1996-2008)
1996 2001 2006 2008 Diff. %
1996-2008
Classe d’età
Giovani 50,4 47,2 53,3 41,8 -8,6
Adulti 47,2 49,4 50,0 45,2 -2,0
Anziani 48,2 50,6 46,3 46,9 -1,3
Sesso
Donne 47,7 49,1 46,3 43,5 -4,2
Uomini 48,9 49,2 53,2 46,8 -2,1
Area geografica
Nord 49,3 47,5 51,5 47,2 -2,1
Centro 55,1 56,8 48,9 43,6 -11,5
Sud-isole 44,1 47,3 47,3 43,2 -0,9
Totale 48,3 49,3 49,5 45,0 -3,3
Fonte: indagini Censis, 1996-2001-2006-2008
Anche per adulti e anziani si rileva una sia pure lieve contrazione della
motivazione ideale, che invece risulta molto più marcata tra le donne e, in
relazione alle aree geografiche, al centro dove la contrazione rispetto al
1996 è di 11 punti percentuali e di oltre 4 punti percentuali rispetto al 2006.
L’indagine di quest’anno ha consentito di verificare anche il peso che fattori
di natura più politica hanno esercitato sulle scelte degli elettori; a questo
proposito, tra gli elettori intervistati è emersa in modo robusto la voglia di
ridurre la litigiosità tra i partiti che impedisce al vincitore di governare
(tab. 11).
Infatti, il 27,4% degli elettori indica nella volontà di ridurre la litigiosità tra
i partiti, le divisioni che impediscono a chi vince di governare la ragione
prima della propria scelta di voto; questa motivazione è importante
soprattutto per gli elettori della coalizione formata da Partito democratico e
15
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Italia dei valori (33,7%), in misura nettamente minore per gli elettori della
coalizione formata da Popolo della Libertà/Lega/Mpa (24,6%); per
quest’ultimi conta, in misura più rilevante rispetto alla media, il richiamo
alla tutela degli interessi, alla tutela della propria identità e quella degli
interessi territoriali.
Altri soggetti per i quali ha pesato la voglia di ridurre le divisioni partitiche
e mettere il vincitore in condizioni di governare sono i residenti nel Nord-
ovest (31,7%) e quelli nel Sud-isole (31,1%), i residenti nei piccolissimi
comuni (31,6%) e nei comuni con popolazione tra 30 e100 mila abitanti
(38,6%) e le persone con basso titolo di studio (37,1%).
Tab. 11 - Fattori politici che più hanno influito sulla decisione di voto (val. %)
%
Ridurre la litigiosità della politica, le divisioni che impediscono a chi vince di 27,4
governare e decidere
Scegliere leader/partito/coalizione che sembra più onesto 23,5
Scegliere leader/partito/coalizione che tutela al meglio i miei interessi 18,7
Scegliere leader/partito che rappresenta la mia identità (per convinzioni, 17,5
tradizione familiare, ecc.)
Evitare che il potere si concentri in un solo partito e/o leader 14,6
Andare contro uno o più avversari che non sopporto 13,9
Scegliere leader/partito che considero meno peggio 11,5
Scegliere leader/partito che tutela interessi del territorio in cui vivo 8,6
Scegliere leader/partito che farà interferire il meno possibile la politica nella vita 4,0
dei cittadini
Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: indagine Censis, 2008
16
FONDAZIONE CENSIS99141_08
La semplificazione del panorama partitico come presupposto per rendere più
efficiente la macchina istituzionale ha, quindi, giocato un ruolo nel
determinare l’articolazione del consenso elettorale. Anche per le
caratteristiche dell’offerta politica, gli italiani hanno perso di vista una
collocazione ideale “al Centro” dove si posiziona l’8,9%, mentre entrambe
le coalizioni maggiori risultano decisamente sbilanciate sulle estreme: il
27,7% degli elettori del Centro-destra si autodefiniscono di destra, mentre il
25,5% di quelli del Centro-sinistra, si autocollocano decisamente a sinistra
(tab. 12)
Certo che il tasso di partecipazione ancora una volta molto alto ha
rappresentato una smentita di fatto dell’idea che le ondate di antipolitica
degli ultimi anni potessero generare disaffezione anche verso il momento
elettorale che, tradizionalmente, ha operato come un evento inclusivo dei
cittadini nella vita politica.
