Il welfare del futuro: quali prospettive di sostenibilità? - Marco Riva Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche Fondazione Rosselli - Camera di ...

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Il welfare del futuro: quali prospettive di sostenibilità? - Marco Riva Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche Fondazione Rosselli - Camera di ...
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        Il welfare del futuro:
 quali prospettive di sostenibilità?
L’innovazione sociale in Piemonte
Camera di Commercio di Torino
4 luglio 2014
                                                            Marco Riva
                                    Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche
                                                          Fondazione Rosselli
Il welfare del futuro: quali prospettive di sostenibilità? - Marco Riva Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche Fondazione Rosselli - Camera di ...
Squilibri finanziari e diseguaglianza
                                  2

Ingredienti della crisi mondiale iniziata nel 2008:
 Boom creditizio (bolla subprime)

 Lack of Financial Education

 Il peso della finanza sull’economia reale
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Economia reale VS Mercati finanziari
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         Ammontare di scambi tra valute
        4.000.000.000.000 $
                   al giorno

      Ammontare scambi nell'economia reale
           55.000.000.000 $
                   al giorno

                  1%
                            Fonte: Frankfurter Allgemeine Zeitung
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Squilibri finanziari e diseguaglianza
                                  4

Ingredienti della crisi mondiale iniziata nel 2008:
 Boom creditizio (bolla subprime)

 Lack of Financial Education

 Il peso della finanza sull’economia reale

 Il ritorno dello Stato
Il welfare del futuro: quali prospettive di sostenibilità? - Marco Riva Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche Fondazione Rosselli - Camera di ...
Crisi e debito pubblico
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 La risposta dei governi alla crisi è stato un
  massiccio salvataggio del sistema finanziario con
  fondi pubblici

 Problemi:
   Deterioramento dei bilanci pubblici

   Aumento del debito pubblico

   La questione dell' “azzardo morale” (moral hazard)
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La crescita del debito
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La crescita del PIL
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Evoluzione del rapporto debito/PIL
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Squilibri finanziari e diseguaglianza
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Ingredienti della crisi mondiale iniziata nel 2008:
 Boom creditizio (bolla subprime)

 Lack of Financial Education

 Il peso della finanza sull’economia reale

 Il ritorno dello Stato

 La velocità delle trasformazioni
Il welfare del futuro: quali prospettive di sostenibilità? - Marco Riva Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche Fondazione Rosselli - Camera di ...
La velocità delle trasformazioni
                                    10

 Ci sono voluti circa 154 anni per raddoppiare il reddito procapite
nell’Inghilterra del 18° secolo (dal 1700 al 1850)

 Ci sono voluti poco più di 50 per Stati Uniti e Germania della metà del
19° secolo (1830-1880)

 Ci sono voluti 10 anni alla Corea del XX secolo

 Dal 2007 al 2010 il reddito procapite delle grandi città cinesi è passato
dal 20% di quelle americane al 37%. Nello stesso triennio il reddito
procapite delle città latino americane è passato dal 26% al 37% di quello
delle città europee
Squilibri finanziari e diseguaglianza
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Ingredienti della crisi mondiale iniziata nel 2008:
 Boom creditizio (bolla subprime)

 Lack of Financial Education

 Il peso della finanza sull’economia reale

 Il ritorno dello Stato

 La velocità delle trasformazioni

 Crescente diseguaglianza nella distribuzione del reddito
      Impoverimento del ceto medio
      Crescita dell’indebitamento delle famiglie
La distribuzione del reddito e della ricchezza
                      12
Il declino del ceto medio
            13
16 luglio 2011

        Sull’orlo
Perché la crisi dell’euro è solo
     peggiorata di molto

                                   14
1 ottobre 2011

   Fino a quando i politici fanno
 davvero qualcosa per l’economia
           mondiale …

   Abbiate paura

                                    15
9 giugno 2012

   L’economia
    mondiale
   Per favore Sig.ra Merkel,
 possiamo accendere i motori
           adesso?

                               16
16 febbraio 2013

  Chi può salvare
      l’Italia?

