Microcredito microcredito e l'occupazione" - Progetto "Micro-Work: fare rete per il - Retemicrocredito
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Progetto “Micro-Work: fare rete per il microcredito e l’occupazione” Microcredito uno strumento innovativo per l’inclusione sociale e finanziaria
Microcredito: come nasce Il Microcredito è diventato universalmente noto nel 2006, quando l’economista bengalese Mohammad Yunnus è stato insignito del Premio Nobel per la Pace. La sua Grameen Bank – letteralmente Banca del Villaggio – universalmente nota come Banca dei poveri, nasce nel 1976, ed è arrivata ad avere più di 2.565 filiali nel solo Bangladesh (dato 2010). L’operato della Grameen Bank ha avuto un ruolo fondamentale nella crescita e miglioramento della condizione delle classi più emarginate e, soprattutto, di quella delle donne in un paese di stretta osservanza islamica come il Bangladesh. Ancora oggi la percentuale di donne tra i clienti (e quindi tra i proprietari!) della banca è del 97%.
Microcredito: come nasce Yunus non ha inventato il microcredito, piuttosto ha fatto tesoro di un’esperienza plurisecolare, adattandola alle specifiche caratteristiche del suo paese. Esistono infatti molte altre esperienze di strumenti finanziari informali, come ad esempio: •I ROSCA (rotative, savings and credit association) o fondi di credito rotativo. •Le TONTINE
Microcredito: come nasce Ma quando e dove nasce davvero il microcredito? In Europa nel 1098 viene scritta la Carta Caritatis, volta a regolare la gestione delle numerose abbazie Cistercensi che nacquero in quel periodo e, soprattutto, i rapporti tra le stesse. La Carta, oltre ad affermare che non è lecito «costruire la propria abbondanza basandola sull’impoverimento altrui» sancisce la sostituzione del termine «elemosina» con «beneficienza».
Microcredito: come nasce II principi riportati nella Carta hanno una straordinaria vicinanza con un pensiero ben più antico – quello di Aristotele – quando, nell’Etica Nicomachea, scrive: “Nel dare bisogna proporsi il bene e dare ragionevolmente. Si deve sapere a chi si deve dare; quale ammontare è conveniente e qual è il momento appropriato. In tal modo si fa, nel più alto grado possibile, un servizio vero all’altro”. (IV, I). Del pari, è importante ricordare come il pensiero e l’opera cistercensi confluiranno pochi secoli dopo nel grande fiume della tradizione francescana, vera e propria prima scuola di pensiero economico.
Microcredito: come nasce E un dato di fatto che negli ultimi 25, in Italia come nel resto del Mondo, si assiste a un massiccio proliferare di forme plurime di finanza etica, quali la banca etica, la microfinanza, i fondi etici. Ma quali sono le ragioni? Per tentare di dare una risposta occorre comprendere in quale senso è etica la finanza etica.
Microcredito: come nasce La categoria economica del consumo negli ultimi due secoli è stata soggetta a diverse teorizzazioni: •Fino a tutto l’Ottocento il consumo è stato visto come distruzione, quindi qualcosa da contenere. •Nel corso del Novecento tale idea viene ribaltata dalle teorie keynesiane. Il consumo diventa così un’attività virtuosa. •Oggi il consumatore è cosciente e informato abbastanza da poter orientare le proprie decisioni di consumo in modo socialmente responsabile. •Quindi alla domanda «perché è etica la finanza etica?» si può rispondere che: è l’orientamento etico del consumatore che la rende tale.
Microcredito: come nasce La microfinanza mira a migliorare la capacità di vita delle persone, dilata cioè il loro capability set, nel senso di A. Sen, ma i poveri estremi necessitano di interventi che puntino piuttosto a migliorare le loro condizioni di vita. •La microfinanza agisce da ponte tra settore informale e settore formale dell’economia; •È strumento efficace per favorire l’emancipazione delle donne; •È il più potente strumento per aumentare il tasso di imprenditorialità di una comunità locale. Ma soprattutto è la via più credibile ed efficace per creare “capitale sociale”, oggi unanimemente riconosciuto come fattore decisivo di sviluppo.