Tuttavia, rispetto alle precedenti elezioni si è in presenza di una
partecipazione meno convinta, per molti aspetti più disincantata sugli
impatti effettivi che la scelta di votare può avere sia sulla vita del Paese sia,
soprattutto, sulla propria esistenza.
Infatti, coloro che ritengono che il voto incida molto o abbastanza sul futuro
del Paese sono il 57,2% degli elettori del 2008, con una riduzione del -7,7%
rispetto al 2006; mentre quelli che pensano che il voto contribuisce a
cambiare la propria vita e quella dei rispettivi familiari sono il 53,9%, -7 %
rispetto alle precedenti elezioni politiche (tab. 13).
In sostanza, gli italiani sono andati a votare, ma con minori speranze anche
rispetto ad un recente passato, su quali effetti concreti la loro scelta possa
avere nel prossimo futuro.
Del resto, il rapporto con la politica per molti cittadini è qualcosa di diverso
rispetto alla scelta elettorale, si radica nella quotidianità della propria
esistenza, assumendo connotati patologici.
Infatti, l’indagine ha permesso di verificare se e in che misura gli elettori
intervistati si sono rivolti ai politici per avere favori e/o risolvere un
problema che da soli non riuscivano a risolvere.
Ben il 23,1% degli elettori si è rivolto alla politica per avere aiuto nella
soluzione di un proprio problema come, ad esempio, per una emergenza di
17
FONDAZIONE CENSIS99141_08
salute (6,1%), per la ricerca di un lavoro per un figlio o parente (5,2%), per
garantire i propri diritti sul posto di lavoro (4,4%), per accelerare una pratica
della pensione (3,5%) o per la realizzazione di un servizio pubblico nel
quartiere (3,4%).
Politica come scambio, come ricerca di percorsi facilitati per avere accesso
ad un servizio o semplicemente per vedere riconosciuto un proprio diritto:
una patologia che chiama in causa sia il modo in cui i cittadini si rapportano
ai soggetti politici e istituzionali sia la macchina che genera il consenso,
utilzzando appunto in modo patologico la gestione o la facilità di accesso
alle risorse pubbliche.
Tab. 12 - Collocazione politica con la quale si identifica maggiormente, per le due
principali coalizioni (val. %)
Coalizione
Partito Il Popolo delle Totale
Democratico/ Libertà/
L'Italia Lega Nord/
deiValori-Lista Autonomia Sud
di Pietro
Destra 0,6 27,7 15,6
Centro-destra 2,5 54,9 28,9
Centro 6,1 7,2 8,9
Centro-Sinistra 60,7 3,2 27,1
Sinistra 25,5 1,0 14,1
Nessuna di queste 4,6 6,0 5,4
Totale 100,0 100,0 100,0
Fonte: indagine Censis, 2008
18
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 13 - Contributo del voto al futuro del Paese e influenza dei risultati elettorali sulla propria
vita: confronto 2006-2008 (val. %)
Secondo Lei, il Suo voto quanto può influire sul futuro del 2006 2008 Diff. %
Paese e quanto i risultati elettorali influiranno sulla sua vita 2006-2008
e quella della Sua famiglia?
SUL FUTURO DEL PAESE
Sì 64,9 57,2 -7,7
Molto 19,5 18,4 -1,1
Abbastanza 45,4 38,8 -6,6
No 35,1 42,8 +7,7
Poco 28,2 32,2 +4,0
Per niente 6,9 10,6 +3,7
Totale 100,0 100,0 -
SULLA PROPRIA VITA/SU QUELLA DELLA PROPRIA FAMIGLIA
Sì 60,9 53,9 -7,0
Molto 16,3 21,0 +4,7
Abbastanza 44,6 32,9 -11,7
No 39,1 46,1 +7,0
Poco 31,0 31,4 +0,4
Per niente 8,1 14,7 +6,6
Totale 100,0 100,0 -
Fonte: indagine Censis 2006-2008
Dall’incrocio con le variabili sociodemografiche emerge che gli adulti e gli
anziani hanno fatto più ricorso all’aiuto dei politici, così come i residenti al
Centro (30%) e quelli al Sud-isole (32,4%), i residenti nei comuni fino a 5
mila abitanti (27,7%), mentre la quota diminuisce all’aumentare
dell’ampiezza dei comuni, fino a raggiungere il 13,9% nei comuni con più
di 100 mila abitanti, così come si riduce all’innalzarsi del titolo di studio,
visto che è il 25,6% dei possessori di basso titolo di studio ad avere chiesto
aiuto alla politica per risolvere un problema proprio o di un familiare ed il
16,4% tra i laureati.
