Microcredito microcredito e l'occupazione" - Progetto "Micro-Work: fare rete per il - Retemicrocredito

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Microcredito microcredito e l'occupazione" - Progetto "Micro-Work: fare rete per il - Retemicrocredito
Progetto “Micro-Work: fare rete per il
   microcredito e l’occupazione”

               Microcredito
      uno strumento innovativo per l’inclusione
                sociale e finanziaria
Microcredito microcredito e l'occupazione" - Progetto "Micro-Work: fare rete per il - Retemicrocredito
Microcredito: come nasce
Il Microcredito è diventato universalmente noto nel 2006, quando
l’economista bengalese Mohammad Yunnus è stato insignito del
Premio Nobel per la Pace.
La sua Grameen Bank – letteralmente Banca del Villaggio –
universalmente nota come Banca dei poveri, nasce nel 1976, ed è
arrivata ad avere più di 2.565 filiali nel solo Bangladesh (dato 2010).
L’operato della Grameen Bank ha avuto un ruolo fondamentale nella
crescita e miglioramento della condizione delle classi più emarginate e,
soprattutto, di quella delle donne in un paese di stretta osservanza
islamica come il Bangladesh. Ancora oggi la percentuale di donne tra i
clienti (e quindi tra i proprietari!) della banca è del 97%.
Microcredito microcredito e l'occupazione" - Progetto "Micro-Work: fare rete per il - Retemicrocredito
Microcredito: come nasce

Yunus non ha inventato il microcredito, piuttosto ha fatto tesoro
di un’esperienza plurisecolare, adattandola alle specifiche
caratteristiche del suo paese.

Esistono infatti molte altre esperienze di strumenti finanziari
informali, come ad esempio:
•I ROSCA (rotative, savings and credit association) o fondi di
credito rotativo.

•Le TONTINE
Microcredito: come nasce

Ma quando e dove nasce davvero il microcredito?

In Europa nel 1098 viene scritta la Carta Caritatis, volta a regolare la
gestione delle numerose abbazie Cistercensi che nacquero in quel periodo
e, soprattutto, i rapporti tra le stesse.

La Carta, oltre ad affermare che non è lecito «costruire la propria
abbondanza basandola sull’impoverimento altrui» sancisce la
sostituzione del termine «elemosina» con «beneficienza».
Microcredito: come nasce
II principi riportati nella Carta hanno una straordinaria vicinanza con un
pensiero ben più antico – quello di Aristotele – quando, nell’Etica
Nicomachea, scrive:

“Nel dare bisogna proporsi il bene e dare ragionevolmente. Si deve
sapere a chi si deve dare; quale ammontare è conveniente e qual è il
momento appropriato. In tal modo si fa, nel più alto grado possibile,
un servizio vero all’altro”. (IV, I).

Del pari, è importante ricordare come il pensiero e l’opera cistercensi
confluiranno pochi secoli dopo nel grande fiume della tradizione
francescana, vera e propria prima scuola di pensiero economico.
Microcredito: come nasce

E un dato di fatto che negli ultimi 25, in Italia come nel resto del
Mondo, si assiste a un massiccio proliferare di forme plurime di
finanza etica, quali la banca etica, la microfinanza, i fondi etici.

Ma quali sono le ragioni?

Per tentare di dare una risposta occorre comprendere in quale senso
è etica la finanza etica.
Microcredito: come nasce
La categoria economica del consumo negli ultimi due secoli è stata
soggetta a diverse teorizzazioni:
•Fino a tutto l’Ottocento il consumo è stato visto come distruzione,
quindi qualcosa da contenere.
•Nel corso del Novecento tale idea viene ribaltata dalle teorie
keynesiane. Il consumo diventa così un’attività virtuosa.
•Oggi il consumatore è cosciente e informato abbastanza da poter
orientare le proprie decisioni di consumo in modo socialmente
responsabile.
•Quindi alla domanda «perché è etica la finanza etica?» si può
rispondere che: è l’orientamento etico del consumatore che la rende
tale.
Microcredito: come nasce
La microfinanza mira a migliorare la capacità di vita delle persone, dilata
cioè il loro capability set, nel senso di A. Sen, ma i poveri estremi
necessitano di interventi che puntino piuttosto a migliorare le loro
condizioni di vita.