                    17
10 settembre 2011

    In cerca di
      lavoro
      America, Europa
 e la generazione perduta

                            18
22 gennaio 2011

       I ricchi
e il resto del mondo

                       19
26 aprile 2014

   Un miliardo di
   sfumature di
      grigio

                    20
9 aprile 2011

A 70 anni o falliti!
Perché l’età di pensionamento
          deve salire

                                21
La crisi è strutturale
                                         22

   Le questioni da affrontare sono molte fra cui:
       invecchiamento progressivo dei paesi occidentali
       scarsità delle risorse
       distribuzione dei redditi all’interno dei paesi e fra paesi sviluppati e
        non
       crescita?

    La parola crisi, scritta in cinese, è composta di due caratteri.
    Uno rappresenta il pericolo e l'altro rappresenta l'opportunità.
                        John Fitzgerald Kennedy, Discorso a Indianapolis, 1959
Cosa è cambiato?
       23
Overpopulation
                    24

                          OGNI ANNO

                   OGGI

1800   1920
                                           2050

1920   1960              31 ottobre 2011
Overpopulation
                            25

Una persona nata nel 1950, all’età di 80 anni avrà visto la
           popolazione mondiale triplicare
Overpopulation
      26
Welfare: è ancora possibile?
                                    27

 Il welfare contraddistingue il tessuto culturale e l’architettura
  istituzionale EU
 Nasce in Germania circa 100 anni fa: introduzione
  dell’assicurazione obbligatoria contro la malattia, gli infortuni e la
  vecchiaia
 Originariamente viene concepito per rispondere ai problemi posti
  dalla rivoluzione industriale e dal venir meno delle reti familiari
  delle società contadine
 Welfare ha dato notevole contributo allo sviluppo dell’economia
  europea, garantendo più elevati livelli di benessere, una più equa
  ripartizione della ricchezza e la formazione di una solida classe
  media.
Alcuni dati...
                                      28

 La spesa pubblica per la protezione sociale – che comprende
  previdenza, sanità e assistenza – assorbe mediamente in Europa il 27%
  del prodotto lordo, contro il 16% degli Stati Uniti, il 17% del Canada e il
  18% del Giappone.

 Tradotto in termini pro capite,
 questo significa che l’Europa
 spende mediamente per ogni
 abitante il 21% in più degli altri
 maggiori paesi OCSE.
Alcuni dati...
                                29

   13 punti di maggiore pressione fiscale che separano
    l’Europa dall’economia americana: l’85% di questa
    differenza è conseguenza delle maggiori spese per le
    prestazioni assistenziali.

      Il welfare europeo vale il 58% del welfare mondiale,
     nonostante gli europei siano solo l’8% della popolazione
                            mondiale.
Una spesa insostenibile: sanità
                               30

Es. assistenza sanitaria, la cui incidenza sul prodotto lordo è
  quasi triplicata nel corso degli ultimi 50 anni in UE,
  portandosi vicino alla soglia del 9% del PIL.

Fonte: Eurostat                 Fonte: OCSE
Una spesa insostenibile: pensioni
               31
3 cause principali
                                                  32

1.       Benessere economico
        diversi studi hanno dimostrato che la domanda di assistenza tende a crescere più che
         proporzionalmente rispetto alla crescita del Pil, esercitando così una pressione via via
         maggiore sulle finanze pubbliche
        secondo le stime effettuate dall’OCSE, un incremento dell’1% del reddito pro capite
         determina in Europa un incremento di oltre un punto percentuale della spesa per la
         tutela della salute.

2.       Progresso scientifico
        il progresso scientifico e tecnologico ha ampliato notevolmente le possibilità di
         intervento, in particolare in campo sanitario. La sanità è uno dei pochi settori in cui le
         innovazioni, consentendo di trattare un numero maggiore di patologie o prestazioni
         migliori, determinano un aumento, anziché una diminuzione, dei costi medi di
         produzione.

3.       Invecchiamento demografico
Invecchiamento demografico
                                         33

 La sproporzione tra popolazione europea (8%) e peso del welfare è
  destinata a crescere: fra 30 anni la popolazione europea rappresenterà solo
  il 4% di quella globale
 In EU su 500 milioni di persone solo 75 milioni hanno meno di 25 anni
 In Italia gli ultrasessantenni sono passati dal 3% degli anni ‘90 al 6% del
  2010 e arriveranno ad essere il 7% nel 2020 (circa 4,5 milioni di persone)
 La quota di anziani assistiti in strutture residenziali in Italia è oggi del 2%,
  contro Belgio al 8,1%, Svezia al 7,5%, la Francia al 6.3 e l’Inghilterra al 5,1%
 Circa 1/5 degli anziani che vive oggi in famiglia è affetto da gravi disabilità e
  che oltre il 67% soffre di almeno una patologia cronica
 Il tutto è aggravato da un contesto che vede famiglie sempre più piccole,
  che faticano a far scattare il tradizionale sistema di “welfare familiare”
Invecchiamento demografico

 In Italia l’età media degli
uomini è passata da 77,2 nel
2001 a 79,8 nel 2012.