Riguardo alla coalizione votata, è il 15,4% degli elettori del Partito
Democratico e Italia dei valori, il 25,5% di quelli del Popolo delle
Libertà/Mpa/Lega ad aver praticato la politica come scambio di favori
19
FONDAZIONE CENSIS99141_08
(tab. 14). C’è, comunque, da notare la maggiore ritrosia degli elettori di
Centro-sinistra nel rispondere a tale domanda (unica domanda dove si è
registrata una quota elevata di rifiuti in tutta l’indagine); il 37,0% degli
elettori di Centro-sinistra contro il 34,3% di quelli di Centro-destra non
hanno infatti risposto.
Infine, per quel che concerne la funzione dei media e della comunicazione,
le differenze maggiori per quanto attiene le due principali coalizioni
riguardano un ruolo più pronunciato della televisione per PdL/Lega/Mpa e
uno relativo più importante dei quotidiani per Pd/IdV (tab. 15).
Tab. 14 - E' mai capitato di chiedere ad un politico la soluzione di un problema, per le
due principali coalizioni (val. %)
Coalizione
Risposta Partito Il Popolo Totale (3)
Democratico delle Libertà/
/L'Italia Lega Nord/
deiValori- Autonomia
Lista di Sud(2)
(1)
Pietro
Sì, per accelerare la pratica della pensione 1,1 4,7 3,5
Sì, per la ricerca di un lavoro per un figlio/parente 4,0 5,8 5,2
Sì, per una emergenza di salute 4,4 5,8 6,1
Sì, per garantire i miei diritti sul posto di lavoro 3,6 4,0 4,4
Sì, per l'iscrizione di un figlio a scuola 1,1 4,7 3,2
Sì, per la realizzazione di un servizio pubblico nel 2,2 3,4 3,4
quartiere
Sì, per accelerare una procedura amministrativa 1,9 4,0 3,2
No 84,6 74,5 76,9
Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
(1) Il 37,0% degli elettori non ha risposto
(2) Il 32,1% degli elettori non ha risposto
(3) Il 34,3% degli elettori non ha risposto
Fonte: indagine Censis, 2008
20
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 15 - Canali utilizzati per la scelta di voto, per le due principali coalizioni (val. %)
Coalizione
Canale Partito Il Popolo Totale
Democratico delle Libertà/
/L'Italia Lega Nord/
deiValori- Autonomia
Lista di Sud
Pietro
Tv 74,9 85,1 78,3
Radio 7,3 5,2 6,3
Internet 6,0 8,1 7,6
Quotidiani/riviste 24,0 20,3 20,8
Famiglia/parenti 20,4 13,4 16,7
Amici/colleghi 10,1 7,5 9,2
Partecipando ad incontri politici 8,8 9,1 9,8
Leggendo volantini o materiale di propaganda dei partiti 6,9 8,1 8,0
Altri luoghi/reti di relazioni 4,6 1,8 3,4
Il totale non è uguale a 100 perchè erano possibili più risposte
Fonte: indagine Censis, 2008
21
FONDAZIONE CENSIS99141_08
3. COSA SI ASPETTANO DAL FUTURO
L’indagine ha consentito di delineare cosa gli italiani si aspettano dalla
prossima legislatura, quali sono le priorità sulle quali più si concentrano le
attenzioni.
Un primo aspetto che può forse sorprendere in una elezione a cui sta
seguendo una vera e propria ubriacatura di localismo, con conversioni
repentine verso la centralità del territorio, è l’aumento della quota di italiani,
passata dal 33,3% del 2001 al 46,1% del 2006 sino al 47,5% del 2008, che
ritiene che in una nuova distribuzione di poteri tra le istituzioni occorre
privilegiare il ruolo dello Stato centrale per assicurare l’equilibrio tra le
varie parti del Paese; diminuisce, invece, la quota che richiama il
potenziamento delle Regioni come rappresentanti degli interessi dei diversi
territori (dal 39% del 2001 al 31,8% del 2006 al 28,4% del 2008), e risale
lievemente (dal 22,1% del 2006 al 24,1% del 2008, dopo che era calato
rispetto al 2001 quando il dato era risultato pari al 27,7%) la quota che vuole
dare più potere a Comuni e Province perché sono le istituzioni più vicine ai
cittadini (tab. 16).