Microcredito: come nasce Il futuro della microfinanza è indissolubilmente legato al fine ultimo che essa intende perseguire: se l’efficienza del mercato oppure la sua civilizzazione. Muoversi nell’ottica della civilizzazione del mercato significa chiedersi se il più alto costo medio per unità di denaro prestato dai soggetti che praticano il microcredito sia o meno compensato dal valore aggiunto sociale (VAS) che l’attività di quei soggetti va a produrre. Ciò significa riconoscere che la microfinanza produce non solamente un valore strumentale, come ogni altro soggetto che opera nel mercato finanziario, ma anche un valore espressivo che è sì misurabile, anche se non secondo i canoni standard.
Microcredito: cos’è e a cosa serve Cos’è il Microcredito? È un credito caratterizzato da: •importi di piccolo ammontare; •è concesso a persone che sarebbero normalmente escluse dal sistema di credito tradizionale, non avendo garanzie reali da presentare. L’esigenza che il microcredito contribuisce a colmare è quella della domanda di credito che rimane insoddisfatta
Microcredito: cos’è e a cosa serve Cos’è il Microcredito? Ciò che caratterizza il microcredito, e lo pone su un piano differente rispetto al sistema di credito tradizionale, è l’attenzione che viene rivolta alla persona. I servizi di accompagnamento, di tutoraggio e di monitoraggio – che dovrebbero sempre accompagnare i prestiti erogati, come recentemente normato anche nel sistema legislativo italiano – rappresentano il vero valore aggiunto dello strumento. Con il microcredito si torna forse al significato originario dello strumento del credito. Quello in cui dare credito voleva significare anche dare fiducia.
Microcredito: cos’è e a cosa serve Cos’è il Microcredito? Si può affermare che il microcredito è: •uno strumento utile allo sviluppo del potenziale e dell’autonomia delle persone socialmente marginali, •un aiuto a frange della popolazione in continuo aumento, come i disoccupati di lungo corso o la categoria dei c.d. NEET •un mezzo utile per lo sviluppo di un welfare parallelo e «non passivizzante», di recupero dell’autostima.
Microcredito: cos’è e a cosa serve Cos’è il Microcredito? Il Presidente della Commissione Europea J.C. Junker ha posto l’attenzione sugli altissimi costi sociali che comparta la marginalizzazione di fasce della popolazione sempre più ampie Il microcredito, soprattutto quando delineato secondo le dinamiche di prestiti di gruppo, promuove sia lo sviluppo economico che quello del capitale umano, utilizzando una metodologia basata sul legame sociale rappresentato dal gruppo stesso.
Microcredito: cos’è e a cosa serve Cos’è il Microcredito? Nel contesto europeo, ed anche in quello Italiano come vedremo meglio in seguito, il microcreditoviene differenziato mutuando la definizione usata dalla Commissione Europea in: •MICROCREDITO SOCIALE •MICROCREDITO IMPRENDITORIALE La Commissione Europea ha definito il microcredito e le sue caratteristiche nel 2007, in una Comunicazione al Consiglio Europeo (COM (2007) 708) seguita alle numerose interrogazioni ricevute al riguardo.
Microcredito: cos’è e a cosa serve A cosa serve il Microcredito? Il Microcredito contribuisce a colmare l’esclusione finanziaria, che spesso può significare anche esclusione sociale (e viceversa) In ragione del contesto in cui lo strumento viene usato i risultati variano: •nei paesi in via di sviluppo contribuisce allo sradicamento della povertà estrema; •nei paesi sviluppati consente l’accesso al credito colmando una lacuna del sistema finanziario.
Microcredito: cos’è e a cosa serve A cosa serve il Microcredito? La concessione di un prestito di microcredito può tradursi nella genesi di un senso di valore, di autostima e di orgoglio, ed è proprio dall’intreccio tra tangibile e intangibile che si realizza la magia economico – relazionale di tale strumento. A partire da un bene intangibile, come la fiducia, si sviluppano beni tangibili, che a loro volta creano autostima, bene intangibile che, di nuovo, sviluppa capacità di assunzione di rischio che ulteriormente sviluppa risorse tangibili e così via…in un crescendo virtuoso che si realizza all’interno di un sistema a «beni relazionali».