•La microfinanza agisce da ponte tra settore informale e settore formale
dell’economia;
•È strumento efficace per favorire l’emancipazione delle donne;
•È il più potente strumento per aumentare il tasso di imprenditorialità
di una comunità locale.
Ma soprattutto è la via più credibile ed efficace per creare “capitale
sociale”, oggi unanimemente riconosciuto come fattore decisivo di
sviluppo.
Microcredito: come nasce

Il futuro della microfinanza è indissolubilmente legato al fine ultimo che
essa intende perseguire: se l’efficienza del mercato oppure la sua
civilizzazione.

Muoversi nell’ottica della civilizzazione del mercato significa chiedersi se il
più alto costo medio per unità di denaro prestato dai soggetti che
praticano il microcredito sia o meno compensato dal valore aggiunto
sociale (VAS) che l’attività di quei soggetti va a produrre.
Ciò significa riconoscere che la microfinanza produce non solamente un
valore strumentale, come ogni altro soggetto che opera nel mercato
finanziario, ma anche un valore espressivo che è sì misurabile, anche se
non secondo i canoni standard.
Microcredito: cos’è e a cosa serve
Cos’è il Microcredito?

È un credito caratterizzato da:

•importi di piccolo ammontare;

•è concesso a persone che sarebbero normalmente escluse dal
sistema di credito tradizionale, non avendo garanzie reali da
presentare.

L’esigenza che il microcredito contribuisce a colmare è quella della
domanda di credito che rimane insoddisfatta
Microcredito: cos’è e a cosa serve
Cos’è il Microcredito?

Ciò che caratterizza il microcredito, e lo pone su un piano differente
rispetto al sistema di credito tradizionale, è l’attenzione che viene
rivolta alla persona.

I servizi di accompagnamento, di tutoraggio e di monitoraggio – che
dovrebbero sempre accompagnare i prestiti erogati, come recentemente
normato anche nel sistema legislativo italiano – rappresentano il vero
valore aggiunto dello strumento.

Con il microcredito si torna forse al significato originario dello
strumento del credito. Quello in cui dare credito voleva significare
anche dare fiducia.
Microcredito: cos’è e a cosa serve
Cos’è il Microcredito?

Si può affermare che il microcredito è:

•uno strumento utile allo sviluppo del potenziale e dell’autonomia
delle persone socialmente marginali,

•un aiuto a frange della popolazione in continuo aumento, come i
disoccupati di lungo corso o la categoria dei c.d. NEET

•un mezzo utile per lo sviluppo di un welfare parallelo e «non
passivizzante», di recupero dell’autostima.
Microcredito: cos’è e a cosa serve
Cos’è il Microcredito?

Il Presidente della Commissione Europea J.C. Junker ha posto
l’attenzione sugli altissimi costi sociali che comparta la marginalizzazione
di fasce della popolazione sempre più ampie

Il microcredito, soprattutto quando delineato secondo le dinamiche di
prestiti di gruppo, promuove sia lo sviluppo economico che quello
del capitale umano, utilizzando una metodologia basata sul legame
sociale rappresentato dal gruppo stesso.
Microcredito: cos’è e a cosa serve
Cos’è il Microcredito?

Nel contesto europeo, ed anche in quello Italiano come vedremo meglio in seguito, il
microcreditoviene differenziato mutuando la definizione usata dalla Commissione Europea
in:

•MICROCREDITO SOCIALE

•MICROCREDITO IMPRENDITORIALE

La Commissione Europea ha definito il microcredito e le sue caratteristiche nel 2007, in
una Comunicazione al Consiglio Europeo (COM (2007) 708) seguita alle numerose
interrogazioni ricevute al riguardo.
Microcredito: cos’è e a cosa serve
A cosa serve il Microcredito?

Il Microcredito contribuisce a colmare l’esclusione finanziaria, che
spesso può significare anche esclusione sociale (e viceversa)

In ragione del contesto in cui lo strumento viene usato i risultati variano:

•nei paesi in via di sviluppo contribuisce allo sradicamento della
povertà estrema;

•nei paesi sviluppati consente l’accesso al credito colmando una
lacuna del sistema finanziario.
Microcredito: cos’è e a cosa serve
A cosa serve il Microcredito?

La concessione di un prestito di microcredito può tradursi nella genesi di un
senso di valore, di autostima e di orgoglio, ed è proprio dall’intreccio tra
tangibile e intangibile che si realizza la magia economico – relazionale di
tale strumento.