Una tale configurazione generale nasconde tuttavia un profonda differenza
esistente fra le due coalizioni maggiori. Privilegiare lo Stato centrale è
fondamentale per il 59% del Centro-sinistra, ma solo per il 39% del Centro-
destra, dove naturalmente pesa l’elettorato della Lega (tab. 17).
A questa richiesta di potenziare un soggetto che sovraordini le dimensioni
territoriali più micro, si affianca la reiterata centralità della famiglia come
soggetto sociale che, secondo oltre il 72% degli italiani (era stasto il 56,1%
nel 1996, il 23,2% nel 2001) deve essere sostenuto dallo Stato per
migliorare il benessere complessivo della società italiana; cala il consenso
verso le imprese che sono indicate come il soggetto da sostenere per il
benessere collettivo dal 16,9% degli attori, quando erano state indicate dal
23,2% nel 2001 e dal 24,7% nel 1996 (tab. 18).
Consensi in picchiata, come strumenti del benessere collettivo, per le
associazioni di volontariato (dal 9,2% del 1996 al 3,6% del 2006) e quelle di
categoria (dall’8,2% al 5,5%).
22
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 16 - Opinioni circa gli aspetti che una nuova distribuzione dei poteri tra le istituzioni
dovrebbe privilegiare: confronto 2001-2006-2008 (val. %)
Una nuova distribuzione dei poteri tra le istituzioni 2001 2006 2008 Diff. %
deve privilegiare il ruolo: 2001-2008
- dello Stato centrale, per assicurare l’equilibrio tra 33,3 46,1 47,5 +14,2
le varie parti del Paese
- delle Regioni, che rappresentano gli interessi dei 39,0 31,8 28,4 -10,6
diversi territori
- di Province e Comuni, che sono le istituzioni più 27,7 22,1 24,1 -3,6
vicine ai cittadini
Totale 100,0 100,0 100,0 -
Fonte: indagine Censis 2001-2006-2008
Tab. 17 - Opinioni circa gli aspetti che una nuova distribuzione dei poteri tra le istituzioni
dovrebbe privilegiare, per le due principali coalizioni (val. %)
Coalizione
Una nuova distribuzione dei poteri tra le istituzioni Partito Il Popolo Totale
deve privilegiare il ruolo: Democratico/ delle Libertà/
L'Italia Lega Nord/
deiValori- Autonomia
Lista di Pietro Sud
- dello Stato centrale, per assicurare l’equilibrio tra le 59,0 39,0 47,5
varie parti del Paese
- delle Regioni, che rappresentano gli interessi dei 20,7 33,4 28,4
diversi territori
- di Province e Comuni, che sono le istituzioni più 20,3 27,6 24,1
vicine ai cittadini
Totale 100,0 100,0 100,0
Fonte: indagine Censis, 2008
23
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 18 - I soggetti che devono essere sostenuti dallo Stato: confronto 1996-2001-2008 (val. %)
Quale dei seguenti soggetti deve essere sostenuto in 1996 2001 2008 Diff. %
misura maggiore dallo Stato per migliorare il livello 1996-2008
complessivo di benessere della società italiana?
Famiglia 56,1 62,8 72,2 +16,1
Impresa 24,7 23,2 16,9 -7,8
Associazioni di volontariato 9,2 7,3 3,6 -5,6
Associazioni di categoria 8,2 5,1 5,5 -2,7
Chiesa e istituzioni religiose 1,8 1,6 1,8 -
Totale 100,0 100,0 100,0 -
Fonte: indagine Censis 1996-2001-2008
Emerge una duplicità di proiezioni, quasi opposte, che sembrano però
integrarsi reciprocamente: verso l’alto e verso il basso, verso il macro che
deve condensare le diversità localistiche e verso il micro immediatamente
riconoscibile e identificabile, appunto quello familiare.
Se la competizione elettorale ha mostrato che il consenso si costruisce ormai
localmente, offrendo rappresentazione e visibilità, magari mediatica, alle
problematiche specifiche, quotidiane, dei cittadini, questi ultimi sembrano
avere chiaro che il governo degli interessi si svolge a ben altro livello, fuori
dell’esasperazione localistica, con una quadratura nazionale o quantomeno
metalocalistica.