Microcredito: cos’è e a cosa serve A cosa serve il Microcredito? Il microcredito, soprattutto quello rivolto all’avvio di microimprese e per l’autoimpiego, vuole contribuire alla creazione di un meccanismo virtuoso attraverso il quale il microimprenditore possa tendere all’autonomia attraverso la creazione di ricchezza, uscendo dunque dallo stato di esclusione precedente. A tale scopo è indispensabile che il processo si esame delle richieste di microfinanziamenti sia rigoroso. I servizi di accompagnamento, in particolare quelli utili alla stesura del business plan della microimpresa, insieme ad un aiuto nella valutazione della sostenibilità del progetto di impresa nel suo insieme, risultano essere dunque decisivi.
Microcredito: la situazione in Italia Nel 2013 l’ammontare di credito concesso grazie allo strumento del microcredito ha superato i 100 milioni di euro e sono stati poco meno di 10.000 i soggetti destinatari dei prestiti*, tra cui numerose famiglie, aiutate a fronteggiare impreviste difficoltà finanziarie, imprese – in particolare start-up – e studenti, che hanno potuto accedere all’istruzione universitaria o ai corsi post laurea. Al 31/12/2013 i programmi di microcredito attivi erano ca. 105, differenti per natura del promotore dell’iniziativa e modalità di attuazione della stessa, spesso attraverso la creazione di partnership tra gli stakeholders presenti sul territorio. *dati desunti dal Rapporto di Monitoraggio 2014 a cura dell’ENM.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario La disciplina legislativa del “microcredito” è stata introdotta per la prima volta nell’ordinamento italiano dall’art. 7 del D.Lgs. N. 141 del 2010, rinnovando l’articolo 111 del Testo Unico delle Leggi Bancarie (TUB), contenuto nel D.Lgs. n. 385 del 1993. Ulteriori modifiche al testo rinnovato dell’art. 111 sono state successivamente apportate dall’art. 3 del D.Lgs. n.169 del 2012.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario Francia, Romania e Italia sono gli unici paesi europei ad essersi dotati di una specifica legislazione sul microcredito. Ciò se è positivo da un lato, nel senso che mostra l’interesse allo strumento, diventa un limite dall’altro, perché la normativa diviene “un vincolo”, che limita quindi il “libero” sviluppo del settore. Per la prima volta il nuovo Testo Unico Bancario, promulgato a settembre 2012, parla di Microcredito, stabilendone alcune caratteristiche e gli importi. A seguito dei decreti attuativi promulgati di recente sono davvero molti i cambiamenti in atto nel settore stanti le stringenti caratteristiche stabilite per poter parlare di microcredito.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario Articolo 111 – MICROCREDITO 1. In deroga all’articolo 106, comma 1, i soggetti iscritti in un apposito elenco, possono concedere finanziamenti a persone fisiche o società di persone o società a responsabilità limitata semplificata di cui all’articolo 2463-bis codice civile o associazioni o società cooperative, per l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro autonomo o di microimpresa, a condizione che i finanziamenti concessi abbiano le seguenti caratteristiche: •siano di ammontare non superiore a euro 25.000,00 e non siano assistiti da garanzie reali; •siano finalizzati all’avvio o allo sviluppo di iniziative imprenditoriali o all’inserimento nel mercato del lavoro; •siano accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio dei soggetti finanziati.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario Articolo 111 – MICROCREDITO 3. I soggetti di cui al comma 1 possono erogare in via non prevalente finanziamenti anche a favore di persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale, purché i finanziamenti concessi siano di importo massimo di euro 10.000, non siano assistiti da garanzie reali, siano accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di bilancio familiare, abbiano lo scopo di consentire l’inclusione sociale e finanziaria del beneficiario e siano prestati a condizioni più favorevoli di quelle prevalenti sul mercato. 5-bis. L’utilizzo del sostantivo microcredito è subordinato alla concessione di finanziamenti secondo le caratteristiche di cui ai commi 1 e 3.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario Articolo 113 - CONTROLLI SULL’ELENCO PREVISTI DALL’ARTICOLO 111 1.La Banca d’Italia tiene l’elenco previsto dall’articolo 111 e vigila sul rispetto da parte degli iscritti della disciplina cui essi sono sottoposti anche ai sensi dell’articolo 111, comma 5; a tal fine può chiedere agli iscritti la comunicazione di dati e notizie e la trasmissione di atti e documenti, fissando i relativi termini, nonché effettuare ispezioni. 