 In IT ogni 5 anni l’età media
aumenta di 1 anno

 In UE l’età media degli
uomini è passata da 74,5 nel
2002 a 77,5 nel 2012

 In UE ogni 5 anni l’età media
aumenta di 1,5 anni
Invecchiamento demografico
            35

             OCSE: Pension at a glance 2013
Old dependency ratio
                              36

Popolazione inattiva in età 65+ in rapporto agli occupati 15-64

                            (European Commission Ageing Report 2012)
Le disabilità in Italia
                    37

La progressione della disabilità in Italia
     (Stime Censis, 2010 – 2040)
Modelli di welfare
                                       38

1.   il modello socialdemocratico dei paesi scandinavi: universalità
     delle prestazioni, elevato livello della spesa pubblica e incisività degli
     effetti redistributivi, dato il rilevante contributo della fiscalità
     generale alla copertura dei costi;
2.   il modello selettivo dei paesi anglosassoni, che prevede l’erogazione
     dei servizi differenziati sulla base di una verifica delle condizioni
     economiche e patrimoniali degli utenti;
3.   il modello corporativo, tipico dei paesi dell’Europa centrale,
     centrato sui contributi versati ai fondi e alle casse mutue
     professionali;
4.   il modello mediterraneo, che si caratterizza per il fatto di essere
     prevalentemente rivolto alla copertura dei rischi connessi con
     l’invecchiamento e per il minore impatto redistributivo dei
     programmi.
Un mondo che non c’è più...
                                         39

Il welfare è stato concepito in un contesto caratterizzato da:
 scarsa incidenza della popolazione anziana
 elevati tassi di sviluppo
 stabilità dei rapporti di lavoro
 minore pressione concorrenziale

“il sistema di welfare presuppone il superamento di ogni forma di
    discriminazione, perché la sua esistenza poggia su un patto di solidarietà tra
    le varie categorie economiche, tra le diverse realtà territoriali, tra le
    generazioni presenti e quelle future. Patto la cui salvaguardia impone al
    sistema di adeguarsi alle trasformazioni dell’economia e della società, pena il
    venir meno della sua funzione originaria: il sostegno a chi si trova davvero in
    una situazione di bisogno”
(Prof. Monorchio)
Nuove tensioni sociali
                                    40

 tensione tra flessibilità del lavoro richiesta dalle imprese e domanda di
     prospettive stabili di reddito e occupazione delle persone
 precarietà del lavoro per i giovani e obsolescenza delle qualifiche per i
     lavoratori anziani
 polarizzazione nella distribuzione del reddito e fenomeno dei lavoratori
     poveri
 peso crescente che ricade sulla famiglia come ammortizzatore delle
     cadute di reddito dei suoi componenti
 difficoltà per i giovani nel formare nuove famiglie
 stress finanziario sui sistemi pensionistici e sanitari derivante dai
     processi di invecchiamento
 problematiche della non autosufficienza che, con l’invecchiamento,
     investono una quota crescente della popolazione
 nuovi rischi di povertà che derivano dai fenomeni indicati
 processi integrazione dell’immigrazione
Nuove tensioni sociali
                                                  41