A partire da un bene intangibile, come la fiducia, si sviluppano beni
tangibili, che a loro volta creano autostima, bene intangibile che, di
nuovo, sviluppa capacità di assunzione di rischio che ulteriormente
sviluppa risorse tangibili e così via…in un crescendo virtuoso che si
realizza all’interno di un sistema a «beni relazionali».
Microcredito: cos’è e a cosa serve
A cosa serve il Microcredito?

Il microcredito, soprattutto quello rivolto all’avvio di microimprese e per
l’autoimpiego, vuole contribuire alla creazione di un meccanismo
virtuoso attraverso il quale il microimprenditore possa tendere
all’autonomia attraverso la creazione di ricchezza, uscendo dunque
dallo stato di esclusione precedente.
A tale scopo è indispensabile che il processo si esame delle richieste di
microfinanziamenti sia rigoroso.

I servizi di accompagnamento, in particolare quelli utili alla stesura del
business plan della microimpresa, insieme ad un aiuto nella valutazione
della sostenibilità del progetto di impresa nel suo insieme, risultano
essere dunque decisivi.
Microcredito: la situazione in Italia
Nel 2013 l’ammontare di credito concesso grazie allo strumento del
microcredito ha superato i 100 milioni di euro e sono stati poco meno di
10.000 i soggetti destinatari dei prestiti*, tra cui numerose famiglie,
aiutate a fronteggiare impreviste difficoltà finanziarie, imprese – in
particolare start-up – e studenti, che hanno potuto accedere all’istruzione
universitaria o ai corsi post laurea.

Al 31/12/2013 i programmi di microcredito attivi erano ca. 105,
differenti per natura del promotore dell’iniziativa e modalità di attuazione
della stessa, spesso attraverso la creazione di partnership tra gli
stakeholders presenti sul territorio.
 *dati desunti dal Rapporto di Monitoraggio 2014 a cura dell’ENM.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario

La disciplina legislativa del “microcredito” è stata introdotta per la prima
volta nell’ordinamento italiano dall’art. 7 del D.Lgs. N. 141 del 2010,
rinnovando l’articolo 111 del Testo Unico delle Leggi Bancarie (TUB),
contenuto nel D.Lgs. n. 385 del 1993.

Ulteriori modifiche al testo rinnovato dell’art. 111 sono state
successivamente apportate dall’art. 3 del D.Lgs. n.169 del 2012.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario
Francia, Romania e Italia sono gli unici paesi europei ad essersi
dotati di una specifica legislazione sul microcredito.

Ciò se è positivo da un lato, nel senso che mostra l’interesse allo
strumento, diventa un limite dall’altro, perché la normativa diviene “un
vincolo”, che limita quindi il “libero” sviluppo del settore.

Per la prima volta il nuovo Testo Unico Bancario, promulgato a
settembre 2012, parla di Microcredito, stabilendone alcune
caratteristiche e gli importi. A seguito dei decreti attuativi promulgati
di recente sono davvero molti i cambiamenti in atto nel settore stanti le
stringenti caratteristiche stabilite per poter parlare di microcredito.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario
Articolo 111 – MICROCREDITO

1. In deroga all’articolo 106, comma 1, i soggetti iscritti in un apposito elenco,
possono concedere finanziamenti a persone fisiche o società di persone o società a
responsabilità limitata semplificata di cui all’articolo 2463-bis codice civile o
associazioni o società cooperative, per l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro
autonomo o di microimpresa, a condizione che i finanziamenti concessi abbiano le
seguenti caratteristiche:

•siano di ammontare non superiore a euro 25.000,00 e non siano assistiti da
garanzie reali;

•siano finalizzati all’avvio o allo sviluppo di iniziative imprenditoriali o
all’inserimento nel mercato del lavoro;

•siano accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di assistenza e
monitoraggio dei soggetti finanziati.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario
Articolo 111 – MICROCREDITO

3. I soggetti di cui al comma 1 possono erogare in via non prevalente finanziamenti
anche a favore di persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica
o sociale, purché i finanziamenti concessi siano di importo massimo di euro 10.000,
non siano assistiti da garanzie reali, siano accompagnati dalla prestazione di servizi
ausiliari di bilancio familiare, abbiano lo scopo di consentire l’inclusione sociale e
finanziaria del beneficiario e siano prestati a condizioni più favorevoli di quelle
prevalenti sul mercato.