2.La Banca d’Italia può disporre la cancellazione dall’elenco: qualora vengano meno i requisiti per l’iscrizione; qualora risultino gravi violazioni di norme di legge e delle disposizioni emanate ai sensi del presente decreto legislativo; per l’inattività dell’iscritto protrattasi per un periodo di tempo non inferiore a un anno. 3.Fermo restando quanto previsto al comma 2, la Banca d’Italia può imporre agli iscritti il divieto di intraprendere nuove operazioni o disporre la riduzione delle attività per violazioni di disposizioni legislative o amministrative che ne regolano l’attività.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario Articolo 113 - CONTROLLI SULL’ELENCO PREVISTI DALL’ARTICOLO 111 Quando il numero di iscritti nell’elenco è sufficiente per consentire la costituzione di un Organismo, esso è costituito con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Banca d’Italia; con il medesimo decreto ne sono nominati i componenti. L’Organismo svolge ogni attività necessaria per la gestione dell’elenco; determina la misura dei contributi a carico degli iscritti, entro il limite del cinque per mille dell’ammontare dei prestiti concessi; riscuote i contributi e le altre somme dovute per l’iscrizione nell’elenco e vigila sul rispetto da parte degli iscritti della disciplina cui sono sottoposti anche ai sensi dell’articolo 111, comma 5. Per l’espletamento di tali compiti, i poteri di cui ai commi 1, 2 e 3 sono attribuiti all’Organismo a far tempo dall’avvio della sua operatività; la cancellazione dall’elenco potrà essere disposta dall’Organismo anche per il mancato pagamento del contributo e delle altre somme dovute per l’iscrizione nell’elenco.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario Il nuovo Testo Unico Bancario stabilisce per la prima volta alcune caratteristiche in carenza delle quali non è possibile parlare di microcredito, distinguendo le due diverse tipologie di microcredito (coerentemente con la definizione della Commissione Europea), in riferimento alle finalità per cui viene concesso il prestito, e stabilendo gli importi massimi che possono essere erogati. IMPORTANTE: la norma stabilisce che siano forniti ai beneficiari dei prestiti volti alla creazione di microimprese e di autoimpiego “adeguati servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio”, e servizi ausiliari di bilancio familiare che abbiano lo scopo di consentire l’inclusione sociale e finanziaria del beneficiario per ciò che concerne i microcrediti di tipo sociale. •10.000 € - Importo massimo previsto per i prestiti concessi con finalità di tipo sociale •25.000 € - Importo massimo previsto per i prestiti volti alla creazione di microimprese e di autoimpiego Per entrambe le tipologie di prestito non devono comunque essere richieste garanzie di tipo reale.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario Decreto 17 ottobre 2014, n. 176, recante “Disciplina del microcredito, in attuazione dell’articolo 111, comma 5, del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385″. Il decreto – in vigore dal 16 dicembre 2014 – è stato emanato in attuazione del citato articolo 111, comma 5 del TUB, che demandava al Ministero dell’Economia e delle Finanze, sentita la Banca d’Italia, il compito di definire: 1) requisiti dei beneficiari e le forme tecniche dei finanziamenti; 2) limiti oggettivi, riferiti al volume delle attività, alle condizioni economiche applicate e all’ammontare massimo dei singoli finanziamenti; 3) le caratteristiche cui devono rispondere gli enti non commerciali per derogare alle suddette previsioni; 4) l’informativa da fornire alla clientela.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario Decreto 17 ottobre 2014, n. 176, recante “Disciplina del microcredito, in attuazione dell’articolo 111, comma 5, del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385″. Nel Titolo I (artt. 1 – 4) viene disciplinata l’attività di microcredito per l’avvio o lo sviluppo di iniziative imprenditoriali e per l’inserimento nel mercato del lavoro a cui possono partecipare microimprese organizzate in forma individuale, di associazione, di società di persone, di società a responsabilità limitata semplificata o di società cooperativa. Nel Titolo II (art. 5) viene disciplinata l’attività di finanziamento finalizzata a promuovere progetti di inclusione sociale e finanziaria destinati a persone fisiche che si trovino in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale. Il decreto determina anche i requisiti richiesti per l’iscrizione nell’apposito elenco, tenuto dalla Banca d’Italia, da parte dei soggetti che svolgono esclusivamente l’attività di concessione dei finanziamenti disciplinati dal presente regolamento (“operatori di microcredito”) (artt. 6 – 11).