   Premesse dei modelli di             Trasformazioni socio-         Nuove sfide per i welfare state
 welfare state (anni’50-’60)         economiche(anni ’70-’80)                      maturi
 Economia in rapida crescita           Sviluppo lento o nullo            Contenimento dei costi
                                                                          Instabilità del lavoro,
      Società industriale             Società post-industriale        flessibilità forme di impiego,
                                                                     nuovi “ammortizzatori sociali”
                                    Partecipazione femminile al
                                                                         Servizi alla famiglia,
 Stabilità familiare e divisione      lavoro e ridefinizione dei
                                                                       conciliazione tra lavoro e
     di genere del lavoro           rapporti di genere; aumento
                                                                         riproduzione sociale
                                      della instabilità familiare
                                        Invecchiamento della             Contenimento dei costi
  Strutture demografiche in        popolazione (tassi di fecondità       pensionistici e sanitari;
      relativo equilibrio            bassi e elevate speranze di        protezione sociale per gli
                                         vita); immigrazione                    immigrati
                                                                     Ridefinizione degli standard di
                                   “Rivoluzione delle aspettative
Aspettative morigerate e stabili                                          prestazione; risposte
                                   crescenti” (più istruzione, più
     di protezione sociale                                               differenziate a bisogni
                                     salute e prevenzione, ecc.)
                                                                              differenziati
                                       Integrazione europea,            Adattamento alle nuove
   Solidità e centralità dello
                                    globalizzazione dei mercati,      condizioni “aperte” di società
         Stato-nazione
                                       internazionalizzazione                 ed economie
                                                    Prof.ssa S. Lucciarini, Università La Sapienza
Altri due elementi di preoccupazione
                          42

1. Proiezione al futuro
  della spesa

2. L’impatto sulla
  finanza locale
Proiezione della spesa al 2060
                                                             Con scenari "baseline"
                                                                                                                                            2010       2060 var.
                                                                    Italia       Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite               20,52%   26,69%   6,17%
                                                                                 Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite              22,40%   28,64%   6,24%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite             58,34%   67,29%   8,95%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite           63,69%   72,20%   8,50%
Fonte: N. Salerno, Costruire il welfare di domani, in “II

                                                                  Francia        Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite               22,83%   27,34%   4,51%
                                                                                 Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite              25,07%   29,37%   4,30%
Rapporto Finanza Pubblica”, Fondazione Rosselli

                                                                                 Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite             55,51%   63,56%   8,04%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite           60,96%   68,27%   7,31%

                                                                 Germania        Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite               19,24%   29,85% 10,61%
                                                                                 Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite              20,70%   31,76% 11,06%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite             41,34%   61,85% 20,51%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite           44,48%   65,80% 21,32%

                                                                  Spagna         Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite               14,83%   21,94%   7,11%
                                                                                 Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite              18,41%   23,59% 5,18%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite             35,35%   54,26% 18,91%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite           43,88%   58,33% 14,45%

                                                                Regno Unito      Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite               19,90%   26,16%   6,26%
                                                                                 Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite              21,39%   27,49%   6,10%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite             38,96%   51,62% 12,66%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite           41,87%   54,24% 12,37%

                                                                 Stati Uniti     Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite               11,91%   30,43% 18,52%
                                                                                 Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite              13,15%   32,03% 18,88%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite             21,70%   41,18% 19,48%
                                                                                 Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite           23,95%   43,35% 19,40%

                                                             Per gli Us la spesa sanitaria è quella dell'assistenza M edicare, M edicaid e CH IP
Proiezione della spesa al 2060
                                                            Con scenari "alti"
                                                                                                                                           2010      2060 var.
                                                                   Italia       Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite              20,52%   35,87% 15,35%
                                                                                Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite             22,40%   38,49% 16,09%
                                                                                Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite            58,34%   76,47% 18,12%
                                                                                Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite          63,69%   82,04% 18,35%
Fonte: N. Salerno, Costruire il welfare di domani, in “II

                                                                 Francia        Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite              22,83%   42,45% 19,62%
                                                                                Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite             25,07%   45,60% 20,53%
Rapporto Finanza Pubblica”, Fondazione Rosselli

                                                                                Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite            55,51%   78,66% 23,15%
                                                                                Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite          60,96%   84,50% 23,54%

                                                                Germania        Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite              19,24%   41,07% 21,84%
                                                                                Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite             20,70%   43,70% 23,00%
                                                                                Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite            41,34%   73,07% 31,74%
                                                                                Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite          44,48%   77,74% 33,26%

                                                                 Spagna         Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite              14,83%   29,02% 14,18%
                                                                                Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite             18,41%   31,20% 12,79%
                                                                                Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite            35,35%   61,34% 25,98%
                                                                                Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite          43,88%   65,94% 22,06%