5-bis. L’utilizzo del sostantivo microcredito è subordinato alla concessione di
finanziamenti secondo le caratteristiche di cui ai commi 1 e 3.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario
Articolo 113 - CONTROLLI SULL’ELENCO PREVISTI DALL’ARTICOLO 111

1.La Banca d’Italia tiene l’elenco previsto dall’articolo 111 e vigila sul rispetto da
parte degli iscritti della disciplina cui essi sono sottoposti anche ai sensi
dell’articolo 111, comma 5; a tal fine può chiedere agli iscritti la comunicazione di dati e
notizie e la trasmissione di atti e documenti, fissando i relativi termini, nonché effettuare
ispezioni.

2.La Banca d’Italia può disporre la cancellazione dall’elenco: qualora vengano meno i
requisiti per l’iscrizione; qualora risultino gravi violazioni di norme di legge e delle
disposizioni emanate ai sensi del presente decreto legislativo; per l’inattività dell’iscritto
protrattasi per un periodo di tempo non inferiore a un anno.

3.Fermo restando quanto previsto al comma 2, la Banca d’Italia può imporre agli iscritti
il divieto di intraprendere nuove operazioni o disporre la riduzione delle attività per
violazioni di disposizioni legislative o amministrative che ne regolano l’attività.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario

Articolo 113 - CONTROLLI SULL’ELENCO PREVISTI DALL’ARTICOLO 111

Quando il numero di iscritti nell’elenco è sufficiente per consentire la costituzione di un
Organismo, esso è costituito con decreto del Ministro dell’economia e delle finanze,
sentita la Banca d’Italia; con il medesimo decreto ne sono nominati i componenti.
L’Organismo svolge ogni attività necessaria per la gestione dell’elenco; determina
la misura dei contributi a carico degli iscritti, entro il limite del cinque per mille
dell’ammontare dei prestiti concessi; riscuote i contributi e le altre somme dovute per
l’iscrizione nell’elenco e vigila sul rispetto da parte degli iscritti della disciplina cui
sono sottoposti anche ai sensi dell’articolo 111, comma 5. Per l’espletamento di tali
compiti, i poteri di cui ai commi 1, 2 e 3 sono attribuiti all’Organismo a far tempo dall’avvio
della sua operatività; la cancellazione dall’elenco potrà essere disposta dall’Organismo
anche per il mancato pagamento del contributo e delle altre somme dovute per l’iscrizione
nell’elenco.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario
Il nuovo Testo Unico Bancario stabilisce per la prima volta alcune caratteristiche in
carenza delle quali non è possibile parlare di microcredito, distinguendo le due
diverse tipologie di microcredito (coerentemente con la definizione della Commissione
Europea), in riferimento alle finalità per cui viene concesso il prestito, e stabilendo gli
importi massimi che possono essere erogati.
IMPORTANTE: la norma stabilisce che siano forniti ai beneficiari dei prestiti volti alla
creazione di microimprese e di autoimpiego “adeguati servizi ausiliari di assistenza e
monitoraggio”, e servizi ausiliari di bilancio familiare che abbiano lo scopo di
consentire l’inclusione sociale e finanziaria del beneficiario per ciò che concerne i
microcrediti di tipo sociale.

•10.000 € - Importo massimo previsto per i prestiti concessi con finalità di tipo sociale

•25.000 € - Importo massimo previsto per i prestiti volti alla creazione di microimprese e di
autoimpiego

Per entrambe le tipologie di prestito non devono comunque essere richieste garanzie
di tipo reale.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario

Decreto 17 ottobre 2014, n. 176, recante “Disciplina del microcredito, in attuazione
dell’articolo 111, comma 5, del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385″.

Il decreto – in vigore dal 16 dicembre 2014 – è stato emanato in attuazione del citato
articolo 111, comma 5 del TUB, che demandava al Ministero dell’Economia e delle
Finanze, sentita la Banca d’Italia, il compito di definire:
1) requisiti dei beneficiari e le forme tecniche dei finanziamenti;
2) limiti oggettivi, riferiti al volume delle attività, alle condizioni economiche applicate
e all’ammontare massimo dei singoli finanziamenti;
3) le caratteristiche cui devono rispondere gli enti non commerciali per derogare
alle suddette previsioni;
4) l’informativa da fornire alla clientela.
Microcredito: Il nuovo Testo Unico Bancario
Decreto 17 ottobre 2014, n. 176, recante “Disciplina del microcredito, in attuazione
dell’articolo 111, comma 5, del decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385″.

