MONASTERO DI SAN PIETRO IN LAMOSA
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MONASTERO DI SAN PIETRO IN LAMOSA Il santuario lo si vede passando lungo la strada che porta al lago I- seo, anche perché il suo edificio sorge su un altura, dominando le lame(*) delle torbiere del Sebino. Ed è forse da questo che il mona- stero di S. Pietro in Lamosa di Provaglio d’Iseo prende il nome. Venne fondato dai Cluniacensi nel 1083 e fu promotore della rina- scita agricola della zona. Conserva un chiostro rustico, la chiesa di origine romanica, affiancata dal campanile di inizio duecento, affre- scata nel periodo che va dal XIII al XVI secolo. Oggi il complesso religioso è costituito dalla navata centrale, da quella laterale a Nord con quattro cappelle e dal campanile. A Sud della chiesa si apre il chiostro. I pilastri e le pareti sono parzialmente coperti di affreschi in buono stato. (*)le Lame: una distesa di canali e vasche di acqua profilati da argini nella parte meridionale del lago d'Iseo, caratterizzata dalla presenza di fitti canneti e vegetazione molto varia formatasi dopo molti anni di scavi per ricercare la torba; RISERVA NATURALE TORBIERE DEL SEBINO Migliaia di anni fa vi era un ghiacciaio, quando questo scomparve al suo posto venne a crearsi una zona pa- ludosa, dove l’abbondante vegetazione cresciuta andò a trasformarsi, con il passare dei secoli in strati di torba. Questa sostituendosi progressivamente all’acqua, trasformò la zona in un estensione di prati umidi, è questa in sintesi la storia della “riserva naturale delle torbiere del Sebino”. Le torbiere sono note a livello internazionale per la varietà di uccelli che vi abitano e nidificano ogni anno. Gli animali possono essere ammirati veramente da vicino grazie alla costruzione di passerelle di legno che percorrono alcuni degli specchi d’acqua più vicini alla riva, nascosti tra gli alti canneti e la fitta vegetazione palustre, immersi nel silenzio della natura. Le torbiere possono essere visitabili anche percorrendo la pista ciclabile che circonda l’area stessa. ISEO Il suggestivo centro storico di Iseo è caratterizzato da una serie di stretti vicoli che confluiscono tutte sulla principale piazza Garibaldi, circondata da una serie di portici e da splendide dimore signorili con tracce di affreschi in facciata. Al centro piazza vi è la statua di Giuseppe Garibaldi inaugurato nel 1883, il primo in Ita- lia dedicato all’eroe dei due mondi. CASTELLO OLDOFREDDI Il castello Oldofreddi, costruito nel XII secolo è contraddistinto da massicce torri angolari. La struttura esterna è ancora la stes- sa, con tracce del ponte levatoio e feritoie, mentre l’interno ha subito profonde modifiche tra il XVI e il XVII secolo, quando il castello passò ai frati cappuccini, che lo trasformarono in con- vento. Nella cittadina di Iseo è anche possibile vedere la pieve di S. Andrea (risalente al XII secolo) e l’ex Ghetto. SULZANO Sulzano è un comune italiano di 1.936 abitanti della provincia di Bre- scia, in Lombardia. Situato sulla sponda est del Lago d'Iseo, è princi- palmente conosciuto per il collegamento con Monte Isola. Nel Giugno 2016 Sulzano è stato al centro dell'attenzione mondiale per aver ospi- tato l'opera d'arte The Floating Piers, un pontile galleggiante color gial- lo dalia che univa Sulzano a Monte Isola. La conformazione di Sulzano offre scenari molto vari, dalle spiaggette, al borgo antico, dalla monta- Pagina 1 di 3
gna con boschi incontaminati ai punti panoramici da cui ammirare il Sebino e la pianura padana dall'alto. CICLABILE VELLO - TOLINE La ciclabile Vello Toline è una breve ciclovia a ridosso del lago di Iseo in provincia di Brescia. Il punto di partenza Vello di Marone e come punto di arrivo Toline di Pisogne. Realizzata riutilizzando la vecchia strada percorsa in passato dalle auto prima della costruzione della galleria soprastante che collega Marone a Pisogne, ci permette di pedalare con tranquillità in riva al lago tra paesaggi e panorami di grande pregio. Caratterizzata da gallerie scavate nella roccia via, aree sosta e picnic con panchine e tavoli, si snoda come un serpentone a filo d’acqua seguendo la conformazione rocciosa del luogo. Durante il tragitto in alcuni tratti è possibile scorgere sopra di noi la ferrovia della val Camonica e più in alto le bocche di areazione della galleria per le auto. La via è