                                                               Regno Unito      Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite              19,90%   32,53% 12,62%
                                                                                Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite             21,39%   34,18% 12,79%
                                                                                Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite            38,96%   57,98% 19,03%
                                                                                Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite          41,87%   60,93% 19,05%

                                                                Stati Uniti     Peso Paygo sanitario per attivo/Pil pro-capite              11,91%   33,86% 21,95%
                                                                                Peso Paygo sanitario per occupato/Pil procapite             13,15%   35,64% 22,49%
                                                                                Peso Paygo complessivo per attivo/Pil pro-capite            21,70%   44,61% 22,92%
                                                                                Peso Paygo complessivo per occupato/Pil pro-capite          23,95%   46,96% 23,01%

                                                            Per gli Us la spesda sanitaria è quella dell'assistenza M edicare, M edicaid e CH IP
Il peso sulla finanza locale
                                               45

Se pensiamo ai servizi offerti che coinvolgono anziani, persone con problemi di salute e/o
non autosufficienti, disabili fisici e psichici, bambini, minori, persone in gravi condizioni
sociali ed economiche, housing sociale... Il 70% dei servizi è in capo alle
amministrazioni comunali.

Sul welfare locale pesano i tagli delle fonti di finanziamento statale, che sono stati
drastici: le risorse sono passate dai 2,1 miliardi del 2008 ai 0,55 miliardi di euro del 2011 (-
74%),
 Totale azzeramento di alcuni fondi (politiche giovanili, inclusione degli immigrati, pari
opportunità, non autosufficienza) e la riduzione del Fondo per le politiche sociali, passato da
930 a 43 milioni di euro.
Situazione che a queste condizioni tenderanno ancora ad aggravarsi. Già oggi un anziano
che percepisce una pensione media non è in grado di sostenere economicamente la retta di
una residenza socio-assistenziale; tra poco meno di cinquant’anni, come stimato da una
ricerca dell’Università di Bologna e della Fondazione Unipolis, il 31% degli anziani percepirà
una pensione da lavoro inferiore all’assegno sociale (oggi la percentuale è pari all’8%).
Terzo settore in grave crisi
Il peso sulla finanza locale
                                   46

        Utenti dei servizi sociali nell’area metropolitana torinese

60000

50000

40000

                                                                       Bambini
30000                                                                  Adulti
                                                                       Anziani

20000

10000

   0
            2001                 2006                 2012

                                               Rapporto “Giorgio Rota” 2014
Fondi statali di carattere sociale
                                                 47

                                 2008    2009         2010   2011    2012     2013    2014     2015
Fondo politiche della famiglia   346,5   186,6     185,3     51,5     32      19,8     21,2    21,4
Fondo pari opportunità           64,4     30          3,3    17,2    10,5     10,8     11,6    11,7
Fondo politiche giovanili        137,4   79,8         94,1   12,8     8,2      6,2     6,9      6,7
Fondi infanzia e adolescenza     43,9    43,9          40    39,2     40      39,6     39,4    38,8
Fondo per le politiche sociali   929,3   583,9     435,3     274      70      344      43,9    43,3
Fondo non autosufficienti        300     400          400     0        0      275       0        0
Fondo affitto                    205,6   161,8     143,8     32,9      0       0        0        0
Fondo inclusione immigrati       100      0            0      0        0       0        0        0
Fondo servizi infanzia           100     100           0      0        0       0        0        0
Fondo servizio civile            299,6   171,4     170,3     111     68,8     71,2     76,3     77
           TOTALE                2.526   1.757     1.472     538     229      767      199      199

                                                 Fonte: AUSER, VI Rapporto Enti Locali e Terzo settore
Il contributo richiesto alle Amministrazioni locali
                                       48

Investimenti fissi lordi per la protezione sociale delle Amministrazioni locali
Milioni di euro

                                                             Elaborazione dati Istat
Un sistema che va ripensato...
                               49

1. Tagli agli sprechi, non sul disagio delle persone
2. Sussidiarietà
Dal Welfare State alla Welfare Society
                                          50

Nella welfare society è l’intera società, e non solo lo stato, che deve farsi carico del
benessere dei suoi cittadini.