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? Gli interventi degli Enti Regionali: I progetti di microcredito intrapresi con sempre maggiore frequenza ed intensità dalle Regioni hanno una notevole incidenza sulle dimensioni complessive del fenomeno. Nel 2013 più di 1/4 dei prestiti (2.813 su 9.941) e il 42% dell'ammontare stimato (circa 43 milioni su 102 milioni di euro) è stato erogato proprio dalle Regioni e dalle loro finanziarie. NB: solo il 30% delle domande pervenute trova concreta soddisfazione.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? Le Regioni che nel 2013 avevano in corso interventi di microcredito sono 14, per un totale di 16 programmi diversi, dato che sia in Valle d’Aosta che in Sicilia ve ne sono due. Gli interventi sono volti a far fronte all’emergenza socio- assistenziale solo in Val d’Aosta, Liguria, Toscana, e parzialmente in Sicilia e nel Lazio, che prevedono anche la forma produttiva. In tutti gli altri casi - Piemonte, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna - si tratta invece di interventi diretti a sollecitare esclusivamente l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? Il panorama italiano del microcredito, per quello che concerne il microcredito imprenditoriale, è assai variegato e disomogeneo. La natura e la modalità di collaborazione tra i soggetti variano e con esse varia la stessa natura del programma di microcredito. Una macro-distinzione possibile e quella tra microcredito profit e microcredito non-profit.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? MICROCREDITO NON PROFIT caratteristiche • Tassi di interesse inferiori ai valori di mercato • Perdite coperte da donazioni private o da risorse pubbliche gli attori in campo • Un promotore • Una banca che concede i prestiti • Un sistema di garanzie I soggetti promotori possono avere differente natura giuridica: AMBITO PUBBLICO ENTI RELIGIOSI MONDO BANCARIO
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? MICROCREDITO NON PROFIT Soggetti promotori: AMBITO PUBBLICO Amministrazioni centrali ENTI RELIGIOSI Le Regioni MONDO BANCARIO Altri enti locali SOGGETTI PRIVATI Le Università
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? MICROCREDITO NON PROFIT Soggetti promotori: AMBITO PUBBLICO ENTI RELIGIOSI La CEI MONDO BANCARIO Le Diocesi SOGGETTI PRIVATI Le Caritas
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? MICROCREDITO NON PROFIT Soggetti promotori: AMBITO PUBBLICO ENTI RELIGIOSI Le Fondazioni bancarie MONDO BANCARIO Banche nazionali SOGGETTI PRIVATI Banche locali
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? MICROCREDITO NON PROFIT Soggetti promotori: AMBITO PUBBLICO ENTI RELIGIOSI Le Fondazioni non MONDO BANCARIO bancarie SOGGETTI PRIVATI Le Associazioni Le MAG
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? MICROCREDITO NON PROFIT _ esempi di partnership PRESTITO DELLA SPERANZA PROMOTORE CEI + ABI BANCA CHE BANCHE CONVENZIONATE CONCEDE I PRESTITI FONDO DI GARANZIA 30M€ SISTEMA DI GARANZIE
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? MICROCREDITO NON PROFIT _ esempi di partnership MICROCREDITO DELLA FONDAZIONE BANCO DEL MONTE PROMOTORE FONDAZIONE B. DEL MONTE BANCA CHE BANCA ETICA CONCEDE I PRESTITI FONDO DI GARANZIA 200.000 € SISTEMA DI GARANZIE Il Consorzio Aranea fornisce i servizi di accompagnamento pre e post erogazione