Infatti, la molecolarità degli interessi e dei percorsi di vita che i cittadini
ritengono l’orizzonte ottimale della propria condizione, richiede un quadro
di svolgimento più ampio di quello comunitario in cui ha trovato
espressione l’insofferenza, anche politico-elettorale, a convivere con
mutamenti repentini e incontrollati, come quello dell’immigrazione.
Peraltro, è una società ancora fortemente coinvolta dagli effetti della
vulnerabilità percepita e vissuta, dove il tema dell’erosione del proprio
potere d’acquisto è essenziale.
24
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Non a caso cresce in modo significativo la quota di intervistati che di fronte
all’ipotesi di una riduzione delle tasse dichiara che avrà maggiori risorse
piuttosto che temere una riduzione dei servizi pubblici; si è, infatti, passati
dal 56,2% del 2006 al 63% dell’attuale tornata elettorale, con punte di quasi
il 71% al Nord-ovest e del 69,6% al Sud-isole, e con una relazione inversa
con l’ampiezza demografica del comune di residenza (si passa da quasi il
70% in quelli fino a 5 mila abitanti a 57,2% in quelli con più di 100 mila
abitanti) (tab. 19).
Considerando l’incrocio per età degli elettori intervistati, la quota di coloro
che pensano che il taglio delle tasse comporta più risorse individuali
piuttosto che meno servizi pubblici è superiore al 60% tra i più giovani, sale
ad oltre il 62% tra gli adulti e raggiunge oltre il 67% tra gli anziani.
Riguardo agli elettorati dei singoli partiti, spicca il dato della Lega visto che
è l’unico in cui prevale (con il 51,6%) la quota di intervistati che associa il
taglio delle tasse al timore di una contrazione dei servizi pubblici.
In questo quadro, è forte l’attenzione verso la spesa pubblica rispetto alla
quale emerge un orientamento verso la razionalizzazione, visto che ad
esempio rispetto ai settori dove va aumentata emerge il riferimento alle
infrastrutture (indicate dal 10,4% nel 1996 e dal 24,2% nel 2008, +13,8%),
ai servizi pubblici come trasporti, rifiuti ecc, (+6,7%), alle spese per ordine
pubblico e giustizia (+6,5%) nonché alle prestazioni previdenziali citate dal
27,6% nel 1996 e dal 33,9% nel 2008 (tab. 20).
Nell’articolazione per coalizione emerge qualche significativa differenza.
Più infrastrutture per il Centro-destra e più formazione per il Centro-
sinistra; più servizi sociali per Pd/Idv, mentre priorità per PdL/Lega/Mpa
sono l’ordine pubblico e la giustizia (tab. 21)
In discesa, anche se ancora indicate da quote molto significative, i servizi
per la salute (33,4%, con una diminuzione rispetto al 1996 del –6,4%) è i
servizi sociali (dal 19% al 14,5%), nonchè gli incentivi alle imprese (dal
15,7% al 5,6%).
Anche in questa tornata elettorale il Censis ha verificato quali siano i settori
in cui gli italiani ritengono prioritaria e urgente una radicale riforma, e da
tali informazioni è stata costruita una graduatoria di valutazione delle cose
fatte nei vari settori e un’agenda delle priorità riferita al futuro,
confrontabile con quelle costruite nelle altre elezioni.
25
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 19 - Opinioni circa gli effetti di una eventuale riduzione delle tasse: confronto 2006-
2008 (val. %)
Se le riducono le tasse Lei: 2006 2008 Diff. %
2006-2008
- pensa che avrà maggiori risorse personali/familiari 56,2 63,0 +6,8
- teme una riduzione dei servizi pubblici 43,8 37,0 -6,8
Totale 100,0 100,0 -
Fonte: indagine Censis 2006-2008
Tab. 20 - Opinione sui settori dove aumentare la spesa pubblica: confronto 1996-2008 (val. %)
Secondo Lei, in quale dei seguenti settori andrebbe aumentata 1996 2008 Diff. %
la spesa pubblica? 1996-2008
- Infrastrutture (ferrovie, strade, aeroporti, ecc.) 10,4 24,2 +13,8
- Servizi pubblici (trasporti, nettezza urbana, ecc.) 10,0 16,7 +6,7
- Ordine pubblico e giustizia 7,9 14,4 +6,5
- Prestazioni previdenziali e di assistenza (pensioni, assegni 27,6 33,9 +6,3
familiari, sostegno alla disoccupazione, ecc.)