                                               Sussidiarietà circolare: interazione
                                               tra Stato, mondo economico
                                               (imprese) e società civile (con le
                                               sue organizzazioni.. volontariato,
                                               cooperazione, terzo settore...)
Dal Welfare State alla Welfare Society
                                           51

“L’idea della sussidiarietà circolare è tutta qui: le tre sfere devono poter trovare modi
di interazione sistematica (cioè non estemporanea) sia nel momento in cui si
progettano gli interventi che si ritiene di porre in campo sia per assicurarne la
gestione.
Il vantaggio di passare alla welfare society sta nella possibilità di superare le due
aporie del welfare state. Innanzitutto, con questo modello sarebbe possibile reperire
le risorse necessarie dal mondo delle imprese. Quando si dice “mancano le risorse” ci
si sta riferendo a quelle pubbliche, non a quelle private, che al contrario, sono ben
presenti. Il punto è che sinora nessuno ha pensato di attingere alle risorse provenienti
dal mondo delle imprese for profit per incanalarle verso la fornitura di servizi di
welfare.
In secondo luogo, la presenza dell’ente pubblico diventa fondamentale all’interno di
questo meccanismo, in quanto esso deve vigilare per garantire l’universalismo. Il
pericolo dell’esclusione di alcuni gruppi sociali dalla fruizione dei servizi deve essere
sempre tenuto presente.
Il mondo della società civile o terzo settore occupa un posto speciale nella
triangolazione in quanto portatore di conoscenze specifiche.”
(Stefano Zamagni)
Dal Welfare State alla Welfare Society
                                        52

Sussidiarietà significa anche corresponsabilizzazione dei cittadini e
  delle forze della società civile

“La Pubblica Amministrazione non può più avere il monopolio decisionale sugli
  interventi, deve agire invece da regolatore intelligente, guidando sistemi
  decisionali complessi in cui operatori, e soprattutto cittadini-utenti, sappiano
  (e debbano) giocare la loro parte: il pubblico deve passare da erogatore dei
  servizi (diretto od indiretto) ad abilitatore, da programmatore dei servizi a
  controllore e valutatore, da finanziatore esclusivo e condizionante a
  moltiplicatore delle risorse private secondo logiche di meritocrazia.”
(Marco Nicolai)
Un sistema che va ripensato...
                               53

1. Tagli agli sprechi, non sul disagio delle persone
2. Sussidiarietà
3. Innovazione del terzo settore: smart city
Innovazione del terzo settore
                                     54

 La Commissione Europea ha stimato che "l'economia sociale
  rappresenta il 10% di tutte le imprese europee, vale a dire 2 milioni di
  imprese o il 6% dei posti di lavoro totali"

 In Italia dall’ultimo censimento risulta che il no profit sia raddoppiato
  passando da circa 235 mila enti del 2001 ai 470 mila del 2011.
Innovazione del terzo settore
                                           55

Per il 2013 come prevede l’andamento delle entrate derivanti da contributi, convenzioni,
rapporti con la Pubblica Amministrazione?

                                             Campione: 250 cooperative sociali + 250 associazioni
                                             Osservatorio Ubibanca su Finanza e Terzo Settore
Innovazione del terzo settore
                                           56

Ritiene che l’ìndebitamento con le banche nei prossimi tre anni:

                                             Campione: 250 cooperative sociali + 250 associazioni
                                             Osservatorio Ubibanca su Finanza e Terzo Settore
Innovazione del terzo settore
                               57

Perché è così difficile fare innovazione?

                                            Servono
    Servono idee              Servono       capitali
                              alleanze

      Servono
   professionalità             Serve
                            governance

          Servono
          persone
Un sistema che va ripensato...
                               58

1. Tagli agli sprechi, non sul disagio delle persone
2. Sussidiarietà
3. Innovazione del terzo settore: smart city
4. Governance enti locali
Governance e regole
                                       59

Governance e quadro regolatorio degli enti locali devono essere ripensati come
condizioni o leve abilitanti l’innovazione anche in campo welfare:

regole del Pattodi Stabilità interno
organi di vigilanza e di controllo
l’ adeguatezza organizzativa e professionale dei soggetti pubblici (attività
di funding)
problematiche relative alla strutturazione di partnership tra contesto privato e
pubblico
progettazione di sistemi di supporto alle decisioni (DSS).
Governance e regole
                           60

Elaborazione di
Un sistema che va ripensato...
                                 61

1.   Tagli agli sprechi, non sul disagio delle persone
2.   Sussidiarietà
3.   Innovazione del terzo settore: smart city
4.   Governance enti locali
5.   Finanza innovativa
Social Investment Package
                                   62

Nel settore sociale, gli Stati membri non fanno sufficientemente
ricorso a formule di finanziamento innovative, anche facendo
appello al settore privato e all'ingegneria finanziaria mediante
strumenti come la microfinanza, le garanzie sostenute da
politiche e alle obbligazioni di investimenti sociali, che
dovrebbero permettere di realizzare economie di bilancio.