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? MICROCREDITO FOR PROFIT caratteristiche • Tassi di interesse più alti di quelli di mercato • default assorbiti dal fondo di garanzia (Fondo Centrale di Garanzia o Fondo di Garanzia costituito ad hoc dal promotore o dai soggetti partner) gli attori in campo • Un promotore • Una banca che concede i prestiti • Un sistema di garanzie Il tasso di interesse è maggiore di quello di mercato perché le operazioni di microcredito prevedono una serie di servizi di assistenza, accompagnamento e tutoraggio – volti a limitare al minimo il rischio di default – che rendono la gestione di una pratica di microcredito ben più onerosa rispetto a quella per un credito ordinario.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? MICROCREDITO FOR PROFIT: L’ESEMPIO DI PERMICRO Permicro vuole creare occupazione e inclusione sociale attraverso l'erogazione professionale di microcrediti, l'educazione finanziaria e l’offerta di servizi di avviamento e accompagnamento all’impresa, in un'ottica di sostenibilità dell’attività. Si rivolge a persone competenti con una buona idea imprenditoriale e a persone con esigenze finanziarie primarie (casa, salute, formazione), escluse dai tradizionali canali del credito per insufficiente storia creditizia o precaria posizione lavorativa.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? PERMICRO L’attività di PerMicro si basa sul credito di rete: “La rete sociale di riferimento di cui fanno parte i richiedenti è tramite tra PerMicro e i clienti, garantendo moralmente per loro ed accompagnandoli nello sviluppo dell’attività”. Le reti di PerMicro sono associazioni, comunità etniche, centri di aggregazione, parrocchie, cooperative ed hanno un forte interesse a che il cliente restituisca il credito: • se gli associati restituiscono i debiti, la rete verrà “premiata” con condizioni di prestito migliori; • se gli associati non restituiscono sarà più difficile/costoso per gli altri ricevere un credito
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? PERMICRO: accompagnamento e monitoraggio Microcredito alle imprese Analisi dettagliata dell’idea imprenditoriale e valutazione della sostenibilità dell’impresa attraverso gli strumenti del business plan (conto economico, bilancio, cash flow, analisi di mercato). Microcredito alle famiglie Analisi dettagliata della situazione economicofinanziaria familiare (documenti di reddito, bilancino familiare, valutazione della capacità di risparmio, supporto in caso di sovraindebitamento). Per imprese e famiglie: •verifica delle garanzie morali. •interrogazione delle banche dati creditizie e predisposizione della proposta. •educazione e formazione (educazione finanziaria, formazione riguardo aspetti legali e contabili, ecc.).
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi? PERMICRO: accompagnamento e monitoraggio Microcredito alle imprese: il monitoraggio post-erogazione • Accompagnamento e sostegno fornito al microimprenditore, sia in termini di monitoraggio sia di mentoring, attraverso telefonate e visite all’attività di impresa; • Revisione periodica del business plan: comparazione dei risultati dell’attività rispetto alle previsioni da business plan e valutazione dello sviluppo e dell’andamento dell’attività di impresa; • Valida opportunità per i microimprenditori di confrontarsi con esperti in creazione e gestione di impresa. I microimprenditori beneficiano del supporto e della supervisione della rete di Mentor volontari dell’Associazione PerMicroLab Onlus, con cui PerMicro collabora strettamente.