- Difesa (esercito) 3,0 4,4 +1,4
- Scuola pubblica 17,7 17,2 -0,5
- Ricerca scientifica e innovazione tecnologica 16,4 12,9 -3,5
- Servizi sociali (asili nido, assistenza anziani disabili, ecc.) 19,0 14,5 -4,5
- Tutela del patrimonio storico-artistico e dell'ambiente 12,8 7,0 -5,8
- Servizi per la salute 39,8 33,4 -6,4
- Incentivi alle imprese 15,7 5,6 -10,1
Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: indagine Censis 1996-2008
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FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 21 - Opinione sui settori dove aumentare la spesa pubblica, per le due principali
coalizioni (val. %)
Coalizione
Secondo Lei, in quale dei seguenti settori Graduatoria Partito Graduatoria Il popolo Totale
andrebbe aumentata la spesa pubblica? Democratico/ delle Libertà/
L'Italia dei Lega Nord/
Valori-Lista Autonomia
di Pietro Sud
- Prestazioni previdenziali e di assistenza 2° 36,6 2° 30,6 33,9
(pensioni, assegni familiari, sostegno
alla disoccupazione, ecc.)
- Servizi per la salute 1° 38,3 1° 31,5 33,4
- Infrastrutture (ferrovie, strade, 6° 17,5 3° 27,2 24,2
aeroporti, ecc.)
- Scuola pubblica 3° 22,4 6° 15,4 17,2
- Servizi sociali (asili nido, assistenza 4° 18,4 7° 11,5 14,5
anziani disabili, ecc.)
- Ordine pubblico e giustizia 8° 11,2 4° 17,8 14,4
- Ricerca scientifica e innovazione 5° 18,1 8° 9,5 12,9
tecnologica
- Servizi pubblici (trasporti, nettezza 7° 15,6 5° 16,5 16,7
urbana, ecc.)
- Tutela del patrimonio storico-artistico e 9° 6,0 10° 6,9 7,0
dell'ambiente
- Incentivi alle imprese 11° 1,4 9° 9,2 5,6
- Difesa (esercito) 10° 2,4 11° 5,8 4,4
Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: indagine Censis, 2008
Le posizioni in graduatoria non subiscono mutazioni di sorta, poiché ai
vertici sono ancora sanità, previdenza e scuola che registrano un incremento
delle quote di elettori che le richiamano rispetto al 1996, ma una
diminuzione rispetto al 2006 (tab. 22).
Al governo gli elettori della coalizione del Centro-destra chiedono in
particolare di accettare l’azione riformatrice innanzitutto su sanità, giustizia,
previdenza e fisco. Per l’elettorato della coalizione di Centro-destra,
vengono confermate sanità e previdenza (soprattutto innalzamento delle
pensioni più basse) ma accompagnate da un miglior funzionamento della
scuola e più tutele lavorative (tab. 23).
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FONDAZIONE CENSIS99141_08
Appare più indicativa, in relazione alle aspettative sul futuro dei cittadini,
l’evoluzione dei dati per età degli intervistati, da cui risulta che sia tra i
giovani (+13,3% dal 1996 al 2006) che tra gli adulti (+8,9%) è cresciuto il
richiamo alle norme di tutela del lavoro, mentre tra gli anziani si registra un
+17,9% per quanto riguarda le la previdenza e un + 3% per la sanità (tab.
24).
Per quanto riguarda la sfera della politica e il suo funzionamento, emerge il
richiamo all’opportunità di mettere in piedi le primarie nei quali gli iscritti e
i simpatizzanti di ciascuno degli schieramenti politici sono chiamati a
scegliere i leader e i singoli candidati che poi dovranno rappresentarli nelle
elezioni politiche vere e proprie; i favorevoli erano il 49,3% nel 1996 e sono
diventati il 50% nel 2008, i contrari si riducono dal 22,7% al 16,6%, mentre
coloro che non conoscono la questione sono saliti dal 28% al 33,4% (tab.
25).