Social Investment Package, COM 2013/83 del 20.02.2013
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=COM:2013:0083:FIN:it:PDF
Social Investment Package
                                              63

 Stimolare il finanziamento degli investimenti sociali: attraverso i fondi
strutturali, in particolare l'FSE, ma potendo essere usati nuovi strumenti di finanziamento
che dovrebbero essere sfruttati per facilitare il risanamento di bilancio mediante un
maggiore coinvolgimento dei finanziamenti privati

 Favorire l'accesso delle imprese sociali al finanziamento – I fondi
per l'imprenditoria sociale europea: le imprese sociali devono poter accedere
più facilmente ai fondi privati, che contribuiscono al finanziamento delle loro attività e
permettono loro di svilupparsi

 Studiare le possibilità di ricorrere a nuovi strumenti finanziari: nel
settore degli investimenti sociali, i finanziamenti innovativi provenienti dal settore privato
e dal terzo settore sono indispensabili per integrare lo sforzo pubblico

 Obbligazioni a impatto sociale: le obbligazioni a impatto sociale, che
favoriscono la partecipazione di capitali privati al finanziamento di programmi sociali in
cambio di vantaggi finanziari ottenuti presso il settore pubblico se il programma ottiene
risultati sociali positivi, sono piste da esplorare tra le altre
...dal fondo perduto a prodotti revolving...
                                    64

   schemi di partenariato pubblico-privato (PPP) e project finance (PF)
   imposte di scopo
   leasing o contratti assimilabili
   emissioni obbligazionarie di Stato, Regioni, Province e Comuni e/o
    project bond
   fondi immobiliari
   fondi infrastrutturali
   fondi di private equity
   microcredito
   cloud o crowd funding
   schemi alternativi di utilizzo dei fondi strutturali della Commissione
    europea (smart city)
   Social impact bond
Alcuni esempi: PPP in sanità
                                                      65

                            Numero progetti                          Valore progetti PPP
                                                           %                                        %
                              PPP Sanità                                   Sanità
Regno Unito                        190                 36,3%                 21.242                29,8%
Canada                              72                 13,7%                 16.532                23,2%
Australia                           14                  2,7%                  6.559                9,2%
Italia                              77                 14,7%                  6.162                8,6%
Spagna                              29                  5,5%                  3.094                4,3%
Svezia                              1                   0,2%                  1.400                2,0%
Francia                             20                  3,8%                  1.430                2,0%
Altri Paesi                        121                 23,1%                 14.825                20,8%
Totale                             524                 100%                  71.244                100%
Fonte: elaborazioni su dati Finlombarda, Osservatorio sul project finance in Sanità, XI Rapporto
valori in milioni di euro
Alcuni esempi: CrowdFunding
                                      66

 Logica bottom-up, con coinvolgimento dei cittadini per il sostegno di
progetti a forte valenza sociale per il territorio
 4 modelli: donation c.f., reward c.f., lending c.f., equity c.f.
 A oggi esistono 450 piattaforme di crowdfunding in tutto il mondo, di
cui 191 negli Stati Uniti, 44 in UK, oltre 100 nel resto dell’Europa, in Italia
22.
 Si stima che la raccolta di fondi tramite crowdfunding abbia raggiunto i
3 miliardi di dollari nel 2012 nel mondo.
 in Italia sono stati proposti circa 30.000 progetti, pubblicati quasi
9.000, di cui il 28% con esito positivo. Il valore dei progetti finanziati si
attesta attorno ai 13 milioni di euro.
Alcuni esempi: Venture Philanthropy
                                       67