Nel Titolo I (artt. 1 – 4) viene disciplinata l’attività di microcredito per l’avvio o lo
sviluppo di iniziative imprenditoriali e per l’inserimento nel mercato del lavoro a cui
possono partecipare microimprese organizzate in forma individuale, di associazione, di
società di persone, di società a responsabilità limitata semplificata o di società
cooperativa.

Nel Titolo II (art. 5) viene disciplinata l’attività di finanziamento finalizzata a
promuovere progetti di inclusione sociale e finanziaria destinati a persone fisiche che
si trovino in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale.

Il decreto determina anche i requisiti richiesti per l’iscrizione nell’apposito elenco, tenuto
dalla Banca d’Italia, da parte dei soggetti che svolgono esclusivamente l’attività di
concessione dei finanziamenti disciplinati dal presente regolamento (“operatori di
microcredito”) (artt. 6 – 11).
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

Gli interventi degli Enti Regionali:
I progetti di microcredito intrapresi con sempre maggiore frequenza
ed intensità dalle Regioni hanno una notevole incidenza sulle
dimensioni complessive del fenomeno.

Nel 2013 più di 1/4 dei prestiti (2.813 su 9.941) e il 42% dell'ammontare
stimato (circa 43 milioni su 102 milioni di euro) è stato erogato proprio
dalle Regioni e dalle loro finanziarie.

NB: solo il 30% delle domande pervenute trova concreta
soddisfazione.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?
Le Regioni che nel 2013 avevano in corso interventi di microcredito sono
14, per un totale di 16 programmi diversi, dato che sia in Valle d’Aosta
che in Sicilia ve ne sono due.

Gli interventi sono volti a far fronte all’emergenza socio-
assistenziale solo in Val d’Aosta, Liguria, Toscana, e parzialmente
in Sicilia e nel Lazio, che prevedono anche la forma produttiva.

In tutti gli altri casi - Piemonte, Umbria, Marche, Abruzzo, Campania,
Basilicata, Puglia, Calabria, Sardegna - si tratta invece di interventi
diretti a sollecitare esclusivamente l’autoimpiego e
l’autoimprenditorialità.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

Il panorama italiano del microcredito, per quello che concerne il
microcredito imprenditoriale, è assai variegato e disomogeneo.

La natura e la modalità di collaborazione tra i soggetti variano e
con esse varia la stessa natura del programma di microcredito.

Una macro-distinzione possibile e quella tra microcredito
profit e microcredito non-profit.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?
MICROCREDITO NON PROFIT

caratteristiche
    • Tassi di interesse inferiori ai valori di mercato
    • Perdite coperte da donazioni private o da risorse pubbliche
gli attori in campo
    • Un promotore
    • Una banca che concede i prestiti
    • Un sistema di garanzie
I soggetti promotori possono avere differente natura giuridica:
AMBITO PUBBLICO
ENTI RELIGIOSI
MONDO BANCARIO
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

MICROCREDITO NON PROFIT

Soggetti promotori:

   AMBITO PUBBLICO
                                  Amministrazioni centrali
   ENTI RELIGIOSI
                                  Le Regioni
   MONDO BANCARIO
                                  Altri enti locali
   SOGGETTI PRIVATI
                                  Le Università
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?
MICROCREDITO NON PROFIT

Soggetti promotori:

   AMBITO PUBBLICO

   ENTI RELIGIOSI
                                  La CEI
   MONDO BANCARIO
                                  Le Diocesi
   SOGGETTI PRIVATI
                                  Le Caritas
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

MICROCREDITO NON PROFIT

Soggetti promotori:

   AMBITO PUBBLICO

   ENTI RELIGIOSI
                                   Le Fondazioni bancarie
   MONDO BANCARIO
                                   Banche nazionali
   SOGGETTI PRIVATI
                                   Banche locali
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

MICROCREDITO NON PROFIT

Soggetti promotori:

   AMBITO PUBBLICO

   ENTI RELIGIOSI                  Le Fondazioni non

   MONDO BANCARIO                  bancarie

   SOGGETTI PRIVATI                Le Associazioni

                                   Le MAG
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

MICROCREDITO NON PROFIT _ esempi di partnership

                 PRESTITO DELLA SPERANZA

          PROMOTORE                     CEI + ABI

          BANCA CHE                     BANCHE CONVENZIONATE
          CONCEDE I PRESTITI
                                        FONDO DI GARANZIA 30M€
          SISTEMA DI GARANZIE
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