Tab. 22 - I settori in cui gli elettori ritengono urgente una radicale riforma: confronto 1996-
2001-2006-2008 (val. %)
1996 2001 2006 2008 Diff. % Diff. %
1996-2008 2006-2008
Sanità 34,4 34,2 37,6 34,7 +0,3 -2,9
Previdenza/pensioni 19,0 26,6 31,6 30,6 +11,6 -1,0
Giustizia 22,8 32 25,9 25,0 +2,2 -0,9
Scuola 22,4 15,9 17,9 18,1 -4,3 +0,2
Norme di tutela dei lavoratori 13,3 12,3 16,7 20,7 +7,4 +4,0
Fisco 32,7 17,9 14,9 16,0 -16,7 +1,1
Regolazione attività imprenditoriali 11,5 9,3 11,0 9,5 -2,0 -1,5
professionali
Poteri delle regioni, province e comuni 11,7 10,6 9,2 7,1 -4,6 -2,1
Amministrazione pubblica 15,2 9,5 8,1 9,0 -6,2 +0,9
Sistema elettorale e funzionamento istituzioni 12,7 10,9 5,2 10,3 -2,4 +5,1
di Stato
Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: indagini Censis, 1996-2001-2006-2008
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FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 23 - I settori in cui gli elettori ritengono urgente urgente una radicale riforma, per
le due principali coalizioni (val. %)
Coalizione
Partito Il Popolo Totale
Democratico delle Libertà/
/L'Italia Lega Nord/
deiValori- Autonomia
Lista di Sud
Pietro
Scuola 22,5 14,8 18,1
Sanità 37,4 34,5 34,7
Previdenza/pensioni 33,7 28,5 30,6
Giustizia 19,2 31,0 25,0
Regolazione attività imprenditoriali e professionali 6,8 12,1 9,5
Poteri delle regioni, province e comuni 3,7 10,0 7,1
Norme di tutela dei lavoratori 27,0 12,8 20,7
Sistema elettorale e funzionamento istituzioni di stato 13,5 7,4 10,3
Fisco 10,8 20,5 16,0
Amministrazione pubblica 7,5 8,1 9,0
Il totale non è uguale a 100 perchè erano possibili più risposte
Fonte: indagine Censis, 2008
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FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 24 - I settori in cui gli elettori ritengono urgente una radicale riforma per età: differenze percentuali 1996-2008
Giovani Adulti Anziani
Norme di tutela dei lavoratori 13,3 Norme di tutela dei lavoratori 8,9 Previdenza/pensioni 17,9
Previdenza/pensioni 1,9 Giustizia 7,1 Sanità 3,0
Giustizia 1,0 Previdenza/pensioni 5,5 Norme di tutela dei lavoratori 2,5
Regolazione attività imprenditoriali Sistema elettorale e
Sanità 0,9 0,3 -0,8
e professionali funzionamento istituzioni di stato
Sistema elettorale e funzionamento Regolazione attività
Scuola -0,7 -2,7 -2,6
istituzioni di stato imprenditoriali e professionali
Regolazione attività imprenditoriali e
-1,8 Scuola -3,5 Scuola -4,2
professionali
Sistema elettorale e funzionamento Poteri delle regioni, province e
-2,8 -3,6 Giustizia -4,9
istituzioni di stato comuni
Poteri delle regioni, province e Poteri delle regioni, province e
-3,7 Amministrazione pubblica -4,0 -7,3
comuni comuni
Amministrazione pubblica -5,3 Sanità -4,3 Amministrazione pubblica -8,4
Fisco -17,8 Fisco -17,8 Fisco -12,0
Fonte: elaborazione Censis, 1996- 2008
30
FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 25 - Parere sull'introduzione nel nostro Paese delle elezioni primarie: confronto
1996-2008 (val. %)
1996 2008 Diff. %
1996-2008
Contrario 22,7 16,6 -6,1
Favorevole 49,3 50,0 +0,7
Non sa 28,0 33,4 +5,4
Totale 100,0 100,0 -
Fonte:indagine Censis 1996-2008
Altro tema chiave, anche della campagna elettorale, è quello dell’accordo tra
le coalizioni per promuovere riforme istituzionali che viene ritenuto
indispensabile dal 51,6% degli intervistati (rispetto al 52% del 1996),
mentre cresce dal 12,5% al 16,3% il numero di coloro che pensano che è
dannoso perché porta a soluzioni pasticciate (tab. 26).