Elevato coinvolgimento | Creazione di una stretta relazione organizzativa tra
ricevente e VP.
Rafforzamento delle capacità organizzativa | Garantire una base operativa
solida finanziando costi operativi e non singoli progetti.
Strumenti finanziari ad-hoc | Ricorrere all’utilizzo di diversi strumenti
finanziari, finanziamenti, bandi, capitale di debito o di equity, a seconda della
necessità dell’organizzazione.
Supporto non-finanziario | Fornire servizi a valore aggiunto come supporto in
fase di pianificazione strategica e gestionale.
Coinvolgimento all’interno di reti | Agevolare l’accesso a reti che possono
rappresentare un valore aggiunto e complementare all’organizzazione.
Performance measurement | Promuovere l’adozione di strumenti di business
planning, di risultati misurabili, del raggiungimento di traguardi, di contabilità
finanziaria e di trasparenza organizzativa.
                                                            (Buckland et al., 2013)
Alcuni esempi: Social Impact Accelerator
                                        68

 SIA è il primo partenariato pubblico-privato paneuropeo a sostegno
finanziario delle imprese sociali, lanciato nel maggio del 2013.

 Nasce su iniziativa di BEI (Banca europea per gli investimenti) e FEI
(Fondo europeo per gli investimenti).

 Si tratta di un’iniziativa pilota che si propone di affrontare il crescente
bisogno di disponibilità di capitale per sostenere le imprese sociali.

 Si configura come un fondo di fondi e si propone di mobilitare un importo
iniziale di 60 milioni di euro di capitali per investimenti in fondi di
impatto sociale.

 Crédit Coopératif e Deutsche Bank si sono uniti al gruppo BEI - FEI
dando vita a una partnership pubblico-privato nel settore.
Le attività delle Regioni: alcuni esempi
  VALLE D’AOSTA              LOMBARDIA                69               VENETO
 Prestiti sociali d’onore    Fondo Jeremie FSE                    Fondo
                                                                  capitalizzazione            EMILIA ROM.
                                                                  cooperative                Fondo rotativo
      PIEMONTE                                                                               FonCooper
   Fondo rotativo                                                      MARCHE
   cooperative                                                       Prestito d’onore
                                                                     regionale
                                                                                                  ABRUZZO
       LIGURIA                                                                             Fondo microcredito FSE
  Prestito sull’onore                                                  UMBRIA
                                                                     Fondo
                                                                     microcredito                  MOLISE
  TOSCANA                                                                                     European Progress
Garanzia Giovani                                                                              Microfinance
Toscana FSE

                                                                                                   PUGLIA
                   LAZIO                                                                     NIDI – Nuove iniziative
              Fondo                                                                          di impresa
              microcredito                       CAMPANIA
                                               Fondo                                       BASILICATA
                                               microcredito FSE                           Fondo di sostegno
                                                                                          e garanzia FSE
        SARDEGNA
   Fondo microcredito FSE            SICILIA
                                 Microcredito
                                                                                     CALABRIA
                                                                                 Fondo Garanzia
                                 famiglie siciliane
                                                                                 Occupazione
...dal fondo perduto a prodotti revolving: punti di forza
                                      70

  Garantiscono un effetto di rotatività e quindi la sostenibilità nel
   medio-lungo periodo

  Possono essere modulati sulla base di un effetto leva finanziaria più
   o meno elevato (e quindi di addizionalità di risorse) rispetto alla
   tipologia di target e di fallimento di mercato

  Garantiscono un effetto leva professionale mutuando competenze
   dagli intermediari finanziari
...dal fondo perduto a prodotti revolving: criticità
                                        71

   Gap di competenze tecniche e di conoscenza
   Inadeguata programmazione degli interventi
   Troppa attenzione all’innovazione dello strumento finanziario invece che
    all’innovazione dell’iniziativa finanziata
   Tiraggio finanziario contenuto esito di un matching tra domanda e offerta
    inadeguato
   Tempi d’ingaggio dei partner privati lunghi e modalità di
    contrattualizzazione rigide
   Risk sharing poco performante
   Frammentazione e parcellizzazione delle iniziative: diseconomie e perdita
    delle economie di scala
   Scarso coordinamento istituzionale tra livello nazionale e livello locale
   Complessità e poche certezze del quadro regolamentare
Grazie
                    72

            Marco Riva
Coordinatore Finanza e Politiche Pubbliche
  marco.riva@fondazionerosselli.it
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