molto frequentata nei mesi estivi ed è larga quindi agevole sia per i pedoni che per i ciclisti anche se desidero rammentare di moderare sempre la velocità. Ciclo pedonabile Vello-Toline Lunghezza: 10 Km (A/R) PISOGNE L'abitato si sviluppa nella zona nord est del lago Iseo tra la foce del Fiume Oglio e la valle del Trobiolo. È possibi- le apprezzare la parete Nord del Monte Gugliel- mo (Dosso Pedalta) che si erge a naturale porta del- la Valle Camonica. Il paese è attraversato dal torrente Trobiolo di cui è possibile apprezzarne la cascata che scende a picco sopra il piccolo centro di Govine. CHIESA SANTA MARIA DELLA NEVE (Pisogne) La chiesa di Santa Maria della Neve sorge ai margini di Pisogne, sotto lo spuntone di roccia reciso dalla strada che porta alla fra- zione di Fraine. La chiesa fu edificata nella seconda metà del XV secolo per volere della comunità di Pisogne. La facciata, molto semplice, con tetto "a capanna", è decorata a rombi policromi; il sobrio portale, in arenaria rossa, è ornato sui piedritti da candelabre e porta sull'architrave -assieme al mo- nogramma bernardiniano - l'immagine di due teste di santi. Esso è sormontato da una nicchia semicircolare con una statua raffigu- rante la Madonna col Bambino, con due angeli affrescati sullo sfondo. L'interno è costituito da un'aula unica, divisa in tre campate da ar- chi acuti che portano all'arco trionfale e all'abside. Una sola fonte di luce, quella dell'oblò sulla facciata, illumina gli affreschi del Romanino, terminati nel 1534, che ornano la chiesa. Il pittore bresciano fece chiudere le preesistenti finestre laterali per poter sfruttare interamente ed in modo uniforme lo spazio delle pareti. Pagina 2 di 3
GLI AFFRESCHI DEL ROMANINO L'interesse artistico della chiesa si concentra sul ciclo di affreschi che raf- figurano la Passione di Cristo, considerati uno dei punti più alti della poe- tica del Romanino. Le scene affrescate si presentano allo spettatore come un complesso di imponente teatralità, con le volte popolate da "michelangiolesche" figure di sibille e profeti e con le scene sulle pareti che si dispiegano a formare una sorta di rappresentazione popolare della Passione che si svolge nel- la Settimana Santa e che coinvolge un intero paese. Giovanni Testori battezzò suggestivamente con il nome di "Cappella Si- stina dei poveri" la chiesa affrescata di Pisogne e, durante una conversa- zione pubblica, spiegò in questi termini il senso di tale appellativo. Colpisce il distacco dalle forme idealizzate del classicismo rinascimentale, l'uso del dialetto al posto della lingua colta, che si esprime in modo grot- tesco nella rappresentazione di volti e di corpi robusti e sgraziati: emble- matica è la tozza figura della Maddalena che sembra corsa fuori dalla stalla per abbracciare la croce, oppure quella nerboruta del "Manigoldo" che interpreta la scena della Salita al Calvario, quella di Adamo che esce dal Limbo con lo sguardo furioso. Ad aumentare il senso popolano della rappresentazione sono inseriti brani di vita quotidiana che si sovrappon- gono e si confondono con il racconto evangelico. Ne so- no un esempio i cani che passeggiano nella concitata scena della Crocifissione oppure i bambini che, nella scena dell'Ecce Homo, si azzuffano tra loro ai piedi della scala, insensibili al dramma che sta avvenendo. Alessandro Nova definisce gli affreschi di Pisogne "uno dei cicli più eterodossi, quasi in controtempo, della sto- ria dell'arte italiana". Romanino compie dunque, nel campo della pittura, un percorso di valorizzazione della parlata dialettale simile a quello che troviamo nelle cappelle dei Sacri Monti. Il ciclo di affreschi che – pur con alcune ferite – possiamo oggi ammirare, copre interamente la volta, l'arco trionfale, le pareti laterali e la controfacciata. Sono andati invece perduti gli affreschi che ricoprivano l'absi- de (con le Storie di Maria) e quelli che, sempre il Romanino, aveva dipinto sulle pareti esterne. Di questi ul- timi rimangono solo alcune parti staccate (due scene riguardanti l'Adorazione dei Magi sono conservate nell'abside). Le vele e gli arconi che formano la volta sono decorati – secondo una precisa disposizione iconografica - con figure di profeti e sibille che reggono misteriosi cartigli annuncianti la venuta del Cristo. Pagina 3 di 3
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