Microcredito imprenditoriale: la situazione in Europa Strumento europeo di microfinanza Progress L'Unione Europea ha predisposto lo strumento europeo di microfinanza Progress, per fornire finanziamenti a coloro che privi di occupazione o a rischio di perderla desiderano dare vita a una piccola impresa, e al contempo alle piccole e microimprese che occupano persone vulnerabili (disoccupati, emarginati, inattivi, ecc.). La dotazione iniziale dello Strumento era di 200 milioni di euro (100 milioni dal bilancio del Programma PROGRESS 2007-2013 e 100 milioni dalla BEI). Nelle intenzioni della Commissione tale investimento dovrebbe tradursi entro il 2016 in microcrediti per un importo totale pari a 500 milioni di euro, pari a ca. 45.000 prestiti. A questa stima, del 2010, si è giunti considerando le risorse investite e un effetto leva 5. Lo strumento è stato concepito per integrarsi con altri strumenti esistenti come il Fondo Sociale Europeo (FSE).
Microcredito imprenditoriale: la situazione in Europa Strumento europeo di microfinanza Progress Le risorse dello strumento sono state “suddivise” tra due tipologie di investimento: 180 milioni per gli strumenti finanziari e 23,8 milioni per garanzie per il credito bancario. Lo strumento è gestito dal FEI (Fondo europeo per gli investimenti) che seleziona, su base volontaria, le istituzioni e gli organismi che di fatto erogano sul proprio territorio i microcrediti coperti dalle garanzie e dagli strumenti finanziari del Progress Microfinanza. A fine 2014 erano 48 gli organismi/istituzioni autorizzate dal FEI ad erogare microcrediti ed altri strumenti (garanzie, equity, semi-equity, ecc.) ed avevano erogato 31.895 microprestiti ai beneficiari finali. Nonostante il Programma Progress si sia già concluso, lo strumento Progress microfinanza cesserà di esistere alla fine del 2016, mentre la rotatività degli strumenti sarà attiva fino al 2020. Per ulteriori informazioni: http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=836 http://www.eif.org/what_we_do/microfinance/progress/index.htm
Microcredito imprenditoriale: la situazione in Europa Strumento europeo di microfinanza Progress
Microcredito imprenditoriale: la situazione in Europa Risorse europee congiunte per le micro e medie imprese (JEREMIE) JEREMIE è un'iniziativa nata con lo scopo di migliorare laccesso al finanziamento delle micro, piccole e medie imprese e in particolare di offrire microcrediti, finanziamenti in capitale di rischio o garanzie e altre forme di finanziamento innovativo. Viene data particolare enfasi al sostegno alle imprese in fase di avviamento, al trasferimento tecnologico, ai fondi tecnologici e innovativi e al microcredito. JEREMIE è gestita nell’ambito dei programmi dei Fondi strutturali e i progetti vengono scelti al livello nazionale e regionale pertinente. La gestione di questo programma e la selezione dei progetti avvengono a livello nazionale e/o regionale. Per ulteriori informazioni: http://eif.europa.eu/jeremie http://ec.europa.eu/regional_policy/funds/2007/jjj/jeremie_en.htm Per accedere ai finanziamenti del programma JEREMIE bisogna rivolgersi alle autorità nazionali/regionali di gestione che forniscono informazioni su come ottenere un finanziamento nel proprio paese o regione: http://ec.europa.eu/regional_policy/manage/authority/authority_it.cfm
Microcredito: una riflessione per concludere Mi sembra appropriata per concludere l’immagine della catena e della corda proposta da B. Benson (1985) per simboleggiare due modelli ideal-tipici di organizzazione, e per individuare quello a cui tendere. Il modello della catena ci fa ritenere che affinché un’organizzazione possa espandersi ed irrobustirsi sia necessario aggiungere anello ad anello. Ma quando anche uno solo degli anelli si spezza, tutta la catena diviene inservibile, anche se gli altri anelli rimangono in buono stato. Infatti, la forza di una catena è sempre la forza dell’anello più debole. Il modello della corda, invece, è di tipo convergenziale: si tratta di intrecciare sempre nuovi fili, così che se accade che qualche filo si strappi, la corda può forse indebolirsi un po’, ma non si spezza e quindi continua a tenere. La microfinanza non deve lasciarsi abbacinare dal miraggio della catena: si preoccupi invece di intrecciare e allungare corde sempre più robuste.
Grazie a tutti per l’attenzione! per informazioni: FRANCESCA ALOISIO francesca.aloisio@microcreditoitalia.org
Puoi anche leggere