Se è trasversale la maggioranza di coloro che ritiene indispensabile o,
quantomeno auspicabile, l’accordo tra maggioranza e opposizione per le
riforme istituzionali, tuttavia emergono significative sacche di oppositori.
Sono particolarmente in disaccordo i residenti al Sud-isole (23,2%), quelli
che vivono nei piccolissimi comuni fino a 5 mila abitanti (20,8%), le
persone con basso titolo di studio e, dato politico di rilievo, gli elettori del
Popolo della Libertà (19,1%) e quelli dell’Unione di centro (20,4%).
In generale, i cittadini guardano con un certo disincanto alla possibilità che
la politica ed il governo riformino se stessi e il proprio modo di operare, ma
si aspettano piuttosto un impegno per una spesa pubblica efficiente e
indirizzata verso aspetti infrastrutturali che incidono sulla vita delle
comunità.
Guardando, infatti, al complesso dei cittadini italiani, a quell’80% di
maggiorenni che hanno espresso il voto alla Camera, l’impegno prioritario
31
FONDAZIONE CENSIS99141_08
delle istituzioni dovrebbe riguardare la riduzione delle disuguaglianze che
si sono manifestate particolarmente a causa delle aperture prodotte dalla
globalizzazione. Ma si ha consapevolezza che tale obiettivo sociale è
possibile solo con l’aumento della competitività di sistema (meno tasse e
meno vincoli burocratici allo sviluppo). Un alleggerimento burocratico e
una maggiore trasparenza avrebbe significativi riflessi positivi per
combattere la corruzione (tab. 27).
Alta è la coscienza che la partita si giochi fra chi detiene maggiore potere
(tab. 28) e cioè la grande finanza e le grandi imprese (soprattutto per il
Centro-sinistra) e i dirigenti dei partiti politici (soprattutto per il Centro-
destra).
Tab. 26 - Opinioni su un eventuale accordo tra maggioranza e opposizione per la
definizione delle riforme istituzionali: confronto 1996-2008 (val. %)
L’accordo tra maggioranza e opposizione per 1996 2008 Diff. %
la definizione delle riforme istituzionali: 1996-2008
E' indispensabile, perché le nuove regole 52,0 51,6 -0,4
devono trovare l'accordo di tutti
E' auspicabile, ma se non lo si trova 35,5 32,1 -3,4
rapidamente bisogna farne a meno
E' dannoso, perché porta a soluzioni pasticciate 12,5 16,3 +3,8
Totale 100,0 100,0 -
Fonte: indagine Censis 1996-2008
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FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 27 - Impegno prioritario delle istituzioni nazionali, per le due principali coalizioni (val. %)
Coalizione
Partito Il Popolo Totale
Democratico/ delle Libertà/
L'Italia Lega Nord/
deiValori- Autonomia
Lista di Pietro Sud
Ridurre le disuguaglianze sociali e l'emarginazione 35,7 18,2 26,8
sociale
Ridurre tasse e altri vincoli sulle attività produttive 13,0 26,1 19,7
Combattere la criminalità 13,9 22,6 18,9
Combattere la corruzione di politici e pubblici funzionari 20,7 18,0 19,7
Promuovere il federalismo 0,5 7,4 3,9
Far sì che tutti abbiano l'opportunità di gareggiare 16,2 7,7 11,0
Totale 100,0 100,0 100,0
Fonte: indagine Censis, 2008
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FONDAZIONE CENSIS99141_08
Tab. 28 - Soggetti che detengono il maggior potere oggi in Italia, per le due principali
coalizioni (val. %)
Coalizione
Partito Il Popolo Totale
Democratico delle
/L'Italia Libertà/
deiValori- Lega Nord/
Lista di Autonomia
Pietro Sud
I dirigenti dei partiti politici 27,5 42,8 35,8
I parlamentari, imembri dei governi locali e nazionali 26,3 23,6 24,8
I mezzi di informazione 19,1 18,1 18,3
I grandi imprenditorie gli uomini dell'alta finanza 48,5 29,9 37,6
Gli alti burocrati 11,4 13,4 12,7
I magistrati 6,7 15,7 11,6
I sindacalisti e i dirigenti delle associazioni di cittadini 3,0 8,5 6,0
I tecnici ed i grandi esperti 3,6 1,3 3,0
I rappresentanti di poteri occulti 11,6 8,1 10,1
Il totale non è uguale a 100 perché erano possibili più risposte
Fonte: indagine Censis, 2008
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