MICROCREDITO NON PROFIT _ esempi di partnership

         MICROCREDITO DELLA FONDAZIONE BANCO DEL MONTE

             PROMOTORE                               FONDAZIONE B. DEL MONTE

             BANCA CHE                               BANCA ETICA
             CONCEDE I PRESTITI
                                                     FONDO DI GARANZIA 200.000 €
             SISTEMA DI GARANZIE

Il Consorzio Aranea fornisce i servizi di accompagnamento pre e post erogazione
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

MICROCREDITO FOR PROFIT

caratteristiche
    • Tassi di interesse più alti di quelli di mercato
    • default assorbiti dal fondo di garanzia (Fondo Centrale di Garanzia o Fondo di Garanzia
       costituito ad hoc dal promotore o dai soggetti partner)

gli attori in campo
     • Un promotore
     • Una banca che concede i prestiti
     • Un sistema di garanzie

Il tasso di interesse è maggiore di quello di mercato perché le operazioni di microcredito
prevedono una serie di servizi di assistenza, accompagnamento e tutoraggio – volti a limitare al
minimo il rischio di default – che rendono la gestione di una pratica di microcredito ben più
onerosa rispetto a quella per un credito ordinario.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

MICROCREDITO FOR PROFIT: L’ESEMPIO DI PERMICRO

Permicro vuole creare occupazione e inclusione sociale attraverso
l'erogazione professionale di microcrediti, l'educazione finanziaria e l’offerta
di servizi di avviamento e accompagnamento all’impresa, in un'ottica di
sostenibilità dell’attività.

Si rivolge a persone competenti con una buona idea imprenditoriale e a
persone con esigenze finanziarie primarie (casa, salute, formazione),
escluse dai tradizionali canali del credito per insufficiente storia creditizia o
precaria posizione lavorativa.
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

PERMICRO

L’attività di PerMicro si basa sul credito di rete: “La rete sociale di riferimento di cui
fanno parte i richiedenti è tramite tra PerMicro e i clienti, garantendo moralmente per
loro ed accompagnandoli nello sviluppo dell’attività”.

Le reti di PerMicro sono associazioni, comunità etniche, centri di aggregazione,
parrocchie, cooperative ed hanno un forte interesse a che il cliente restituisca il
credito:

• se gli associati restituiscono i debiti, la rete verrà “premiata” con condizioni di
prestito migliori;

• se gli associati non restituiscono sarà più difficile/costoso per gli altri ricevere un
credito
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

PERMICRO: accompagnamento e monitoraggio
Microcredito alle imprese
Analisi dettagliata dell’idea imprenditoriale e valutazione della sostenibilità
dell’impresa attraverso gli strumenti del business plan (conto economico, bilancio,
cash flow, analisi di mercato).
Microcredito alle famiglie
Analisi dettagliata della situazione economicofinanziaria familiare (documenti di
reddito, bilancino familiare, valutazione della capacità di risparmio, supporto in caso di
sovraindebitamento).
Per imprese e famiglie:
•verifica delle garanzie morali.
•interrogazione delle banche dati creditizie e predisposizione della proposta.
•educazione e formazione (educazione finanziaria, formazione riguardo aspetti legali
e contabili, ecc.).
Microcredito imprenditoriale: che cos’è, in Italia oggi?

PERMICRO: accompagnamento e monitoraggio

Microcredito alle imprese: il monitoraggio post-erogazione

• Accompagnamento e sostegno fornito al microimprenditore, sia in termini di
  monitoraggio sia di mentoring, attraverso telefonate e visite all’attività di impresa;

• Revisione periodica del business plan: comparazione dei risultati dell’attività
  rispetto alle previsioni da business plan e valutazione dello sviluppo e
  dell’andamento dell’attività di impresa;

• Valida opportunità per i microimprenditori di confrontarsi con esperti in creazione e
  gestione di impresa. I microimprenditori beneficiano del supporto e della
  supervisione della rete di Mentor volontari dell’Associazione PerMicroLab Onlus,
  con cui PerMicro collabora strettamente.
Microcredito imprenditoriale: la situazione in Europa
Strumento europeo di microfinanza Progress
L'Unione Europea ha predisposto lo strumento europeo di microfinanza Progress, per
fornire finanziamenti a coloro che privi di occupazione o a rischio di perderla
desiderano dare vita a una piccola impresa, e al contempo alle piccole e
microimprese che occupano persone vulnerabili (disoccupati, emarginati, inattivi,
ecc.).
La dotazione iniziale dello Strumento era di 200 milioni di euro (100 milioni dal
bilancio del Programma PROGRESS 2007-2013 e 100 milioni dalla BEI).
Nelle intenzioni della Commissione tale investimento dovrebbe tradursi entro il 2016
in microcrediti per un importo totale pari a 500 milioni di euro, pari a ca. 45.000
prestiti. A questa stima, del 2010, si è giunti considerando le risorse investite e un
effetto leva 5.
Lo strumento è stato concepito per integrarsi con altri strumenti esistenti come il
Fondo Sociale Europeo (FSE).
Microcredito imprenditoriale: la situazione in Europa
Strumento europeo di microfinanza Progress
Le risorse dello strumento sono state “suddivise” tra due tipologie di investimento: 180
milioni per gli strumenti finanziari e 23,8 milioni per garanzie per il credito bancario.
Lo strumento è gestito dal FEI (Fondo europeo per gli investimenti) che seleziona, su
base volontaria, le istituzioni e gli organismi che di fatto erogano sul proprio territorio i
microcrediti coperti dalle garanzie e dagli strumenti finanziari del Progress
Microfinanza.
A fine 2014 erano 48 gli organismi/istituzioni autorizzate dal FEI ad erogare
microcrediti ed altri strumenti (garanzie, equity, semi-equity, ecc.) ed avevano erogato
31.895 microprestiti ai beneficiari finali.
Nonostante il Programma Progress si sia già concluso, lo strumento Progress
microfinanza cesserà di esistere alla fine del 2016, mentre la rotatività degli strumenti
sarà attiva fino al 2020.
Per ulteriori informazioni:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?langId=it&catId=836
http://www.eif.org/what_we_do/microfinance/progress/index.htm
Microcredito imprenditoriale: la situazione in Europa

Strumento europeo di microfinanza Progress
Microcredito imprenditoriale: la situazione in Europa
Risorse europee congiunte per le micro e medie imprese (JEREMIE)
JEREMIE è un'iniziativa nata con lo scopo di migliorare laccesso al finanziamento delle micro,
piccole e medie imprese e in particolare di offrire microcrediti, finanziamenti in capitale di rischio
o garanzie e altre forme di finanziamento innovativo. Viene data particolare enfasi al sostegno
alle imprese in fase di avviamento, al trasferimento tecnologico, ai fondi tecnologici e innovativi
e al microcredito.
JEREMIE è gestita nell’ambito dei programmi dei Fondi strutturali e i progetti vengono scelti al
livello nazionale e regionale pertinente.
La gestione di questo programma e la selezione dei progetti avvengono a livello nazionale e/o
regionale.

Per ulteriori informazioni:
http://eif.europa.eu/jeremie
http://ec.europa.eu/regional_policy/funds/2007/jjj/jeremie_en.htm
Per accedere ai finanziamenti del programma JEREMIE bisogna rivolgersi alle autorità
nazionali/regionali di gestione che forniscono informazioni su come ottenere un finanziamento
nel proprio paese o regione:
http://ec.europa.eu/regional_policy/manage/authority/authority_it.cfm
Microcredito: una riflessione per concludere
Mi sembra appropriata per concludere l’immagine della catena e della corda proposta da B.
Benson (1985) per simboleggiare due modelli ideal-tipici di organizzazione, e per
individuare quello a cui tendere.

Il modello della catena ci fa ritenere che affinché un’organizzazione possa espandersi ed
irrobustirsi sia necessario aggiungere anello ad anello.
Ma quando anche uno solo degli anelli si spezza, tutta la catena diviene inservibile, anche
se gli altri anelli rimangono in buono stato.
Infatti, la forza di una catena è sempre la forza dell’anello più debole.

Il modello della corda, invece, è di tipo convergenziale: si tratta di intrecciare sempre
nuovi fili, così che se accade che qualche filo si strappi, la corda può forse indebolirsi
un po’, ma non si spezza e quindi continua a tenere.

La microfinanza non deve lasciarsi abbacinare dal miraggio della catena: si preoccupi
invece di intrecciare e allungare corde sempre più robuste.
Grazie a tutti per l’attenzione!

              per informazioni:

           FRANCESCA ALOISIO
   francesca.aloisio@microcreditoitalia.org
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